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/
Protonotarìo Apoatolioo ad Instar Part.
Direttore della B. Biblioteca dì Kalta.
ORIGINB
BELLA
SU MALTA
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MALTA
Tipografia del Malta, i6, Strada Zecca. Valletta.
1907
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Gr. Mra. ,U! S. M. O. di Ah/la.
A SUA ALTfiZZA S£K£N1SSIMA
GALExiZZO DI TUUN ED HOHENSTEIN
VRINCirE GRAN ^lAEiSTUO D£L S. M. O. 1>I MALTA
QUESIX) STUDIO
DI UN MOMENTO SIXXRICO DELL' ISOLA
IUCCA £ SUPERBA ANCORA
DELLE GLORIOSE MEMORIE GEROSOLIMITANE
l'autore DEDICA.
fi</V<X^ V.C
1 n trod unione
What bellcr cause can cali your lighting forili ?
Your th under wakc ì your dearest life dcmaiid ?
What better cause, tiiaii when your country sees
The sly destruction at her vitals aim'd ?
Thomson.
Angioini ed Aragonesi si disputarono nel duodeci-
mo secolo il possesso di Malta, quando dopo varie battaglie
navali, di cui la principale avveniva nel nostro gran Porto,
la sovranità di (jneste isole passava definitivamente agli
Aragonesi. La vittoria delle armi Spagnuole, perchè efficace-
mente favorita dai nativi, metteva fine alla breve durata
del dominio Francese, di cui i Maltesi non sembravano
contenti (i).
2. Cinque secoli più tardi, forza di circostanze politi-
che, anzicchè altro, permetteva ai F'rancesi di ridivenire
padroni di queste isole : ma le riperdevano quasi subito,
causa non ultima il loro inconsulto governo non ispirato a
quei dettami che le tradizioni Maltesi avrebbero suggerito ;
e subentrava a loro sovrana sul nostro gruppo insulare la
corona della Gran Brettagna, che lungamente il Ciel
conservi.
3. Il titolo dell'attuale Signoria su queste isole venne
recentemente tratteggiato da uno dei migl{ori statisti del-
l'epoca al governo delle colonie inglesi, il signor G. Cham-
berlain, come nel 1847 veniva caratterizzato da altro
ministro, Lord Grey. Sta esso nel fatto di spontanea,
(i) Buchon, Rfccherche& Hibtoriques, Parih 1S43 voi. I. p. 377.
— VI
volontaria dedizione dei Maltesi alla Potenza da essi stessi
chiamata nel 1798 ad assisterli contro i Francesi diventati
loro nemici, ed i quali venivano definitivamente espulsi da
questo territorio colla resa delle fortificazioni intorno alla
Valletta avvenuta per la capitolazione militare dei 5 Set-
tembre 1 800.
4. Questa sovranità su Malta risultante dalla ultro-
nea domanda e dal concorso dei nativi fu riputata la base
dei diritti dell'Inghilterra nell'amministrazione del governo
di queste isole, mentre non fu mai avanzata su di esse la
pretesa dell'acquisto pel solo diritto di conquista, giusta
quanto ritenne il consultore del governo locale nel 1893
dinanzi il supremo tribunale dell'Impero, il Privy Council (1).
5. Questa assunzione storica non andò pacifica presso
tutti. Si contende infatti da alcuni che la signoria sul
gruppo delle Isole di Malta compete al Re della Gran
Brettagna per conquista di armi indipendentemente dal-
l'azione e dal volere dei nativi, e ciò, secondo loro, perchè
la posizione geografica di queste Isole è tale che con, o
senza, l'assistenza degli indigeni, esse sarebbero alla fine
del secolo XVIII cadute nelle mani degli Inglesi, posses-
sori della più formidabile flotta dell'epoca. Vogliono essi
che nell'azione militare svoltasi i Maltesi non abbiano te-
nuto una principal parte, ne abbiano incontrate spese, e
che queste sien state nella maggior parte erogate dall'In-
ghilterra.
6. In prova adducono che la capitolazione della Val-
letta fu fatta ai 5 Settembre 1 800 dai generali Francesi ai
comandanti Inglesi ad esclusione di ogni altro interessato ;
e che Malta per la cessione e resa dei 12 Giugno 1798
era divenuta Territorio Francese e come tale soggetta a
divenir patrimonio di chi avesse debellati i PVancesi. Per
la cessione del Giugno 1 798 avendovi i Maltesi cooperato,
(i) In the Privy Council. Case un behcilt of the Cruwii Advocatc
of Mdltd. Special relertnce 011 iiiarria;^ea al Malta. Malta i^t^i.
— Vìi —
si pretende che essi abbiano perduto oq^ni lor diritto, fee pur
ne aveano, e che il territorio di queste Isole, divenuto
oggetto di contenzione dopo la rottura della Pace di
Amiens, doveva seguir le sorti di chi ne disputava il pos-
sesso : debellato Napoleone, doveva reputarsi vinta e con-
quistata Malta, e perciò la Gran Brettagna, col pieno
accordo di tutte le potenze Europee, col trattato del 1814,
guadagnava incondizionatameìite queste Isole quale unico
compenso di tutti i sacrifici in uomini e in danari da lei
sofferti.
7. Codeste vedute si vogliono confermate da quanto
il Segretario di Stato Lord Hobart diceva ai 7 Nlaggio
1802 nel Parlamento Hritannico, quando, discutendosi l'ar-
ticolo decimo del trattato di Amiens riferibilmente alla
erezione della Lingua Maltese ^ asseriva nell'Inghilterra il
diritto ed il dovere di non abbandonare incondizionata-
mente ad altri i Maltesi e l'Isola, ma di regolarne il suo
governo ; e meglio ancora dalle espressioni usate dal me-
desimo dirizzandosi al generale Fox nel suo dispaccio dei 30
Aprile 1802, (juando lo istruiva che «S. Maestà si è gra-
ziosamente compiaciuto di autorizzarvi a restituire insieme
coir Isola tutta lartiglieria e munizioni ivi trovate al tempo
quando esse furono coìtqnistate dalle armi di Sua Mae-
stà > ( I ) ; siccome esse non dissonavano da quanto affer-
mava il generale Pigot firmatario della capitolazione del
1 800 indirizzandosi a questo ministro ai 3 1 Maggio 1 800.
« Se io avessi dato ascolto alle pressanti sollecitazioni di
issare la bandiera Siciliana, o dell'Ordine, e non avessi
agito con fermezza, Malta non sarebbe stata mai conside-
rata quale una conquista fatta dagli Inglesi, od esclusiva-
mente appartenente al Re della Gran Brettagna» (2).
8. Epperò sulla norma di terra conquistata reputasi da
(i) Dispaccio riportato negli « Siipp. -appcndices lo case on
behalf of the Protestant comiiiunities p. 87. »
(2) Ibi. p. 72.
— vili —
costoro di av^r mai sempre agito il Governo del Regno
Unito in queste Isole, app^gandosi di ripetere la sovranità
Inglese dal proclama del governatore Maitland 5 Febbrajo
1814 seguito dalla sostituzlpne delle armi britanniche agli
emblemi stranieri (1).
9. Come stanno realmente i fatti ? Quale delle due
affermazioni, o versioni corrisponde ai fatti seguiti in quel-
l'epoca memoranda ? Tale l'oggetto del presente lavoro.
Senz'alcuna pretensione oltre quella che generalmente
si prefigge un imparziale scrittore in materia di storia, esso
raccoglie in fascio gli elementi s|)arsi e con pazienza non
poca rintracciati, atti a fornire sufficienti basi a ritenere
che l'azione maltese e non la capitolazione del 5 Settembre
1800, né una pretesa conquista può considerarsi quale
Torigine dell'attuale signoria britannica su queste Isole.
10. Anzi tengo a dichiarare che mi son sentito indotto
a licenziare alle stampe questo mio qualsiasi lavoro per la
facilità che ho trovato nel dargli la forma, onde lo presento
al generoso lettore, dopo che nel 1 894, rappresentando il
Clero nel Consiglio di Governo, ebbi a studiare una qui-
stione allora sollevatasi ed avente colla presente intima
connessione (2).
(i) Ibi. Case by Th. H. Tristram.
(2) Debates of the CounciI of Government of Malta voi, XVU
310,
LA CRITICA SEROTINA
-•o*-
Un fatto positivo constatato da quanti contribuirono
alla sua produzione, un'azione proclamata in varie guise
da tutte le parti interessate, un complesso di mutui van-
taggi di Maltési ed Inglesi, una secolare tradizione, che
trova riscontro in autentici documenti ben a ragione recla-
mano il rispetto di ogni sana critica ed impongono autore-
volmente il silenzio ad ogni capriccioso contradditore.
2. L ala edace del tempo ben spesso priva così le
nazioni come grindividui dei piii validi mezzi di prova dei
loro rispettivi diritti ; talché se un possesso di buona fede
dovesse rimanere soggetto a questione di coloro che per un
si lungo tempo si sono acquietati all'altrui godimento, la
durata del possesso, invece di consolidare e fortificare, inde-
bolirebbe ì titoli all'occupazione (i).
3. La levata di .scudi dei Maltesi nel ìp)8, l'invocato
soccorso, l'assistenza ben prestata, gli accordi intervenuti
tra nativi e britanni, l'inalberamento dello stendardo di
costoro, l'acclamata sovranità, la creazione dell'assemblea,
l'istituzione del congresso sono tutti fatti storici confermati
da tante e si svariate testimonianze che chi s'arrischiasse di
menomarne il valore e l'importanza meriterebbe la taccia
di esquilibrato.
4. Fissare l'attenzione ad un fatto particolare, trala-
sciando le circostanze, cui quello è dovuto come effetto da
causa per dedurne un diritto di conquista su chi non fu mai
nimico, o scoprirvi materia di controversia coll'eventuale
(I) Moore Digest of International Law voi. I. p. 125.
2
- 10 -
possessore e millantare pretensioni differenti da quelle sca-
turienti dalla stessa natura delle cose, che mai non falla,
dacché essa medesima si confonde colla verità storica,
oppure morale a seconda dell'ordine di quelle cose, se
addirittura non è da disonesto è al certo indizio di misero
comprendonio.
5. La tranquillità dei popoli, la sicurezza degli stati,
la felicità della famiglia umana non tollerano, che il possesso
delle proprie cose e tutt*altri diritti delle nazioni possano
rimanere indefinitivamente incerti e soggetti a disputa.
Anche tra le nazioni, adunque, diviene necessario ammet-
tere il titolo derivante dalla prescrizione basato sul pacifico
e diuturno possesso (i).
6. E' dalla evoluzione fatale degli eventi, dal com-
plesso di tutte le circostanze e dall'ambiente politico del-
l'epoca, in cui successero gli avvenimenti sotto disamina,
che si può ricavare una genuina versione della portata di
un evento particolare che si prestasse a più significati.
€ Incivile est, leggesi nel digesto (2), nisi tota lege
perspecta una aliqua particula ejus proposita judicare, vel
respondere.» «Incivile, id est iniquum et contra ius est (3).>
Se è iniqua e contra il diritto una tale maniera d'interpreta-
zione in materia legale, è per lo meno mancanza di buon
senso lo stabilire la portata di un punto nel campo storico
giuridico indipendentemente da tutt altro.
7. Giungono nel 1798 a bloccare il gran Porto di
Malta le navi della Gran Brettagna e degli alleati con
istruzioni del Nelson di assistere gl'insorti Maltesi. Si
rendono essi intermediari degl'indigeni che propongono al
presidio francese di capitolare (4) e dai medesimi ai comuni
nemici si ripropongono più tardi a nome e nell'interesse
(i) Vattel Law of Nations Lib. II. cap. XI. § 149.
(2) Dig. I. 3. 24.
(3) Donellus Cornm. de jure civ. I. 13. p. 32.
(4) Appendice I. Proposte dei Vitale e Caruana^ Saumarez e
M, de Niza, 25. Sett. 1798.
- 11 --
dei nativi proferte conducenti a questo fine (i) ; s*inta-
volano trattative tra nativi, inglesi e francesi e se ne ottiene
l'evacuazione dei nemici dal Gozo(2); si mantiene dagli abi-
tanti e dagli Inglesi ed alleati uno stato di amicizia e di
concorde società tra loro e di stretta guerra coi Franchi ; si
concorre con tutti i mezzi all'unico scopo di espellere gli
odiati comuni nemici da Malta, e, quando Tesito corona
l'opera dei collaboratori, si appellerà esso conquista di un
solo di costoro, ed a questo quasi esclusivamente si vor-
ranno attribuire i vantaggi ?
8. Fortunatamente contradicono ad un tal modo di
pensare le dichiarazioni del gabinetto inglese concepite nelle
istruzioni seguenti del comandante in capo Sir Ralph Aber-
cromby al Mag. Generale Pigot al comando di Malta, date
ai IO Dicembre 1800.
€ La Gran Brettagna prende la Nazione Maltese sotto
< la sua protezione, ora che le forze di Sua Maestà Britan-
ne nica colla assistenza dei Maltesi hanno cacciato le truppe
€ della Republica Francese da questa Isola di Malta e sue
€ Dipendenze.
< Il Mag. Generale Pigot non permetterà che si avan-
€ zino o si discutano le pretensioni di qualsiasi altro Sovrano
< o corporazione di uomini.
< Tutti i diritti, privilegi ed immunità di Chiesa e di
€ Stato sono confermati al popolo maltese (3). >
(i) Miege Histoire de Malte. Paris 1840 Tom. Ili, Piece
justif. No. 22 pag. 585. W. Siche], Emma Lady Hamilton. Lon-
don 1907, p. 518. (Proposta Nelson del 25. Ottobre 1798).
(2) Appendice II. Articoli della Capitolazione del Gozo 28 Otto-
bre 1798.
(3) « Sir R. Abercromby's Instructions te Mag. Gen. Pigot.
« La Valette, Malta, loth December, 1800.
€ His Britannic Majesty*s Forces, wìth the assistance of the
« Maltese, having expelled the troops of the French Republic froni
« the Island of Malta and its Dependcncies, Great IJritain iakcs the
* Maltese nation under its protection.
-l2-
9. A base di tali condizioni, che sono emanazione
pura della previa mutua intésa Anglo-Maltese, vedonsi le
assicurazioni date e pubblicate dal Pigot, comandante di
tutte le truppe in Malta e dal commissario regio Cameron,
<.... Il Re prendendo la Nazione Maltese sotto la
sua Protezioni:, mi ha autorizzato come suo rappresentante
di assicurarvi, che sarà usato ogni mezzo possibile a sta-
bilire la vostra contentezza e felicità.
^... I.a Flotta e TArmata del Re erafto abilitate di dare
un assistenza effettiva ai vostri bravi sforzi per la espulsione
de' vostri nemici... è mio dovere... di assicurare la Nazione
Maltese del pieno possesso della sua Religione, delle sue
Proprietà e della sua Libertà > Enrico Pìgot P'eb. 1801 (i).
« Major-Geiicral Pigot will iiot permit the pretensions of any
«( othcr Sovcrcign or body of nieii to be brought forward or discussed.
<!( Ali the rights, privilcges, and iinmuiiities in Church aiid State
« are contìrmed to the Maltese People.
« The Bishop of Malta is the head of the Maltese Church. No
« iiujuisitorìal powcrs enianating from the see of Rome can be
* adtnitted, and no ecclesiastical authority of any other Sovereign
« can be acknowledged. »
Documento conservato nel Record office London tra i Colonial
Office Papers. Malta, No. 4. 1801, publicate nelle appendici al « Pro-
testant marriage case 1893» — pag. 63.
(i) Collezione Bandi p. 61. Ed al Diocesano si scriveva :
lllmo. e Revmo. Monsignore,
In rÌM])osta alla pregiatissima sua mi do l'onore di significare a
V. S. lllma. e Revnia. che sono stato istruito di dire che /#//// //
diritti privilc^^i immunità di cliiesa^ e di stato sotto riconfermate at
Popolo Maltese,
Il Vescovo di Malta è il capo della chiesa Maltese niun potere
Inquisitoriale enianabile dalla Sede di Roma può essere ammesso.
£ niun altra autorità ecclesiastica di qualunque altro sovrano
jx)trà esscie riconosciuta.
Compito cosi il mio incarico mi dichiaro con ogni stima.
14 Febbrajo 1801.
Di V. S. Hhna. Revma.
Umo. Devino. Servitore
H. Pkìot^
— 13 —
«.... Abbraccio con sommo contento questa occa-
sione.... di assicurarvi che Sua Maestà vi accorda protezione
e godimento di tutti i vostri più cari Diritti: proteggerà le
vostre Chiese y la vostra Santa Religiofie.... la vostra antica
lama nelle armi non si è smentita nella difesa che ultima-
mente faceste della vostra Patria.> 1 5 Luglio 1 80 1 Charles
Cameron Regio Commissario Civile (i). E perciò con pub-
blico avviso si notificava ricordine di S. M. che si ntanten-
gano in vigore /t' le^gi e visicofiservino nei tribunali sul piede
finora usato....» Palazzo li 23 Luglio 1801. — Charles
Cameron — H. Pigot — Alexander Macauley, Public Se-
cretary (2).
10. E perchè lo scopo d'Albione non era quello di
conquista collarrogarsi Taltrui merito il Graham, generale
comandante le truppe alleate in Malta, dava il bel at-
testato alla nazione maltese, quando diceva loro :
e Bravi Maltesi.... La vostra energia comandò la
vittoria.,.. Domandaste assistenza. Le potenze, che agi-
scono in alleanza.... si affrettarono al vostro sollievo, .... ;
le loro navi hanno intercettato i soccorsi ai vostri nemici.
Il mio Padrone, sovrano.... mi spedì con un pugno di uo-
mini per sostenervi, finché un'imponente forza sarebbe
apprestata per la riduzione della Valletta ; .... Il successo
compenserà le vostre fatiche, .... giustamente superbi di
aver salvata la vostra Patria. > 19 Giugno 1800 Thomas
Graham Brig. Generale delle truppe alleate al Blocco della
Valletta (3).
11. Le mire del gabinetto britanno si rendono palesi
alla lettura di un dispaccio del Segretario di Stato per
la guerra Dundas al Generale Sir R. Abercromby
datato imo. agosto 1800: «l'oggetto di questo paese
(i) Collezione di Bandi, ecc. p. 67.
(2) Ivi. paj^. 67.
(3) R. M. Martin, llihtory of ihe Britisli Colonies voi. V.
London 1825 p. 132.
- 14 -
quanto alle sue vedute su Malta si è l'assicurarsi il vantajf-
gio di una importantissima stazione navale in quella parte
del Mediterraneo.... si prenda perciò ogni precauzione,
airinfuori di un'attuale ostilità, per impedire di venir noi
privati di un tal vantaggio a causa delle intromissioni o
pretensioni di altra potenza, la cui ultima condotta giustificò
l'apprensione che sotto la sua autorità il Porto di Malta
sarebbe stato o completamente chiuso alle flotte di S. M.
(e possibilmente aperto a quelle dei suoi nemici^, o se pur
permesso l'approdo a questo paese esso sarebbe così pre-
cario ed incerto da renderlo nugatorio e da non potervisi
approfittare > (i).
12. Apparve purtroppo il desiderio di questa grande
nazione di rendersi padrona di una fortezza quale Malta; (2)
ma non consta che essa abbia inteso realizzarlo mediante
conquista contro tutti e tutto, si bene per via di volontaria
cessione e spontanea dedizione degli aventi diritto a questa
terra, sian essi naturali, legittimari, o « de facto > pos-
sessori.
13. A questo miravano tutti i mezzi adoperati dagli
Inglesi prima e dopo il trattato di Amiens per guadagnarsi,
cioè, gli animi dei nativi e renderseli così affezzionati da
ingenerare in loro la convinzione di essere essi alla sal-
vezza e tutela dei loro diritti necessari e provocare così da
parte loro la domanda della protezione del potente ves-
sillo britannico.
14. Le premure del comandante Ball, tutte intese a
coltivare questa affezione durante il lungo assedio di due
anni, venivano pienamente approvate dal gabinetto, che
gliene rilasciava più d'un lusinghiero attestato ; (3) lo
promuoveva a Baronetto ed accordavagli da sulle rendite
(i) Supp. Append. Prot. marriage case, pag. 49.
(2) Terrinoni, Presa di Malta, Roma 1867 pag. 75, Miegc.
Histoire de Malte Toni. 3. p. 17.
(3) Vedi tra altri il Dispaccio del Duiidas 11. Nov. 1800 in Pet-
tigrew voi. 2.. p. 165.
— 15 ^
di Malta una pensione di sterline mille a ricoonizione dei
vantaggi, che la madre patria ricavato avea dallopera-
to di lui (i).
15. L'ammiraglio in capo, Lord Keith, seconda-
va quelle mire, felicitandosi coi Maltesi della liberazio-
ne della lor patria colla lettera degli 1 1 Decembre 1 800,
dichiarando che lo spirito di vigilanza e di perseveranza
adoperate dalle forze bloccanti «non mancò di essere in
gran parte eccitato ed incoraggito dallesempio di un
popolo virtuoso, indipendente ed eroico » (2).
Le lettere del Nelson scritte nel periodo della lotta
sono un ricordo eloquente del lavoro di lui per portare a
buon esito Timpresadei Maltesi e renderseli riconoscenti (3).
16. Il comodoro Troubridge incaricato del blocco,
nella difesa della causa dei nativi giunse al punto di tra-
sandare ogni riguardo verso la corona di Sicilia ed afferrar
da Girgenti ed altrove carichi di grano per il sollievo della
popolazione che meritamente gli seppe grado, decretando-
gli il publico attestato, che ci gode l'animo di poter pu-
blicare (4).
(i) Ivi pag. 164. Hobart a Ball 15 Maggio 1801. Di lui Nicolas
dice ; In October 1798, he was placed by Lord Nelson in com-
mand of the Squadron blockading Malta, and * at the request of the
chief of the contending factions in that Island, he mediated between
them, succeded in restoring harmony, and by his wise and concilia-
tory conduct, secured the confidence of the Maltese people. » voi. VI.
p. 191.
(2) Mss. no. 528 della R. Bibl.
(3) Dispatches of Lord Nelson by N. H. Nicolas. London 1845
voi. Ili e IV^ Quella ai Deputati Maltesi dei 5 Febbraio 1799
* Ball vi darà tutta l'assistenza che gli sarà possibile... auguran-
dovi ogni successo contro il vostro nemico ed una pronta resa della
capitale in potere vostro, sono il v. Nelson » collima col messag-
gio Saumarez-Nizza ai francesi di voler vedere i Maltesi rimessi nel
libero godimento delle loro isole e rientrati nei loro diritti di pro-
prietà. Saumarez Memoirs by Ross. London 1845.
(4) Appendice IH,
-- 16 -
17- Non altrimenti compresero la situazione i nativi, i
quali nei loro manifesti (i) e più tardi nei memoriali al
Trono Britannico esprimono convinzioni e tendenze analo-
ghe alle vedute di sopra esposte domandando, che si desse
compimento a quanto essi avevan ragione di ripeterò.
Ricorderemo fra altri documenti il memoriale fat-
to dalla riunione di tutti i rappresentanti del popolo ai
2 2 ottobre i8oi tradotto e trasmesso dal regio commissa-
rio air ufficio coloniale ai 25 novembre (2). In esso si legge
< affermiamo, che siamo stati noi ì Principali nella guerra.
< che noi eravamo i conquistatori, che ogni sorta di bene
« publico è nostro ;....
< I Maltesi domandano il possesso della loro Isola per
< diritto di conquista fatta sui Francesi, i quali la conqui-
de starono dall'Ordine di S. Giovanni....
< Le truppe estere erano solamente ausiliarie e sì
€ congiunsero ai Maltesi ( come provano tutti i manifesti di
€ differenti generali) solo per ajutarli.
< Convinti della loro debolezza politica, e mettendo
€ piena confidenza nella sincerità del Governo e nella fede
€ della Nazione Britannica bramarono piuttosto di devenire
< sudditi del Re che di reclamare e mantenere la loro
< propria intera indipendenza.... »
Nella Memoria presentata dai Deputati in quella cir-
costanza al Ministro Inglese si ripeteva < I Maltesi,
€ adunque, che, dotati di quel privilegio (di non esser messi
« sotto il dominio di altro sovrano senza lor consenso), nella
< passata guerra hanno unito, in vigor del medesimo, le loro
€ armi a quelle delle potenze alleate, e corsero alla comun
€ difesa, non possono diffidare che in premio dello spargi-
< mento del loro sangue, e della profusione delle loro
(1) Vedili nel Mss. 269 della R. BiSliot. di Malta.
(2) Riportai, nel Supp. App. del Protestant Communiries
marriage case 1893. pp. 78-83 Azzopardi Raccolta di cose riguar.
Malta p. 285-7.
— 17 —
€ sostanze per sostenere insieme colla loro anche la comune
« causa, debbano essere spogliati de* loro diritti e della
< loro libertà ;... < (i).
La miglior conferma di queste persuasioni si ha
nella nota Dichiarazione dei Diritti fatta di universale
consenso dei Maltesi ai 15 Giugno 1802, e la quale, se
non ad altro vale certo a dimostrare la convinzione nei
nativi della propria situazione < .... dopo una lunga e ma-
« tura deliberazione, vi è detto, facciamo, la seguente dichia-
4c razione, obligando noi ed i nostri successori in perpetuo
4c alla condizione che il nostro ora riconosciuto Principe e
< Sovrano da sua parte sarà per adempire e tenere invio-
4C lato questo concordato con noi > (2)
18. Eppure si è preteso di aver rintracciato nel detti
dei deputati maltesi la parola conquista usata nel senso
voluto dai nostri antagonisti nella soggetta materia. O
quanta ingenuità ! Lo stesso Miles, dal quale la petizione fu
redatta in miglior forma, dice : 4c Apparirà dal memoriale
dei maltesi a richiesta di Sir A. Ball scritto da me pei depu-
tati che Toggetto della loro missione era di ottenere la rico-
gnizione dell'indipendenza di Malta colla sanzione della
Gran Brettagna e della Francia. > (3)
19. I fatti indiscutibili, dai Maltesi ricordati, eran ben
noti al ministro Lord Hawkesbury quando in nome di S.M.
dava all'ambasciatore inglese a Pietroburgo Sir J. Warren
la seguente direzione a 29 Gennaio 1803 :
< Egli è importante che V. E. imprima nel governo
Russo la convinzione de' servizi resi dagli abitanti di Malta
a S. M. ed alla comune causa nel tempo che i francesi
erano in possesso dell'isola ; che per quasi due anni eglino
(i) Azzop. 1. e. pag. 247.
(2) Miege 1. e. doc. no. 61., Martin 1. e. Appeals of V^
Borg London 18 io. p. 52.
(3) Miles W. A., The Correspondence. London 1890. Voi. II.
P. 325.
3
— is-
si mantennero in uno stato di costante ed attiva ostilità
contro i francesi ; che molte migliaja di loro perirono in
tale stato di guerra e che questi sforzi furono da loro fatti
in un tempo appunto quando non potevano ricevere veruna
assistenza da alcuna estera potenza : che Tattaccamento
manifestato da' maltesi a S. M. durante il blocco e la loro
lealtà verso di lui, dacché egli ottenne il possesso dell'isola,
danno loro un particolare titolo alla sua protezione ed un
diritto di aspettare che ne' futuri stabilimenti riguardanti
risola siano stipulati de' vantaggi in loro favore ; che indi-
pendentemente da ogni considerazione di buona fede, V. E.
conosce molto bene, che i maltesi, nell'essere attaccati al
loro governo, lo sono ugualmente alla difesa della loro
isola ; che, perciò, qualunque ragione di politica e di giu-
stizia rende prudente di cercare la conciliazione de* loro
affetti.* (i)
20. E quale miglior prova di autentica versione dei
fatti storico-politici, che ci occupano, si può esigere di quel-
la di ministri di stato responsabili, i quali in circostanze
solenni e di grande importanza annunziarono, afferma-
rono e ripeterono quei fatti nella loro vera luce, qualmente,
cioè, ebbero essi a svolgersi ?
21. Si tralascia il bel discorso di lord Melville, già
ministro durante la nostra campagna, detto ai 23 Maggio
alla Camera dei Lordi, in cui si sostenne che in Malta gli
Inglesi eran venuti € per assistere i nativi già impegnati ad
espugnare i francesi e che perciò era giusto che il popolo di
Malta godesse un governo conforme ai suoi desideri sotto
la protezione della Gran Brettagna. > (2)
22. Riportiamo, invece, un brano delle direzioni date
dal Segretario di Stato TEarl di Bathurst al nominato go-
(i) Papers presented to the House of Commons by order. 26th
May 1803, p. 3.
(2) Hansard's Parliam. Hist. voi. 36, col. 1502. Discorso publi-
cato in Malta con gazetta straordinaria nel 1803.
— 19 —
vernatore Sir T. Maitland ai 28 Luglio 181 3 quando
s'istituiva la prima costituzione composta di sei membri per
il governo di queste isole. < L'anziosa brama che si ere-
« de immedesimata in tutti i Maltesi di essere riconosciuti
« apertamente quali sudditi della Corona Britannica hanno
« favorito la disposizione del governo di S. Maestà di sta-
« bilire su di un piede permanente le autorità civili del-
« l'isola....
€ Sua Altezza Reale pertanto agendo in nome e per
% parte di S. M. riconosce ora publicamente il popolo di
€ Malta e Gozo quale suddito della Corona Britannica
« ed intitolato alla sua più ampia protezione. Il libero
« esercizio della religione dei maltesi è loro assicurato, e
€ lo Stabilimento ecclesiastico sussisterà come per lo in-
« nanzi. > (i).
23. Con apposita Notificazione di Governo il Maitland
ai 5 Ottobre 181 3 notifica il piacere della Corona e del
Governo Britannico ai Maltesi, e da quel dì la sovranità
della Gran Brettagna regnò assoluta su queste isole, come
lo era stata nel fatto insin dai 5 Settembre 1 800 su tutta
l'estensione di questo gruppo insulare e dal F'ebbraio 1799
colla concorrenza dei nativi sulla parte in possesso di
costoro (2).
24. Dopo un Lord Hawkesbury, un Bathurst eccovi
un Lord Glenelg, ex-ministro, che ai 30 Aprile 1839 diceva
al Parlamento « Guardate al modo singolare cui la Corona
€ Inglese possiede Malta. Malta non è il risultato di una
€ conquista. Quando Malta appartenne ai Francesi, resi-
« stette l'usurpazione francese e si appellò a questo paese
€ per aiuto. La Gran Brettagna fornì assistenza (auxilia-
€ ries) e coi maltesi assediò e bloccò Valletta. A queste
(i) Colonial Office Papcrs. Malta No. 21, 1802 — riportata nelle
giustificazioni del *Prot. Marriage Case» p. 115.
(2) Vedi in conferma le ordinanze e le nomine dei Comandanti
In|[lebi in quell'epoca. A|jpendice IV.
— -20 ~
< forze unite i Francesi si arresero e i Maltesi per proprio
< fatto ed autorità si posero sotto la Protezione della Gran
< Brettagna. Sotto quest'aspetto i diritti ed i privilegfi di
< Malta furono da quella data riguardati. > (i)
25. Inoltre un ministro delle Colonie Lord Grey ai 26
Novembre 1847 dichiarava nel dispaccio al Governatore
civile di Malta < Sua Maestà è fortemente tocca della
< nobile confidenza riposta dal popolo maltese nell'onore
< e nella buona fede della Gran Brettagna allor quando
« esso avendo quasi ottenuto la sua indipendenza a mezzo
€ dei suoi bravi sforzi, esso pose i suoi più cari diritti
« quasi incondizionatamente a disposizione del predecesso-
< re di S. Maestà. > (2)
26 Da ultimo, ma non meno importante di quella
dei testé ricordati uomini di stato, si è elevata non è guari
nella Camera dei Comuni l'eloquente parola di J. Cham-
berlain, il quale ai 28 Gennaro 1902 così vi parlava: <Malta
divenne Britannica, come i Maltesi giustamente si vantano,
col buon volere e coU'autorità loro. E quali erano le con-
dizioni, che i Maltesi stipularono colla Gran Brettagna allor
quando essi volontariamente entrarono nell'Impero Britan-
nico ì Essi non erano per verità patti di una resa : noi non
conquistammo i Maltesi ; noi combattevamo l'uno accanto
all'altro, ma non combattemmo mai contro di loro. Non
era una conquista ; era una cessione fatta dalle autorità
rappresentative dei Maltesi > (3).
€ La posizione di Malta nell'Impero è unica, ( aveva
egli detto a 7 Novembre 1900 quando in questa isola). Non
venne a noi nella maniera in cui ordinariamente ci perven-
nero le altre possessioni. Non è nostra per ragione di scoper-
ta; né è nostra per diritto di conquista (applausi). L'indipen-
denza sua minacciata dal gran Napoleone fu principalmente
(i) Hansard's Parliaiii. Deb. voi. 47, col. 661.
(2) Malta Govermcnt Gazettc No. 1657 dei 5 Gennaio 1848.
(3) Ibi. No. 4441, del 1902.
1
-21 -
mantenuta dall'azione degli stessi Maltesi (applausi) ; ed io
credo che sia dovuto allaver essi chiaramente percepito la
loro situazione nel mondo lofterta che di proprio marte
fecero al Governo Britannico del patrimonio loro e di es-
sersi posti sotto la protezione dell'Impero Britannico (i).
27 Alla forza probatoria delle dichiarazioni emesse
da personaggi responsabili ed illuminati aggiungere si può
la testimonianza di persone che potevano ben conoscere gli
avvenimenti sia perchè contemporanei e presenti allo svol-
gimento dei fatti, sia perchè avevano avuto agio di sentire
quei che vi avevano avuto parte e quei che per loro incarico
e posizione dovettero studiare per bene la base della loro
azione in quella congiuntura.
Vedi un Cobbett, che nel suo «Annual Register> so-
stenendo le vedute da noi sviluppate, si mostra informato ed
istruito al punto da chiamare in testimonianza il Pigot ed il
Graham allora in Londra, ed attribuendo la (iarte di ausi-
liari agli Inglesi nella presa di Malta ricorda Tinsegnamento
del Martens : « L'ausiliario non ha diritto di avere alcuna
porzione nel bottino o nelle conquiste > (2).
Leggi gli < Authentic materials for a History of
Malta» dell' Eton venuto in quest'Isola nel 1801 in qualità
di assistente al regio commissario Cameron, Egli scrisse
«Of the claims of the Maltese» ai 24 Dee. 1802, molto pri-
ma, cioè, che per ragioni estranee fosse stato esonerato
dall'impiego nel 181 1 (3).
(i) Daiiv Malta Chronicle No. 2516 del 1900.
(2) Voi.' III. col. 777.
(3) Eton è stato esonerato dairufficio di Soprintendente del Di-
partimento della Quarantena ossia Lazzaretto di Malta per dispaccio
di Lord Liverpool dei 18 Settembre 181 1.
Sir A. J. Ball si era lamentato del procedere di Eton a suo
riguardo nel 1808 e dall'Ufficio Coloniale a 5 Aprile 1808 lo si infor-
mava che per ragioni politiche si soprassedeva a qualsiasi chiesto
provvedimento.
Nella lettera al VV. A. Miles scritta a di 2 Agosto 1807 il Ball
nega Tasserto di Eton che il primo atto dei maltesi insorti nel 1798
Esamina un F. A. De Christophoro D'Avalos che dal
suo «Tableau de Malte» apprendiamo di essere stato da re
Ferdinando IV con ordine dei 20 Luglio 1 799 spedito in
questa isola quale commissario per accelerare la resa della
Valletta alle truppe alleate (i), un Col. Cardona (2),
un Dillon (3), un Pasquet (4), un S. F. Coleridge (5), un
anonimo scrittore del « The Policy and interest of Great
Britain with respect to Malta, 1803 (6), un E. Blaquire
che drizzandosi da Malta al ministero osservava : « Non è
stata Malta acquistata dal più legittimo dei diritti. La scelta
del Popolo ? > (7).
E tra tanti storici, pur lasciando il Martin «History of
the British Colonies, > vedi il maggior gen. del genio W ,
Porter che osservò ed apprezzò le prove documentarie
dell'operato indigeno conservate negli uffici del genio (8).
28 Né €ono da obliarsi i ragionati rapporti di Sir J.
Stoddard (9) venuto in Malta insin dal 1803 ^ g'^ ^^ fama
sia stato di ricostituire l'assemblea nazioiirile. "This is the most impu-
dent falsehood that was ever asserted." Ball sostiene che gli indigeni
fin a che non si formò da lui il Congresso non avevano pensato a
formare 'l'assemblea. I documenti riportati in questo nostro lavoro
dimostrano che il Ball non era affatto esatto.
(i) Voi. 2do. pag. 304.
(2) Riportato nel Parliam. Paper, July 1901. CI. 715. pag. 11.
(3) Memoir concerning the politicai state of Malta. London 1807.
(4) Saggio sulla polizia militare dell'Impero Britannico. Lon-
don 18 IO.
(5) The Friend v. Ili, p. 337.
(6) Un rarissimo esemplare mi fu gentilmente favorito dal Con-
te Giovanni Messina. L'autore sembra Jackson Sir Geo. opp. John.
(7) Letters from the Medìterranean. London 18 13, voi. 2,
P. 393.
(8) History of the Knights of Malta. London 1883, p. 682.
(9) Publicati nelle giustificazioni dell'Avvocato della Corona di
Malta nella causa sui matrimoni dinanzi il Consiglio Privato nel 1893.
— 23 —
di buon giureconsulto prima di essere stato nominato primo
giudice nei nostri tribunali, cheche oggi altri ne pensi a
causa deir avergli preveduto e demolito le postume argo-
mentazioni. Infine come a frutto di maturo studio rielettasi
alle laconiche parole usate dai commissionari regii Sir
G.Ferguson lìowcn e Sir (i. Smyth liadcn Powell nel
loro rapporto dei 7 Febbrajo 1888 « la spontanea en-
trata di Malta nell'Impero Britannico > (1) ed agli scrìtti
del già commissario Sir Cornewall Lewis (2) ; non che a
(guanto ripete un J. Webster nei suoi viaggi publicati a
Londra nel 1830, il maggior A. \V. Beauclerk M.P. nel
1836 (3), J. 0*Connel M.P. nel 1845 (4), un governatore
Sir A. Borton nella consegna delle bandiere del regimento
di Artiglieria Maltese a 6 Maggio 1884 (5) e tanti altri e si
vedrà che a ragione la tesi da noi sostenuta si ritiene oggi-
mai per incontrovertibile.
30. Laonde rimane precluso il campo al dubbio sui
fatti storico-politici surricordati quando la loro reale, vera e
genuina importanza è stata universalmente accettata per
lunghissimo evolvere di anni quando nessuno contrasto
ne fu sollevato da chi avrebbe avuto tutto Tinteress» di
travisarne il significato, quando anzi non pur implicitamente,
ma anche espressamente ne ha ammesso la schiettezza.
Eppure, ove mai si concedesse, per ragione d'argomento,
l'erroneità dell'assunto dei Maltesi sarebbe ora troppo
tardi alle parti contraenti di tornare arbitrariamente sui
propri passi e modificare gl'impegni talora seguiti in base a
tali fatti.
(i) Malta Government Gazette, No. 3248 del 1888.
(2) An essay on the Government of Dependencies — Oxford
1891 pag. 820.
(3) Malta Government Gazette, No. 1333 del 1836.
(4) Tablet del 26 Luglio e 9 Agosto 1845.
(5) Malta Standard^ No. 205 del 1884.
— 24 —
31. Intanto Tinterveniito accordo, la mutua tacita
intesa tra gli abitanti di questa terra e quei del Regno
Unito, se non vuoisi riconoscere con un nome specifico esso
va certamente compreso in uno dei contratti, la cui formola
risponde al «do ut des > e « facio ut facias )«► (r) compiuto
quando in quelle critiche circostanze espletò ciascuno la
parte sua e ne nacque per entrambi queirobligo che va
regolato da leggi e norme universalmente rispettate ed
osservate. «F'undamentum justiticie est fides, i. e. dictoruni
conventorumque constatia et veritas. » Cicerone De ofificiis
I. 7. Che sarebbe della società se vi fosse facoltà a chiun-
que quando si voglia di questionare ciò che essa ha conse-
crato da un secolare pacifico possesso ?
€ Quid tam congruum fidei humanae quam quae inter
eos placuerunt servare ? » Ulpiano.
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(i) « Contractiis existunt quorum appellationes nullae iure civili
proditae sunt. Natura enim rerum conditum est, ut plura sint negotia,
quam vocabula. » Lege 3, et 4. Digest. De praescriptis verbis et in
factum actionibtis.
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ORIGINALE PRESSO I DISCENDENTI DI V. BORO.
IL GOVERNO DI MALTA MI 1798
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I Maltesi, sebbene ampiamente giustifìcati, come si è
finora dimostrato, a ricusare di ritornare su punti pacifica-
mente accettati, tuttavia con non poca compiacenza ritor-
nano mai sempre a rammentare quei fatti storici di cui essi
vanno a buon diritto fieri.
2, Nel lungo corso dei secoli, assoggettate a diverse
dominazioni, che impressero secondo i casi nella popolazio-
ne indigena traccie spesso marcate ed indelebili, queste
isole divennero inevitabilmente oggetto di elementi più, o
meno disparati e diversi a seconda che l'indole, i costumi,
il carattere, la lingua, il governo e la religione dei domina-
tori difTerivano da quelli dei Maltesi.
3. L'Ordine degli Ospitalieri di S. Giovanni, ottenuta
questa terra per sua residenza (i), appellata dall'Istituto
(i) Siccome Tazione del consiglio nazionale maltese del 13 Lu-
glio 1524 ne distornava la riuscita in base al privilegio di Re Alfonso
1428, il viceré di Sicilia nel Giugno 1526 spediva in Malta un serven-
te d'armi dell'Ordine Fra Alfonso Pardall a custodire e difendere il
Castello a mare, col manifesto intento d'impedire che Tartiglierìa del
Castello, posta sotto siffatta dipendenza, potesse essere usata contro
l'Ordine. Rioppostosi il consiglio ai 16 Maggio 1530 al diploma dei
24 Marzo, il viceré di Sicilia chiamava i capi oppositori « ad audien-
dum verbum regium» e mentre questi erano fuor di Malta, giungeva-
no neirisola in quattro galere siciliane i regi! commissari ed i procu-
ratori dell'Ordine. Il consiglio nazionale allora ai 17 Giugno accettava
rinfeudazione e con solenne contratto ai 21 Giugno rogato per atti
del Notaro Giacomo Saliva i procuratori dell'Ordine e del Gran
Maestro stipulavano coi deputati speciali del consiglio nazionale l'os-
servanza di qualunque privileggio, «indulta regia, leges municipales
4
- 2fì -
Convento, vi si stabiliva senza comprendere nel suo seno
i Maltesi (i); ed ai suoi membri riservava di diritto il
comando, le preminenze e qualsiasi direzione nel maneggio
degli affari politici e d'importanza dell'Ordine e di Malta.
Ai nativi, se eccettui il posto di consultori del Gran Mae-
stro col titolo di Uffifoi-i\ era preclusa la via ad un'effettiva
influenza e voce deliberativa sui destini e sulle sorti della
propria patria, ristretta cosi a rappresentare una parte sem-
plicemente secondaria.
4. Leggi e tribunali differenti regolavano i membri
dell'Ordine ed i nativi. Il culto religioso medesimo, sebbene
d 'un'identica credenza, andava regolato esercitato e servito
da clero ed in tempii distinti soggetti a' giurisdizioni locali
diverse che esigettero lo stabilimento di una terza giurisdi-
zione, quella dell* Inquisitore, partecipante delle prerogative
religiose civili e politico-diplomatiche.
5. Tra governanti e governati la separazione era
usus, consuetudines, preheminentias, prerogativas et honores indistin-
te scriptas et non scriptas... sine alìqua dìminutione et... interpreta-
tione », e perciò i Maltesi rilasciavano allo stesso Ordine la rata dalli
30,000 fiorini sborsati per lo spignoramento delle dette Isole nel
1428, ed analogo contratto fu fatto al Gozo ed altro per atti Salv. di
Uia rodiotta quanto ai privilegi dei canonici e del clero. Il Gran
Maestro con sua bolla dei 7 Luglio seguente da Siracusa ratificava il
tutto, come faceva ancora il capitolo generale dell'Ordine nel 1533.
(i) Per bolla pontificia dei 28 Ottobre 1634 ^* escludeva dall'ele-
zione del Gran Maestro, cioè della voce attiva e passiva, quelli che
■sarebbero stati ricevuti nell'Ordine con dispensa dei limiti — il che si
verificava nei soli Maltesi. Questo desiderio dei maltesi era stato for-
mulato nei capitoli presentati nel Giugno 1530 dei consigli delle popo-
lazioni di Malta e Gozo, con cui in primo luogo si chiedeva di doversi
ammettere nell'Ordine gerosolimitano in tutti i suoi gradi tutti quei
Maltesi e Gozitani che avrebbero i necessari requisiti giusta l'uso della
lingua d'Italia, alla quale dovrebbero appartenere colla capacità a
tutte le dignità ed impieghi del medesimo. Imperocché in ambedue
le Isole esisteva quella gerarchia di gradi, e quella separazione delle
famiglie e dì publiche cariche che vi era in altre città della Sicilia e
dell'Italia sufficiente a costituire le necessarie prove di nobiltà,
- 'É -
completsv perfino nella regione di domicilio, mentre, anche
senza queste restrizioni, eranvi quelle derivanti dalla diversa
indole e lingua parlata delle varie nazionalità componenti
questa corporazione militare-religiosa eterogenea ai Maltesi.
Di tutta risola era il cosidetto collacchio destinato per
residenza alle abitazioni dei Cavalieri, ed in questa sola
parte della città Valletta si vedono erette tutte le istituzioni
aventi relazione colla vita dell'Ordine, all'infuori delle for-
tificazioni. Alberghi, Forni, Fonderia, Spedale, Cancelleria,
Tempio Conventuale, Biblioteca, Palazzo Magistrale, Con-
gregazioni e Collegio di educazione sono tutti nella
Valletta, mentre dalla medesima si tentò al tempo del magi-
stero di Lascaris di impedire perfino al Vescovo di Malta
di fabbricarvi un palazzo.
6. La popolazione indigena abbandonata a sé stessa
in tutto ciò e fino a quel tanto, che non era di servizio e
bisogno alla sussitenza ed al lustro delPOrdine, priva dell'e-
ducazione, che lo Stato in tempi posteriori generalizzò a
tutti i suoi membri, vedesi sotto l'Ordine Gerosolimitano
<divisa in due parti in vero contrasto fra loro : in quella
prediletta dalla fortuna avente risorse sufficienti per istru-
irsi ed educarsi a mezzo di lingue e letterature straniere, le
quali, rivestendola di un certo esotismo, la fanno parere
quasi estranea nel paese istesso, a cui appartiene ; e nell'al-
tra, che ne è priva, costituita dalla massa del popolo, che
conserva meglio l'etnologia propria.> (i) La prima di dette
due classi ebbe sede nelle città fortificate, l'altra nella Cam-
pagna e in Gozo.
7. La vitalità nazionale del popolo maltese in questa
epoca va ricercata nel simulacro di governo sopravvissuto
nell'antica sede della Notabile attraverso il feudale regime
dei Gran Maestri. La Notabile, racchiudente nel suo recinto
la Cattedrale, la Banca giuratale col suo Capitan di Verga
^munito di corte giurisdizionale e quale sede del Consiglio
(i) Caruana A. E. Vocabolario. Malta 1903 pag. 4.
-2è -
t^opolare, era riguardata dai nativi quale il centro della lor
distinta vita popolare, sebbene per opera dei Gran Maestri
altro magistrato si fosse istituito per Vittoriosa, Senglea e
Valletta avente poi sede in quest* ultima. Queste autorità
municipali rappresentavano, direi quasi, la larva del potere
lasciato al popolo Maltese (i), ed a tali uffici ed al posto di
Uditori e di Secreto del Gran Maestro si riducevano le
situazioni di qualche entità accessibili ai nativi non membri
dell'Ordine ; mentre la nomina a questi uffici era di asso-
luto ed incontrollabile diritto del Gran Maestro.
(i) Insili dall'insediamento deirOrdiue in Malta, il turcopiliere,
dignità della lingua d'Inghilterra, si attribuì quella superiorità alle
guardie marittime che per Taddietro era del Capitan dì Verga ossia
giustiziero e del Magistrato della Notabile colla soprintendenza del
consiglio della città ; il castellano specchiandosi sulla giurisdizione
goiluta da simile carica in Rodi, procurò la dismcnibrazione dalla
giurisdizione della Corte capitanale della Notabile per la popolazione
della Vittoriosa allora semplice borgo del castello a mare. Queste
innovazioni dettero motivo al Consiglio Popolare appositamente ra-
dunato agli 8 Febbrajo 1531 a protestare = ex quo la Sac. Religioni
e li soi officiali contra promissionem et coniìrmationem capitulorum
et privilegiorum diclae civitatis et Insulac in eorum derogationeni
levaro la giurisdizione a io capitano quoad cnsiodias e lo popolo an-
gariato a li maramuri, a la civitati levaro li soi gabelli et introiti
A piò del consiglio del 1 Giugno 1531 si legge il ricorso dei giurati
e deputati al Gran Maestro in cui esposero gli aggravi ricevuti con
essere stato dismembrato dalla giurisdizione del capitano della città
il diritto di visitare le guardie dell'Isola, che erano sottomesse al
Turcopiliere e suoi deputati, e con obligare il popolo a stipendiarli,
allegando che il popolo era in diritto di non = putiri esseri angariato
di pagari collecta, ne altra angaria (pecuniaria, e di quella si suol
letari jurata la confirmationi di V. Rma. Signoria = e conclusero che
voglia sscumand ari cum effectu che la chitati et soi officiali siano
manlenuti et conservati in loro possessioni di la integra jurisdictioni
civili et criminali di tutta la Insula et populu^ et etiam di lu Borgu
come semperfuj et alias V. Rma. Signoria a bocca lo promisi e lo
comandao, non obstanti che lo Mag. Castellano di la Castellania di
V. 5. Rma. di facto avissi abusato et stiso falcem suam in messem *
alienaai = Vedi Decreti Consiglio dell'Ordine 19 Aprile 1553 e 5
Mat(gio 15^4 che tokero prerogative del Capitano di Verg;u e giurati.
— 29 —
8. Da questo rapido sguardo della posizione indigena
è facile rilevare che non potevano far troppo breccia nella-
nimo della maggioranza dei nativi le nuove idee di libertà,
fraternità ed uguaglianza, se pur esse avevan attecchito
tra cavalieri non in comunanza che con pochissimi Maltesi.
Il rispetto ai privilegi di stato e di diritto già go-
duti in tempi migliori poteva rappresentare il massimo
dei voti delle masse. 11 desiderio di veder rovesciato il
governo dell'Ordine e sostituito da altra potenza non pote-
va albergare nelle masse indigene, ed al più potevasi consi-
derare quale aspirazione di pochissime individualità sfornite
di autorità ed influenza.
Concentrati i campagnuoli in ristretta sfera d'idee, at-
taccatissimi al culto della loro religione, pazienti nel disagio,
e sempre occupati nei lavori rurali, vivevan vita laboriosa e
pacifica. Lontani, d'altronde, dall' immediato contatto di
una signoria assoluta, men eftìcaci ne provavano i rigori, —
ne rivendicavano, anzi, gli affronti, se taluno turbava la loro
quiete domestica.
Vantaggi e risorse non indifferenti derivava la classe
degli indigenti dell' Ordine insin dal suo ingresso in
queste Isole, ed era quindi contenta ; le classi superiori
della società maltese eran dolenti dei pregiudizi che ave-
vano sofferti e sofiVivano nella restrizione dei loro privilegi
e delle loro capacità civili.
9. Nella rivolta tentata da una classe dei Maltesi nel
1775, radunato il Consiglio dei Cavalieri, Camillo Rohan
suggerì < Battiamo la generale, spiamo la mente del popolo;
se questo è a noi favorevole, vinceremo la prova ; in caso
avverso nessun altro mezzo ci resta che quello di immedia-
tamente imbarcarci, e abbandonare l'Isola al proprio desti-
no. > Seguito questo parere, furono i campagnuoli i primi
ad offrire soccorso all'Ordine.
10. Codesta varietà d'indole, di costumi e di opinioni
era tanto rimarchevole che dava luogo a dubitare che
i cittadini ed i campagnuoli appartenessero a ihie differenti
— 30 —
razze; e perciò come ben osserva Tistoriografo deirOrdine,
il Terrinoni, si sarebbe evitata la perdita di Malta nel 1798
se il Gran Maestro si fosse appellato al popolo di campagna
quando ne era ancora in tempo. Per altro, Tesser abba-
gliato della lusinga di novelli domini ed il desiderar in
secreto mutazioni più convenienti alla propria condizione
importa aver cospirato contro il principe, contribuito alla
caduta dell'Isola ? E quando pure alcuni nativi in congiura
ne avessero avuto il pensiero, ne avevano i mezzi per man-
darlo ad effetto ? Fa duopo, dunque, cercare altrove le cause
vere della perdita di queste isole sofferta dall'ordine in
quell'anno che non in un preteso tradimento di chi non
aveva né influenza, né comando, né i mezzi di effettuarlo.
II. La Francia, agognando al possesso di Malta, pre-
parava il suo piano favoreggiato dalle circostanze dell'epo-
ca, dell'Ordine istesso, di alcuni Cavalieri e parecchi
Maltesi predisposti dai messi del Direttorio qui da tempo
prima spediti (1). Il direttorio approvava la presa di Malta
nel Settembre 1797 (2).
Tuttavia i nativi presero parte attiva in quella con-
giuntura solo dopo che era stata già occupata da Bona-
parte colle armi questa terra e dopo che l'Ordine, in dove-
re di agire e provvedere, aveva spiegato una tal inesplica-
bile debolezza ed impreviggenza ed abbandonando il
comando a chi mostravasi già in aperto tradimento,
che essi eran quasi tenuti a prendere una risoluzione che
salvar potesse almeno la propria posizione nella cata-
strofe (3).
(i) Vedi la relazione dì E. Poussielgue degli 8 Fcb. 1798 a
Bonaparte nel De la jonquière, L'expedition d'Egypte, pag. 126.
(2) Dispac. Talleyrand 23 Settembre 1798 — ivi pag. 36.
(3) Miege, Histoire de Malte Voi: HI. pag. 61, Paris i840«Jusqu'
à ce moment, le» habitans de la Vallette et des autres cités etaient
dumeurcs impassibles spectateurs des évónements : ceux de la cam-
pagne, quoique ayant abandonné Icurs demeiires ti l'approchc de
l'ennemi, demandaient a grands cris des armes et le combat.» La rela-
— 81 —
12. F'urono, in vero, la generale confusione seguita a
quello stato di cose e la riflessione di quel che inevitabil-
mente doveva avvenire che consigliarono a dì io Giugno i
eiurati della Valletta, a cui si erano uniti vari cittadini, a
domandare al Gran Maestro e al Consiglio una sospensione
d'armi sino al mattino ed a formar contemporaneamente
una dichiarazione di tale deliberazione presentata poscia al
Console della Republica Datava come agente del Conso-
lato Francese, nell'intento di evitare che in qualunque caso
d'improvisa sorpresa la nazione venisse trattata col rigore
militare : e per evitare ogni sinistra intelligenza il Dr.
Borg Olivier, uno dei sottoscritti, formò una spiegazione
presentata al Gran Maestro dal Mro. Scudiere Royer e dal
Console di Hata via (i). Potrebbe mai ciò ammontare a tra-
dimento? Si legga la minuta descrizione nei «Mémoires de
Malte>di P. Doublet segretario della cifra del Gran Maestro
da pag. 170 al 185, e le appendici, e si rimarrà persuasi del
contrario.
13. Intanto basterà per lo scopo del presente lavoro
ricordare, che le tre lingue Francesi erano connazionali del-
Tesercito di Bonaparte e perchè sprovviste ora di beni
zione pubblicata del Cavaliere Mayer nel 1799 d'intesa del Hompesch
e riprodotta in Italiano nella «Resa di Malta del Terrinoni, Roma
1867 » vorrebbe accaggionare i Maltesi della perdita allora subita
dall'Ordine Gerosolimitano mentre è intesa a difendere il Gran
Maestro ; — ma il Terrinoni a pag. 46 osserva « nella condotta
(li lui e del Consiglio vediamo troppa mancanza di fermezza e seve-
rità e poca scienza militare...... Così per la dappocaggine dei suoi
reggitori perde l'Ordine per via dì fatto la sua Sovranità sopra
risola.
(i) Vedi in appendice no. V la relazione del fatto tolta dalle
Disertazioni Istorico-legali del Dr. Vincenzo Bonavita. Vedi pure
Miege pag. 71, e la Storia Apologetica dell' Avv. Bernard nel Mss.
269 della Regia Biblioteca, ove si descrive lo sbarco alla Torre di S.
Giorgio, causa il tradimento del Comandante Provenzale, ed il tradi-
mento di altri Comandanti. In tal Mss. 269, è da leggersi altra rela-
zione del Giuseppe Burlò Rossi, già stampata ad Amburgo che con-
ferma detti i tradiiTientit
- 33 -
erano in ang^iustie e non in buon sanjijue colle altre lingue a
causa delle preminenze, che si volevano a loro tolte quale
condizione per il loro mantenimento a carico delle altre
lingue. Giova ancora sapere che furono religiosi del-
l' Ordine che stamparono un piano tipografico del littorale
delle due isole con Icsatta descrizione delle fortificazioni
notando i luoghi più atti allo sbarco (i), e le tre divisioni
Francesi di Bonaparte eseguirono il loro sbarco in quei
luoghi indicati nel piano. Un Cavaliere allora residente in
Malta e destinato alla difesa del Porto di S. Paolo, testi-
monio oculare dello sbarco dei Francesi, non ne incolpa
che i suoi confratelli (2). Le" prime dignità militiiri erano
preminenze di lingue accordate dalK) statuto non al merito,
ma airanzianit«\. Questi titoli accordati a vecchi decrepiti
non esercitati nelle funzioni inerenti alle loro rispettive
cariche non poterono non presentare alla venuta dei Francesi
(i) Mode d'ex<^*cution pur l'abord e la descente dans l'Isle de
Malte.
(2) Considerations sur le cause, qui ont donne a la Republique
fran^^ois la possession de Malt^. Paris 1802 ; ed anche « CorrespK)n-
dence scerete d'un Chevalier de Malte, sur les causes qui ont rendu
le fran<^ois mctres de cette Isle et sur les evenements arrives a Tocca -
sion du debarquement de Buonaparte daiìs le Port de la Vallette.
A Parts ches Houdry e Barrois Libreres, passag^e da Jacobins, Saint
Jacques No. 9 (an. X. 1802) ove nella lettera settima da Malta 14
(jiugno 1798 paj>'. 129 ci dice « In questo tempo la fazzione, che cir-
condava il (iran Maestro travagliava a conservarsi la confidenza del
medesimo con un affettazione concertata, e diretta a sostenere i prin-
cipi republicani. Questa fazione lo consultò a disseminare i cavalieri
in tutti i punti dell'Isola dove marciò la milizia per comandarla; quando
che la politica lo consigliava a tenerseli d'attorno per fare una vigo-
rosa difesa. Questa fazione dico impediva che gli ordini si eseguissero,
o che non arrivassero ai rispettivi posti di campagna ; in altri faceva
giungere ordini diversi ; chi domandava soccorsi di gente di muni-
zioni di guerra, o viveri glieli negavano, e facevano sentire al Gran
Maestro che tutto andava bene in tempo che i francesi discesi a terra
erano padroni della campagna. Per ogni Maltese della milizia, quale
si voleva opporre incontrava sei francesi, tanta fu la facilità dello
sbarco di 25 000 soldati senza veruna opposizione.*
— 38 —
che uomini inetti i quali furono anzi causa di confusione
per le risoluzioni e jfli ordini contradittori da loro emanati.
14. Contribuì non poco ad accrescere la confusione
ed il disordine Tessersi osservata molta lentezza nella
distribuzione delle armi e delle munizioni, l'esser stati
distribuiti ad alcuni corpi barili di polvere sfusa per far
degli scartucci, nel tempo che vi erano più di 40,000 ijià
pronti sotto la disposizione del Comandante dell'Artiglieria
(Preminenza della Lingua di Provenza), il veder distri-
buite palle di cannoni di diverso calibro e dati scartucci
a quelli che presidiavano la Cottonera inetti a prender fuo-
co, perchè da tempo formati- e mal conservati, il vecUtr
infine che il vitto e tutt'altro necessario non capitava al
suo destino, rendendo vana tutta la forza di milizia maltese,
che opponeva l'Ordine allo sbarco. Rese ancora i)er plessi
gli animi il fatto che il conte de Amat ministro del Re
Cattolico unitamente a sua consorte lasciò la Valletta e si
ritirò in Zurrico, ed i cavalieri delle due lingue di Spagna
uscivano dal Consiglio protestandosi non voler aver parte
nella dichiarazione di guerra con la Republica.
15. Osservò intanto il Dottor V. Bonavita : /Putti
i commandanti erano Francesi (i) ad eccezione di soli
tre, cioè il Bali Tomasi, il Bali Gorgiao Castigliano, ed
(i) 4(11 Senescalco, al quale apparteneva il comando delle milizie
di campagna era il principe Camillo De Rohan. I suoi luogotenenti
erano il ball Tomasi per terra, ed il ball Suffren S. Tropè ed il cap.
Soubirat ambidue Francesi per le coste. Il Gozo era comandato dal
cav. Misgrigny de Ville Bertein. L'isola di Comino dal cav. Valin. La
torre Rossa dal cav. St. Simon. La Melleha dal cav. De Bizier, il Porto
di S. Paolo dal cav. La Peneuse. Quello di S. Giuliano dal cav. De-
Pin La Guernier ; quello di Marsascirocco dal cav. De Rohan. La
Floriana dal ball De Belmont. Il forte Manoel dal bali Gori^iao e
La Tour S. Quentin, il forte Tigne dal coni ni. Reichberg, il forte
Ricasoli dal bali De Tuillet, il Castel S. Angelo dal cav. Guernay
maggiore delle guardie del Gran Maestro (quello che nell'ammutina-
niento delli 9 Setteqfibre 1775 era comandante del forte S. Elmo ed
era stato messo in prigione dagli ammutinati). Nella città Vittoriosa
— 84 —
il Comm. Reiclìberg Tedesco; — le Artijjlierie e Munizioni
di ofiierra erano sotto la direzione del Comm. lìordonenche
nipote del Bali De IJelmont; — la direzione delle fortifica-
zioni era commessa al Cavaliere De Tay ; Direttore del
Genio era il Servente d'Armi Tousard tutti l^rancesl. Il
corpo dei Cavalieri era di diversi pareri ; il corpo della
Nazione disposto ed impecjnato alla difesa ; i Nobili, i To-
gati, i^rAvvocati, ed i ricchi Cittadini tranquilli ; dimodoché
il governo non aveva, né doveva aver timore di essere con-
trariato nelle sue operazioni. Ma il piano formato per la
difesa era mal combinato, come il successo ebbe a dimo-
strare > (i).
i6. I pochi fatti fin (jui rilevati e le sobrie osservazioni
sottomesse non sono sufficienti per convincere quanto in-
fondata ed ingiusta possa essere la riprovazione della con-
dotta dei Maltesi verso Tarmata francese forte per lo so-
prabbondante numero di combattenti, imponente per la
riputazione di chi la capitanava ? Al sovrastante pericolo,
alla minacciata invasione dellTsola, opponevano i Maltesi la
il cav. De Condrecourt, nella Senglea il bali De Suffren S. Tropè
commandante delle Navi, nella Cospicua il comm. De Soubirat capi-
tano d'un vascello. La Cottonera dal bali La Tour Du Pin. »
(i) € Cesi ainsi, que tout cela est fini, dice il Doublet secretano
della Cifra del Gran Maestro, il n'y a eu ni complot, ni soulevement
de la part de qui que ce soit, comme le Grand Maitre, et beaucoup
des tètes faibles au conscil se Tetoient figure. J'ai tout vu, et tout
suivi avec le sang Iroid que vous me connaissez, et je puis vous assu-
rez sur nion honneur, que c'est la frayeur, la faiblesse, et 1 inconside-
ration du vòstre malheureux Grand Maitre, qui ont tout perdu. »
Vedi Geo. Ant. Micallef lavoro publicato a Livorno 1825. Si legge
nella Storia dei Gran Maestri del Decaro app. v. 3. p. 33 Malta 1853
che M. A. Vassalli e V. Barbara prima di aderire al partito Irancese
anni innanzi, di cui membri eran il Rohan, St. Priest ecc. avevano
suggerito l'erezione di una lingua nazionale maltese, che l'Ordine non
voleva. Barbara fu esiliato e Vassalli rinchiuso a Ricasoli, donde poi
gli riusci andare a Salerno. Barbara tornato con Bonaparte fu (} negli
che rappresentò la Republica nella capitolazione della Notabile in
Giugno 1798.
— 85 —
confidenza nel principe, l'orror del tradimento e la fortezza
d animo. Avrebbe il popolo avuto bisogno a suprema
guida a sommo rettore un più assennato Signore (i) e della
risolutezza di quei non pochi Cavalieri che rinserraronsi nel
Forte St. Elmo risoluti a difendersi. Fuvvi invero fra
questi chi malgrado la già firmata capitolazione si portò alle
batterie dei bastioni di Sta. Lucia le quali proteggono la
Porta Marina : quivi egli caricò i cannoni deciso a scaricarli
sul general Buonaparte al suo ingresso in Valletta : risolu-
zioni le quali a tempo non impedite avrebbero apportato
luttuose conseguenze (2).
17. Comunque, passate queste isole nel dominio fran-
cese col patto e coirassicurazione agli abitanti che essi
avrebbero i loro privilegi di stato e di chiesa rispettati e
mantenuti, i Maltesi vi sarebbero vissuti pacificamente con
profitto d'ambo le parti se i nuovi messeri si fossero ricorda-
ti del «pacta sunt servanda.>Si è infatti da taluno osservato
che < i Maltesi come i Corsi, avrebbero avuto deputati, se-
natori Maltesi a Parigi. La diplomazia, Tarmata, la marina
francese furono aperte ai Maltesi da Napoleone. La reli-
gione cattolica, gli usi, le leggi e la lingua dei Maltesi e dei
Francesi erano simili, ed oggi i Maltesi avrebbero signo-
reggiato in Algeria e Tunisia e avrebbero avuto così paesi
simpatici a loro per clima ed altro, ove espandere la Nazio-
ne Maltese. »
18. Un intempestivo regime non confaciente ne all'in-
dole né all'educazione dei nativi e quel che più monta non
conforme alle condizioni stipulate alienava i loro animi, ed
era causa della perdita quasi immediata di qualsiasi vantag-
gio della operata conquista francese sull'Ordine degli Ospi-
talieri. Imperocché non si può passare d'un salto dagli ec-
(i) « Poussielgue... fut chargc de négocier la reddition de Malte,
seconde par le commandeiir de l'ordre Uolomìcu et surtout par rinc-
ptie du Gran Maitre Honipesch.» Kleber et Menou par M. F. Rous-
beau I*aris 1900 p. 9.
(2) Micalld G. A. — Osservazioni storico politiche Malta 1839.
— 86 —
cessi di assoluta signoria a quelli di repubblica, urtare le
opinioni radicate, combatter gl'interessi altrui, conculcare gli
usi più cari, e non risentirsene danno gravissimo; e ciò quan-
do avevano affettato non pochi: i. i guasti e ì depredamenti
commesse dalle truppe republicane appena sbarcate nell'Isola;
2. Le disoccupazioni di non pochi impiegati sotto il governo
dell'Ordine e poi licenziati senza veruna compensazione; 3 Lo
stagnamento del traffico, principalmente del cabottaggio
delle nostre speronare per l'intimata quarantena colla Sicilia;
4. La sospensione delle pensioni, accordate dall'Ordine a
varie persone pei loro meriti e servizi; 5. La promulgata
legge che aboliva i censi, per cui gli attuali godenti diven-
nero poveri e miserabili; 6. L'alterazione dell'interesse dal
4 al 6 per cento che si pagava al Monte di Pietà : istitu-
zione fondata per sollevare i miserabili e non per favorire
le capricciose speculazioni; 7. Gli arbitrari atti che priva-
rono famiglie di tanti individui mandati a militare fuor
dell' Isola od a forzata istruzione a spese degli agiati
Maltesi (i). Tutte queste circostanze influirono perchè
la tentata spogliazione delle chiese di Notabile e del
Rabato quale scintilla che basta a scuscitare un incen-
dio quando cade fra elementi predisposti, risultasse suffi-
ciente a far insorgere i Maltesi come un uomo a sba-
razarsi di un arbitrario giogo, che nel breve giro di
appena tre mesi imparato avevano ad odiare cordial-
mente.
19. Era il Settembre 1798 quando gli abitanti fuor
delle città attorno al Gran Porto si affermavano col fatto
veri padroni della terra destinata loro dalla Provvidenza,
spiegavano libera nel dolce azzurro del nostro cielo l'avita
bandiera bicolore quale simbolo sacro della loro nazionalità,
e si costituivano in un governo autonomo senza pretendere
una indipendenza maggiore di quella goduta dall'Ordine
(1) Raiisaijat, Giornale del Blocco ed. Malta 1843 Due. No. 3.
— 37 —
degli Ospedalieri quando esso signoreggiava queste isole (i),
ed a cui nel fatto e in diritto venivano così a sostituirsi. Ed
ecco la loro assemblea ed i loro capi tracciare le grandi linee
da seguire nella bisogna sia quanto alla organizzazione delle
proprie forze che ai mezzi della difesa; alle cose più neces-
sarie immediatamente provvedere; spedire delegati a parte-
cipare dell'accaduto chi n*era intitolato per ragion di alto
dominio, mandare messi in cerca dell'armata inglese ad im-
plorarne soccorso ed aiuto per il fine propostisi di espellere
da Malta i fedifraghi e salvaguardare e mantenere i privile-
gi propri dei Maltesi con quelle ampliazioni che le nuove
circostanze ed i tempi mutati esigevano garantite.
20. Le croniche di questo leggendario movimento
popolare non possono certamente non interessare e massi-
me i miei compaesani, e perciò stimo tornar loro ben grato
il riprodurre alcune, (2) richiamando in modo speciale la
loro attenzione al verbale della costituita Assemblea scritto
dal Rettore del Collegio della Grotta del Rabato Fra
Ludovico Savoie che contiene :
«L'anno 1798, li 4 Settembre. Nel nome della Sma.
Trinità, e sotto l'invocazione della B.V. Maria, e del glorioso
San Paolo Apostolo nostro protettore si è convocata l'As-
semblea Generale del Popolo Hi questa Città Notabile e suo
Borgo, e della maggior parte dell'Isola per procedere all'ele-
zione del Commendante generale di queste truppe, e di quat-
tro Deputati e Rappresentanti di questo popolo in seguito
della presa fatta di questa Città Notabile posseduta dalla
Guarnigione Francese seguita jeri, e dell'insurrezione gene-
(i) Austin e Lewis Re^^i Comm. per Malta informavano il Se-
gretario di Stato ai 19 Feb. 1838. « With the exception of British
India, none of the Colonial possessions of England have been indi-
pendent states ; whereas Malta, from the time of its donation to the
Order of Saint John up to its conquest by the PVench, was an indi-
pendent state, and its government excercised ali the lunctions of a
sovereign governnient.* pag. 22 §. IL
(2) App. No. VI.
— 38 —
rale di tutto il Popolo di Malta contro la Repubblica Fran-
cese, quale per sorpresa e tradimento si è impadronita di
quest'Isola, ed attualmente possiede solamente la Citta Val-
letta e Fortificazioni unitevi, nelle quali si trova bloccata la
guarnigione. Su di ciò con unanimità di suffragio ed univer-
sale acclamazione, è stato eletto per Comandante Generale
il Pelltre. Signor Emmanuele Vitale, e per Deputati e Rap-
presentanti rillmo. Conte Salvatore Manduca, Marchese
Vincenzo Depiro, Conte Ferdinando Theuma Castelletti, ed
il riferito Signor Emmanuele Vitale. > (i)
2 1. Tale costituito governo veniva annunziato in uno
dei «Manifesti del Popolo Maltese alle nazioni del Mondo>
redatti nel 1799 nei termini seguenti. «Ne minore fu la loro
cura di stabilire un governo regolare tanto per il militare
che per il politico ed economico dell'Isola, avendo rispetto
al primo costituito due generali e tanti colonelli quanto
erano i villaggi col titolo di Capi di Battaglione ; riguardo
all'economico prescelsero in ciascun villaggio un numero di
proveditori corrispondente alla popolazione, e rispetto al
politico elessero tre nobili ed un cittadino colle più ampie
facoltà. > (2) A questo ordinamento politico ed econo-
mico va aggiunta l'autorevole ecclesiastica gerarchia, la
(i) « E successivamente, continua il verbale, i suddetti Signori
Rappresentanti radunati nella sala dello officio Giuratale nella quale
hanno determinato di formare le loro radunanze, elessero per il pri-
mo : Il Signor Lorenzo Bugeja (Segretario).
Per officiali li seguenti : Signor Lorenzo Bugeja per il dettaglio
del Reggimento. Mastro Modesto Sapiano Capo d'Artiglieria. Il
Signor Giuseppe Azzopardi per tenere il • registro degli ordini. Il
Signor Giuseppe Abela per magaziniere e proveditore dei frumenti,
e mischiati.
Li Signori Gaetano V^itale, e Pietro-Antonio Bezzina per la rece-
zione del frumento e mischiato.
Paolo Galea, e Vincenzo Muscat per la distribuzione del pane.
Alessio Xuereb, corriere dei Campi. Mro. Giuseppe Musei comiis-
sario inspettore della i\Lirinii e Torri. v Mbs. 269 della R. Bibl.
(2) App. No. VII.
— 89 —
quale contribuiva alla tiit(»la suprema delTordine con la
efficace influenza dei sentimenti morali del cristianesimo,
che è religione di giustizia e carità, di eguaglianza e libertà
aspirazioni purissime dei popoli più inciviliti. Inoltrata la
campagna questo governo veniva in miglior forma costituito
a suggerimento del presidente scelto da nativi a diriggere i
loro affari. Riunitisi a congrosso nella \'illa di St. Antonio
a dì I I lù^braio 1799 i membri del governo, i due generali
ed i capi dei battaglioni vollero che il loro Co7io^resso fosse
per l'avvenire composto di deputati nominati dai capi di
famiglia di ogni casale, dal luogotenente del Vescovo, dai
due generali e da un giudice : e dal 18 T^ebbraio la nuova
rappresentanza maltese lavorò durante il rimanente della
Campagna, come più innanzi verrà meglio rilevato.
22. L'emblema proprio sceltosi da cotal governo fu
quello usato insin dai tempi di Ruggiero come distintivo
della municipalità Maltese (i); ed i Maltesi nella Memoria in
seguito (nel 1802) presentata al Gabinetto inglese ricorda-
rono ancora che «I sugelli pubblici, e le impresse, che dopo
la rivoluzione furono usate nelle pubbliche scritture, eran
quelle del Comandante Ball esprimenti il suo carattere di
Capo dei Maltesi, e quella, che formarono nell'Università
della Città Notabile, che rappresenta tutta la Nazione» (2).
23. Quella condotta politica dei Maltesi viene purga-
ta nei Manifesti dalla taccia di ribellione e legittimata
pei privilegi anteriormente goduti dalla Nazione Maltese,
siccome per concessione di Re Alfonso del 20 Giugno 1428
si permetteva loro anche la resistenza a mano armata nel
caso di lor separazione dalla Sicilia, e per le «Viceregie pro-
videnze delli 24 Marzo 1449 coi quah si accordava ali* Uni-
versità di Malta la libertà di opporsi similmente e resistere a
qualunque ordine del medesimo sovrano, che fosse contra-
(i) L'emblema di Malta vien in appresso spiegato nell'argomento
La Capitolazione dei 5 Settembre 1800.
(2) Azzopardi Raccolta di cose varie etc. pag. 147.
— 40 —
rio o lesivo del suoi privileg^i, senza incorrere in alcun
delitto, o taccia di ribellione.» Di questo privilegio fu pro-
messa e giurata sollennemente l'inviolabile osservanza dal-
l'Ordine Gerosolimitano nell'atto del suo possesso: quale
promessa giurata essendo stata ripetuta nel primo Capitolo
Gefierale da esso celebrato in questa Isola nel 1533 divenne
franchigia fondamentale nella relazione dell'Ordine coi Mal-
tesi, essendo essa stata intesa quale correspettiva del rila-
scio fatto dai Maltesi alla Religione delli 30,000 fiorini
d'oro da essi sborsati per la riunione delle Isole alla Corona
di Sicilia (i). Invero siccome Bonaparte nell' impossessarsi
dell'Isola con appositi articoli espressamente conveniva la
conservazione ed il rispetto di questi privilegi, colla susse-
guente conculcazione degli stabiliti patti metteva i Maltesi
nel diritto di servirsi dei mezzi previsti.
24. € Ella è cosa incontrastabile, diceva un Manifesto
della Nazione Maltese, essere tutte le nazioni nel
diritto di reprimere con la forza quella che viola aperta-
mente le leggi della società, e che attacca direttamente il
bene e la salute di essa e di non permettere, che altri
noccia alla sua conservazione, resistendo al male, che si vuol
farlo «Il Diritto delle Genti non fu valevole di trattenere il
Reynaud, commissario francese, a non infrangere gli articoli
7, 8 della Capitolazione concernenti la Nazione Maltese,
che anzi egli apertamente liviolò(2) e l'interesse dell'umana
società autorizzerebbe tutte le altre ad unirsi per doverla
reprimere e castigare. Uno dei fini della politica società
è di difendersi a forze riunite da ogni insulto e violenza, ed
opponendosi non fa cosa che non sia conforme a tutti i suoi
doveri, poiché chi viola i trattati, viola nel tempo istesso il
(i) Vedi Bosio Tom. Ili; Acciardi Mustafa Bassa di Rodi p. 33.
(2) Della violazione dei patti convenuti da Bonaparte nel Giugno
1798 leggesi sollenne ammissione nei due ordini della Commissione
di Governo Francese dati a 27, e 30 Brumaire an. VII (17, e 20 No-
vembre 179H), riportati dall' Azzopardi, Presa di Malta p. 113.
— 41 —
diritto delle genti. > Ecco di qual principio si servirono i
Maltesi contro i francesi, e quali le loro ragioni ed espres-
sioni; perchè è egualmente prescritto dalle massime della
morale, quanto consacrato dai precetti della religione il
principio della propria conservazione, ed esso agì sempre
ed agisce quale gagliar^do impulso sulle nazioni come sugli
individui.
25. Il desiderio di preservarci pro|)ri privilegi, i propri
beni ed una ragionevole libertà spinse i Maltesi nel i ygH
a scuotere il giogo alieno, a segregarsi dal gallico dominio,
ed a costituirsi in quel Governo a cui meritamente fa capo
l'attuale regime britannico. Che i Maltesi fossero allora co-
stituiti in governo autonomo politicamente, giudiziariamente
ed economicamente ordinato per quanto lo comportavano le
circostanze non pare si possa fondatamente oggi dubi-
tare. € Gl'insorti Maltesi, ci dice il Cornewall Lewis, che
rinchiusero i Francesi nella Valletta e occuparono l'a-
perta campagna, furono costretti a crearsi un governo for-
mato dei capi dell'insurrezione; e tale governo fu presto a
rendersi uguale alle pressanti contingenze ed alla meglio
provvedervi, governando quella parte dell'isola non in po-
tere dei Francesi finché quelli della Valletta fecero la resa
della piazza agli Inglesi» (i). Ed i regi commissari G. F.
Bowen e Baden Povvell nel 1888, parlando del Consiglio
Popolare, asserirono : € Esso riprese la sua vitalità durante
quella gloriosa pagina della storia maltese che segna
l'interregno tra l'invasione francese del 1798 e il sus-
seguente spontaneo ingresso di Malta nell'Impero Britaur
nico> (2). Scriveva il Chief Justice òa Malta nel 1836 al
Segretario di Stato : ^cSono d'umile opinione che i Maltesi
(i) An Essayon the Government ofDependencies, Oxford 189 1
p. 320. Lo stesso Signore unitamente al regio commissario Austin
nel rapporto al Ministro fatto su questa colonia nel io Marzo 1836
avevan indicato il fine di questo costituito governo «di cacciare; cioè,
gl'invasori. )>
(2) Malta Govt. Gaz, 1888 p, 136.
6
— 4*2 —
durante tutto 11 blocco sono da ritenersi quale un po|:>olo
indipendente, non perfettamente organizzato, sotto la dire-
zione dei loro capi, e si comportarono come in certi casi di
interregno in cui il popolo propriamente non godette la
Sovranità perchè non si è determinato di porla nelle mani di
ima generale assemblerà di cittadini: iiìa che tuttavia potreb-
be esercitare sia da se che a mezzo di deputati tutti quegli
atti di sovranità, che essi giudicassero necessari alla loro
conservazione (Putendorf 7. 7. 7.). Durò questo stato per
due anni, durante il quale Malta ad eccezione della Valletta
non riconobbe aliena sovranità. In tal epoca, giudici furon
nominati, cause decise, sentenze eseguite ed pene capi-
tali date sotto l'autorità emanante da questo sovrano
potere. Si dirà che ciò era l'effetto di eccessi della com-
mozione popolare ? > ( i ) .
26. Concorrenti, pertanto, nei Maltesi del 1798 tutti
gli elementi di vera nazionalità, è incongruente negare loro,
il diritto al proprio riconoscimento. I caratteri fondamen-
tali di una vera nazionalità, secondo il Westlake, sono:
€ Lingua, religione, temperamento, il possedere comuni
memorie, l'avere un comun credo, o comuni aspirazioni
politiche, o sociali» (2) ; e siff^atte particolarità riscontransi
nel modo più chiaro nei nativi insorgenti ; e quindi, seguen-
do il Hall, il quale insegna che una comunità teoreticamente
e politicamente organizzata entra di diritto nella famiglia
degli stati e deve essere trattata a norma della legge,
appena è capace di mostrare che essa possiede i contra
segni di uno stato (3), torna legittimo pei fatti e le circo-
stanze surricordati l'ammettere l'esistenza della nazione e
dello stato maltese per quanto microscopico.
27. Imperocché ivi devesi riconoscere uno stato, una
nazione, ove si verifichi l'esistenza del comun volere in
(i) Sir J. Stoddard ist. Report 1836 5^ 97, 98.
(2) Intern. Law, Cambridge 1904 § I. pag. 4.
(3) Intern. Law, Oxford 1895 pag. 87 § 26,
- 43 -
materia di pubblico interesse dalla comunanza di un datò
territorio ; e (juesto principio filosofico a fronte delle teorie
j^iuridiche e politiche della dichiarazione dei diritti delluo-
mo, costituenti la Magna diaria dei Francesi di allora,
rischiara i fatti avvenuti, e di cui ci occupiamo, in modo da
rappresentarci nei Maltesi del 1798 il tipo di una vera
nazione.
28. Invero per la dichiarazione dei diritti dell'uomo
approvata dall'assemblea Francese il 18 agosto 1779 era
sancito che la sovranità risiedeva nella nazione ; e tale di-
chiarazione fu accettata dallo stesso Re di Francia. I
I^'rancesi (juindi non potevano regolarnìente nulla opporre
in diritto al riconoscimento dei Maltesi segregatisi da loro
e costituitisi in un governo a se ; eran perciò i Maltesi di
fronte agli avversari una nazione, ed era quindi ingiustifi-
cabile e da prepotente Tagire del Vaubois yerso i Parla-
mentarii Maltesi nell* averli trattenuti come ribelli, perchè,
se non altro, gli aderenti ad un governo di fatto in guerra
contro il governo <de jure> ( dato pur che così fosse il
Francese) non incorre nelle penalità della ribellione (i).
A norma degli insegnamenti del Vattel e di Blunt-
schli la posizione degli insorti entrati in una vera guerra
doveva essere riguardata come questione di diritto pubblico
oltrachc (luelli dovevansi considerare quali belligeranti (2).
29. L'opera del Rousseau sul contratto sociale è la
filosofia dello stato del tempo della rivoluzione e ben scarsa
istruzione dimostrerebbe chi osasse negare la enorme in-
fluenza esercitata sul diritto publico privato. Secondo lui è
(i) Moore Digest of Inter. Law voi. i. p. 41.
(2) Westlake Int. Law § L pag. 54 ; e Stoddard riporta nel
suo rapporto del 1836. §§ 93. 96. « It is seldoni that the rising
of a whole people can deserve the name of rebellion ( Barbeyrac ad
Pufendorf, 7. 8. 6)... The insurrection niay, therefore, be justly called
national among the Maltese, and the insurgents are not to be deemed
rebels, for The name rebels is t^iven to subjects who unjustly take
up òxxwò A'^À\\\j\. the rukr ui thcir socurly (Vattel, 3. io. 200;.^
— 44 —
Stato la volontà generale espressa per patto sociale (i). La
prevalenza di questa dottrina spiega perchè Tlngliilterra in
qiieirepoca riconosceva di già i Maltesi padroni dell'Isola, e
mediante offerta cercava di procacciarsi una cessione con-
trattuale a danno di chi dagli stessi Maltesi era riconosciuto
come avente un diritto di signoria feudale, e cui, cessato il
feudo, per convenzione spontanea, eglino ridavano appena
scacciato l'ultimo feudatario, l'Ordine Gerosolimitano. Se
queste idee non corrispondono al modo di concepire le cose
nel 1907, bisogna ricordarsi che la storia non si comprende
se non al lume delle idee e dottrine prevalenti all'epoca
degli avvenimenti che si tolgono in disamina. E' questa
una regola proclamata dalla ermeneutica legale, logica e
storico-critica.
30. Ne fu sola l'Inghilterra a favorire i nativi, non
importa che per proprio interesse, nell'assedio dei Francesi
e a trattare i rappresentanti della nazione maltese come tali
nel fatto e nel diritto. Ed in vero il Re delle Due Sicilie, seb-
bene titubante a mostrare sulle prime di riconoscere aper-
tamente gl'insorti maltesi andati a chiedere soccorsi nel
Settembre, perchè era tuttora in pace colla Republica
Francese, non mancò di riconoscerli e trattarli quali indipen-
denti e dai Franchi e dall'Ordine, benché senza derogare
al suo diritto di alto dominio sull'Isola, diritto mai sempre
da lui avvocato anche durante il tempo della sottoposizione
loro all'Ordine Gerosolimitano. La Russia ancora non trovò
difficoltà di trattare coi Maltesi a mezzo del ministro Cav.
Italinscki ; e gli Inglesi insieme agli alleati compresivi i
Siciliani permettevano libero il passo alle imbarcazioni
Maltesi (2). Inoltre gli agenti Inglesi e Portoghesi non solo
mostravano di aderire alla proposta fatta dai Maltesi ai
F rancesi per la costoro evacuazione, dando così chiara pro-
(i) Filonuisi — Guelfi Eiiciclop. ed. 1907 pag. 486 § no.
(2) Dispaccio St. Priest a Litta 17 Sett. 1798. « Les Anglais
icnvuyent Ics Maltais qu'ils prennent dìsant qu'iJs ne sont pas cn
guerre contre eux, mais coiUre le seuis F'ran(,ais. » Mss. 418.
— 45 —
va di riconoscere nei Maltesi la capacità j^iurìdica di trattare
da sé i proprii interessi, ma di più insistevano presso i
Francesi per indurli a restituire ai nativi le città ed i porti,
mentre offrivano a quelli navi per ricondurli in patria loro,
precisamente secondo quanto avevano sottomesso i coman-
danti maltesi; e T Ordine dei Cavalieri di Malta, precedente
sovrano feudatario, anch*egli trattava con questo governo
maltese ed a lui mandava provisioni di grano, e proget-
tava fornire direzione.
31. Questo popolo, pertanto, dotato da molto prima di
privilegi e per quanto ristretto in breve cerchia, fornito del
coraggio e, dell'abilità di affermare la sua autonoma esisten-
za di nazione nella maggior parte del territorio da natura
assegnatogli e per motivi varii come tale trattato dagli
agenti di altre nazioni, veniva per naturai diritto rivestito
di quelle prerogative riconosciute in quell' epoca quale
titolo sufficiente ad essere sentito nella scelta del sovrano, a
cui sottoporsi, ragione, per cui dopo i Preliminari d'Amiens
dai nativi insistevasi < che il diritto delle genti, giunto al
colmo di suo splendore, dichiara che una nazione non puole
essere serva senza che vi consenta. > Conquistata Tauto-
nomia, potevan questo popolo e questa sua terra essere
ragionevolmente oggetto di cessione o di baratto di altre
nazioni al consesso di Amiens, Parigi e Vienna senza, o
peggio, contro la volontà di quello il quale era il principale
interessato ?
32. I diritti naturali degli uomini non si misurano dalla
estensione del terreno, dove eglino vivono. No : il diritto
competente alle collettività degli uomini di rigettare, o di
approvare un sistema, da cui dipende il loro benessere, la
loro felicità non scema per la ristrettezza del suolo, né di-
pende dagli altrui intendimenti, né la diversità di circostan-
ze politiche lo muta, perchè inalterabili sono le leggi della
natura, ond'esso trae origine e fondamento.
U CAMPAGNA DEI MALTESI
-••-
Le memorie storiche tramandateci da contemporanei
ed i documenti, che solo recentemente videro la luce, sono
una chiara testimonianza di quanto nella campagna di Malta
operarono i nativi col senno e colla mano, quanti sacrifici
sostennero di denari e di vite, cjuante umiliazioni e priva-
zioni d'ogni sorta per cattivarsi cjuel rispetto e ([uella con-
siderazione, che un popolo civile deve aspettarsi da amici
non meno che da leali nemici (i).
2. Privi i contadini di sussidii, ma abituati alla fatica,
intrepidi al pericolo e dotati di naturai robustezza (2) con-
corsero unanimi ai primi di Settembre i 798 a scuotere il
giogo di chi mirava a stabilire il suo dominio sul proprio
capriccio anzicchè sulla concordia comune.
3. Armati di quei mezzi che il caso, o lo sdegno e il
fervore d'indipendenza da ingiusta e vessatoria signoria
loro somministravano, raffrenarono più volte il nemico, lo
costrinsero a rinserrarsi nei formidabili baluardi eretti dal
glorioso Ordine di Malta' e conseguirono la difficile meta
così mirabilmente da strappare il plauso di tutti gFimpar-
(i) Chi desidera maggiori particolari di quelli che crediamo ripor-
tare per elucidazione del lavoro consulti: Azopardi Bne, V., Giornale
della presa di Malta. Malta Stamperia del Governo, 1836 ; — Bosre-
don-Ransijat J., Siege et blocus de Malte. Paris i^Soi ; — Zarb A.,
Caduta dell'Ordine sino alla resa della Repubblica. Malta 1856 ; —
Vassallo G. A. Storia di Malta. Malta 1854.
(j; vGenub hominum salubri corpore, \ ictu tenui industriuin
patiens laboruin et bellico:^um.> li. l'antrìleunc. Hibtur. Johan. p. Jii
Basilea i^oi.
— 47 —
ziali, tanto che il {generale inglese Graham ebbe a dire loro:
< Il vostro patriottismo» il vostro coraggio, la vostra reli-
gione supplirono a tutte le mancanze. La vostra energia
comandò la Vittoria > (i).
4. Impossessatisi della piazza forte della Notabile ai 3
Settembre dopo vari tentativi condotti con tattica da vero
genio militare, (2) ed avuti in mano con sorprendente
prontezza delle operazioni tutte le torri littorali, inclusa
quella di S. Tommaso, ai 3 Settembre, in seguito ad un
piuttosto vivo combattimento, si vedono come per incanto
formati battaglioni e campi militari e trincee con regolarità,
accorgimento e precisione di siti da persone altro che ine-
sperte nell'arte della guerra, talmente che riscossero le ap-
provazioni degli ingegneri e dei periti e portoghesi e
inglesi e napoletani (3).
5. Condotti da naturai abilità e non da tecnica guida
si vedono formare dai contingenti rustici dei vari casali i
battaglioni di milizia, scegliere generali, nominare ufficiali,
fissar guardie avanzate! deputare ministri pei viveri e pel
regolamento dei porti di San Paolo e Marsascirocco, pian-
tar varii ospedali, spedir bastimenti per le provvigioni,
armar galeotte e speronare in difesa delle barche prove-
nienti dalla Sicilia con viveri, stabilire case di provvisioni
in tutti i casali pel mantenimento del popolo e dei batta-
glioni oltre le centrali impiantate alla Notabile, S. Paolo e
Marsascirocco : insomma la campagna si vede messa in
ordine da sembrare, direi, un piccolo regno, o una città la
meglio regolata. 1 quattro grandi campi colle guardie
avanzate tengono tra loro organizzata comunicazione, i
campanili e le campane si adibiscono a dar Tallarme ed alla
generale chiamata degli indigeni al lor comando. Con tutta
(1) Manifesto dei 19. Giugno 1800.
(2) Relazione di L. Bugeja, Segretario dell'Assemblea e Compa-
gno del Vitale. Append. No. VI.
(3) Relazione di M. Cachia in Append, No. Vili,
— 48 —
sollecitudine si rinfor;;ano e fortificano i posti pericolosi per
il caso di eventuali sortite dei nemici ; (i) e per ridurre a
mal partito jjli assediati si devia l'acqua che per il canale
Wignacourt suppliva ai bisogni della V^alletta.
6. E, perchè la coesione e l'uniformità dell'aziona nel
sommo disegno non venga meno, ecco costituirsi anche un
formale consiglio di guerra. Il palazzo di San Giuseppe è
il luogo d'incontro, dove convengono personaggi di abilità
ed i capi dei battaglioni, e di là non lontano si eseguisce il
giudizio su traditori ; la banca giuratale della Notabile è la
sede del governo politico-economico.
7. Un assalto tentato dai rVancesi al Zabbar viene
respinto e una trui)pa spedita da S. Giuliano contro il cam-
po del «Ghor Ghar» è messa in iscacco tra due fuochi e
lascia dietro a se morti e feriti e non pochi fucili, essendosi
gli animi dei combattenti inaspriti talmente da battersi
ancora petto a petto ; mentre una fregata uscita per bloc-
care il porto di S. Paolo viene dalla batteria della <Kaura>
danneggiata con improvvisa scarica di cannone e costretta a
riparare subito in Valletta.
8. Il Gozo, al par dell'isola sorella, è contemporanea-
mente in armi e stringe d'assedio i duecento soldati nel
castello del Rabato e coli' aiuto dei Maltesi riesce a
sbrigarsi di altra poca truppa posta a Garses, Imgiar Scini e
rinchiusa al forte Chambray che faceva guasto al vicinato.
L'arciprete S. F. Cassar viene eletto capo ed è coadiuvato
tra altri dal F. Castagna, dal comandante Liberto Grech e
da Antonio Mallia (2).
9. Al difetto d'armi e munizioni suppliscono in quei
primi giorni la polvere, i fucili e le palle trovati nelle
(i) L'appendice No. IX, riproduce le note del Giuseppe Fabrì
e del V. Borg capo del battaglione di Birchircara finora inedite.
(2) Zarb pag. 271 ; Appendice No. X. Il nome degli altri
capi del Gozo vedonsi firmati nell'atto di elezione del prescelto a
rappresentare quell'isola a Londra nel 1801,
— 4» —
piccole armerie di S. Antonio, della Notabile e delle torri,
i cui cannoni si trasportano ai campi ed alle trincee novel-
lamente formati, le pietre, che i nativi sanno maneggiar
ancor meglio di altri popoli, servono mirabilmente, i fucili
dei cacciatori e di tutt altre persone private si duplicano in
mano agli improvvisati guerrieri, mentre la loro abilità e
destrezza riescono a provvederli di una quantità di polvere
dal deposito della Cottonera.
10. Gli ordegni agricoli ed industriali si convertono in
istrumenti da guerra, il piombo come il ferro, ovunque si
rinviene, sì trasforma in palle ed in mezzi di difesa ed offesa.
i canali d acqua nel giardino magistrale di S. Antonio, che
erano di piombo, come i sostegni dei vetri delle finestre
servono per la formazione dei proiettili.
1 1 . Al buon andamento spirituale non si tralasciò di
provvedere col porre ogni campo vicino a qualche cappella
rurale e facendo dipendere tutta Tamministrazione ecclesia-
stica dal provicario residente alla Notabile. Morto questi
durante i primi mesi della campagna veniva eletto da
canonici a 21 Marzo 1799 a vicario capitolare il canonico
F. S. Caruana, riunendosi così le due cariche civile ed
ecclesiastica fino al 5. Gennaio 1800 quando le comunica-
zioni col diocesano eran divenute più frequenti (i). Più
chiese e conventi si adibirono ad uso di spedali specialmente
nel Rabato della Notabile (2).
12. L'ammiraglio portoghese Mse. di Niza con una
squadra forte di cinque legni spedito da Nelson non arrivò
avanti quest'isola che a 1 9 Settembre e forniva quei del
Zeitun con 170 fucili, (3) mentre il capitan Sir J. Saumarez
(i) Atti capitolari voi. 13.
(2) Vedi Note del Fabri, il quale fu poscia l'alfiere del reggimen-
to «I cacciatori maltesi» levato dal Graham nel Giugno 1800.
(3) La flotta al comando del Niza consisteva nel Principe Real,
Raiaha de Portugal, San Sebastian, Alphonso Albuquerque, Lion ed
il brig Falcas. Intanto il governo di Siracusa riceveva ordine da Na-
poli, dice il Nelson, di fornire secretan>ente ^i Maltesi armi e n)uqi-
— se-
ne forniva al suo arrivo ai 23 di quel mese 1200 ed altre
munizioni di cui i maltesi grandemente abbisognavano (i).
13. Favorirono gli alleati anche del vantaggio di
consulti tecnici, ed a nome dei nativi, alla cui assistenza
professavano di essere accorsi, appoggiavano e presen-
tavano le proposte di capitolazione al presidio fran-
cese, sebbene il generale Vaubois non ne volesse ricono-
scere la legittimità dell'intervento nel fatto suo coi Maltesi,
che si ostinò, a chiamare ribelli -^fino alla fine della cam-
pagna.
14. Dapprima e fino ad un avanzato stadio della
guerra Portoghesi ed Inglesi, col non prendere una parte
attiva diretta nelle operazioni militari interne e col non
permettervi lo sbarco a terra che a ben pochi di loro da-
vano a divedere che il loro scopo era di servirsi del terri-
torio maltese per combattere ed espellere un comune nemi-
co, anzicchè di prender possesso di quest'isole (2), giusti-
zioni, e che Ufficiali a tal scopo eransi portati neirisola per incoraggine
gl'indigeni alla resistenza contro i Francesi ; e perciò il Nelson si
querelava della condotta dei ministri Napoletani perchè giunto egli a
Malta trovò che nulla vi era arrivato. Vedi Laughton 1. e. p. 171.
(i) Diario del Saumarez pag. 262 voi. i nei suoi Memoirs. Dalle
quali Memorie appare che incontratolo il 16 Settembre alcuni dei
messi maltesi e pregatolo di assistenza, egli, sebbene non ne avesse
ordine dal suo superiore, venne in loro aiuto ; e la sua azione rap-
portata incontrò l'approvazione dei capi inglesi. Infatti il Nelson
airimp. di Russia 31. X. 99 magnifica questo dono inglese, facendo
ascendere i fucili a 2000, ( mentre nel dispaccio suo a Spencer dei
29 IX 98 conferma il detto di Saumarez) e le largizioni siciliane a
£40,000 e le spese inglesi del blocco a £ 180,000, e gli uomini a terra
a mai meno di 500 in aperta contradizione coi fatti. Vedi sul propo-
sito Laughton y Nelson letters pp. 220, 181; Nicolas voi. 3, p. 137.
(2) La finale decisione inglese di tenere Malta si fece nella Pri-
mavera del 1803 secondo l'annotatore alla lettera del Segretario della
Legazione a Pietroburgo. Da quella data la risoluzione fu irremovi-
bile e l'alleanza Anglo-Russa conchiusa a Pietroburgo nel 1805 andò
a terra per il rifiuto reciso di Pitt a 5 Giugno di quell'anno di
cedere quest'isola. The Paget Papers London 1896 voi. 2, p. 79,
174» 1^2-
ficati in ciò fare dalla chiamata dei nativi e dal comporta-
mento del Re delle Due Sicilie, che non disapprovava
l 'azione contro coloro, i quali si erano insediati signori in
questa terra senza suo consenso (i).
15. Tanto farebbero credere e lapprovazione della
condotta del Saumarez e le istruzioni consegnate dall'afn-
iniraglio Inglese al contrammiraglio Portoghese ai 1 3 Set-
tembre, LÌ cap. Hood agli otto dello stesso mese (2) ed al
capitan Ball nell'Ottobre seguente nel drizzarli a questi
lidi (3). Tanto evincono le pratiche del Nelson coi Francesi
ai 25 Ottobre in questa isola, come anche la condotta di
Ball quando uscito dalla subordinata posizione per la par-
tenza dell'ammiraglio Portoghese, trattava coi nativi e con-
segnava in loro potere il castello del Rabato del Gozo (4).
16. Il principiato blocco dalle navi, pertanto, produce-
va il buon effetto pei Maltesi di poter essi concentrare Fa-
zione loro ai dintorni dei siti occupati dai nemici, non vi
essendo pericolo di sbarchi sul littorale. In tale fase senza
(i) Vedi Appendice No. XI.
(2) Sir N. H. Nicolas' Nelson letters voi. 3, p. 118 e 121. Lon-
don 1845.
(3) Era l'ordine : « To undertake a strict blockade of the island
of Malta, Consulting with the Maltese delegates... and using every
effort lo cause them to quit the island, or oblige them to capitulate. »
Laughton 1. e. p. 171.
(4) 4c Anche a riguardo di Malta, scrive Nelson da Napoli 27
Settembre, offerta da apposita deputazione a S. M. Siciliana, e il di
cui stendardo sventola sui forti il ministero Napoletano non si muove
ma s'augura che io la prenda per loro.» Nicolas voi. 3, p. 133. E più
tardi : «I shall write the French Commander a proper letter, offering
my mediation with the injured and plundered Maltese ; but should
the tVench Ships escape, in that case I shall not trouble myself with
their capitulatioh, or in obtaining mercy for the deluded people who
bave joined them... The island is certainly the property of the King
of Naples» and I bave ali matters to be settled by the Courts. » Al
Comm. in capo a 13 Ottobre — 1. e. p. 149. Vedi sua missiva ai
comandanti Francesi della Valletta ed il Memorandum sulla con-
versazione coi deputati maltesi 1. e. p. 155. »
— 62 -
altra assistenza interna che delle avute munizioni avvengono
segnalate azioni e si combatte dai nostri le forze militari
repentinamente spedite contro i vari loro cam^i non ultima
quella di Corradino ed altra di maggior entità, narrata dal-
l'avvocato Bernard (i), infliggendo perdite ai Francesi e
rrtacciandoli nei posti, onde erano usciti.
17. Il Gozo si liberò ai 28 Ottobre del presidio della
Repubblica forte di 2 1 7 uomini, senza che un sol soldato
degli alleati avesse posto piede su quella terra. Rinserrati
i F'rancesi nel castello nel centro dell'isola gaulitana, privi
di viveri airinfuori del grano, assediati dagli indigeni, senza
comunicazione alcuna coi loro commilitoni di Valletta si
arresero alla bandiera inglese per maggior sicurezza perso-
nale. I patti intervenuti coi nativi, le pratiche del Cassa •
capo del Gozo, la distribuzione tra gli assedianti di ciò, che
trovossi nel castello, la consegna del castello in potere degli
indigeni chiariscono la parte reale rappresentata dal coman-
dante britanno.
18. Liberata Tisola gozitana da ogni vestigio del pas-
sato imperio, prese a governarsi da sé per mezzo dei capi
popolarmente eletti in accordo coli' assemblea maltese,
di cui consideravasi dipendente, e da cui si staccò quanto
alla dipendenza della Sanità del Porto solo nel 1 5 Luglio
1799 in seguito ad apposita deliberazione del congresso
nazionale (2). Al Gozo od in Comino si obligavano a
risiedere quelli, su cui cadeva sospetto di possibile intelli-
genza col nemico (3).
19. Il 21 Novembre di quell'anno segnava l'ultima
sortita dei Francesi dalle fortificazioni e l'attacco alla bat-
teria degl'insorti su Corradino con perdita di non pochi
militi maltesi colti soli a respingere con effetto gli assa-
(1) Appendice No. XII Narrazione tolta dal Mss. 269 della R.
Bibl.
(2) Appendice No. XIII.
(3) Il Bne. Dorel con una piccola pensione fu relegato a Cham-
brey; la stessa sorte ebbe l'avvocato Bonavita. Tcrrinoniy Resa p. 68,
— 5B —
litori (i), Segnano ancora queste azioni condotte con
entusiasmo ed energia la prima fase della campagna indi-
gena quando,- cioè, lonere degli scontri precedenti, la resi-
stenza opposta con perdita di vite e le spese ed i sacrifìci
devono a ragione attribuirsi alla sola virtù dei nativi (2).
20. Certamente chiunque non voglia negare alla storia
ed alla ragione il debito peso e influenza nei suoi giudizi
non potrà non convenire che in questo periodo iniziale
della lotta i nativi non che principali erano gli unici fattori;
come bisogna essere affatto sordo ai dettami di diritto ed
ai sensi di naturai giustizia per contestar loro il dominio e
la libera dispouibilaà dei a breve, ma importantissima terra
destinata a loro patria dalla Provvidenza, ad essi tanto cara
come sa chi delle oro gloriose gesta, anche di altri tempi,
non è ignaro.
2 I . Ed è bene riflettere che il movimento indigeno fu
tanto inaspettato ed improviso da non dar tempo, né agio
ad alcun preconcerto con chi forse era inclinato a sbandire
da queste isole i Francesi insin da che essi vi avevano posto
piede. La vittoria degli inglesi ad Aboukir come più tardi
le secrete mire dei potentati non vi ebbero parte determi-
nante; ma, accaduta T insurrezione, furono poste a profitto
dagli indigeni, che avevano bisogno di una potenza maritti-
ma che li sostenesse all'esterno. Non importa, quindi, per
quanto concerne la spontaneità e il valore dell'operato degli
insorti maltesi, che strategia e tattica di guerra avessero
potuto consigliare gli Stati in ostilità colla Francia di bloc-
(i) < They had gallantly repulseci every sortie made by the
French, and anxiously looked forward to help from the allied powers
to enable them to retake the strong hold which had been so unjusti-
fiably snatched from them. » Dalla storia dei regti. 30 e 89. Mss. R.
Bib. No. 441.
(2) Il grazioso dono dei fucili e delle munizioni fatto dagli
inglesi lo si computò da taluno piuttosto a compenso della marina
britannica per Tinazìone dei nativi della fregata Sensibile sconfitta
mese prima nelle acque di Corsica, dopo una battaglia navale in cui
questi a nessun conto vollero servire i francesi contro gl'inglesi.
-è4-
care i Francesi in Malta insin dal momento che costoro si
erano impossessati di questo preziosissimo scoglio.
2 2. Non diminuisce il pregio dell'opera dei nostri
laver il Ministro russo O'Hara insin dal 19 Luglio prece-
dente airisurrezione preveduto che, qualora gl'inglesi aves-
sero bloccato e sbarcato in Malta tre mila uomini, interrom-
pendo le comunicazioni fra la Valletta e la campagna, essi
avrebbero avuto dalla loro gl'indigeni ed avrebbero potuto
riprendere e ridare entro tre mesi queste isole all'Ordine
Gerosolimitano (i). Una tale prevenzione sarà nata dallo
scorgere a 22 Giugno la squadra inglese forte di 15 vascelli
nei dipressi di Messina ed altra di 1 5 su Capo Bon ed il
sapere che Nelson aveva insin dal imo. Giugno desiderato
di venire al soccorso di Malta, scrivendo al Gran Maestro di
riunire la sua alla flotta inglese affin di distruggere la flotta
nemica ed evitare la caduta dell'isola in mano francese (2).
23. E' certo che l'azione maltese si presentava molto
a proposito a secondare le mire deirAmmiraglio inglese,
contento di ritrovare alleati nei maltesi chiedenti soccorso
quando il gabinetto inglese non pensava ancora al blocco di
queste isole. Appariscono le istruzioni ministeriali a questo
proposito non prima del 3 Ottobre (3), ed esse venivan
date sotto l'espressa condizione di dover effettuarsi quante
volte Napoli fosse in guerra colla Francia, la qual circostan-
za fino a quel momento non era avvenuta. Quando tali
istruzioni giungevano varie settimane dopo all'Ammiraglio
nel Mediterraneo, questa isola aveva già da tenipo ricevuto
il beneficio richiesto dalle flotte alleate : e malamente perciò
da questo fatto del Governo Britannico si arguisce contro
la spontaneità dell'azione Nelsoniana-Maltese (4). L'inten-
(i) Appendice No. XIV.
(2) Lord Grenfell, Malta in 1798, Nicolas 1. e. voi. 3 pag. 34.
(3) J. K. Laughton, Nelson 's letters. London 1886 p. 169.
(4) Una lega recentemente formata tentò sull'Empire Revie^v di
Londra No. 75 e sul Daily Malta Chronicle di Aurilc e Maggio 1907
— 55 —
zione altrui, come lopinìone e l'aspettazione non vale a
cambiare gli eventi.
24. Passato il periodo delle sortite francesi correlativo
a quello di maggior slancio dei nativi nella guerra subentrò
una maggior ponderazione sulla situazione, e perseverando
i Maltesi nel volere ottenere lo scopo dell'insurrezione trat-
tarono colla ufficialità britanna della cessione di queste isole
seguendo il consiglio di chi tra loro godeva maggior influen-
za (i), mentre le circostanze imperiosamente esigevano di
procurare in ogni modo i favori e la protezione dell'Inghil-
terra; ed una siffatta cessione, accrescendo gli obblighi del
nuovo signore acquirente, veniva a diminuire la responsa-
bilità ed i pesi della difesa degli indigeni. La lunga
durata della guerra riduceva la popolazione all'inerzia ed
alla miseria, crescente questa in ragion del nurhero della
gente cacciata via dalle città in campagna; e la penuria del
numerario e di ogni occorrenza poneva i Maltesi nelle stret-
di torre qualsiasi argomento per costruire un'assoluta conquista in-
glese di queste isole depreziando Tazione indigena in materia.
(i) Vassallo (). A., Storia di Malta ed. 1890. p. 661. ; Sir Ago-
stino Portelli G.C.M.G. di anni 27 ai tempi dell'assedio ed il cui
padre soffri l'arresto e fu liberato da corte marziale francese ai io
Febbraio 1799, scriveva nel 1836 sui Maltesi al Capo del Governo di
cui era membro * They exerted every means to combat and
conquer their republican masters besieged in the fortifìcations of the
island : they discovered their own insufficiency of means to attain
their end, and they sought for the support of a power to assist them.
In this emergency they knew well, that the choice they were
about to make was a serious one ; and relying on the justice of a
liberal, honorable, and generous government, like that of Great
Britain, they gave themselves up to it, upon condition that their re-
ligion and the privileges enjoyed by their ancestors shouid be main-
tained. Being promised ali they asked by His Majesty's Comman-
ders, they continued to Uve in the greatest harmony, and the French
having been expelled. everybody entertained the certainity of being
considered a real subject of His Majesty. » Mss. j88 della R, BibU
— se-
te o di perir di fame o ceder le armi e restar vittima dei
Francesi (i).
25. Airinfuori del tentativo di mutua intesa coi val-
lettani d'impossessarsi nel Gennaio 1 799 della città Val-
letta, il quale non riuscito costò tante vite a' congiurati e
tante umiliazioni e privazioni a quei dei nostri che eran
entro la città, lopera dei Maltesi si ridusse ad opporre
resistenza, e meglio fortificarsi nel circuito da loro occupato.
Non mancarono tuttavia atti di ammirabile intrepidezza fra
nostri che sotto il canone minacciante distruzione innalza-
rono ìXì più luoghi trincee e batterie da meravigliare il ne-
mico come nella costruzione della trincea ta Samra ; né atti
di sorprendente ardimento, fra cui non ultimo quello del
dare l'assalto alla Cottonera nella notte del 25 e 26
Giugno (2).
26. Che se essi si opposero al bombardamento della
Valletta e pregarono che lo si limitasse ai soli castelli, il
(i) Vedi neirAzzopardi, Presa di Malta p. 121. il Memoriale
dai Maltesi a S. M. Siciliana.
(2) I seguenti estratti del Ball a V. Borg capo del campo Ghor
Ghar lasciano intravedere l'opera dei nativa in questa fase.
«....It gives me the greatest satisfaction that in your opinion, the
disposition for the attack is as perfect as can be expected. May God
protect the Maltese this night ! I have great hopes that they will
succeed. The French are terrìfied, and I believe they wish for a
pretext to capitulate.... if you wish it I shall send my troops to act as
guides. I left a standard at Zeitun, and I have only one more, which
I shall send you. » (Naxaro 13 Feb. 1799).
« Your letter has given me the gratest satisfaction as it proves
your strenuous endeavours to finish gloriously what you have so
well begun...» (Zeitun, 15 Gen. 1799;.
€ It is against our rules for conimanders to leave their vessels on
a coast at this season, without the greatest necessity ; nevertheless
I have done it often lately, at a great risk, with the hope of beìng
useful to the Maltese ; but as that has not succeded, I must remain
on board. Generais Caruana and Vitale, with the abbe Savoje have
been on board the ship today, to whom I spoke very freely. » (The
Alexander, 17 Gen. 1799). Borg sappeals London 1810. pp. 26, 19, 2X,
— 57 —
fecero per la ragioni esposte nella loro rappresentanza al
Graham: <che subissandosi le case dei Maltesi, verim male
< si reca ai nostri nemici, i quali ritirati nelle mine, case
€ matte ed altri luoghi a prova di bomba, se ne ridono He]
< male recato ai Maltesi. Vedendosi inoltre i nostri (ina
< dinì impediti di sortire, e minacciati di perire sotto le
< bombe con vedersi rovinare le loro proprietà, senza rprar
« danno al comun nemico, si danno alla dispera/ionf! » ( i ).
27. Eran i Maltesi in questa fase meglio provxisti di
armi e munizioni. Avevan essi già a Novembre i79tS tremila
trecento moschetti e 35 cannoni di cui il più grande del
calibro da 18, mentre avevan principiata la campagna con
soli 300 fucili ed 800 schioppi da caccia. (2) L'aiuto degh*
alleati a nativi era verso l'Ottobre 1799 giunto a circa 500
uomini (3) mentre per lo innanzi era stato affatto insigni-
ficante. (4) Un'epidemia, forse il tifo dei campi, serpeg-
(i) Appendice No. XV. Il Nelson a Niza a 27 IX 1799 diceva :
« I have got two 13 inch mortars and 1200 shells,... but the Maltese
do net like to have the town destroyed. That vvoukl net be minded,
if we have a regular force. »
(2) Vedi Lettera dei delegati a 6 Nov. 1798 al Re di Sicilia ; e
gli scritti del De Piro. Mss. 441. Quanto alle munizioni ricordasi pure
che il vascello Cuiloden che portava da Messina canoni e munizioni
da assedio incagliava all'entrata del porto di Marsascirocco nel \^oc.,
di quell'anno. Laughion, p. 228.
(3) Nelson a Graham 3 Ottobre 1799. Mss. 441. R. Bibl.
' (4) La lettera di Ball al ministro Dundas 6 Marzo 1801 diceva:
« I battaglioni maltesi ascendenti di numero a circa 3000 mala-
mente armati assediarono 7000 Francesi in una delle più forti fortifi-
cazioni d'Europa, e cosi li tennero per circa 14 mesi coll'assistenza di
un ieneìite deirartiglieria inglese, cinqìie ufficiali Napoletani e vejiti
soldati. Arrivati i reggimenti Britannici le operazioni deirassedio
furono congiuntamente coi Maltesi continuate ed alcune posizioni
avanzate erano cosi insalubri che gl'Inglesi ritirarono le loro truppe
lasciandone la difesa ai nativi. Un'altra posizione fu dovuta abando-
nare alla difesa dei Maltesi, perchè soldati britannici disertarono al
nemico, ed i Maltesi che si potevano fidare più dei nostri stessi
soldati eran il mezzo d'impedire la diserzione delle nostre reclute, ed
arrestarono uno dei soldati nei dipressi delle fortificazioni nemiche. I
8
- 5k -
giante in questo periodo nell* isola inabilitava i capi indigeni
a tenere il numero originario dei loro fanti, allorché la
necessità ancora di procacciarsi coir agricoltura e coir indu-
stria i me/zi di primaria sussistenza impediva non pochi
dall'offrire il proprio concorso.
28. E tra tante difficoltà e nella generale ristrettezza di
mezzi causate per il mancato commercio e per le spoglia-
zioni subite per opera deiresercito di Bonaparte non man-
cano i Maltesi in questo come nel precedente periodo
d'incontrare le necessarie spese della guerra con con-
tribuzioni volontarie e forzato, colla cessione spontanea di
gabelle, di case e terreni, colla prestazione di derrate, grani,
viveri, ordegni ed utensili e mano d'opera gratuita in qual-
siasi sorta di lavoro, colla tolleranza la più calma e pacifica
ai danni alla proprietà non solo durante la campagna, ma
anche dopo malgrado che ebbero a constatare che gli stessi
ufficiali inglesi venivano compensati dell'opera prestata in
quest'isola con salari e pensioni dal demanio publico di
Malta (i).
29. Il Re delle due Sicilie che concedeva l'estrazione
del grano, dell'orzo e delle derrate non lo faceva gratuita-
mente, ma a pagamento immediato od a termine e in
garanzia gl'isolani impegnarono le loro proprietà con pub-
blici ed autentici atti ed in più d'un caso l'acquirente era
Maltesi perdettero 300 uomini tra morti e feriti, durante l'asse-
dio, e gl'Inglesi non un so! ferito. » P. Ree. Office, Col. Office
Papers. Malta, No. 2 1801 Riportato nel «Prot. Mar. Case 1893»
pag. 67.
(i) Troppi documenti si hanno in prova di questo contributo
Maltese, ma daremo solo qualche esempio ali* Appendice No. XVI,
piuttosto per far conoscere il metodo in materia tenuto che per rin-
tuzzare la sfacciataggine dei moderni detrattori delle sofferenze malte-
si. La pensione di sterline seicento goduta dal figlio di A. J. Ball, solo
«intuitu meritorum patris)^, si pagava salvo errore fino a dopo il 1856.
- 69 —
tenuto In ostaggio del pagamento (i). Eppure questo mo-
narca era pur tenuto a soccorrere gli abitanti, se voleva
conservato il suo alto dominio, ed era doveroso che li
esentasse dal pagamento di dazi d estrazioni, non pagati da
Siciliani, quando reclamava la sudditanza dei Maltesi, ed
era giusto che si compensassero le regie gabelle e le contri-
buzioni di guerra, che il suo regno in tempi prima aveva da
questo paese esatto in sollievo della propria corona.
30. Non consta che in questo secondo stadio della
nostra guerra lo Stato Inglese abbia effettivamente sborsato
del proprio somme a prò dei Maltesi ; risulta, anzi, che gli
ordini dati al general Graham, qui giunto non prima del io
Oecembre i 799 con 800 persone di truppa, erano di non
dover erogare spese se non pel solo sostentamento di
questa truppa. Eppure se la Gran Brettagna non prosegui-
va questa guerra, come lo dimostrò il fatto, nel solo iute-'
resse degl'indigeni ma precipuamente per proprio conto,
era naturale e necessario che incorresse le spese favo-
renti il suo obbiettivo (2).
(i) Vedi il caso del Sig. Pace, Appendice No. XVI ; vedi nella
^Raccolta» delfAzzopardi publicati gli aUi di ipoteca del Congresso
e del governo provvisorio di C. Asciak. A riguardo del forni-
niento dei viveri dalla Sicilia il Nelson nel 29 Decembre 1799
annunzia a Sir T. Troubridge che aveva avuto assicurazione
dall' Acton di concedere provvisioni di grano per le truppe
e le navi britanniche, ma che non aveva per fornire l'isola di Malta.
In conseguenza questo bravo comandante del blocco informava il
Nelson «We are dying off fast for want», e «I soldati maltesi dovranno
ricorrere ai Francesi della Valletta, che possono aiutarli ; e la conse-
guenza sarà che il Gen. Graham e le sue truppe saranno tutti truci-
dati se non li ritirerò» 5 Gennaio 1800 — Laughton p. 230.
(2) A dire del Drummond ministro a Napoli nel 1802 le spese
di Malta erano allora enormi, (Paget Papers voi. 2, p. 44, lettera a
Paget 3 Marzo 1803) ed il Thorton nel Memoir of the Finances of
Malta, 1836 figura le somme tirate a credito fino al 1830 e non ancor
ripagato al Tesoro Im|)erialc a £668,666. Ma a giudizio di altri non si
vorrebbe dare il credito di questa somma all'Inghilterra sia perchè
tale computo non è chiaro, sia perchè, dato che esso sia stato effetti-
— 60 —
31. Per ben vagliare Toperato sia indigeno che inglese
di questa fase che va fino all'epoca della manifestata inten-
zione di ristabilire nell'isola l'Ordine di S. Giovanni russi-
ficato, è uopo tener presente la circostanza dell'entrata di
fatto della Nazione Maltese sotto la protezione dell'Impero
Britannico, già avvenuta in questo periodo come meglio si
scorgerà a suo luogo. Essa spiega la parte che l'In-
ghilterra é costretta a svolgere col mandare maggior numero
di soldati e coli 'assoldare nativi alle sue soldatesche, e
spiega ancora la causa del diportamento Maltese non solo
nel non opporre questa immigrazione, mi nel favorirla in
ogni maniera col secondare in tutto e per tutto le mire ed ì
desideri di chi essi sapevano e riconoscevano q lali agenti
vanieiìte sborsato pei Maltesi e per causa della guerra, Tazione intra-
presa e compiuta col possesso di Malta portava l'assunzione dei debiti
delle corporazioni nazionali e delle obligazioni dello Stato antecedente
massime a riguardo di terzi interessati, non che dei debiti, non affatto
indifferenti, contratti dal presidio Francese della Valletta a none
della Republica coi nativi durante l'assedio. E si ricorda che i soli
capitali della massa e massetta dell' l/ftiversi^à al 3^ e 6 p, % rispetti-
vamente ascendevano nel 1800 a scudi maltesi 3.550.586 2.22- cioè a
£ 2i)^SS2, e se quella istituzione la si volle considerare fallita e
negare gl'interessi a capitali oltre £ 165.865, i denari del tesoro
inglese ivi impiegati dovevano subire la medesima sorte di quelli.
Da altri s'insiste a rammentare la buona dispos'zione francese nella
capitolazione del i8oo di aver voluto garantire il pagamento
dei debiti dallo Stato e riconoscere i danni apportati alla Banca
del Monte di Pietà e risparmi, e 1' azione del rappresentante
inglese che non curò di salvaguardare questi interes3Ì in quella cir-
ct)stanza, e ciò per onerarne l'Inghilterra se pur l'indennizzo di guerra
avuto per il trattato del 18 18 non lo si considera di aver coperto
e compreso i danni maltesi. Si osserva infine che il Thorton per
ascendere a quella cifra include £ 297,230 tirate dal 18 15 al 1830,
ed altre che non possono considerarsi di aver la pretesa relazione ; e
che nel dispaccio di Ball a Hobart 12 Decembre 1802 (Mss. R. Bibl.
No. 430) si preannunziava un prossimo annuale risparmio di £ 12,954
dai ces[)iti di rendita dell'isola e perciò questo debito Maltese
non è spiegabile.
— GÌ —
neir interesse della potenza inglese, sebbene rivestiti anche,
per altri fini» di titoli procurati dal Re delle Due Sicilie.
32. Le trincee e le batterie destinate a tempestare ora
le navi nemiche in porto per distruggerle o costringerle ad
uscire mostrano l'obbiettivo del Ball, mentre l'impazienza
sua di indurre i Maltesi a scalare e prendere d'assalto i forti
baluardi dai Cavalieri eretti se non si vuole accusare a
mancanza della necessaria cognizione tattica e strategica
militare in un bravo ufficiale navale non può ascriversi
se non all'ansietà di affrettare il successo innanzi all'arrivo
di più esperto comandante militare. Infatti un suo collega
scrivendo ai 20 Luglio 1800 dal H.M.S. Champion dice :
« La piazza è così bene fortificata che è quasi impossibile di
ottenere successo bombardandola, perchè le mura e le bat-
terie sono tutte a prova di bomba ( i ) e di Bonaparte ab-
biamo che non sarebbe riuscito ad ottenerla se non vi fossero
stati amici ad aprirgli le porte, ed egli asseriva scrivendo
al fratello Giuseppe < c'est la place plus fort d'Europe» (2) ;
mentre l'operato degli ufficiali militari in seguito nell'isola
venuti al comando di una truppa agguerrita non azzarda-
rono alcun atto sconsigliato della natura di quelli suggeriti
dal capitan di inariiia Ball. Eppure questi ebbe l'audacia
dopo che i Maltesi, per seguir il suo suggerimento, ave-
vano sofferto perdite di vite e di munizioni, di attribuire
loro la mancanza di quelle qualità per cui il colonello del
g^enio Lindenthal pronunziava: <Essi hanno realmente fatto
meraviglie > (3). Non è, quindi, meraviglia che il Nelson,
(i) Naval Chronicle voi IV i8oo p. 246.
(2) De la jonquière l'Expedition d'Egypte Paris 1899 voi. I,
p. 648.
(3) Dispaccio al Gen. Fox. Malta io Decembre 1799. Pub. Ree.
Off. — Col. Office papers Malta No. i, 1799-1800. «The fortifications
of Valletta and dependence are so strong, that I do not suppose there
will ever be sent an army provided with the necessary artillery, stores
and provisions requisite for a regular siege... The forces forming the
blockade by land at present consist of : 2 Regiments of Inlantrv
_ Gli -
poggiandosi suU* asserto del Ball e forse anche per coprire
l'amato suo subalterno, tacciasse i Maltesi di difetto di co-
raggio in quella circostanza; ingiuria talvolta involontaria,
largamente compensata dagli encomii di ufficiali competenti
quale il Graham, il Pigot, il Fardella e dagli stessi Francesi,
che con tutta lealtà attestarono il coraggio dei ribelli (i).
33. Entrata la campagna nella terza fase ed ultima, le
milizie maltesi non furono sbandate, ma sotto il comando
dei loro capi (2) continuarono a prestare lopera loro
ovunque il bisogno richiedeva, venendo loro specialmente
commesso di sorvegliare quanto si era fino allora ottenuto ;
mentre larrivo dei contingenti dei reggimenti britannici 30,
e 89 da Messina nel Decembre 1799 non li aveva esonerati
dal munire e tenere i posti più avanzati e quelli alla salute
pericolosi per impedire che i soldati dei contingenti nuovi
non si dessero al nemico, e perchè la mal aria non nuocesse
alla lor salute (3). Giunto ai 18 Marzo 1800 il rinforzo
800 men, Marines 400, Maltese soldiers 1500. In case of a general
attack we inay depend upon 1000 more arni ed Maltese. It is a pity
we have not thought of forniing this poor people into rcgiments ;
they are very niuch attacked to us, and havc really performed woii-
ders... There is at present only one officer (of artillery) bere, Lt.
Vivion. The guns are served by Maltese or sailors.»
(i) Ransaijat, 1. e. p. 18.
(2) «The Maltese have, Graham says, two thousands excellent
troops.» Nelson a Lord Keìth 7. i. 1800 p. 231 Laugbton.
(3) Vedi nota 4 a pag. 57. Tolgo dal «History of the 30th and
89tb Regts.» Mss. 441 R. Bib. «About 2 p.m.on the 6th of December,
the Culloden, with small British force under Brigadier Graham Oai
board, got under way.and early on the Qth entered St. Paul's Bay.Go-
vernor Ball immedìately went on board, and arrangements were made
for landing the troops next morning, after which the ships were to go
round to Marsa Sirocco. On the loth the two regiments disembar-
ked ; the 3oth being quartered {prò lem, in Birchircara) and the
89th in Nasciair and Casal Lia. Brigadier General Graham, on the
arrivai carefully inspected the posts occupied by the Maltese and the
country surrounding Valetta, and seeing the necessity for a secure
depòt of Stores he determined toestablish and fortify one at Marsa
Sirocco»>
— 68 —
delle batterle del 35™*^ ed il 40™^* reggimento e nellaprile
il contingente Napoletano al comando del colonello Fardella
il Graham scriveva a Hamilton ài 19 Maggio 1800 di aver
sotto il suo comando 2092 soldati di cui 400 nuove reclute
Maltesi e 700 napoletane ( i ) . Imperocché in questa fase
veniva accolto il suggerimento fatto dal Ball insin dal 31
Marzo 1 799 di assoldare cioè i nativi per renderli capaci di
proseguire la guerra, e di dar loro la necessaria assi-
stenza senza ulteriore indugio (2). Ed in conseguenza
le truppe che si andavano levando e quelle giunte
col Pigot a 17 Luglio iSoo (3) mitigavano il bisogno di
circoscrivere Fazione militare inglese all'assicurarsi la even-
tuale ritirata sullo navi inglesi nel caso di una sortita o di un
arrivo di rinforzi repubblicani come ebbe ad annunziare il
Graham al suo superiore ; della qual tattica seguita si era
avveduto lo stesso nemico (4.)
34. I Maltesi intanto, pur costanti nell'impegnata lotta
per l'espulsione del loro nemico, erano ora conscii che,
senza loro intesa, le tre potenze avevano deliberato sui
destini dell'isola contrariamente a quanto i capi e rappresen-
tanti loro avevano deciso. Il rammarico per tale mancanza
(i) Mss. della Reg. Bibl. 441. Le truppe regolari indigene assol-
date eh iamaronsi «I Cacciatori Maltesi» e dal 9 Giugno 1800 erano
al comando del brig. gen. Moucrieff. Chesney, Maltese Corps p. 17.
(2) «.... to enabk them (the Maltese) io carry on the War, the
troops now embodied must be taken into pay feed and clothed —
indeed My Lord niy experience confirms the o|)inions and the
sentiments I offered in my formcr letters on the necessity of this
Island being ceded to Great Brilain, and immediately granihig the
assistance required. The congress has written a letter to his Sicilian
Majesty and your Lordship on the subject. They are so prepossessed
in favour of the English, that they will not be ceded to any other
Nation. They are totally against Russia. I bave landed two of my
32 pounders to assist. »
(3) Giusta di dispaccio Abercromby da Mahon 23 Giugno 1800
queste truppe erano di 1500 uomini. Mss. R. Bibl. 441.
(4) Ransaijat, 1. e. p. 40.
-64^
di considerazione verso di loro • doveva necessariamente
influire sui loro animi ed affievolire lo slancio osservando
colla loro naturai sagacia, che se fin allora eran essi i prin-
cipali sofferenti si faceva adesso presentire la minaccia di
non vedere debitamente e giustamente tenute in conto
le loro sofferenze e i loro sacrifìcii nei vantaggi della vittoria
sul comun nemico. Non meraviglierà, quindi, quanto il Ball
ed altri notarono della freddezza dei nativi in questo ulte-
riore stadio senza pure ammettere quanto i Francesi scri-
vevano «La position des rebelles les mattait à la mercè des
anglais, ceux ci les menacant de les bloquer et de les faire
mourir de faim s'ils se découragent...» (i).
35. Così stando le cose, esauriti i viveri e perduta ogni
speranza di poter ottenerne sia dall'interno dell'isola sia
dalla madre patria, il cui ultimo invio era miseramente
caduto in mano della flotta assediante, il presidio Francese
della Valletta diviene alla capitolazione militare dei 5 Set-
tembre 1800. Fermate le condizioni, consegnati i forti e
deposte le armi da coloro tra gl'indigeni che non eran
ascritti alle regolari milizie, i Maltesi rientrano a riabitare
le loro dimore e rigodere il lasciato dai nemici : Maltesi ed
Inglesi contenti di aver cooperato alla cacciata di un si
tenace e forte nemico.
36. Ed or quando Tatto finale della resa si vorrebbe
da taluno addurre quale prova della poca importanza
dell'azione indigena, non sarà fuor di luogo rilevare alcuni
dei vantaggi che gl'Inglesi e gli alleati ricavavano dall'at-
titudine Maltese verso il comun nemico. Trovavano
in Malta gli alleati facile ricovero e volenterosa coope-
razione ; la necessità del blocco delle navi veniva ristretta
alla sola area del circuito del porto della Valletta ed il
resto dell'esteso littorale di questo gruppo d'isole serviva di
riparo alle navi dai venti contrari e dai flutti del mare ;
(i) Report du siege dans la Gazete des deux Ports, No. 329 du
26, 9re. 1800.
— 06 —
un'ottima base di deposito e di rifornimento di viveri e di
acqua offriva loro ancora questa terra secondo i bisogni. Di
piò la sicurezza da offesa permetteva alle navi di avvicinarsi
alla costa nelle varie occorrenze dell'impresa. Infine non
sarebbero all'uopo mancati marinai per la flotta, od ospe-
dali per la gente di (luelle navi, come avvenne al Ball
quando sulla sua nave Alexander s attaccò la febbre ma-
ligna. L'eventuale fedeltà dei nativi ai Francesi avrebbe
per converso prcst^ntatoallc Motte bloccanti, talora in numero
limitato ed in precaria posizione, una area centupla da invi-
fjilare senza alcun riparo dalla forza delle intemperie e
senza il beneficio di alcuna segnalazione sulle mosse nemi-
che quando il vento ed i remi erano i soli mezzi di locomo-
zione dei battelli in un mare mai sicuro da improvvise bufere.
Un'unione siffatta avrebbe provveduto agli esperti guerrieri
francesi braccia per munire bene i vari forti dell'isola ed
offerto loro prodi ed addestrati marinai per effettuare sulle
vicine terre diversioni agli assedianti ed ottenere i rinforzi e
Tapprovvigionamento dell'isola (i). Altre risorse ed altri
vantaggi ancora vi vedrebbe probabilmente chi è versato
nell'arte della guerra quando si riflette ai pressanti tentativi
fatti dai Francesi per riottenere il favore dei nativi nono-
stante che quella segregazione li metteva nella posizione di
poter più a lungo usufruire delle provvigioni accumulate nelle
città, e quando un Nelson, prevedendo la possibilità del
riacquisto Francese di Malta, esprimeva il timore che gli
alleati non avrebbero potuto non che prendere l'isola, ma
neppure effettuare uno sbarco (2) ; e perciò sebbene la
(i) Che con Algieri sarebbe stato possibile aver commercio lo si
arguirebbe dal dispaccio del Hobart a Nelson 4 Ottobre 1803. «The
hostile conduct of the Government of Algiers towards the Maltese,
since they have been 'under the proteciion of his Majesiy» Sccc. »
Laughton 1. e. p. 323.
(2) E conchiudeva in un poscritto «The only point of much
consequence... is the near prospect of our being deprived of the assis-
tance of the maltese soldiers.,f I niust meanwhile ts^k^ on myself this
— 66 —
difficoltà di tenere il blocco di Malta colle altre operazioni di
guerra lo consigliava di abbandonarlo, pure solamente il
rallentò fiducioso nella costanza degli indigeni (i).
37. E' un fatto che con tutta la rigorosità e ristret-
tezza delFarea da bloccare nel solo primo anno al dire del
L. De Boisgelin (2) quindici battelli pieni di viveri e muni-
zioni entrarono nel porto di Valletta e molti altri ■'vedonsi
ricordati dal Ransijat nel suo <(Journal du siège et blocus de
Malta > e ciò quando le speronare Maltesi non mancavano
d'invigilare ed aiutare il blocco a richiesta del comandante
la squadra che scriveva ad uno dei capi indigeni: «Il cattivo
tempo ci tiene lontani in maniera da non permetterci di im-
pedire i piccoli battelli dall'entrare ed uscire dalla Valletta.
Le vostre speronare che custodiscono la costa devono assi-
sterci in questa bisogna > (3).
38. Infine pur rimanendo problematico per sola ragion
d argomento, se abbia giovata l'attitudine indigena alla
causa anglo-maltese o se sarebbe stato pifi proficuo che i
Maltesi avessero contribuito ad accelerare la consumazione
additional expense, otherwise I should be obliged to desire to bave
the ir oops retnoved, /or o?ir security notv certainly depends on the
Maltese, * 28 Decembre 1799. Vedi pure il dispaccio a Niza
18 Dee. 1799, e quello a Sir J. Erskine il 29 Ottobre ove diceva « if
the islanders are forced again to join the French, \ve may not fiiid
even landing a very easy task, much less to get again our present
advantageous position.» (Laughton p. 227, e 218) ed a Ball «Malta
may be lost beyond ali our efforts even to land> (ivi p. 68) ed a Trou-
bridge «we shall lose ali hold on the Island, and it would perhaps be
more difficult to regain our present position than to take La Valetta
at this moment.» p. 70 voi. IV. Nelson s letters by Nicolas.
(i) Disp. a Lord St. Vincent 28 Maggio. Il Ball riportato nel
dispaccio del Nelson del 28 Giugno 1803, era più tardi d'opinione che
i Maltesi assistiti dalla flotta e con poche truppe Inglesi (metà dì
quelle allora in Malta), sarebbero capaci di difendere l'isola contro
qualunqne forza che i Francesi avessero potuto mandarvi contro. Ibi.
p. 309.
(2) Ancient and modem Malta. London 1805 voi. II, P. 2. p. 141,
(3) Borg's appeals, London 18 io p. 15.
— 67 —
delle provvigioni esistenti nell'isola col conservarsi in fedeltà
coi Franchi (i), noi non possiamo credere a tanto senti-
mento umanitario nei capi militari accorsi all'impresa di
Malta da supporre che essi non sarebbero stati pronti ad
abbandonare i Maltesi alla loro sorte, limitando puramente
la loro azione al blocco di mare, qualora non vi avessero
scorto il lor tornaconto nel prestar a nativi quanto loro
abbisognava pur di vederli costanti nella resistenza al nemi-
co (2). E perciò concludiamo che la parte rappresentata
da Maltesi in questa campagna, in qualunque modo consi-
derata non può chiamarsi insignificante e di nessun impor-
tanza come piacque a taluno recentemente di qualificarla.
**^iÈ**
(i) Leggasi nel Miege voi. III. Doc. No. 24 quanto in proposito
si mette in bocca di Ball e Niza.
(2) Il Graham al Comandante in capo scriveva se «fino ad altro
mese non ci sarà mandato denaro » in tutta probabiltà perderemo
tutti i nostri soldati maltesi, la cui assistenza è di grande conse-
guenza per la nostra sicurezza presentemente ed anche dopo ricevuti i
rinforzi per il successo delle nostre operazioni »; ed il Lindenthal a
Fox 31 Dee. 1799 «Brig-General Graham probably has mentioned tu
you, that the armed Maltese, who have hitherto bcen paid and vict-
ualled by H, Sicilia n Majcbty, must necessarily be provided for by us
in case no more money ^ould arri ve from that quarter ; otherwtse it
would be impossible io continue tlie Biockade.y^ P. R. O. Colonial office
papers. Malta, No. i 1799-800.
GLI ALLEATI
La lotta dai Maltesi intrapresa ai 2 Settembre 1798
cóntro chi si era allora insediato Signore di Malta e Gozo
era e sarebbe rimasta assai disuguale e di non dubbio esito
per ragion delle navi possedute dai Francesi nel Gran
Porto e pei rinforzi che sarebbero immancabilmente a que-
sti arrivati dalla madre patria, senza il ricorso dei nativi ad
una forte potenza disponente nelle acque del Mediterraneo
di una flotta capace a soccorrerli.
2. La Francia .a causa dei suoi cavalieri ricca-
mente provvisti dalla lor nazione di rendite, esercitava in
Malta una preponderante influenza ed a mezzo della sua
marina ritraevane fino al 1789 i maggiori vantaggi offerti
da questa geografica posizione al commercio del Levante.
Avvedutasi delle cambiaste- circostarvze. essa, a fine di dimi-
nuire eventuali risorse agJL Inglesi^ .-di controbilanciare la
Russia e l'Austria collalleata Napoli, di avere una base per
tenere in correlazione le proprie forze navali e terrestri nelle
operazioni d'Italia, ed a fin d'impedire che altra potenza ne
la prevenisse (i), s'impadroniva di Malta (2) e la presid.ava
(i) Bonaparte diceva a 27 Seti. 1797 al Direttorio a riguardo di
Malta <c ile qui tot o tard sera aux anglais, si nous avons la sottise de
ne pas les prevenir.» Ed il Ministro della Marina nell'idea dì preve-
nire che Hompesh irritato s'inclinasse verso d'Austria proponeva la
neutralità di Malta «Si Malte se lie ou se donne i\ quelque souverain,
ce sera plutòt à l'Autriche, d'où elle tire partie de ses revenus, qu' à
l'Angleterre ou la Russie, qui ne lui iburnissent rien, et dont le systè-
nic religieux n'est pas le ni è ine. Mais, dans tous les cas, le port de
Malte sarait Tasile, pour ne pas dire la proprietc, des vaisseaux des
trois nations alliées. >
(2) Su questo acquisto leggesi nel De la Jonquiere « Voi avete
detto che Malta è in vendita. Il Direttorio esecutivo vi pone un
TKE ^E'^ YORX:
fUBUC LIBKARÌ1
Afrmw,. LAn«x aum
— »«»'X— »■ IBI
00 w
— 69 —
con 6000 soldati e con una discreta forza navale. Questa
iscda, che al dire del ministro della marina Pleville de Pelly
era tale su tutti i riguardi da poter essere difesa contro
io»ooo uomini dai soli Cavalieri, diveniva coi detti mezzi di
difesa un baluardo insormontabile da qualsiasi valore ed
audacia indigena.
3. L'Inghilterra, rivale e nemica della Francia, poten-
za marittima di prim ordine, fresca distruggitrice della ma-
rineria Francese, amica del Napoletano monarca ed alleata
del Portogallo, prestavasi mirabilmente ai fini degllsolani ;
e la prontezza onde essa venne in loro aiuto è chiaro indi-
zio della premura e delfinteresse suo di sostenerli in quel-
r impresa, la cui riuscita sottraeva alla Repubblica quella
terra che veniva già designata quale arbitra e trono del
Mediterraneo, chiave del Levante, Capo di Buona Speran-
za, direttrice del commercio di Levante e Barberia.
4. II Re delle Due Sicilie, il cui alto dominio su Malta
era riconosciuto da tempo immemorabile e l'Ordine Gero-
solimitano, che aveva signoreggiato queste Isole per 267
anni non venivano dimenticati nelle recenti angustie degli
indigeni. Avvisi partivano dai porti di Marsascirocco e S.
Paolo a Mare, in possesso dei nativi, ad informare dell'av-
venuta insurrezione la vicina Sicilia, Napoli, Trieste, sede
provvisoria del Gran Maestro Hompesch e l'armata Britan-
nica ed a chiedere a tutti soccorsi di ciò che ad essi occor-
reva in armi e munizioni, viveri e protezione. Purtuttavia
dal Reame di Ferdinando IV, tuttora in pace con quella
potenza che gli aveva minato i suoi diritti sulle isole
valore reale al suo acquisto e perciò vi si raccomanda a non lasciarla
scappnre» cosi il Direttorio a Bonaparte 21 Ottobre 1797. Ed il presi-
dente vi notava cBonaparte ha detto che Malta è in vendita ^ primo
venuto. L'Austria, Russia ed Inghilterra la vorrebbero acquistare. Se
noi sarem i primi, verrà a noi. Si domanda 600000 fr.» Nelle memorie
del Barras invece si ha «Bonaparte ci avverte che può comprare Malta
con 600000 franchi. Gli si è risposto che il direttorio accetta.:^
-lo-
Maltesi e che mirava d'impossessarsi della Sicilia (i) non
ricevettero gl'insorti fino a campagna inoltrata grandi faci-
litazioni. L'ammiraglio Inglese perciò giunto nelle acque di
Malta a 24 Ottobre rimase meravigliato all'apprendere che
non solo né armi, né munizioni, né viveri, né ufficiali per
incoraggire la resistenza si eran spediti dalla Sicilia agli Iso-
lani, contrariamente a quanto dai ministri del re gli era
stato assicurato di doversi fare con ordini secreti impartiti al
Governatore di Siracusa, ma che anzi alle imbarcazioni del
buon popolo di Malta erasi imposta una quarantena di 14
giorni uguale a quella delle navi Francesi (2). Non mancò
quindi di stigmatizzare egli il trattamento dei ministri
Napoletani verso i Maltesi per estremamente crudele,
quando vide tutta la data assistenza Siciliana consistere
nell'arrivo a Malta di un vecchio decrepito senza provi-
gioni e senza aver recato seco alcuna promessa di prote-
zione, od alcuna risposta a ripetuti rispettosi memoriali
dei Maltesi al Sovrano. < Fortunatamente, scrive egli a
Hamilton, abbiamo ieri (26 Ottobre 1798) preso un bat-
tello pieno di grano e polvere ( 2800 Ibs, ). Se non fosse
stata l'azione degli Inglesi, i Maltesi sarebbero stati da
tempo soprafatti. Mi meraviglio come abbiano potuto
tenere la difensiva così a lungo. Inclusi i 1500 fucili da
noi donati, essi non hanno più di 3000 armi da fuoco » (3).
5. Aveva il monarca siculo insin dai 19 Marzo 1798
contrattato alleanza coli' Austria e perciò prima di muovere
pedina a riguardo di Malta, voleva sentire il Gabinetto di
queir Impero < non volendo, scriveva la Segreteria degli
Affari Esteri all'Incaricato Straordinario presso la Corte di
Vienna agli 1 1 Settembre 1 798, compromettersi ad alcun
(i) Vedi in Pettigrew v. I. p. 160 lettera della regina Carlotta a
Hamilton 19 Giugno 1798 ; Sorel, l'Europe et la Revolution voi. 5.
Paris 1903 P.-342.
(2) Nicolas. Nelson Letters v. 3 p. 167.
(j) Ivi p. 162.
passo senza esser sicuro del concorso dì S. M. Ilmpera-
tore (i). Così fu che la risposta al memoriale della Nazione
Maltese non si scriveva da Napoli che a 15 Novembre, cioè
71 giorno dopo l'inizio della insurrezione e giorni prima del
manifesto di guerra di Ferdinando dei 24 Novembre ove si
proclamava < Malta feudo della Sicilia > ; dopo cioè che in-
vano aveva chiesto al Direttorio <di rimettere in suo
potere l'isola di Malta sulla quale aveva diritti di Sovra-
nità > (2).
6. L'Austria, ottenuti sull'Adriatico favorevoli sbocchi
al suo commercio ed acquistata una preponderante influenza
su quel mare, non trovava estranea alla sua politica l'eser-
citare in questa isola il suo imperio a mezzo di un Gran
Maestro della sua nazione, (3) e perciò avrebbe secondato
volentieri il Hompesch, assistito da Roma e dai Cavalieri
Alemanni e Boemi (4), qualora ragioni più impellenti
(1) Appendice No. XI.
(2) Botta, Storia III p. 38.
(3) « Dopoché l'Ordine si è scelto per Gran Maestro un Austria-
co, il Direttorio si è confermato nell'antico sospetto che l'Austria
volesse impadronirsi di Malta...» Cosi scriveva Talleyrand a 27 Sett.
1797 a Bonaparte che da Passerino a 13 di quel mese domandava
«Perchè non c'impadroniamo noi di Malta ? L'ammiraglio Brueys
potrebbe benissimo dar fondo colà ed impadronirsene... Gli abitanti...
disgustati dei loro Cavalieri non possono vivere più e muoiono di
fame. Io ho fatto loro a bella posta confiscare i beni in Italia; con
Sardegna, Malta e Corfù, noi saremo padroni di tutto il Mediterra-
neo. »
(4) 1 Cavalieri Boemi occuparono ben spesso cariche alte
neirimi^ero Austriaco ; cosi un Conte Cristoforo Thun, gran Priore
d'Ungheria e benefattore dell'Ordine coll'erezione di una commenda,
copri la carica di gran maresciallo della Corte Imperiale ; più tardi
della stessa famiglia un Francesco Sigismondo Thun, sepolto in San
Giovanni, ebbe precipua parte nella presa di Scio (VertotT. IV. ediz.
1726 p. 214); poi un Guido Thun, che come il precedente fu Prior
di Boemia, ed ora un Galeazzo Conte di Thun e Hohenstein secon-
do Gran Maestro da che la carica fu ristabilita da Leone XIII ed ora
anche membro della Camera dei Signori dell'Impero Austriaco.
G\\ ultimi Thun di cqi conservasi niemoria nell'Archivio Qerosoliipi-
f^ n —
ancora non Tavessero costretta di preferire Tamicizia dello
Czar della Russia quando costui si rivestì del Magistero
Gerosolimitano di Malta.
7. Il Hompesch e TOrdine avevano conservate nelle
due isole amichevoli relazioni ed intelligenze, e le fomenta-
vano con tutti quei mezzi che a loro eran rimasti nel
disbandamento generale dei Cavalieri e nelle ristrettezze
fìnanziarìe in cui si trovavano. L'esser essi, tra gli aspiranti
alla signoria dell'Isola, i più conosciuti dalla immensa mag-
gioranza del popolo Maltese, e l'aver negli ultimi anni del
loro dominio vivificata la nobiltà indigena (i) eran causa
che il loro stendardo trovasse di preferenza il favore degli
isolani, i quali capitanati dalla maggioranza dei membri del
Governo della Notabile non disdegnavano di tornare sotto
il loro dominio purché venisse a loro assicurata una mag-
gior ampiezza ed ingerenza negli affari della loro terra colla
creazione di una lingua Maltese nell'Ordine istesso. Con
tale intesa, che apparisce di esser stata coltivata insin dal
1791 dal Cav. Ransijat (2), e dai Maltesi aderenti al partito
PVancese capitanati dal M. A. Vassalli, prima della caduta
dell'Ordine (3) si vagheggiava il ritorno di Hompesch; ed i
partttari non risparmiavano spese ed impegni per giungere
nell'intento, disprezzando le angharie che venivano a soffrire
dai contrari partiti, come lo dimostrano le relazioni del
Comm. G. B. Attard, dell' Asciak, e del Dalmas (4),
tano a Malta sono i Conti Vigilio Commendatore d'Obytz, e Giuseppe
Gaetano ricevuto neirOrdine a 3 Settembre 178 1. Dei Conti di Ho-
henstein trovo nel 1569 un Martino, decimonono Gran Maestro (?)
nel baliaggio di Sonnenburg che regnò 41 anno. Miscel. No. 71 della
R. Bibl. ove si leggono dei Thun appartenuti a questo baliaggio.
(i) Il solo Rohan, penultimo Gran Mastro in Malta, creò 5 mar-
chesi, 3 conti, e 3 baroni intitolandoli da feudi preesistiti alla venuta
dell'Ordine in quest'isola. Vedi i feudi antichi nei I Capibrevi di L.
Barberi publtcati dal G. La Mantia nei Doc. alla Stor. di Sicilia.
(2) Vedi Doc. in app. al suo Siege de Malte p. 72 ediz. 1843.
(3) De Caro, I Gran Mastri v. 3 appendice pag. 32.
(4) Appendice No, XVII,
— 73 —
8. Il Hompesch convocato a Trieste un Consiglio del-
l'Ordine a 3 Ottobre 1798 sceglieva il Bali Neveii, il
Comm. Mairi, sostituito poi dal Schanvenburg (i) ed il
Ser. d'arme Prepraud perchè venissero a Malta e dispones-
sero gli animi a favor dell'Ordino ; ma, essendosi soprassc*-
duto alquanto alla partenza di questa missione, essa non
giungeva in questa isola che a 28 Giugno 1799. Narrano il
Ball ed il capitan Vivion, subentrato al comando dei Maltesi
nella temporanea assenza del primo, che, appena giunti i tre
Cavalieri, furon rinchiusi nella torre a S. Paolo, e, dopo fru-
gato il loro bagaglio in cerca di dispacci, non trovatovi che
da cinque a sei mila pezze d'argento, venivano fatti parti-
re colla scorta di una speronara armata. < Hompesch,
diceva il Ball, protetto dall' Austria estremamente ge-
losa di Paolo I, ha nell'isola un forte partito, di cui nello
scorso Marzo io aveva esiliato a Comino l'agente prin-
cipale non senza aver prima estorto una lista dei partigiani,
su cui oggi invigilo da vicino, e perciò essi si tengono molto
quieti e credo che molti di loro sian ora divenuti partigiani
degli Inglesi» (2). Egli è che al dire del Dalmas e Cardona
il B. de Neveu fu più che ben accolto dal popolo che lo ad-
ditava come quegli che avrebbe saputo condurlo alla vittoria;
ed avrebbe massacrato il Parnis e Brififa, capitani nel Porto
di S. Paolo se il Bali fosse rimasto più lungamente a terra e
se non si fossero inventati mille sotterfugi per calmar questo
popolo (3). E lo stesso Hompesch agli 1 1 Febbrajo 1 800 scri-
ve a Mayer che i Maltesi attribuivano la morte del Neveu a
(i) Il Schanvenburg fu colui che di ritorno passò a relatare a
Hompesch l'esito della missione. Vedi Lett. Hompesch a Mayer 19
Novembre 1799. Mss. 419. No. io.
(2) Vedi appendice No. XVHI Lettera del Vivion a Ball e di
costui a Nelson a 17 Luglio 1799.
(3) Appendice No. XIX lettera dal Dalmas 26 Luglio ove si dice
che Neveu fu accolto a Malta al grido di «Viva il nostro Gran Maestro
Hompesch ed il nostro bali Neveu. » Adesso si che riavremo l'antico
nostro governo.
IO
~ 74
causa degli affronti patiti e che ascrivevano al Parnis (ij.
Scopo della missione era di conoscere Tanimo dei Maltesi
a riguardo dell'Ordine, e di sapere lo stato delle prov-
vigioni e munizioni loro, essendo necessari mesi sei al-
l'Ordino per fornirli di soccorsi o notificare le j>otenze
della posizione che esso andava ad assumere, é, pel caso
che gl'Inglesi s'impossessassero dell'isola, di procurare dai
Maltesi una dichiarazione in favor del Gran Maestro
ed opporsi a passare sotto il governo di altra potenza.
>Cette déclaration servait beaucoup au grand maitre parce
qu'allors il n'y aurait (jne l'nsurpation par violence qui le
depossèderait (2). L'impedita libertà a questi tre Cavalieri
intanto di comunicare coi Maltesi non ostacolò che le
direzioni del già sovrano dell'isola e dell'Ordine fossero
conosciuti e ponderati dai Maltesi. Agli interessati insorti
non era isfuggìto al certo di penetrare la politica che tut-
tora volevasi dall'Ordine seguire verso di loro, quella cioè
di non allontanarsi dai principi conservatori e di non dare a
Maltesi parte nel governo od ugualianza a loro coH'erezione
della lingua bramata, come lo dimostrava tutto l'operato
dell'Ordine ; e perciò questi messi non trovarono allo-
ra nei capi diriggenti quel favore che s'aspettavano e.
vedutisi isolati, dovettero ubbidire alle forze imperanti e
degli avvenimenti, e tornarsene donde erano venuti. Se in
quel momento i Cavalieri avessero goduto veramente il favo-^
re dei Maltesi non sarebbero potuti giungere in queste isole
più propiziamente, quando, cioè, la flotta bloccante e le forze
estere nell'isola come lo stesso comando del Vivion e la
non soddisfaciente amministrazione potevano ritenersi tra-
scurabili. Ma all'eventuale voglia nei già partìggiani di
acclamare e servirsi del Gerosolimitano vessillo, oltrecchè
ostava il fatto della compiuta scelta della protezione bri-
tanna e del rifiuto di costoro di considerare lor pari la na-
(i) Vedi interessante lettera in app. No. XX dal Mss. 419 No. 3
(2) Istruzioni alla detta missione Mss. /^^2o^ R. Bibl,
- irà-
zione Maltese, si presentava la posizione assunta dall'auto-
crate Russo proclamato dai membri dissidenti dell'Ordine
a loro Gran Maestro insin dal 7 Novembre 1 798, e già in
via di riconoscimento da tutti i priorati (i).
9. Addescato, a dir di taluni, questo Imperatore dalla
lettura del Vertot all'amore dell'Ordine Gerosolimitano di
S. Giovanni desiderava egli vederlo rialzato in gloria sotto
il suo patrocinio ed amalgamarlo al suo impero. Conclu-
deva egli perciò colla Gran Brettagna e col Re delle Uue
Sicilie trattato di alleanza nell'intento precipuo di ristabi-
lire l'Ordine Gerosolimitano in Malta ; ed a mezzo dell'Im-
peratore d'Austria a 6 Luglio 1800 otteneva l'abdicazione
del Hompesch dall'alta sua carica. Povero Hompescli !
Ben cara pagava la responsabilità della perdita del dominio
di Malta, sebbene (juesta abdicazione fosse dovuta a vio-
lenza morale e non voluta dalla S. Sede (2), che si vedeva
con essa posta in non piccolo imbarazzo, lìlppure le mire
russe su ^lalta datavano da epoca ben più remota ; insin
dal 1768 in guerra colla Turchia essa aveva bramato unita
alla sua flotta ([uella dell'Ordine, precisamente come lo ave-
va nel Giugno 1798 desiderato il Nelson contro la Francia ;
ma il Consiglio non vi aveva aderito. Allora la flotta russa
al comando di Spiritoff rinfrescò nel porto di Malta,
(i) Pcrtìno il Priorato di Sicilia a 30 Cicn. 1800 u l'Impero
Austriaco riconoscevano I^aolo I. per Gran Maestre^
(2) ^'En parlant de l'Ordre de Malte, Sa Santitè a dit (al i'rincipe
Arciv. «le Labiana) qu'il avait ecrit a Paul premier conimc a un
Grand Monarque, mais (pril ne pouvail pas lui donner aucun litre
qui pouvait avoir aucun rapport avec la Grand Maitre de TC^rdre
de St. Jean de Hierusalem, que cela lui etoit impossible: que si l'inte-
retdes Cours exigoit autremont, et que tous seroient d'accord entre
eux, il aboliroit plutòt TOrdre.» Mss. 418 voi II. p. i. R. Bibliot.
Ed a 9. F'ebb. 1 799 a mezzo del Chev. Desbrull « assicurava che ad
onta dei passi che si sono fatti dal Gran Priorato di Russia non sarà
mai la S. S. per autorizzare né approvare alcuna cosa che sia con-
traria alle regole e costituzioni dell'Ordine Gerosolimitano e lesiva
dei privativi diritti che competono alla S. Sede > ivi.
~ 76 —
mentre decreti agenti insinuavano al popolo che collo sten-
dardo dello Czar sulle mura dell'Isola, essa sarebbe stata
quanto al commercio la più ricca terra del Mediterraneo.
L'ardito e destro Mse. Cavalcabò, agente di Caterina II
aveva perfino saputo creare trai Maltesi un piccolo partito
Russo.
10. Subodorate dai nostri le disposizioni prese a
riguardo della loro Isola dall'autocrate moscovita, nuovo
Gran Maestro dell'Ordine, non si ristettero dall'ester-
nare il loro rammarico tanto da far supporre al Nelson
possibile la loro rappacificazione coi Francesi (i). «Il solo
obbiettivo dell'Ammiraglio Russo è Malta... voi siete il
capo dei Maltesi, venga chi voglia conservate quel posto »
€{ Russi non si curano d'altro che di guadagnare Malta e
perciò m'auguro che la prendiate prima di loro.> Tali le
espressioni dell'Ammiraglio Inglese a Ball che come Lord
Elgin, ambasciatore di Costantinopoli, Ball e Graham non
seppero nascondere sulle prime il loro avverso animo al
meditato acquisto russo. Ci vollero tutti i precisi ordini
ministeriali per far cambiar tono al vincitore di Aboukir che
scriveva a Niza 4cla presa dell'isola di Malta è della più
grande conseguenza agl'interessi delle potenze alleate in
guerra colla Francia;» e a dir del Terrinoni gl'Inglesi inci-
tavano i Napoletani contro i Russi a sostituirvi la propria
bandiera anche dopo questa convenzione anglo-siculo-
russa (2).
1 1 . La Russia colla conquista di Oczakow e della
Crimea era in istato di poter prendere una pronta e rigo-
rosa azione negli affari del Mediterraneo, e la Gran Bret-
tagna nella speranza d'impedire la eventuale alleanza di
essa colla Francia e rendersela amica accedeva al desiderio
di chi s'intitolava Gran Mastro dell'Ordine di Malta, e
così frustava in quei duri momenti un'eventuale alleanza di
(x) Lettera a St. Vincent 19. ap. 1799. Nicolas v. 3. p. 330.
(2) p. 67-68.
- 7? -
Russia e Francia, le quali unite nel possesso di questa roccia
avrebbero creato un insormontabile ostacolo alla potenza
Inglese. «La Mediterranée doit ètre esclusi vement la mer
francjaise. Son commerce entier nous appartient» > sognava
Talleyrand e colla minaccia della insurrezione dell'Irlanda e
di un eventuale tentativo sulle Indie si compiaceva esso di'
considerare crollata la potenza Inglese (i), e nulla perciò
avrebbero lasciato egli e Bonaparte d'intentato per la rea-
lizzazione di questo sogno. D'altra parte, come ebbesi a
sentire più tardi nel parlamento britannico « la guerra non
si faceva tanto per Malta quanto per T Egitto, ne per
questo quanto per le Indie, né per le Indie solo quanto per
l 'Inghilterra, per la causa della giustizia, del bene e della
buona fede, per la libertà del mondo > (2). Dovevano per-
ciò e Maltesi ed Inglesi subir ciò che per le circostanze
politiche era una necessità di fatto.
12. A lenire gli animi esasperati dei nativi ed a conci-
liarli al nuovo ordine di cose presentavasi al Congresso
Nazionale Maltese a 30 Decembre 1799 il Cav. Italienski,
ministro plenipotenziario di Paolo I. alla Corte di Ferdi-
nando IV, ed ivi, annunziata l'abdicazione del Hompesch e
l'elezione dell'Imperatore delle Russie al Magistero del-
l'Ordine di Malta, a di lui nome promette ai Maltesi il
godimento dei loro aviti privilegi, dicendo tra altro: € Voi
avete col vostro coraggio forzato l'inimico di ritirarsi'e
rinchiudersi nelle fortezze.... La Sede dell'Ordine di S.
Giovanni di Gerusalemme è stabilita nella Rustia. Malta e
e sue 2LÒ}diC^nze formeranno un gran Priorato a favore e
vantaggio dei patrizi Maltesi. Il governo sarà nelle mani
di persone del paese scelte a norma delle leggi dello stesso,
le quali dovranno per altro essere dall' Imperatore confer-
mate e subordinate al Governatore di Malta, che nomine-
rà S. Imperiale Maestà. Tutto P tiniversale popolo continuerà
(i) Sorel. 1. e. p. 340.
(2) ivi voi. 7. p. 298.
- 78 -
.A nei godimento degli antichi diritti e privilegi, ,.>{i). Il
discorso di questo inviato dell' Imperatore venne in seguito
letto nel Gennajo seguente al Gozo dal maltese D. Teodoro
Ellul Cardona tenente colonello in servizio del Re delle
Due Sicilie.
13. In questa nuova disposizione politica a coonestare
la situazione britannica nel possesso di fatto dell'Isola ed il
volere Maltese di avere al suo governo il rappresentante
della potenza scelta a protettrice si escogitò dai nativi di
chiedere alle tre potenze firmatarie dell'alleanza di lasciare
a direttore e capo dei loro interessi e delle loro milizie in
questa terra il capitano A. J. Ball, (2) dando diplomatica-
mente a vedere quali erano i loro inalterati sentimenti, non
ostante l'accordo dell'Inghilterra, Russia e Sicilia; e forse
la convinzione formata dei sentimenti Maltesi come anche
le impressioni ricevute dalle vedute dei preposti inglesi al
governo militare e civile di Malta avranno inlluito a far
decidere le autorità russe a non cercare di porre piede in
questa isola prima della fine della Campagna.
14. Intanto a totale apparente beneficio dell'Ordine
di Malta, ossia della Russia, alla quale insin dai primi
momenti si assegnava la Valletta Floriana e St. Elmo
mentre all'Inghilterra ed a Napoli si offrivano posizioni mal-
sane e di minor entità quali Tigne, Ricasoli elaCottonera(3)
la triplice alleanza deliberava che le truppe destinate alle
operazioni della resa dovessero essere a carico di ciascuno
dei membri della triplice rispettivamente, e cjuelle dei nativi,
(i) Azzop. Resa di Malta p. 148 Pettigrew 1. e. voi. I. p. 218.
(2) ivi p. 149, 135, e 134, Non puossi credere ragionevolmen-
te estraneo a questa manovra il comanda a te inglese Ball, il quale, se
si presta fede al riferito dal Manduca e Dalmas cercò ripromettersi
dai capi Maltesi il comando di Malta per anni due dopo rcvcntualc
resa della Valletta.
(3) Lettera di Graham a Dundas 6 Gennaio iSoo nel Colonial
Office Papers publicate nel Prot. Mar. Case 1S93 P- 3^»
— 79 ~
che si consideravano come operanti nell'interesse delle tre
nazioni, tripartirsi tra Russia, Inghilterra e Napoli.
15. Nello stato passivo in cui dalle potenze si ideava
che rimanessero gl'indigeni a riguardo della futura disposi-
zione della loro terra, una cosa essi rilevavano, ed è la con-
siderazione che dei medesimi esse facevano quando venivano
ad attuare i concepiti piani. Non si perdeva occasione dagli
Inglesi di dar a credere ai Maltesi che tutto da loro si
faceva nel loro interesse. Dal Nelson che ordina al
Mse. di Niza ed a Ball di assistere Hi insorti, a Ball e Gra-
ham, che professano di essere s|)editi a prestare loro efficace
aiuto per espellere i nemici, e la stessa azione che in qua-
lunque contingenza di qualche entità si faceva prendere ai
Maltesi coll'evidente scopo d'insinuare la convinzione che
ogni sussidio qui giunto era dovuto alla potenza britannica,
tutto concorreva a rendere manifesto l'importanza che si
assegnava alla parte rappresentata allora dai Maltesi (1).
Volle fortuna che nell'interesse inglese lavorassero inconscia-
mente anche la Corte Sicula e gli stessi Russi (2), di cui i
Britanni faceano la sembianza di protettori. Infatti dal cap.
Ball comandante in capo nell'Isola si pubblicava un'ordi-
nanza agli 8 Maggio 1799 perchè i nativi facessero buon
viso a nuovi amici venturi e perchè togliessero le differenti
coccarde che potevano dar gelosia o sospetto a costo-
ro(3^. Ma vana doveva riuscire questa precauzione perchè
(i) « La costante condotta degli ufficiali navali e militari bri-
tannici (e segnatamente quella del cap. Ball e del Gen. Graham) la
quale doveva essere necessariamente nota ed approvata dal Sovrano
inglese, ammonta, io credo ad una netta ricognizione fatta dal
Gioverno della Gran Brettagna del carattere dei Maltesi quale un
indipendente governo» SirJ. Stoddard — Report on the law of Malta
IO Feb. 1836 §. 97.
(2) Dal Dispaccio Siciliano riportato in app. No. XXI, appren-
desi che Italienski preferiva che le 8000 onze rata sicula in sostegno
delle milizie indigene, e che si designava consegnarsi ai Maltesi a
mezzo di lui passassero direttamente a Nelson e Bai],
(3) Appendice No. I\\
— 80 —
lunione inglese col Moscovita, a causa della politica di
Bonaparte erasi presto raffreddata e mutata in?un sorda
rivalità. La spada di Leone X tolta da Malta nel Giugno
1798 e regalata da Buonaparte a Paolo I ed i 6000 prigio*
nìeri russi graziosamente restituiti avevano guadagnato
alla Francia questo imperatore (i).
16. Inoltre il re della Sicilia, che non aveva mancato,
dopo il primo stadio della Campagna, di cooperarsi coi
Maltesi efficacemente all'ottenimento del comune intento e
facilitare loro in più modi l'estrazione dei viveri dai suoi
domini (2), era in siffatte condizioni interne nel suo Regno
ed aveva tal bisogno dell'assistenza britannica che ogni suo
operato a vantaggio di queste isole aveva avuto apparenza
di essere seguito piuttosto a beneficio ed a causa delle esi-
genze inglesi che d'altro, e perciò il merito come la gratitu-
dine indigena si doveva principalmente riversare di preferen-
za sulla Gran Brettagna ; mentre vi eran le fregate siciliane
Aretusa e Cerere, poi la Sirene di servizio a Malta per il bloc-
co, ed il Cap. Naselli comandante raccomandava al Viceré
i delegati maltesi andati a prendere viveri della Sicilia, ed
il Viceré per sua ordinanza dei 1 9 Feb. esentava da rigorosi
misure i battelli che portavano caricamenti di viveri, armi
o altri generi all'Isola di Malta a beneficio dei Maltesi,
che sono del partito contro i Francesi, o che avessero
commissioni delle squadre Inglesi (3).
(i) Sorel 1. e. p. 72.
(2) Per dispaccio del principe Luzzi 20 Feb. 1799 si estendeva
all'estrazione del grano la grazia ottenuta dai Maltesi di pagare tari
due per salma d'orzo; ed in sussidio delle truppe Maltesi si concedeva
il rimborso del pagato di dazio per siffatte estrazioni dal 2 Settembre
precedente. Per dispaccio del Viceré principe dì Trabia 8 Marzo
seguente si avvisava i deputati Maltesi che si erano imbacate sulla
Terpsicore per Maltesi le 20 cantaja di polvere e 100 di piombo chie-
ste da loro. Riportati dall'Azzopardi, Presa di Malta p. 132 — 133.
. (3) G. Romano, I Siciliani nel Blocco. Palermo 1902 p. 31 e 37
e vedi pure G. Travali, I Francesi nel Mediterraneo, ibi, pag. VHI»
— 81 —
17» Intanto nello svolgimento dei fotti fin qui ricordati
Malta per propria elezione tendeva ad unirsi all'Impero
Britannico, dando le prove della sua intenzione di volere
formarne parte, e T Inghilterra secondava nel fatto tale ten-
denza ed intenzione, sebbene usava cautele a non dichia-
rarlo espressamente. Fu perciò che essa osservando la
Russia avvicinarsi a Napoleone, e sentendo quindi la im-
periosa necessità di rafforzare la sua posizione in questa
isola, vi richiamò maggior numero di truppe ed in aumento
di queste arruolò i Maltesi quali suoi soldati.
Or, se i Maltesi non si volessero insin d'allora consi-
derare conformemente all'animo, col quale cooperavano
cogli Inglesi, sarebbe per lo meno equo considerarli se non
come alleati, come soci di costoro nel senso inteso decrli
antichi Romani col comune obbietto di disfarsi di un nemico
comune, ma non mai quali insensati, che cospirino e colla-
borino con una potente e forte nazione per l'unico scopo di
facilitare a questa la conquista della loro terra e far baldo-
ria ad opera compiuta. Nell'idea di una società costituita
tra Maltesi ed Inglesi non è presumibile di considerare
quale fine della stessa unione anglo-maltese la soggioga-
zione e la conquista della proprietà e dei diritti della
Nazione Maltese, che ne sarebbe uno degli elementi com-
ponenti.
i8. Né l'atto della capitolazione del 5 Settembre 1 800
può da se solo o pel fatto di essere seguito a nome degli
alleati, avere il valore o il significato di una conquista
di queste isole contro i nativi ad esclusivo vantaggio del-
l'Inghilterra e di vantarne tutti i diritti conseguenti da una
conquista (i). Basterebbe prendere in considerazione il
(i) C. P. Lucas of the Colonia! Office London, Oxford 1888 nel
suo Brìtish Colonies riporta « The French Garrison surrendered earry
in Septenvber 1800 to the combined Maltese, English, and Neapolitan
forces; and at a meeting of the National Council, or Congress, of the
representatìves of the Maltese people, whicb had been formed lo
u
— 82 —
risultato della Pace di Aniiens avvenuta in seguito tra le
due potenze Francese ed Inglese e le successive trattative
tra queste ed altre nazioni fino al definitivo assettamento e
riconoscimento della condizione di queste isole. Si con-
venne ad Amiens di richiamare altra volta al Governo di
Malta rOrdinedi S. Giovanni, che colle garanzie escogitate
si stimava dover essere potenza neutrale, omogenea agli
abitanti e, per il proprio istituto militare, sufficiente alla
difesa dell'Isola. Si ideava per questo fine di creare pei
Maltesi una nuova lingua nell'Ordine uguale in prerogative
alle altre allora esistenti ; mentre si assegnava la metà degli
impieghi militari e civili da esercitarsi privatamente dai Mal-
tesi affine di dare una preponderanza nel Governo locale.
Per verità tali disposizioni, come ben le comprendeva un
alto personaggio inglese, avrebbero posto nelle mani dei
nativi tutto il governo della loro patria col lustro e colle
risorse di una corporazione già gloriosa e grande, e di con-
seguenza avrebbe creato la coscienza della propria per-
sonalità politica in tutta la popolazione (i).
1 9. Le potenze contraenti ad Amiens, perciò, dovet-
tero considerare i vantaggi locali della posizione geografica
quale patrimonio naturale degl'Isolani, e vollero toglierli
dal loro stato anteriore puramente passivo facendoli figu-
rare qual nazione d'influenza nel Mediterraneo. Ammet-
tendoli nel governo del paese nativo, restituirono loro un
diritto di cui Despota Trace non ebbe mai il coraggio di
privare i suoi sudditi coli' accoglierli a consulta nel Divano e
permettendo loro il comando negli impieghi militari e civili.
Vollero, inoltre, comunicare al popolo maltese un'energia
sufficiente a vegliare su l'esatta osservanza della neutralità
ed indipendenza dalle quali dipendeva l'esistenza politica di
Malta, avendo l'esperienza dimostrato di essere mal sicura
conduct the siege, the islands were solemnly ceded to the British
Crown. » p, 21.
(i) Appendice No, XXII.
- 8JÌ -
in mano di una corporazione composta tutta di elementi di
diverse nazioni, e ciò quando l'interesse di essa non fosse
stato comune a tutti gli stati europei come Io era per lo
innanzi il tener a bada il nemico del cristianesimo.
20. Quale era stata nel 1565, cioè, barriera alle pre-
tensioni dell'Ottomano, tale sarebbe stata questa isola in
qualsiasi lotta nel Mediterraneo. A vero dire non poteva
cadere in mente ai plenipotenziari pensiero più acconcio ad
unire nel medesimo spirito di pace e bene publico l'Ordine
di San Giovanni con la nazione. II Governo di Malta in
questa guisa bipartito toglieva l'obbrobriosa ineguaglianza
tra l'uno e l'altro e stabiliva la libertà nazionale oltrecchè
costringeva così ad avvicinarsi i due corpi divisi prima dalla
diversità del rispettivo interesse. Col nuovo assetto di cose
l'Ordine doveva necessariamente abdicare certe norme di
ammissione, differenza di leggi tra governanti e governati,
e nel proprio interesse veniva richiamato a confondersi coi
nativi per sostenere la progettata nuova esistenza politica.
21. Questa trasformazione dell'Ordine, come l'intui-
zione di quello che esso sarebbe divenuto, spinse membri
dell'Ordine ed altre influenze, che di quelli volevan servirsi,
a suscitare un'opposizione nella Russia alla costituzione di
questa lingua maltese ; e colla abolizione della relativa
misura dal trattato impedire la vera costituzione di queste
isole in uno stato idigeno indipendente e neutrale. Bona-
parte non trovò naturalmente da ridire della soppressione,
mentre la sua originale proposta era stata di riavere a
Malta l'Ordine di S. Giovanni come lo era all'epoca ante-
cedente alla sua occupazione di questa terra (3), e l'Ordine
(3) Pièces officielles relatives aux preliminalres de Londre. Pro-
tocole, Amiens 13 Jan. 1802. Paris an. XI. pag, no § 12. «Les droits
dcs suzeraineté du rei des Deux Siciles sur Tile de Malte soii formel-
lement recoiinus. En conseqiience, le Grand-Mài tré de TOrdre/le
Malte, ou son représentant rciiou veliera d'or én avant, aii noni- de
rOrdre le serment de lidelité a la couronnt;:. (le Sicile, qui fut prète
lors de la donation primitive, ainsi qu* un serment (semblable à celui
- 84 -
tutto, se dobbiamo arguire da quanto più tardi il Gran
Maestro Tommasi pronunziava non senza invettive a ri-
guardo dei nativi sol perchè di nascita non uguagliavano
forse l'altrui nobiltà, doveva esser contento della eradiazio-
ne di fatto della nuova istituzione, senza forse comprendere
tutta la forza dell'affronto che a Maltesi se ne faceva.
2 2. Se non che i Maltesi, sebbene sentissero tutta la
forza dell'insulto loro usato del < Turpius ejeci quam non
admitti> comprendevano bene che la vera lotta alla propria
esistenza era impegnata con quella corporazione che voleva
sostituirsi senza alcun compromesso e garanzia alla situa-
zione guadagnata e creata con non indifferenti sacrificii di
vite e di mezzi dai nativi. Poteva, quindi, il Maltese che
aveva in questi frangenti cominciato a gustare il potere e
sentirsi padrone in casa propria non dare uno sguardo
retrospettivo allo stato, in cui era vissuto per più di due
secoli sotto una denominazione basata a principi di com-
pleta disugualianza tra naturali e cavalieri ? Riconosceva
esso con gratitudine il beneficio della rinomanza che questa
isola acquistò a causa dello stabilimento dell'Ordine nel suo
paese, come ancora l'aiuto derivato agl'indigenti nei mate-
riali bisogni ; vedeva i bei palagi, opera del genio maltese
al soldo dei munifici membri dell'Ordine, ed ammirava più
che mai i baluardi e le fortificazioni per cui si eccepiva nella
stessa Camera dei Lordi a 7 Maggio 1 802 < Malta non era
prendibile per blocco > ( i ) e Bonaparte asseriva di essere
essa la piazza più forte dell'Europa (2); ma al popolo Mal-
tese non consentiva più ad adattatsi a continuare a vivere
sulla sua terra natale quale semplice servo senza ingerenza
nel governo della stessa.
que prétereiit les conmiissaires de l'Ordre à cette epoque ) de mante-
nir les prìvileges et les droits du peuple de Malte et de Gozo, comme
ils se trouvent spécifies daiis Tarrangement actuel. Signé Cornwallis
et J. Bonaparte. ^
(i) Cobbett, Annual Register voi. 2. col. 1241.
(^) De la jonquiere v. J. p. 640.
— 86 —
2 3- Ricordava il Popolo che la sua isola aveva go-
duta l'autonomia a tempi Fenici indicata dalla lesserà ospi-
tale quando un preposto ecclesiastico-civile maltese coll'as-
sistenza di due giudici (Xufftein) e col consiglio del popolo
reggeva questa colonia (i). Non dimenticava che perfino
durante la dominazione Araba eraiisi i Maltesi governati
colle proprie leggi senza esser disturbati da Musulmani
neppur in fatto di religione (2), Era edotto dalla sua
storia che esso aveva avuto ben spesso una preponderante
influenza nel decidere il dominio dì questa Malta a favor di
chi tra contendenti aveva voluto signoreggiare sull'isola, e
perciò quando conobbe che lo si voleva privare del vantag-
gio accordatogli dal trattato di Amiens e di governarsi da
se perseverò a reclamare quello a cui aveva diritto, e che
esso credeva di poter meglio assicurarsi col divenire parte
dell'Impero Britannico.
24. Strepitarono e Russia e Sicilia e l'Ordine nel non
vedere la loro bandiera issata nell'isola dopo la capitola-
zione insieme con quella di Albione, ma non si curarono di
ciò i Maltesi che vedevano sventolare l'eletta da loro, e sol
si dettero pensiero del modo con cui volevan essere
governati. Egli era troppo vero cjuanto più tardi esprimeva
il Hompesch che, cioè, l'esistenza dell'Ordine dipendeva
dalla piega che avrebbe preso la posizione di Malta; ma
egli è perciò che avrebbero i cavalieri fatto meglio a
conformarsi a tempo ai desideri dei Maltesi e non cullarsi
del favore procurato di partiggiani, cercando denigrire i
Maltesi e mantenendosi essi stessi in discordia (3). Cerca-
(i) A. E. Caruana, Origine lingua Maltese cap. 2,
(2) Ivi. cap. V.
(3) « L'existence de TOrdre depuia longtems n'a dependu que
de la position de Malte : elle n'est que secondaire et depend eatiere-
nient du sort de cette Isle. Si pourtant de vues a nous etran geres,
et des inimitiés particulieres n'y avait pas niÌ6 la di vision, et n'avait
pas boulversé la Constitutian, l'Ordre aurait pu se souteiiir, et se
- 86 -
rono ì Maltesi, pertanto di assodare i legami che li avevano
unito a loro protettori, non ostante che più di un atto del
nuovo regime insin da principio non garbasse ai molti, già
causa ed anima del movimento produttore della attuale si-
tuazione, e non curanti essi di quello che nella politica
mondiale si tentava a riguardo della Signoria di Malta,
si atteggiarono a conservare perennemente il vessillo ab-
bracciato, e la loro perseveranza e la lor attitudine contribuì
al certo a scoraggire altri dal sostenere T impresa contro il
lor volere e ad indurli a riconoscere a Parigi e Vienna
quanto si era compiuto per Tatto del Sovrano Inglese ai 28
Luglio 1813 < His Rayal Highness, acting in the name
and on behalf of H. Majesty, thus publicly recognises the
people of Malta and Gazo as subjects of the British Crown,
and as entitled to its full protection. The free excercise of
their religion is secured to them, and the Ecclesiastical
Establishment will subsit as heretofore. > (i).
sauver du naufrage. » Da Città di Castello 23 Keb. 1804. Mss. 419.
al Bne. Mayer de Knonau.
(i) « I am inclined, continuava il dispaccio del Segretario di
Stato Bathurst, to believe that a Declaration of this nature will be
productive of very beneficiai effects, and that the boon the Maltese
receive in their annexation to the British dominion will outweigh the
consideration of any partial shock which the first introduction of
British principles might occasion to one or other of the classes of
society.» Col. oli'. Pap. Malta, No. 21. 1812. ,.
ELEZIONE DELLA SOVRANITÀ
€ Soldati ! Voi state per intraprendere una conquista,
gli effetti della quale sul commercio e sulla civilizzazione
saranno incalcolabili. Voi darete agllnglesi un fortissimo
scacco, che sarà seguito dalla /oro distrvzi&ìic. > Così Bona-
parte indirizzava le sue truppe al momento di salpare dai
franchi lidi alla volta di Malta, dando chiaro a dividere di
quanta importanza per la Francia si riteneva l'acquisto di
Malta e quale era lo scopo della conquista di quest'isola.
2. Quale baluardo espressamente fortificato per co-
prire e proteggere il mondo orientale, di cui l'Egitto ne era
quasi il vestibolo, Malta si prestava eccellentemente alle
mire dei Francesi, inferiori di forza alla marittima potenza
britannica. Valendosi di quest'isola come di tappa e di
forte punto di difesa alla sua navigazione la Francia poteva
insinuare attraverso l'Africa ed il Mar Rosso forze bastevoli
da dar poi noia nelle Indie alla sua eterna rivale.
3. Era interesse dell'Inghilterra che il disegno del
Direttorio Republicano venisse frustrato e che questa isola
come in tempi anteriori era servita di ammirabile barriera
all'avanzarsi dell'aborrito dominio della Mezza Luna sull'Oc-
cidente, servisse d'allora in poi di agguerrita argine alla
invasione delle forze F'rancesi minaccianti le altre potenze
nel mondo asiatico e nell'africano.
4. Non era riuscito all'Inghilterra durante il magistero
del Rohan di ottenere un porto, una fortezza ed alcuni ma-
gazzini per la sicurezza della sua navigazione e del suo
commercio nel Mediterraneo, stante Tintesa del Gran Mae-
stro colla Russia, da cui l'Ordine si riprometteva ben piii
— 88 —
che il compenso dei danni cagionatigli dalla rivoluzione
Francese.
5. L^appello indigeno, quale quello di uno stato che
ricerca tutela ed assistenza da uno maggiore nella sua
insufficienza per rassicurare il successo alla insurrezione,
offriva mirabilmente alla Gran Bretagna Toccasione d'im-
padronirsi di questi mari coll'atteggiarsi a protettrice del
debole, che a lei affidava i propri destini e dava il destro a
distruggere i piani delle sue rivali.
6. Causa della insurrezione dei Maltesi contro i Fran-
cesi era il desiderio del godimento degli aviti privilegi e dei
beni sfacciatamente da costoro manomessi, e perciò la Na-
zione Maltese si valeva del diritto connaturato nell'uomo di
repellere colla forza l'ingiusto aggressore, affermava col
fatto i suoi privilegi nazionali e reagiva contro chi attentava
alla sua esistenza.
7. Afferrata dai comandanti britanni e compresa la
situazione indigena, scrutate le naturali aspirazioni e le
inclinazioni non che i bisogni economici degli Isolani, desi-
derosi questi di aver parte nel maneggio politico della loro
terra, eccoli subito a lusingarli e proporre quanto poteva
sedurre un popolo, conscio della sua naturai impotenza a
sostenere di fronte all'evoluzione mondiale una propria
assoluta indipendenza. Loro si offriva dì provvederli del
necessario, di rifarli dei danni sofferti, di lasciare in loro
mano il maneggio degli affari propri in uno cogli impieghi
tutti civili dell'isola, a patto della cessione dell'isola. < Vo-
lete cedermi la città, diceva il comandante Ball ai capi
maltesi, ed io prenderò l'assunto di provvedervi di grani e
tutt' altri generi che vi abbisognano,... indennizzerò tutti i
Maltesi dei danni ed interessi sofferti... tutti gl'impieghi
saranno in mano delli Maltesi, il solo Governatore ed arti-
gliere saranno Inglesi. >
8. I capi Maltesi, presi a questo amo, pur ricordevoli
della deferenza dovuta al monarca siculo e forse per prepa-
rare quelli che tra loro erano titubanti a causa delKessere
— 89 —
inclinati alla richiamata dell'Ordine Gerosolimitano e veder
qui stabilita la potenza russa, od al tentare di governarsi
indipendentemente in questa terra, concordarono di sopras-
sedere per due mesi all'accettazione col pretesto di dar
tempo al re delle Due Sicilie di poter approvvigionare
risola del necessario ; e che qualora egli non realizzasse la
situazione di questo popolo il concordato si dovesse ritener
conchiuso. A tal uopo ai 25 Ottobre si faceva il secondo
formale appello al Sovrano di Napoli ed il memoriale sot-
tomesso al re dall'ammiraglio Nelson ebbe un riscontro ai
1 5 Novembre nel dispaccio del Marchese Gallo.
9. L'arciprete Cassar, capo della popolazione Gozi-
tana, al sentirsi dallo stesso Ball ripetute simili profferte era
ad un punto di sostituire immantinente l'Inglese al Napo-
letano vessillo, e ne fu distolto da quello stesso capitano
per motivi di convenienze diplomatiche. Intanto, avvenuta
la capitolazione del presidio francese al Gozo ai 28 Ottobre,
nello stesso atto della capitolazione si fé allusione agli in-
terceduti accordi tra Gozitani e Nelson e per la prima volta
lo stendardo inglese sventolò per un intero giorno sul
castello del Gozo prima che fosse stato riconsegnato agli
isolani.
10. Questa tendenza dei Maltesi e questo lor favore
per l'Inghilterra a preferenza delle altre potenze avide
del possesso di Malta eran ispirati dalla fama che essa
aveva del governo più costituzionale, e se ne ripromette-
vano, perciò, oltre un buon regime, la cessazione delle
differenze di casta, tanto più che già mostravasi nel fatto di
essere atta a sopperire ai loro bisogni economici e com-
merciali, mentre l'assicurazione del rispetto alla religione
e del godimento degli aviti privilegi disarmavano chi era
altrimente disposto. A rendere questo concordato mag-
giormente ricercato da Maltesi espediente presentavasi
la situazione del monarca di Sicilia. Presa Napoli ai 1 7
Gennaio 1799 dai Francesi, ben maggiori cure dovevan
premere su quel re che non la larva di dominio rimastagli
12
— m —
in questa isola, laddove e lo Stato napoletano e il siciliano
eran tali da porlo nell'assoluta impossibiltà di sottrarre
Malta dalle granfie della Republica francese ; e le dottrine
allora in voga insegnavano che, quando gli abitanti di una
città o di un paese pressati dal nemico, implorassero invano
la protezione del monarca, e questi per impotenza, o per
mala voglia mancasse di soccorrerli tanto da essere eglino
costretti di cercarsi nelle proprie risorse la salvezza, il
diritto di untai sovrano vien meno (i) e di conseguenza
essi divengono liberi nelle loro politiche azioni.
1 1 . Aveva la politica napoletana suggerito agli am-
basciatori maltesi giunti a Napoli ai 1 2 Settembre, quando
quel reame non aveva ancor dichiarata guerra alia Repu-
blica, di tener celate le ricevute bandiere del Re delle
Due Sicilie e di non farle sventolare nell'isola, prima che ne
avessero ricevuto apposito ordine (2) ; e quando i Maltesi
agli 8 Decembre 1798 al sentore che altra potenza avreb-
be potuto profittare della situazione di questa terra, su cui
sventolava solo lo stendardo bicolore maltese, non cono-
sciuto internazionalmente, si accontentavano al suggerimento
del Ball d'issare lo stendardo napoletano, essi lo facevano
senza alcuna delle solite cerimonie e coll'espressa intesa che
lo facevano provisoriamente per l'unico riflesso di non peri-
colare la propria libertà e la remissione di S. M. nellW/^
dominio, per cui s'era esposta la vita, lungi, però, dal loro
animo l'intenzione di fare così atto di rinunzia alla indipen-
denza da loro conquistata (3).
12. Accentuatasi la vitalità russa a riguardo di questa
isola e forse di altra potenza ancora, l'ammiraglio inglese
s'affrettava a voler imprimere che questa isola apparteneva
al Re di Napoli. Così dopo aver scritto a Vienna che
l'Ordine Gerosolimitano non sarebbe mai stato ristabilito a
(i) Puffendoff Diritto di Nat. lìb. 7. 7. 5.
(2) Appendice No. XI.
(3) Appendice No. XXIII.
— 91 —
Malta perchè gli abitanti l'odiavano (i), al 12 Decembre
informò il vice-ammiraglio russo, che, appena il Gozo si
arrese, di aver dato ordine che la bandiera del Re delle
Due Sicilie fosse innalzata e risola consegnata al suo legit-
timo sovrano, e che lo stesso si sarebbe fatto quanto a
Malta, dove il vessillo napoletano sventolava e sotto cui i
bravi maltesi stavano combattendo (2). Né contento, a
21 Gennaio 99 riscontrando Ball, gli dice < ci è giunta
notizia che una nave russa con proclami per gli isolani vi
abbia fatto visita. Io odio i russi. La condizione di Malta
col Re di Napoli è che egli ne è il legittimo sovrano, e quindi
secondo la mia opinione la sua bandiera deve sventolarvi. AI
tempo stesso una guarnigione napoletana non è da
fidarsi perchè essa la consegnerebbe al prkno corruttore.
Io sono certo che il Re non troverebbe difficoltà di
darne la Sovranità airinghilterra, e da recente nota di
Sir W. Hamilton abbiamo che Malta non sarà data ad
alcuna potenza senza il consenso dell'Inghilterra* (3). Che
anzi a 4 F'ebbraio seguente soggiungeva « Se Malta mai si
arrenderà, il Re di Napoli ne è il suo legittimo sovrano e
la sua bandiera deve sventolarvi e la squadra britannica la
appoggierà. Se alcun partito inalbererà lo stendardo russo,
o qualunque altro, né il Re, né io permetteremo l'estrazione
del grano dalla Sicilia o da altro luogo. Colla solita vo-
stra discrezione esprimerete ai deputati maltesi il mio senti-
mento sulla condotta coi Russi ; e se ammiraglio, o navi
russe giungeranno nelle acque di Malta, li convincerete
della inconvenienza di trattare il legittimo Sovrano dell'iso-
la, e me, che comando le forze di una potenza intimamente
alleata coli' Imperatore Russo e che sta bloccando ed attac-
(i) 4c Malta js hard pressed, and as it belongs to the King of
Naples, I thìnk the Order will never be restored in Malta. The
inhabitants hate them. » Lett. a Sir M. Eden plenipotenziario a
Vienna io Decembre 1798. Nicolas voi. HI. p. 193.
(2) Ivi, p. 197.
(3) Ivi, p. 236.
— 92 —
cando da sei mesi Malta nel desiderare di vedere lo
stendardo russo sventolare sull'Isola > (i).
13. Non richiedesi grande acutezza di mente, o molta
perizia diplomatica, ma basta invece una corta vista per
vedere che tali dispacci e disposizioni eran palliativi dell'an-
sia del comandante in capo britanno e del suo fido Ball sui
futuri destini dell'isola. Egli la sapeva occupata da uomini
improntati da spirito d'indipendenza, non inclini a ricono-
scere l'altrui alto dominio col sacrifizio della acquisita posi-
zione se non a patto di aver rispettati religione, libertà e
privilegii patrii, qualmente veniva loro insistentemente pro-
messo anche da altri potentati.
14. Aveva il Nelson ben ragione di informare TEarl
Spencer che il capitano Ball aveva fatte meraviglie e ne
sperava successo (2), perchè se tali espressioni non voglion-
si intendere dei 15,000 armati maltesi a cui eransi spediti
mortali e cannoni per cingere sempre più la Valletta (3),
esse non potevano che riferirsi al successo dell'azione di lui
nell'essersi accattivati gli animi dei nativi al punto che que-
sti omai più non titubavano di secondare apertamente le
vedute britanniche. Epperò dal 9 Febbraio 1 799 lo sten-
dardo inglese per volere spontaneo dei Maltesi veniva gra-
datamente innalzato sulle batterie loro, quasi a metterle
così sotto la protezione delle Gran Brettagna, acclamando
signora di queste isole quella nazione i cui agenti avevan
saputo efficacemente concertarne la dedizione (4). Se nella
•«i— .— — — *
(1) Ivi, pag. 255.
(2) Ivi, pag. 225. a 7 Gennaio 1799.
(3) « Malta is blockaded by a Squadron of three Sail of the
Line and four Frigates. Mortars and cannon are lately sent from
this Arsenal (Napoli), for the use of the maltese, who are 15,000
nien in arms against the town of La Valletta. » Lett. all'amm. russo,
12 Decembre 1798. ivi, p. 197.
(4) Secondo le informazioni attinte dello Stoddard, stato in
Malta dal 1803 al 1836. «Lo stendardo maltese fu in principio
issato sulle batterie come lo fu talora quello siciliano, ma quando il
signor V. Borg capo del Battaglione di Birchircara inalberò lo sten-
—^93 —
incertezza di quei momenti storici avevano le imbarcazioni
nostrali dapprima issate le bandiere ora dell'Ordine Gero-
solimitano, come aveva fatto la barca peschereccia, che da
Marsascirocco a 4 Settembre giungeva a Siracusa, e Taltra,
giorni appresso a Trieste, ove era ospitato il Gran Maestro,
ed ora la Siciliana, come pretendesi abbia fatta la spero-
nara diretta per Napoli, le circostanze permettevano loro
Tadozione del vessillo della regina dei mari ad onta del
dispiacere dei bloccati nemici, i quali ben compresero tutta
la importanza della novità.
15. Politica e prudenza consigliavano che il fatto com-
piuto dai Maltesi e la tacita accettazione del significato di
quell'atto da parte degli Inglesi non si lasciassero sfornite
delle formalità, che diplomazia e circostanze suggerivano,
non solo afifin di dare stabile consistenza al risultato pratico
di quell'atto dei Maltesi e dell'adesione degli Inglesi, ma
ben anche affin di prevenire e possibilmente diminuire le
obbiezioni di altre parti interessate nella evoluzione dei fatti,
di cui l'isola nostra più che teatro era il perno principale.
Quindi ai 7 Febbraio l'assemblea nazionale si raduna a de-
liberare per un indirizzo al Re delle Due Sicilie con do-
manda del permesso d'inalberare formalmente lo stendardo
inglese ad effetto di ottenere dalla Gran Brettagna una
speciale protezione ed una valida cooperazione ; e il Baro-
ne Gaetano F'ournier, l'assessore Dr. Luigi Agius e l'abbate
L. Savoje, deputati a presentare l'indirizzo, vengono im-
mantinente portati da fregata inglese a Palermo (i).
dardo inglese sulla batteria da lui comandata, l'esempio fu seguito da
tutti gli altri capi e la cosa divenne generale.» Rapporto al Segretario
distato ^. 16. Ora da una lettera del Borg si apprende che egli
innalzò il vessillo consegnatogli dal Ball dopo che a bordo della
nave Alexander erangli convenuti ed assicurati le sopraccennate liber-
tà e privilegi maltesi. Il Borg, sebbene fosse stato in seguito in
disarmonia col Ball a causa del successivo modo di amministra-
zione inglese, fu insignito del Cavalierato di S Michele e S. Giorgio
prima di sua morte.
(2) Azzop. Presa di Malta, p. 120.
— 94 —
1 6. Parimenti questo corpo rappresentativo nazionale
avendo eletto per proprio capo e presidente il comandante
del blocco cap. A. J. Ball ed acconsentendo di modificare e
migliorare la propria costituzione agli 1 1 Febbraio 1 799
intimava nei casali una nuova formale elezione dei mem-
bri che d'allora in poi dovevano rappresentare i Maltesi,
nell'intento di ottenere la sanzione popolare nell'operato
cambiamento costituzionale ; e perciò la seguita elezione
constatata nella seduta del congresso tenuta ai 1 8 Febbraio
non poteva considerarsi altrimenti che quale risultato del
plebiscito maltese sullacclamata sovranità britanna.
17. Il Nelson posto in comunicazione coi deputati del
popolo maltese, col plenipotenziario inglese Hamilton e
colla Corte Siciliana vergava di conseguenza a 28 Febbraio
1799 il dispaccio indicante < il desiderio di S. M. Siciliana
che la bandiera inglese sia issata su tutte le parti dell'isola
di Malta, come lo è quella siciliana. Perciò ovunque si
erigeranno alberi di bandiera per issarvi lo stendardo siculo
voi erigerete altri accanto per inalberarvi i colori inglesi af-
fin di denotare che l'Isola è sotto la speciale protezione di
S. M. Britannica. E tutte le volte che la bandiera inglese
s'innalzerà devesi innalzare anche quella di Sicilia, perchè
risola deve considerarsi semplicemente sotto la protezione
della Gran Brettagna durante la guerra. > Dava, in pari
tempo permesso al Ball di presiedere il congresso dei Maltesi
e rimanere a terra colle forze maltesi, per quanto fosse
necessario conformemente al desiderio dei deputati maltesi
e del monarca siculo; (i) e del nuovo fatto dell'innalzamen-
to simultaneo, cioè, delle bandiere inglese e siciliana dava ai
23 Marzo contezza allammiraglio russo Ouschakoff aggiun-
gendo che i Maltesi si erano col consenso di S. M. Siciliana
posti sotto la protezione della Gran Brettagna (2).
(i) Nicolas, ivi, p. 173. ed App. No. XXIV.
(2) Ivi, p. 304.
— 96 —
1 8. Fu allora che il Ball si assumeva il titolo di Go-
vernatore di queste isole a nome dì Sua Maestà Siciliana,
del che speciale memoria fu tenuta nelle minute del con-
gresso nazionale alla data dei i6 Marzo 1799 nei termini
seguenti : < Indi il signor Presidente del Congresso Co-
mandante della Squadra Britannica al blocco di Malta
Alessandro Giov. Ball ha manifestato al Congresso d'aver
egli ricevuto ordine dai sopradetti Ministro d'Inghilterra
Hamilton ed Ammiraglio Nelson d'assumere a nome di
S. M. Re delle Due Sicilie il comando in terra di queste
due isole col titolo di Governatore, al che tutti li Signori
Rappresentanti hanno dimostrato li più vivi segni di gioja e
contento, presentando al medesimo li dovuti complimenti di
congratulazione > (i). Né paghi di tanto, per fornire mag-
gior solennità ai fatti compiuti e divulgarne la notizia fra le
altre nazioni, stesero un manifesto, ove dopo di aver accen-
nato all'organamento sociale da loro stabilito ed al fatto
ancora che i Francesi ritenevano ignorato dalle potenze eu-
ropee lo stendardo maltese, affermavano < il ben segnalato
€ concorso, che ricevevano dal consiglio e direzione di S.E.
€ il Comandante Ball e dell'assistenza di persone intelligenti,
< che egli spediva secondo le occorrenze dal bordo delle
< sue navi, per cui, conosciuto il merito singolare del me-
« desimo e l'affetto che egli aveva contrattato verso la
< NAZIONE, si unì questa nel sentimento di pregarlo a fissare
< la sua residenza in terra ed assìwiere in qualità di suo
< capo la dii^ezione delle sue armi ed il governo politico, ed,
< essendosi egli compiaciuto di accettare con somma bontà
< l'uno e l'altro incarico, hanno immediatamente sperimen-
< tato i buoni effetti di questa loro determinazione 1^ (2).
E come il 19 Febbraio il Ball curava premurosamente di
informare i Francesi dell'assunta protezione inglese sull'iso-
(i) Mss. Blocco 1798 neirArch. della Cattedrale.
(2) App. No. VII dal Mss. Bibl. 269.
— Ge-
la, (i) così con intenso compiacimento si affrettava un
mese dopo, cioè ai i8 Marzo, di portare tale manifesto a
cognizione del loro presidio rinchiuso entro la Valletta (2).
19. Infatti nella intima della resa loro fatta dai co-
mandanti inglesi ai 9 F'ebbraio (t ventose) vi si annunzia
che i Maltesi sono d'ora innanzi sotto la protezione dell'In-
ghilterra ; < mais la dernière phase de la lettre de somma-
tion, par laquelle ils (les anglais) annoncent que le maltais
sont dèsormais sous la protection des anglais, paroit expli-
quer le veritable motif de leur message. » Così il Ransijat,
che alla data dei 22 ventóse riporta « Les rebelles leur ont
offert la souveraineté de TTle, lorqu'ils apprirent la fuite du
roi de Naples en Sicile. Les anglais, usant de leur fourbe-
rie ordinaire, ont paru la refuser, en repondant qu*ils n*a-
voient d'autre intention que d'asstirer \ indèpendance des
maltais, et qu'ils la protégeroit toujours ; > e continua :
< ma, affinchè la generosità ostentata per fini politici non
compromettesse le loro mire, accettarono il comando delle
truppe della campagna, e l'assunsero il 19 Febbraio ( 29
Pluvióse ) quando la loro bandiera si vide issata su tutte
le batterie, mentre quella di Napoli continuava a sventolar
sola nella Città Vecchia >, « et conjointement avec celai
d'Angleterre dans les retranchemens ennemis> (3). Né
sarà superfluo ricordare che il dispaccio dei ministro
napoletano Acton dei 19 Febbraio 1799 responsivo alla
supplica in proposito dai nostri avanzata « permette che i
popoli maltesi uniscano i loro voti a quelli di S. M. Britan-
nica.... sotto qualunque denominazione, o dimostrazioue
esteriore quand' anche \ ammiraglio Lord Nelson giu-
dicasse di assumerla in nome di S. M. Britannica per carat-
terizzare maggiormente la protezione che concede a questa
(i) Bosredon Ransijat « Journal du Siége de Malte, » Paris an.
IX. p. 54.
(2) Ivi, p. 78.
(3) Ibi, pag. 78.
— 97 —
isola > (r). In secriiito del qiial dispaccio i tre deputati
maltesi indirizzavano ai 23 Febbraio formale domanda al
ministro plenipotenziario inglese Hamilton ed al Nelson per
Teffettuazione del progetto dell'inalberamento della bandie-
ra inglese in Malta, cioi per Taccettazione esplicita e
formale di quanto si faceva nell'isola a riguardo della sovra-
nità rappresentata dallo stendardo.
20. La posizione assunta dal Ball in quest'isola e Tinal-
beramento effettivo sull'isola e sulle imbarcazioni maltesi del
vessillo erano dai nostri considerate quali prove più che suf-
ficienti dell'accettazione ed adesione ai loro voti da parte
della Gran lirettagna, che essi ora riguardavano succeduta
nella sovranità dell'Ordine, essendosi essi con quell'atto
volontariamente e spontaneamente svestiti d^^lle ragioni e
dei diritti loro alla condizione del mantenimento dei diritti
e privilegi, in difesa dei quali avevano impugnate le armi,
e che ora osservavano rispettati secondo le loro aspirazioni.
Infatti la chiesa loro che era stata rispettata ed indipendente
nei tempi andati; tale ora rimaneva. Un co7isiglio avevano
avuto in antico, che reggeva con una data dipendenza gli
affari tutti interni dell'isola, e questo i Maltesi ora rivedeva-
no rinnovato con efficace vitalità e prestigio.
2 1 . Una tale importante istituzione è dovuta al re
Luigi di Sicilia, che nel 1220 stabiliva il corpo municipale
col nome di Università composta di un capitano e quat-
tro ragguardevoli cittadini detti giurati. La principal loro
incombenza era invigilare sugli affari dell'azienda publica
dell'annona ; fissar le mete sulle vettovaglie per apportarne
l'abbondanza nell'isola. Altre prerogative accordavale re
Federico portatosi in Malta nel 1372, che pur rimunerava
con feudi quei dei nostri che si distinguevano nella difesa
della loro patria (2). Il capita?i di verga era l'ufficiale del
(i) Azopardi Presa di Malta pag. 128.
(2) Lancea Gatto a 12 Novembre 1372 ebbe il feudo di «Diar
el Bniet» ed ai 4 Novembre Guglielmo Murina otteneva quel di
Ì3
— 98 —
Re con poteri più o meno ristretti secondo le epoche e la
divisione delle autorità nelFisola ; e,- quando ne abusava,
il consiglio rappresentava le sue lagnanze al sovrano. Non
era lecito al capitan di verga di sedere nel Consiglio Popo-
lare, se non quando era implicato l'interesse reale negli
affari che vi si trattavano. € Il riferito capitano eleggevasi
alle volte dal Re ; non raramente dai Maltesi, più ordina-
riamente però essi gli presentavano la nomina di tre indi-
vidui, ed egli da infra questi lo eleggeva. Il Consiglio
Popolare era una permanente rappresentanza dell'intera
popolazione. Formavasi di un determinato numero d'indi-
vidui della prima e seconda classe e de* rappresentanti di
ciascun casale, chiamati contestabili, che si sceglievano per
liberi e publici voti. Nel Consiglio Popolare risedeva l'au-
torità esecutiva. Se in affari importanti dissentivano le
opinioni, spettava al sovrano la decisione. Al Consiglio
spettava d'elevare le tasse, ed i giurati interamente da essi
dipendevano. >
2 2. Re Alfonso, trattando i Maltesi come formanti
parte del regno di Sicilia, loro accordava nel 1428 la piena
amministrazione civile e crimhtale del proprio paese ; e nel
1429, ad istanza degli ambasciatori dell'Università France-
sco Gatto e Simone Mazzara, stabiliva che tutti gli ufficiali
ed impiegati nelt isola dovessero essere nazionali maltesi tóit
i Maltesi non potessero essere obbligati a pagare imposi-
zioni, o tasse solite pagarsi al regno di Sicilia. Più tardi nel
1438 fu dal sovrano decretato che gli ufficiali fossero eletti
per liberi voti di cittadini ; che questi potessero impune-
mente opporsi alle ordinanze lesive dei privilegi dell'isola, e
che il castellano non dovesse avere giurisdizione, né inge-
renza nei poteri degli amministratori della Città e della
Università. Lo stesso \lfonso nel 1441 confermava i pri-
«Bucana», Enrico de Sosa a 12 Novembre otteneva «Ghariescem e
Tabia»; oggi posseduti i primi due dalla Bssa. M. Sceberras D'Amico,
ed il terzo dal Conte e Bne. Sant,
- 90 -
vilegi, circoscriveva la giurisdizione del castellano al solo
Castello St. Angelo ed ordinava ai giurati e capitani della
città d'osservare le risoluzioni del Consiglio Popolare. Re
Ferdinando (1507) riesentava i Maltesi dai dazi e le impo-
sizioni siciliane e nel 15 14 statuiva che il capitan d'armi od
altro regio ufficiale non potesse emanar editti ledenti i di-
ritti della città. Infine Giovanna e Carlo nel 15 16 riconfer-
mavano i detti ed altri privilegi che dimostrano che i
Maltesi prima della venuta dell'Ordine godevano di una
libera costituzione.
23. Per altro il gran maestro FIsle-Adam nel 1529,
venuto ad ispezionare il littorale, con istruzioni del Papa
di rimanere in questa isola, sebbene non fossero conchiuse
le trattative della cessione di questa terra, comprese e con-
siderò l'autorità municipale ed il consiglio quale formale
governo. Istruiva egli infatti da Agostaal i Ottobre 1529
il suo ministro residente a Roma di scusare presso il Ponte-
fice l'inosservanza dell'ingiunzione che gli aveva dato di
fermarsi in Malta per il motivo dell'incomodità delle abita-
zioni, e perchè non credeva conveniente fermarsi sotto la
giurisdizione di Magistrati che in appresso dovrebbero forse
essere ad esso sottoposti. Lo storiografo dell'Ordine, il
Bosio, così commenta questo fatto : < Non è da preterirsi,
che nell'anno 1529, il dì 29 d'Agosto, l'istesso Gran
Maestro co' suoi sia venuto nel porto di quest'isola, senza
permettere che alcuno di loro ponesse il piede in terra, per
vedere ed osservare privatamente il sito e prospetto del-
l'Isola, non parendogli conveniente di sottomettersi a coloro
che la gaverìtano^ e poi gli doveano essere soggetti, > ( Parte
III, L. V, pag. 89 ) ; il che splendida conferma riceve dalla
lettera diretta ai Maltesi ai 31 Marzo 1531 da Carlo V, il
(juale l'esortava < de compiacer y servir en todo lo (jue
pudieredes al muy reverendo Gran Maestro y Religion »
senza pregiudizio dei privilegi della nazione (i).
(i) M. Acciardi, Mustafà Bassa di Rudi, Napoli 1751 p. 33.
6902094
— loo —
24. Kd invero dal Consiglio Popolare si mandavano
deputati al Trono ed al Parlamento di Sicilia; ad esso rivol-
gevasi il Sovrano, quando la disciplina ecclesiastica ancor
lo permetteva, perchè la nazione presentasse al Papa il can-
didato al Vescovato di Malta; dal Consiglio Popolare si for-
mulavano i cosidetti Capitoli alla guisa medesima che si face-
va dalle insigni Città di Sicilia e di Napoli e avuto il regio
placet essi avevano vigore legale in cpieste isole. Questo Con-
siglio, come già abbiam veduto ebbe parte nella esecuzione
della cessione delle isole airOrdine,e la sua azione fece sov-
venire airisle Adam di seguire il principio politico del divide
et impera. Divise perciò questo Gran Maestro nel No-
vembre 1530 risola in due dipartimenti Tun dall'altro indi-
pendenti creando un nuovo magistrato nel Borgo di Castel
St. Angelo ed un Consiglio, al quale sottopose le circonvi-
cine parrocchie del Zeitun, Zurrico, Birmiftuh e Curmi, e,
non fosse stata l'opposizione del magistrato alla Notabile (i)
ne avrebbe pur ugualmente divisa l'autorità giudiziaria.
Pino al 1576, quando il Consiglio Popolare prestò il suo
consenso ad una contribuzione degli abitanti, si osserva
che fosse lasciata anche dall'Ordine a queste autorità il
(i) Al (u)Z(j esisteva un'Università come quella della Notabile e
(iella Valletta ; ed era rappresentata da 4 giurati, i quali soprinten-
devano all'annona, sorvei^liavano all'andamento degl'istituti di cariti,
alla manutenzione delle strade ed ediliei [)ubliei, amministravano
la «« massa delle vettovaglie. » ed erano utìficiali nati del reggimento
del (io/.o (lettera del bali IJelmonle 20 ( iennaio 1793) comandati dal
(ìovernatore. Il generale Kmle. Vitale tinita la cam|)agna maltese lu
nominato (ìovernatore del (iozo. I giurati avevan l'uso della toga di
dàmasco'nero col sciaperon ornato con oro (Rescritto del io V^. 1783),
cuscini e strato verde (Rescritto 18. VI. 1783). Allo sbarco dei Fran-
cesi, IO Giugno 1798, i giurati del Gozo erano il Dr. Paolo Pelagio
Grungo giudice della Corte Capitanale, il Dr. C. E. Palmier, il Not.
Giuseppe Bondin Cauchi ed il Not. Francesco Cassar. Il generale
Reynier a 16 Giugno vi aggiunse l'avvocato Fort. Spiteri. A 20 Lu-
glio l'isola del Gozo fu divisa in due municipalità, l'una dell'ovest
con sede al Rabato. e l'altra con sede a casal Caccia, i cui ufficiali
rima^jtro ntll'impie^^o tino al 4 Settembre.
- loi -
forzare imposizioni popolari. Nel 1544, infatti, essendosi
proposto di circondare di mura il Borgo da tramontana e
levante, il consiglio della popolazione del Borgo deliberò di
far contribuire i possidenti con denaro ed i poveri con im-
piegare la loro opera gratuita in certi giorni. Nel 1552,
1 3 Febbraio, e 1 7 e 1 5 Agosto il Consiglio della Notabile
respinse proposta del Gran Maestro fatta a mezzo dei giu-
rati, di stipendiare le reclute fatte in Italia per presidiare
risola, rimarcando incombere tale obbligo a chi era succe-
duta al Re, e a chi esigeva le imposizioni preesistenti della
scisa del vino e dei diritti di dogana. Parimenti, fortifi-
candosi niel 1556 la parte del feudo, appellata dalla forma
del sito, di Pietra Longa oggi Città Senglea, fu per deli-
berazione del suo Consiglio che il popolo si contentò di
contribuirvi. Ma l'indomito La V'^allette di nessun freno era
sofferente e faceva impiccare Matteo Callus dottore in
medicina quale ribelle, confiscando i di lui beni come ispi-
ratore e latore di ricorsi al signor delKalto dominio contro
i suoi ordini ledenti i privilegi dell'Università ; mentre
più tardi il Verdala dava T ultimo crollo ai privilegi e
diritti della nazione.
25. Non parve, perciò, vero ai Maltesi nel 1799 di
poter dinuovo usufruire con sicurtà e senza il grave onere
di pensare a salvaguardarsi dairesterno. gli aviti privilegi
coiropera di (juesto conji^^ressOy quando cioè si sentivano pa-
droni di stabilire i diritti di porto come le norme sui passa-
porti ed i regolamenti della Sanità (seduta dei 18 Febbraio),
le penalità da inlliggersi ai sospetti nemici (28 Febbraio) ;
i regolamenti di polizia e di dogana ( 11. 18 Marzo), le
imposte ed i regolamenti per i battaglioni e le milizie ter-
ritoriali (30 Settembre, 7 Ottobre e 15 Aprile), il regola-
mento deiramministrazione delle rendite e della publica
proprietà, e la contrattazione di prestiti (4 Marzo 1799) ; e
quando si vedevano trattati con tanta stima e riguardi dal
Re delle Due Sicilie e suoi ministri ( 16 Marzo ) e dalla
Russia a mezzo del suo ministro Italienscki (30 Decembre).
— 102 —
20. Né il dubbio che tale loro potere ed autorità
potesse presto finire, quando nel Novembre si vide tolta la
bandiera inglese dalle trincee difi-onte la Valletta (i),
venne a turbare il loro contento, ricevendo dalla Russia le
più ampie assicurazioni del mantenimento dei loro diritti e
privilegi nella forma più solenne in un publico congresso
dal plenipotenziario a ciò espressamente venuto in seguito
al concerto delle potenze di rimettere quest'isola all'Or-
dine Gerosolimitano (2), protetto allora dalla potenza
Russa. Tuttavia del ^congresso» i Maltesi allora usarono
per tentare di frastornare una tale disposizione circa la so-
vranità della loro patria presa senza loro intesa. Scrissero
quindi, agli 11 Aprile 1799 alle tre corone in lega per lo
ristabilimento dell'Ordine di lasciare il governo nella mede-
sima persona, dalla quale era allora esercito, cioè del co-
mandante inglese Ball ; e nella lettera all'Imperatore delle
Russie aggiungevano l'espressione delle loro volontà « che
risola, scacciati totalmente i Francesi, non resti da altre
truppe custodita, che dalli soli Maltesi. ..> (3) con che essi
dimostravano di non aver mutato proposito quanto alla
acclamata sovranità né di intrattenere alcun timore circa i
vantaggi del seguito concordato cogli agenti della Gran
Brettagna, di cui uno, il Ball, ai 28 Maggio 1807 scriveva
al Segretario di Stato Wyndham: •you are aioare, Sir, that
when the British first took possession of the island, it
was stipulateci that the Privileges of the Maltese should
be preserved, and their ancient laws continued. >
27. Invero la differenza del godimento dei privilegi
che da questa rapida digressiva esposizione appariva di
essersi sotto questa protezione assicurati i Maltesi, confron-
■<i) Ransaijat, loc. cit. p. 141. cdiz. ital. Malta 1843.
(2) L'Ordine di Malta fu sempre conosciuto come l'Ordine
Gerosolimitano per eccellenza a distinzione degli altri ordini stati pure
a Gerusalemme, ma a cui non compete questo appellativo senza l'ag-
giunta di altro aggettivo determinativo,
(3) Azzopardi Presa, pag; 135.
— loà —
tata col trattamento sostenuto durante la dominazione dei
cavalieri in contrasto col l'antecedente vita indigena, toglieva
qualsiasi perplessità, alienava sempre più gli animi dal
desiderio di tornare al regime feudale precedente e guada-
gnava ognor più maggior numero di convinti proseliti a
favore della sovranità britannica, confermandoli nel tenace
proposito della scelta. In questa persuasione li rafforzava
il procedere dell'autorità preposta al comando, che insin
dall'approvazione dell'opera politica maltese si diportava
conformemente alle loro vedute. Il Ball regola, dirige ed
ordina quindi gli affari relativi al governo indigeno coll'as-
senso dei nativi negli affari interni, e rivestendosi del titolo
di Comandante in capo delle isole di Malta e Gozo ristabi-
lisce ai 25 Aprile 1799 l'antico magistrato della Notabile e
il suo capitan di verga in persona dei Bne. Francesco Gauci,
Conte Salvatore Manduca, Conte Ferdinando Teuma, Mse.
Vincenzo Depiro e Conte Romualdo Barbaro: il primo in
capitan di verga e luogotenente proprio nel governo della
Notabile e gli altri quattro per giurati della medesima città e
campagna ; gratifica ed assegna gli impieghi civili insignen-
dosi nel 1800 col titolo di capo dei Maltesi e dai 28 Marzo
1 800 quale il capo di Malta e Gozo, Assentandosi poi dal-
l'isola si vede sostituito nell'amministrazione civile dal capi-
tano Vivion. Il Vivion presiede a più sedute del congresso,
conformandosi al voler della maggioranza nelle sedute dei i
e 8 Luglio in questione di prerogative dei rappresentanti dei
casali volute assorbirsi dal magistrato della Notabile, se-
dandovi così i cagionatisi malumori. Il Vivion fu quegH
ancora che confrontato collarrivo dei messi di Hompesch,
li faceva senz'altro rimpatriare.
28. Dal che chiaro emerge che gli isolani si tenevano
ad arte all'oscuro dello svolgimento degli eventi e della
tendenza, che cercavano con ogni mezzo di imprimerci i
preposti alle cose nostre. Nel dispaccio del Nelson al mi-
nistro inglese a Pietroburgo Sir Ch. Whitworth a 5 Aprile
1 799 si dice del Ball semplicemente d'essere egli stato
— 104 —
tanto abile da conciliarsi cr\\ affetti dei Maltesi al punto di
essere unanimamente eletto dagli isolani collapprovazione
di S. M. Siciliana a loro generale e capo, mentre l'offerta
cessione dell'isola vi si dice non accettata. < Sua Imperiai
Maestà si compiaccia sapere che i poveri isolani si sono
spesso nella loro angustia, e quale segno di lor gratitudine
offerti (per quanto il potevano) quali sudditi del nostro Re
ed hanno fatto questa domanda a S. M. Siciliana ma tanto
Sir W. Hamilton che io, conoscendo che il nostro Sovrano
non è animato da alcun idea d'ingrandimento abbiamo inva-
riabilmente ricusalo ogni offerta di tal natura. Però, nelle
presenti circostanze in cui trovasi S. M. Siciliana e per suo
desiderio, le bandiere Siciliana ed Inglese sventolano Tuna
accanto all'altra, l'inglese prendendo la diritta per denotare
chela Gran Brettagna protegge lo stendardo di S. M. Si-
ciliana > (i). E la ragione di tal rifiuto sì riscontra nella
lettera dei 6 Aprile allo Spencer, dove Malta è considerata
inutile all'Inghilterra e causa di gran spesa, e dove si rileva
rassicurazione data dal Re di Sicilia di non consentire mai
alla cessione di essa senza il consenso Inglese. «I poveri iso-
lani sono stati così oppressi dall'Ordine che ci hanno molte
volte pregato istantemente ad accettare l'isola per la Gran
Brettagna ; e so che se l'avessimo accettata S. M. Siciliana
ne sarebbe stata contenta. Ma come ho già detto io non vi
pongo per noi valore, ma per essere una piazza di tanta
conseguenza alla Francia, ogni spesa dovrebbe incorrersi
per cacciameli via > (2)
29. Eran forse le idee del Ball in disaccordo con
quelle del Nelson a riguardo del possesso di queste isole ?
Ma le azioni dell'ammiraglio parevano appoggiare quelle
del suo subalterno, sebbene a volte costui assumesse forse
maggior autorità di quel che egli sembrava avere. Abbiam
veduto che a sedici Marzo 1799 egli s'intitola Governatore
(i) Nicolas voi. III. pagf. 814.
(2) Ivi, pag. 315.
— 105 -^
nominato da S. M. Siciliana mentre col dispaccio privato e
secreto del Nelson a lui dei 2 i Agosto seguente eirli era
autorizzato dì agire dalla corte di Sicilia solo come n7/>o dei
Maltesiy e con altro dispaccio publico di pari data gli si
diceva < potete considerarvi ed agire come comandante in
capo di tutto il popolo Maltese e dei marinai e di altri sbar-
cati dalla squadra nell'isola di Malta ; (i) e questa (|ualifica
325 Agosto si notifica all'ammiraglio portoghese Niza (2).
30. E' vero che tali misure venivano prese dopo
avuta notizia dell'accordo seguito colla Russia e dopo
l'allarme ed i dissapori verificatisi nell'isola per tema che i
Russi divenissero padroni di questa terra colla propensione
di preferire a quelli piuttosto gli stessi Francesi ; (3) e
s apporrebbe al vero chi spiegasse come maneggio diplo-
matico la condotta del Nelson in quella congiuntura impo-
stogli dalle circostanze dell'accordo anglo-russo. Non vi ha
dubbio che ben scarsa simpatia se mai, trovava la Russia in
queste isole, e scopo precipuo dei deputati Maltesi, cano-
nico Carafa e Dr. Giovanni Schembri, mandati alla corte di
Palermo nell'Agosto 1791 può esser stato, oltre quello di
chiedere soccorsi, di render noto il sentimento degli isolani
a riguardo dei Russi (4).
31. Fu allora, a 19 Settembre, che il Nelson spediva
il dispaccio dell' Acton, con cui il Ball veniva nominato
(i) « General Actoii tells me you will bave His Sicilian Majesty's
lettor, to act as Chief of Maltese for the present, or uiitil the Order
is re-established. » Ivi, pag. 456. « You are at liberty to repair on
shore yourself and act and consider yourself as commander in chief
of ali the Maltese people, > pag. ivi 457.
(2) « Captain Ball, who is appoìnted by H. S. M. and viyself as
chief of the Maltese people » ivi pag 464.
(3) Nelson all'ammiraglio Earl di St. Vincent 17 Aprile 1799,
pag. 330.
(4) Con brig Portoghese essi giunsero a Messina in Luglio ed in
Agosto troviamo nel Mss. della Cattedrale biglietti ed avvisi per l'u-
dienza reale e dei ministri accordata a questa deputazione.
J4
— 106 —
capo del Popolo Maltese, collespressa ingiunzione di conser-
vare la posizione anco alla venuta dei Russi e coU'ordine
che allora il solo stendardo del Re di Sicilia dovesse inalbe-
rarsi in tutta l'isola ; (i) ed intanto avvertiva rammiraglia-
to inglese della seguita nomina del Ball < fatta per unanime
desiderio del popolo Maltese, > soggiungendo : <I1 ceto più
alto dei Maltesi sa che l'Imperatore delle Russie è il Gran
Maestro, ed ha speranza di aver la propria condizione am-
migliorata, ma nessun idea ha il popolino di dover Tisola
sottostare di nuovo airOrdine, da lui ritenuto oppressore,
che altrimenti sarebbero d'aspettarsi brutte conseguenza (2).
l)*allora in poi vedesi il Nelson indirizzare i suoi dispacci al
capitano Hall (jiiale chicf of the Maltese,
32. E considerato in tal qualità od in quella di Presi-
dente eletto dagli indigeni o sia pure in quello di coman-
dante in capo delle milizie Maltesi, è incomprensibile come il
Ball abbia potuto significare al congresso come pretese fare
col dispaccio dei 15 Giugno 1800 al ministro, che le fun-
zioni di quella rappresentanza popolare doveva cessare alla
resa della Valletta (3). Preparava egli forse il terreno per
giustificare la misura da lui inseguito presa della dissoluzio-
ne arbitraria del congresso ? La vitalità propria del popolo
Maltese rappresentata dal congresso aveva forse* fatto
ombra insin dalla insurrezione come ostacolo all'eventuale
nuovo assetto escogitato dai patentati in riguardo alla so-
vranità di questa terra ; e perciò non reca meraviglia osser-
vare gl'Inglesi maneggiarsi in modo da assicurarsi grada-
tamente ed insensibilmente le redini e la direzione del
governo interno dell'isola, sebbene non rare fiate la loro
(i) Nicolas voi. IW pag. iS.
(2) Ivi, pag. 25.
(3) La prima volta che negli atti ufficiali conservati nel Mss. 570
deir Università della Notabile riscontrasi il titolo dì Governatore si è
a 14 Novembre 1800 nella nomina del Conte Gio F. Sant a capitan
di verga e giustiziero con tutti gli onori e le prerogative ed incarichi
che avevano i capitani di verga sotto l'Ordine Gerosolimitano.
— 107 —
stessa azione per estranee circostanze politiche è perplessa
ed incerta (i).
33. « L'Ordine di Malta ha da essere ristabilito, il Re
di Napoli ha dunque solo Talto dominio, e ne riceve dal-
l'Ordine il riconoscimento ; ma io credo che egli non avrà
più alcun potere quando l'Ordine sarà ristabilito, cioè dal
momento che la bandiera Francese sarà calata, > (2) < Rus-
sia, Inghilterra e Napoli sono alleati del Gran Maestro, e
sebbene una potenza possa aver nell'isola un numero mag-
giore di truppe delle altre, nessuna deve preponderare.
Quando calerà lo stendardo di F'rancia, quello dell'Ordine
solamente si ha da innalzare ; quando ordinavo diversa-
mente non avevo si pressanti ordini dall'Inghilterra. > (3).
Ed all'Imperatore della Russia quindi riferiva egli, il Nelson,
a 31 dello stesso Ottobre. € Io non ho esternato mai che
la Gran Brettagna volesse tenere Malta. E* perciò che
avevo ordinato che il vessillo di S. Maestà il Re delle Due
Sicilie dovesse essere inalberato, perchè mi fu detto (!) che
se l'Ordine non fosse stato ristabilito egli è il legittimo
sovrano dell'isola > (4). Non piacque, e naturalmente, alla
Corte Siciliana la disposizione sulla bandiera simboleggian-
te l'alto dominio su queste isole, e perciò lo stesso ammira-
glio Inglese scriveva a 18 Novembre ali 'Acton : < Parrebbe
che la nuova presa disposizione di far innalzare la sola ban-
diera dell'Ordine invece delle tre delle alleate potenze sìa
stata interpretata quale diminuzione dei sensi di mio rispet-
to verso S. M. Siciliana... Se ho errato, posso correggermi,
e sarò contento di incontrare sul proposito V. E. ed i mini-
ci) La lettera del Ball a Vaubois dei 13 Agosto 1799 perchè
capitolasse è ben guardinga da mettere in chiaro la qualità con cui
scriveva e a lui mandava il Cap. Broughton, ( pag. 201. Lavi-
gerie l'Ordre de Malte).
(2) Nelson a Ball 27. X. 99. nel Nicolas voi. IV. pag. 71.
(3) Ivi, pag. 72. 28. X. 99.
(4) Ivi, pag. 79.
— 108 —
stri d'Inghilterra e di Russia. > (i). Il risultato di tal cor-
rispondenza, a giudicare dd dispaccio a Troubridge dei 25
Novembre, fu che lo stendardo dell'Ordine alla resa della
Valletta doveva issarsi, ed il suo governo ristabilito a tenore
di un preconcerto (2). Intanto temendo il Nelson gli effetti
del ritardo dei rinforzi all'ammiragliato scriveva, < nessuna
cosa airinfuori della prudenza, del giudizio e della bravura
del mio amico capitan Ball ci avrebbe conservato risola> (3)
non badando che ciò s'era ottenuto da lui principalmente
mediante studiate lusinghe di promesse di libertà, di privi-
legi e di prosperità sotto la valida protezione dell'invitta
Albione. <Io non so, diceva più tardi al Ball (4), come deve
èssere governata l'isola fino alla venuta del Russo. Io non
troverò oggezione che la governiate voi, se gli alleati ve lo
domanderanno. >
34. Certo si è che l'ordine dell' inalzamento delle ban-
diere dell'Ordine venne sospeso ben presto ; ed invero nel
dispaccio a Lord Keith a 26 Gennaio 1800 si diceva che
per le cambiate circostanze, in cui il Gran Maestro sem-
brava rigettare la Rocca di Malta, lo stendardo siciliano
sventolava sull'isola ; (5) ed al Bey di Tunisi ricordavasi a
28 Marzo seguente che Malta era sotto la potente prote-
zione Britanna (6). Quanto avesse influito al ritorno della
pristina politica l'attitudine dei Maltesi decisamente avversa
a Russi e totalmente ora favorevole agli Inglesi non ci è
dato conoscere da documenti diplomatici; ma è incontrasta-
bile che a questa epoca i Maltesi col loro capo Ball consi-
deravansi già di fatto quali membri del grande Impero
Britannico ; e, sebbene solo per naturai sentimento di
amor proprio il più legittimo, avessero pur eglino desi-
ci) Ivi, pag. 104.
(2) Ivi, pag. 109.
(3) Ivi, pag. 114.
(4) A 7 Decembre 99. Ivi, pag. 130.
(5) Ivi, pag. 184.
(6) Ivi, pag. 210.
— 109 —
derato di essere distintamente rappresentati nell'atto di
capitolazione dei 5 Settembre 1 800, tuttavia salutarono con
festa e gioia lo stendardo Inglese sventolante libero sotto il
nostro bel cielo meridionale sui bastioni della città Je per
tutta risola, libero e solo, quale sicuro segnacolo d'incon-
trastabile dominio su questa bellissima fra le gemme, onde
va meritamente superbo il classico mare mediterraneo (i).
Guanto differente fosse l'attitudine delle corti di Russia e
di Napoli scorgesi dai documenti riportati nei Paget
Papers (2) e meglio ancora dalla conseguente azione
Russa. 11 ministro Gran ville sosteneva nel suo dispaccio
dei 1 7 Ottobre 1 800 al plenipotenziario inglese Paget che
il modo di agire russo aveva dettato queste esclusive mi-
sure dello sventolamento della bandiera della potenza, le
cui forze di terra e di mare avevano apportato la resa della
Piazza (3).
35. Piacile raccogliere da quanto siam andati espo-
nendo nel presente capo, che il popolo nostro, allarmatosi
financo della possibilità del ritorno dell'Ordine inviso ai
capi, nell'ansietà estrema e turbolenta, propria nei grandi
momenti delle nazioni dal cuore fervido e dalla fantasia
accesa, di dover vedere svanito il sogno cotanto da loro
accarezzato coll'entusiasmo d'un anima oppressa anelante
alla libertà suscitatovi destramente con fini accorgimenti
mediante il prisma del suo abbagliante mireggio, non rea-
lizzarono l'importanza delle decisioni di Amiens, in cui non
mancavano di quei, i quali credettero di scorgervi la «magna
charta> della nostra indipendenza. Quindi a ragione i Mal-
tesi umiliarono i loro voti ed i loro reclami perchè si san-
zionasse il fatto per loro già compiuto della Signoria della
(i) Pigot a Dundas 24 Settembre 1800 ; Anderson Journal of
the Forces. London 1802, pag. 466. '
(2) Hy Sir A. B. Paget London 1896. voi. ist.
(3) Ivi, voi. pag. 274.
— 110 -
Gran Brettagna su questa isola da loro medesimi scelta ed
acclamata.
36. Laonde la profferta fatta nel 1801 da' Maltesi alla
Gran Brettagna non poteva, né può considerarsi quale
originaria o nuova offerta ; sìbene un'ulteriore insistenza
dettata dalle circostanze risultanti dalle trattative d'Amiens,
a cagion delle quali l'Inghilterra pareva volesse retrocedere
dalla situazione di fatto creata in questa terra. Eccoli per-
tanto redigere più tardi sull'esempio dell'assemblea France-
se dei 18 Agosto 1799 e di simile operato del medesimo
popolo Inglese, la Dichiarazione dei Diritti, il cui primo
cardine affermava « Il Re degli Stati Uniti della Gran
« Brettagna ed Irlanda è nostro sovrano Signore, ed i suoi
« legittimi successori saranno in tutti i tempi avvenire rico-
« nosciuti come nostri legittimi sovrani. > Né desistettero
d'insistere nei loro memoriali, massime in quello celebre
del 181 1, su questi loro sentimenti, di modo che la loro
saggia condotta aggevolò non poco la risoluzione britanna
del Luglio 18 13, publicata a 5 Ottobre dello stesso anno e
per la quale i Maltesi venivano riconosciuti apertamente
quali sudditi di S. M. il Re della Gran Brettagna molto
prima del Trattato di Parigi, col quale queste isole venivano
riconosciute di piena proprietà della Gran Brettagna.
37. Epperò, se i Maltesi si eran liberati dei Francesi
coll'aiuto di un potente alleato, non mancarono di corri-
spondere nel modo più generoso per loro possibile col forte
alleato e di mostrargli nel modo più solenne ed in pari
tempo il più sostanziale, la loro riconoscenza, mettendolo in
possesso della propria terra, facendogliene acquistare una
fortezza di prim'ordine d'un valore incalcolabile in tempi
di guerra con un odiato e formidabile nemico. Intanto,
ammesso giustamente il diritto dei Maltesi di offrirsi sud-
diti al re d'Inghilterra ne veniva di conseguenza il di-
ritto di moderarne l'offerta con quelle condizioni e quei
patti, di cui già discorremmo, e da loro ritenuti atti non
solo a rimuovere le oggezioni di quelli tra loro, che favori-
— Ili —
vano la scelta di un differente sovrano, ma ben anche a
soddisfare i loro voti, come fondatamente osserva sul pro-
posito un giureconsulto Inglese (i).
"♦se*-
(i) Stoddard ist Rept. §99-102 pubblicato nelle Giustif. del
Malta Cr. Ad. Marr. Case 1893. pp. 39-40,
LA CAPITOLAZIONE DEI s SETTEMBRE 1800
-ff-
Coirintento di magnificare Topera di D. Garcia di
Toledo, giunto a questi lidi nel 1565. quando l'Ordine
ed i Maltesi guidati dal valoroso gran maestro La V^allette
avevano con successo già sostenuto un lungo assedio ed i
vigorosi assalti della formidabile armata di Solimano, non
mancò chi attribuisse a lui solo il vanto e la gloria della
memoranda vittoria sulla Mezzaluna. Non altrimenti vol-
lesi recentemente vedere nella capitolazione seguita a 5
Settembre 1 800 tra i comandanti delle forze rivali su que-
ste spiaggie la vera base della sovranità della Gran Bret-
tagna su Malta e Gozo. Al lettore benigno, che ha avuto
la pazienza di seguirmi fin qui, non occorre ulteriore prova
per convincersi della insostenibilità di siffatto giudizio, tanto
più a considerare anche un pò* le leggi regolatrici dei diritti
e degli effetti delle alleanze, i requisiti di una conquista di
armi e la posizione dei Maltesi e delle loro isole all'epoca
della capitolazione da pseudo-storici equiparata ad una
conquista da parte della Gran Hrettagna.
2. Il potere della Republica Francese già dai 5 Set-
tembre 1798 era in Malta circoscritto alle fortificazioni del
Gran Porto della Valletta, e dal 28 Ottobre di quell'anno
nessun vestigio ne rimaneva nell'isola consorella. L'ambito,
quindi, del territorio contestato nel Settembre 1 800 era ben
determinato, e qualunque diritto eventualmente acquistato
con quell'operazione non poteva ragionevolmente eccedere
la misura del potere goduto dalla parte soccombente. La
limitazione del dominio affettante la natura della sovranità
dell'Ordine Gerosolimitano, a cui i TVancesi si vollero sue-
— 113 —
ceduti, come i diritti dei Maltesi derivanti sia dalla natura,
sia da patti precedenti, non potevano con la capitolazione
militare subire alcuna mutazione. Laonde se quell'atto
vuoisi costruire quale trasferimento o cessione di Siijnoria,
certamente i limiti di essi noi possono jjiammai preten-
dersi piìi estesi di (piclli asscjjnati al diritto trasferito
o ceduto.
3. Aveva l'Ordine di S. Giovanni ottenuto da Carlo V
queste isole in feudo nobile nel 1530, quando i Maltesi
erano a fronte di lui gi<\ rivestiti di diritti, che limitavano
anche in quei tempi il regio assoluto potere su questa terra.
Imperocché Malta, ambitissima per la sua posizione strate-
gica nel bel centro del Mediterraneo, quasi tra l'Occidente
rOriente, abbracciante le (lotte aggirantesi tra due conti-
nenti dalla colonna d'Ercole all'Istmo di Suez, fu sempre
riguardata quale punto d'appoggio e talor rifugio a popoli
e potenze dìsputantisi la signoria dei mari. Fenici, Carta-
ginesi, Romani, Arabi, Genovesi e non ultimi Franchi e
Britanni vedevano in questo scoglio un sostegno alla loro
marittima potenza. Sprovvista, intanto, Malta di naturali
risorse da permetterle di affermarsi indipendente, presto o
tardi essa entrava nel dominio del più forte tra rivali guer-
rieri, e questi a fine di ottenere il concorso dei nativi e di
rassicurare il proprio impero cercava di rendere lelice ed a
lui attaccato questo popolo mediante concessione di fran-
chigie e privilegi compatibilmente coll'epoca, pur di mante-
nersi a proprio esclusivo vantaggio quanto alla navigazione
ed al commercio potea offrire una siffatta sicura base e ri-
covero. Per tal guisa venivano ai nativi riconosciuti in
tutti i tempi non pochi diritti e privilegi tra quali quello,
assicurato dai re Aragonesi, di non dover patire trasferi-
mento ad altrui signoria contro lor piacere e di dover
godere le proprie prerogative municipali.
4. Intanto è rimarchevole con quanta persistenza con
quale arte e studio si è sempre cercato dal popolo Maltese
di affermare il principio della propria personalità cittadina.
10
— 114 ~
Le pitture del trecento esistenti alla Cattedrale portano <lo
scudo diametralmente diviso in due parti, Tuna di bianco
e laltra di vermiglio», (i) il fonte battesimale come il
dittico, che si ammirano alla Notabile, entrambi già appar-
tenenti alla Cattedrale fabricata nel 1419, nonché il quadro
del Mattias raffigurante la liberazione della Città Notabile
dai Mori nel 1420, la mazza degli antichi giurati oggi in
servizio del capitolo della Concattedrale, le armi scolpite
sulla Torre all'entrata della antica città, e sulla banca giu-
ratale e sul frontale di più parrocchie come sulle proprietà
e sui doni dell'antico Magistrato ossia Università della
Notabile, e non ultimi le impronte ed i sigilli apposti a
documenti municipali insin dal secolo XIV tuttora esistenti:
tutti fanno sfoggio dei colori nazionali, e forman prova
della coscienza, che si ebbe da sempre questo popolo del
suo proprio essere particolare conservato meglio attraverso
i secoli contro l'influenza di qualunque delle varie domina-
zioni succedutesi in queste isole. E di tale sua personalità
della fisonomia senza riscontro, ma di carattere ben mar-
cato anche alla debole vista dei monocoli esso fu sempre
geloso, né mai se ne svestì non solo nei fasti della sua
vita nazionale, ma pur negli atti della sua vita religiosa
non meno che in tutte le contingenze della sua vita pri-
vata. La bandiera spiegata ed i sigilli adoperati nella
insurrezione della campagna non che l'impronta della me-
daglia commemorativa coniata al termine della guerra (2)
(i) Vedi Abela Malta Illustrata ediz. del 1643 lib. i. not. V. §. 2;
Scudo e Stendardo Maltese, Malta Tip. Cumbo 1841; Vassallo, Sto-
ria di Malta pag. 57 ediz. 1890 ; Caruana A. A,, Ancient & pagali
tombs ; ed anche gli scritti inediti di Sir G. M. De Piro nel
Mss. Bibl. 350 ; e nel Nidersted, Malta Vetus et Nova ediz. 1660,
come nell'opera del Burgio, Discendenza d'Ackmet, ediz. Trapani
1786 si osserva riportato il Nostro Scudo.
(2) Vedila nel Chesney, The Malta Corps p. 19. Tale medaglia
d'oro oltre che a Vitale, Caruana e Borg fu data a vari altri come ne
è prova l'app. No. XXV.
— 115 —
e l'emblema incisa sul dono fatto al comodoro Troubdrige
nel Maggio 1 800 in segno di grato animo per l'assistenza
prestata agli isolani mediajite il blocco, dimostrano la tena-
cità e Tattaccamento loro a tutt'i contrassegni della propria
nazionalità impregiudicata da ogni azione aliena.
5. La storia, fedele depositaria quanto prudente mae-
stra, ci ricorda essere le franchigie ed i privilegi di questo
popolo conculcati e manomessi maggiormente allora quando
la dominazione imperante intese specialmente alla signo-
ria di Malta per Taffermazione della propria sovranità ed
individuale sussistenza. Bene esso si era preso la cura di
affermare, a mezzo del suo senato, le sue prerogative,
quando l'Imperatore di Occidente infeudava quest'isola
all'Ordine di S. Giovanni, e ne avea ottenuto un formale
riconoscimento nelle forme più sacre e legali ; ma in
seguito si ebbe a deplorare il poco conto dato ai giura-
menti, che ogni nuovo gran maestro, rivestito dell'autorità
civile sugli abitanti, emetteva quale ricognizione della
municipalità nativa. Così pure i solenni patti, le promesse
e le assicurazioni sanciti nella presa di possesso di questo
dominio nel 1530 ripetute da ogni nuovo capo dell'Ordine
al suo ingresso alla Notabile chiaro indicano con quali limi-
tazioni per parte del popolo Maltese passava all'Ordine
Gerosolimitano la signoria di Malta.
6. Ne minori erano originariamente le riserve del
possesso dell'Ordine a riguardo del supremo dominio. La
prestazione annuale di un falcone, la restrizione nella cogni-
zione delle cause feudali, il divieto di battere moneta, la
riserva quanto alla nomina del vescovato di queste isole,
l'intestazione dei contratti col nome del regnante di Sicilia,
l'obligo di non ricettare nell'isola nemici della Corona Sicula,
l'ingerenza sia regia (i) che pontificia negli affari interni,
(i) Carlo V a 22 Marzo 1536 imponeva airOrdine di non impe-
dire ad Angarao Inguanez di trasferirsi in Sicilia o di vendere i suoi
beni. Per regia ordinanza dellt 28 Gennaio 1646 si riservavano alla
— 116 —
lo stemma dei sovrani della Sicilia scolpite sulla porta della
Città Notabile, del Palazzo dell* Università, della Chiesa
Cattedrale e di varie Parrocchie rinnovate fino a tempi del
gran maestro Manoel, chiaro spiegano la natura della
sovranità concessa a' Gran Maestri.
7. E tali limitazioni regie della signoria maltese non
furono dall'Ordine disconosciute, che, ottenuta dopo varie
istanze la facoltà di batter moneta già fuor di Malta da
esso posseduta, esso lo fece senza imprimervi alcun segno
di sovranità su questa terra ; né tralasciava di domandare
ed ottenere da Filippo I a 27 Giugno 1559 la cognizione
delle cause feudali che gli era stata contrastata (i); né
mancava di ottemperare alTespulsione dei gesuiti voluta dai
re di Sicilia nel 1760, perchè ne erano considerati quali
SUOI nemici; e quanto al giuspatronato regio il F. Crispi
scriveva nel 1855 < TOrdine guardava con dolore questa
dipendenza e studiò sempre di svincolarsene. Era suo
intento di quando in quando pretendere, che colla conces-
sione di Malta si trasmettessero a lui il giuspatronato sulla
chiesa e il diritto alla legazione apostolica. I vari tentativi
però non furono coronati da successo.>
8. Si osserva ancora che al capo dell'Ordine non tutti i
potentati della terra indirizzavansi con titoli indicanti sovra-
na signoria, l'imperatore F'erdinando Secondo ai 16 Luglio
1620 insigniva del titolo di principe dell'impero il Gran
Maestro Wignacourt ed i suoi successori (2), Da quel-
l'epoca il capo dell'Ordine di S. Giovanni ebbe l'onorevole
appellativo dei principi tedeschi di Serenissimo e di Altezza,
di cui, sebbene il Gran Maestro Paola non facesse uso per
R. C. di Palermo in grado di appellazione le cause de feudi concessi
prima della infeudazione dell'Isola airOrdtnc. Altro decreto di paga-
menti di spese al Mse. Mario Testaferrata a 1 Novembre 171 1 si dava
dal Viceré di vSicilia.
(i) Siculae Sanctiones per N. Gervasium, Panormi. 1753. T. 4.
pag. 109.
{2) Vedi Dal Pozzo voi. 2 pag. 660; De Salles 1. e. p. 154.
- 117 -
deferenza alla S. Sede, che gli concedeva l'altro di Emi-
nenza, tutti i successori fino al I lompesch meritamente ne
usufruirono.
9. Tuttociò, nondimeno, non fu di ostacolo al ricono-
scimento della pienezza della sovranità dell'Ordine, perchè
a dir del Mayer (1) differenti caratteristiche sovraposte agli
elementi dell'Ordine dettero un'altro carattere all'infeu-
dazione, e la sovranità, 1* indipendenza e la neutralità
veniva sancita dalle varie potenze coli 'articolo io del trat-
tato di Utrecht e da altri trattati. 1 suoi ambasciatori pres-
so tutte le corti d'Europa, la indipendente disponibilità
delle sue forze terrestri e marittime, il firmar trattati ed
alleanze, il rifiutar la visita regia siciliana, l'abrasione dagli
atti notarili dopo il 1 760 della menzione del Sovrano di
Sicilia, le preminenze dello stendardo della Religione, le
questioni di raparazioni alle talora involontarie offese fatte
nel 1616, 1651 ed in altri posteriori tempi alle marine
altrui, tutto prova ad esuberanza l'esistenza della sovranità
dell'Ordine di S. Giovanni nel 1798.
10. Epperò a perenne memoria della goduta sovrana
signoria stanno le otto baronie, cinque contee e cinque
marchesati eretti dai Gran Maestri in questa isola dopo il
1643 (2). oggi riconosciuti per tali dalla Corte della Gran
(i) Mss. Bibl. 421 «Ces diiTc'rens caractercs qiruii iiitéret gene-
ral a imprimés sur Ics élémens de l'Ordre, ont aussi donne un autre
caractère à Tacte de Charles quint.»
(2) Il gran maestro Perellos concedette il titolo dì Barone di
Gomerhio ai 24 Decembre 17 io a chi possedeva il feudo di quel
nome, e quel di Budack a 23 Aprile 17 16, senza però il feudo dal
Magistero già per se acquistato ; Manoel de Vilhena a 14 Giù. 1726
erigeva il titolo di Barone di S, Marciano^ e agli 11 Decembre 1728
quel di Tabria ; Tespuig a 2 Giugno 1727 la Baronia della Culejay e
quella di /?//;/«rrtf/ a 1 tS Agosto 1727; Pinto a 16 Maggio 1748
conferi il titolo di conte della lìahriiiy e quel di Conte della Catena a
20 Gennaio 1745 ; Rohan eresse i titoli di Barone di Bulebcn, Barone
(iella Grua, di Conte della Senta, di Reherrua^ di Ghain Toffieha^
di Marchese di S. Giorgio y della Taflia^ Gnien Issulta?i, e Ghain
— 118 —
Brettagna in seguito ad un formale rapporto presentato al
Parlamento Inglese nel Maggio 1878, nel quale da due
giuriconsulti nostrali, Sir S. Naudi e Pullicino, si asseve-
rava € La creazione dei titoli di nobiltà era certo un indi-
scutibile diritto dei Gran Maestri, perocché essi esercitarono
tutto il potere inerente ad una piena e reale sovranità sul
territorio soggetto alla loro giurisdizione > ( i ) Talché non
può darsi torto al gran maestro Finto per aver aggiunto la
corona sovrana sul proprio stemma, mentre i suoi anteces-
sori si contentarono della marchesale e del semplice stocco
assegnato loro dal Pontefice. Imperocché, come insegna il
Vattel (I. I. e. I. §8) 4c Quando Tomaggio permette Tindi-
pendenza e la sovrana autorità, e solo importa certi doveri
verso il direttario, o un mero riconoscimento d'onore, esso
non é di ostacolo che lo stato od il principe feudatario sia
compreso nello stretto senso di un sovrano. Il Re di Na-
poli presenta omaggio per il suo reame al Papa, ed é tut-
tavia annoverato tra i principali sovrani d'Europa. > Ed il
Cardinale De Luca trattando espressamente della sovranità
del Gran Maestro di Malta afferma < est feudum maioris
ordinis cum regalibus maioribus, ac omnino iure Imperii et
Principatus, alio concedenti non reservato nisi dieta supe-
rioritate ; cum altissimo dominio, vulgo ut supra sovranità
nuncupata, eodem modo quo in Italia sunt, ducatus Medio-
lani, Mutinae, Reggii, Senarum et similes quoad Imperato-
rem ac sunt Ducatus Parmae et Placentiae quoad Papam,
priusque erant, Ducatus Eerrariae et Urbini Et conse-
quenter ipse feudatarius dicitur quoad subditos, Princeps
et Superior maior > (2).
1 1 . Pertanto questo Ordine sovrano limitato esso
Kajet, A nessuno di questi però dettero i Gran Maestri fondi, feudi
od alcuna sorta di sj^eciali prìvileggi al di la di qualche preminenza
sui connazionali, il Ballon, The Story of Malta, Boston 1900 perciò
non sa trovar il perchè della loro creazione.
(1) The Claims of the Maltese Nobility J^. 21.
(2) Theatrum veritatis. De jurisd. disc. 69.
— 119 —
stesso nella signoria sua su queste isole per volere del con-
cedente e coarctato ragionevolmente dai privilegi dei nati-
vi ripetutamente giurati e dal fatto dello sborso di loro
somma perchè questa terra non venisse più oltre alienata
non poteva trasmettere a chichessia nel 1 798 più di
quel che ei possedeva, rimanendo pure fermo « nihil tam
conveniens est naturali aecjuitati quam voluntatem domini
volentis rem suam in alium transferre, ratam haberi.>
12. I Maltesi purtroppo accettarono nel 1798 la si-
gnoria F'rancese con espressi e comprensivi patti inserti
nelle convenzioni redatte in Notabile dal loro magistrato e
sv\V On'e^ìi <k 12 Giugno; ma quelle stesse condizioni indica-
vano che loro scopo era di conservarsi la propria naziona-
lità, lasciando all'Ordine Gerosolimitano ed a Napoli di
tutelare i propri interessi se nel fatto la loro azione importava
sostituzione del dominio Francese all'Ordine, che non vole-
va, o non poteva resistere a potenza dì quello, ed è a discre-
zione il scegliere tra il € volenti non fit injuria > e il < ad
impossibile nemo tenetur, > in vista delia inanità di una
inconsulta resistenza quando il littorale e le fortezze eran
già in mano dei Francesi.
13. Quanto all'alto dominio della Corona di Sicilia,
esso rimaneva impegiudicato dal fatto dell'Ordine ed anco
dei Maltesi, e Napoleone bene avvertiva questa posizione
quando a 13 Giugno istruiva l'ambasciatore della republica
a Napoli di non disconoscere la sovranità del Re delle Due
Sicilie su Malta (i). Non altrimenti il commissario francese
in questa isola, persuaso che le condizioni cogl' isolani in-
tralciavano la sua libera azione di assoluta padronanza, non
tralasciò di coonestare la situazione coll'indire un plebiscito.
(i) De la jonquiere voi. i., pag. 618. « Quant à la suzeranitè
que le royame de Sicile a sur Malte, noiis ne devon pas nous y refu-
ser, toutes le fois que Naples reconnaitre la suzerainité de la Répu-
blique romaine. »
— 120 —
che se non ebbe seguito, è dovuto allaccorgimento dei
Maltesi (i).
12. Il volere, quindi, sostenere che la Gran Bretagna
gode oggi la signoria di Malta per ragion di conquista dal
poter dei Francesi, non presterebbe air Inghilterra motivo di
assoluta ed illimitata sovranità, la quale d'altronde potrebbe
essere questionabile per cagione del titolo della occupa-
zione Francese. Invero, oltre i diritti, i privilegi e la pro-
prietà della Corona delle Due Sicilie e dei nativi, altri diritti
già presso l'Ordine mal potevano cadere nella disponibilità
dei Francesi. La corporazione dell'Ordine Gerosolimitano
aveva ed usufruiva beni di varia natura, cioè sia quale
signore dell'Isola, sia quale corporazione da se stante, sia
quale comunità religiosa (2). Quelli posseduti, o meglio
amministrati con quest'ultimo titolo avevano la natura
ecclesiastica nel modo istesso che i beni appartenenti a tutte
le altre comunità religiose allora ed ora esistenti in queste
isole, perciò per lo spoglio, o la remissione degli investiti,
il vero proprietario, cioè la chiesa, ne riacquistava secondo
i canonisti la proprietà se non altro, perchè esse sono frutto
delle oblazioni dei fedeli formanti parte della comunità
(i) Appendice ossia Documento No. XXVI.
(2) Vedi in app. XXVII. Il Breve di Gregorio XIII con cui i
beni confiscati dagli eretici si destinavano al mantenimento della
chiesa di S. Giovanni. In vigor del quale i beni di Gio Paolo Agius, e
Matteo Falzon e di Luca Xara furono ivi applicati con atto del 15
Decembre 16H0. Vedi pure in atti del Not. Matteo Briffa 28 No-
vembre T577 la donazione e fondazione del La Cassiere ove all'arti-
colo IO si legge : «Item che se la S. Religione Gerosolimitana si par-
tisse da questa isola, essa religione e V. assemblea medma. non
possino disf)onerc né ])retendere di dette entrate e beni lasciati cosa
alcuna, ma che solo si sostentino tanti sacerdoti, cappellani di detto
ordine, quanti ad arbitrio del Prior di Messina, che sarà in quel
tempo, si potranno mantenere e governare con la detta rendita, ed
un Priore o Rettore per servire dotta chiesa, li quali sian obligati
di dire tutte le ore cantate, messe ed anniversari sopradetti... e si
abbino da eleggere Maltesi naturali di quest'isola per voto degli altri
che saranno...»
— 123 —
né potevano comprendersi nella cessione cjuelle proprietà
che costoro non mai possederono ed occuparono come
egregiamente insegna il V'^attel (i). E se la mera occupa-
zione non legittimava lacquisto, non può dirsi che ne sup-
pliva Facquiescenza degli interessati, perchè e T Ordine e
Tautorità ecclesiastica ed i Maltesi si fecero tutti sentire in
senso contrario. L'Ordine protestò a mezzo del suo Gran
Maestro e Consiglio appena uscito da Malta e continuò a
protestare contro gli estranei occupanti in tutte le occasioni
d'interesse internazionale che si presentarono nel corso di
molti anni appresso (2), e tale atto se non poteva aver
valore quanto al principato perduto e suoi beni, non man-
cava della sua forza quanto ai beni della corporazione ec-
clesiastico-civile ; il Papa parimenti fu pronto a rivendicare
le proprietà di natura religiosa di detta società, quale ordine
religioso, e a metterla quanto è da lui sotto l'autorità dio-
cesana mediante ripetuti decreti, dando un'ulteriore prova
della soggezione alla S. Sede esistita nell'Ordine come
corpo religioso; (3) i Maltesi, d'altra parte, in faccia al
mondo ed all'Inghilterra afìermarono con tutta energia che
ogni sorta di bene publico è loro (4).
17. Ne la nostra tesi vien meno, quand'anche nell'oc-
cupazione di queste isole da parte dei Francesi si volesse
scorgere una vera conquista, oppure una semplice inva-
sione. Il conquistatore, che toglie una città od una pro-
vincia al suo nemico, non può arrogarsi se non gli stessi
diritti che vi possedeva il sovrano, contro cui ha preso le
(i) Law of Nations t. 3, e 13 §§. 199 ; ed il Bentwich N., Private
property in War London 1907 : p. 23, « That cession (i. e. of Cali-
fornia) did not impair the rights of private property ; they were
consacrated by the law of nations... The treaty stipulation was but a
formai recognition of a pre-existing sanction in the law of nations.»
(2) Vedi Terrinoni, Lavigerie, Montagnac.
(3) Debono, Storia della legislazione p?g. 250.
(4) Azzopardi, Raccolta p. 234 Memoriale dei Maltesi
— 124 —
armi. La guerra lo autorizza ad impadronirsi di ciò che
appartiene al nemico, se ei gli toglie la sovranità di quella
città o provincia, l'acquista tale quale, colle sue limitazioni
e colle sue modificazioni di qualsivoglia sorta.
i8. Epperò la Corte d'Appello, sedenti Sir A. Dingli
Sir S. Naudi ed il giudice P. Velia ritenne che la cessione
fatta dal Gran Maestro e dai Cavalieri Gerosolimitani a 1 2
Giugno 1 798 alla Republica F'rancese fosse priva di alcun
effetto legale stante la clausola reversiva apposta nell'atto
d'infeudazione dei 24 Marzo 1530 dall'Imperator dei Ro-
mani Carlo V e re delle Due Sicilie, di dover cioè l'isola
tornare a suoi successori, se TOrdine Gerosolimitano avesse
per qualsivoglia causa lasciato l'isola, e per la ragione spe-
cialmente che la riserva apposta dal Bali di Torino e il pas-
saggio immediato dei diritti sull'isola nella Corona di Sicilia
colla semplice partenza dell'Ordine da questi lidi impedi-
vano la conquista a danno di quella Corona ; e perchè
ancora in sostegno di tale conquista neppure si poteva ac-
campare il titolo di un possesso diuturno, e pacifico a senso
del Diritto Internazionale, tanto più che, a formale ed elo-
quentissima protesta contro quella occupazione « durante le
ostilità fra il governo provvisorio stabilito dalla popolazione
Maltese e la guarnigione francese, si eseguivano le antiche
leggi di queste isole, come se nessun cambiamento fosse
stato fatto dal governo creato dal generale Bonaparte, e,
dopo la capitolazione del 1 800, quelle stesse leggi ripresero
il loro vigore anche nella Valletta, senza alcun atto espres-
samente 4*evocatorio delle disposizioni date da quel governo
come se queste non avessero mai avuto luogo (1).
19. Né diversamente da questa sentenza mostrarono
di considerare l'occupazione dei soldati republicani i coman-
danti inglesi e gli alleati tutti cogli epiteti usati inverso i
Francesi di invasori, ladri, perturbatori dell'ordine publico
ed altri simili titoli indicanti la natura in cui consideravano
(i) Collez. delle Decisioni di Malta voi. X pag. 669.
— 121 —
cattolica, astrazione fatta dairessere essi ascritti, o meno,
alla corporazione cosmopolita dei frati militi deirOrdine
Gerosolimitano (i).
15. Le due qualità ciot! di frati ospitalieri combattenti,
astretti da voti e restrizioni al pari degli altri ordini reli-
giosi cattolici, e di corporazione, che a mezzo del suo capo
esercitava la sovranità ed aveva Tamministrazione del prin-
cipato di queste isole, erano ben distinte, sebbene investito
nella medesima persona, e la perdita, o modificazione del-
l'una non affettava in alcun modo Taltra; che anzi la seconda
come accidentale ed accessoria, non era di essenza costitu-
tiva della corporazione (2). Infatti l'Ordine pur vive fino ai
giorni nostri con decoro e lustro, benché senza le prero-
gative di quella sovranità già da esso posseduta. Perciò i
beni, che appartenevano a questa comunità in Malta, vanno
classificati a norma dello spirito dell'istituto, che teneva
ben separate e distinte le diverse amministrazioni. L'as-
semblea dei cappellani amministrava le proprietà da servire
(i) Non si allude qui al gìuspatronato goduto dal Gran Maestro
coinè prìncipe e capo su di alcune chiese e benefìcii dell'isola, perchè
questo va regolato dalla proprìa legge, e dalle consuetudini.
(2) La qualità ecclesiastica dei frati gerosolimitani non mancò di
presentare al regio commissario Ball motivo di riflessione quando
egli faceva imprigionare a St. Elmo ed esiliare senza alcuna formalità
di giudizio un cavaliere Abela accusato di aver maltrattato un'impie-
gato dell'orto bottanico, nonostante che l'immunità ed il tribunale
ecclesiastico eran sussistenti in Malta e riconosciuti. Il luogotenente
del Gran Maestro e plenipotenziario ball Buzi si protestava con suo
dispaccio dei i Maggio 1803 che il giudice del Cavaliere di Malta era
unicamente il Gran Maestro od il Vescovo — e ricordava « ho l'onore
di far osservare a V. E. che non à alcun diritto di esiliare un Cava-
liere di Malta da quest'Isola dove la sovranità appartiene all'Ordine
di S. Gio: di Gerusalemme ; e che solamente ne tiene attual-
mente in deposito il Governo Inglese. E se per una violazione
manifesta del trattato di Amiens, questa Isola non é ancora restituita
al suo legittimo Sovrano, non è una ragione per l'autorità provisoria
e qui stabilita a nome di S. M. Britannica di permettersi di usare
atti arbitrari.» App. XXVIII,
IO
— 122 —
al culto divino colle regole dirigenti gli ordini religiosi
neirorbe cattolico (i) ; le lingue e gli alberghi quelle della
corporazione in quanto tale, ed i beni appartenenti al princi-
pato di Malta e Gozo od al capo dell'Ordine tenevansi dalle
amministrazioni appellate Secrezia e Ricetta Maj^istrale\n^\\2i
qual classe vanno annoverate le proprietà ed i cespiti
Maltesi che oggi si appellerebbero dello stato e quindi della
municipalità Maltese, le cui rendite si concedevano al prin-
cipe in appannaggio a sostenere con decoro l'alta carica.
Epperò la successione a queste differenti specie di beni è
regolata da leggi diverse ed essi non cadono indistintamen-
te sotto il potere di chi fosse pur conquistatore del paese,
ove tali proprietà si trovassero.
i6. Gl'Inglesi adunque, che colla cessione della piazza
fatta dai Francesi divenivano successori dei medesimi, non
possono per ciò solo vantare diritti più estesi di quelli che
realmente e legalmente avevano i loro nemici soccombenti;
(i) I beni dell'assemblea eran tutti colla condizione di far messe
solenni e private, di celebrar feste ed altri oblighi sacri del cui adem-
pimento essa era incaricata. La corporazione dell'Ordine sia come
governante Malta che come società non ebbe mai in suo potere que-
sti beni né la loro amministrazione. Il codice degli Statuti in con-
seguenza non ha alcuna legge su questo punto ; anzi al tit. 6. Del
Maestro leggesi a riguardo di questa assemblea. « Dovendosi nella
medesima trattare dcH'amministrazione dei suoi beni... resti nell'an-
tico possesso di conv^ocarsi senza la predetta licenza del Gran Mae
stro.» Privilegio accordato nell'Ordine unicamente all'assemblea
degli ecclesiastici. K' perciò che in tutti i bilanci e conti annuali e
decennali stampati e manoscritti delle rendite dell'Ordine non si
osserva articolo su questi beni, perchè l'Ordine non aveva la minima
ingerenza. I Francesi usurparono insieme con tutti i beni e rendite
delle altre comunità religiose anche questi, ma agli Agostiniani, Do-
menicani, Francescani ed a Santa Scolastica furono degli Inglesi resti-
tuiti, mentre su quelli della Madalena s'accordarono : ma su questi
beni amministrati già dall'assemblea il Cameron ai 3 Decembre 1801
a mezzo di W. Eton rispondeva al Vescovo di essere intenzione
del Governo di impiegare quella somma in opere pie e di sollecitare
l'approvazione di S. Santità. App. No. XXIX.
— 127 —
lazione. che è parte integrale della stessa, indicava chiara-
mente chi erano i contraenti e le qualità rappresentative
nel cui nome si stipolava quella convenzione dei 5 Settem-
bre, mentre le sottoscrizioni rilevavano solo il rango dei
firmatari. Leggesi in quella intestazione il nome del Pigot
quale comandante delle truppe di S. M. Britannica e dei
suoi alleati \xi questa Isola, (i) e quello del Martin quale
comandante delle navi di S. M. Britannica e dei suoi alleati
nel mare di Malta ; la qual qualità il capitan Martin ripe-
teva pure nella sottoscrizione. Egli è perciò quanto erroneo
il torre argomento dalla sola sottoscrizione (2) per escludere
i Maltesi dall'essere stati rappresentati nell'atto quanto è
futile l'asserire che la capitolazione seguiva a favore esclu-
sivo della gran Brettagna, quand anche la natura di ^na
capitolazione militare di una guarnigione fatta ai coman-
danti militari opposti valesse a pregiudicare gli altri avente
interesse.
23. Come si potrebbe adunque considerare quale con-
quista a fronte dei Maltesi, Napoletani e degli alleati l'atto
risultante dalla capitolazione dei 5 Settembre 1 800 per il
solo fatto che costoro non avevano un distinto speciale rap-
presentante nella medesima ? Evidentemente quell' atto
non può che denotare semplicemente la resa della forza
armata francese ai rappresentanti delle armi nemiche, per-
chè, poi dagli Stati si consegnasse l'isola, dopo terminata
l'occupazione militare a chi di diritto. < Questa capitolazione
argomenta lo Stoddard, non pretende neppure di mettere
queste isole in possesso di alcuno, né è una convenzione
fatta con alcuna autorità britannica in quanto tale, ma con
un ufficiale nella sua qualità di comandante le forze di S. M.
(i; A senso deirarticolo 11 della capitolazione secondo Sir J.
Stoddard tra questi alleati eran compresi « the armed Maltese » ist.
Report. §.17.
(2) Vedi l'articolo The Sovereignty of Malta nel «The Empire
Review» dell'Aprile 1907.
— 128 —
Britannica e dei suoi alleati, ed essa solo pone queir ufficiale
in possesso della Valletta e contigui forti allora occupati
dalla forza militare della Republica Francese. Imperocché
da quanto apparisce da quel documento, i posti ceduti po-
tevano essere situati su territorio neutrale, o degli alleati o
sul suolo Britannico, e la Republica Francese poteva non
avere né pretendere di avere su alcuna parte di queste isole
alcuna sovranità, proprietà o possesso di diritto o di fatto.»
< Perchè questa capitolazione si ritenga di poter avere
influito a decidere della sovranità su queste isole e sui suoi
abitanti devesi ricercar altrove e non nel contesto dellatto
istesso la base e le prove ; e quella prova dovrebbe mo-
strare non solo che la Republica Francese era allora il
legittimo sovrano di queste isole e dei suoi abitanti, ma che
per tale era considerata e trattata da S. M. Britannica e
dai suoi alleati, dal loro comune rappresentante il generale
Pigot, e che l'intenzione di tutte gli interessati in quel
accordo sia stato di trasferire la sovranità dalla Republica
Francese a S. M. Britannica, quasiché la città ed i forti
fossero stati consegnati per simboleggiare il trasferimento
delle isole. Tutto l'operato tuttavia contradice a tale pro-
va. La capitolazione viene espressamente dichiarata nel
ottavo articolo di essere una mera convenzione militare. Gli
abitanti di Malta dalla dicitura dell'atto appariscono di esser
stati in armi contro la Republica e conseguentemente col
fatto negavano la di lei sovranità. Essi, perciò, non pote-
vano sullo stesso documento considerarsi di stare in oppo-
sizione a chi ne ammetteva la sovranità... e i Maltesi agi-
vano in concerto colle truppe Britanniche contro i Francesi.
< E quanto ai Maltesi il comandante Britanno non solo
non aveva acquistato alcun diritto sulle lor persone e sulla
proprietà, ma si era servito della loro bravura per ottenere
precisamente questa conquista ; e nessun principio di diritto
internazionale può esser più chiaro di quello che coloro che
ci assistono a far la guerra sono nostri compagni ; ed un
conquistatore non acquista alcun potere su di coloro che
— 125 —
il possesso dei francesi. Tale idea ritennero le tre poten2ie
alleate Inghilterra, Russia e Napoli col loro convegno del
1799 di rimettere il Gran Maestro e l'Ordine nel possesso
di queste isole e questo aspetto dell'occupazione Francese
ancora emergeva dalle trattative di Amiens. Che se nel
possesso republicano francese non vedesi che un'invasione
restano saldi i diritti dei Maltesi e di altri a questa terra, se
date le circostanze del caso a loro competevano, perchè
nulla che si opera da chi fa male e senza diritto in appog-
gio di un mal suo operato può affettare gli altrui diritti (i).
20. Evincesi peraltro Tincongruenza degli argomenti
di conquista inglese basati sulla capitolazione del Settembre
1800 ancora al riflettere che, mentre Iq parti belligeranti
eran slate per tutto il corso della campagna la guarnigione
francese da un lato ed i Maltesi cogli alleati dall'altra, le
disposizioni sulla consegna dell'ambiente occupato dal pre-
sidio francese nell' eventualità della resa della piazza
variano a norma di circostanze estranee alle parti combat-
tenti. Gli ordini del Nelson sull'inizio della campagna di
Malta erano di consegnare l'isola in mano degli isolani,
quando si fosse arresa la piazza. Più tardi, pur mantenen-
dosi queste ordinazioni, si riconosceva la piena sovranità del
Monarca di Sicilia con disposizioni che non contradicevano
atta seguita acclamazione dei nativi della corona e della
protezione Britannica. Ecco fra altre le istruzioni impartite
al Ball dal Nelson ai 14 Settembre 1799. « Vi mando il
dispaccio del generale Acton con cui vi si nomina capo del
popolo Maltese e perciò chiunque sarà per arrivare costi
terrete quella situazione, I Russi sono dispostissimi a farvi
una visita ; nel qual caso son sicuro che vi coopererete con
loro, ma allora la sola bandiera Siciliana deve sventolare
sull'Isola» (2). Inseguito, combinata la triplice alleanza,
messi da parte i Maltesi rimane stabilito che l'Ordine Gero-
(i) Hall, Inter. Law, Oxford 1895 pag. 646.
(2) Nelson Dispaches by Nicolas, voi. IV. pag. 18.
— 126 —
soliniitano dovesse essere novellamente immesso nel pos-
sesso di Malta ; e perciò il Nelson s'indirizzava all'amba-
sciatore Russo a 14 Decembre 1799 : « Per ordine del mio
sovrano devo fare ogni mio possibile per porre lo stendardo
dell'Ordine di Gerusalemme nella Valletta » (i) ed al Ball
ingiungeva: < lo stendardo dell'Ordine deve essere unica-
mente issato quando la bandiera francese sarà abbassa-
ta>(2). Ma ben presto le cose cominciavan a prendere altro
aspetto e l'ammiraglio a 26 Gennaio 1800 scriveva: < il
Gran Maestro ( l'imperatore di Russia ) sembra che rigetti
la rocca di Malta, e quindi la bandiera Siciliana è quella
che sventola sull'isola ; > (3) tuttavia indirizzandosi a 26
Febraio seguente all'Imperatore ripeteva non so con quanta
sincerità : < la presa del vascello Génèroux faciliterà la resa
della Valletta e mi permetterà vedere lo stendardo del-
l'Ordine sventolare sulla piazza, come è mio ardente de-
siderio » (4).
21. Volle il fato innanziche si presentasse il campo
all'effetuazione del prestabilito piano complicazioni politiche
producessero lo staccamento della Russia dall'amicizia della
Gran Brettagna ; e l'Inghilterra sebbene tuttora alleata
delle altre potenze insieme combattenti per un solo e mede-
simo fine volle assumere da sola la resa della Valletta col-
l 'intervento all'atto della capitolazione dei soli supremi
comandanti sotto cui militavano le truppe militari Maltesi,
come parte delle forze britanniche, in una colla truppa e
le navi Napoletane e Portoghesi.
22. L'intestazione o preambolo dell'atto della capito-
ci) Ivi, pag. 139.
(2) Ivi, pag. 72.
(3) Ivi, pag. 184.
(4) Pettigrew Nelson 's letters v. i. pag. 329. L'idea formatasi
dal Nelson della situazione della signoria di Malta è espressa nel
dispaccio dei 27 Ottobre 1799. «The Order of Malta is to he restoreJ,
therefore the King of Naples is only the Founder Lord.» Nicolas 1. e.
pag. 71.
— 129 —
erano suol commilitoni ( Vattel, 3, 14. 207 ; Locke, Civil
Government» 2. 16; Barbeyrac ad Pufendorf S. 6. 21. )> (1).
24. Come spiegar, dim(|uc\ lassenza di persone a rap-
presentare distintamente gli altri interessati all'atto della
capitolazione? A parte la possibilità d* interpretare tale
atto come indelicatezza al sentimento nazionale sia dei
Maltesi che del Re di Napoli, può esser stata una tal
misura dettata da ragioni diplomatiche e politiche per sal-
vaguardare anziché trasandar gl'interessi dei Maltesi. Tutte
le circostanze cospiravano a rendere desiderato un oggetto
voluto da personalità di opposte mire. Il Pigot specificava
sufficientemente la natura dell'atto puramente militare nel
dire che Tufficio del Ball era civile piuttosto che mili-
tare e che per essere tale non poteva vedervi alcuna ragio-
ne per la sua firma nella capitolazione (2). I Maltesi, l'Or-
dine appoggiato dai Russi, i Napoletani e gl'Inglesi in una
trattazione col nemico comune avrebbero provocato inci-
denti dispiacevoli in una stipulazione dall'aspetto puramente
militare. Gl'interessi del Pigot non potevano essere diversi
da quelli dei suoi alleati, e molto meno diversi da quelli di
chi formava, per propria elezione, parte dell'Impero Britan-
nico. Ciò. che stipulavano gli ufficiali dirigenti le avver-
sarie fazioni nell'interesse del lor Sovrano e del popolo
britannico, seguiva nell'interesse di chi e per chi essi guer-
reggiavano, e doveva, perciò, avvantaggiare, o danneggiare
anche chi aveva acclamato per proprio padrone una delle
parti in conflitto.
25. Il fatto che le truppe maltesi erano milizia irrego-
lare ha potuto influire alla adozione di tal misura probabil-
mente per tema che esse non avrebbero saputo controllarsi
di fronte al nemico soccombente, tanto più tenuto conto del
loro caldo temperamento di popolo meridionale e che il
Francese era divenuto quasi personale nemico, causa la
(1) 1. e. §§. 77—80.
(2) Appendice No. XXX.
17
\
— 130 —
grave esasperazione religiosa, politica ed economica. Nelle
istruzioni, infatti, date dal Pigot al generale Graham si legge:
€ Se il generale francese volesse stipulare che a nessun
Maltese sia permesso entrare nella piazza prima che i Fran-
cesi fossero partiti, tale accordo devesi limitare a civili
torniti d'armi, e che i corpi militari maltesi devono essere
eccettuati da siffatta limitazione essendo corpi regolari sotto
militare disciplina.>(i) L'esclusione, pertanto, dei Maltesi e
di Ball fu causata, come apparisce dall'art. XI della capitola-
zione e come annunziava il generale Graham negoziatore
della capitolazione al Ball, perchè il generale Vaubois oppo-
neva che esso firmasse come capo dei Maltesi, (2) e perchè
si aveva una fretta dannata di conchiudere la resa della piaz-
za prima che potesse avere consistenza il progetto dell'armisti-
zio navale intavolato a Londra tra Otto, Nepeau e Grenville
con cui le navi neutrali avrebbero potuto aver libera entrata
e approviggionarsi (3). Comunque è certo che Nelson non
la pensava cosi quando scriveva al Ball ed a Graham per-
chè il Capo de' Maltesi firmasse la capitolazione. «Voi siete
il capo dei Maltesi con un incontrastabile diritto di firmare
la capitolazione » (4) ed indirizzandosi a Graham < perciò
Ball... in qualsiasi capitolazione dovrebbe sottoscriversi> (5).
(i) « If the FrcMich General should wish to stipulate that no
Maltese should be allowed to enter the place till the French are gone,
it should be confined to no armed Maltese, and the maltese corps
should be excepted which being a regular corps is under military
discipline. » Memoir of general Lord Lynedoch by J. Graham 1868.
(2) Pettigrew voi. I. pag. 397 in P. S. lettera di Ball a Lord
Nelson.
(3) Voi. 22. anno 1800 del Moniteitr, pag. 296. Nel Gennaio
1800 i generali francesi in Egitto domandavano a Sir S. Smith quale
condizione per conchiudere la pace, la garanzia del possesso di Malta
e Gozo ed il Smith si scherniva adducendo che non potevasi trattare
di queste isole in assenza del re di Napoli che n'era il Sovrano.
Moniteur, pag. 517, anno 1801.
(4) Nicolas, V. IV. pag. 40, ai 3 Ottobre 1799.
(5) Ivi, pag. 108. Pettigrew voi. i. pag. 395.
— 131 —
D'altronde, lesclusione dei Maltesi dalla capitolazione ben
poteva essere stata suggerita dal desiderio di precludere e
Napoli e r Ordine da possibili vantaggi. Risentirono assai
la cosa e se la reputarono ad affronto i nostri ; ma compre-
sero non essere quello il momento opportuno di sollevare
questioni di fronte alla soluzione dei loro mali, e si riserba-
rono di farlo più tardi, come infatti il fecero, nel loro me-
moriale al Trono, togliendo così qualunque motivo di in-
vocar la loro acquiescenza, se mai da un tal atto si fosse in
seguito voluto trarre contrario argomento.
26. Non altrimenti ed a causa della medesima esclu-
sione si esprimeva Maria Carolina di Napoli drizzandosi a
Lady Hamilton i 7 Ottobre 1 800, ( 1 ) perchè, come ebbe
ad esternarsi il ministro francese a Napoli ai 4 Luglio 1802.
« Les pretensions du Roi à la suzeraineté de Malte sont
absolument ce qu' elles etaint avant la guerre, c'est à dire
tres prononcées et Ton est bien éloigné de voir dalis l'arti-
cle IO du traite d*Amiens une proclamation d*indipen-
dence. > (2). Quel sovrano, il cui nome veniva messo
quale ricognizione dell'alto dominio in tutti i contratti ed
atti pubblici rogati in queste isole ; e che anzi con suo
dispaccio degli 1 1 Novembre 1769 dichiarava : < Chi' mette
in dubbio che i Maltesi siapo sudditi di Sua Maestà è reo
di lesa maestà > non poteva acquietarsi a siffatte gesta.
Eppure solo a simili proteste si limitò Tesasperazione di
Napoli per il ricevuto affronto : trovando di ciò il motivò
nella citata lettera ddla Regina Carlotta a Lady Hamilton,
cioè che non sarebbe dispiaciuto di vedere una potenza
(i) Auriol, La France, TAngleterre et Naples, Paris 1904. v. I.
pag. 198. Infatti quanto air usurpazione francese si legge nel
Marie-Caroline par A. Bonnefons, Paris 1905 pag, 164. « Le roi,
lisait on dans une note officiclle, regarde comme un acte illegitime et
opere par la force le changcincnt qui a eu lieu dans cette ile sans son
consentiment.»
(2) Auriol 1. e. p. 63.
%-*
— 132 —
amica installarsi nell'isola, ma rincresceva il vedere che si
era mancato dei dovuti riguardi.
27. Il certo si è che i Maltesi facevano nella Valletta
trionfale ingresso capitanati dal comandante Ball ; mentre
il cap. Martin, informando il suo superiore Lord Keith a 5
Settembre dell'avvenuta capitolazione, ben marcava < che
la guarnigione francese della Valetta si era il giorno prima
resa alle forze_ alleate di servizio a Malta » ; ed il Pigot
sotto la stessa data, indirizzandosi al generale in capo Sir
R. Abercromby sulla resa della fortezza di La Valette con
tutte le sue dipendenze, aggiunge che aveva ricevuto ogni
assistenza dalle truppe alleate ( i ) senza nenimeno accennare
alla pretensione che questa operazione fosse intesa a deno-
tare esclusiva conquista della Gran Brettagna, come più tardi
tanto lui che Ball pretesero affermare per farsi forse merito
ed acquistarne guiderdone.
28* Checché sia stato dell'intenzione eventuale della
Gran Brettagna di far un'esclusivo acquisto di Malta, egli è
certo che i Maltesi furono trattati come soci e furono fatti
compartecipi del bottino di guerra preso nella occupazione
della Valletta, e tal fatto veniva notificato con speciale atto
di governo a 2 Giugno 1802 agli abitanti di Malta e Gozo:
€ Sua Maestà Britannica accorda a tutti li battaglioni mal-
tesi porzione delle prede fatte alla resa di questa città
Valletta uguale alle altre milizie inglesi e siciliane, che
(i) Nel appendice No. X ripoitiamo alcune lettere ed or-
dini dei capi Maltesi e Gozitani comprendendo talune del F.
Pace capitano del Rabato e del ai'ci prete Cassar nominato dal
Congresso del Popolo Gozitano a 18 Settembre 1798 a Capo di
Governo e Soprintendente generale di quell'Isola perchè sempre me-
glio si veda Toperato maltese. La spesa fatta dal Cassar al Gozo pel
suo campo fino al i Giugno 1 799 ascendeva a più di scudi 131,237
incluse piccole somme date a soldati Inglesi che trovansi nell'Aprile
1799 al Nadur ed a Comino come lo si vede dai conti di ammini-
strazione presentati alla deputazione Ciozitana, e di cui copia con-
servasi dal Magistrato Ed. Parnis, che ci ha gentilmente permesso la
publicazione di vari suoi documenti deirappendice.
— 1B3 —
hanno servito nel blocco e resa della detta città, quale
porzione detti battaglioni conseguiranno nel tempo istesso
che conseguiranno le lor porzioni le suaccennate truppe
britanniche e siciliane. A. Macaulay > (i). Latto di Gior-
gio III dei 19 Maggio 1803 che publichiamo in appendi-
ce (2) prescriveva il piano, su cui le prese ottenute e poste
presso i fiduciari generale Pigot e Lord Keith dovevano
essere divise tra le truppe inglesi, napoletane e gli abitanti di
Malta che contribuirono alla resa della piazza, i quali ultimi
dovevano partecipare a quel tanto della quota assegnata a
seconda che un general congresso dei Maltesi avrebbe fissa-
to. L'ammonto destinato per gli abitanti di Malta era di
£ 16,700 14, di cui la porzione del Ball veniva determina-
ta a JL' 1437 io; (3) ed a questo ammonto per altro dispac-
cio venivano aggiungete £ 6002 6 6, da cui al Ball davansi
altre £ 525 „ 11 (4).
29. La conseguenza immediata della politica seguita
nella resa della Valletta dai preposti britannici si fu la vigo-
rosa azione russa colla nota consegnata all'accreditato corpo
diplomatico alla Corte Russa e publicata a 7 Novembre se-
guente nella gazzetta di Pietroburgo, risolvendo di non torre
l'embargo posto su tutte le navi inglesi nei porti russi finché
l'accordo Anglo-Russo-Napoletano del 1798 non fosse messo
in esecuzione. Che si vuole ! «le capitolazioni, dice il Pig-
gott, (5) non sono che capitolazioni: cioè la resa fatta da un
comandante all'altro delle forze belligeranti di quanto è al
suo comando. Le condizioni astringono tutti finché duri lo
stadio della capitolazione, ma non più. Viene poi il trattato
con cui il territorio vien ceduto in piena autorità e sovranità
senza limitazioni. La capitolazione viene assorbita dalla
(i) Con altra notificazione dei 3 Decembre 1803 si annunziava
la somma: cioè £ 167,000.
(2) Appendice No. XXXI.
(3) Disp. di J. Jackson io. IX. 1803. Documento No. XXXII.
(4) Disp. 28. IX. 1804. Doc. No. XXXIII.
\5) Nationality, London 1907. P. i. pag. 207.
— 134 —
cessione: le condizioni di quella vengono sostituite da quelle
del trattato. » E perciò il trattato di Amiens che seguì
la capitolazione del 5 Settembre 1 800, la surrogò e de-
notò la vera portata di essa. A confermare l'esattezza
di queste vedute sta quanto il Gabinetto inglese dirige-
va al suo ambasciatore A. Paget a 17 Ottobre 1800
su questo soggetto € che non era affatto Tintenzione di Sua
Maestà che questa temporanea occupazione di una posizione
militare durante la guerra pregiudicasse la questione della
eventuale futura disposizione da farsi di queste isole alla
fine di una pace generale. > (i).
Con ciò resta pienamente dimostrato a base di dati
storici, di documenti autentici e di argomentazioni altrettan-
to forti quanto giuste e legittime, che la famosa capitola-
zione non poteva avere né il significato, né il valore di
una conquista da parte degli Inglesi contro di noi e a
danno nostro.
i» X <'
(1) The Paget Papers voi. I. pag. 274, app. XXXIV.
TITOLO DELL'ATTUALE DOMINAZIONE
-••-
Chi volesse vedere regolata la successione degli Stati
sulle norme adottate dal diritto privato facilmente compren-
derebbe, che al signore di una terra arride maggiormente
la velleità di far derivare il suo possesso piuttosto da con-
quista che da una cessione, o dedizione in conseguenza di
un previo accordo ; poiché col primo titolo ei può vantare
maggior libertà nel suo governo, mentre il secondo gì' im-
pone per equità e giustizia l'osservanza delle condizioni
motivanti la cessione.
Forse è a causa di tale importante differenza di diritti
dovuta alla differenza del titolo, ossia dell'origine del pos-
sesso che si è da qualcuno accampata la pretesa di una
conquista inglese su Malta probabilmente in base al fatto
della completa estinzione del precedente Stato già rivestito
delle funzioni governative non che della cessione del terri-
torio già militarmente occupato dai Francesi, su cui i diritti
deiroriginario sovrano suppongonsi di essere stati abban-
donati, e ciò in conformità a quanto è accaduto delle repu-
bliche del Sud Africa nel 1900 e di Port Arthur nel
T905 (i), Ma i fatti svoltisi nel Transvaal e nella guerra
russo-giapponese, tuttora ben vivi nella memoria di tutti,
sono di gran lunga diversi dagli eventi terminati col pas-
saggio di queste isole alla dominazione britannica.
2. Non è improbabile che ad ingenerare l'idea di
conquista abbia contribuito la curiosa condotta dei coman-
danti inglesi durante quegli eventi ed il modo equivoco,
(i) Bentwich N. Law of private property. London 1907. p. 63.
— 136 —
onde queste isole furono governate in sul principio di quella
dominazione. Lo stesso popolo maltese ciò osser\^ando
con sorpresa se n^n con rammarico, era angustiato ed in-
certo riguardo al proprio destino. < Il popolo in generale,
scrivev^a infatti il generale Pigot al Segretario di Stato per
la Guerra a 24 Settembre 1800, sembra soddisfatto di
trovarsi sotto la protezione britannica ; ma, mentre tutti
sono felicissimi che i Francesi siano andati, molti si agitano
a voler conoscere il come s'abbia questo paese a conside-
rare > (i). Ed il malumore dei Maltesi all'idea di dover
essere governati puramente alla militare fu tale che il Ball,
desideroso di non perdere i vantaggi procurati all'Inghil-
terra mercè l'opera sua, insistette fortemente presso il Ga-
binetto per la nomina di un Governatore Civile, (2)la quale
il ministero, persuasone della ragionevolezza ed opportunità,
faceva nella persona di C. Cameron col titolo di commissa-
rio civile a 14 Maggio 1801, e gli dava le istruzioni « di
condurre il Governo di Malta senza alcuna alterazio-
ne da quello del passato meno in ciò che l'espedienza
avrebbe indicato come generalmente accetto e conforme a
desideri, ai sentimenti ed anche ai pregiudizi degli abitanti ;>
e perciò conchiudevali ^ccoll'ordine di usare ogni mezzo di
incontrare le vedute del popolo, di mostrarsi indulgente
perfino a pregiudizi, e di non perdere occasione alcuna di
conciliarsi l'affezione sua, e di assicurare la fedeltà del po-
polo al governo, sotto cui i Maltesi ora si trovavano > (3).
Fu allora che il Cameron per meglio cattivarsi gli animi al
suo sovrano ed affievolire qualsiasi legame ad altra potenza
suggeriva a 29 Luglio di quell'anno la completa segrega-
zione ed indipendenza di questa diocesi da quella di Palermo
a cui era stata fin allora soggetta, e che la religione cat-
(i) Dispaccio riportato nelle appendici al Prot. Mar. Case p. 60.
(2) Vedi sue lettere dei 26 Decembre 1800, 6 e 24 Gennaio e 6
Marzo 1801 riportate nel Prot. Marr. Case del 1893. pp. 66—68.
(3) Ivi, pag. 70.
— 187 —
tolica romana venisse dichiarata quale la religione della
chiesa stabilita di Malta come nel Canada (i). Per un atto
del Parlamento, (Stat. 41. Geor. Ili e. 103) poi, consideran-
dosi già queste isole quale un possesso britannico si prov-
vide a regolarne il commercio con gran vantaggio dei
Maltesi (2). Conchiusa la pace d'Amiens, che riconosceva
la personalità di questo popolo, ne fu determinata la parte
nel governo di questa terra ; ma per vari motivi quel
trattato aveva perduto ogni valore, ed i Maltesi rimanevano
giusta il desiderio da loro medesimi espresso, sotto il ves-
(i) Ivi, pa^. 72. La diocesi di Malta fu tolta dalla dipendenza
di quella di Palermo solo nel 1831 per breve di Gregorio XVI dei 20
Giugno; mentre dalle provincie sicule si dismembravano nel 18 17
gli Agostiniani, nel 1819 i Carmelitani, nel 18 18 i MM. Osservanti.
La Religione Cattolica non fu con atto solenne dichiarata esplicita-
mente la stabilita di questo governo di Malta, ma il governo locale si
conformava, specialmente nei primi anni strettamente a questo prin-
cipio; che anzi nel 1823 scriveva al Diocesano « che il Governo sem-
« pre fermo nel principio di prestare la sua particolare protezione
« alla Religione dominante di cui in tante occasioni ha dato le più
« luminose prove, non ha mai inteso ne intende dare ordine di sorta
« alcuna con riferenza al Culto Cattolico in queste possessioni se non
« colla previa intelligenza di V. S. Ili ma. e Revma. Firmato Richard
« Plasket, Principal Segretario di Governo. » 2j Giugno J82j,
Aveva inoltre il Governo ottenuto ai 12 Maggio 1808 dal Vesco-
vo Matte!, della cui elezione il clero fu contento per essere egli di
nascita Maltese e Canonico della Cattedrale, che nella chiesa di San
Giovanni sul fondo del trono già del Gran Maestro fossero poste le
armi britanniche, quasi a ricordare il patronato a cui era difatto suc-
ceduto ; e che portandosi in chiesa il Rappresentante di S. M. gli si
usassero quei riguardi già soliti darsi al Principe sotto l'antico gover-
no. Parliam. Papers publicate a Londra ai 24 Maggio 18 13. pag. 6.
ed ai 12 Febraio 181 7 pag. 483.
(2) Dalla protesta dei 5 Maggio 1803 fatta dal bali Buzi appare
che il commissario inglese ritenesse Malta « part of his Majesty*s
dominions. » « Se questo trattato (d'Amiens) non è ancor compiuta-
mente eseguito, rispondeva il Buzi, relativamente a quest'isola, non é
questa una ragione, credo io, che possa autorizzare una delle Potenze
contraenti di attribuirsene la Sovranità di quest'Isola di cui l'indi-
pendenza è riconosciuta » appendice No. XXXV.
18
— 138 —
siilo britannico, governati tuttavia, causa Cambiente politico
europeo piuttosto, alla militare, pur colla massima deferenza
ai lor diritti e principi religiosi. Avvenuta la rottura della
pace, Sir A. J. Ball che trova vasi in Malta nella qualità di
ministro plenipotenziario della corte inglese presso il Gran
Maestro e l'Ordine rappresentati dal bali Buzi e che ter-
giversava e si rifiutava di cedere questa isola non ostante
le forti pressioni del suddetto bali Buzi e del plenipoten-
ziario francese Vial, (i) veniva nominato commissario civile
a i6 Maggio 1803; nella qual carica egli si diportò in
maniera da assicurare più saldamente, in quei critici mo-
menti, questo possesso alla Corona britannica ; sebbene
escludendo dal governo l'elemento rappresentativo del po-
polo ne avesse disseminato grande scontento, dal quale
era stata inspirata la petizione umiliata il io Luglio 181 1
alla Corona Britannica, e nella quale i Maltesi si lagnavano
della proprietà loro abusata, della negata participazione nel
maneggio del governo locale, del dispotismo e della man-
cata fede nell'amministrazione fin allora tenuta (2). Or
siffatta politica puossi mai attribuire ad un animo certo
della conquista effettuata sulla nazione Maltese, o non
piuttosto alla premura del Governo Inglese di assicurarsi il
dominio di questa terra che esso considerava precipuamente
quale fortezza, e dove non mancavano spiriti favoreggiami
le aspirazioni di altri potentati ansiosi di assicurarsi il domi-
nio di queste isole ? Le istruzioni dell' Earl Barthurst dei
28 Luglio 18 13 al Maitland governatore eletto di Malta
dicevano : « Dacché l'isola di Malta e sue dipendenze ven-
nero sotto la protezione e dominio di S. M. nel 1800,
nessun sistema permanente e definito fu stabilito per il suo
(1) Appendice No. XXXVI. Lettere del Buzi, Vial e Ball e le
Istruzioni ministeriali : Documenti che lasciano vedere come real-
mente stavano le cose in Malta.
(2) Col. Off. Pap. Malta 20. 18 12. riprodotta nel Prot. Mar. Case
pag, 105 ; Azoppardi Raccolta, pag. 282.
— 139 —
governo.... Come una stazione militare, quale arsenale
navale, quale sicuro deposto per il comntercio non sembra
che nel sud dell'Europa vi esista altro sito che si presti
meglio di Malta perchè la Gran Brettagna estenda la pro-
pria influenza ed i suoi vantaggi. A queste gravi ragioni
devesi aggiungere che il popolo Maltese è entusiasticamente
dedito alla Corona Britannica ed offre una ricca, concentrata
ed industriosa popolazione di 100,000 persone,» e perciò
ordinavano che si facesse noto publicamente il riconosci-
mento delle popolazioni di Malta e Gozo a sudditi di S. M.
Britannica (i^. Da queste parole ministeriali apparisce
a sufficienza e la .causa ed il peso che determinarono la
condotta imperiale a riguardo di queste isole.
3. Dalla data di quell'atto reso qui di publica ragione
col Proclama dei 5 Ottobre susseguente il protettorato in-
glese assumeva il carattere di vera sovranità (2) ; e perciò
Tarticolo settimo del trattato di Parigi dei 30 Maggio 1814
col quale si disponeva che : < L'isola di Malta e sue dipen-
denze apparterranno in piena autorità e sovranità a S. M.
Britannica » non facevano che rispecchiare un fatto compiu-
to, uniti come eran stati i Maltesi alla Corona ed alla Na-
zione da loro scelta insin dal Febraio 1799, e alla cui dire-
zione già da quella data trova vansi sottoposti. L aver il
trattato del 1 8 1 4 nulla influito sulle sorti di Malta e dei
Maltesi basterebbe a persuaderci che non è abbastanza
sicuro il ritenere che la piena sovranità su Malta possa
essersi trasferita all'Inghilterra meramente in virtù dei ter-
mini di essi, come in tesi generale è sostenuto dal predetto
Lord Stowell a base dei principii di giurisprudenza e a
tenore dell'uso e della pratica delle nazioni ( 5. Robinson
114). Epperò, se quel trattato non vale da sé quale titolo
di trasferimento di sovranità, ben mostra, però, l'esistenza
di altro titolo molto migliore per l'Inghilterra, la scelta.
(i) Riportate nel Prot. Mar. Case Supp. Appen. pag. 116.
(2) £)ebono P. Storia della Legislazione pag. 279.
— 140 -
cioè di tutto un popolo libero ed illuminato, che non < vi,
sed sponte > rimette le sue sorti e il destino della sua patria
a quella sovranità. < La volontaria scelta di un popolo
libero, scriveva nel suo rapporto al ministro lo Stoddard nel
1836, sembra a me di offrire al suo signore un più sicuro e
più onorevole titolo di quanti esso potrebbe attingere dal-
l'essere stato un tal popolo inconsciamente a lui consegnato
da una terza potenza, o dall'essere stato costretto colla
forza a sottomettersi involontariamente al di lui dominio. I
Maltesi in generale sono fieri di pensare di essersi posti
volontariamente sotto la protezione della Corona britannica,
ed io ritengo che la storia di quella transazione giustifichi
queste vedute della relazione loro col Sovrano;» (i) ed
invero quanto abbiamo nei precedenti capi rilevato non
permette, avuto riguardo alla parte presa dai Maltesi nel-
l'epoca storica in disamina, di concepire di essere eglino
stati oggetto di conquista nel proprio senso della parola.
4. Difatti per conquista in diritto internazionale vuoisi
significare una forzosa appropriazione fatta da una potenza
del territorio appartenente ad altro stato; (2) e quindi allor-
ché il possessore del territorio invoca l'intervento altrui e al
medesimo rimette il possesso di quel territorio dopo aver
efficacemente cooperato coli' invocato ausiliatore contro un
nemico comune, in tal caso manca assolutamente ogni
qualsiasi elemento al titolo di conquista. Sarebbe eziandio
vano l'andar rintracciando nei trattati di Parigi e Vienna
il titolo della conquista, quando si ricordi che e protettorato
e dominio e sovranità britannica su Malta eran state già da
tempo innanzi proclamate solennemente col già menzionato
atto sovrano notificato ai Maltesi a 5 Ottobre 18 13, mentre
il procedere britannico indicava molto chiaramente la seguita
annessione dell'isola ben prima di quella data, presentan-
do a rappresentanti delle altre potenze più di un motivo a
(1) § 86. Rppporto riportato nel Cr. Ad. Marr. Case 1893.
(2) Encyciopaedia of the Laws of England London 1897.
— 141 —
recriminazioni, non ultimo la formazione di un corpo di
truppe indigene contro cui si protestava il principe di Pan-
telleria agli 8 Decembre 1 802 a nome del Re delle Due
Sicilie (i). E per verità che Malta non fu realmente che un
pretesto per la continuazione della guerra tra le due rivali
potenze è chiaro per chi avesse ben considerato la storia
dell'epoca. Peraltro lo stesso Segretario di Stato TEarl
di Liverpool a 28 Luglio 18 14 in pieno Parlamento ricor-
dava di non valere neppure la pena di confutare l'asserto
di una volta che, cioè, Malta fosse stata la causa della guer-
ra ; (2) mentre da parte francese abbiamo la confessione,
tra altre del DeJorèt che ci dice esser stato l'aftare di Malta
di un interesse allora molto secondario (3).
5. Escludono più apoditticamente la pretesa di con-
quista l'assenza dell'intenzione nell'acquirente e l'inesi-
stenza di inimicizia tra la Gran Brittagna ed i veri
proprietari di questo paese. Che intenzione nel governo
inglese non vi fosse di appropriarsi di queste isole lo
dimostrano lo scopo per cui furono assistiti i nativi
apparente nelle istruzioni del Nelson incaricato dell'ope-
razione ; si mirava alla dispersione del francese, non alla
(i) App. No. XXXVII. La leva di soldati fatta dal Graham nel
1 799 dietro formale domanda al Congresso ossia Governo Maltese,
allora signore di fatto di queste terre, differiva dal nuovo assoldamen-
to perchè questa volta veniva fatto per propria autorità su di un
popolo ora messo per il trattato di Amiens sotto aliena dominazione.
(2) Hansard Parliam. Deb. v. 28. col. 317 ; vedi sul proposito il
Sorel A„ 1. e. voi. VI. pag. 298.
(3) 4c L'affaire de Malte est d'un intérèt très secondaire, et, si
après le message du Roi d'Angleterre la France s'est refusse a transi-
ger sur ce point ainsi qu' il le vouloit, ce n'est point à cause de la
valeur réele de cette isle ; mais parce qu* en consentant à la laissent
dans les mains de TAngleterre, la France eut reconnu ce droit
étrange de demander des garanties ; c'est a cause du message
calomnieux et insultant du Roi d'Angleterre;...» Explication verbale de
M. de Laforet d'apres les Dépeches de Milan publicata nei Diares &
Letters of Sir G. Jackson, London 1872. voi. i. pag. 456.
— 142 —
sostituzione. La poca importanza che si dava dal Gabi-
netto (i) e dal Nelson a questa terra (2) evincono che altro
non doveva essere l'intento. < L'intenzione di appropriarsi
è invariabilmente e forse necessariamente mostrata da una
formale dichiarazione o proclama d'annessione > ci insegna
il prof. Hall dell'Università di Oxford (3). Invece nel caso
di Malta ci disse Lord Hawkesbury ai 13 Maggio 1802
« quando noi la bloccammo noi emettemmo tuia dichiara-
< 3 ione, che non era nostra intenzione di ritenerla, ma di
< restituirla all'Ordine di S. Giovanni sotto certi regolamen-
< ti. Il primo obiettivo di quei regolamenti era di miglio-
< rare la condizione dei Maltesi.. . I signori non si turbe-
< rebbero tanto della creazione della lingua maltese o dei
€ privilegi dati ai nativi se rammentassero la condotta di
< quei nativi durante l'assedio, quando sotto un ufficiale
< inglese furono attivissimi a secondare le nostre vedu-
^< te.,.> (4). La ritenzione susseguita non si può riguardare
come atto da conquistatore, dacché sopravvenne il fatto
della volontaria dedizione dei proprietari naturali e politici
del paese, con cui non furono mai in ostilità. Questi natu-
rali proprietari, se non si vogliono considerar come alleati
(i) Vedi discussione dei 3 Novembre 1801 e le altre sul trattato
di Amiens nel Cobbett Register voi. II e nel Hansard.
(2) Nicolas Nelson's letters voi. V. pag. 36. 4 Decembre 1802 e
nel Gennaio 1804 « as to Malta, it is a perfectly useless place for
Great Britain ; and as a Naval Port to refit in I would much sooner
undertake to answer for the Toulon fleet from St. Helens, than from
Malta. » Ivi, pag. 341.
(3) Intern, Law, Oxford 1885 pag. 588. « Intentìon to appro-
priate is invariably and perhaps necessarily shown by a formai decla-
ration or proclamation ol annexation. »
(4) Hansard Parliam. History voi. 36 col. 764. Al dir del Mie^e
l'Inghilterra si sarebbe contentata di ben poca cosa a tempi del
Rohan. L'approvato piano che l'Italinski mostrò al Ball evince che
nel 1799 le pretensioni della Gran Brettagna eran ancora limitatissi-
me. E perciò anche senza la Valletta e le Tre Città, in Malta
trovava l'Inghilterra sufficiente attrattiva, checche ne pensino altri
oggidì.
— 143 —
per causa della protezione domandata ed accordata e per
l'accennata spontanea dedizione, sono certamente da consi-
derarsi quali soci, sia nel significato dei Romani sia nel
senso di cospiranti unitamente alla espulsione da queste
terre di comuni nemici.
6. Secondo l'insegnamento del Diritto Intemazionale
chi nel combattere un nemico si associa con un altra parte
può conquistare il nemico, ma non mai il suo associato.
Nell'inizio la direzione dei fatti d armi, le operazioni mi-
litari e navali, i depositi formati e le assistenze prestate a
questi buoni amici Maltesi erano attività e ricchezze che
l'Inghilterra e le sue alleate fecero per conto di chi gli
eventi avrebbero fatto dichiarare in faccia ali ^Europa essere
il Sovrano di Malta, sia il Re delle Due Sicilie, sia il S.
Ordine Gerosolimitano, sia lo stesso popolo maltese libe-
rato e dai Francesi e dal S. M. O. G. e dalla soggezione
feudale divenuta già un anacronismo nel 1 800. La superba,
del soccombente, che non voglia cedere le armi se non al
più forte dei suoi nemici e non a tutt'i suoi avversari non
intitola il più forte nelle relazioni dei consociati ad alcun
diritto di preferenza. Tra consoci quasi effetto della soli-
darietà d'azione ed anche d'intento è la comunanza d'inte-
ressi ; il vantaggio acquistato da uno di essi si comunica ai
consoci ; per modo che la capitolazione fatta a favor di un
solo non importa nell'addottata formalità se non un espe-
diente ritenuto acconcio a farla finita di un avversario nello
interesse comune dei soci, e non già per surrogare il socio
presente all'atto di resa nella potestà di inimicizia di uno
dei soci. Esempi Francia ed Italia contro l'Austria nel
1866 quanto a Venezia e Veneto (i), e nel 1859 quanto a
Milano : lenimento dello scorno patito. I fatti di poi svoltisi
nei Preliminari di Amiens mostrano questa posizione del-
l'Inghilterra intervenuta non conquistatrice di Malta ma solo
(i) Vedi tra altri B. King:, A History of the Italian Unity, voi.
IL Londra 1899, e. 27—39.
— 144 —
debellatrice dei Francesi nell'interesse dei Maltesi. L'In-
ghilterra si obbligava di ritirarsi da Malta a patto che
vi riprendesse la Sovranità l'Ordine Gerosolimitano ; ma il
fatto abusivo di avere i vari Stati trattato di Malta senza
la rappresentanza dei Maltesi non intitolava l'Inghilterra a
ritenersi padrona di Malta più dei suoi alleati.
7. In vero Malta era troppo piccola perchè potesse
avere parte fra le grandi Nazioni. Era essa una nazione
per diritto delle genti ; ma non tale che avesse la forza
necessaria per affermare i suoi diritti di non essere oggetto
di contratto senza suo intervento. Il subire, però, la pre-
potenza non fa che colui, il quale in questo convegno di
lupi è il cibo prediletto, solo perchè ceduto ad uno dei
grandi divoratori, sia divenuto conquistato, se prima ne
era stato efficace ausiliare. Cessione in questo caso non
può significare conquista : vi manca l'elemento di inimicizia.
.Che era nostra amica e socia l'Inghilterra nel periodo ini-
ziale e nello svolgimento della lotta tra Maltesi e Francesi
lo si desume da tutti gli atti di quel Congresso, in cui Ball
capo dei maltesi, poi rappresentante di S. M. Siciliana e
sempre esponente, se non delle idee del capo militare
Pigot, certo delle idee della diplomazia, e quindi Sovranità
inglese, si compiaceva di chiamare questa sua fattura;
desumesi ancora da tutti gl'indirizzi che Ball, Vivion e
Graham, messi del Governo inglese, proclamavano ai Mal-
tesi perchè non frustrassero gli sforzi di debellare il comune
nemico, il Francese ; desumesi da tutte le lusinghe adope-
rate per accarezzare i Maltesi, per alienarli dal loro amore
storico di un ritorno possibile alla dipendenza dell'Ordine ;
desumesi dalle lodi al patriottismo, alla valentìa e alla lealtà
dei Maltesi prodigate a nome del Re d'Inghilterra, e che
mal si concepirebbero se noi fossimo stati conquistati, e che
anzi erano unicamente intese ad indurre i nostri padri a
seguirlo nel sogno da lui vagheggiato, che per plebiscito di
dedizione, non mai di conquista, sventolasse sulle robuste
mura di Malta la bandiera del suo Sovrano, Inutile og-gi
— 145 —
dopo un secolo accampare la pretesa inonorevole, che T In-
ghilterra agiva con arte volpina per la conquista di Malta,
se nel fatto non era possibile che ci fosse conquista, né in
diritto, né in fatto, tra Maltesi ed Inglesi.
8. Quando, dunque, come tra taciti alleati per proprio
interesse, l'Inghilterra favoriva i Maltesi nell'assedio contro
i Francesi, essa trattava i rappresentanti della nazione mal-
tese come tali di fatto e di diritto. Or è inconcusso princi-
pio di Diritto Internazionale che tutte le nazioìii dalla più
grande alla microscopica sono uguali ed hanno gli stessi
diritti in faccia al Diritto delle Genti ; non altrimenti che
tutti gli uomini dal più alto al più basso sono considerati
uguali di fronte al Diritto Naturale. Il riconoscere che chi
fu nazione assistrice a ricacciare un invasore possa otte-
nere il sopravento come conquistatore dei propri alleati è
affermare di aver tale nazione lottato non da nemico contro
nemico ma da alleato contro alleato. Aver conquistato chi
non era ostile a loro. Che se dalla Nazione e dal Parla-
mento Inglese si parlò talora di conquista di Malta, ciò si
fece, e fu interpretato nel general senso di acquisto od al
più, quale una conquista in rispetto ai diritti francesi su
Malta non già a quelli degli alleati e soci che erano quanto
gl'Inglesi principali nella guerra contro i Francesi. E'
curioso chiamare principali di un lato i soli Inglesi, quando
il combattimento avveniva tra gli Alleati^ cioè Inglesi di cui
divenivano lungo la campagna parte anche i Maltesi,
Portoghesi, Napoletani, Russi e l'Ordine ; e tra i medesimi
si ripartivano le spese, non ultima in queste la Nazione
Maltese (i). Se quindi, si vuol far chiamare l'Inghilterra
conquistatrice di Malta a rispetto dei Maltesi e della loro
patria, ugual diritto devesi riconoscere di conquista in cia-
scuna delle Nazioni alleate nel combattere il nemico comune
su queste terre, e per conseguenza ugual diritto in loro di
ingerirsi nei nostri affari. A. tanto ci porta l'ammissione
(i) Vedi appendice No. XVI.
19
— 140 —
dellassurdo di poter essere stata T Inghilterra amica e ne-
mica nel tempo istesso dei Maltesi, e T inconciliabilità intrin-
seca dei diritti degli alleati tutti, non esclusa la Nazione
Maltese finché restò autonoma, ed il susseguente possesso
britannico di Malta.
9. Sarebbe invero curioso l'asserire che la chiamata
all'aiuto fatta da chi si trovasse aggredito in casa sua da
malviventi intitolasse lausiliatore a sostituirsi all'aggredito
nel possesso dei diritti del medesimo, come del pari sarebbe
attribuire all'Inghilterra la parte odiosa di insidiatrice con-
tro i propri alleati se le si volesse attribuire un ingiustificato
agire a loro riguardo di sola esclusiva conquista nel fatto
della espulsione del comune nemico da queste spiaggie
da cui tutti derivavano uguale titolo per esplicita previa
convenzione.
10. Inoltre perchè si potesse con qualche parvenza di
diritto asserire Malta conquistata perchè furono debellati
i precedenti possessori, i Francesi, bisognava che le leggi
almeno fatte da costoro fossero state dagli Inglesi rispettate
e poi revocate colle formalità di diritto. Il che non è avve-
nuto, come è ben ragionato nella già citata sentenza della
Corte d'Appello di Malta nel 1887.
11. Un altro argomento ancora ci somministra a
combattere Tidea di conquista la già menzionata concessio-
ne agli abitanti di Malta del bottino e delle prede fatte in
occasione della resa della piazza della Valletta, imperocché
questi non si ripartiscono coi conquistati, ma si tolgono a
costoro e si distribuiscono tra i principali delloste nemica.
Un tal atto dunque sarebbe bastevole a dimostrare come
effettivamente i Maltesi eran cooperatori principali, e per lo
meno quanto ì Siciliani, ai quali non si vorrà disconoscere la
natura di alleati quest'oggi quando la si riconobbe a proprio
vantaggio in quelle congiunture. Non fosse stato il Napo-
letano Monarca, che mentre permetteva agli Inglesi di
rifornirsi del necessario dai suoi porti, negava questo van-
taggio ai Francesi di Malta, anche quando non ^ra ancora
— 147 —
in guerra dichiarata con loro (i), Malta in tutta probabiltà
non si potrebbe gloriare di essere parte oggi dell'Impero
Britannico. Avrebbero senza un tal aiuto potuto tenere il
blocco le navi britanniche ed espugnare questa piazza di cui
Lord Hawkerbury confessava l'inespugnabilità ? (2).
12. Varrebbe poi la pena dì sostenere una conquista
dì Malta, dato pure che dal 28 Ottobre 1798 essa non
potesse riguardare che il solo recinto delle fortificazioni del
Gran Porto e che Inglesi, alleati e Maltesi labbiano
insieme operata, se essa venne risoluta col trattato di
Amiens ? Francesi ed Inglesi si erano allora contentati di
abbandonare le loro pretensioni al possesso di queste isole
per far luogo all'Ordine Gerosolimitano, che le doveva ria-
vere colla dipendenza dall'antica sovranità del Re delle Due
Sicilie e colla garanzia delle potenze ; e perciò dopo quel-
Tatto i signori di queste terre per volere delle nazioni di
Europa rimanevano l'Ordine, Napoli, ed i Maltesi. Napoli,
sebbene non formalmente rinunzìataria dei suoi diritti a
favor della Gran Brettagna non ne era aliena (3), e gl'im-
portanti eventi accaduti nel mondo politico in quell'epoca
consigliavano ai veri interessi del regno delle Due Sicilie di
approvare in Malta, il cambiamento di dominio che esso non
aveva la forza di ritenere (4). L'Ordine Gerosolimitano
colla morte dell'Imperatore Paolo I, rientrato nella sua
orbita, aveva subito tali scosse che difficilmente lo si sareb-
be potuto riconoscere per quello che aveva tanto onorato
(i) Bonncfons A. Maric-Carolinc Paris 1905 pag. 156.
(2) Cobbett Rejjister v, IL col. 1137. 3 Novembre 1801.
(3) Vedi i discorsi nelJa seduta del Parlamento Britannico dei 23
Maggio 1803. Ivi, V. III.
(4) La presenza degl'Inglesi in Malta era garanzia dì difesa per
la Sicilia, su cui Ed. Lcfebvre segretario del governo a Malta scriveva
a Talleyrand « La Sicile est un corps dont Malte et les rochers qui
l'environnent ne sont que les bras... Il nV a qu* une seule manière
de coiiserver cette con(iuete, c'est d'y joindre celle de la Sicile ;....:>
Bonuefons I. e. pag. 158.
- I4à -
la Religione Cattolica, protetto i mari dalle insidie dei bar-
bari corsali e che aveva recato non piccoli vantaggi al com-
mercio dei popoli cristiani (i). Spossessato ornai della
maggior parte delle sue proprietà, sbandati i suoi membri,
abolite, scisse o senza valida protezione le sue lingue
diveniva precipuamente risposta la garanzia della propria
indipendenza nel solo Pontefice, e la sua autorità mancava
del necessario peso per farsi rispettare dalle potenze. I
Maltesi, già dediti ed attaccatissimi all'Impero Britannico,
divenuti di diritto colla erezione della lingua maltese e col-
Tassegnazione della metà di tutti grimpieghi quasi i veri
arbitri del loro paese preferirono svestirsi ancor una volta
di ciò che avevano acquistato, mirando principalmente all'u-
nione loro coir Inghilterra, come si espressero nella concer-
tata petizione sollecitante l'accettazione da parte di quella
della sovranità di queste isole adesso da loro offerta (2).
(i) Dal De Kermainguy, L'esclave des galères, Paris 1841
pag. 260 si rileva altro vantaggio dalla residenza dei Cavalieri in
Malta alla nobiltà d'Europa, cioè l'affiatamento continuo di persone
appartenenti alle più nobili famiglie di ciascun reame, la conseguente
smussatura dei loro differenti caratteri, e pei più giovani un'accademia
in fatto d'onore, di educazione, di emulazione che addolciva il loro
carattere, modificava i pregiudizi ed i costumi prendendo il meglio
e il più generoso di ciascuna nazione. Nel fatto l'Ordine si prestava
ad offrire altri vantaggi ancora perchè esso cercava adattarsi in cia-
scun paese a seconda delle esigenze e delle contingenze della posi-
zione, talché cambiati i tempi e le circostanze modificavansi i doveri,
le incombenze e le attitudini della corporazione. Vedi The Knights
Hospitallers in England by L. B. Larking e J. M. Kemble, London
1857 pag. XIV.
C2) La sollecitudine con cui fu fatta la petizione, come la missio-
ne data dal governo locale al signor Antonio Casolani già consultore
politico del Ball durante la campagna, partito per Londra il 23 Otto-
bre 1801, e le varie corrispondenze tenute in proposito autorizzano,
secondo taluno, a ritenere questo atto esser stato fatto di concerto
colle autorità governative, sebbene per non suscitare gelosie, ai nostri
deputati non si dette a Londra la ricezione che era loro dovuta.
Appendice No. XXXVIIL
— 149 —
1 j. Ma si potrebbe forse obbiettare, potevano i Mal-
tesi come sudditi del Re delle Due Sicilie fare tale offerta?
Potevano queste isole formare oggetto di donazione da
parte dei Maltesi. Rispondono i Maltesi. In forza delle
condizioni d'infeudazione apposte nel diploma di Carlo V da
Castelfranco a 24 Marzo 1530 esecutato dal duca di Mon-
teleone al i Giugno seguente in Messina l'Ordine Geroso-
limitano col semplice abbandono di queste isole veniva a
perdere ogni suo diritto e qualsiasi ragione su Malta men-
tre i Maltesi per antecedenti privilegi, altrove menzionati,
riacquistavano diritto a questa terra già due volte da loro
riscattata. Col possesso di Malta passato ai Francesi e
colla conseguente guerra contro la Francia la Corona di
Sicilia veniva a perdere di fatto e irremissibilmente gli anti-
chi diritti che su queste isole le competevano, avendo mo-
strato di non avere né la forza, né l'energica intenzione di
riacquistarle. L'azione, l'abilità e capacità dei Maltesi, che
non risparmiarono né rischi, né fatiche avevano risollevato
l'isola dalla condizione in cui era caduta, e perciò quando i
Maltesi, pur riconoscendo l'alto dominio del Re delle Due
Sicilie, si riservavano la posizione di sostituiti al precedente
feudatario, quale fu TOrdine, non derogavano menoma-
mente a quei diritti della Corona Siciliana già modificati
nella propria natura per gli occorsi eventi. L'inalberamento
dello stendardo della Gran Brettagna accanto a quello
della Sicilia e sostituito al gonfalone di Malta significar non
poteva che la doppia natura della sovranità su queste isole
e la rinunzia dei propri diritti che dai Maltesi spontanea-
mente si faceva nella fiducia di essere compensati coi van-
taggi da loro sperati. La natura dell'atto compiuto dai
naturali col loro memoriale dei 9 Febraio 1799 al Re delle
Due Sicilie a suggerimento del rappresentante della Gran
Brettagna in Malta per coonestare l'azione dell'innalzamen-
to della bandiera inglese ci è chiaramente indicato dalla
lettera dello stesso Ball di uguale data: per agire, cioè, con
delicatezza e non urtare, i sentimenti di un* sovrano amico,
— 150 —
di cui i Maltesi anche sotto la sovranità deirOrdine non
disdegnavano chiamarsi sudditi, ed il di cui alto dominio
non si voleva disconoscere (i).
1 4. Che se pur si fossero dai Maltesi oltrepassati i limiti
della propria competenza, egli è che nella società il diritto
alla propria conservazione e salvezza è tale che avanti a lui
ogni altro umano deve necessariamente cedere e svanire.
II diritto del Re delle Due Sicilie qualunque esso sia, se
rispettato, non sarebbe stato a lungo andare che Tafferma-
zione del potere francese, la ricaduta di Malta in mano sua
colla conseguente spogliazione dei privilegi maltesi, e Na-
poli sarebbe stata assolutamente incapace a resistere alla
potenza francese. Concorreva quindi quanto secondo il
Philimore ed i giuristi è giustificazione sufficiente di ciò,
che sotto l'impulso della necessità si compie lealmente ed
in buona fede ; dacché è la necessità che detta la legge,
soprassiede a tutte le regole e rende legale e legittimo ciò
che è ragionevole e giusto in siffatti casi (2).
15, Ma poi a che cosa ammontava questo diritto del
monarca siculo su Malta e Gozo nel 1798 ? L'Ordine Ge-
(i) In questa lettera il Ball dice ancora di aver fortemente insi-
stito col Nelson sul vantaggio che il Re di Sicilia sarebbe a derivare
dall'avere così vicino una nazione amica colla sua flotta per sostenerlo
e che ciò sarebbe una garanzia j)er la buona condotta dei Siciliani.
Appendice No. XXXIX.
(2) Philimore. Inter. Law v. II. pag. no e 123 « Lord Stowell
observes that a clear n ecessi ty will be a sufficient justifìcation of
every thing that is don e fairly, and with good faiih under it > and
again, « that the law of cases of neccssity is not likely to be well
furnished with precise rules ; necessity creates the law, it supersedes
rules, and whatever is reasonable and just in such cases is likewise
legai..,,-» <Vattel says, that when two duties stand in competition.
that one which is the more considcrable, the more praiseworthy and
productive of the greater utility is entitled to the preference. Lord
Bacon says that «it is a point worthy to be observed generally of the
rules of law, that when they encounter and cross one another, that it
bc understood which the law holds to be worthier and to be prelcr-
red. (Maxìms of Law Regula III.»
— 161 —
ro.solimitano conscio di quanto aveva operato, speso e
patito insin dal 1530, e dall'assedio dei Turchi su questa
terra, da renderla per lo scopo, a cui natura sembrava
averla designata, come inespugnabile fortezza, ( i ) aveva col
fatto ridotto questo diritto del Re di Sicilia ad un puro
omaggio. Arrogi che per quanto grande voglia pur con-
siderarsi il potere di Carlo V concedente Malta in feudo,
esso era soggetto alle leggi di possibili contingenze, di
necessità e della ragion universale (2). Se eventi mondiali
avessero sovvertito Tordinamento particolare costituito da
Carlo per la sovranità di Malta, e questa tosse venuta meno
il titolo su Malta doveva seguire le fatalità, alle quali egli
aveva esposto quest'isola coiraver consentito di allontanar-
le dalla sua immediata signoria. Epperò i Maltesi, dopo
l'abbandono del governo (Gerosolimitano, presero occasione
di affermare la loro autonomia e una propria sussistenza sia
come naturali successori dei diritti già presso il precedente
feudatario che per proprio innato diritto. Egli è che T Ordi-
ne, impotente allora di salvaguardare i suoi stessi interessi,
non poteva dai direttori del movimento maltese conside-
rarsi e ritenersi capace a preservare T ideale degli isolani.
(r) Il maresciallo Marmont scriveva nelle sue memorie quando
ripassava da Malta nel 1834 «Un uomo delKarte al veder questa
piazza rìmarri\ sempre maravigliato di due cose — dell'eroica difesa e
della fortunata resistenza del Gran Maestro La Vallette quando Malta
non era nulla, ed i Turchi occupavano le alture immediate del Borgo
— e della resa di Malta alle nostre armi, quando questa città era, dopo
Gibilterra, divenuta la più forte d'Europa e difendevasi da per se
stessa cogli ostacoli materiali da lei presentati.» Riport, da I. Zuali
Sajani. Gli ultimi giorni dei Cavalieri di Malta, p. 173 che come il
Kermainguy nel Mannarino e nel Fleur d'Epée compilarono sui fatti
di quest'epoca i loro romanzi.
(2) « Great as was the power of Charles V it was nevertheless
« subject to the laws of possible contingencies of necessity, and of
« universal reason. He was not privileged to enter his caveat in per-
« petuity, against the operation of those laws.» Jackson (?) The Policy
aud Interest of Great Britain with respect to Malta. L^ondon 1803 (?).
— 152 -.
Come abbiamo già detto, sbandati per l'Europa i suoi
membri, ed essendo tutti stranieri all'isola, e già astretti da
regole che escludevano i nativi dalla participazione del go-
verno politico deirOrdine, per necessità non avrebbero
potuto secondare le aspirazioni del nuovo ordine di cose ;
che anzi essi avevano dato già prova di non aver voluto
mantenere i patri privilegi non ostante le giurate pro-
messe.
i6. Dato, adunque che i mutui interessi di Maltesi ed
Inglesi avevano avvicinato i due popoli e li avevano di
conserto fatto agire allo scopo prefisso, sebbene ciascuno
con proprio particolare obbiettivo, e li avevano così uniti
da formare di questa isola una possessione dell'Impero
Britannico il trattato di pace firmato a Parigi nei dì 30 e 31
Maggio 18 14 come conseguenza di quello sottoscritto ai 23
Aprile precedente e che aveva per base di ristabilire in
Europa lo ^/a/;/ ^//(^ del 1792, non può spiegarsi diversa-
mente per quanto riguarda queste isole che come ratifica-
zione europea dell'avvenuto a Malta per fatto dei Maltesi e
degli Inglesi. Presa questa veduta di tal trattato non è
difficile comprendere il rifiuto delle Potenze di sentire TOr-
dine Gerosolimitano che protestava nel susseguente Con-
gresso di Vienna, seppure le ragioni già menzionate non
fossero bastantemente valide, ed è facile scorgervi la causa
dell'essersi trasandati le possibili pretensioni del Monarca
delle due Sicilie e di altri potentati. Apponevasi, quindi,
bene il Ball quando affermava nella sopra citata lettera ad
uno dei capi del movimento maltese. < Se alla fine della
guerra Maltesi ed Inglesi si saranno l'un all'altro attaccati
potete star sicuro che l'interesse del re della Sicilia sarà
di rinunziare per sempre a suoi diritti. > (i).
Dal permesso ci pace che si possa meritamente rite-
nere il possesso britannico non quale un'usurpazione diplo-
(i) Appendice No. XL. e Borg's Appeals pag. 23.
— 153 —
mancamente leg^ittimata col trattato del 1814, come piacque
a più di uno chiamarla ; ma piuttosto questo trattato po-
potrebbe passare per ricognizione diplomatica di fronte
a terzi del Melitensitim amor e della efficace assistenza
prestata dagli Inglesi, a cui spontaneamente eransi dati i
Maltesi, perche a detta degl'internazionalisti: «Quando una
nazione non si sente abbastanza forte, e sia impotente da
sola di resistere a suoi nemici può legalmente assoggettarsi
ad altra nazione più potente. > Ed invero la pergamena
diplomatica non costituisce né fa conquiste, ma ricorda solo
eventi storici (i).
■ >x< *
(i) 4c The Diplomatic pareli ment makes no conquest ; it only
records that wliich evcnts bave made. » Policy & Interest of Great
Britain etc. E chi non fosse ancor persuaso dell'azione maltese legga
negli atti del notaro Alessandro Patrizio Spiteri alla data dei 18
Marzo 1799 l'approvazione e ratificazione data per pubblico contratto
dai rappresentanti dei casali, di proposito congregati nella sala del
palazzo del governo della Notabile, all'operato tutto dei tre deputati
maltesi portatisi a Palermo a ^w di avere dal Nelson, Hamilton e dal
Re delle Due Sicilie la sanzione della proclamata Sovranità della Gran
Brettagna. Per chi poi voul persuadersi della parte che sostenevano
gli agenti inglesi coi maltesi per ottenere questo fine rij)orterò questo
interessante brano di lettera scritto prima della rottura della pace.
« Le governments politiques ont changè extremement depuis que
j'avez l'honneur de vous voir; et je ne repantriejamais de Tavis que
j'avois donne au Deputès de Malte, quand ils etions en Angleterre —
Ils ont a sutenir soulment, a rester firmes, et a dire, qu'ils ne se
soumetteront jamais a TOrdrc — Et selon moi tout les Puissances de
l'Europe ne pourroient forcer l'Isle de Malte. i^ A conferma di queste
vedute sta Tordine del Reg. Commis. dei 3 1803 di innalzare sulle
imharazioni maltesi il solo paviglione inglese sotto pena di 50 e di
100 onze secondo la grandezza della nave. (Doc. riport. nell'app. IV).
20
CONCLUSIONE
^^
Seguendo dopo un secolo le memorie tramandateci da
scrittori diversamente ispirati dalla diversità deirìnteresse
delle parti in conflitto e di altre estranee alla lotta, ma
ugualmente aspiranti al possesso di queste isole, non si può
non rimanere perplessi nel giudicare la situazione deirepoca
trattata. Ma se il corso del tempo distrusse delle prove,
altre ne mise in evidenza le quali ci permettono di afferma-
re con sicurezza il vero titolo, onde la Gran Brettagna
vanta il suo possesso su Malta. Esso poggia sul diritto
innato competente alle nazioni, come agl'individui, di prov-
vedere alla propria conservazione non meno che sopra un
atto di mera elezione da parte dei Maltesi.
2. La completa rovina della sovranità dell' Ordine
Gerosolimitano lasciò il Popolo Maltese senza un sovrano e
in preda a tirannico e rapace nemico. Si trovò Malta real-
mente priva della naturai protezione di un governo, e alla
mercè dei grandi Stati dovette sottostare quanto ai comuni
uffìcii della sovranità. In tale straordinaria crisi un comune
interesse portò la Gran Brettagna ad assistere i Maltesi nel
loro risveglio politico. Quel comune interesse lasciò il
paese eventualmente nelle mani di chi si cooperò efficace-
mente alla liberazione loro da un comun nemico.
3. I mezzi usati dalla Gran Brettagna per ottenere
questo risultato si possono riassumere nella cacciata dei
Francesi, nellaver guadagnato i capi dell' insurrezione
maltese, nell'aver tatto pesare la propria influenza e saputo
— 155 —
far valutare Taiuto prestato alla Corte di Napoli ( i ) e nel
barcamenarsi e salvaguardarsi dalle suscettibilità della Rus-
sia e di altri aspiranti al possesso di Malta.
4. Intanto se da una parte la debolezza di Hom-
pesch (2) e dall'altra l'infedeltà ed il tradimento permisero
(i) Leggcsi in un dispaccio del ministro Thugut a CoblenzI degli
Il Novembre 1798. «e Quel che causò a noi non minor meraviglia è
stata la scoperta fatta da ^fonte non sospetta, che il marchese di
Circello (ambasciatore di Njipoli) è stato munito di scerete istruzioni
per cercare di ottenere la garanzia dell'Inghilterra a favor del re di
Napoli p>el possesso di Corfù e delle altre isole già veneziane essendo
autorizzato in tutti i casi ad offrire l'isola di Malta alla corte di
Londra....» Dal De Salles 1. e. pag. 398.
(2) 11 Hompesch vien difeso da vari autori. L'atto della sua
abdicazione dei 6 Luglio 1799 è riportato tra altri dal Villencuve-
Bargemont, Monumens des Grands-Maitres v. 2. pag. 417, che ripor-
ta altri documenti determinanti questa rinunzia, causata dai suo agire
curioso nella resa di Malta. Da una lettera dei 7 Settembre 1 798
apprendiamo che Ransijat fu quegli che allora gli portò l'informa-
zione di aver Bonaparte accolto i reclami dei suoi creditori « mais
que pour ne pas articuler le mot de dettes dans Tacte de reddition, il
nous assignoit des fonds pour les payer. En effet, le citoyen Pous-
sielgue cousin du Poussielgue de Malte, vient peu de momens aprés,
nous porter un acte de cession que nous dùmes signer, et subseque-
ment l'on nous remit cent mille livres en or et deux cent mille francs
en lettres du change...)^ Mss. 421 Bibl. Ma che cosa e^ano i sei cento
mila franchi assegnati a Hompesch da Bonaparte a fronte del ricavato
per l'ordine dato a 13 Giugno di torre gli ori, argenti e pietre preziose
della chiesa di S. Giovanni, degli Alberghi, del Palazzo magistrale e
di tutte le dipendenze dell'Ordine? « Malte 25 prairial anno VI.
Bonaparte, general en chef, ordonne : i. Le citoyen Berthollet, le
contròleur ^e Tarmée et un commis du payeur en leveront l'or, Tar-
gent et les pierres precieuses qui se trouvent dans l'église de Saint
Jean et autres endroits dépendant de l'Ordre de Malte, l'argenterie
des Auberges et celle du Grand Maitre. 2. Ils feront fondre dans
la journée de demain tout l'or en lingnots pour ctre transporté dans
la caisse du peyeur à la suite de l'armée... 4. Ils vendront pour deux
cent cinquante à trois cent mille francs d'argenterie a des négociants
du pays pour de la monnaie d'or et d'argent... Bonaparte j^. De
Kermainguy. Fleur d'épce v. 2. pag. 449. Il Lebrun, che fu preposto
alla zecca in quell'egoca ci lasciò nota delle casse degli argenti . delle
— 156 —
ai Francesi d'impossessarsi di Malta, allej^ando per pretesto
ad attaccar guerra il rifiuto a prender acqua, quando l'or-
dine d'impadronirsi di queste isole datava già dal 12 Aprile
1798, (i) la conquista od invasione ft-ancese apportò la sola
conseguenza di facilitare il passaggio di questa terra al
dominio della regina dei mari di preferenza a chi riceveva a
Pietroburgo dal bali A. De Litta a io Decembre 1798 le
insegne della sovranità di Malta indossato della cotta d armi
del La Vallette, della croce di l'Isleadam e della spada di
P. D'Abusson (2). A nulla valse a Paolo I l'offerta di
Malta fattagli da Bonaparte nel Luglio 1800 a mezzo del-
Tufiiciale russo De Sergijeff; e la nomina del Barone di
Sprengporten a governatore di Malta, che doveva prender
possesso dell'isola da mano dei PVancesi coi 6000 soldati
russi già prigionieri in Francia andò a vuoto (3).
5. Il vincitor d'Aboukir, guadagnatosi alla sua nazione
il monarca delle Due Sicilie, allontana i Portoghesi, possi-
chiese consegnate alla zecca per farne lignotti, facendoci sapere che
la Rcpublica servendosi del conio del Hompesch coniò monete in
pezze e mezze pezze di argento (Mss. Bibl. 435) ; e che l'argento di
S. Giovanni portato in zecca pesava sterline 6570, mentre una sua
nota dice « la fusa del lampadario di S. Giovanni in tempo dclli
Francesi, poi ridotti in lignotti numerati e stampato col valore intrin-
seco quali essi presero con loro assieme con diverse casse d'argento in
natura, cioè senza che furono fuse in zecca.» Mss. Bibl. 437. Aggiun-
gi a questo l'argento ed oro dati dalla Cattedrale in cambio delle 15
statue dell'apostolato di detta chiesa che pesavano libre 290, cioè
mille sterline di valore intrinseco. Voi. 13. atti capri, pag. 202.
(i) L'ordine in esteso è riportato dal Bue. O. De Lavigerie,
Ordre de Malte, Paris 1889. pag. 26. Dalle «Memorie» del Maresciallo
Marmont ediz. Milano 1857 v. I. p. 175 abbiamo che cosa si voleva
colla richiesta dcU'acciua « Giunto avanti Malta il (Generale... mi dette
la missione d'andare quale parlamentario a chiedere il permesso per
la squadra e per il convoglio d'entrare nel porto sotto pretesto di
farvi accjua. vSe ci fosse stato accordato, era progetto di sbarcare nella
città e di rendercene padroni con un colpo di mano.... »
(2) Villeneuve Bargemont 1. e. voi. 2. pag. 326.
(3) Thiers, Consulat et l'Empire Paris 1849. T. 2. pag. 93.
— 157 -
bile ostacolo a suoi disegni, concede l'assistenza richiesta a
Maltesi, che vedeva costituiti in regolar governo per quanto
le circostanze permettevano e possessori della terra che
non poteva ornai considerarsi francese (i), ed offre loro la
direzione di un abile e scaltro diplomatico, il quale si assi-
cura la benevolenza e la gratitudine dei Maltesi coll'aiutarli
a rimettere in miglior stato il Consiglio Popolare di Malta e
Gozo, per la conservazione del quale avevano essi lottato
durante tre secoli e che essi ritenevano come il palladio del
loro onore nazionale, delle loro libertà e della loro indipen-
denza. (2) Fu tale il fascino, che deve avere allora eser-
citato il Ball, da far dire all'erudito scrittore di cose patrie
G. A. Micallef, che < l'esuberante fiducia in chi soltanto
mirava alla compensazione di un meritorio servigio, l'impe-
rizia di coloro, che allora inlluivano in facenda di tanto
rilievo, fugarono così prezioso momento per fermare su base
perenne quei privilegi. (3)
6. Che, se è vero che a tanto montò Tindignazione
maltese al sentirsi proporre la deposizione delle armi prima
dell'entrata in Valletta da farsi udire, a detta di qualche
francese, grida di < all'armi >, <siam traditi >, < morte agli
Inglesi >, egli è da riflettere che era ancor possibile ai Mal-
tesi, coli 'aiuto dei Napoletani di supplire al silenzio della
(i) Più tardi nel Moniteur ^it\ 7 Giugno 1803 tra le osservazioni
al manifesto del Re d'Inghilterra si afferma anche dai Francesi che
Malta è proprietà dei Maltesi e dell'Ordine. «... l'ile de Malte qui est
la proprieté de l'Ordre de St. Jean de Hierusalem et des Maltaises »,
p. 1165.
(2) Per opera del Mse. N. Testaferrata, si trovano stampati a
Londra 181 2 tra altri importanti lettere e privilegi, i capitoli e con-
tratti col G. Maestro e Religione riguardanti lo stato libero di Malta.
(3) Osservazioni... su Malta 1839. pag. 96. Degno coadiutore del
Ball fu il Vivion, che ci lasciò notizie d'interesse nella sua dei 6
Giugno 1799 sull'operato Maltese durante l'assenza totale della flotta
inglese; ed afferma che si eran allora i Maltesi fortificati per modo da
resistere da soli anche all'arrivo di 5000 soldati francesi di rinforzo
alla guarnigione. Appendice No. XL.
— 168 —
capitolazione e dettare delle condizioni ; ma i capi presenti
consci della vera situazione, racconsolarono il ligio popolo,
e chi fra essi non ne condivideva il sentimento, o doveva
essersi rimasto lungi dal teatro d'azione, od aveva già per-
duta la necessaria influenza su suoi compatriotti.
7. Per altro, la fatta elezione della Corona protettrice
era ancor si bene impressa negli animi di tutti i popolani (i)
e Futile, che si auguravano, era tale, che controbilanciava
qualsiasi altra considerazione, e scemava il rammarico e
l'aggravio di vedersi trattare a quel modo, (2) ed urtati
nei loro sentimenti più cari; ed al certo non reggeva il para-
gone tra questo ed il trattamento precedente dei France-
si. (3) Ci sembra tuttavia che la momentanea reviviscenza
di un forte partito per l'Ordine Gerosolimitano manifesta-
tosi colle varie petizioni a Hompesch, al Papa, a Napoleone
ed all'Inghilterra non molto dopo, (4) deve anche trovar
una ragione nei disgusti cagionati dall'inesplicabile modo
(i) «The patriot chiefs, and natìonal representatives in 1799,
proposed that their Islands should become an integrai part of the
British Empire ; which proposai being accepted of, from that period
the Union Jack become the national flag. » Th. Mac Gill Guide of
Malta, ed egli aveva potuto ben conoscere le cose insin dal 1803.
A 20 Dee. 1808 fu nominato Sensale Publico dal Ball.
(2) Dalla « Consultazione sul diritto dei creditori verso la Plan-
cia contemplati nelle convenzioni politiche 20 Novembre 1816, e 25
Aprile 18 18 » scritta da sei avvocati della Curia Romana si rileva
quanto diritto si avrebbe avuto di reclamare i patiti danni maltesi in
quelle congiunture. Vedi A. Schembri, Massa Frumentaria Malta 1851.
(3) La Commissione di Governo francese in una Gazzetta straor-
dinaria dei 19 Ottobre 1798 publicava gli ordini di Bonaparte con
note spiegative che vale la pena leggere per formarsi un'esatta idea
di quel Governo in Malta. Appendice No. XLI.
(4) Vedi i relativi memoriali nel De Salles, Annales de TOrdre
de Malte pag. 443. Hompesch accenna in una sua lettera ad una
deputazione maltese che si sarebbe portata a Pietroburgo allo ;stesso
scopo, ed in un'altra del 21 Giugno 1801 ci dice che l'abbate Naudi
fu il latore di simile petizione al Pontefice ed a lui. App. XLIL
— 169 —
di procedere dei prepósti inglesi allmizio del nuovo regime
britannico.
8. La maniera» pertanto con cui si cercò dairinghil-
terra di assicurarsi l'acquisto di queste isole, offre distinti
aspetti a seconda dei rapporti, sotto cui si consideri. La
cacciata del presidio francese dalla Valletta per la forza
assediatrice di terra e di mare, composta nel Settembre
1800 di Inglesi, Maltesi e Napoletani, unita alla finale
sconfìtta di Napoleone nella guerra rinnovatasi colla scusa
dell'evacuazione delle truppe inglesi da Malta (i), si presta
ad intravedervi una conquista sui Francesi fatta dai Maltesi
ed Inglesi, che sotto un sol vessillo mantennero questa terra
alla Corona britannica.
9. Nell'azione del Monarca Siculo, della Russia e delle
potenze in qualsivoglia modo interessate, che riconoscono il
fatto compiuto dell'unione Anglo-Maltese e della sovranità
della Gran Brettagna su Malta nei convegni di Parigi e
Vienna, il cui scopo era di rimettere la condizione degli
Stati alla posizione in cui erano nel 1791, è dato ravvisare
una cessione di Malta all'Inghilterra.
10. Infine la volontà e l'atto del popolo maltese, che
rimette nel potere della nazione britannica la sua patria ed
ogni suo bene, cooperandosi efficacemente a questo fine in
ogni maniera per lui possibile quando agire diversamente in
più circostanze non gli sarebbe tornato difficile, ci giustifica
nel ritenere che Malta trovasi sotto la potenza inglese per
volontaria e spontanea dedizione dei Maltesi compiutasi
gradatamente per atti anteriori alla Pace di Amiens ed alla
sua rottura.
(i) Il De Kermainguy termina il suo romanzo storico sui Cava-
lieri ia Malta nel 1 798 con osservare, che se è permesso ascendere
dalle piccole cause ai grandi avvenimenti e dal grano di sabbia alla
montagna si potrebbe scorgere che la piccola Malta nell'invisibile
man di Dio divenne come la pietra di David, e fu occasione se non
causa della caduta di Napoleone. Voi. II. pag. 450.
— 160 —
II. Tale elezione manifestata con tanti atti venne di
poi espressa col Melifcìisinrìi anio7'dL mej^lio denotare Tunio
ne formalmente riconosciuta a Parigi nel 1814, riconosci-
mento che venne giustamente espresso co\ì Europac Vox
neiriscrizione commemorativa esistente in Piazza S. Giorgio
in Valletta. E ciò perchè, come insegna il dottor delle scuole
Tomaso d'Aquino <Amor est virtus unitiva» e non può
sussistere se non tra chi abbia comuni interessi, perchè
<amor importat convenientiam et connaturalitatem ad ama-
tum> . E, come suol avvenire che per causa dell'amore non si
bada e non si cercano troppe precauzioni nel proprio opera-
to paghi di possedere quel che si desidera, i Maltesi si
contentarono di rendere perenne memoria della seguita loro
azione pur sapendo che in pratica la differenza tra terra
conquistata e non conquistata si riduce oggi a questione di
sentimento e di parole quando il potere opera senza cercare
pagliativi. Bene spesso una liberale condotta, che non cerchi
troppo pel sottile, ebbe la fortuna di vedere risolute non
poche questioni. Una contesa d'eticchetta tra l'ammiraglio
duca di Grafton, figlio naturale di Carlo II ancorato nel
1687 colla flotta inglese nel nostro porto (i) ed il Gran Mae-
stro sul titolo di Altezza e Vostra Grazia, fu meglio risoluta
dallo spirito pratico di Henry Fitz James, figlio naturale di
Giacomo II, il quale, non curandosi di titoli, recossi al pa-
lazzo magistrale e ricevette una ricca croce nella speranza,
a detta dello Scallettoni, di muovere il re d'Inghilterra a
ristabilire la linoua iJij^/ese dell'Ordine, sulla quale tratta-
vasi nuovamente sotto gli auspici di Luigi XIV di Francia
e anche più recentemente (2).
(i) Taaffe, History of the Order of St. John v. 2. p. 167.
(2) Un ramo protestante ossia il priorato inglese dell'Ordine si
trova oggi stabilito in Inghilterra sotto gli auspici dei Sovrani Britan-
nici con regole speciali. Vedi Bedford & R. Holbeche, The Order of
the Hospital of St. John of Jerusalem, London 1902 ; Sir R. Brown
Sketck of Knights hospitallers of St. John of Jerusalem. London 1856;
Taaffe 1. e. nella sua app. p. 192, il quale basandosi che il fine dell'Ordi-
— 161 —
12. Per tale unione Malta veniva a passare perenne-
mente alla G. Brettagna (i) come appena un secolo innanzi
(1704) Gibilterra veniva conseguita, e conformata perla Pace
di Utrecht (17 13) alla stessa potenza. Un ambasciatore spa-
gnuolo nel 1726 aveva intimato il rilascio di Gibilterra, o
guerra ; Bonaparte, imitandone la tattica a riguardo di
Malta otteneva il medesimo risultato della Spagna. E
coiroccupazione di Malta si compiva dall* Inghilterra un
sistema di dominazione marittima cominciata colla presa di
Gibilterra, porta del Mediterraneo, di Ceylon chiave delle
Indie, di Trinidad posto avanzato nell'America. (2)
13. L'opportunità presentatasi all'Ordine Gerosolimi-
tano col trattato di Amiens di riavere questo dominio veniva
frustrata, causa non ultima l'organamento di quell'istituto,
allora impotente per autorità, mezzi, forza, intestina scissura
e per la mancanza di simpatie degl'influenti tra Maltesi
ne h prò utiliiaie hominnm ideava altro piano di costituzione per
rassociazione.
(i) I plenipotenziari dell'Ordine il Ball Miari e Comm. Berlin-
ghieri a 20 Settembre 18 14, adducendo tra i motivi, che l'istituto di
sua natura era una scuola di navigazione e di valore militare, chie-
devano inutilmente al congresso di Vienna un posto nel Mediterra-
neo. « Memoire presente par les ministre plenipotentiares de Tordre
souverain de St. Jean au Congress a Vienne. Catania 18 14 » p. io.
Airincontro dopo quel congresso il Capitolo della Cattedrale di Malta
s'insediava più saldamente nella maggior chiesa che aveva avuto in
quest'isola l'Ordine Gerosolimitano, in S. Giovanni, a mezzo dei tre
decreti concistorali dei 27 Gennaio 18 16, 22 Maggio 18176 29 Gen.
1823. mentre già insin dalla condiscendenza di Bonaparte, il Vescovo
Labini aveva da Roma ottenuto a 30 Agosto 1798 la facoltà di deco-
rare questa chiesa col titolo di Concattedrale dandole nome dei SS.
Giovanni e Paolo e di fiirla ufficiale da porzione del capitolo. Fu lo
stesso Labini che chiedeva da Roma una riduzione degli oneri sulla
medesima imposti esponendo nel Luglio 1801 che si stavano pagando
dal Governo locale in pensioni a 64 preti dell'Ordine in Malta scudi
II 220, e fu allo stesso che si spediva il decreto dei 25 Settembre
1807 di giurisdizione sulle chiese e sui membri dell'Ordine nell'Isola,
facoltà confermate poscia al suo successore.
(2) Lacroix, Malte et Gozo Paris 1848 p. 175.
21
— 162 —
esclusi dal suo seno, fattori tutti necessari della ideata indi-
pendenza, ifidispensabile alla neutralità dell'Isola (i). Egli è
un fatto che il R. Commissario di S. M. B. il Cameron
annunziava alla Nazione Maltese con pubblica notificazione
dei 17 Luglio 1802 il ristabilimento dell'Ordine a norma del
X articolo del trattato d'Amiens, e la nomina di Sir A. J.
Ball a ministro plenipotenziario presso il suddetto Ordine (2);
ed il bali Buzi quale speciale incaricato del Gran Maestro
Giovanni Tomasi (3) presentava a i Marzo 1803 le sue
credenziali. Ma alla sua domanda della consegna dell'Isola
ebbe evasive risposte ed il giorno dopo il Ball gli offriva il
palazzo del Boschetto per residenza del Gran Maestro (4)
facendogli capire che era meglio per il Tomasi lo starsene a
Catania; né valsero le premure in di lui favore esercitate dal
ministro Francese (5) a far rimuovere il Regio Commis-
sario Inglese dalla presa linea di condotta; per cui lo stesso
giorno della publicazione in Malta della rottura della pace il
Buzi protestava con sua lettera dei io Giugno contro gl'in-
sulti ricevuti e se ne partiva (6).
(i) Vedi nel Cobbett Ann. Register v. 3. la discussione seguita
nella Camera dei Pari al 23 Maggio 1803.
(2) Appendice No. XLIII con una bella notificazione dei 24
Luglio lo stesso Ball informava i Maltesi della sua nomina a Regio
Commissario fino alla consegna dell'Isola all'Ordine ; ma la sua con-
dotta doveva conformarsi subito dopo col dispaccio Hobart dei 17
Ottobre 1802.
(3) Appendice No. XLIV. La politica e la pace richiesero il sacri-
fìcio del Hompesch morto a Montpellier a 12 Maggio 1805 ed il Paj)a
elesse, dopo il Ruspoli, il Tomasi a 9 Keb. 1803, che morì a Catania
a 13 Giugno 1805. In una lettera del Prepaud a Mayer dei 24 Otto-
bre 1800 si legge « Le 25 Aout Biker etait à Rome : il avait deja vu
le Cardinal Consalvi, Secretaire d'Etat qui etait faché de la lettre
d'abdication du Grand Maitre qui mattait le cour de Rome dans
l'embarras.» Mss. Bibl. 419.
(4) Appendice No. XLV.
(5) Rip. nel Villenueve — Bargemont v. 2. j). 452.
(6) Appendice No. XLVL
— 163 —
14- Eran state queste tutte commedie per guadagnar
tempo ed assicurarsi il possesso di Malta ? Nelson avea a
nausea la diplomazia tenuta a riguardo di quest'Isola (i) ;
Lord Melville diceva : < render Malta all'Ordine è dare
l'Egitto ai Francesi, > (2) e Whitworth ancor più esplicito
diceva : L'Inghilterra desidera Malta per la sua propria
sicurezza e non per donarla ad altra potenza per quanto le
possa esser amica (3). La politica richiedeva quella
tattica ; perciò il pomo di discordia gettato di propo-
sito da Napoleone, per cagione della tattica inglese e
e della dichiarazione dei Maltesi a favor della Corona Bri-
tannica, non aveva prodotto l'effetto da lui desiderato. «J'ai
perdu Malte, diceva il primo Console, mais J'ai mis cette
pome de discorde entre le mains de mes ennemis qui se
la disputeront maintenant > (4).
15. La Nazione Inglese, intanto, non aveva perduto in
quei frangenti occasione di render i Maltesi sempre più at-
taccati a lei ed alienarli da simpatie verso altre direzioni (5).
(i) « How wouJd you feel to be at Malta, with nothing but
soldiers and diplomatic nonsense. » Nelson a Lady Hamilton 5 Otto-
bre 1803 in Pettigrew 1. e. voi 2. pag. 346 mentre avevale scritto a
21 Agosto del Ball « on many occasions appears to forget that he
was 3 seaman, he is bit vvitb the dignity of the corps diplomatique...»
(2) Sorel V. IV pag. 297.
(3) Ivi, pag. 292.
(4) Vedi Thiers, 1. e. pag. 288.
(5) Uno dei mezzi per ottener questo fine fu la distribuzione
giudiziosa degl'impieghi e la creazione di altri. Oltre i luogotenenti
dei casali si nominarono sindaci, presidenti dell'ospedale, amministra-
tori dei beni pubblici, collegio d'amministrazione delle case agli Inva-
lidi e degli alunni, &cc. I più influenti avevano un impiego. Un
Vitale, un F. Castagna successivamente governatori del Gozo con due
e tre mila scudi di salario ; un Mse. Alessi, un Conte Preziosi, Geo
B. Grognet venivano nominati a 28 Agosto 1803 presidenti dell'ospe-
dale ; Pietro Paolo Bonnici ed altri tre giurati delle quattro città ed
Ugolino suo padre uno dei 4 giurati della Notabile ; Antonio Parnis
creato intendente di Polizia e Navigazione mercantile con scudi cento
-- 164 —
Lord Hawkesbury, anime del trattato d'Aniiens, riconosce-
va e difendeva l'onore ed il nome Maltese (i) ricordando
le sofferenze dei nativi ed il sacrificio di vite di migliaja di
essi, e scrivendo di Malta al R. Commissario a 5 Giu^^no
1802 gr ingiù nge : «Vi debbo raccomandare di procurare
sempre con tutti i mezzi in vostropotere di assicurare l'attac-
al mese per decreto dei 27 Marzo 1804, ed il Bue. vSav. Cxaucì a com-
missario di Sanità ; 11 Canco. Siisano, Bue. Paolo Sceberras, Mse.
Delicata, Mse. G. Ant. Apap membri del Collegio deiramministra-
zione delle case di cui il decano Mattei era presidente ; F. Grech a
sindaco del Nadur, Mizzi a Sindacc» del Zebbug, O. Camilleri a Sin.
del Sannat, G. Formosa a Sin. di C. Caccia, F. Candii a Sin. di
Xeuchia, M. Ganci a Sin. del Garbo e Matteo Buttigieg, a Sindaco
dell'Università del Gozo con nomina del 25 Ott. 1804; Fra A. Biagio
a Gran Elemosinario 24 Ottobre 1803, il luogotenente Bne. di C.
Cicciano Pasquale Sceberras a protettore dei Carcerati e suo tiglio
Antonio Barone di Budunetto agente di questo Governo a Piazza in
Sicilia &CC. &CC. Riportiamo a titolo di curios tà quest'ultima nomi-
na nell'App. LVII, ove riporteremo alcuni nomi di esiliati politici.
(i) Parliam. Papers 26th May 1803 No. i. Dispac. a Sir J.
Warren dei 29 Gennaio 1803 ove si lègge ancora « the objection
which, it is conceived, has had most weight with His Imperiai
Majesty, is that stipulation in the loth article ofthe Treal)- of Aniicns
which at the time that it establishes a Maihse Lan^HCy requires no
Proof of Nobility for admission into that Langue — That sudi a Sti-
pulation is considered as leading to the Establishment of a Plebean
Langue, totally inconsistent with the spirit of the Istitution of the
Order — His Majesty is extremely desirous of devising^ means by
which this objection shall be obviated, and the Interests of ihc
Maltese adequately consulted. The Proofs of Nobility, which have
been retjuired for other Priories, have been varìous ; and the Power
ofthe Pope to <^rant Dispensations has been admitted to exist. 11
therefore Actual Nobility was made the indispensable Condition ol
admission into the Maltese Langue or Priory, the objection, which ib
at present made to this part of the arrangement, would, in a great
Degree, if not wholly, be removed. As, however, the number of per-
sons who would be capable of admission into the Order, in conse-
quence of such a Rcgulation, would be very limited, it appears
leasonable, that some further Stipulations should be made in favour
— 166 —
camento degli abitanti al Governo di S. M. e di adoperare
ogni sforzo per frustrare i tentativi di altre potenze di acqui-
starsi un'influenza predominante su di loro> (i).Una tale istru-
zione era già contenuta fra quelle date dal Lord Hobart e
ministro Dundas al Cameron a 14 Maggio 1801 e prima
quando gli s'intimava «di non tralasciare alcuna favorevole
occasione di conciliare l'affezione e di assicurarsi della fedel-
tà dei Maltesi pel Governo Inglese (2).
16. Che la grande premura della Gran Brettagna di
cattivarsi l'affezione degli isolani, dimostrata in ogni atto
of the Inhabitants of Malta ; and zV may be proposed io revive, under
sudi Regulations and Modifica tions as may be judj^ed expedient, the
National Comici! vvhich formely existed in that Island, which shouid
form no Part of the Order, òut which shouid have a Share in the
Government of the Islanda lìnd a deliberative Voice in ali its interjial
Concerns. »
(i) Mss. R. Biblioteca No. 530.
(2) C. O. Papers nel Prot. Marr. case, Supp. app. p. 71, e nel
Mss. R. Bibl. 531. Dee. i. Ecco le parole :
« .... and with respect to the inhabitants, lo use every endeavout,
consistent with your public duty, to vieet their wishes^ to show your-
sclf indulgent even to their prejudices, and to omit no fair opportunity
of conciliatine their affection, and ensuring their fidelity to the govern-
nient under which they are now placed. » E prima nelle stesse istru-
zioni. « It is of the more importance that you shouid apply yourself
with the utmost diligence to acquire a knowledge of ali the above
nientioned particulary, {laivSy customs, and privileges of the Maltese,
as they existed under the autority of the G. M. and Order of St.
John) as the leading principi e by which it is His Majesty's pleasure
the government of Malta shouid, f or the present, be regulated is, that
in substance at least, and so far as circumstances will admit, in form
also, no aiteration shouid be niade in the modes, laws, and regulations
according to which tlie civil affair s and the revenue of the Island have
been heretofote managed, unless the same shall appear to the officer
commanding His Majesty's forces to be required for the safety and
defence of the Island, or to be so evidently beneficiai and desirable,
as to leave no doubt of its expediency, or of its being generally accept-
able to the wishes, the feelings and even the prejudices of the inhabi-
tants. »
^ 166 —
governativo per quanto 11 comportava la situazione politica,
era riuscita lo attesta l'Anderson, capitano in uno dei regi-
menti qui per primi sbarcati, quando dice che i Maltesi erano
presi da fervoroso e quasi superstizioso attaccamento alla
nazione Inglese, (i) e meglio ancora dal fatto della pratica
valutazione, che di questo buon volere ed attaccamento si
fece allora quando si trattava di provvedere alla difesa di
queste isole contro eventuali nemici. Così il Ball scriveva
airEarl di Cambden ai 19 Aprile 1805: «Si crede che 4000
soldati siano più che sufficienti per la difesa di Malta quan-
do l'attuale attaccamento e la lealtà dei Maltesi restano
saldi> (2). Ribadendo poi quel che aveva detto a 6 Novem-
bre al ministro W. Wyndham informava il Ball a 23 Ago-
sto 1 807 il Visconte di Castlereagh : < A riguardo della
difesa dell'Isola sono umilmente di opinione che tre regi-
menti Britannici coi regolari maltesi, artiglieria da costa ed
Invalidi, e 2000 soldati della milizia siano più che sufficienti
all'uopo mentre continuiamo a godere l'attaccamento degli
abitanti che posso liberamente affermare sia andato fin qui
crescendo > (3).
17. Né poteva esser diversamente a giudicare sul
saggio insegnamento di Livio, che < Certe id firmissimum
imperium est, in quo obedientes gaudent>, a voler anche
prescindere che del valore e della capacità militari dei Mal-
tesi gl'Inglesi non dubitavano, come ebbe a riconoscere il
Segretario di Stato Lord Hobart nel dispaccio a Ball dei 20
Giugno 1803 «Le qualità militari evitte dai Maltesi durante
l'ultima guerra quando combattevano insieme colle truppe
di S. M. specialmente a Porto Ferraio, mostrano l'impor-
(i) Journal of the Forces. London 1802 pp. 466 e 501 ove si
riporta l'ordine dello sparo dell'artiglierìa inglese per festeggiare le
solennità religiose maltesi.
(2) Mss. Bibl. No. 530.
(3) Ivi.
— 167 —
tanza di non restringere Tobllgo del lor servizio a Malta,
Gozo e Cornino, ma che S. M. possa servirsene anche altro-
ve se le circostanze della guerra lo richiedessero» (i). Quin-
di riesce incomprensibile come si possano mai contrastare
tali qualità già ammirate dallo stesso Vaubois nella intercet-
tata lettera degl'undici Decembre 1800 : < Il loro naturale
coraggio e il disprezzo d'ogni disagio e d'ogni pericolo ci
fece combattere con furiosi leoni > (2). F'urono queste qua-
lità unite alla gratitudine ed al naturai slancio dei Maltesi
che grandemente contribuirono all'effettuazione dell'unione
ancor oggi ricordata col
Magna* et Invictoii Brittaniie
Melitensium amor et Europae vox
has insulas confirmat A.D. 1814.
Intanto, compiuta comechessia la trattazione del mio as-
sunto, non so accommiatarmi dal gentil lettore senza ren-
dere le debite grazie a coloro che mi permisero l'accesso a
documenti in loro potere, come pure all'Avv. G. Caruana
(i) Mss. Bibl. No. 531.
(2) A giustificazione dei Maltesi per il mancato assalto voluto
dal Ball nel Gennaio 1799 riportiamo dal Naval Chronicle dell'Otto-
bre 1800 le osservazioni critiche «Unassailable vvith any prospect of
success, on account of its naturai and artificial strength, the fortifica-
tions of Valletta, vvhich had bade defiance to the assaults of the most
])owerful armaments, scovveled defiance on the usuai metods of siege.
To have procecded according to the accoustomed mode of attack,
would have causcd only the needless sacrifice of the lives of thou-
sands, without materially advancing or furthering the wishes «of
the assailants » v. IV^ p. 335. Perciò il Boisgelin nella sua storia v. 2
p. 127 ha « The Maltese whom they (i Francesi) had ever called and
treated as wretched peasents, proved themselves worthy of the praises
of their enemies, who could not possiblc refuse doing justice to their
iindaunted courage. » Riporto in app. No. LXVIII la circolare del
X'escovo Labini dei 3 Settembre 1798 con cui raccomanda la pace ai
campagnoli ed altri documenti che dimostrano l'operato di questo
zelante prelato creduto partigiano Francese.
— 168 —
Marno per la cortese assistenza prestatami nella pubblica-
zione di questa monografia, che, se non ha raggiunto lo
scopo di convincere altri nella svolta opinione, è stata alme-
no occasione per disotterrare non pochi documenti impor-
tanti per la nostra istoria, e che vedono la luce per la prima
volta nell'appendice.
Forsitan et haec olim meminisse juvabit.
Notabile 15 Agosto 1907.
■**
IL CAN. CARUANA,
Vescovo di Malta nel 1831.
APPENDICE
^^
I.
La proposta di Capitolazione fatta ai Francesi
dai Generali Maltesi e dagli alleati ai 25 Settembre 1798
Documento /.
Al Generale Vaubois.
Provandosi oggi per nostra maggior difesa le due formidabili
armate, che c'esibiscono con tutta generosità qualunque sorta di
munizione, e particolar protezione appresso tutti i Sovrani per farci
procurare i viveri neces55arii in questa circostanza ; E confermandoci
Noi sempre più nella ferma e soda risoluzione di tirare avanti fino
allo ultimo respiro, deliberati constatamente di o vincere, o morire
senza altro di mezzo ; Per trattare con voi da buoni Maltesi, che ci
gloriamo d'essere, vi proponiamo d'abbandonare l'Isola, permetten-
dovi con tutta sicurezza di non farvi verun male, e lasciarvi andare
impunemente, senza veruna eccezione restituendo si i legni delia Re^
ligione alli Maltesi^ e quei della Republica Francese alle due armate
amiche ; abbiamo pure adoperato con tutto il maggior calore la
nostra influenza appresso i due sigri. Ammiragli per ottenere dall' Eze.
loro la sicurezza del vostro arrivo fino a Marsiglia, o qualunque altro
porto di Francia, il che si sono degnati d'accordarvelo cortesemente.
Se tale progetto voi accetterete non avrete a far altro che mandarci
la risposta con chiunque vi piacerà, sicuri che non gli sarà fatto
verun male, speriamo che penserete meglio alla vostra presente situa-
zione con accordarci quanto vi domandiamo, perchè in caso contrario
23
— 170 —
non potremo rispondervi della maniera con cui vi tratterà questo
popolo Maltese dalla vostra infedeltà all'ultimo segano irritato.
Sottoscritti Can. F. S, Caruana (i)
E. Vitale (2).
Dal voi, Afss. « Blocco » nell'Arch, della Cattedrale.
Documento 2.
« Une division de Tarmée de sa Majestè Britannique dans
la Mediterranée, commandée par le Contre-Amiral Sir Horatio
Nelson, étant arrivée devant Malte sous les ordres de Sir James Sau-
marez, et reunie à l'escadre de sa Majesté Très-fidelle, commandée
par le Contre-Amiral le Marquis de Niza ; dans le dessein de rétablir
les habitans de l'isle de Malie et dependances dans la libre jouissance
de leitrs isles, sommons conjointement la garnison Fran^oise de la
ville et ports de Malte de nous remettre la ville et les ports et
dépendances, ainsi que les vaisseaux, frégates, et bàtimens de
quelques espéces qu* ils soyent et qui peuvent s'y trouver, à
fin que les habitans de l'isle de Malte pnissent se mettre en pos-
sessiofi de leurs villes et ports ^ et rentrer dans leurs droits de proprie-
té, En conséquence, le Contre-Amiral Marquis de Niza, au nom de
sa Majesté Très-fidelle la Reine de Portugal, et Sir James Saumarez,
au nom de sa Majesté Britannique le Roy d'Angleterre, s'engagent et
promettent de laisser à la garnison Fran^oise la liberté de retourner
(i) Il Caruana laureato in Teologia e Legge, nato al Zebbug nel
1759 fu fatto Canonico della Cattedrale ai 4 Decembre 1796, Arci-
diacono nel 1822, preconizzato Vescovo di Malta a 31 Febrajo 1831
e morì ai 17 Novembre 1847. Dopo terminata la guerra occupò
varie onorifiche e laboriose cariche quale professore di Filosofia invece
del D. Michele Xerri dai Francesi fucilato, Rettore dell'Università e
Direttore della scuola tessitoria aperta dal Labini nel pianterreno del-
l'Ospedale Saura. Il Dr. G. Gulia ne fa una biografia n^W Arte del
22 Agosto 1864.
(2) Il Vitale nato al Rabato della Notabile a 30 Aprile 1759 dai
conjugi Notaro Salvatore e Rosa naia Caruana fu fatto Cancelliere
di quell'Università alla morte del padre avvenuta a 23 Marzo 17S5
rimanendovi fino al 1795, quando fu sostituito dal fratello Notaro Gae-
tano. Terminata la guerra veniva nominato a 21 Agosto 1801 Gover-
natore al Gozo ove morì agli otto d'Ottobre 1802, pochi mesi dopo
sua madre spirata a 24 Aprile 1802. Durante l'assedio e precisamente
a 12 Marzo 1799 aveva perduto il fratello avvocato Pietro affetto
della malattia che allora serpeggiava.
- 171 -
on France, sur Ics batimens qui leurs seront procurés à cet effet, de
Ics convoyer et cscorter ; sous la condition quc cette nicme garnison
ne servirà pas dans cctte guerre contre les deux puissances dénom-
mées et leurs alliés, jusqu' au moment ou elle seroit réguliérement
changée contre les sujets des deux puissances dénommées ou de leurs
alliés. La garnison Kran^oise maintenant enfermée dans les murs de
la ville de la Cité Valete doit mùrement refléchir aux conséquences
funestes qu' entraineroit pour elle un refus à cette sommation, puisque
il la laisseroit à la merci des traitemens que peut inspirer au peuple
de l'isle de Malte la baine et Tanimostié que leur a fait naitre les
mauvais traitemens qu' ils ont éprouvés des PVan^ois ; et la garni-
son, après avoir éprouvée les horreurs de la famine, seroit forcée de
s'en remettre à la discrétion d'un peuple qui ne montrcra que les
seiitimens de sa vcngeance. La garnison F'ranc^oise doit savoir que
les escadres ne cesseront de blocpier l'isle de Malte ; qu' une autre est
devant Alexandric, employée à aider les forces navales et de terre du
Grand Seigneur à reduire les troupes Kran(;oises que la disette et les
maladies ont pu épargner en Egypte ; et qu' enfin une autre escadre
est devant Toulon ; dont il ne peut venir aucun secours.
« A bord du vaisscau le Prince Royal^ le 25 de September 1789.
« Signé, Le Chef de Division
SiR James Saumarez
« Le Contre-Amiral
M. DE NiZA. >
Dal Memo ir s & Correspo/idaue of Ad9n. Ij)rd de Sauniarez
by Sir J. Ross v. 2 p. 414, Ij)ndon 1845»
I (jozitani ancora al par dei Maltesi avevan chiesto a' Francesi
di evacuare il Castello del Rabato al Gozo, ma fìnora non mi fu dato
vedere i relativi documenti che sembrano accennati nelle seguenti tre
lettere oggi conservate presso il Magistrato Ed. Parnis.
Docuììiento 3.
Al Signor Comandante Dr. Francesco Pace (i)— Rabato.
Signor Comandante. Questa sera prima che si faccia tardi
v'aspetto in questo monte (2) per communicarle qualche affare d'im-
(i) Questi è quegli che più tardi fu tenuto in ostaggio in Sicilia,
e poi tornato veniva nominato a i Novembre 1808 a giurato del
Gozo. Trovandosi a Palermo ufficiale negli eserciti di Sicilia si sposò
con una Forno, donde il W'scovo di Malta Pace Forno.
(2) Il Campo del Cassar era sul monte (ihelmus.
— ITO —
portanza in conseguenza di una lettera speditami oggi stesso dairAni-
miraglio Marchese di Niza Portughese, quindi mi lusingo, che sarà a
favorirmi, e sono.
Gozo lì 24 Settembre 1798.
Il Soprintendente dell'Isola
S. Cassar, Arcipie: (i).
Documento 4.
Al Signor Comandante Dr. Francesco Pace, Rabato.
Signor Comandante carissimo. Il Sargente Francese prigio-
niero in Casale Caccia assicura, che qualora gli si accordasse di poter
parlare colli soldati suoi compagni del Castello riporterebbe la loro
resa, e si crede, che il Comandante non abbi camunicalo il tenore
della ultima nostra lettera, anzi, che aveva dato alla stessa lettera un
aspetto contrario, e ciò l'argomento da quella parola dal Castello
uscita che la nostra lettera sia cioè inumana ; male a mio senso non
puole succedere, mentre questo Sergente Francese sarà portato nella
Banca Giuratale custodito dalli soldati nostri, e da sul terrazzino ne
potrà parlare colli suoi compagni, che vi saranno sulli bastioni ; onde
Ella partecipi ciò al signor Comandante Generale Mallia, (2) e se è di
questo sentimento questa sera istessa al tardi si porterà al luogo
questo Sargente, ed in sua compagnia avrà dei soldati nostri tra i
quali Facondo Meylach che intende bene il Francese ; questo è
quanto, e mi dico
Di V. S. LI 5, Ottobre. 1798.
, Il Soprintendente Generale
Arcipte. S. Cassar
Documento 5.
Al Signor Dr. Francesco Pace, Comandante del Rabato.
Perillustre Signor Comandante. Il nostro signor Soprintendente
ci lasciò jeri vers'un ora per portarsi a bordo delle navi à complimen-
tare i due Comandanti Portughese, ed Inglese, e per presentarli la
(i) Mori questo signor Arciprete di anni 59 al Gozo a 16
Decembre 1805.
(2) Nato al Gozo a 17 Gennaio 1763, era già padre di famiglia
all'epoca del suo generalato essendosi sposato a io Febbraio 1781.
Fu creato primo giurato del Gozo e mandato deputato a Londra nel
Febbraio 1802. Si ritirò dalla carriera nel 24 Febbraio 1825 e mori
a 17 Gennaio 1847.
- 17à —
risposta avuta dal Comandante Francese. Suppongo inoltre, che par-
lerà su altri articoli riguardo il buon governo; non altro so precisarle
di quanto mi ricerca sulla quiete, e neirofferirmi per sempre mi
dichiaro d'essere
Di V. S. Perillustre, lì i8, Ottobre. 1798.
Suo Servitore unico
Fortunato Spiteri.
II.
Capitolazione del Castello del Qoio
Documento 6,
Alexander, off Malta, Oct. 30.
Sir, I have the honour to acquaint you, that the Commandant
of the French troops in the castle of Gozo, signed the Capitulation
the 28th instant, which you had approved. I ordered Captain Cres-
vvell, of the marines, to take possession of it in the name of his Britan-
nic Majesty, and his Majesty's colours were hoisted. The next day
the piace was delivered up in fot m to the deputies of the isiand, his
Sicilian Majesty's colours hoisted, and he (!) acknowledged their
lawful so ve rei gn.
I enibarked yesterday ali the French officers and men who
were on the island of Gozo, amounting to near 217.
1 enclose the articles ol the capitulation, and an inventory of the
armsand ammunition found in the castle, part of which I directed lo
be sent to the assistance of the Maltese, who are in arms against the
French. There were 3200 sacks of corn in the castle, which will be
great relief to the inhabitants, who are niuch in want of that article.
I have the honour to be, &c.
Alex. John Ball.
Air Ammiraglio Nelson,
Documento 7.
Articles of the Capitulation between Alexander John Ball Esq.,
Captain of his Britannic Majesty's Ship Alexander, appointed to
conduct the Blockade of Malta, under Rear Admiral Sir Horatio
Nelson, K. B. on the part of Great Britain, and Lieutenant Colonel
— 174 —
Lockey Adj. de Batt. Comiiiander of the French Troops in the
Castle of Gozo.
I. The French troops shall march out of the castle of Gozo with
the honoiirs of war, and shall lay down their arms as they get out of
the gate.
II. The Castle of Gozo, with ali the military implements and
Stores, shall be delivered up to the British officer appointed to takc
charge of them.
III. The French officers and troops shall be protected in thcir
persons and effects, and the officers allowed to retain their side-arnis ;
they shall be embarked immediately on board his Britannic Majesty's
Ships, and sent to France in transports, at the expence of the French
Government. They are not to serve against his Britannic Majesty,
or his allies, during the war, until regularly exchanged.
Rear Admiral Sir Horatio Nelson, K.B. has entered into
ARTICLES WITH THE INHABITANTS OF Gozo, that if the French
surrender to the British, they shall be considered as under their
protection, and they will not offer them the smallest insult or moles-
tation.
Signed the 28th of October 1798.
Alexander John Ball,
Captain of his Britannic Majesty's Ship «Alexander»
LocHEV Adj. de Battalion.
Approved, Horatio Nelson.
Documento 8.
Extract of articles found in the Castle of Gozo, the 28th of
October 1798.
50 barrels of powder. 9000 ball cartridges. 1000 musket
cartridges without ball. 1700 fiints. 38 cightecn pound cartridges
filled. 140 twelve pound ditto. 450 six pound ditto. 268 four pound
ditto. 25 three pound ditto. 88 two pound ditto. 18 eighteen poundcr
gun, good, and 200 shat. 2 twelvepounder gun, good and 900 shot.
4 six-pounder gun, good and 2985 shot. 400 hand granades filled.
90 pikes, and 90 halbers. 3200 sacks of corn.
N.B. No small arms except those laid down by the French
troops. (Dal Navai Chronicle dell'anno 1799 pp. 16-23).
— 176 —
Documento g.
Ecco un'altra.lettera del capo del Gozo che lascia trasparire il
lavoro delle trattative inglesi coi gozitani, a cui si fa allusione nell'ul-
timo paragrafo della capitolazione.
Al Signor Comandante Dr. Francesco Pace, Rabato,
Signor Comandante. Oggi alle 9 dì mattino v'aspetto per comu-
nicarvi i sentimenti dell'Ammiraglio Inglese, e non mancate, poiché
trattasi dì affari di molta conseguenza. Sono li 26 8bre 1798.
Affez. vostro servitore
Arciprete S. Cassar.
Originale presso il Magistrato Ed, Parnis,
III.
Omaggio al comandante del Blocco
Documento io.
Congresso y oggi 11 26 maggio 1800.
« Essendo di p/ossima partenza per Londra col suo vascello il
Comodor Troubidge Command, in capite della squadra di S. M. B.
all'attuale Blocco di Malta verso di cui la Nazione Maltese ne é molto
tenuta per la gran vigilanza, e costanza in mantenere cosi rigorosa-
mente e lungamente uno stretto Blocco contro il Porto Generale della
Valletta, si sono visti i S.S. Rappresentanti nel dovere dì presentare
al medesimo una lettera di ringraziamento per tanto favore, pregan-
dolo nello stesso mentre di accettare a nome della Nazione un piccolo
donativo d'Argento in cui sono scolpite le armi di Maltay ed un iscri-
zione esprimente essere quello un piccolo omaggio di riconoscenza
della Nazione Maltese per memoria di tanti lavori ad essa compartiti,
Qual lettera è stata formata ne' seguenti termini :
Illmo. Signore Pad. Ossmo. Conosciamo per una somma nostra
fortuna in c.rcostaiue si critiche, e luttuose di aver avuto capo dì
(jucsto difficile, e rigoroso Blocco V. S. Illma. Uomo per esperienza, e
per valore abbastanza noto, il quale si distinse nelle» sue Operazioni
a dispetto di tanti patinientì, e pericolo dello stesso Naufragio, (i) né
tralasciò mai di usare la più grande vigilanza senz'ombra d'interesse.
(i) Si allude all'arenamento del Cvlioden nell'approdare a Mar-
sascirocco nel Dee. 1799.
— 176 —
Sentiamo con nostro sommo dispiacere, che per servizio della
Maestà del suo Sovrano lei vien chiamato ad altri lavori: E ricono-
scendo noi una si grande obligazione a nome di tutto il popolo la
ringraziamo, e la supplichiamo di accettare per memoria del nostro
buon animo un piccolo soggetto, nel quale sono incise respressioni
della nostra verace riconoscenza.
Di V. S. Illma. Dev. ed Oblig. Servitore
Sottofirmati tutt'i Signori Rappresentanti.
Li 26 Maggio 1800.
Dal Mss. «Blocco» delKArch. Cattedrale. Altro simile fu presen-
tato a Lord Keith dopo la resa della Valletta dal Magistrato Maltese,
ed a cui rispose nei lusinghieri termini riportati già a pag. 15.
IV.
Differenza del regime maltese dopo il Febbraio 1799
Documento 11,
Noi Alessandro Giovanni Ball Comte. in Capte.
dell'Isole di Malta, e Gozo.
Al Signor Vincenzo Borg. Essendovi voi con approvazione di
tutt'il Popolo di Casal Birchircara, ed ammirazione di tutti li Maltesi
sin dal principio della sollevazione di quest'Isole come Capo di detto
Casale cooperato per il comune bene della patria non solo colle quo-
tidiane continue fatighe ma anche collo sborso di tutto il vostro asse;
volendovi in qualche maniera rimunerare Conferiamo a voi unita
mente col Sigr. Antonio Parnis Guardiano di Porto e Capo di Sanità
nel Porto di S. Paolo, li medesimi impieghi di Guardiano di Porto, e
Capo di Sanità non solo per li porti di S. Paolo, e Marsa Scirocco
ma anche per quelli della Valletta, ottenuta che sarà la Vittoriii
dovendo tutt'e due godere ugualmente di tutti li onori ed emolu-
menti : ed avere li stessi obblighi, annessi alli detti impieghi, come
solevano godersi, ed aversi sotto l'antico governo.
Dato nel nostro Palazzo di S. Antonio H 20 Marzo i799-
Alex. J. Ball.
FcE. CuTAjAR, Segio.
Originale presso il Magistrato Ed, Parnis.
— 177 —
Donnnetìio /2.
Ristabiìimcnfo del Magistrato della Notabile
Noi Alessandro (ìiovanni Ball Comandante in Capite dell'Isole
di Malta e Gozo. Non essendoci niente più a cuore, che la felicità, e
tranquillità di questi popoli, e considerando che si l'una, che l'altra
principalmente dipendono dalla diramazione del (Governo, e scelta
delli ministri hahbiamo stabilito di rimettere in piedi l'antico Magi-
strato della Notabile, e suo Capitano di Verga ; E siccome da quel
che abbiamo potuto, osservare da noi medesimi, e dalle relazioni
avute, è molto lodevole, non che irreprensibile h condotta delli
Nobili Maltesi, Barone Francesco Ganci, Conte Salvatore Manduca, (i)
Marchese Vincenzo Depiro, (2) Conte Ferdinando Theuma, e Conte
Romualdo Barbaro ; Perciò nominiamo il Primo cioè il Barone
Francesco Gauci per Capitano di Verga, e nostro Luogotenente nel
Governo della Città Notabile, e li altri Quattro Nobili Manduca,
Depiro, Theuma, e Barbaro, per Giurati della medesima Città, e
Campagne : dando alli medesimi tutte le solite facoltà giurisdizione
ed onori adesivamente al presente Governo ; Comandiamo perciò che
tutt'il Popolo di Malta debba per tali riconoscerli, ed ubbidirli — Dato
nel Palazzo di S, Antonio li 25 Aprile 1^99 — Il Comandte. in Capite
dell'Isole di Malta e Gozo — Alex. Jn. Ball — Prescrive S. Eccellenza
che dalli sunnominati Giurati debba essere il primo il Sigr. Conte
Manduca — Il Secondo il Sigr. Marchese Depiro. Il terzo il signor
(i) Gran patrocinatore del ritorno dell'Ordine Gerosolimitano
contribuì non pK)co colla sua facoltosa borsa per le spese del partito.
Non era un mese dalla sua nascita avvenuta a 30 Agosto 1724 che il
primo Conte di Montalto creato il i Luglio 1720 da Francesco I
Farnese di Parma e Piacenza, non avendo prole, otteneva altro diplo-
ma a 19 Settembre 1724 e fondava pingue primogenitura per alti
del Not. T. Velia 3 Marzo 1725 a favor del pronipote Manduca.
Muore Salvatore a 12 Novembre 1800 lasciando figli dal matrimonio
con Elena Portughes celebrato a 31 Gennaio 1785, tra cui brillò
lungo il regime inglese Sir Vincent Manduca K.C.MG.
(2) E* il secondo Barone di Budac e Marchese di Castiglia per
creazione di Filippo V di Spagna a 6 Novembre 1742. Moriva alla
Notabile a 28 Marzo 1799 e dal figlio Barone Antonio nasceva a 26
Novembre 1800 Sir Gius. M. De Piro K.C.M.G. autore di varie opere
patrie. Due discendenti del Vincenzo sono oggi gli unici Maltesi
Cav. di devozione del S. M. O. di Malta.
29
— 178 —
Conte Ferdinando Theuma — Il quarto il Sigr. Conte Barbaro — Cuta-
jar Segretario — Loco Sigilli — Dr. Francesco Cutajar Deputato Segre-
tario.
Dal voL Mss, della R, BibL <t^ Nomine del V Universi tà-t^
Documento tj.
Bandi
Noi Alessandro (Giovanni Ball Comandante in Capite
deir Isole di Malta e Gozo.
Abbiamo la grata sodisfazionc di far sapere a questi popoli la
consolante notizia che S. M. l'Imperatore di tutte le Russie d'intelli-
genza colle alleate potenze S. M. il Re della Gran Brettagna, e S. M.
il Re delle due Sicilie, ammirando il gravide coraggio y e l'ardire delli
fedeli Maltesi^ nel concepire Videa di espellere da qnesf Isola f inimici
Francesi intraprenderne r esecuzione, e coìi ammirabile costante soffe-
renza fra stenti , e disagi sostenere l'impresa ha stabilito con regale
magnanimità, e paterno affetto mandar in quest'Isola sufficiente, e
poderoso numero di truppe sotto il comando d'uno dei più valorosi
generali per dar ajuto a Maltesi, e dar l'ultima mano alla totale libe-
razione dell'Isola dalli comuni nemici : e siccome da tali nemici, e
dalli occulti fautori, può essersi sparsa, e spargere si puole una ben
falsa, iniqua idea, ed una molto pregiudiziale prevenzione riguardo
airindole delle succennate truppe, e sulle ideate .conseguenze del loro
arrivo, e di sbarco in quest'Isola ; crediamo nostro dovere di assicu-
rare, in primo li Maltesi a noi molto cari, e fedeli Patriottì, alla loro
patria affezionati, che le suddette truppe e loro Ufficiali tutti, in con-
seguenza delli ordini sovrani altri sentimenti non hanno che
d'umanità affetto e benevolenza verso questi poF)oli : A quali affetti,
giusto e doveroso essendo, di corrispondere con altrettanto affetto e
gratitudine, ordiniamo in vigor del presente Bando a tutti li Abitanti
di quest'Isola di trattare le truppe suddette con la dovuta urbanità,
cordialità, ed affetto, considerandole (quali realmente sono) come
affezionati, e fedeli amici : E qualunque di quest'Isola mostrerà aver
per le truppe suddette tutt'altri sentimenti, sarà considerato non
che, come poco affezionato e fedele; ma totalmente dichiaraco nemico
della patria. E siccome le differenti coccarde ^ che al presente si portano
dal V Abitanti di guest' Isole potrebbero dar motivo di qualche gelosia, o
sospetto alle dette truppe (che a momenti si as|)ettano) ordiniamo, che
nessuno de' medesimi Abitanti dopo il lasso di ventiquattro ore da
decorrere dalla pubblicazione del presente Bando, ardisca portare
— 179 —
alcuna sorta di coccarda sino ad altra deliberazione, e nuovo ordine.
Dato nel Palazzo di S. Antonio nostra residenza li 8 Maggio 1799.
Loco >^ Sigilli Aliìx. Jn. Ball.
Felice Cutajar, Uditore.
Documento 14,
Sua Kccellenza il Signor Comandante Alessandro Giovanni Ball
ordina in vigor del presente Bando che nessuno d'oggi in avanti
possa rifiutare di ricevere le seguenti monete di Sicilia : cioò il pezzo
di dodici carlini per tari trenta ; il pezzo di sei carlini per quindici
tari, ed il pezzo di due carlini per cinque tari ; e ciò sotto pene
arbitrarie (!!)
Dato nel Palazzo di St' Antonio li 22 Maggio 1799.
J. VlVION
Par ordre de Monsieur le Commandant ,Ball.
Documento /j.
Noi Giovanni Vivion incaricato dal signor Gap. Giovanni Ales-
sandro Ball Comandante in Capite le due Isole Malta e Gozo del
governo di dette Isole durante la di lui assenza.
Avendo continuamente occasione di sapere in quali angustie si
trovano li casali, e quanta pena costi alli rispettivi Capi il manteni-
mento de* battaglioni ; aderendo alle varie istanze fatteci ; in vigor
del presente Bando ordiniamo, ch^ finché espulsi non saranno total-
mente da quest'Isola li comuni nemici, il dritto del bollo del pane
restar debba alli Capi de' rispettivi Casali j^er impiegar li proventi
in mantenimento dei loro battaglioni ; dichiariamo bensì che non è
nostra intenzione pregiudicare in modo alcuno col presente Bando
alli gius, e diritti, che su tale Bando aver puole il Magistrato della
Notabile, dove tali diritti, se si hanno, restar illesi per potersi discu-
tere allorché libera sarà l'Isola da detti comuni nemici.
Dato in S. Antonio li 27 Giugno 1799.
J. Vivioiy.
Loco ^5 Sigilli.
Uditore Felice Cutajar, Segretario di S. Eccellenza,
A di 27 Giugno 1799 e stato letto, e publicato e nei luoghi
soliti della Città Notabile, e suo Borgo a suono di tamburro in
presenza di più persone.
— 180 -
À d) 28 Giugno 1799 : è stato Ietto e pubblicato dalli Signori
Rappresentanti nei luoghi soliti di Casal Zebbug, Siggieui, Micabiba,
Crendi, Safi, Chircop, Gudia, Axiak, Zeitun, Zabbar, Tarxien, Luca,
Curnii, Birchircara, Balzan, Lia, Attard, Gargur, Musta, e Naxaro,
ed affìsso nei Cantoni soliti.
Dal voi. Bandi. Mss. nella R. Biblioteca di Malta.
Documento 16,
Ordini
{Dagli originali gentilmente prestatimi dal Sac, D, Gaetano
Sammut di C, Attard pronipote del Cav. Vincenzo Borg e del Afro.
Michele Cachia rappresentante del Zeitun).
a) St. Antonio 20 Settembre 1799.
Signor Capo di Birchircara,
Vi compiacerete questa mattina alle otto portarvi in S. Giuseppe
per assistere alla decisione del fatto di quello che voleva portarsi in
Valletta. Farete anche trovarvi in S. Giuseppe porzione della vostra
truppa, ed alli volontari per assistere alla fucilazione dello stesso.
Vostro Servitore
Felice Cutajar, Segretario di S. E.
ò) S. Antonio li io Ottobre 1799.
Stimatissimo Signor Rappresentante,
S. E. ordina che domani mattina alle ore dieci vi porterete in
S. Giuseppe per il Consiglio di Guerra.
Di V, S. stimatissimo atìfezionatissimo servo
Lorenzo Bugeja, Segretario di S. E.
(a tergo) Allo stimatissimo Signor Rappresentante
di C. Birchircara.
e) S. Antonio li 4 Aprile 1800.
Signor Capo di C. Birchircara,
Vuole S. E. che lei si trovi qui questa mattina alle ore dieci e
mezza perché vi e Consiglio di Guerra.
Atìfezionatissimo servitore
L. Cutajar, Segretario di S. E.
d) S. Antonio li 23 Luglio 1800.
Stimatissimo Signor Rappresentante,
Dovendosi domani mattina giudicare un uomo, che otto mesi
sono ha disertato dal Battaglione di Zabbar e si è portato in Valletta,
- 181 -
donde dopo otto mesi è tornato in campagna, è pregato V. S. Iltma.
trovarsi domani mattina alle ore sette qui in S. Antonio per assistere
al Consiglio di Guerra che dovrà decidere di sua sorte.
Di V. S. lima. Affmo. Servitore
L. CuTAjAR, Segretario di S. E.
e) S. Antonio li io Agosto 1800.
Signor Capo del Battaglione di C. Birchircara,
S. E. l'invita per il Consiglio di Guerra, che ha da tener domani
in palazzo ad ore otto di mattina.
Afìfezionatissimo Servitore
L. CuTAj.\R, Segretario di S. E.
Docutn€nto fj.
Ecco invece il governo prima del 9 Febrajo 1799 epoca della
scelta Protezione Inglese.
Stimatissimo Signore,
Notabile 3 Decembre. 1798.
Vien pregata V. S. d'intervenire domani che saranno li 4 del
corrente alle ore 5 dopo mezzodì nella Città Notabile in un Congresso
dei Capi di Battaglioni ove si tratteranno gl'interessi comuni di questo
Popolo, e senza mancare potendo la sua assenza, pregiudicare al
pubblico. Le auguriamo intanto ogni feliticità e siamo con ogni
ttretto. Di V. S. devmi. ed obb. servitori li Deputati del Governo
Maltese Conte Salvatore Manduca, Marchese De Piro, Emmanuele
Vitale, Conte Ferdinando Theuma.
(A tergo) Al signor Vincenzo Borg,
Capo di Battaglione di Casal Birchircara.
Documento 18.
Stimatissimo Signore,
Dovendo concertare su diversi affari seri, e di gran conseguenza,
e circa quello occorra, che abbiam sentito dal Illmo. Signor Coman-
dante Ball, abbiam stimato di fare con tutti quanti li Signori Capi
di Battaglione un congresso per domani 12 del corrente Decembre
alle ore tre della sera nel solito Officio. Si compiacerà pertanto V. S.
favorirci che attendiamo con tutta premura, e con piacere particolare
ed affmi. Di V. S. Notabile 11 Decembre 1798. Dev. Ser. Deputati
del Governo : Conte Ferdinando Theuma, Conte Salvatore Manduca,
Emmanuele Vitale.
(Tergo) Alle mani del Sigr. Vincenzo Borg
Capo del Battaglione di Birchircara.
— 18'2 —
Documento iq.
Al Capo di Birchircara.
Attesa la promessa vostra fattaci di dover provedere ai batta-
glioni, che si trovano sprovveduti, vi rimetto il capo di C. Zebbiiji
che si trova senza frumento aH'atto, per essere dalla vostra benefi-
cenza provveduto. Sono sicuro che mi contenterete e comandatemi.
Vostro affmo. Sei'vitore ed amico vero,
Can. F. S. Caruana.
Documento 20,
Un leccia passare Maltese del 17^8
Sarà lecito alla signora Pasca Felici di passare per tutte le guar-
die di Malta a noi soggette con tutta la sua famiglia, oggi e sempre.
Dal Campo Generale di S. Giuseppe li 7 Ottobre 1798.
Can. Caruana.
U originale trovasi nel voi. VI Mise, Notiz, dello Arca, detta
Cattedrale,
Parimenti al Gozo dopo costituito un Provisorio Governo ai 18
Settembre 1798, il cui atto (Doc. 22) riportiamo perchè meglio si
veda rinesatezza del Ball che s'arrogò la paternità di questa istitu-
zione nella lettera già citata a pag. 21, i capi si abboccarono col Niza
appena giunto avanti quell'isola (Doc. 23) emanarono per proprio
conto ordinanza (Doc. 24), e si regolavano a mezzo del lor congresso
(Doc. 25, 26) d'intesa con quello di Malta.
Documento 21,
Congresso del Popolo G 02 ita no tenuto lì 18 Settembre 1^98
Il Popolo del Gozo, che più non riconosce il comando Francese,
e concentrati più non ha nella Patria legittimi superiori : Ricono-
scendo essere necessaria la subordinazione, senza cui nessuna società
puole sussistere, e nessun individuo puoi essere sicuro ; Riflettendo
inoltre, che l'unione non possa conservarsi, quando non ha la comi-
tanza della quiete, e della tranquillità mezzi questi necessarissimi del
buon governo : Pertanto ha determinato di oreare, e costituire un
Provisorio Governo, al di cui comando assoggettarsi, e presentarli
quell'ubidienza, e dovere, che esiggono le leggi.
— 183 —
Nomhia^ e Depvta::iove,
1. Capo (li Governo, e Soprintendente generale di tutta l'Isola
del Gozo. Il Revmo. Sigr. Arciprete della Santa Matrice Chiesa Dr.
di e. T. Saverio Cassar.
2. Segretario suo, e di tutto il Governo, l'avvocato Fortunato
Spiteri.
3. Comandante della Città Chambrais, Il Sigr. Antonio Mallia.
4. Comandanti del Rabato, il Sigr. Antonio Mallia, ed il Sigr.
Francesco Zammit.
5. Comandanti di Casal vSannat, Il Sigr. Angelo Velia, e Giu-
seppe Muscat.
6. Comandanti di Casale Garbo. Tommaso Cassar e Felice
Grech.
7. Comandanti di Casale Zebbug, Il Sigr. Dr- Giuseppe Grima,
e Martino Hasciach.
8. Comandanti di Casale Caccia. Liberto Grech, e Liberto Sul-
tana.
Doaimento 22.
Carissimi Signori Cam mandanti — Io non devo, ne posso tacervi
questa notizia :
Jeri a notte è ritornato il messo colla barca speronara dal Bordo
delli Vascelli Portoghesi, che in vista abbiamo : Il Generale accolse
e trattò assai bene il messo : Lesse la mia [petizione, e si dichiarò
(Tessere venuto seriamente per darci ajtito; ci favori della polvere,
delli fucili, delle sciabole, e patrone armate con molte altre gentili
esibizioni ; Ringraziamo dunque il Cielo, che ha voluto esaudirci,
animiamo alla nostra gente, e l'esortiamo di vegliare con attenzione
sull'inimico di cui senza meno, giacché Dio vuole cosi, trionferemo.
Cooperatevi fratelli di togliere, e sradicare dal Popolo lo spirito delli
contrasti, ed inimicizie, e concentrarla nella quiete, perchè altrimenti
potremo avere del guaj, tanto più, che abbiamo in vista una potenza
forastiera d'indole assai quieta, pacifica e tranquilla. Tanto vi devo
e abbracciandovi mi protesto.
P.S. Vi prego di fare una raccolta di quanti sacchi vuoti vi potrà
riuscire di trovare che saranno empiti di polvere per la trinciera, che
ci penso di fare questa sera nel monte Ghelmus.
Affmo. Loro Servitore
11 Soprintendente Cassar.
Al)i Comm. del Rabato.
— 184 —
Docuvìeuto ^?.
Ranoo
Perchè il Sigi*. Comandante di questo Rabato vede che dalla
trascuratine degli Abitanti l'inimico assediato ritrae qualche sorta
di provvisione, con cui si solleva ; ordina e comanda, che chiun-
que ha delli porci, pecore, ed altri animali li tenga chiusi, e ben
conservati in casa, sotto pena della confiscazione di detti animali,
qualora si ritroveranno girare per le strade, e nei prati vicini.
Il Comandante del Rabato
Francesco Pack.
Lì 23 Settembre 1798 è stato pubblicato a suono di tamburro
il soprascritto bando nelle tre piazze del Rabato. Ed in fede mi
sottoscrivo. Il Comandante Francesco Pace.
Doat mento py.
Al Signor Comandante I)r. Francesco Pace — Rabato.
Signor Comandante, Nel Congresso di questa sera si determinò
imo. che la quantità di frumento esistente nel magazzeno del Migiar-
ro dovere dividersi tra tutti i Casali ed il Rabato per uguale porzione
dedotta bensì una salma in favor del Popolo di Casale Zebbug per
non aver partecipato la quantità avuta dagli altri casali : Ogni
Comandante poi della sua porzione disponga a suo piacere cioè o
venderla, o darla alla gente del servizio come vuole : onde Ella pensi
domani mattino d'inviare un commissionato garantito del vostro
ordine per ricevere, e trasportare la porzione sua. Intorno alla città
Sciambrè provvisoriamente sono nominati per Comandanti di detta
Città Dr. Francesco Hili, Liberato Grech, ed il Signor Giuseppe
Grima, ed in fretta mi dico lì 24 Settembre 1798.
Il Soprintendente S. Cassar, Arcipte.
Docuvìento 2j).
Signor Comandante Generale,
Il Congresso si trasferì per domani e si terrà in Casale Caccia
alle ore 4 dopo mezzodì, il che le sarà d'avviso, e mi dico
Di V^ S. li 20 Ottobre 1798.
Suo Servitore vero
Arcipte, S. Cassar.
/ Documenti dal 22 al 26 presso il Mai^istrato Ed, Parnis,
— 185 —
Documento 26,
Al Sig. Pamis Gran Visconte Interino. 7 Novembre 1803.
E* preciso volere di Sua Eccellenza che chi naviga con passa-
porto di S. M. B. non inalberi altro pavìglione che Inglese ; onde
sarà cura di V. S. Illma. d'oggi in poi di ritirare le spedizioni di altra
Potenza dagli equipaggi di que' legni che divengono propricti\
Maltese ; e di avvertire il Capitano a cui si accorda il passaporto
siccome pure i Maltesi proprietari : che se mai inalbereranno altro
paviglionc che l'Inglese incorreranno nella pena, in (|uanto alle spe-
ronare di onze 50, ed in quanto ai legni di maggior portata nella
pena di onze cento di nostra moneta. A quel ^x\^ sarebbe bene che
V. S. Illma. stabilisse un libro, in cui ponendo il seguente periodo
facesse sottoscrivere tutti i Capitani o Padroni a cui s'accordano i
nostri passaporti. Vuole altresì S. E. che almeno la terza parte
dell'equipaggio di qualunque legno, a cui s'accorda il passaporto sia
Maltese. Si raccomanda il tutto all'attività di V. S. Illma., e si spera
esito corrispondente ai voleri di S. E.
Il tenore del periodo che si potrebbe premettere alle sottoscri-
zioni de* Padroni e Capitani mi pare che potrebbe esser questo « Noi
sottoscritti Capitani dei legni da noi rispettivamente diretti dichia-
riamo di essere stati avvertiti di non dover inalberare altra ban-
diera che l'Inglese sotto cui navighiamo, e di non potere in conse-
guenza tenere altre spedizioni o passaporti ; ed in caso di contra-
venzione dovrern subire oltre una pena corporale, quella di pagare
onze cinquanta noi Padroni di speronare ; e d'onze cento noi Capitani
e Padroni di altri legni e in fede ci sottoscriviamo nelle rispettive
epoche alle nostre sottoscrizioni contraposte.»
Raccomando dinuovo il tutto all'attività di V. S. Illma., e se
avrà qualche d-fficoltà, col suo comodo potrà favorirmi in Secreteria.
Saranno li Sudi. Padroni e Capitani incaricati di presentarsi al
Console BrittannicQ residente nel luogo ove arriveranno coi loro
rispettivi legni, e da lui far ritoccare il passaporto.
G. Nicolò Zammit, Segr, di S, E,
24
— 186 —
V.
La Rappresentanza dei giurati di Valletta ai 10 Giugno 1798
Documento 27.
{Dalla Disertazione storico-legale del Giudice Vincenzo Bonavita)
< Frattanto lo stesso governo dimostrava lo scoraggiamento, e
sconcerto in cui era caduto, avendo suggerito una generale processio-
ne di tutto il clero secolare e regolare della Valletta portando la statua
di S. Paolo per il giro delli bastioni a fronte dei quali erano schierate
tutte le Navi Francesi il che diede segno manifi^to diTìion avere
speranza, se non in qualche sopranatur?le soccorso, ed in tale coster-
nazione crebbe l'universale sconcerto dal timore concepito, che dopo
tramontato il sole i Francesi sarebbero entrati in città dalla casa del
Toussar per mezzo di quel ponte. Ecco un pichetto, e si affrettò di
andare in quel posto per togliere quel ponte ; giunto vicino a quella
casa s'incontrò con una pattuglia, che si era dimenticata il nome del
Santo, e però non si sono riconosciuti ; ciò produsse che fecero fuoco
Tuna sopra l'altra prevenuti dal timore, che da quelle vicinanze
s'aspettava l'ingresso dell'inimico, e da una di queste fucilate rimase
ferito il detto Colonello nel collo. Non molto lontano abitava il
Ministro di Russia ; il quale sentito lo scoppio d'armi da fuoco senza
indagare il motivo, e le circostanze del fatto si portò di volo ia
Palazzo, ed assicurò al Gran Maestro, che l'inimico già era entrato
nella città introdotto dal Toussar per mezzo di quel ponte quando
che questo più d'un mese prima per ordine della Congregazione di
guerra era stato rotto e murata la porta.
Tale falsa notizia mise in gran sconcerto il Gran Maestro e suoi
Consiglieri onde si chiusero tutte le porte del Palazzo, e dai balconi
del medesimo si faceva fuoco su chiunque si approssimava special-
mente con armi. Tutta la città per la quale tosto si sparse quella
voce fu messa in gran sconcerto, ed altre pattuglie incontrandosi si
fucilavano sino che giungevano a riconoscersi. In tale costernazione
il fu Dr. Francesco Maria Torregiani, ed alcuni principali cittadini si
riunirono verso la sera nella casa della città, nella quale vi erano i
Giurati di quell'anno, cioè il Marchese Dr. Mario Testaferrata, il
Barone Gio Francesco Dorell, il Marchese Girolamo Delicata, e Gio
Batta Grognet, ed il loro Sindaco Dr. Gio Nicolò Muscat ; e s'intro-
dusse pure il giovane Giuseppe Guido, che era subattuario della Corte
Criminale della Valletta, e consultarono cosa dovesse farsi in quella
critica circostanza di universale sconcerto per l'irregolare sistema di
— 187 —
difesa, e totale mancanza di gente d'armi e di militare esperienza,
che minacciavano qualche tragico fine; ma dopo di aver proposto
molti progetti, e nulla conchiuso, il riferito Guido propose d'avanzare
un ricorso al Gran Maestro e Consiglio, pregandoli di domandare al
Generale Bonaparte una sospensione d'armi sino al mattino, ed
essendosi addottato questo sentimento si stese il ricorso a nome dei
Giurati, loro Sindaco, e principali ministri, e consiglieri del supremo
Magistrato di Giustizia e per evitare che in qualunque caso d'improv-
visa sorpresa non fosse trattata la nazione col rigore militare hanno
formato contemporaneamente una protesta e presentata per mano
del già Dr. G. B. Dorell al Console della Repub. Batava come Agente
del Consolato della Republica Francese nella quale dichiaravano di
aver supplicato al Gran Maestro, perchè si compiacesse per bene
comune di divenire in tutti i modi ad un'accordato col detto Generale
e che il Gran Maestro aveva accolto tale preghiera. Contemporanea-
mente il Consigliere Dr. Borg Olivier uno dei sottoscritti nella detta
dichiarazione fatta a nome suo e degli altri presenti, e di tutta la
nazione, formò una spiega della medesima, per evitare ogni mala
intelligenza, e la fece presentare al Gran Maestro per mano del Dr.
Bar. Dorell dal Maestro Scudiere Royer e dallo stesso Console della
Republica Batava, quale protesta nella di lui Cancelleria fu indi regi-
strata. Tale rappresentanza conteneva in sostanza, che se si giudi-
casse che le forze della piazza siano sufficienti a resistere contro
l'armata nemica, non voleva la nazione se non resistere, per conser-
vare il suo prìncipe, ed il dominio dell'Ordine ; ma se in futuro si
riconoscesse ciò impóssibde, sì suggeriva, che si pensasse a qualche
arrangiamento, alla conclusione del quale potrebbero molto contri-
buire il Comendatore Grimaldi, il Cavaliere Amat, ed il Bali Frisarj
come Ministri ed incaricati d'affari, il primo del Re di Sicilia, che
possiede l'alto dominio di queste Isole, il secondo del Re di Spagna,
il terzo del Gran Duca di Toscana ; tre potenze già concordate ed in
pace colla Republica Francese.
Che i Maltesi si farebbero gloria se potessero riuscire nella
difesa della sua corona del suo Ordine e delle sue Isole. Avendo il
Console della Republica Batava, consultato da' medesimi, approvato
tale progetto con essersi anche esibito di registrarlo nella sua Cancel-
leria, hanno deputato quattro tra essi per presentarlo, cioè il Marchese
Dr. Mario, li Dri: Bonanno, e Torregiani, ed ìì Dr. Guido, ma fu
mandato innanzi il Dr. Benedetto Schembri Consultore del Presidente
del supremo Magistrato, ed Avvocato del Principato, uno delli citta-
dini congregati, per far prevenire il Gran Maestro, il che volle lo
Schembri eseguire per mezzo dell'Uditore, e Segretario della Cancel-
leria dell'Ordine Dr. Bruno, il quale era insieme col Gran Maestro e
— 188 —
col Consiglio. Ma essendo trascorsa un'ora, e vedendo i Deputati
rimasti in casa del detto Console, che lo Schembri non ritornava
colla risposta, si portarono uniti in Palazzo ove intesi dallo Schembri
di aver incaricato il detto Dr. Uditore Bruno di prevenire il Gran
Maestro, e vedendo che questo non era più comparso, si sono presen-
tati li stessi i'eputati insieme alla porta del Consiglio domandando
di essere introdotti per presentare una supplica a nome della nazione.
Il Maestro Scudiere Royer si avvicinò al Trono per esporre
questa richiesta ai Gran Maestro, e si avvide che il Dr. Bruno parlava
col medesimo, e che questo si cambiava di colore, e lo senti pure
rispondere — anche il Schembri ? — e nel giungere il detto Maestro
Scudiere gli disse lo stesso Gran Maestro — non ve l'ho detto, che vi
era un complotto ? eccolo manifestato, non vi è più dubbio — alle
quali espressioni proruppe, perchè coloro che l'avevano indotto ad
abbracciare il sistema di tener lontana dalla città la gente di campa-
gna per impedire lo sbarco dei Francesi, gli avevano figurato, che i
Maltesi in tale circostanza avrebbero rivoltato le loro armi contro
rOrdine.
Intanto i detti Deputati si sono annojati di aspettare più oltre,
dimodocchè domandarono l'ingresso ad alta voce, che fu sentita dal
Gran Maestro, il quale a voce tremante ordinò che gli si permettesse
l'ingresso ; entrati pertanto i detti Deputati sino alla metà della Sala
del Consiglio, dopo fatto un profondo inchino al Gran Maestro e suoi
Consiglieri espose il detto Guido, che i Maltesi si fecero sempre
gloriosi di sacrificare le loro sostanze, la loro libertà, ed anche la vita
per il servizio dell'Ordine e suo Gran Maestro, allorché si trattava di
guerreggiare contro i Maomettani loro inimici naturali, ma vedendosi
oggi attaccati da una potenza cristiana con forze, alle quali l'Ordine
non può resistere, essendo già tutta la campagna in potere dell'ini-
mico, il quale potrebbe in questa notte con numerose truppe assalire
la città e prenderla e metterla a sacco, gli abitanti pregavano il Gran
Maestro e Consiglio di prevenire questo terribile avvenimento con
domandare una sospensione d'armi sinochè si sarebbe ]X)tuto sapere
la causa, per la quale vengono cosi attaccati l'Ordine, ed i Malteiii,
che sempre furono amici della Francia.
Nel cosi parlare il Guido fu spesso interrotto con insulti ed invet-
tive da individui del Consiglio per sconcertarlo, ma rendendosi egli
superiore a tale bassezza, invece di sconcertarsi alzava più la voce.
Unito il suo discorso si alzò in piedi il Bali Calvajo Vice Cancelliere
dell'Ordine, egli disse il passo temerario, che venite di fare, è degno
della forca, e se fossi Gran Maestro nel sortire di qua vi farei impic-
care—rispose il Guido— si sentono li Deputati di una Nazione, che
sta per perdere tutto in questa guerra, e nulla ha da guadagnare, e
— I8d —
però si domanda una cosa quanto giusta, altrettanto naturale senza
allontanarsi dal dovuto rispetto — e dirigendosi al Gran Maestro disse:
io mi appello all'equità e cuore paterno di V. Altezza, e lo supplicbia-
mo di aver riguardo e compassione di questo disgraziato Paese, che
sempre diresse i suoi voti per la prosperità di V. Altezza, e del suo
Ordine. Il Gran Maestro allora assicurò i Deputati, che il loro
ricorso si sarebbe preso in considerazione, e gl'impose di rimetterlo
in mano dell* Uditore Bruno, e di ritirarsi per poter liberamente deli-
berare, onde sortirono aspettando la deliberazione. '*
Documento 28.
La supplica dei giurati
Dalia * Istoria Apologetica » scritta dall'Avvocato Bernard,
(Mss. 26g, della R, Biblioteca,)
Entrata la notte del di suddetto io Giugno li quattro Giurati
della Città Valletta, ed altri pochi, ma saggi, e provetti cittadini alla
voce di sofferti tradimenti sparsa nella bocca di tutti universalmente
alla fama, che in quella notte istessa dovevano dai Cavalieri Francesi
consegnarsi le chiavi delle porte della città (si sapeva bensì da altri,
e si confermò poi dopo la verità, che in quella notte dovevano en-
trare li Francesi nella città per un passaggio sotterraneo coU'intellì-
gciiza di un Cavali re Francese,, che era di quelle il detentore ;
ingresso che fu impedito colla sollecita rottura del ponte, il quale
ponte fu da qualche anni prima maliziosamente a tale oggetto dal
medesimo Cavaliere costrutto, e siccome esso Cavaliere era l'Ingenie-
re della Religione : gli era lecito fare, e disfare a suo talento delle
fortificazioni, ) si sono col parere di più Bali di Nazione non sospetta
congregati nella Casa della città chianiata Giuratale, e consultando
fra loro, che per evitare d'esser gente di conquista, epiteto troppo
umiliante per la Nazione Maltese, che gloriasi d'esser guerriera, e
valorosa, epiteto, che porta seco effetti li più funesti, potendo il con-
quistatore dare il sacco alla città ; ed imporre a sua discrezione le
leggi a lui ben viste, risolsero, dissi di presentarsi in quell'ora istessa
al Gran Maestro pregandolo, che tenesse le chiavi della città nelle sue
mani senza fidarle a chìcchesia ed ovviasse al pericolo imminente di
ogni tradimento, e convocasse allora il suo consiglio di stato per
spedire subito un Nuncio a Bonaparte chiedendogli l'armistizio, e
dopo d'avere quei Congregati cosi deciso, credettero alcuni di loro
di dover esporre al Gran Maestro l'anaHsi distinta di tutti li tradi-
menti sin allora sperimentati per mano dei Cavalieri Francesi, gli
hanno manifestato il giusto timore universalmente concepito, che in
— 190 —
quella notte si sarebbero aperte le porte della città ai Francesi, e poi
con tutta modestia lo supplicarono di tenere le chiavi di quella in
suo potere, e di convocare in quel punto il suo Consiglio per doman-
dare l'armistizio, non lasciando eglino d'anteporgli il loro sommo
rammarico, non indifferente dolore nell'avergli fatto tale preghiera,
giacché del suo governo, e della sua Religione Gerosolimitana erano
piucchè contenti, e soddisfatti ( in queste preghiere, erano presenti
molti de* Paladini, e Signori della Cran Croce dalli quali era il Gran
Maestro assistito in quella terribile notte. )
Accolse egli colla sua solita affabilità quella rappresentanza, si
mostrò inteso del tradimento, accettò di non confidare ad altri la
chiave della città, e trovando giusta la domanda, fece subito convo-
care il suo Consiglio, e per deliberazione del medesimo furono
spediti due messi per mare l'uno, e per terra Taltro a Bonaparle
chiedendogli Tarmistizio, ed arrivati alle ore quattro del mattino
seguente 1 1 Giugno trattarono la causa ed al far del giorno si sono
nelle fortezze più eminenti della città detta il Cavaliere inalberate le
bandiere indicanti l'armistizio. »
Vedi pure il Zara Storia di Malia pag. 44, De Salles. Le. 420.
VI.
Relazione di quanto e' accaduto nel di' 2 e 3 Settembre ITSS,
nella Citta' Notabile.
Documento 2g.
(Scritta da Lorenzo Bugeja Secretano dell* assemblea costituita
il 4 Settembre 1^92 — Estratti — Maìwscritto No, 26g della Regia
Biblioteca di Malta),
Egli è per uso costante, e quasi costume d'ogni Nazione, e gente
di tenere nei pubblici Registri, ed Archivi del proprio Regno distinta
relazione, e memoria degli avvenimenti accaduti a comun vantaggio
de' popoli.
E non potendo niun altro dar saggio del proprio fatto, se non
quello, presso il quale saranno esercitate tutte le funzioni, e le proprie
circostanze del caso ;
Volendo io dunque dar saggio, e render memoria alli nostri
posteri del successo accaduto in questa Città Notabile, e suo Borgo
il dì 2, e 3 Settembre ed altri giorni susseguenti del corrente anno
1798, mi rappresento con la seguente notizia.
• «
— 191 —
Accadde dunque, che il giorno 2 Settembre di quest'anno 1798,
due mesi in circa del loro governo furono spediti dalla suddetta Com-
missione Repub. sudetti loro Commissionati per eseguire quel tanto,
che gli fu incombenzato : giunto il momento di far calare li lampa-
dari d'argento, ed altri giogali della Chiesa de PP. Minori Osservanti,
ed insiememente della Congregazione di S. Giuseppe unita con detta
Chiesa, la maggior parte degli abitanti d'essa Città Notabile, e suo
Borgo dispiaciuta al sommo della inaspettata ingiustizia del Governo
Francese contro le Capitolazioni specialmente 7 e 8 fatte nella Cessio-
ne dell'Isola, ed in particolare nella resa della Città Notabile, (i) vole-
(i) Crediamo di far cosa grata pubblicando questa convenzione
poco nota, siccome tutti gli storici si son contentati di riportare quella
fatta suW Ortenit e l'assicurazione data dal Gen : Regnier sbarcato al
Gozo in mano del Giudice Grungo « Honores, proprietates et Reli-
gionem habebitis majora. » Il Barbara che comparisce per la
parte Francese era stato Condannato all'esilio perpetuo nel 1796
dall'Ordine Gerosolimitano dietro un rapporto della commissione
di 4 bali e tre giurisconsulti maltesi ; a lui riuscì di impiegarsi
neir armata del Mediterraneo donde passò più tardi capitano
nell'armata di Gioacchino Murat, da cui fu creato Barone. Il Muscat
Azzopordi vi crea su questo personaggio il romanzo « Censu Bar-
bara ».
Capitolazione della Città Notabile,
Libertà Egualità
Trattato di Capitolazione concluso li 22 Piovoso dell'anno 6to.
della Repubblica Francese una ed indivisibile, Città Vecchia di Malta
nel Palazzo Vescovile
Cap. I. In nome della Repubblica Francese per ordine del
Generale in Capo Buonaparte : Vincenzo Barbara ufficiale del-
l'Armata del Mediterraneo capitola oggi li 23 anno 6to. della Repub-
blica e conclude che il Signor Governatore Barone Gregorio Bonnici
e li Quattro Giurati debbano rendere la Piazza di Città Vecchia
Rabato e Casal Dingli a favor della Repubblica Francese.
Cap. II. Che all'arrivo del Generale Vaubois e sue truppe sotto
le mura della Città s'abbassi lo Stendardo della Religione, che a tam-
burro battente s'impadronirà nella Piazza.
Cap. III. Che saranno lasciate come sono le Chiese Monasteri
ed Ospedali senza molestare il Culto all'abitanti suddetti.
Cap. IV. La sicurtà agl'abitanti ed alla loro proprietà.
Cap. V. Sul momento ed all'arrivo alla Piazza si metterà una
salvaguardia a difesa degli abitanti della Città Vecchia suo Borgo e
CasM Dingli,
— im —
vano ormai impedire Tesecuzione. Ecco dunque il momento in cui
il Popolo si accese di giusto zelo, e Cristiana Nazione, risolse di difen-
dere quelle sacre mura all'Onnipotente Iddio consacrate, non con
armi, ma a mano ignuda, invocando l'assistenza di Dio degli Eserciti
per la Vittoria di quel ardua impresa.
In primo si sono radunati vicino la Chiesa de' M. Osservanti, e
volevano consegnare in casa del signor Emmanuele Vitale tutti gli
ori, argenti e supelettili, che si trovarono nella sudetta Chiesa, ed
Oratorio come a Rettore di detta Congregazione.
Incredibile fu mai la furia de' fedeli abitanti del Rabato. e Città
Notabile contro di quei Commissionari, perchè nel tempo, che dal
Popolo si stava progettando il fatto, e comunicando l'idea al signor
Vitale si è inteso che li Commissionari sudetti eran entrati dentro la
Notabile nella Chiesa del Carmine per prendere da ivi la tapezzeria
con altri utensili. Al momento corse il popolo a detta Chiesa, ed
impedì Tesecuzione con aver messo mano sopra l'uomo, che stava
per calare tale mobile della Chiesa suddetta. Allora chi principiò a
sonare le campane a doppio, e chi procurò le chiavi di detta Chiesa
talmente che tali Commissionati per proprio fatto loro per liberarsi
dalla presente furia parte cercò asilo nella Città Valletta e parte nella
più remota Campagna,
( IJ operato della guardia Fraìicese alla Notabile )
La Guarnigione Francese che commemorava in questa Notabile
si è messa tutta quanta sopra Tarmi senza aver avuto però coraggio
Cap. VI. Li gerosolimitani che si trovano in questa Piazza
saranno condotti come Prigionieri di Guerra al Generale in Capo
Buonaparte con un salvacondotto affinchè non siano molestati da
chiunque.
Cap. VII. Che tutti gl'abitanti riconoscono la benemerita e
gran Nazione Francese.
Cap. Vili. Il Governatore e Senato di questa Città affidati alla
generosità dell'Armata Francese sottoscrivono li detti Articoli.
Alle ore 12 di Francia saranno messi in esecuzione il I. e II.
Articolo nel giorno seguente. A nome della Republica per ordine del
Generale Buonaparte e del Generale Vaubois (V. Barbara).
Il Governatore della Città Gregorio Bonnici
Salvatore Manduca
T . ^. ^. , Ferdinando Teuma
Li Giurati { i-
Salvatore Tabone
Romualdo Barbaro a nome del popolo.
— 193 —
di fare veruna violenza, e metter mano sopra li Mjiltesi, restando in
difesa, finché uscì il popolo dalla Città Notabile.
Il Comandante Francese di questa Notabile di nome Masson
verso le ore tre di sera dell'istesso j^ìorno si fece avanti con due Fo-
rieri armati per il Rabato per reprimere, e sbaraj>iiare (picrlla accesa
ft-dele adunanza. Ed oh ! se considerato avesse il dis«>raziato, cosa
vuol dire zelo di Religione, certo si sarebbe racchiuso nella for-
tezza per prepararsi ad una non sicura difesa, ma l'insensato, cuor per-
fido, con spada nuda alla mano accompagnato da detti forieri armati
presso il Rabato correva. Incontrossi con un compagnuolo innocente,
che per propri affari marciava, corse veloce contro del medesimo per
sfogare in quel solo disarmato la sua crudele rabbia ; ma accorse
all'istante un buon numero di campagnuoli i quali con sassi e bastoni
disarmarono i due forieri, mettendo in fuga il Comandante, il quale
credeva salvarsi la vita entrando in casa del Notaro Pietro Antonio
Bezzina. Ivi fu egli massacrato ad onta delle sue armi, ed in seguito
furono anche uccisi i due forieri.
In seguito di tal successo il resto della Guarnigione Francese si
portò dentro il castello della Notabile, alzò li due ponti, fermò le due
porte, e principiò a tirare delle cannonate con mitraglia, e delle fucil-
iate contro gli abitatori, e nei primi tempi restò ferito mortalmente
con due palle un tal mro. falegname Giuseppe Galea.
Vedendo il f)opolo d*essa Città Notabile, e suo Borgo, lo sparo,
che i Francesi stavano da dentro la città suddetta facendo contro la
Nazione, elesse esso in quel punto il signor Emmanuele Vitale
per proprio Capo, il quale senza veruna opposizione, o timore
accettò l'impresa, distribuendo con ogni vigilanza ed ordine il neces-
sario, ed ogni individuo animando, ed incoraggendo ai pusillanimi,
affine di non retrocedere da quella memorabile intrapresa azione.
Frattanto senza perdita di tempo considerando il già do. Capo il peri-
colo in cui era la Campagna tutta in caso di sortita, che senza alcun
dubbio doveva farsi dai Francesi della Valletta contro questi della
Notabile, (i) si fece avvisata tutta la Campagna acciò alla meglio
(i) Il comandante Vitale spedì due messi per tutta la campagna,
come feci io spedire ad un tal Giovanni Catania della Musta, che nel
momento si trovò in casa, ed arrivato che fu il mio avviso con Cìio-
vanni Catania al Notaro Saverio Zarb cap^o di Casal Attard: nulla
egli temendo fece portare dalla Villa di St. Antonio vicina al suddetto
Casale, nella quale residevano i Gran Maestri per villeggiatura, tutte
le armi che ivi esistevano, le quali li distribuì a suoi paesani e li
fece fare il blocco nel passaggio della Valletta per la Città Notabile
provedendoli con le necessarie monizioni di guerra del proprio ; il
25
— 194 —
giunti fossero gli abitanti a far fronte a quei Repubblicani, nel caso
di uscita dalla Città Valletta.
A tal avviso principiarono i Casalolti a schiere radunarsi in
esso Rabato con poche armi, schioppi, dardi, spade, legni, ed altro
che potevano in quel momento critico avere sotto le mani.
{Assalto popolare della Notabile)
Essendo dunque radunata un maggior numero di Popolo d'essa
Campagna in quelFistessa sera nella quale s'era eletto il riferito
Vitale come Capo loro peli* in trapresa, intendevasi dare Tassalto dei
Bastioni, ossia Castello di questa Notabile, e nell'istessa notte si tentò
l'assalto con scala, ed altro, ma non riuscì l'impresa essendo notte
alquanto oscura, e la guarnigione Francese dimorante faceva dispe-
rato fuoco d'ogni parte sopra il Battaglione Maltese, il quale sebbene
senza armi recar potea timore di morte. Infatti li suddetti Repub-
blicani al momento hanno fissato una batteria, dalla parte che guarda
la Chiesa di St. Agostino, e di là disperatamente cominciarono
tirare a mitraglia contro il popolo radunato in quelle vicinanze. Ma
nulla giovò a loro, perchè inoltrata la notte si posero alcuni nasco-
stamente dei nostri bravi cacciatori Maltesi su il soffitto del Macello,
e di là offendevano spesso con il loro sparo quei artiglieri Francesi,
che scaricavano le mitraglie.
Nell'istessa notte Francesco Borg con altri suoi compagni tentò
rompere e brugiare le due porte scerete, una p>osta nella parte di
Levante, e l'altra nella parte di Ponente, affin da quelli potessero
avere l'ingresso, ma nulla servì, non solamente perchè l'impresa era
che fu di gran vantaggio, e sollievo in favor dei Maltesi, attesoché
le guardie avanzate hanno colto per strada due soldati Francesi,
che venivano dalla Valletta con lettera di risposta d'un altra, o sia
domanda che preventivamente Manson comandante della Città Nota-
bile prima di esser morto avea mandato per domandare soccorso in
favor suo, al che il Governo della Valletta gli avea risposto : « Per
questa sera avrete la sofferenza di placare il popolo come potete con
lusinghe, e domani avrete il soccorso di 600 persone, quali allora
prenderanno soddisfazione della campagna. » La furia del popolo più
che mai inoltrata senza veruna dimora, e comando, ed ordine li ha
massacrati nel principio di detto Casale, e nel medesimo tempo è stato
anche massacrato un altro officiale Francese, che veniva dalla Valletta
per la Notabile in un calesse, ed ivi era sul ponte della Uied incita.
A questi avvisi la campagna subito massacrò tutte le guardie delle
torri, e trincere marittime, quindi in 17 ore la campagna restò libera
da tutti questi invasori, e non più schiava della Repubblica Francese.
— 195 —
molto ardua, ma anche per averli i Republicani scoperti, ed opposti
con tirare delli sassi da sopra e delle fuciliate ; pertanto restarono
morti due Maltesi. I Francesi avevan fatto chiudere anche da dentro
l'ingresso che dava per le dette porte (i).
Il di seguente 3 Settembre giorno di Lunedi crescendo sempre
in maggior numero il Popolo tutto (luanto adirato contro i Republi-
cani, niente scoragito i>cr l'intrapresa della medesima Città, accorse
alla casa del medesimo signor Vitale, il quale prima distribuì la
gente d'attorno in tutti quanti li Bastioni, ordinando loro di fare
sparo, e tìnto attacco con quei pochi schioppi, che avevano, ed egli
con buona porzione di gente passò da sotto la fontana della Saccaja
per la strada che conduce per la Hernsia^ di là per sotto il Bastione,
che viene dietro la Cattedrale detto Deredin.
Ma siccome i Francesi si eran accorti di qualche assalto principia-
rono a scaricare il cannone e fucili contro gli assaltorijl signor Vitale
nulla temendo il pericolo, ma facendo animo a tutti, è stato il primo
che si presentò ai pericoli passando nell'aria aperta, e colle buone prin-
cipiò a chiamare i fucilieri, ed essendo in numero competente ses-
santa cinque circa, giunti sotto il Bastione suddetto Deredin non più
soggetti alle fucilate (soltanto alle granate, ed alle petrate) animò
nuovamente la truppa e sali il murò del Bastione suddetto. Tutti lo
seguirono, ed entrarono dentro la mina che conduce alla piccola
piazza vicino la sacrestia della Chiesa Cattedrale, avendo al momento
violentato la porta di detta mina si sono introdotti dentro la mede-
sima Notabile, e furono divisi in due distaccamenti, uno prese passag-
gio per la porta del Seminario, e per la parte delle Carceri e l'altro
per dirimpetto il Monistero (2).
Incontratisi che furono nella piccola piazza dirimpetto la Porta
Maggiore hanno ivi bloccato la guarnigione Francese che ivi era in
(i) Era tanto l'industria loro, (dei Francesi rinchiusi nella Nota-
bile) che arrivarono in poche ore a chiudere con pietre le due mine
scerete, che danno all'ingresso di dette porte, ed arrivarono anche di
mettere un canone dietro la porta d'una mina. {Note del Bugeta),
(2) Un attestato fatto in favor d'un ferito ed ora conservato in
Biblioteca corre cosi : « Io qui infrascritto per la verità ricercato
attesto, che Salvatore Schembri della Musta fu ferito nell'assaltare i
Francesi nella Città Notabile come si possa osservare dalla cicatrice ;
ed inoltre attesto, che dopo d'esser entrato cogli altri in Marsamu-
scetto per l'assalto della Valletta fu ferito nella pianta del suo piede
destro, e dopo d'essere medicato guarì.
In fede — Li 9 Novembre 1800.
(fto.) Dr. F. Falzon.
— 196 —
quella piazza radunata, e nel momento hanno guadagnato anche la
riserva, o sia il corpo di guardia.
Trovandosi i Repubblicani inaspettatamente sorpresi erano obbli-
gati di abbandonare l'armi, ed hanno usato il mezzo sotto titolo di
pace di esibire le chiavi della Città ai primi aggressori, e fra gli altri
erano Paolo Xuereb, e Mariizzo Galea; appena dunque pacificamente
furon ricevute le chiavi da detto Maruzzo date dal Foriere Francese
in mezzo della suddetta piazza ed appena il Republicano parti pel suo
quartiere ecco nascostamente, ed all'impensata alcuni dei Repubbli-
cani che si erano posti senza esser veduti sul parapetto della porta
Maggiore cominciarono a tirare delle fuciliate, che al momento colpi-
rono nella sua gamba il suddetto Maruzzo al quale erano state conse-
gnate le chiavi, e perciò cadde in terra tutto insanguinato, e destituto
di forze, e vicino al quale restarono pure morti al momento Mario, e
Giovanni Chircop.
Inoltre nel medesimo istante Maruzzo Velia persona non meno
valorosa, perchè si portò sugli Bastioni con animo di far disarmare il
Padiglione Repubblicano restò pur anche tradito mortalmente con
una fucilata da un Francese, che si trovava nascosto dietro d'una
finestra del quartiere (i).
Allora i nostri valorosi soldati adirati maggiormente p)er la loro
disordinata maniera di procedere, e cosi superbi a non voler cedere
ancorché destituti di forze, nell'istesso tempo ripigliarono di nuovo le
armi contro i nostri, allora si sono introdotti nel loro quartiere, ed
ecco in pochi istanti in men d'un ora verso le ore sette di mattino
attesa la loro pertinacia l'hanno massacrati tutti, senza perdonarla a
veruno, dopo spalancarono le porte, e s'introdusse tutto il Popolo, e
si spezzarono gli stemmi, e tutto ciò alludeva la Repubblica Francese.
(Preparativi di difesa contro V atteso aiuto Francese della Valletta)
Finita questa strage tutto il Popolo che in essa Città Notabile, e
suo Borgo esisteva richiamò il parere di suddetto Vitale, e voleva
sapere, che intrapresa si doveva pigliare. 11 medesimo in atto della
(i) 11 loro (dei Francesi nella Notabile) Quartiere era insìn
della loro venuta l'istesso Palazzo Magistrale ove altre volte reside-
vano i Gran Maestri nella loro venuta in questa Notabile. E perchè il
Tribunale è unito con il detto Palazzo nel medesimo momento di
questa zuffa di gente o per accidente, o per tradimento s'attaccò
fuoco in tutti i Registri Civili, che Criminali, senza riserva d'un foglio.
E sebbene la furia del popolo era così grande, e l'odio verso il
detto Comandante era iremissibìle, pur nondimeno la perdonarono
alla moglie di detto Comandante con avergli risparmiata la morte.
— 197 ~
più turbata confusione, senza però scomporsi, e scoragirsi mise al
momento in difesa la Città Notabile, ordinò a tutti nelle vici-
nanze di tutti quanti i Casali di dover ognuno mettersi in difesa della
Campagna, ed impedire le sortite dell'inimico. Ed in effetto spedi
al momento un distaccamento di quei che erano armati per la parte
di Casal Attard, stante che si era fatta in quella mattina una sortita
dalla Valletta di 500, e più soldati Francesi, ed alcuni Maltesi insieme
con Soldati ed officiali dell'antico Regimento de Cacciatori quali
erano accompagnati con Stendardi, Tamburri, e Stromento, ed inviati
pcT massacrare la Campagna tutta credendo essi di trovare nella
suddetta Campagna, ciò che trovarono il dì io Giugno scorso.
Fu grande però il loro abbaglio perchè i confederati l^ro, e le
loro confidenti, che alla Campagna risiedevano, mosso il popolo in
ribellione, rifugiati si erano nelle grotte e spelonche, nelle stalle e
cantine volendo salvare la loro vita.
Quindi è che il preparamento prevalse all'appuntato, (i) poiché
avanzatosi l'esercito Francese un poco al di fuori dei Bastioni di
quella formidabile piazza della Valletta, la guardia Maltese avanzata
fece segno alla Campagna chiamando soccorso, ed ecco asS'ilito in un
momento dai bravi Maltesi il nominato distaccamento dei Francesi,
ed in luogo di guadagnare terreno con sebbene la forza maggiore, e
batter vittorioso stendardo, gli convenne mettersi in fuga, non potendo
(i) li suddetto Notaro Zarb, (di Casal Attard) convocò alcuni
Casali vicini specialmente a Casal Musta e forni in un momento un
battaglione di 500 persone distribuendoli in quella notte su le ter-
razze in forma di Trincea, e dietro le mura, ed a quelli che non ave-
vano armi dette pietre, affinchè nel passare da Casal Attard detto
soccorso per la Notabile i nostri Maltesi dare potessero una battaglia
contro i F'rancesi. A tal effetto dunque si fece avanzare un corriere
con una cavalla, che aveva portata anche nell'antecedente sera dalla
sudetta Villa St. Antonio. Ed ecco il 3 Settembre nel far del giorno
venne l'avviso per mezzo del sudetto corriere, che detta squadra già
si è messa in viaggio per la Notabile. Ma però il caso volle, che
in strada alcuni figliuoli, che giocavano con i fucili e fecero
fuoco, e detta squadra se ne accorse del preparato contro di loro,
ritornò in dietro per salvarsi la vita in Valletta, ed a noi non ci riusci
di avere la nostra piena sodisfazione. Tuttavia però i nostri Battaglioni
che stavano in aguato dietro la mura rustiche dei terreni, vedendoli
cosi scoragiti gli saltarono addosso, e gli hanno dato una vergognosa
rotta, con aver massacrato un numero rispettabile : tra gli altri resta-
rono vittima del furore Popolare alcuni Officiali Maltesi dell'antico
Reggimento delli Cacciatori, che hanno voluto far guida alli Francesi.
— 198 —
più reggere a fronte dei valorosi Maltesi ; cosi attenti levarono le ban-
diere, rotto Tesercito, e massacrata una buona porzione del medesimo
vergognosomente si sono ritirati di bel nuovo nella Valletta, con dire
pubblicamente : che li Maltesi sono insuperabili nel loro valore.
In questo mentre il detto Vitale fece avisati tutti quanti i Casali
di tenersi in veglia, e pronto ognuno a qualunque improviso avviso.
{Sempre Vinizialiva del Vitale)
• Inoltre fece armare tutte quante le trinciere e torri da S. Paolo
a Mare per tutta la costa di Ponente. Non tralasciò di scrivere al
momento le più fatiche importanti a tutte le Corti di Sicilia Tavve-
nimento per aver soccorso, e di munizione da guerra, e di viveri.
£ per essere avvalorata la scrittura non avendo allora alcun
sigillo, procurò di farla passare, e sottoscrivere dal signor Conte
Manduca, signor Conte Theuma, Marchese De Piro, e di altre perso-
ne riguardevoli, (i) come infatti per sua commissione, ed anche con
(i) Ecco la lettera mandata a Napoli : «Sire — Il popolo di Malta
era omai ridotto all'estremo delle sue disgrazie. Umilmente prostrato
ai piedi della Maestà Vostra le rappresenta, che non potendo egli più
a lungo soffrire il tirannico dispotismo de' Francesi, dai quali trovasi
per sua disavventura sin da quasi quattro mesi invasa l'isola, animato
da un certo naturai impeto, fece forza a se stesso, a fin di scuotere il
suo troppo duro, e grave giogo, e nel brevissimo spazio di non più
che di dieci sette ore gli riusci d'impadronirsi dell'antica Città Nota-
bile, e di tutte quante le torri della campagna. Non si può afiatto
immaginare l'impegno che or dimostrano i Maltesi di soggiogare la
città capitale, insieme colle altre città adiacenti, le quali per essere
ben munite, e fortificate, non senza qualche difficoltà si potranno
assalire. A tal fine tutti i possidenti della campagna hanno già con-
tribuito, e vanno tutt'ora contribuendo, delle provvisioni, e delle buone
somme di danaro, per lo necessario sostentamento della povera gente
destinata nei campi, per ovviare agl'insulti degli aggressori. Essendo
questi più che mai duri, ed ostinati a non cedere bonariamente la capi-
tale, ed andarsene via, pare che la cosa voglia tirare troppo a lungo, e
frattanto le provvisioni delle vettovaglie vanno sempre mancando per
gli abitanti della campagna, quando i granarj della capitale sono ])er
anco ben forniti. Quindi, siccome il danaro dell'università, quello de'
banchi pubblici, e quello de' particolari ben possidenti, trovasi tutto
rinchiuso dentro le città occupate dal nemico, e la campagna se ne
trova del tutto priva : epperò, non potendo essa aver ulteriori sussidj
dai rispettivi abitanti, i quali alla fine non sono troppo ricchi, già si
vede sul punto di abbandonare l'impresa, e perire affatto di fame,
— 199 —
mio im|)egno grande mi jMjrtai in giro di queste persone, e di molte
altre, non solamente per avere la loro sottoscrizione, ma anche per
esplorare il loro animo, poiché alcuni per timore, altri interessi
con la Repubblica si erano nascosti, e fugiti, avendo pure quella
scrittura solamente fermata col sigillo Patrio. Pensò anche nel-
l'istesso tempo^ e giorno, ed altri susseguenti alle provisioni, ed al
mantenimento di tutta quella Popolazione a far ricerca anche della
I
'
qualor non si volesse prestare un opportuno provvedimento. Or non
avendo i Maltesi un padre a cui ricorrere, nelle presenti loro calami-
tose circostanze, più amoroso, e tenero della Maescà Vostra ; perciò
con forte coraggio implorano essi il suo potentissimo patrocinio, sup-
plicandola con tutto il loro potere di averne misericordia, e compas-
sione, accordando loro facoltà di far portare dalla Sicilia, antica madre
e provveditrice di Malta, le necessarie provvisioni di grano, e di tutto
altro, a credenza, coU'obbligo di pagare tutto dojx) avuta la vittoria.
E perchè ancora manca di armi, polvere, ed altre munizioni necessa-
rie per attaccare, occorrendo, il nemico dalla parte interna dell'isola,
a misura del numero della gente, che si ha già pronta ; si fa lecito di
domandare alla stessa Maestà Vostra le già dette provvisioni di
guerra. L'affetto particolare che ha sempre la Maestà Vostra, ed in
molte circostanze assai meno urgenti della presente, dimostrato verso
dell'isola, rende sicuri gli abitanti di essa, che dando la Maestà Vostra
uno sguardo benigno, e cortese verso di loro, e considerandone atten-
tamente il misero, e deplorabile stato, non sarà mai per negare loro
rimplorata grazia, ora che eglino trovansi costretti a perire misera-
mente, senza poter proseguire l'intrapresa onorevole carica, affin di
vedersi un giorno liberi da una nazione sì contraria non solo alla
religione cristiana, che è il primo freno del governo, ma eziandio alla
pubblica tranquillità. Ognuno sa, che tra i nobilissimi pregj, onde
vien adorno l'animo di un sovrano il più singolare, e preciso, sia
quello della provvidenza, massimamente in tempi calamitosi ; questa
dunque essendo l'oggetto delle più belle reali sue cure, non ha da
dubitare punto il popolo maltese di ottenere tutto ciò, che egli arden-
temente desidera dalla benigna mano della Maestà Vostra, il di cui
glorioso nome per mille e mille titoli, e singolarmente per quello di
benigno, e misericordioso, da per tutto, risuona e rimbomba. Iddio
l)ertanto sia quello, che inspiri alla Maestà Vostra una pronta e riso-
luta volontà di esaudire i voti de' suoi cari figli, e sudditi maltesi,
mentre essi unitamente co' loro posteri non cesseranno mai di predi-
care per sempre lo zelo, e I4 beneficenza del loro amato sovrano.
!
i
I;
r
~ 200 —
pólvere, (i) piombo, stagno per farlo in palle, e scartucci, come in
fatti si principiò al momento, e così si continuò fino alla venuta delli
Porteghesi (2).
A questo riflesso dunque i Repubblicani dir potranno aJli loro
colleghi, che la chimera dell' Egualianza nell'Isola di Malta non giova
poiché con la dìsigualtà nella medesima Isola Timpresa si vince.
Loro si presentarono nella Battaglia animati dagli stromenti, e
Tamburri, Bandiere, e Stendardi, muniti di sciabole, baionette, e
fucili, e noi con piedi scalzi, con pochi fucili, e petto ignudo, e disar-
mata mano, e senza appresso di noi una valevole difesa, e j)ure alcuni
di loro restarono massacrati, e li altri si sono raccomandati alli loro
piedi per fugire — ecco la disuguaglianza — Loro a vezzi alla guerra,
ma pur in un momento restarono vinti, con poca gente, anche ine-
spirata, e senza armi, ed avezza nella sola coltura. Ove sono adunque
le vostre vittorie ? ove sono i gran prodigi, e valore delle vostre
armi ? Il tradimento è stato la vostra vittoria, ed i maneggi del'c
vostre sinistre industrie vi fece orgogliosi, e superbi, e non già la
forza del vostro braccio.
Nell'istessa sera di lunedi conoscendo il Popolo d*essa Città
Notabile e suo Borgo il gran zelo, e fervore verso la Patria e suoi
Paesani del medesimo Signor Vitale fece suonare il tamburro, e da
per tutto si è radunato vicino l'officio giuratale, e con applauso uni-
siccome anche di pregare il signore Iddio per la lunga e felice con-
servazione della Maestà Vostra.
Malta 5 Settembre 1798.
Affezionatissimi ed Obbligatissimi sudditi.
Canonico D. Saverio Caruaxa.
Emmanuele Vitale.
Conte Salvatore M.anduca.
Marchese Vincenzo de Piro.
Conte Ferdinando Teuma.
(Questa le itera è tolta dall' Azzopardi Presa di Afaltap, g6.)
(i) Detto Signor Conte Theuma al momento contribuì una
quantità di polvere, come pure spedi messi in ricerca per la polvere
di sua propria spesa. Era questi il primo conte di Ghain Toffieha
(feudo magistrale) creato con rescritto dei 7 Gennaio 1792.
(2) Tali munizioni (palle e scartucci) si principiarono a fare in
casa mia e del Signor Vitale, e perchè il piombo era così scarso,
come la polvere si fece ricerca del medesimo col prendere i piombi di
finestre, pesi d'orologi, condotti dei giardini, e tutt'altro, che ugua-
gliasse a questo metallo,
— 201 —
versale ha eletto per Comandante delli Popoli della Città Vecchia,
suo Borgo, e Casal Din^li, e delle truppe in tutto e per tutto il
medesimo Signor Vitale, e non contenti di tutto ciò, lo presero
alzandolo su le scaline della casa del Canonico Susano per esser rico-
nosciuto dal Popolo, il quale nel vederlo con applauso, grida, od
allegiezza lo riconobbero, niente meno, come se fosse peraltro un
Principe. Difatti dalli abitatori di Casal Dingli nel loro casale fu
sparsa la voce d'aver eletto in loro Principe il do. Signor Vitale.
Questi furono appunto li motivi della sollevazione del y>opolo, e
li fatti genuini accaduti neHa Città Notabile, e suo Borgo nei j^ìorni
di Domenica e Lunedì, 2 e 3 Settembre 1798.
(// primo Conf^resso od Assemblea)
Nel di 4 Settembre susseguente dop>o che fu messo in solleva-
zione e difesa tutto il Popolo della Campagna e la maggior parte dei
primati dei Popoli dei Casali si è radunata dentro la Città Notabile e
propose di voler nominare un. Comandante Generale per tutte le
truppe della Campagna, ed uno dei primi che hanno fatto tale pro-
posta è stato il Revmo. Signor Preposito della Terra Birchircara, e
molti altri primati, anche dei ordinari e campagnuoli, ed a tale
effetto si è fatto un congresso generale per la nomina, non solo
del detto Comandante Generale, ma anche dei Deputati del Popolo,
come in effetto si è fatta, e scritta dal Revmo. Signor Rettore della
Grotta di San Paolo Fra Ludovico Savqje, il quale dal primo uìo-
mento si è trovato per formare le lettere, passaporti, ed altro con
tutta attività; il qual congresso formale, è del tenor seguente :
L'anno 1798, li 4 Settembre,
Nel nome della SSma. Trinità, e sotto l'invocazione della B. V.
Maria, e del Glorioso San Paolo Apostolo nostro protettore si è con-
vocata l'Assemblea generale del Popolo di questa Città Notabile e
suo Borgo, e della maggior parte dell'Isola per procedere all'elezione
del Comandante Generale di queste Truppe, e di quattro Deputati e
Rappresentanti di questo Popolo in seguito della presa fatta di questa
Città Notabile posseduta dalla Guarnigione Francese seguita Jeri, e
dell'insurrezione generale di tutto il Popolo di Malta contro la Repub-
blica Francese, quale per sorpresa e tradimento si è impadronita di
quest'isola, ed attualmente possiede solamente la Città Valletta e
Fortificazioni unitevi, nelle quali si trova bloccata la guarnigione, su
di ciò con unanimità di suffragio ed universale acclamazione, è stato
eletto per Comandante Generale il Perillustre Signor Emmanuele
V'itale, e per Deputati e Rappresentanti l'Illmo. Conte Salvatore
Manduca, Marchese Vincenzo Depiro, Conte Ferdinando Theuma
Castelletti, ed il riferito Signor Emmanuele Vitale.
20
— 202 —
E successivamente i suddetti Signori Rappresentanti radunati
nella sala dell'ufficio Giuratale nella quale hanno determinato di for-
mare le loro radunanze, elessero per il primo: Il Signor Lorenzo
Bugeja (Segretario). Per officiali li seguenti :
Signor Lorenzo Bugeja per il dettaglio del Reggimento, Maestro
Modesto Sapiano Capo d'Artiglieria, il signor Giuseppe Azzopardi
per tenere il registro degli ordini, il signor Giuseppe Abela per ma-
gazziniere e proveditore dei frumenti, e mischiati. Li signori Gaetano
Vitale, e Pietro-Antonio Bezzina per la ricezione del frumento, e
mischiato. Paolo Galea, e Vincenzo Muscat per la distribuzione del
pane. Alessio Xuereb, Corriere dei Campi, e Mro. Giuseppe Musei.
Commissario Inspettore della Marina e Torri.
{Riconoscimento del CapitaJi Generale)
Nel di 5 Settembre susseguente il medesimo signor Vitale fece
il giro di tutte le frontiere, e battaglioni allora formati dai canipa-
gnuolij si nelle parti di Coradino, Zeitun, Zabbar, Casal Luca, e tutti
gli altri Campi formati, dove da tutti fu accettato, e ricevuto con
quei onori militari soliti darsi ai Generali del Campo, toltone il Campo
di San Giuseppe, che non intendevano quei Capi di riconoscerlo per
tale.
Per tale però è stato riconosciuto dal Capo della guardia avan-
zata, e suoi subalterni, che erano nella Tuccia detta Sanità : con il
piacere di tutti quei capi ha sistemato, e messo alcune guardie avan-
zate più oltre, di quelle che fin'allorn esistevano. E non potendo il
medesimo signor Vitale come Generale eletto da comuni suffragi
della Popolazione proseguire il giro delle Torri, e Trinciere, che sono
nel littorale per li tanti affari che l'occupavano, perciò incaricò me
per questa visita facendo nomina come segue : Noi Emanuele Vitale
Generale Comandante delle Truppe Maltesi, Comandante e Capo
della Città Notabile ed uno dei quattro Deputati del Popolo, o sia del
Governo economico. Atteso il zelo, e la fedele servitù del signor
Lorenzo Bugeja prestati in vantaggio della Nazione in questi giorni
critici ed attesa anche la sua abilità, ed affezione verso la Patria,
nominiamo il medesimo per Turcopiliere o sia Ispettore delle Torri
e Trinciere Marittimi del Porto San Paolo fino tutta la costa di Po-
nente, dovendo perciò esso signor Lorenzo Bugeja del più presto
possibile portarsi personalmente in esse Torri, Trincee ad osservarli,
e vedere il bisognevole con ordinare al momento tutti li acconcimi
necessari, e tutt'altro che occorrerà sì in materia di munizioni da
guerra, che di dis])osizioni militari, ed affinchè dai nostri subalterni
per tale sia riconosciuto ed obbedito, abbiamo formato la presente
da noi firmata e munita col proprio sigillo. Oggi li 5 Settembre 179^.
Loco )^ Sigilli, Emanuele Vitale.
— 20à —
Documento jo.
Altra cronaca.
Dal Afss. dell'epoca gentilmente prestatomi dalfAvv, L. Mercieca
Li 2 Settembre 1798 giorno di Domenica, e festa della Madonna
di Consolazione, Peppino Farrugia commissario delli detti Conventi
d'affittarsi andò alla Città Vecchia, con Alessandro Spiteri Notaro
deputato dal Dicastero per spogliar la Chiesa dalla Tapezzeria e li
Conventi, ed affittarli; e cominciarono dalla Chiesa della Madonna del
Carmine dove la gente del Rabato si radunò nella Città Notabile.
Ouando videro che un falegname pigliò la scala per calare, e snudare
la tapezzeria di detta Chiesa del Carmine il popolo s'infuriò, gli
levò la scala, e con pugni li commissarii furono cacciati fuori della
Chiesa, ed i figlioli salirono sul campanile e cominciarono a suonare
le campane della detta Chiesa della Madonna del Carmine ; li com-
missarii con grandissima paura, ed atterriti andarono dal Comandante,
duve di un subito il Comandante ordinò che tutti li soldati caricas-
sero i loro fucili e faranno spalliera avanti la porta di detta Città, e
subito mandò un corriere alla Valletta, dove domandò ajuto contro
quelli del Rabato; e nel mentre che il detto corriere andò alla Val-
letta calarono questi del Rabato ed avvisarono a tutta la campagna
del successo, e dell'aspettato ajuto dei Francesi, e subito col suonar
delle campane delli campanili delle Chiese tutti in un momento questi
della campagna si radunarono nel Rabato, e quelli del Zebbug (per
essere più vicini) giunsero prima delli altri. Il corriere suddetto nel
suo ritorno dalla Valletta per la Notabile, in C. Attard fu assaltato,
ed amazzato, e sul medesimo trovarono la risposta in una lettera che
dice domattina avrete un distaccamento di 250 soldati — Il Coman-
dante ansioso della risposta della Valletta andato su la Sacchaja con
altri quattro soldati con la sciabola in mano, vidde tanta gente di
campagna che ivi si radunava, chiamò ad un tal Mro. Giuseppe
Musei e l'interrogò di questa gente, e quello gli rispose, che la cam-
pagna tiene una speciale divozione verso la Madonna della Consola-
zione, e com'oggi è la sua festa per questo motivo è il concorso dei
campagnuoli, e lui lo credette. Giunse a questa parte del Rabato con
la sciabola in mano ; un fanciullo tirò una piccola pietra per il sud-
detto Comandante, e lui cominciò a bestemiare, e dice Bugre Maltais,
Bugre Maltaises; allora tutta quella gente saltò contro il detto Coman-
dante, e lui subito corse per dentro il Rabato, e trovò la Banca del
Notaro Pietro Antonio Bezzina aperta, entrò dentro quella, e sali su-
bito nella sala, e chiuse le porte della banca. La gente da fuori co-
minciò a bussar la porta, e con minaccie chiamarono il Notaro ad
aprire perchè altrimente avrai il peggio se apriremo noi. Allora il
— 204 —
Notare disse al Comandante sarà meglio che rompiate la sciabol;*,
ed apriamo la porta noi che loro stessi. Allora cosi fu fatto, cosi entrò
questa gente, ed il Comandante cominciò a parlare con dolcezza ;
allora un campagnuolo gli diede un colpo di pietra dalla parte di
dietro sul capo e lo buttò in terra, allora il Notaro disse loro,
che non è maniera di lasciirlo dentro la sua casa cosi a mazzate.
Allora uno di quelli l'afferrò fra le mani, e lo gittò fuori del balcone,
e dopo lo seppellirono assieme con un altro soldato, uno sopra l'altro
dentro una clausura vicino la casa dell'avvocato Giuseppe Muscat
del Rabato.
Corse subito il popolo verso la Città Vecchia per assaltar li altri
soldati che ivi erano ma trovarono le ix>rte chiuse, in questo mentre
amazzarono a Stanislao Presidente della Municipalità di detto
Casal Zebbug. Il popolo restò tutta questa notte a combattere con la
sudetta Città Vecchia per il che restarono due maltesi morti e due
feriti quella sera ; dopo tanto sparo d'artiglieria fu resa la detta città,
dopo poi che li campagnoli entrarono in essa uccisero tutti questi
soldati che ivi erano, non ostante che essi con faccia in terra umil-
mente a damandar perdono furono ammazzati, e spogliati i grandi, e
li caricarono sopra i carrettoni e li brugiarono. Poi apersero la Corte,
e buttarono dalle finestre tutti i processi, scritture, cedole ed altre
carte, e li bruciarono tutti.
L'indomani poi il popolo formò due Comandanti uno alla Città
Vecchia il fu Emmanuele Vitale ed altro in'San Giuseppe, che fu il
Sigr. Canonico D. Saverio Caruana Maltesi.
Li P'rancesi della Valletta con ordine del loro Comandante Vo-
bua inviarono 250 soldati, e con essi erano l'Officiale del Regto. de
Cacciatori Trigan/.a, il suo figlio Terrone, ed Attard quando furono
assaltati dalli campagnuoli, e ritornarono con prestezza alla Città
Vecchia con molta perdita, e tutti li ufficiali loro restarono morti.
Nel martedì formarono il Battaglione in S. Giuseppe, e furono
portati lo scrivano delle Galere Carbone, e l'Ajutante del quartitre
Rosalbo Regnaud. e furono uccisi, e spogliati e nel medesimo hio^^
seppelliti.
{Gli Amòasciaiori Maltesi a Napoli)
3 Settembre 1798.
Nella sera istessa di quel giorno, li Manduchi, Teuma, Dcpiro.
ed il Comandante Vitale fecero un congresso per mandare Ambascia-
tori al Re di Napoli. Fecero una lettera, e mandarono a Luigi Briffa.
Clemente Mifsud, ed a Nicola Camillcri, e quando furono partiti, era il
giorno di Mercoledì matino ; vi era fuori dal porto della Valletta li»
fregata nominata Giustizia dei Francesi, e diede caccia alla spronara
— 205 —
degli Ambasciatori suddetti e la spronara tornò al porto di S. Paolo
ove restò ivi sino ore 6 di notte, e dopo giorni sei giunse in Napoli.
Giunti che furono j^w^ra ve fiuta bandiera^ e senza verun passa-
porto, venne il guardiano della sanità di Napoli dove interogò alli
detti Ambasciadori, ed essi gli diedero risposta che hanno una lettera,
e la vogliono consegnare al Re da mano in mano, o pure ad una
persona à Lui ben vista, allora il guardiano se n'andò, e venne un
OfHciale, e pigliò la lettera a nome del suddetto Re, (i) li Ambasciadori
Io hanno pregato di pregare al Re di mandare un superiore, che tiene
freno a quella popolazione della Campagna di Malta. Dopo c^uesto
(i) Il reale riscontro a questa supplica, e ad altra simile scritta a
25 Ottobre e presentata a mezzo dell' Amm. Nelson a 6 Novembre,
trovasi trassuntato pei rogiti del notaro Aless. Patr. Spiteri, per opera
dei quattro Deputati del Governo deli' Isola e della Nazioìu Maltese a
di 6 Dee. 1798, e corre « Sensibile S. Maestà il Rè Nostro Signo-
re alle espressioni di fedeltà, e di sommissione, che i Deputati del-
l'Isola di Malta in nome di codesta Nazione hanno umiliato al Real
Trono, con lettera speditagli per mezzo del signor Ammiraglio Nelson;
mi ha ordinato di fare conoscere il Suo Real gradimento, e la com-
piacenza con la quale accoglie i Voti di cotesto Popplo, verso di cui
i sentimenti Paterni, e benefici del suo Real animo, non hanno potuto
indebolirsi, malgrado alle vicende sofferte da quell'Isola, e gli atten-
tati, che si sono coni mesi contro la Sua legittima, ed irrevocabile
Sovranità. Da quei sentimenti appunto mosso l'animo suo, e com-
miscrando i bisogni di codesto popolo ha già sulle reirerate sue
richieste ordinato al Vice Rè di Sicilia di accordare ai suoi Maltesi
fedeli, tutti quei soccorsi di viveri, e di altri generi che potranno
bisognarli non solo con permettere l'esportazione a favore loro, ma
ben'anche col facilitargliene in ogni modo lo acquisto.
Nel Real Nome lo comunico alle Ss. LL. Ille. per loro intelligen-
za, e per l'uso, che convenga. S. Gennaro, 15 Novembre 1798.
II Marchese di Gallo.
Ss. Deputati dell'Isola, e della Nazione Maltese, Malta.
Onde a futura memoria, ed a petizione, e richiesta delli preno-
minati Ss. Esponenti ho fatto, e stipolato il presente trasunto, da
valere in ogni futuro tempo e luogo, e non diversamente.
Fatto nella Città Notabile dell'Isola di Malta presenti gli infra-
scritti testimoni Marchese Vincenzo De Piro — Conte Salvatore Man-
duca — Conte Ferdinando Teuma Castelletti — Emmanuele Vitale —
Antonio Sater del Rabeto testimonio — Chco. Antonio Cilia della
Valletta testimonio. »
— 206 —
venne il Console, ed il Vice Console de Francesi per interogare a
questi Ambasciatori, ma non hanno potuto avere veruna sodisfazione,
L'indomane // Rè mandò a vedere se li dii, Amòasciatori hanno biso-
gno di qualche cosa, o sia qualche provisione. Verso la sera mandò
una lancia carica di provisione per il viaggio, e mandò cinque bandiere
di Napoli^ ed il Re (!) spedi un Cu ter Inglese per cercare Tarmata
Inglese, o Portoghese. Di ritorno li Ambasciatori per Malta passa-
rono d'Augusta, ed ivi trovarono V armata Inglese venuta tutta disar-
mata.
Dal porto della Valletta di Malta uscirono il vascello, e la Fre-
gata per sbarcare la gente nel Gozo e nel porto di S. Paolo ed amaz-
zare e tagliare a pezzi la gente di Campagna di Malta, e quando
uscirono, e si approssimarono alla terra per far detto sbarco, eao
comparve l'armata Portughese, ed essi tornarono con gran fretta al
porto, e la fregata s'incagliò fuor del porto.
Nel giorno che la Campagna risollevò, si sollevarono anche li
fìormlisi, e dopo pochi giorni furono fucilati alcuni, ed altri cacciati
fuori alla Campagna con tutte le loro famiglie.
Dopo poco tempo fecero una sortita alla parte di Birchircara
detta il Harghar (i) dalla parte di San Maison, da Coradino e di
(i) Era questo in altri tempi il sito delle abitazioni di quei della
terra Birchircara, e qui nel 1436 sotto Eugenio IV il Vescovo di
Malta Senatore de Mello nel tempio allora esistente di S. Polena vi
eresse la parrocchia di Birchircara. La parrocchiale fu inseguito
trasferita alla chiesa dell'Assunta per essere più al sicuro dalle scor-
rerie dei Corsari. Vedi Abela-Ciantar Malta Illustrata 1. I. n.VIII
§ 28. In questo sito il Vincenzo Borg fabricò a sue spese la batteria
ossia trincea detta Ittuila nel 1798 ed a 9 Febrajo 1799 vi inalberò
vicino allo stendardo Borbonico quello Inglese. I soldati qui avevano
un uniforme di cotnina che dette motivo a quei della Musta di chie-
dere il simile. Ecco la petizione di quei di Casal Musta. (Dal Mss. in
BibL)
« Eccellenza, Li soldati, sargenti, caporali del corpo della Terra
Musta umilissimi vassalli di Vostra Eccellenza, che erano in guardia
nella frontiera del Gharghar, dove era il campo di Birchircara, rive-
rentemente espongono, che la cassa di detta Birchircara mesi fa ha
fatto gratis una livrea alli soldati di detta terra Birchircara, però H
soldati della terra Musta, che erano nella frontiera dove erano quelli
di detta Birchircara, erano esposti alli stessi patimenti che patirono
li detti soldati di Birchircara. Perciò umiliati a piedi di Sua Eccel-
lenza li soldati della Terra Musta supplicano di comandare alli depu-
tati della cassa di detta terra Musta che donino alli sargenti, caporali
— 207 —
Casal Zabbar con 3000 Franeesi e dopo una terribilissima battaglia
ritornarono indietro con grandissima perdita. Fecero altre soriite,
ma stettero sempre sotto il tiro del cannone della Città.
Nelli principi! di questa rivoluzione li Francesi non fecero altro
che sparare bombe» cannoni per Coradino, e per la Campagna, ed
in tutte le altre parti della Città, e ciò notte e giorno.
Questa rivoluzione segui senza fucili, senza polvere, senza palle,
perchè li campagnuoli vanno a difendersi con spade, zappe, pezzi di
legna, tridenti, sassi, ecc.
Li Comandanti si accordarono per dar Tassalto per la Cottonera,
ma non gli riuscì mentre tale assalto fu scoperto.
Poco dopo li stessi Comandanti pensarono di dar Tassalto alla
Senglea, e cosi fecero, ma per aver perduto il nome del Santo del
contra segno, sì fermarono.
Un'altro assalto diedero alla detta Senglea con barche, scale, ed
armi, e si scopri la facendo e fuggirono, e lasciarono il tutto À3fì.
Fw proveduta»la Campagna di polvere' da quella polverista del
Zabbar e da quella di Coradino.
Il Capitano Guglielmo fece un partito, avea seco D. Michele,
Matteo profumatore con tanti altri cittadini, e mandò al profumatore
in S. Giuseppe dal Canonico Caruana per domandare un aiuto di
700 persone, ed un poco di polvere, palle, e fucile, e si portò dalle
parti di Marsamuscetto, ed il Caruana invece di 700 persone mandò
soli 180, allora il Capitano Guglielmo quando vidde questo numero
cosi piccolo ha perduto il suo coraggio, e jjerciò non si diede l'as-
salto, e poi fu scoperto tal partito, e subito furono fucilati il Gugliel-
mo, con il Sac. D. Michele Xerri (i).
Il profumatore D. Bartolomeo detto ta Norata, e l'ajutante del
Reggimento dei Cacciatori Peralta, con altra quantità di gente fu fuci-
lata ed una altra quantità fu arrestata in S. Elmo, ed in altri Castelli.
soldati che erano nel campo di detta terra Musta un regalo di piccola
somma di denaro sufficiente colla quale facciano una veste per ognuno
per questo prossimo inverno, e pensano che avranno la grazia, perchè
nella cassa della Terra Musta vi è molto più denaro incassato che in
quella di Birchircara, perciò speriamo che avremo la grazia. Quod
Deus.j^
(i) Le seguenti tre lettere sulle operazioni della non riuscita
trama per impossessarsi della Valletta e la lettera del Ball sul propo-
sito e l'avviso publico per la ricompensa ai superstiti|emanato giorni
dopo la presa di possesso della Piazza modificano qualche dettaglio
dell'accennata relazione,
— 208 —
Il Re di Napoli fece per suo Governatore delle due Isole il Co-
mandante Ball Inglese.
L'Inglese Ball formò il Tribunale 4 Uditori, 4 Giurati, ed in
Campagna un Rappresentante, un Proveditore, con vota populi. e
dopo poco tempo lormò anche per « vota populi, » per ogni Casale
sei deputati quali Tofficio loro è d'invigilare sopra li negozianti.
{A^oH mancano inesattezze in questa relazione^ ma desta interesse
per la sua origÌ7xaiità),
Documento 31,
Signor mio stimatissimo
Viva Gesù e Maria e S. Paolo nostro protettore. Valletta li 6 del 99.
Avendo ricevuto la sua con sommo mio gradimento unitamente
alli due barili consegnatimi, riceverà questa per mano del signor
Peralta ; e lo dovete considerare come altro me stesso, essendo egli
appieno e di tutto informato. Dallo stesso sentinVi giusti motivi ed
il perchè tanto io che il profumatore non possiamo assentarci di qua
senza il pericolo di sconcertare un affare tanto importante. Con il
medesimo riceverà anche il piano come dovrà eseguirsi il gran sacri-
ficio. Caro amico, spogliatevi pure di ogni imaginario sospetto da
questa parte — soltanto vedete di animare tutti i vostri quando si verrà
al punto di dimostrare il loro valore acciò resti nel mondo una eterna
memoria del Nome Maltese.
Pochi giorni dopo la felice rivolta nelle due barche, che furono
dai nostri arrestate alla Pietà, vi era una donna con una schiava dì
mia casa, la prima notrita da me e che stimo come una stessa mia
figlia : in caso di qualunque sinistro evento mi prendo la libertà di
caldamente raccomandarla in tutto quello che mai le potesse occor-
rere. Io non so precisamente in quale casale si trovi se non che
quando furono arrestate furono condotte alla Notabile. Ho ferma
speranza nell'altissimo Dio di presenzialmente potervi fra breve
abbracciare, ed intanto offerendomi con la più sincera stima mi
dichiaro di cuore.
Vostro Dcvmo. ed affmo. amico e scrv.
Guglielmo Lorenzi.
(a tergo) All'Egr. Sigre. Pne. Colmo il Sigr. Vincenzo Borg
nel campo Garghur sopra il Forte Manuel.
Caro amico
Viva Gesù e Maria. Unitamente alla vostra ho ricevuto il barile
indicatomi, riguardo poi a quanto dite per il disegnato assalto il piano
che ho mandato lo credo il più siciiro e senza spargimento di sangue
— 209 —
poiché l'assalire i bastioni mi sembra molto arrischiato per la nostra^
gente e potrebbe sofrire del danno senza conseguire l'intento. Voi
dite bene di guadagnare la Porta Marina ed il Palazzo, ma poi biso-
gna avere forza per poterli sostenere sino a tanto che entriate voi altri
di fuori. Ma qui amico siamo tutti senza arme e bisogna che assal-
tiamo tutti i posti dei nemici ed armarci delle loro armi e nel temjx)
istesso avere un corjK) per im|)cdiro ai nemici la sortita che potreb-
bero fare tanto dal quartiere di Sant'Elmo, dalla caserma di Porta
Reale e di essere presi in mezzo e rotti ; tutto al contrario sarebbe
allora quando ì due o tre cento nostri, posti nelli niai^f^azini contij^ui
alle loggie del Lazaretto, al noto segno ritrovando la porta già aperta
dai nostri entrassero senza ostacolo alcuno — lo stesso accadrebbe a
quelli che dovrebbero entrare da Porta Marina. Onde credo per ren-
dere il grande affare di sicura riuscita questi 2, o 300 siano nel loco
suddetto. Sento in oggi che non esistono piCi le barche che avevate alla
Misida necessarie per il trasporto di questa gente — è necessario che
ritroviate la maniera di farle passare di notte per mare, o pure tra-
sportarle per terra : non bisogna arrischiare un affare di questa pre-
mura per la dilazione di pochi giorni. Riguardo il segno della
bandiera rossa lo potete fare a vostro talento purché sia accompagnato
da qualche tiro di canone, per cui qui lo credano piuttosto un segno
di fare fuoco. Vi avverto che qui si dice da alcuni: che viene qual-
che spia di Campagna a far qui dei rapporti delle vostre idee. Onde
vi servi di regola. Ieri sera si portò costi per incontrarvi e conferire
molte cose necessarie il signor Peralta ma non ebbe la sorte d'incon-
trarvi, questa sera non puole venire, ma domani senza fallo verrà;
Onde vi prego non mancare per potere seco lui conferire molte cose
necessarie e di molto lume. Questo è quanto mi occorre significarvi
e con la solita stima salutandovi.
Vostro sincero amico e servo
Che sapete N. N.
11 7 del 99.
Farete vedere la presente a chi dovete.
Amico carissimo,
L'inaspettato arrivo seguito la passata notte d'un bastimento
Genovese, che diede ai Francesi campo di spargere notizie buone e
consolanti avendo destato fra loro uno straordinario brio e coraggio,
fece si che non si è potuto eseguire quello che nel piano vi fu pro-
messo. Quindi questo é stato il motivo qhe tutto ha frastornato, come
27
— 210 —
meglio vi informerà a voce ana persona che verrà seriamente quando
avrà il comodo per informarvi a minuto del fatto. Si è pensato di
eseguire il piano concertato dopo pranzo ; ma dubitando che il suono
delle campane con la indicata bandiera non s'avesse per tradimento,
si stimò sospendere tutto, come sarete informato. Compatirete e
comandate al Vi si raccomanda con ogni possibile calore
di stare vigtlante perchè non traspiri per mezzo di qualche
spia questo fatto ; perchè per causa di un forzato che disertò ieri da
costì per qua furono accoppati a due a due i forzati, dei quali un
buon numero dovea essere con noi ; sicché restiamo privi anche di
quest'aiuto, che non era disprezzabile. Quindi vi raccomando di tenere
questo fatto nel maggior possibile secreto, perchè non vengano inter-
cettate le nostre idee.
A tergo.) Il si)ara che avete inteso a mezzogiorno di tutti i forti dei
nemici è stato un saluto per le notizie che milantano avere
ricevuto con l'accennato bastimento.
A Sua Signoria Illma. il Signor Vincenzo Borg
Capo di Birchircara e del Campo del Gharghar.
Questa terza lettera è di altra mano delle due prime. Essa
probabilmente è del Sac. Michele Scerri. Ma la nota scritta a tergo
è della stessa mano delle prime cioè del Lorenzi. Una nota attaccata
a questa lettera dice « l'ultima lettera scritta dalli signori D. Michele
Scerri e Capitan Lorenzi scritta al detto signor Vincenzo Borg %.
Documento J2.
Monsieur,
Je suis fort affligé que vous vous trouvez encore malade il ne
faut pas vous inquietez de ce qui est passe. Voùs avez fait votre
devoir comme un brave homme qui a eprouvez, que vous risqué la
vie et donnez dans la maniere le plus exemplaire votre Bourse pour
sauver vos braves compatriotes. J'ai fait bien des reflex ions sur tout
ce qui a passe et j'ai la grande satisfaction d'etre persuade que il n'y
avoit pas la moindre trahson d'aucnn part et mon opinion est que
l'affaire a manqué faut de la partie de le chef en dedans et je crains
beaucoup qu'il sera sacrifier s'il ne s'echappe bin vite.
Je suis d'avis que vos braves gens doivent avoir la recompense
(jue vous avez promis et ils peuvent etre aparé de moi que je parlerai
_ 211 —
demain aux chef d'etre garantée de cela et de signer une papief
comme a^urance.
Je suis avec la plus parfaite estime
Votre très oblissant serviteur
Alex. Jn, Ball.
Je serai à Zeitun domain matin
14 Janvier 1799.
A Vincent de Borg
Chief de Gharghar.
(Dagli originali presso Don Gaetano Sammut).
Documento jj.
Avviso.
Li 18 Settembre 1800.
Volendo S. E. il signor Governatore far sempre più sentire a
questa fedele e valorosa Popolazione gli effetti di sua grata munifi-
cenza e benefico affetto, e riflettendo al danno che hanno sofferto, e
forse ancor softrono quelle famiglie delle quali qualcuno è stato fuci-
lato dai Francesi come uno degli uniti al fu Colonello Guglielmo
Lorenzi per la cospirazione da lui concertata, invita le famiglie sud-
dette a presentarsi in Palazzo con le opportune prove di loro disgrazia
per avere dalla detta Eccellenza Sua un contrasegno di Sua bene-
ficenza.
Dalla Segreteria di Governo.
Dal A/ss. " Bandi " nell'ufficio delVAvv, della Corona.
Documertto 3^.
Una viiiinia della congiura condannata alla fucilazione.
Libertà. Republica Francese. Ugualianza.
Estratto dal registri del giudizio fatto dalla commissione militare
stabilita in Malta in virtù d'un decreto del consiglio di Guerra in data
del 18 Fructidor anno VL
La commissione militare composta dai cittadini Olivier capitano
nella yma mezza Brigata d'Infanteria leggera, Baillif capitano in detta
mezza brigata, Despauce capitano nella I9ma mezza brigata di linea,
Pailard capitano nella 23za mezza brigata d'infanteria leggera, e
Rougeul luogotenente nella 4ia mezza brigata di linea. Visto l'inter-
rogatorio fatto a Domenico Falzon d*Agosta converso dell'Ordine di
S. Domenico, e ricevuto dall'accusatore publico e dal Presidente del
Tribunale Criminale. Vista la deposizione di tre testimoni contro il
- aia -
detto Falzon d*Agosta. Visto T interrogatorio verb^ile ricevuto dalla
Commissione Militare dal quale risulta che il detto converso sapeva
ed aveva annunziato fin dai 12 Fructidor 29 Agosto u. s., siccome
esso confessò, che la campagna aveva accolto molte armi e polvere
che i Francesi ed i patriotti Maltesi di cui i nomi erano notati su di
una lista, dovevano essere scannati, che gli acquedotti dovevano
essere rotti, ciò, che si è realizzato secondo il suo detto, che finalmen-
te il suddetto Falzon confessò aver sollecitate varie persone per
inpegnarle e portarsi dal re di Napoli a fin d'implorarne soccorsi a
a favor de' congiurati. La Commissione militare in virtù dell'articolo
4 dell'Ordine del Consiglio di Guerra dei 18 Fructidor concepito
come segue : Ogni individuo convinto d'esser capo dei ribelli, autore
od instigatorc di ribellione o spia sarà fucilato. Condanna il detto
Domenico Falzon di Agosta ad essere fucilato. Ordina inoltre che il
presente giudizio sia eseguito fra 24 ore, impresso ed affisso per tutto
ove abbisognerà. Fatto giudicato nel Palazzo Nazionale a ore 4 di
sera detto giorno 19 Fructidor anno VI Republicano.
Sottoscritti Bajliff capitano, Paillard capitano, Despauce capitano,
Rougeul luogotenente, Olivier capiUno presidente. Per copia confor-
me sottoscritto Martell .Segretario. (DalCArch, delia Cattedrale.)
Il Ransaijat ci dice che i fucilati in questa occasione furono 38,
incluso il Lorenzi che doveva impadronirsi del Palazzo Nazionale, il
Peralta ufficiale dei Cacciatori sotto l'antico governo incombensato
della Porta Marina, Luigi d'Amato del fu Michele foriere* dell'antico
reggimento di Malta che aveva l'incarico della Porta Reale, Matteo
Pulis profumiere della Sanità destinato all'incarico della Porta di Mar-
samuscetto, e Don Michele Scerri nato a Casal Zebbug ai 29 Settem-
bre 1737 da Bartolomeo ed Anna. Questi era il prof, di F'ilosolia al
Seminario e di Matematiche all'Università dopo aver compito i suoi
studi a Napoli sotto il prof. Genovesi ; fu fucilato a 17 Gennaio i799-
Sulla sua Biblioteca lasciata in legato al Seminario trovasi lettera
delli amministratori dei Beni Nazionali 15 Thermidor an. 7 al Giudice
Grungo negli Archivi dei nostri Tribunali arni, jg. Nella par-
rocchia di S. Domenico in Valletta trovo soli registrati le morti di
Luigi Amato agli 11 Febbraio 1799 e di Vincenzo Dimech di Salva-
tore e Grazia a 27 Marzo 1799, ed in quella di S. Paolo quella di M.
Puìis a 29 Gennaio 1799 così espressa « Dominus Matheus Pulis filius
ndm. Antonii aetatis suac annorum 35 circìter tempore obsidionis ob
cunjurationem advcrsus gallos, ([ui tunc temporis herc Vallettae
hoi)iinabantur ; ab iisdem Gallis ad ballistae ignieae ictum condem-
datùs, sive ut italico ajunt ad essere fucilato Poenitcntiae Sacra inenlo
— 2ià —
premunitus animam Deo reddidit... Aveva questi per fratelli Filippo e
Francesco, entrambi poscia impiegati nella Sanità, ossia Lazzaretto.
Un ritratto presso il Signor J. Asphar ci indica un altro nome il
Capitano Michele Velia nato a IO Luglio 1774 e morto in difesa
della patria ai 20 Gennaio 1799. Di lui il Castagna, Storia ta Malta
1890 P. l, dice che era uno della congiura, nella quale aveva avuto
parte anche il fratello del Velia fuggito a nuoto dopo esser stato ferito
a] collo.
Un'altra congiura sembra essersi già prima tentata contro i
Francesi ma anche essa non aveva avuto il desiderato effetto.
Le conseguenze funeste pei congiurati furono allora abilmente evitate.
Tanto desumesi dalla denunzia fatta a 3 d'Agosto 1798, prima cioè
della insurrezione maltese, da un tal Salvatore Bezzina. Ecco quanto
ricavo da apposito processo conservato nell'Arch. dei nostri Tribunali.
Documento jj.
Li 3 Agosto 1798.
Il cittadino Salvatore Bezzina conoscendo i doveri d'un vero
Republicano d'invigilare alla tranquillità publica ha rappresentato al
cittadino Regnaud Commissario del Governo Francese che nella
municipalità dell'Oriente della Città di Malta e specialmente nella
Senglea si trama una rivoluzione ad oggetto di far venire ITnglesi, e
di uccidere nel medesimo tempo i Francesi per formarne una nuova
Republica indipendente.
Il suddetto cittadino Bezzina ha scoperto la trama nella maniera
seguente :
Disse che tre giorni sono uno dei suoi amici nominato Francesco
Pisani speziale della Senglea gli presentò un foglio, ossia alberano
proponendogli di sottoscriverlo: gli rispose il Bezzina, che non avrebbe
mai sottoscritto senza sapere cosa quell'alberano, ossia foglio conte-
neva. Replicò Pisani : niente avete da temere — sottoscrivendo que-
sto foglio voi assicurerete la vostra fortuna, perchè avrete un impiego.
Si tratta di spedire una Speronara alli Inglesi per farli venire in
Malta, ed allora taglieremo la testa al Generale Vaubois, al Commis-
sario del Governo, a tutti i membri della Municipalità deirOccidente
ed a tutti li soldati Francesi che non sono del nostro partito : Noi
faremo una Republica e saremo li padroni di tutta l'Isola ; il nostro
progetto lo metteremo in esecuzione nel giorno io Agosto festa di S.
Lorenzo dando un segno per far prender le armi a tutti i congiurati.»
Dalla petizione dìel farmacista Francesco Pisani e del medico
Michele Adriano apparisce che eran stati carcerati per - questo fatto
— 214 —
insin dal 8 Agosto ; e che il Bezzina nominò come capi congiurati
anche Cajetan Bertis, Marchesan, Federico Muscat, Anselmo Borg,
Gio B. Scicluna tutti dimoranti alla Senglea ed il Bruno, Paolo
Savona, i fratelli Maurin ed Antonio Francica abitanti di Burniola.
Archiv, Corte Civile — Sez. Reg, Fraìicesey Incarichi Crimiìiali
n9^'99 Arvi, 39,
Dovremmo ora presentare ai lettori una terza cronaca posta in
fine al Mss. 269 della R. Biblioteca di Malta, ed una quarta conservata
nell'Archivio della Cattedrale, che venne publicata nella Gazzetta di
Matta a 29 Giugno 1907; ma per essere sufficienti al nostro scopo le
già prodotte e le informazioni che trovansi nel seguente Manifesto
della Nazione e nei documenti sparsi nelle appendici crediamo esser
giustificati a tralasciarle per evitare ripetizioni. Da quella della
Cattedrale solo togliamo :
Documento j6.
Memoria delli soldati Francesi periti quando sortirono per dar
l'assalto alla campagna di diverse parti.
Dalla Città Vittoriosa sortirono No. 800
Restarono liberi del sopradetto » 94
Rinforzo di più per Tistessa Città > 400
Restarono liberi > 150
Dal Forte Tigne sortirono > 1300
Restarono liberi » 42
Dalla Strada della Città Valletta sortirono » 400
Restarono liberi » 100
Sicché tutto il Numero che sorti era No. 2900
Restarono liberi in tutto » 386
Adì 16 Gennaro 1799. Il Governo della Republica Francese
avea preso in arresto tutti i Domenicani, la sera dopo mezzo giorno.
A di 29 Marzo 1800. Verso le quattro e mezza la sera dopo
mezzo giorno cominciò gran sparo di bombe, e cannonate dalle Trin-
cee, e poi la sera di notte verso mezza notte, cominciò di nuovo lo
sparo di bombe, e cannonate ed uscì il Vascello grande della Re-
publica.
A dì 2 Settembre 1800. In questo giorno si fece il Consìglio di
guerra generale dalli Generali e da altri Ufficiali, si radunarono nel
palazzo dalle io di mattina e restarono fino le undici e mezza.
— 216 —
A dì 4 Settembre 1800. Verso le sei di mattina è stato fuori il
sig^nor Buglion colla lettera per avvisare che vogliono la capitolazione
e verso le nove e mezza venne la risposta, Dopo che venne la rispo-
sta verso le undici e mezza vennero li due Commissarii con un calesse
di Porta Reale li sopradetti Commissarii l'uno Inglese e l'altro Por-
toghese (!) e vennero accompagnati con il comandante della F"loriana.
A dì 5 Settembre 1800. In questo giorno il signor General
Ball inglese ha fatto l'invito alli due Generali Vobua e l'altro di mare
per il pranzo, e la sera poi si è fatta la consegna della Cottonera, e
delH Castelli, e furono impadroniti l'Inglesi, ed entrarono nel Castello
Forte Ricasoli con inalberare lo stendardo con un tiro di cannone.
Dopo questo verso le cinque della sera, si sono intromessi li due
vascelli Inglesi insieme con un piccolo bastimento di provisione.
A di 6 Settembre 1800. In questo giorno entrò nella Città da
venticinque vacche per servizio del battaglione e delli cittadini, e
nella Floriana si vendeva il vino e formaggio, carne salata ed altro
genere di vivere, e nella sera poi si levò l'albero della republica ed
anche si levarono le armi dalle chiese.
A dì 9 Settembre 1800. In questo giorno verso le cinque e
mezzo di mattina marciò il battaglione dei Francesi con suono di
tamburi, ed uscì dalla Porta della Marina con tutti gli onori, e verso
le sette e mezza entrò il battaglione delli Inglesi, e ìì battaglione del
Re di Napoli ; porzione dalla Porta Reale e porzione dalla Porta
della Marina ; e la sera poi verso le cinque entrò nella carrozza Mon-
Monsignor Vescovo il signor Eccelmo. Generale Ball accompagnato
con il signor Canonico Caruana ,
si portò da Porta Reale ed entrò nella chiesa di S. Giovanni con
suono di tutte le campane e di la venne al Palazzo di S. A. S. con un
corteggio grande di Canonici Capitolari, Preti e Signori e popolo
immenso. Venne subito il Monsignor Labini a farli la visita per
rallegrarsi, e si aprì la porta di Porta Reale per tutti quelli cittadini
che erano in campagna.
A dì 12, 13 e 14 Settembre 1800, fu dato l'ordine da Monsignor
Vescovo a tutte le parrocchie della Città e dei Casali che si facessero
le illuminazioni e Domenica poi si cantasse il Te Deum in ringrazia-
mento, e verso le nove si è cantata la Messa sollenne in musica da
Monsignor Vescovo e dopo la Messa fu dato il Te Deum in ringra-
ziamento, e fu invitato il Priore di S. Giovanni con tutta la sua
«Assemblea» come anche fu intervenuto il signor General Ball insie-
me col suo comandante e gli furono fatti li due strati di damasco, ed
erano essequiati con tutti i loro onori, e Monsignor dopo l'Evangelo
ha fatto l'omelia in ringraziamento, e il concorso e l'applauso del
— 216 —
popolo Maltese fu di tanta gioia e allegrezza che lion si può imma-
ginare.
A di 21 Settembre 1800. La Santa Parrocchiale e Colleggiata
Chiesa di S. Paolo ha fatta un Messa sollenne con Te Deum in rin-
graziamento a S. Divina Maestà e a S. Paolo delli benefìcii ricevuti
coirintervento del Generale Ball e del suo Comandante »
Da relazione speciale fatta da Lorenzo Bugeja, già segretario
déiV assemblea apparisce che si era fatto voto dal |X>polo di recarsi
colla monumentale immagine di S. Paolo alla Melleha qualora si
fossero vinti i Francesi. Perciò, permettendolo il Vescovo, a 26 Feb-
braio 1804 si sciolse solennemente il voto, ed alla funzione prese
parte collo sparo di canoni qna speronara giunta quel di a S. Paolo a
Mare a salvamento dopo forte tempesta. {DalV Arch, della CafiedraUU
E dai volumi dei Commif^sari ó\ Sanità nei Registri dei basti-
menti giunti durante il blocco (Mss. 6528 dell'Archivio neirufficio del
P. Registro) togliamo a titolo di curiosità le seguenti notizie : —
A dì 29 Settembre 1798. Capitò il dingo genovese nominato
la Madonna del Carmine comandato dal capitan Giovanni Battista
Cuda della Riviera dì Levante con 15 persone d'equipaggio e 27
passeggieri compresi due cavalieri di nome La Gueriviere e Taltro
Bardelanche e li altri maltesi. Partito da questo porto li 27 del
suddetto destinato per Genova, il giorno istesso delta sua partenza fu
arrestato dalla lancia della nave comandante Portughese, e condotto
sotto la scorta del Cutter Inglese dal quale gli furono posto 6 persone
tra quali un ufficiale per assicurare il bastimento. Questa mattina fu
rilasciato e accompagnato dal suddetto Cutter per tornare in porto
essendo rimasto a bordo della nave comandante il Cav. La Gueriviere
con tutta la sua roba
A dì 4 Decembrc 1798. Giunse la fregatina d*una nave Inglese
nominata \ Alessandro ^ la quale condusse 4 donne e 3 creature fran-
cesi, quali sono stati fatti prigionieri — non ebbe seguito la disposizio-
ne suddetta per essere stati ammessi a pratica per ordine del General
Vaubois — essendo rimasti nel Lazzaretto sotto la custodia del guar-
diano Antonio Attard, ed il cinque furon messi in pratica....
A dì 20 Febraio 1800. . Capitò nel Porto di Marsascirocco il
Sciabecco Maltese con bandiera Inglese nominato V Immacolata Conce-
zione comandata dal Pne. Francesco Borg della Città Valletta con 12
persone d'equipaggio....
A di 25 Marzo 1800. Capitò nel Porto di Marsascirocco il
Cheicco Inglese nominato Marianna comandato dal Cap. Vincenzo
Barbara della Vittoriosa....
A dì 2f Marzo 1800. Capitò nel porto di S, Paolo il Sciì^becco
— 217 —
Maltese con bandiera Inglese nominato Iji Speranza comandato dal
Cap. Pietro Gameu della Senglea....
A dì 6 Aprile 1800. Capitò nel porto di Marsascirocco il vascello
con tre bandiere. Nell'albero di trinchetto l'Inglese, in quello di mae-
stra la turca, ed in quello di mezzana quello della Republica Francese
con abordo diversi Francesi tra cui il generale du Groi. (Fu arrestato
il bastimento dalla nave Alessandro).
Inoltre da un contratto in atti A. P. Spiteri 29 Nov^embrc 179S
apparisce la presa di un brigantino nominato S. Nicola e la Bma.
Vergine f?tta dai Portoghesi e condotto nel Porto di S. Paolo, ove fu
venduto ai Signori Comte. Emmanuele Vitale e Nicola De Candia. E
da verbale transuntato in detti rogiti agli 8 Luglio 1799 apparisce
anche altra presa di nave sulla quale però vi fu contestazione.
E qui a maggior dilucidazione della situazione maltese dopo
l'arrivo degli Inglesi presento i seguenti due rapporti di chi era allora
al comando delle truppe in Malta.
(Dal P, R. O. Colonial Office Papers, Malta No, /. ijgg-iSoo)
Gudea, Malta,
28th December, 1799.
Sir,
I had the honor of writing to your Excellency on the loth inst.,
to inform you of the arrivai of the troops under my command in St.
PauFs Bay on the preceding day, and of their having landed that
morning, marched into cantonments, necessarily more dis[>ersed than
I liked. The Marines already on shore, and those since landed from
the Cnlloden and Nofihumberland having been put under my com-
mand, I bave been enabled to make a disposition of the troops so as
to connect them better together, but I should be very glad to be able
to concentrate them stili more. Colonel Lindenthal's pian, which
gocs by this opportunity, will explain our position. The ^oth Regi-
ment is at Zeitun with the care of the advance posts of Zabbar, and
the battery of St. Roque on the right ; the 89th Regiment in Gudia
and Luca bave charge of the advanced post of Tarxien with the
battery in front of it.
The Marines are at St. Giuseppe with the care of the advanced
post and battery of Samra.
Fornara, lying low at the head of what is called the marsh
(though now drained and cultivated), is not occupied by any of our
troops. During the night the advanced posts communicate with one
another by advanced sentries or patroles.
28
— 218 —
In ali these posts there are besides a considerable number of
armed Maltese, who in the night occiipy small houses rather in front
of the line of communication, and make frequent patroles. To the
left of St. Giusej)pe there are several strong Maltese posts to whom
that part of the line is entirely trusted. Indeed, there is no risk of
the enemy ever attenipting to come out on that side, unless they
were in such force, as to be able to possess themselves of the Country,
which it is quite certain they cannot do without great reinforcements,
Civita Vecchia is in a respectable state of defence, and could net be
taken by a Coup de Main, if tolerably defended. We, therefore.
mcan to get some provisions into it as soon as possible, after which
time, the Marines, who would now retire on Luca, will bave orders
to fall back, in case of a serious attack on Civita Vecchia, which by
that means would become the rallyìng [)oint for the Maltese, from
whom little diversion could be expected, if ali the British retired
towards Casal Asciak and Casal Zeitton — villages capable of bcin^^
defended for some time — and behind which in the way to Marsa
Scirocco the country offers a very lavourable position for making a
stand, at least so as to gain time and allow ali the parties to join.
Agreeable to what I mentioned in my last, an entrenched post is
established at Marsa Sirocco, and a fortnight's provisions are already
in store there. The next work to be undertaken immediately is a
strong redoubt near the Torre della Grazia for the protection of the
right, and which will secure a retreat from the battery of St. Roque
towards Zeitton, tho* Zabbar should be lost. As the soldiers bave
been much employed in landing stores, etc, the work is chiefly done
by Maltese, under the direction of Bonavia, a very zealous and intel-
ligent inhabitant, bred in the line of an engineer. I bave appointed
him and bis son to act as Assistant Engineers, and allowed him a
dollar a day, and bis son half a dollar, wìth rations. I flatter myself
that Your Excellency will not think I exceed the bounds of my in-
structions by incurring the expense of these purely defcnsive works
without which I should consider the small force bere exposed to too
much risk, should the enemy determine to make a vigorous efìort
against us. From ali I bave now seen, I think there is no dangerol
their attempting anything more than, perhaps, to spike the guns of
some of the batteries, which are found established so near to their
Works, and so little connected with one another that it is justly matter
of astonishment that they bave never tried to destroy them ; it seems
to argue strongly a want of confidence in their own men. But, not
withstanding, I must consider it as my duty not to neglect any pre-
caution for our sccurity, while our force is so small. It is unluckv
that the St. Roque battery was opened, as it has given the enemy a
— 219 —
jealousy in that quarter. They fire frequently on it, and we know
tliat the garrison of Ricasoli, which consisted only of 250 men, has
received lately a re-in force ment of loo men, and of course that
greater precautions against suprize are now taken.
In my opinion nothing would so essentially assist the Blockade
as getting possession of that Fort, for, were it known to be in our
hands, the French would scarcely think of sending rc-inforcements
and supplies, uniess they could do it with a great armament, and
meanwhile the effert on the garrison might perhaps be such as to
create in Mr. Vaubois a disposition to treat, which without the loss
of some important post, he durst not think of ; the men receive no
wine or brandy, and only fròni 4 ounccs to 8 ounces of salt meat
tvery ten days, but their daily ration of bread, beans, etc, is full,
and they are healthy ; the accounts of their force vary, but there is
little rcason to imagine that their numbers can be diminished by
iiiortality, more than the increase by the crews of the ships from
Kgypt. The enclosed authentic paper shews their originai force —
they stili retain from 8,000 to 10,000 inhabitants, a strong proof that
they are better provided with corn than is believed bere. The Island
is in much greater distress. We bave ali made such strong repre-
sentations on that subject to Palermo, that I hope positive orders
will be sent to ali the ports of Sicily to allow of the exportation of an
ampie supply. But the money furnished by the Court of Naples to
Governor Ball for the use of the poorest inhabitants, and for other
necessary expenses, will not last more than one nwnth, and that
Court has declared that no more will be sent till England and Russia
furnish an equal proportion (28,000 ounces). At the end of that
perioda then if money is not senty we shall probably tose ali our
.) fai tese Soldiers, whose assis lance is so material at prcsent for our
sccuritVy and ève n if reinforccd, for the success of our operations,
Hitherto our men continue healthy, but the marines who were
on shore sometime before our arrivai are far from being so.
It is generally thought that their fevers were occasioned by the
men lying on stone or earth floors, I bave, therefore, sent to Sicily
for a quantity of deal boards. When the Russians arrive there
must be a change in the cantonments. It would be desirable that
the British troops should occupy this ridge from the sea at the Torre
de Grazia to this place, in which line there will he room for more, if
any come from Minorca, I need not repeat my anxiety on that point
but 1 may be allowed te mention, if you could spare the 90th Regi-
ment (in case a larger Corps under the command of a General Oflicer
cannot be sent), I should feel a particular satisfaction, not only from
the accession of numbers, but of quality of the troops, for I should
— 220 —
be perfectly sure of their loyally and attachment, and I am concerned
to state that these two regiments in which there are a great number
of Irish of the worst description cannot be so niuch relied on, three
have already deserted — two of them last night from the advanced
post of St. Roque, men who by their general good conduct had
gained the esteem of the officers, never were punished, or had ever
shewn any signs ot dissatisfaction ; they have gone over from a mere
principle of disaffection to the King's Government. Mr. Vivion
writes to Lt. Col. Cuppage for the clothing ofthe Artillerymen landed
from the Bull Do^, and Perseus, and Mr. J a maison writes concerning
Hospital Stores. Besides these vcry necessary articles, I should bo
very glad to have a store of salt meat and biscuit sent, that therc
may be no risk of our beìng in want, whatever disappointments niay
happen from other quarters.
I shall have the honour of transmitting the Monthly Returns in
a few days, neanwhile I enclose a Report, No. 2, of the Armed
Maltese, etc, with a memorandum on the back concerning the
Marines and Artillery.
I have the honour to remain, etc.
(signed) Thos. Graham, A.B.G.
H. E. Lt. Geni, the Honble. Henry Fox,
etc, etc, etc.
P,S, — Being much pressed for time, I scnd this letter open for
the Information of Lord Nelson and Sir W. Hamilton, 30th Deceni-
ber, the Lion which was to have carried this letter to Syracuse,
having been blown off, and the Commodore having determi ned lo
send the Princess Charlolle to Mahon. On reading over niy letter
the only point of much consequcnce which I thìnk it necessary to
press on your attention, Sir, is the near prospect of our beinjj
deprived of the assistance of the Maltese Soldiers. I hope I shall
receive your instructions on that subject before the end of January,
but if not, and if the Russians are not come, I must meanwhile take
on myself this additional expence, otherwise I should be oblìged to
desire to have the troops removed, for our security noto certaitdy
depends in the Maltese — they get, in bread and money, about the
valueof4Ìd. each per day. I sincerely hope reinforcements will
come soon, and be such as to enable Us to carry on some active opc-
rations. I am more and more convinced that some success in that
way would very much abridge the term of the Blockade, and that
nothing else can have that effect, for without something being done
to save Vaubois honor, and to weaken and harass the Garrison,
such a place cannot be given up till the last moment ; it is said that
near 4.000 Russians are to come. A Company of Neapolitan Artil-
— 221 —
lery is coming froni Messina, and ìf you can spare a regiment we
shall be able to succeed in some enterprise, and to wear out the
Garrison with fatigue on such low dìet.
I bave the honor to be, Sir, etc,
(signed) Thos. Graham.
Head yrs., Gudea, iQth May, 1800.
My dear Sir Wilh'ani,
The last weekly state, which I enclose, will show you that I
bave under my command only 2,092 rank and file fit for duty, of
whom 400 are new raised Maltese, and above 700 are Neapolitans on
whoni 1 cannot place much dependence ; there are besides about
2,000 armed peasants under the Governor's command ; half of ihese
at least are allowed to go to work during the day, so that they are
disjx^rsed and of course useless on a sudden emergency, and are
tired and sleeply at night. They bave no other officers but sergeants,
and though active brave hardy follows, under no discipline nor
restraint. It is a matter of doubt and accident whether they would
act in case of a sortie so as to be of use even in the day time ; during
the night I am sure they would only create confusion. You bave
only lo look at your pian to see what an extent of line is to be guar-
ded by thÌ6 trifling force. Beginning on the right, opposite to Rica-
zoli ; and going round again to the Sea on the left, opposite to Fort
Tigne, the disance cannot be less than about 8 miles, uere the best
Communications established, which we bave not had time to do.
Fortunately, the country presents great obstacles, every tìeld is an
entrenchment, and it is only by the roads that an enemy could
advance with any rapidity ; and on the left, opposite to Tigne and
Manoel, they are very narrow and bad ; besides that, these two forts
cannot aflbrd to send out many men without receiving reinforcements
which must pass the harbour of Marsamuscet. There can never,
therefore be a sortie on that side for any other purpose but diversion
or spiting our guns. It is necessary, however, to cover the great road
from La Vallette to St. Antonio and Civita Vecchia, which obliges
me to leave at Samra and San Giuseppe the whole of the Marines
for duty on shore — a very small detachment it is true, but a very
valuable one from being admirably commanded, and more aguerri
than any other troops bere. There is besides on that side at Birchir-
cara ali the Neapolitan Infantry, who detach posts to assist the
Maltese peasants opposite to Tigne and Manoel.
— 222 —
The post of the Battery at the head of the Great Harbour is left
to the Maltese peasants entirely, the marsh air rendered it so un-
healthy for our people that I was obliged to remove thein, and though
by that communication with the marines is interrupted, I was not
sorry to be lorced to concentrate the two regiments towards the point
of the greatest risk and iniportance : opposite Cotonerà and Fort
Ricasoli, from which the enemy could have such facility of coniing
out in force in several colunis, though direct roads have been block-
ed up and destroyed as much as possi ble. The batteries formerly
erected, which cannot be defended from themselves, are in some
degree protected by stone block houses in their rear. The very
exposed and important village of Zabbar, vvithin musket shot of the
Cotonerà, has been strengthened the sanie way ; ali the duty of the
advanced pat t of ihis line is dotte by the maltese y assisled during the
night by some piquets and patrols of ourSy these are merely for the
purpose of alami, for it is impossible to think of attempting to sup-
port any of these advanced posts, or the batteries, if vigorously
attacked ; our stand must be niade at Zcitun, on which every thinjj^
depends. I have strengthened in such a way that it will cost the
enemy dear if they attempt it ; and if ali the troops behavé well I
should not be apprehensive of the issue of an attack by day. Were
we to lose Zeitun, our entrenchments near Marsa Scirocco would only
serve to cover our embarkation. After this faithful account of our
relative situation, you will not wonder at niy anxiety. I have every
reason to hope for a reinforcement of one regiment, at least from
Minorca, besides the expectation of positive security from the arrivai
of the Russians. Disappointed of these, the urgency of the case
made me undertake a levy of Maltese independent companies, enti-
rely at niy own risk for the expense of raising, clothing and arniing
them and four are completed, and four more are going on. I have
written privately to Mr. Dundas on this subject, and hope the
measure will be approved of ; they are only to serve in the island,
and have no doubt of their doing well, as they will be much more
manageable than the peasants, having British officers to coni marni
them. Under these very discouraging circunistances, my command
is far from an enviable one — no chance of gaining any credit, many
of losing character, and increasing responsibility. At first, I felt
supported by Colonel Lindenthals' opinion (a confidential Staff office,
sent bere by General Fox to report to him his opinion concerning
this place) in fixing the troops on shore, and stating that I should
bc able to maintain niyself.
General Fox has since been alami ed, and has repeatedly called
pn me not to risk the troops beyond what discretion and prudence
— 223 —
would justify. My answer has been, that, as no advantage can be
obtained without some risk, I never could think of abandoniiig the
island and losing ali the fruits of the blockade on the bare apprehen-
sions of eventual danger, and that I was in hopes nothing sinister
could happen but by the arrivai of a considerable reinforcement to
the enemy, an event which I could not foresee, and which, therefore
might unavoidably prove fatai to us. My conduct in the management
of our force has been guided by what I conce! ved the circumstances
above described rendere<l not only prominent, but necessary,
• •#•••• • • • ••«
Ever most truly and affecly yours
Thos. Graham.
{^Afss. R. Bib. di Afa/ta A\\ 44i\
VII.
Manifesto del Popolo Maltese
Documento jy.
La cessione delle Isole di Malta, e del Gozo alla Republica Fran-
cese seguite li 12 Giugno 1798, e le vicende sofferte dalle medesime
hanno recato tale sorpresa all'Europa tutta, che non sapendo le più
colte Nazioni distinguere le vere dalle false voci sparse dai diversi
partiti allora insorti, attribuivano la causa di così strani ed inaspet-
tati avvenimenti or agli esteri or alli Nazionali. E quantunque lo
scoppio della rivoluzione dei Maltesi avesse dovuto scancellare qua-
lunque sinistro giudizio sulla loro buona fede, e condotta tuttavia non
mancarono persone impegnate ad oscurarli, che vollero tacciare di
oscurabile fellonia quello atto di valore, e di coraggio straordinario,
col quale in uno stesso punto scossero il giogo di una delle più for-
midabili potenze e dimostrarono non essere stati già mai invasi dallo
spirito, e dalli sentimenti di una mal'intesa libertà, e molto meno
indolenti, ed insensibili agfinsulti, ed alle oppressioni a segno di non
accorgersi, né risentirsi de gravi oltraggi fatti ai loro diritti, alle loro
proprietà ed alla loro Religione.
Dissimulano per adesso i Maltesi la grave offesa che ad essi si
fece collo spargere sentimenti cosi svantaggiosi sulla loro condotta,
poiché, sono tutti intenti a compire l'intrapresa liberazione della loro
— 224 —
Patria, ed a conservar tra essi il buon ordine e la tranquillità, dalle
quali dipende la vittoria ; riservandosi di smentire a tempo più
opportuno le calunnie, e le false voci sparse da malevoM, le quali per
altro non possono incontrare buon accoglimento nelle Corti illumi-
nate dell'Europa, e presso le persone indifferenti, e non prevenute da
alcun partito. Ma non devono più oltre osservare il silenzio sulle
cause che li mossero a rivendicare i propri dritti colla forza, né tener
celati al publico i successi più interessanti dell'intrapresa guerra, che
sebbene eccitarono l'ammirazione degli stessi loro nemici non riuìa-
sero però esenti dalle detrazioni dei maldicenti (i).
(i) Volendo essere al fatto delle cagioni e degli autori della resa
di Matta, fa d*uopo avere nelle mani un libretto stampato in Francese
diretto al Generale Bonaparte ed impresso sotto unjinto nome di un
ex-.Capuccino di cognome Zammit dove è il piano della presa Malta,
e si parla delle tre frazioni, quali ne machinavano la totale rovina.
(Noia nei Manifesio),
A maggior schiarimento dei Doc. 27, 28 riportiamo l'atto della
pretesa congiura maltese e qilello esplicativo del Dr. Borg Olivier
cavate da copie autentiche esistenti negli Arch. Vescovile e del Capi-
tolo di Malta.
IJisianza dei ciiiadini ai io Giugno IT98.
« Estratto dalle minute della Cancelleria del cittadino Fremeaux
Console Generale della Republica Batava in quest'Isola di Malta e
Gozo come segue :
« Noi infrascritti Giurati e Sindaco di queste quattro città, alcuni
dei primati, Ministri e Consiglieri di questa Città Valletta, conoscendo
rinsufiìcienza delle forze di questa Piazza per resistere e far fronte
ad un torrente di un popolo guerriero, e da per tutto vincitore, abbia-
mo in corpo supplicato il Serenissimo Regnante perchè si compiacesse
per bene comune divenire in tutti i modi ad un concordato uniforme
alla generosità di una nazione che sa esaudire chi ne domanda pace ;
quale nostra supplica ha accolto benignamente esibendosi non rende-
re inutili le nostre suppliche ; e perchè consti in ogni futuro tempo
tale nostra rappresentanza, ci siamo sottoscritti apponendo il suggello
di questa Università, congregati neirufficio della medesima. Oggi li
IO Giugno 1798 — Galea giurato, Dorel giurato, Delicata giurato, G.
B. Grognet giurato, Dr. G, Muscat sindaco, Pietro Paolo Testaferrata,
Benedetto Schembri, Giuseppe Borg Olivier consiglieri, Francesco
Teodoro Bonanno consigliere, Salvatore Scifo avvocato fiscale, Fran-
cesco Fiore, Saverio Marchesi, Gio Lorenzo Testaferrata, Notaro
Vittorio Decaro Maestro Not. della Gran Castellania, Mario Testa-
ferrata, Paolo Parjsio e suoi fratelli, Bartolomeo Scifo, Francesco
— 226 —
La fedeltà dei Maltesi verso i loro Sovrani è stata in ogni tempo
cosi costante^ e singolare che venne da tutti gli storici encomiata.
Nella stessa occorrenza del noto \'espere Siciliano, tutti i princi-
pali fautori di cjuella rivoluzione formarono in quest'Isola i loro piani
Gauci e per li miei figli, Cancelliere Isidoro Muscat per me e per la
famiglia Sceberras padre e figli che hanno fatto istanza ed in questo
momento non si trovano presenti. Emmanuele Gravina per Gaetano
Saliba assente, Vincenzo Marchese, Luigi Preziosi, Alessandro Spite-
ri, Giuseppe Guido a nome suo e delli Dr. Torrcgiani padre e figlio,
Giuseppe Nicolò Zammit, Notaro Michel' Angelo Portelli e figlio. Qual
nostra supplica ed istanza abbiamo risoluto di comunicare per mezzo
del giurato Dorel presente ed accettante all'agente attuale surrogato
per la Republica Francese.
C'est jourd'hui dix juin 1798 c'est presente dans la chancellerie
Batave a Malte le Jurat Jean Francois Daurel au nom de people mal-
thais et à la requisition de toutes les jiersones audessous nomóe avons
enregistré en cette chancellerie du Consulat de la suddette Republi-
que Batave, la declaration dans le teneur est y dessus. Presente et
registré a jourdhuì sur le regìstre la chancellerie du consulat de la
Republique Batave a Malte le 10 Juin 1798 — Je B. Melen sous secre-
taire f. f. de chancellier provisoir.
Nella città Valletta Malta a di detto dieci Giugno 1798 ed im-
mediatamente comparisce innanzi il cittadino Fremeaux console ge-
nerale della Republica Baiava e nella sua cancelleria Tlllmo. Signor
Cons. del Sup. Magistrato di Giustizia Dottor Giuseppe Borg Olivier,
ed esibisce la copia della rappresentanza • ora ora da esso lui
data a S. A. S. su lo stesso oggetto facendo istanza perchè
s'inserisse a questo foglio, come io cancelliere Tho inserta d'or-
dine del medesimo cittadino console onde. — Giuseppe Segondi-
bert cancelliere — Il tenore della rappresentanza è il seguente: Altezza
Serenissima — Quantunque alcuni dei vassalli di S. A. S. tra i quali
il Consigliere Dr. Giuseppe Borg Olivier poc'anzi supplicaro la sua
bontà di devenire ad un concordato col Generale delle truppe Fran-
cesi per lo sbarco di esse già fatto nelle coste dell'Isola, e per le loro
forze superiori, nondimeno il medesimo Dr. Borg Olivier fa un dovere
di dichiararsi e di significare alle A. V. S., che se il valore della Piaz-
za si giudicherà tuttavia sufliìciente per abbattere l'armata nimica, non
vuole punto egli, come suo fedelissimo vassallo ne intende la Nazione
come del pari attaccata al di lei principale far altro se non resistere
ad ogni conto per conservare la bella gioia, che il sommo id-Dio ha
dato ai Maltesi 'coll'esaltazione dal A. V. S. al Trono, e col docile
governo del S. Ordine Gerosolimitano.
29
— 226 —
ed avevan disposto Tesecuzione dei medesimi, i Maltesi però hanno
ricusato d'imitarli nell'orribile strage da essi meditata, e solamente si
sono uniformati nello scopo con soggettarsi volontariamente alla
Corona di Aragona, alla semplice notizia della superiorità delle sue
armi, a quella del Re Carlo D'Angio dopo la sconfìtta della sua
Armata Navale nelle vicinanze di quest'Isola, licenziando umana-
mente i Ministri Francesi, che a nome del medesimo governavano la
loro Città.
La stessa fedeltà hanno sempre conservato verso i successori
sovrani della medesima Corona Aragonese in occasione delle varie
rivoluzioni occorse nella Sicilia, quantunque ebbero più volte la
disgrazia di trovarsi sottoposti col titolo d'infeudazione ai principali
promotori di quelle insurrezioni; fu la loro docilità il sistema prat-
ticato per rivendicare i propri diritti allorché restavano lesi, o dalle
violenze dei Ministri, o dalla violazione delle promesse con replicate
Se indi su le future contingibili vicende dovrassi in appresso
intraprendere il concordato, per tal evento l'istesso consigliere Borg
Olivier si fa lecito ricordare l'A. V. S. che potrebbero all'opera con-
tribuire il Commendatori Grimaldi, il cavalier Amat ed il Bali Tornasi,
come incaricati degli affari, cioè il primo di S. M. il Re delle Due
Sicilie, il Secondo di S. M. il Re Cattolico, ed il terzo di S. A. R. il
granduca di Toscana, si perchè la Corona Siciliana gode l'alto domi-
nio sopra coteste Isole ; si perchè la medesima e le altre due Potenze
hanno dell'interesse nell'Ordine per le comende erette nei rispettivi
loro stati e per i Cavalieri loro sudditi ; si ancora perchè gli anzidetti
tre monarchi sono amici e già concordati colla Repubblica Francese
ai di cui rappresentanti per una così fovorevole interposizione non
niegherebbesi all' A. V. S. all'Ordine e al Popolo Maltese una pace
vantaggiosa.
Il ricorrente Borg Olivier si da l'onore di umiliare air A. V. S.
l'odierno suo quanto semplice altrettanto sincero foglio, per rattacca-
mento che in altra età le ha sempre professato come vero Servidore e
che oggidì con titoli più divoti le professa, come sudditto fedele.
Quindi viverà tutto intento, e del pari viverà la Nazione tutta pronta
ai Sovrani Comandi dell'A. V. S. chiamandosi i medesimi da ora for-
tunati, se potessero avere la gloria d'impiegarsi alla felice difesa della
sua corona del suo ordine delle sue Isole. Questo è quanto — Io
stesso consigliere Borg Olivier — Malta nella città Valletta il di detto
IO Giugno 1798. E successivamente l'infrascritto console generale per
la Rep, Batava presso S. A. S. il Gran Maestro Principe di questa
isola di Malta e del Gozo, per organo pria dell'Illmo. Sigr. Bne. della
Marsa D, Gio. Francesco Darei Falsoni, e poscia deiriUmo. Sigr.
— 227 —
infeudazioni dopo la loro unione al Regio Demanio (i); appigliandosi
sempre alle vie più pacifiche dei ricorsi, ed anche allo sborso di con-
siderabili somme, per le quali soleva ottenersi dall'importuni cortigia-
ni la loro infeudazione.
Nò invero potevano altrimenti condursi dopo che i loro Ricorsi
incontravano la più umana accoglienza presso i Sovrani, anzi esperi-
mentavano la più estesa liberalità, e munificenza nella larga ricom-
pensa, che ricevevano della loro somissione, ed ubbidienza, poiché
nel corso di due secoli non cessarono i Sovrani di arricchirli con
speciali privileggi.
II più segnalato tra questi era il privileggio concesso dal re
Alfonso li 20 Giugno 1428, col quale permise ai medesimi nel
caso di loro separazione dalla Sicilia di poter opporsi e resistere con
mano forte, non una o due volte, ma tante volte quante gli fosse pia-
ciuto, e successivamente tanto con lettere dello stesso Sovrano, quan-
to anche con Viceregal providenza delli 24 Marzo 1459 si accordò
all'Università di Malta la libertà di opporsi similmente e resistere a
qualunque ordine del medesimo Sovrano, che fosse contrario, ò lesivo
dei suoi privileggi senza incorrere in alcun delitto, o taccia di ribel-
lione.
Commendatore fra Nicola Franceso Royer Maestro scudiere di questo
Ordine Gerosolimitano fui chiamato da S. A. S. il principe e Gran
Maestro e dal suo S. Consiglio, affin di domandare con mia lettera a
loro nome l'armistizio al cittadino Bonaparte Generale in capite
deirarmata Francese avanti Malta.
Con tal occasione ho letto al Sermo. Principe il preinserto foglio
enunciante la supplica fattagli a voce dai giurati e da alcuni Maltesi,
come altresì quello di detta rappresentanza recatagli in iscritto, ed a
me ix)c'anzi consegnata in duplicato dall'Illmo. Sigr. Cons. Dr. Giu-
sepi^e Borg Olivier per inscriversi tra le minute di questa Cancelleria
Batava. Su di che il Sovrano disse di essere pienamente inteso d'en-
trambi i fogli e restò compiaciutissinw dei sentimenti e progetti del-
l'anzidetto Sigr. Cons. Borg Olivier contestategli nella premessa sua
rappresentanza. Quindi a futura memoria....
De Fremeaux — Gius. Segondibert
L. ^ S. Cancelliere,
(i) Un dei primi privilegi di esser Malta nel Demanio di Re
Pietro, 19 Aprile 1283, per esser queste isole vicine alla Sicilia è
accennato nel v. 5. Serie Dipi, dell' Arch. Stor. Siciliano p. 422; e
neirinviges, Carthago Sicula 1. 2. e. VII, leggesi uno dei diplomi con
cui si conferiva la Signoria di Malta a privati. E* il Privilegio dì
Federico dei 4 Marzo 1366 per Manfredo di Clermont.
— à28 —
Di questo privilegio come di tutti gli altri, che tuttavia, si con-
servano negli Archivii della Città Notabile, e di Palermo, fu promessa
e giurata soUenneniente l'inviolabile osservanza dall'Ordine Geroso-
limitano nell'atto del suo Possesso, quale poi essendo rinnovata nel
primo Capitolo Generale da esso celebrato in questa Isola nel 1533i
divenne legge fondamentale di stato, tanto più perchè tale promessa
era correspettiva al rilascito che fecero i Maltesi alla Religione delli
30,000 fiorini d'oro da essi sborsati per la riunione delle Isole alla
Corona di Sicilia.
Nella cessione pertanto che delle medesime Isole feCe l'Ordine
alla Republica Francese dovea indispensabilmente intendersi apposta
la medesima legge, non avendo potuto la Religione trasferire in altra
maniera, e forma il suo possesso se non con quelle leggi, e condizioni
colle quali lo godeva. Ma oltre a questa tacita obligazioae che co-
stringeva i Francesi all'osservanza dei Privileggi della Nazione, si
accoppiò pur anche l'espressa convenzione stabilita nei capitoli di
Pace fìssati li 12 Giugno 1798, tra il Generale Bonaparte a nome della
detta Republica, e li sei Commissarj nominali dal Gran Maestro e
Consiglio di Stato dell'Ordine suddetto, colle facoltà di Plenipoten-
ziari, anzi in questi Capitoli si stabili pur anche che dovessero i
Maltesi continuare come per lo passato nel libero esercizio della Reli-
gione Cattolica Apostolica Romana, di dover conservare illese le loro
proprietà, e i loro privileggi, di non poter essere giammai sottoposti a
contribuzione straordinaria ; e finalmente che tutti gli atti civili pas-
sati sotto l'antico Governo dovessero conservare tutta la loro fermezza
ed autorità: Ecco le parole ben espressive degl'ultimi due articoli
della già detta Capitolazione ; che soli riguardano i Maltesi, dispo-
nendo tutti gli altri degli interessi degl'individui dell'Ordine (i).
Se adunque per un dritto dagli antichi Sovrani, confermato ed
approvato dai successori Dominanti sino alla stessa Republica Fran-
cese non possono i Maltesi incorrere nel delitto, e nella taccia di
ribelli, resistendo anche colla forza alla violazione dei loro privileggi,
ed invocando la protezione, ed il nome Regio dei Sovrani di Sicilia
per essere difesi ; non può certamente la Nazione essere accusata di
(i) Ecco gli articoli omessi in questo documento presso di noi :
Art. VII — Gli abitanti delle isole di Malta e Gozo, continue-
ranno a godere, come per lo passato, il libero esercizio della Reli-
gione Cattolica Apostolica Romana. Conserveranno le proprietà, i
privilegj, che possedevano. Non sarà fatta alcuna contribuzione
straordinaria.
Art. Vili — Tutti gli atti civili passati sotto il governo dell'Or-
dine saranno buoni, ed avranno la loro esecuzione.
— 2à9 —
cosi esecrabile delitto coirinsurrezione fatta contro il Governo Fran-
cese, e l'invocazione di S. Maestà Siciliana, e delle Potenze con essa
alleate, subito che il Governo suddetto contravenne sin dalli primi
giorni del suo ingresso alle soUenni promesse da esso fatte nella detta
Capitolazione, senza che abbia potuto giammai la Nazione non ostan-
te i suoi replicati ricorsi, e rappresentanze, ottenere la revoca, o
almeno la sospensione di un solo degli ordini, proclami ed arresti,
che giornalmente piovevano direttamente contrarj alle dette conven-
zioni.
II distinto racconto di tali ordini ed operazioni giustificheranno
presso tutto il mondo la condotta dei Maltesi, e la somma imprudenza
colla quale i Francesi intrapresero il loro Governo, violando insieme
il dritto delle genti, e le massime principali della sana politica.
La prima lor operazione è stata quella di costringere colla forza
armata a tutti quelli Maltesi che erano arrollati cogli antichi regimenti
e squadre mariti me dell'Ordine Gerosolimitano a imbarcarsi, e se-
guitare il destino dell'Armata Francese Non può esprimersi l'uni-
versale rammarico che cagionò questa violenza. La desolazione di
tante famiglie, che perdevano i loro più stretti congiunti quanti erano
gl'individui costretti alla partenza, e le lagrime di tanti figli, che non
speravano di rivedere i loro genitori, turbò gli animi di ciascuno, ed
istillò i primi semi di quell'avversione che, indi tanto crebbe col for-
niento delle susseguenti operazioni del nuovo Governo.
Quasi contemporaneamente a quella violenza con un proclama
affisso nei cantoni della Città si ordinò che fossero mandati nei Col-
legi di Parigi sessanta ragazzi delle principali, e più ricche famiglie
dell'Isola, ad effetto, che ivi ricevessero l'educazione, con imporsi
una pena a chiunque avesse ricusato di obbedire. Non sarebbe forse
ad alcuni dispiaciuto il comando di dare un'educazione ai proprj figli
in esteri collegi, ma la certezza che la minor istruzione, che avreb-
bero avuto questi alunni sarebbe stata riguardo ai principj di reli-
gione, anzi se alcuna ne ricevessero sarebbe stata contraria alle mas-
sime della Santa Religione Cattolica, con particolare impegno e
favore professata dalli Maltesi sin dalli primi lustri della sua fonda-
zione ; atterri tutti gli Nazionali questo proclama e produsse nel-
l'animo di ciascuno un ben fondato sospetto, che lo scopo del nuovo
Governo era diretto a rovesciare il culto della Religione Cattolica,
per mezzo di nuovi allievi.
Non meno dispiacevole fu l'obbligo imposto ai cittadini di allog-
giare l'Ufficialità destinata al presidio di Malta, essendo tenuti soltan-
to gli abitanti, giusto l'Universale costume dell'Europa, a dar alloggio
alle truppe di passaggio, non già alle stazionarie, che in veruna Città
che in quella di Malta potevano ricevere un comodo alloggio nei
— 230 —
luoghi pubblici, de quali è ben abbondante il numero^ e considerabile
la vastità.
Si volle inoltre dal popolo una contribuzione di ottanta mila
scudi quantunque poc'anzi era stata promessa l'esenzione di ogni
straordinaria contribuzione.
A questi preliminarj successero altre disposizioni, che più da
vicino portavano i loro colpi allo stesso bersaglio, poiché fu interdetta
ai Parochi l'esazione dei loro diritti cosi tenui, che giammai eccita-
rono alcuna doglianza dei Popoli, anzi da essi stessi volontariamente
si raddoppiavano nel pagamento. Si abolirono molti conventi di varie
religioni, ed plcuni ministerj, con appropriarsi li Francesi tutti li beni
i vasi sacri, e gioje, utensili e tutt'altro che esisteva nelle dette Case
Religiose di proprietà nazionale, e questi in conseguenza della
Capitolazione non potevano con verun tìtolo passare, ed incorporarsi
alla Cassa della Repubblica, quando anche fosse legittima l'abolizione
delli detti Conventi ; la quale recando un evidente diminuzione del
culto nella forma, che si era praticata fin allora, veniva ad apporsi
similmente alla Capitolazione. Si tolse ogni autorità alle leggi Eccle-
siastiche, e specialmente circa i matrimonj ; e si proibì ogn'influenza
del Papa, e del Metropolitano nelle due Isole ; il che importava un
chiaro Scisma, e separazione della Chiesa Maltese dal Cori)o della
Chiesa Cattolica, affatto incompatibile colla promessa libertà del
Culto Cattolico Apostolico Romano.
Ne potevano i Francesi in verun conto difendere, e scusare la
loro condotta dalla manifesta contravenzione alle loro promesse della
quale venivano rimproverati da tutti i Ceti, e specialmente dagli
Ecclesiastici, e dal Tribunale Civile, avendo i primi con ordine del
vigilantissimo loro Pastore ricusato di pubblicare tali proclami nelle
Chiese Parrocchiali, ed il secondo ricusato di registrarli ed eseguirli :
onde hanno pensato di rendere inutile la Capitolazione col fatto, e
coH'opera degli stessi Maltesi, e con tal mezzo indurli a spogliarsi
volontariamente di un arma cosi potente, alla quale non potevano
resistere senza la taccia d'infedeltà. Il ritrovato è stato quello d'invi-
tare la Nazione a domandare l'incorporazione alla Republica Fran-
cese, per mezzo della quale veniva asoggettarsi intieramente alle sue
leggi benché contrarie alla religione alli suoi privileggi, ed a tutte le
esenzioni convenute. Che tale sia stato lo scopo di questo invito lo
dimostrò l'evento ; poiché accortisi del rigiro i più avveduti Citta-
dini fecero le loro proteste in alcune Municipalità che non altrimenti
si doveva avanzare la domanda di quella unione, se non colla espres-
sa riserva di tutto ciò che nella Capitolazione é stato convenuto, e
promesso. Questa protesta é stata sufficiente per arrestare l'impegno,
col quale si promoveva la detta unione, e per avverare il sospetto
— 231 —
concepito di essere diretta tale operazione al rovesciamento del
Concordato.
Non arrestarono però ì Francesi la loro carriera nonostante l'uni-
versale mal contento, che già si manifestava ; imperciocché per delu-
dere l'esenzione da ogni contribuzione straordinaria convenuta nella
Capitolazione, hanno poco meno che raddoppiato le dogane, e le
imposizioni antiche sul vino^ e su i tabacchi : misero mano suUi ori
ed argenti della Chiesa Cattedrale di considerabile valore con appro-
priarseli, senza avere neppure il pretesto d'essere questa una delle
Chiese soppresse, essendo stato al contrario una delle principali, che
dovevano sostenersi per ordine del Generale Bonaparte (i). Si ordinò
la comune sepoltura per gl'individui di tutte le religioni, quandoché
neppur le più insane, ed irragionevoli soffrono la comunione delle
sepolture con quelli che da esse si giudicano reprobi, ed infedeli. Si
ricercò un esatto ruolo di tutti i Canonicati, Benefizj, Cappellanie, e
Legati Pii con una impraticabile sollecitudine, che tendeva alla sop-
pressione di buona parte di tali Fondazioni, ed a un destino diverso
rispetto alle altre ; col quale spogliati, e ridotti alla mendicità i mini-
stri dell'Altare dovevano inevitabilmente seguire la distruzione del
Culto. £ finalmente per non lasciare immune da gravi ferite, anche
il ceto più bisognoso delle due Isole, con una I^ge opposta ai ditta-
mi della ragione naturale, alla già detta convenzione, ed alli principii
della stessa Costituzione Francese, che dovevano proteggere la pro-
prietà, e la fermezza degli atti civili passati sotto l'antico Governo ;
si dichiarò che tutte le concessioni enfiteutiche fatte per certo numero
di generazioni dovessero riputarsi terminate scorsi cento anni dal
giorno dei rispettivi contratti ; tuttoché vivevano ancora le genera-
zioni comprese nell'investitura. Due terze parte del Popolo sussi-
steva per mezzo di queste enfiteusi, e gran numero di famiglie su
di essi calcolava lo stabilimento de proprj figli ; onde non è esprimi-
bile le sconcerto, il dispiacere ed il furore che eccittò nel Popolo
questa legge, accoppiata all' altra della deroga de' fedecommissi
che veniva a comprendere le semplici vocazioni di unica percezione,
e quel che é più singolare si estendeva ai fìdecommissi già purificati
(i) Dalla relazione del Diocesano fatta a Roma nel 1800 si ha
che «Verum re postea melius perpensa ob oculos habentes preculiaria
pacis conventa in corum ingressu civitatis, ubi Cathedralis est sita
quibus constitutum erat ut Ecclesise intactae illesaeque remanerent ad
damna resarcenda qtiae illaia fuerunt ex auri et argenti usurpatione,
publico ac solemni actu declaraverunt, se cedere in favorem Ecclesia
Cathedralis suppelleciilia argentea a supremo eorum Duce Bonaparte
relieta Ecclesia Santi Joannis„,i^
— 282 —
con rendere liberi i beni in favor degl'eredi del defunto ultimo pos-
sessore, spogliandone i presenti.
Tutte queste leggi colle quali si volevano dfstruggere le antiche
massime, gli antichi costumi, ed i privileggi della Religione tenace-
mente sostenuti dal Popolo furono promulgati nel bricve giro di due
mesi, quando che neppur due secoli per comune aviso, sarebbero
sufficienti a cambiare l'indole di una Nazione. Or in tempo che tutto
il Popolo fremeva per novità cosi interessanti, ed altamente si doleva
della contravenzionc, a promesse tanto solenni, fu spedito dal G(»-
verno Francese alla Città Notabile li due Settembre 1798, un Mini-
stro della Comissione de' Dominj per trasportare gli apparati della
Chiesa del Carmine già soppressa, e per dare in affitto nel pubblico
incanto la scessa Chiesa, ed il vicino Convento. Ma appena volle dar
principio all'esecuzione di tale incarico col distaccare della Chiesa gli
apparati, fu da buon numero di gente accorsa a tale notizia, impedito
di rimuovere da quel luogo cosa alcuna, ed immediatamente un
ragazzo si portò a toccare le Campane della stessa Chiesa. Accorse
allora, e si radunò un gran numero di quella popolazione, ma osser-
vando che il ministro avea prontamente desistito dall'intrapresa, sì
ritirò tranquillamente nella propria casa, benché, tutti già accesi di
furore, e disposti a difendere, e rivendicare i loro diritti colla forza,
avendo sperimentato inutili i ricorsi le doglianze ed i clamori, che
già avevano avanzato.
Appena però scorse poche ore, volendo il Comandante Francese
della Città Notabile frenare il popolo col timore, usci col suo Tenente
a girare nel Borgo di detta Città con sciabola sfoderata in mano,
minacciando a chiunque incontrava e barbottando contro i Maltesi.
•Ma invece di frenare il popolo lo irritò maggiormente, cosichè alcuni
degli abitanti uniti insieme si misero ad inseguirlo ; e raggiunto, non
ostante i mezzi da esso usati per liberarsi, fu dai medesimi con molti
colpi ucciso in una casa ove si era ritirato.
Giunta la notizia di questo rumore alla Città per mezzo del
Tenente, che separatosi dal Comandante ebbe la fortuna di rientrare
nella fortezza ; la guarnigione chiuse le porte e si dispose alla difesa,
poiché li pochi ammutinati che avevano commesso quel massacro,
diedero mano immediatamente al suono delle campane, ed al richia-
mo di molta gente per mezzo di serj corrieri, spediti a tutti li villaggi,
e perciò andava crescendo il rumore, e si minacciava dì assaltare la
Città, la quale intanto procurava col cannone di allontanare il popolo.
Airarrivo dei corrieri al loro rispettivo destino corrisposero
quasi tutte le Chiese Parrocchiali della campagna col suono delle
campagne, ed uniti gli abitanti hanno immediatamente abbassato
tutti i Stendardi della Republica, spezzato le armi .della medesima.
— 238 —
ed a gara corsero per la Città Notabile, che era il punto della
loro unione, con aver frattanto arrestato a mezza via un soldato
spedito dalla Guarnigione della Qttà Noubile con lettere dirette
al Generale Vaubois Comandante in Capite delle Isole, residente
nella Valletta per darijli ragg:naglio del successo, e domandare
soccorso.
La notte sopragìunta a queste operazioni non arrestò punto
rincominciata rivoluzione, anzi con maggior calore quella si prose-
guiva, dividendosi il popolo in parte nell'accrescere il numero degli
assedianti la Città Notabile, in parte neirimpedire il passaggio d'ogni
persona alle città detenute dalli Francesi, nel rompere i condotti delle
Fontane per la Valletta, e nel trasportare segretamente molti barili di
polvere dalli Magazeni della Cottonera ; e finalmente in parte nella
ricerca delle armi per tutta la campagna ove non poco scarseggia-
vano, non avendo avuto tutto il tempo di ricuperarli dopo la conse-
gna fatta alli Francesi in seguito degl'ordini dati nei primi giorni del
loro arrivo.
Nel mattino del giorno seguente 3 Settembre riuscì agli ammu-
tinati di entrare per sorpresa nella detta Città ; fu pertanto in poche
ore passata a fil di spada tutta la guarnigione, ed inalberato su la
torre lo Stendardo bicolore, che rappresenta l'antico stemma dell'uni-
versità di Malta (i).
Il Governo della Valletta, che per l'arresto del corriere non ave-
va avuto se non confuse notizie del principio del tumulto da quelle
poche persone, che alle prime mosse si sono affrettate dì ritirarsi nella
detta città, temendo le funeste conseguenze, non si determinò a spe-
dire verun soccorso, né ad impedire colla forza il progresso se non
la mattina delli 3 Settembre allorché già era massacrata la Guarni-
gione della Notabile. Spedi allora alcune centinaja di truppa rego-
lare, quali però allontanatisi appena un miglio dalle mura esteriori
della Valletta, furono con singolare valore, e coraggio respinti da
soli settantasette villani mal armati, che si erano situati in quel cami-
no per difendere appunto la Campagna dalle sortite delle Truppe
Francesi, che già aspettavano. Ritornarono questi con una precipi-
tosa fuga nelle loro fortezze molto malmenati colla mortalità di non
pochi soldati e col ferimento di molti altri, cosicché neppur seppero
(i; Il primo morto registrato nella parrocchia della Notabile come
caduto in battaglia a 3 Settembre 1798 é un Matteo Cortis del fu
Giuseppe di anni 40. — Ed a Birchircara quel giorno si registravano i
decessi di Giovanni Borg del fu Giuseppe dt 40 anni e di Angelo
Mallia di Francesco di anni 50 entrambi morti in battaglia,
— 234 —
dare alcun ra^gua.^lio della situazione della Campagna e delle sue
forze.
Nello stesso tempo un'altra trupi)a di Maltesi ebbe il coraggio di
introdursi nella Città Cospicua, sperando d'impadronirsi della mede-
sima e delle vicine fortezze col soccorso di quelli abitanti, i quali già
erano disposti allo stesso movimento ; e giunsero alla vista di tale
soccorso ad abbassare gli stendardi e le armi della Republica ; ac-
corsero però immediatamente le truppe francesi in gran numero, ed
attaccata la zuffa furono costretti gli ammutinati a ritirarsi, ed i citta-
dini a deporre 1^ armi, specialmente per aver portato il Governo nel
più interno seno del Porto una nave, le di cui batterie dirette per la
detta Città Cospicua minacciavano la sua distruzione.
Questo fatto d'arme seguito dentro le stesse fortezze nelle quali
risiedevano le truppe Francesi, diede motivo ai medesimi di dubitare
che gli abitanti delle quattro Città machinassero una simile insurre-
zione, onde dei)osto ogni pensiero di soggiogare la Campagna colla
forza delle loro armi, attesero con tutta la sollecitudine e con ordini
li più severi a disarmare nello stesso giorno tutti i cittadini e disporsi
ad una valida difesa dentro le loro fortezze, temendo di essere sor-
presi nell'interno e nelfesterno se in maggior copia fossero tornati
Campagnuoli dei quali ignoravano le forze, lasciandoli frattanto tran-
quilli. Ed in vero una ben favorevole disposizione della divina Provi-
denza è stato il sistema adottato dai Francesi ; poiché avevano essi
sei mila e più soldati di truppa regolare, ben agguerriti e forniti di
tutti gli strumenti militari, oltre la marineria di una Nave e due Fre-
gate ; avevano in abbondanza le munizioni di guerra e possedevano
tutti i granai dell'Isola. All'incontro però i Maltesi per la maggior
parte inesperti nelle operazioni militari non avevano, che soli trecento
fucili, e cinquecento schioppi da caccia, o circa pochissima quantità di
vettovaglie e di polvere sparsa in piccole quantità nelle case par-
ticolari, oltre ad una porzione che loro riusci di prendere dai
magazini della Città Cospicua nella notte delli 2 Settembre appena
sufficiente per due ore di fuoco (i).
Ma una cosi vantaggiosa disparità di forze nulla sgomentò il
valore Maltese ; poiché superando ogni timore i Nazionali immedia-
tamente attesero a cordonare le fortezze possedute dalli Francesi jxt
opporsi a qualunque loro sortita, e per impedire l'ingresso d'oi»ni
sorta di viveri, che dalla Campagna soleva ogni giorno introdursi
(i) Mentre nel recinto della Cospicua era attaccata la zuffa, parte
della gente di Campagna attaccò la polveriera, e trafugò da So barili
di polvere. (Questa nota è nel manifesto.)
— 235 —
nella Città ; ed a svellere tutti i piombi delle Fontane* di delizia, delle
machine, e delle vetrate delle case per formare le palle da schiop]X> ;
e giunsero anche a distribuire in varj [)osti un gran numero di ragazzi
jxjr raccogliere le palle, che dalle fre<iueiiti scariche dei Francesi si
spargevano nel giro delle loro mura (i).
Fu inoltre sorprendente la jM'estezza colla quale hanno traspor-
tato dalle più lontane marine dell'Isola, e collocato nelle frontiere
della Valletta e della Cottonera grossi pezzi d'artiglieria, superando
colla forza, e col lavoro la mancanza delle macchine necessarie ; e
con eguale avvedutezza hanno sollecitato d'impadronirsi delle Torri,
e delli Castelli situati in tutto il giro del littorale di Malta presidiandoli
per impedire qualunque sbarco di cui erano minacciati da legni Fran-
cesi, che sin dal primo giorno furono spediti dal Porto a bloccare le
due Isole. Cosichè malgrado l'esperienza da' loro nemici riuscì alli
Maltesi di fermare sotto una delle dette Fortezze una barca canoniera
e di danneggiare non poco col cannone una Fregata che troppo si
era avvicinata alle trincere del Porto di S. Paolo ; anzi l'avrebbero
anche depredata se non avessero dopo brieve conflitto consumato la
munizione.
Costrinsero anche col cannone situato nell'altura del Gharghar,
a ritirarsi una grossa nave ancorata nel Porto di Marsamuscetto, che
offendeva colle sue frequenti scariche la guardia avanzata del detto
Porto ; e similmente ha dovuto ritirarsi in luogo coperto una fregata
che sorgeva nel Porto tra le Fortezze della Valletta, ed il Corradino
per proteggere la polverista ivi situata, ricevendo continuo danno dal
fuoco, che i Maltesi facevano dalla detta Collina, essendo riuscita non
solamente inutile ma anche infelice per i P>ancesi una scaramuccia
ivi attaccata tra un buon numero delle loro truppe e la guardia del
detto luogo (2).
#
fi) Tagliarono con fosso lo stradone, che dalla Città conduce
alle terre, e lo guardarono con due cannoni, cinsero la Valletta e Cot-
tonera con trincee. H nel fondo della Marsa eressero 'due trincee onde
dominare con il canone i Bastimenti che entravano nel Porto. Infatti
era pericoloso agli Cittadini il passaggio del Porto da una Città
all'altra. (Nota nel manifesto),
(2) I Francesi giunsero ad attaccare questo posto alle ore undici
di mattina tempo in cui si distribuiva la razione ai Battaglioni. Il
posto allora era guardato da 16 soldati ; quali spedirono uno a dare
avviso al campo e loro facendo fronte al nemico sostennero il posto
soli fino che venne il soccorso. (Nota nel manifesto).
- ^Q —
Tutto il Popolo fu indi distribuito in quattro campi colkicati in
uguali distanze intorno alle fortezze dell* inimico, ciascuno de' quali
aveva le sue gnardie avanzate nelli posti più eminenti, donde per
tutta la notte corrispondevano reciprocamente colli segni stabiliti, e
collo stesso mezzo davano gli opportuni avvisi d'ogni movimento de'
Francesi cosi alH Campi, come a tutti i Villaggi, ove sono state
fissate tante guardie su li campanili di ciascuna Parrocchia, affìnchc
al primo segno fosse convocato il Popolo col suono delle campane
e spedito a soccorrere i posti assaliti.
Nò minore fu la loro cura di stabilire un Governo regolare tanto
per il militare, che per il politico ed economico dell'Isola, avendo
rispetto al primo costituito due Generali, e tanti Colonelli quanti
erano i Villaggi col titolo di Capi di Battaglioni ; riguardo all'econo-
mico prescelsero in ciascun Villaggio un numero di proveditori
corrispondente alla popolazione ; e rispetto al politico elessero tre
Nobili ed un Cittadino colle più ampie facoltà e Analmente nello
stesso giorno 3 Settembre hanno spedito due barche speronare,
l'una al Re di Napoli, e Taltra in ricerca della divisione Inglese,
che navigava in questi mari, per renderli intesi del successo, e chie-
der loro soccorso.
Tutte queste disposizioni però non erano sufficienti per rime-
diare alla mancanza delle provisioni, e del contante necessario per
mantenere sulle armi, ed in continua vigilanza, quasi tutta la popola-
zione composta |3er la maggior parte di persone affatto indigenti ma
la generosità dei possidenti, e la sobrietà della gente armata hanno
rimediato a còsi gravi necessità avendo i primi contribuito a larga
mano le provisioni, ed il contante che avevano, quali unite alle rendi-
le publiche e delll cittadini rimasti chiusi sotto le forze deirinimico
formavano un fondo, che dava speranza di un siguro e lungo sosten-
tamento, e contentandosi i secondi di ricevere li proprj alimenti colla
misura la più stretta in quanlunque specie di vettavaglie.
Superata questa difficoltà rimaneva un'altra più formidabile, ed
atiatto superiore alle forze della Nazione ; poiché i Francesi sebbene
rinchiusi si trattenevano nelle loro fortezze, spedirono però molti dei
loro legni per bloccare tutta l'Isola, ed impedire il tragitto delle pro-
visioni ben sapendo che la penuria avrebbe in pochi di costretto la
campagna ad umiliarsi, e rendersi a discrizione de' vincitori. Il timore
di un esito cosi infelice già opprimeva gli animi di tutto il popolo, e
cresceva a misura dalla giornaliera mancanza di sussistenza ; allorché
per un'altra inaspettata, e singolare grazia di chi protegge gli oppres-
si comparvero li 18 Settembre quattro Navi Portoghesi, che costrin-
sero i legni Francesi ad una pricipitosa ritirata nei loro Porti, e con
— 237 —
un blocco regolare Thanno impediti di eseguire il concepito disegno.
Quindi ricuperatasi dalli Maltesi la libertà e la protezione del com-
mercio, hanno provveduto al loro sostentamento colle disposizioni
già intraprese ; E siccome lo svantaggio di una bassa moneta intro-
dotta dall'Ordine Gerosolimitano verso la metà del Secolo XVII
impediva l'acquisto delle estere provisioni rifiutandola i forastieri
hanno supplito al difetto del contante col cambio degl'effetti
nazionali sino che la provida munificenza di Sua Maestà Siciliana
ordinò con suo dispaccio che la detta moneta fosse ricevuta nel suo
Regno.
Li abitand frattanto delle Città detenute dalli Francesi, che
meglio di questi conoscevano la debolezza della forza dei loro com-
patriotti, giudicando ben critica la costoro situazione per l'impedito
trasporto delle provisioni, e per l'inalzamento di un Stendardo, che
non era riconosciuto dalle Potenze dell'Europa; come pure dubitando
che Sua Maestà Siciliana incontrasse difficoltà di sostenere, e difen-
dere i Maltesi colla sua protezione, giacché sin allora era in pace
colla Republica Francese, stimolati inoltre dagl'ufficiali maggiori della
detta Nazione che li rimproveravano d'intelligenza cogl'abitanti della
Campagna per non aver impiegato verun mezzo atto a sedarli, quan-
tunque avessero tra essi ed anche tra i capi molti dei loro congiunti;
si videro costretti a spedire li 8 dello stesso mese di Settembre quattro
deputati composti da tre Ecclesiastici, ed un secolare per trattare
una pace, sotto le condizioni più vantaggiose, che sembravano
potere sperare del pentimento, che manifestavano i Francesi d'aver
trattato con tanta mala fede la Nazione, e d'averla notabilmente
lesa nei suoi diritti e nella sua Religione, rovesciando tutta la colpa
su d*uno delli loro principali Ministri, il quale ricevendo nella sua
persona il iK>tere legislativo ed esecutivo esercitava il più rivoltante
dispotismo.
Appena però manifestato al popolo dalli su nominati deputati
lo scopo della loro spedizione con universale clamore è stato rigettato
il progetto, ricusando ciascuno di formare nuovi concordati con un
Governo, che non aveva saputo rispettare i precedenti, ancor recenti,
nò la stessa sua Costituzione ; e sebbene i messaggi furono ritenuti
giudicando pericoloso alla publica sicurezza il rimandarli, dopoché
nel lungo camino da essi fatto per giungere alla Città Notabile luogo
destinato alle adunanze popolari, potevano aver penetrato la situa-
zione della Campagna, e la disposizione di posti più interessanti delle
frontiere della Valletta ; pur non dimeno giunte le succennate Navi
Portoghesi diedero risposta per mezzo di loro ufficiali, al progetto
fattoli per parte dei cittadini, facendo istanza al Generale Francese
— 238 —
per la resa delle fortezze in mano della Nazione insieme colle Navi
che appartenevano all'Ordine Gerosolimitano (i).
Irritati i Francesi dall'inaspettata costanza de' Maltesi per accre-
scer tra essi la confusione e la difficoltà di provedere alla comune
sussistenza hanno espulso a viva forza tutte le mogli e figli degli
abitanti della Cospicua, che erano rimasti nella Campagna allorché
seguì rinsurrezione e che erano fuggiti dopo la medesima, come pure
di tutti quelli che abitavano nelli quartieri ove seguì la zuffa su nar-
rata ; e negli ultimi giorni di Settembre eseguirono un'altra espulsio-
ne di molti abitanti della Valletta da essi riputati sospetti di aderenza
cogl'ammutinati, o di propensione ai loro sentimenti rivoluzionar] ;
ma rimasero ingannati i Francesi, poiché furono in Campagna
accolti con ogni benevolenza gli espulsi e furono immediatamente
proveduti di alloggio di alimenti, e di abiti, de* quali erano affatto
(i) I messi spediti dalla Valletta in Campagna erano il Canonico
Salvatore Susano DD. il Custode dei Capuccini, e Giuseppe Fiamengo.
Questi furono scelti dal governo francese come apparisce dalla lettera
del 1 7 Fructidor scritta al Diocesano Mg. Labini colla quale si appro-
vava il modulo della lettera trasmessa, che era del tenor seguente .
« Cittadino Parroco — Il Commissario di Governo per commissione
del Consiglio di guerra m'incarica con premura di mettervi sotto gli
occhi nel luttuoso caso in cui siano, che il vostro dovere si è d'impie-
garvi con ogni zelo e col maggior coraggio senza aver riguardo a
vostri incommodi e pericoli a persuadere al popolo commesso alla
vostra cura di aprire gli occhi, e di rimettersi al dovere di obbidire
ossequiosamente al Governo che ad essi impone di ritirarsi tranquilli
nelle loro case, potendo essere sicuri che li docili e gli ubbidienti non
saranno molestati ne puniti. Fate ad essi capire ancora che altri-
menti diportandosi richiameranno contro se stessi le più funeste con-
seguenze di estremi castighi. Mi ha soggiunto il medesimo cittadino
Commissario che dovete avere tutta la premura di eseguire queste
insinuazioni e ordini. Potreste essere voi medesimi responsabili della
disubidienza del vostro popolo. Vi fa sapere di più che con infinito
mio dispiacere si va dicendo da alcuni, che voglio credere malevoli,
che gli Ecclesiastici anche hanno parte in questo disordine, la qual
cosa se fosse vera porterebbe il colmo alle mie amarezze. Aspetto la
vostra risposta a questa mia, per far sapere al Governo i vostri senti-
menti, i quali non posso dubitare che siano conformi al ministero da
Dio addossatovi. Nostro Signore vi benedica. (Fr, V, Arch. Vescovo,)
Ma eran giustificati i Maltesi a non prestar fede ad un governo il
cui capo sbarcando aio Giugno di quell'anno aveva publicato il
seguente appello :
— 239 —
sproveduti, non essendoli stato permesso prendere seco cos'alcuna,
benché il loro numero giungeva a due mila o circa. Dopo questa
violenta espulsione credettero i Francesi esserli facile il sorprendere
gli ammutinati con una improvisa scorreria nella Campagna. Li 4>
Ottobre pertanto fecero sortire prima dell'aurora un gran numero
delle loro truppe divise in quattro colonne dai quattro lati delle loro
fortezze. Le prime due che si avanzarono Tuna della parte di po-
nente lungo le spiagge del Porto di Marsamuscetto, e l'altra per
libeccio nelle Frontiere della Valletta per assalire il campo Ge-
nerale di San Giuseppe e l'altra del Harghar, ed attaccarono imme-
diatamente il conflitto colle prime guardie che ivi hanno incon-
trato. La terza si diresse nello stesso tempo verso il Campo del Cora-
dino per tenere divise le sue forze da quelle degli altri. La quarta
però sortita dalla Cottonera, che era la più numerosa e destinata
all'esecuzione della principale impresa» si avanzò con marcia lenta
per sorprendere gli abitanti del Casale Zabbar e Zeitun, che si giudi-
Libertà Eguaglianza
In nome della Republica Francese il Generale di Divisione Vau-
bois Commandante le truppe francesi nel isola di Malta.
Al popolo Maltese,
Abitanti del isola di Malta, perchè fuggite le vostre case al
avvicinarsi dei Francesi.
Il generale Bonaparte non è venuto per altro che per terminare
la vostra schiavitù, la vostra religione vi sarà conservata, il vostro
culto non si cambierà e le vostre proprietate saranno rispettate. Acco-
gliete dunque con fraternità questi fundatori della libertà di tanti
popoli e persuadetevi che il governo francese non vuol altro che la
vostra felicità : tornate dunche ai vostri lavori e non lasciate inculti
i vostri terreni.
Non avete più da temer gli barbareschi, la vostra bandiera sarà
rispettata da tutte le nazioni e quanto al vostro commercio, godrete
dei medesimi vantaggi ch'i francesi. Verrà il giorno che benedirete
la mano che spezzando le vostre catene vi avrà resi uomini liberi.
Sono persuaso che questi reflessi dovendo farvi conoscere gli
vostri veri amici vi condurranno ai sentimenti d'amicizia che dovran-
no esistere fra di noi.
Vaubois.
(Dagli originali esistenti nelV Archivio Vescovile,)
— 240 —
cavano divertili e chiamati in soccorso delli posti attaccati dalle altre
colonne, ed indi proseguire il suo camino verso le fortezze che custo-
divano il Porto di Marsasci rocco per impadronirsi delle medesime.
Ma troppo diverso è stato Tesito di queste fazioni mentre essendo
stati i Maltesi largamente proveduti dal Comandante della squadra
Portughese il Marchese di Nizza di armi polvere ed altre necessarie
provisioni, fecero la più valida e coraggiosa resistenza, in modo che
dopo il conflitto di quattro ore o circa furono costretti a ritirarsi It^
prime tre colonne senza aver potuto avanzare più oltre della portata
dei cannoni delle loro frontiere ; e la quarta benché trovò artificiosa-
mente libero il passaggio sino alla piazza del Casale Zabbar, giunta
però in quel luogo, fu accolta colla mitraglia di due cannoni coperti
situati a canto la Chiesa, e con numero considerabile di fuciliate, che
li cadeva addosso dalli tetti, e finestre di quelle abitazioni, nelle quali
si era messo in aguato tutto il campo di quelle contrade, senza dare
alli Francesi neppure il tempo di vedere le mani che le tiravano. Né
in questa fazione rimasero oziosi i ragazzi e le femmine impiegan-
dosi gli uni e le altre negli stessi luoghi a tirare sassi, carricare
fucili, e porgerli ai loro mariti, figli, e fratelli, animandoli a combit-
tere con tutto il calore per liberarsi da una schiavitù di cui riputavano
migliore la morte ; cosicché in tale congiuntura si viddero rinnovate
le prove di valore, e di coraggio, che diedero le femmine ed i ragazzi
Maltesi nel memorabile assedio del 1565 — encomiate da vari storici.
Onde i Francesi con un straordinario disordine hanno dovuto battere
la ritirata, e pentirsi d'aver sagrificato molti officiali e più centinaia
di soldati in un conflitto ben singolare, in cui a fronte di una delle
più formidabili milizie dell'Europa combattevano femmine, ragazzi ed
una truppa di villani affatto inesperta nelle evoluzioni militari
senza soffrire altra perdita che di soli rimasti estinti nelle
dette quattro fazzioni. Questa segnalata vittoria accrebbe a maggior
segno il coraggio dei Maltesi e dissipò ogni timore, che avevanc»
concepito del valore Francese superiore a quell'epoca alle forze unite
di molte Nazioni ; nulladimeno proseguirono non solamente 9
vegliare colle continue guardie nei posti avanzati per tutto il giro
delle fortezze ben estese dei loro inimici ; ma pure a tener indefes-
samente forniti i campi suddetti con numero considerabile di gente
armata, e munirsi colla continuazione della fabrica di varie trincere
sulle frontiere dell'inimico.
In tale stato erano i Maltesi allorché li i8 Ottobre comparve
alla lor vista la Divisione Inglese, che ritornava dall'impresa dell'E-
gitto da essi lungamente sospirata. Col soccorso di una cosi potente
Nazione nulla più gli restava da desiderare per il riacquisto della
loro tranquillità e della loro libertà, ed in vero sin dalli primi giorni
— 241 —
del suo arrivo hanno sperimentato gli effetti di così valevole protez-
zione, poiché oltre all'abbondante provisione di polvere, fucili» can-
noni, mortari, e ogni altro genere di stronienti militari, ottennero
coli 'intercessione de S. E. Generale in Capite Duca Nelson dalla
Maestri Rè delle due Sicilie, la somministrazione di altre dieci mila
salme di grano ed orzo a credito, e lo sborso di somma speciosa
ptr le occorrenti spese della guerra.
Un'opera dello stesso è stata pure la resa della guarnigione
dcirisola del Gozo. Avevano li Cìozitani imitando i Maltesi scosso
pur'anche il giogo del Governo Francese colla forza delle armi,
costringendoli a ritirarsi in parte nella nuova fortezza Chambray e
parte nell'antico Castello, ove li tenevano strettamente assediati sotto
la direzione di un Capo da essi prescelto. Riuscì alli primi dopo pochi
giorni d'assedio, e la resistenza fatta ai replicati assalti tentati dai
Gozitani di fuggire col commodo delia vicinanza del mare, e ritirarsi
in Valletta per mezzo di una barca cannoniera, ed alcune speronare
che ivi avevano sotto il cannone. I secondi però ai quali impossibile
era la fuga furono costretti di rendersi a patti, subito che videro la
forza Inglese unita alla Nazionale, contentandosi di cedere la Piazza
e partire colla sola riserva dei loro bagagli ; il che fu effettuato li 29
dello stesso mese di Ottobre sotto la direzione di S. E. il Coman-
dante Alessandro Ball, che indi per fortuna dei Maltesi rimase Coman-
dante Generale del blocco di Mare, che immediatamente è stato for-
mato, e con assidua diligenza continuato sin al presente da molte
Navi di quella Potenza.
Non ostante i continui svantaggi e perdite che soffrivano i
Francesi vollero nondimeno fare un nuovo sperimento del lor valore
contro i Maltesi ; quindi con una ben numerosa sortita di Truppe
dalle fortezze della Senglea, e della Cottonera hanno assalito per terra
e per mare li 21 Novembre la Collina di Corradino, che sovrasta al
Gran Porto per sorprendere ed attaccare da tutti i lati il Campo Mal-
tese situato in quell'eminenza ed impadronirsi di un posto di tanta
importanza, che dominava il Porto e la Città insieme. Per una
sinistra combinazione era ristretto in quel momento il numero della
gente armata di quel posto : corse pertanto questa a dare i concer-
tati segni per essere soccorsa, e per mettersi in ordine una nuova
trincera ancor ignota all'inimico, che recentemente avevano fabrìcato
in quelle vicinanze. Si lusingarono i Francesi d'aver col solo timore
costretto i Maltesi alla fuga, e perciò si sono avanzati animosamente
verso la sommità della Collina, e verso la detta trincera, che non
vedevano, ma dopo pochi minuti col fuoco del cannone della medesi-
ma, rovesciato il muro che la copriva, si trovarono cosi offesi dalla
sua mitraglia, e cosi vicini ai suoi tiri, che non potevano evitare nep-
3X
— 242 —
pur colla fuga il considerabile macello che provarono. Accorsa
frattanto una moltitudine armata da un altro lato compi la vittoria
con una strage numerosa, incalzando grinimici che a precipizio si
ritiravano sino quasi alle porte delle loro fortezze, disprezzando il
fuoco che da queste si faceva per allontanarli.
L'esito cosi infelice di questa sortita disanimò totalmente li
Francesi ; onde senza più avventurarsi nel tentare simili scorrerie
rivolsero tutte la loro operazioni al fine di sloggiare col cannone^ e
colle bombe i Maltesi dalli siti predominanti che avevano occupato, e
a distruggere le loro trincere ; quindi facevano piovere le palle, e le
bombe su tali luoghi, e specialmente su detta Collina nella quale i
Maltesi non avevano altro ricovero, che di un semplice ricetto senza
però aver potuto ne anche con questo svantaggio costringerli a sicu-
lare un passo dai detti loro posti, e molto meno abbandonarli ; anzi
con uguale furore corrispondevano dalli loro trinceramenti, senza
ricevere il minimo danno nella loro j>ersona.
Con questo vicendevole cannoneggiamento si proseguì la guerra
poiché i Maltesi non cessavano d'intrapprendere la fabrica di nuove
trincere per chiudere ogni passo all'inimico ; né questo cessava
benché inutilmente di frastornarli col suo cannone, cosicché entro
pochi di tutto il giro delle sue fortezze era attorniato di batterie e tutta
la Campagna era fuori d'ogni pericolo d'essere danneggiata da qua-
lunque sortita la più numerosa.
In tutte queste operazioni era ben segnalato il soccorso che
ricevevano i Maltesi dal consiglio di S. E. il Comandante Ball, e
dall'assistenza di persone intelligenti, che Egli spediva secondo le
circostanze dal bordo delle sue Navi ; conosciuto pertanto il merito
singolare del medesimo, e l'affetto che egli aveva contrattato verso la
Nazione, si unì questa nel sentimento di pregarlo a fissare la sua
residenza in terra, ed assumere in qualità di suo Ca[)0 la direzione
delle sue armi, ed il Governo politico, ed essendosi egli compiaciuto
di accettare con somma bontà l'uno e l'altro incarico, hanno imme-
diatamente sperimentato i Maltesi i buoni effetti di questa loro deter-
minazione ; imperciocché riordinò in primo luogo il consiglio col
titolo di congresso, composto dai Capi di ogni Città e Villaggio, eletti
per voti liberi dei rispettivi popoli per deliberare insieme con esso, su
gli affari più interessanti nel politico, nell'economico, e nel militare
dei Maltesi, e loro battaglioni, e per fare quelle leggi che le circo-
stanze avrebbero richiesto : rimise nell'esercizio delle loro antiche
funzioni tutti i Magistrati, ed i Tribunali che esistevano da tempo
immemorabile : promosse il commercio, e le manifatture, che già
languivano, con impiegare del proprio considerabili fondi per dar
sussistenza alli più indigenti, e fece scortare da Navi Inglesi i basti-
— 243 —
menti mercantili, che partivano da quest'Isola con produzione, e
manifatture nazionali ; per cui respirò la popolazione da tutte quelle
oppressioni, che aveva sofferto per un necessario effetto dello stato di
rivoluzione in cui era, e dell'interruzione del commercio, unico soste-
gno di queste Isole (i).
(i) Si è ben circospetti neiraccennare in questo manifesto all'eie-
zione fatta da maltesi della Protezione della Gran Brettagna per non
suscitare gelosie ; ma l'atto di piena approvazione negli atti publici
del notaro Alex. Patr. Spiteri a favor dei tre deputati mandati a
Palermo su questo affare parla eloquentemente. Leggi pp. 93 e 97 di
questo libro.
Approvazione dell'operaio dei Deputali che chiesero la Proiezione
Inglese,
11 di Dieciotto Marzo 1799.
Corr la II Indizione.
Personalmente costituite in presenza di Noi Notaro, e testimonj
infrascritti l'Illmi. Signori D. Emmanuele Vitale capo della Città
Notabile, suo Rabato, e Casal Dingli, e Comandante Generale delle
Truppe Maltesi, D. Gabriele Pullicino per D. Pietro Buttigieg capo
di Casal Zebbug, D. Cosenzo Saliba capo di Casal Siggieui, D. Bar-
lolomeo Caraffa ca|X) di Casal Micabiba, D. (jrcgorio Mifsud capo di
Casal Crendi, D. Gaetano Dalli per D. Fortunato Dalli ca|X) di Casal
Zurrico, D. Giuseppe Abdilla capo di Casal Salì, D. Arrigo Xerri
capo di Casal Chircop, D. Francesco Caruana per Filippo Castagna
capo di Casal Gudia, D. Pietro Mallia capo di Casal Axiak, D. Mi-
chele Cachia capo di Casal Zeitun, U. Agostino Said capo di Casal
Zabbar, D. Giusepix: Montebello capo di Casal Tarxen, D. Giuseppe
Caruana capo di Casal Luca, D. Stanislao Galt capo di Casal Curmi,
D. Giovanni Gafà capo di Casal Gargur, D. Paolo Parisio Muscati
capo di Casal Naxaro, D. Felice Calleja capo di Casal Musta, D. Sal-
vatore Gafò capo di Casal Lia, D. Giuseppe Frendo capo di Casal
Balzan, D. Saverio Zarb capo di Casal Attard da me Notaro cono-
sciuti intervenendo come attuali Capi di tutti lì Casali, e Terre di
([uest'Isola di Malta eletti, e nominad per rappresentanti di questo
Clero, e Popolo Maltese, congregati nella Sala del Palazzo del Gover-
no di questa Città Notabile, nella quale sono soliti di radunarsi per
trattare l'interessi, ed affari del Governo di questa Isola, d'un'anime
voto, e di loro libera, e spontanea volontà, in ogni miglior modo e
maniera che hanno potuto, e ]K>ssono, e dal dritto gli si permette a
nome premesso, approvando pria, ratificando^ ed accettando in tutto,
e per tutto il fatto, ed operato a nome di questo Clero ^ e Popolo Mal-
Use damili loro Deputati presso Sua Maestà il Ke delle due Sicilie, che
— 244 —
Ne minore fu la sua cura nel militare regolando coli* assistenza,
e consiglio dei capi dei battaglioni tutte le militari operazioni e sug-
gerendo la fabbrica di nuove trincere, e lo stabilimento di nuove
guardie nei luoghi più importanti.
Una di queste operazioni diede motivo ad una segnalata fazione
tra i Francesi, ed i Maltesi. Avevano questi stabilito una guardia
notturna nel Palazzo Bighi situato nelle ultime sponde del Porto,
vicine al suo ingresso, malgrado la poca lontananza di tutte le For-
Iddio conservi lungamente, danno ai detti Tlllmo. Sig. Sac. Rettore
Ludovico Savoje, Barone Gaetano Fournier, e Dr. Assessore Luigi
Agius presenti, ed accettanti la facoltà, ed autorità di domandare,
esiggere e riscuotere dall'Illmi. Signori Portulani, e Secreti, ed altri
amministratori delli caricatori, e scali della Sicilia per mezzo di qua-
lunque Banco, Deposito, Tavola il di più delli tari due per salma
pagato per l'estrazione delli grani ed orzi del Regno di Sicilia per
mantenimento, e sostegno di questa Popolazione dalli 2 Settembre
dello scorso anno 1798 in poi a norma del ricorso umiliato a Sua
Maestà Re delle Sicilie, dalli predetti Rappresentanti del Clero e
Popolo Maltese, e successivo Real Dispaccio di Sua Maestà spedito li
20 dello scorso mese Febraro al Tribunale del Real Patrimonio. E
dell'esatto, avuto, e conseguito fare a favore di chi appartiene le
dovute ricevute, e quittanze in forma. E per l'effetto premesso fare
quelli ricorsi, domande, ed istanze necessarie, ed opportune, ed anche
procurare, ed esercitare tutto ciò far potrebbero li suddetti Signori
Costituenti se alle cose premesse fossero stati presenti, con ampia
facoltà, libera, e generale amministrazione ancorché fossero cose tali,
che richiederebbero un mandato più speciale. Dandoli, e conceden-
doli ogni altra facoltà necessaria colla clausula — Alter Ego — ed altresì
la facoltà di sostituire uno, o più procuratori con simili, o limitate
facoltà. Rilevandoli, promettendo aver rato, e grato sotto l'ipoteca.
ed obligazione. Avendo giurato Onde,....
Fatto in Malta, e nella Sala del Palazzo suddetto nella Città
Notabile presenti gl'infrascritti testimonj : Emmanuele Vitale— Dr.
Gabriele Pullicino — D. Pietro Buttigieg — Felice Calleja rappresen-
tante della Musta — Lorenzo Saliba rappresentante del Siggieui—
Michele Cachia— Pietro Mallia— Salvatore Gafà— Paolo Parisio—
Agostino Said — Francesco Caruana della Gudia — Giuseppe Caruana
di Casal Luca — Giuseppe Montebello di Casal Tarxen — Dr. Enrico
Xerri rappresentante di Casal Chircop — Simone Spiteri di Casal
Grondi — Gaetano Dalli per mio figlio Fortunato — Stanislao Gatt di
Casal Curmi— Giuseppe Abdilla di Casal Safi— Saverio Zarb rappre-
sentante di Casal Attard— -Aloisio Bartolomeo Caraffa rappresentante
— 246 —
tezze ini miche che lo circondano ; da tale posto molestavano coi
fucili i bastimenti ivi ancorati, ed osservavano tutti i movimenti e le
operazioni dei legni Francesi, e per mezzo dei segni concertati Tindi-
cavano alle navi che formavano il blocco, ed alla Campagna. Vollero
pertanto li Francesi cogliere all'impensata la detta guardia e farla
prigioniera ; quindi in una notte ben oscura degli ultimi giorni di
Ottobre 1799 spedirono per mezzo di caicchi, e scialuppe verso l'ac-
cennato Palazzo Bighi una scelta truppa di cento e cinquanta soldati
della terra Micabiba — Giuseppe Frendo rappresentante di Casal Bai-
zan — Chierico Antonio Cilia del fu Bartolomeo della Città Valletta,
testimonio — Giuseppe Caruana del fu Francesco della >lotabile, testi-
monio.
Ex actis meis Alexandri Patrizi; Spiteri, Not. Melino.
Né deve recar meraviglia che sì attribuisca a Ball forse più di
quel che dovevasi a lui, perchè questo manifesto facevasi di
sua intesa e connivenza come evincesi dal riportato a pag. 95. M?
che i Maltesi in generale eran contenti del diportamento del Ball
durante l'assedio lo dimostrano gli attesti a lui rilasciati. Riportiamo
tre poco conosciuti lasciando quello di tutti i rappresentanti per
essere stato riportato da vari tra cui dal Azzopardi, Raccolta p. 261.
Eccellentissimo Signore,
L'attaccamento non ordinario, che Vostra Elccellenza si è degna-
ta di mostrar sempre mai verso la Nazion Maltese dal principio del
Blocco insino alla resa della Città Valletta, e che con ripruove non
minori ha continuato a dimostrarle insino al dì d'oggi, non permette
alla medesima Nazione, al dispiacevole annunzio della Vostra par-
tenza da quest'Isola, di non attestare a V. E. tutti quegli atti di gra-
titudine e di riconoscenza, che sono ben dovuti ad un provido e bene-
fico Governatore, il quale con la sua sagacissima prudenza, e col suo
illuminato talento seppe reger questo Popolo nelle più gravi e più
pericolose circostanze e liberarlo dalle più luttuose conseguenze e dai
più terribili disagj, ai quali era esposto, non solo col soccorso delle
armi, ma ancora colla somministrazione di ciò che era più necessario
alla sua sussitenza. Di così grandi e cosi memorabili beneficenze, con-
serverà sempre (com'è pur obbligata) indelibile la memoria questa
Nazione da V. E. cosi prediletta, e non solo per adempire i suoi
doveri, ma ancora per secondare il proprio genio ; avrà a caro ne'
tempi avvenire di narrare a' posteri, che il coraggio ed il valore dai
Maltesi dimostrato nei più critici e pericolosi avvenimenti riconosce
tutta l'origine sua dalla savissima direzione, con cui furono essi rego-
lati, e nel tempo istesso rammenterà con suo piacere, che frutto delle
— 246 —
per impadronirsi del detto posto prima che giungesse la guardia
Maltese, e tennesi in aguato per sorprenderla. Dopo poco tempo
sopravvenuti i Maltesi nel numero di sole ventiquattro persone,
ignorando l'imboscata, si sono innoltrati giungendo quasi all'ingresso
del detto palazzo ; ma uno delli soldati Francesi nel mettersi in
ordine co' suoi compagni per attaccare la zuffa fece col fucile un
piccolo strepito involontario; quale udito dai Maltesi, tosto s'avvidero,
che il luogo era occupato dai loro inimici ; onde tutti arrestarono il
vostre paterne cure è ancora la dolce tranquillità e la sicura quiete,
che va godendo e che fondatamente spera di dover godere sotto il suo
degnissimo Si/ccessore fornito degli stessi rari talenti, e delle medesi-
me eccelse qualità che adornano l'animo vostro.
Preghiamo dunque l'Eccellenza Vostra di gradire non meno
questa incolta si, ma sincera attestazione della riconoscenza, che sarà
per professarle eternamente questa felice Nazione, i cui più fervidi
ringraziamenti, le rendiamo per tanti e cosi segnalati favori dalla
medesima Nazione ricevuti : e neiratto di augurare a V. E. un
felicissimo viaggio, e quei maggiori e ben meritati avanzi, che desi-
derar se le possono, l'accertiamo, che sarem per essere perpetua-
mente riconoscenti e grati, protestandoci per sempre.
Di Vostra Eccellenza. Malta Un Fcbraio 1801.
Unii. Devnii. ed Obblimi. Servi
// Magistrato della Città Notabile II Magistrato delle quattro Citta
March. Don Pandolfo Testaferrata March. Saverio Alessi
Barone Lorenzo Galea March. Giovanni Delicata
Conte Romualdo Barbaro Barone Saverio Ganci
Dr. Giuseppe Bonnici Gio. Battista Grognet
All'Eccellentissimo Sig. Alessandro Gio. Ball
Governatore delle Isole di Malta.
Eccellenza,
1 Popoli di queste due Isole sono oltre ogni modo penetrati nel
core dall'ultima notificazione di V. E. dichiarante il suo prossimo
congedo, ne possono trovar maniere da esprimere la loro sensibilità.
La dolcezza, l'affabilità, l'amore, il zelo, la prudenza, la giustizia, la
liberaUtà, il sollievo de' bisognosi il largo premio a' meritevoli, e
mille altre doti, che in sommo grado rilucono nella venerata persona
di V. E. Tavevan resa il contento e la gioja di queste piccole Nazioni.
Io a nome di quella del Gozo, come Governatore di essa oltre ogni
preciso dovere che a ciò mi spinge mi reputo pur troppo onorato
nell'umiliarle questi sincerissimi sentimenti, ringraziandola al tempo
islessó col più vivo dell'animo da mia parte, ed unitamente di tuttj
— 247 —
passo, e fecero una scarica inaspettata su di essi, cogliendo molti, tra
i quali ad un Ajutante Generale che era il capo dì quella spedizione,
ed al suo tenente, con esser rimasti gravemente feriti il primo nella
bocca, ed il secondo nella gamba.
Il bujo della notte non permise alli Francesi di accorgersi del
piccolo numero dei Maltesi, ed all'incontro il ferimento di tanta
gente, e degli stessi primi officiali alla sola prima carica, li scoraggi
in tal maniera, che tosto si sono abbandonati alla fuga, che . diede
quanti i Gozitani di quanto V. E. se è degnata protegerci e felicitarci.
L'inesplicabile cordoglio, che proviamo per la sua vicina partenza ci
si attempra soltanto dal sublimissimo Personaggio che rimane a
tempo in sua vece, e dalla ben fondata speranza che abbiamo del suo
imminente maggiore esaltamento, con cui l'invitto Re della Gran
Brettagna distinguerà i di lei rari talenti ed il suo merito incompa-
rabile; assicurandola che saremo in ogni tempo pieni di vera, e grata
riconoscenza e con tutta stima ed ossequio mi protesto inviolabilmente.
Di Vostra Eccellenza. Gozo il dì 22 Luglio 1802.
A Sua Eccellenza
Il Signor Cav. D. Carlo Cameron
Regio Coni, di Malta e Gozo. Umo. Dmo. ed Obbmo. Serv.
Il Governatore del Ciozo
Emanuele Vitale.
A Sua Ecc. il Sig. Cav. Alessandro Ball
Governatore dell'Isole di Malta e Gozo.
A nome del Capitolo, e del Clero di questa Diocesi di Malta, mi
dò l'onore di porgere all'Eccellenza Vostra, gl'atti dovuti di più
perfetta gratitudine, e riconoscenza, verso di quelle indefesse provide,
e sagaci cure, ch'Ella se è data in proteggere questa Chiesa, questo
Clero, quest'Isola, e questi Popoli, prima da Padre e poi da Capo,
garantendoci in un tempo, in cui riscaldate le menti, più non sape*
vano distinguere le leggi, né riconoscere i limiti di vera obbedienza,
continuando sempre così, fino che ci fu restituita quella libertà, che
oggi godiamo, senz'aver mai adoperato l'ultimo rigore delle Leggi
valendosi sempre della Giustizia, e della Clemenza per ridurci all'ine-
vitabile subordinazione, togliendo di mezzo i viziosi ostacoli con
impercettibile prudenza, riducendoci unisoni nello amore verso dei
Sovrani, che vollero degnarsi proteggerci in si latte lagrimevoli,
critiche circostanze.
E' perchè le loro Sovrane premure avessero un pieno, e sicuro
effetto, ond'è, che alla di lei esperimentata saviezza, ne commisero
l'incarico.
)
— 243 —
motivo ai pochi Mahesi crinseguirli sino alla marina, e continuare la
strage, che fu accresciuta dalla confusione, ed affollamento dei Fran-
cesi per imbarcarsi sulle loro scialuppe, restando molti di essi affo-
gati nel mare.
Un tale avvenimento fu l'ultimo pegno della futura vittoria, che
già molto vicina si aspetta, non avendo mai più ardito i Francesi di
sillontanarsi dalle loro mura ove anche ben spesso sperimentano i
funesti effetti delle armi dei Maltesi, i colpi dei quali ben di rado
vanno a vuoto ; ne la lunghezza del tempo diminuisce punto la
loro vigilanza, avendo per il corso di quindici mesi con eguale impe-
gno sostenuto infiniti disagj da tale guerra tenendosi tutto il popolo
Tutto ha già compito. Ma oggi l'È. V. scioglie lo vele jier allon-
tanarsi da Noi. Si, partirà perchè il mondo non da perfetto consuolo,
ma partendo, porterà seco il cuore di questa inconsolabile Nazione
attristata dall'amoroso annuncio di suo congedo.
Il Cielo l'accompagni, e per colmarla di veri contenti esaudisca
i Publici Voti della Medesima nell'atto, che ossequiosa, uop'è che si
separi. Protestandomi sino le ceneri.
Di Vostra Eccellenza. Malta questo di 12 Febraja 1801.
Umo. ed Obbmo. Servitore
Fr. Antonio Corogna
Decano di questa Chiesa Cattedrale di Malta.
AHi Sig. Bne. Francesco Ganci, Can. D. Saverio Caruana, D.
Salvatore Susano, e Dr. Giuseppe Casba Deputati dalli Rappresen-
tanti dei Casali dell'Isola di Malta.
Signori,
Con sommo mio piacere ho letto la lettera, che accompagna il
dono della spada, quale presentata m'avete per commissione de' Rap-
presentanti di Casali, in attenzione della riconoscenza maltese per i
servigj da me prestati come Governatore nel tempo dell'Assedio
della Valletta, allontanandomi da voi per giammai, (come allora
parea) per ordine del mio Re, e separato già per un intervallo im-
menso. Voi progettaste darmi nuove prove del vostro attaccamento,
e forzarmi col vostro nobile operare ad accettar un dono malgrado
che la mia posizione attuale sembra esiger il contrario. L'esser stato
testimone di tanti sacrifizjy costanza^ e coraggio ^ che recano l'ammi-
razione a tutta l'Europa, sarà per me un'epoca sempre cara, e pre-
ziosa. Ed alla Nazioyie vostra solo si deve il vanto sì del buon
ordine, che vi regnò sempre, come pure dell'esito felice, che ne segui.
Delle Signorie Vostre. Da Palazzo li 13 Ottobre 1802.
Affo. Amico — Sottoscritto— Gio. Alessandro Ball.
— 249 —
sulle armi a proprie spese, senza che sia rimasto ozioso, o tranquillo
verun ceto di persone, poiché gli Ecclesiastici e le persone inabili a
tale esercizio attendevano a radunare le necessarie provisioni, servire
j^rinfermi. curare i feriti, e governare le case di pietà erette per rico-
vero, e sostentamento di tanti indigenti cresciuti notabilmente in
numero per le circostanze della guerra, come pure a mantenere la
tranquillità nel recinto dei luoghi abitati colle ronde notturne. Le
femmine s'impiegarono nel recare ai loro mariti, e figli le vivande al
cam])o, e finalmente i ragazzi si occupavano nel formare gli scartucci,
raccogliere le palle degl'inimici, e trasportare le munizioni.
Ma da cosi indefessa fatica hanno ricevuto sollievo dopo quin-
dici mesi col soccorso delle Truppe di S. M. Hrittannica e di S. M.
Siciliana ; mentre l'unione di una parte di queste milizie alle Guar-
die Nazionali diede rìjM>so ad una porzione del popolo, che in oggi
alternativamente presta il suo servizio; e col braccio di una così po-
tente forza vive tranquillo nella più costante fiducia di vedere ben
presto ritornata la pace, e la quiete nella Patria (i).
Vili.
Cronaca di mastro Michele Cachia
(Dall' arginale favorilomi dal fu Sigr, A. E, Carnata),
Relazione di Michele Cachia (2) circa li espedienti presi nella
parte di Levante, cioè nella terra Zeitun, e Casali Zabbar, Tarxien,
(i) La nostra copia finisce qui. Essa differisce alquanto dalla
copia esistente nel Mss. 269 della Biblioteca di Malta, la quale riporta
la continuazione ad ulterior periodo. Nello stesso Mss. 269 vi è pure
altro MANIFESTO unito ad un brano di storia dell'epoca cavata dall'o-
pera di Giuseppe Burlò e Rossi stampati in Amburgo. Esso sembra
che sia il primo manifesto vergato ed arriva solo ai primi giorni del
Settembre 1798.
(2) Michele Cachia fu uno dei deputati mandati ad umiliare al
Trono Britannico la Rapreskntanza Maltese dei 22 ottobre 1801.
Di lui il Cameron Regio Commissario civile dava a Lord Hobart la
seguente informazione nel suo dispaccio dei 15 Novembre 1801.
« Michael Cachia, military and civil engineer, representative of Casal
Zeitun, he constructed ali the batteries durìng the siege of Valetta,
and contributed money towards the expence of the war. He is famed
for his wisdom in counsel, and is the most popular man in the Island
his integrity and talents bave acquired him a great reputation and
the entire confìdence of the people of every description. »
32
— 250 —
Hasciach, Giidia, Chircop, Safi, e la terra Zurrico allorquando prin-
cipiò la Rivoluzione delli Maltesi contro li Francesi, che incominciò
nella Città Notabile li 2 Settembre 1798. Li 3 Settembre di detto
anno a bon mattino li Francesi fecero una sortita per dare soccorso a
quelli Francesi che erano nella Cittfi Notabile, ma quando arrivarono
tra Birchircara e tra Casal Attard furono attaccati dalli Maltesi,
e furono costretti di tornare indietro. Sino detto giorno, o sia la
notte che precede detto giorno, nel Zeitun non si fece nessuna mossa,
bensì nessuno uscì dal Casale, per causa che si sentirono delle canona-
te, e fucilate tirate nella Città Notabile nella notte scorsa. Alle ore sei
della mattina di detto giorno 3 Settembre dell'anno 1798 sì sonarono
le campane, ed in un istante la piazza della Chiesa del Zeitun si empì
con moltitudine di gente, ed io andai ancora in detta piazza. Appena
che son arrivato, viddi la gente sopra la Chiesa, la gente strappare le
Bandiere delli Francesi, e buttarle nel lastrico d'avanti la Chiesa, ed
ho veduto altra gente, che montavano Tuno sopra l'altro sintanto che
arrivarono fino all'arma delli Francesi e l'hanno buttata per terra e
l'hanno fracassata. Dopo calmata in qualche maniera la prima furia
ognuno restò sorpreso, confuso e pauroso. Vennero avanti ed appresso
di me, che sono stato sopra il lastrico d'avanti la Chiesa, delle persone
di considerazioni di detto Casale, e mi pregarono di ordinare che cosa
hanno da fare. Risposi io alli medesimi : « io non sono guerriero,
nemmeno ho pratica <Jella guerra, perciò bisogna cercare un'altro,
invece mia »; ebbi la risposta dalli medesimi che sia la seguente :
« forse nel tempo della «Religione», non siete stato voi l'Àjutante
Generale del Regi mento Zeitun, e dirigevate e comande vate le cose
militari; adesso ci dite che non siete capace, questo ci mostra che voi
siete giacobino, e siete contro di noi. » Allora ho fatto la seguente
parlata in mezzo della piazza avanti tutti.
Io non sono stato mai contro la mia patria, e spero con l'aiuto
di Dìo non sarò mai, avendo voi questo credito nella mìa persona,
volentieri io accetto ciò quante volte fate il giuramento di ubbidire
li miei ordini quante volte sono ragionati. Si fece tal giuramento
neiristesso Lunedì alle ore otto circa. Allora ordinai primieramente il
chiudimento dell'imboccatura delle strade, di preparare in ciascuna
casa quantità di pietre sopra le terrazze, pronte per essere gettate per
il nemico. Ho destinato la terrazza della Chiesa per la ritirata in
urgente necessità con l'istru menti necessari di poter rompere la quan-
tità delle pietre, che vi erano per il compimento del cornicione. Poi
ho destinato diversi per preparare le cose del vitto, ed altri per la
ricerca delle armi, polvere ed altro. Nell'istante che ebbi la notizia
che li Francesi abbandonarono la poi verista grande, subito mandai
della gente coraggiosa, ed arrivarono a prendere venti barili polvere
— 251 —
circa, e li portarono nel Zeitun. F'atta la ricerca delle armi abbiamo
raccolto 17 fucili sottili ed altri tanti circa della caccia^ pochissime
spade, e baionette antiche. Considerando il coraggio, che danno
(luestc armi per la nostra difesa e per accrescere le armi, non abbiamo
avuto altro mezzo, che di prendere le aste delli tessitori, e guarnirle
con una punta di ferro, di (jucl ferro antico che abbiamo trovato, e
dì queste armi delli spontoni quantità considerevole abbiamo fatto. In
questo disastroso stato, osservando, che l'idea della gente era, che
ogni uno restar doveva nel suo proprio Casale, sin tanto che li Casali
vicini alla Cottonera sonano le cam])ane mentre allora commincie-
rebbero correre senza saper per dove mi portai in detti Casali,
e loro ho fatto vedere la necessità di formare un giusto blocco;
altrimenti saremo tutti perduti, e per la mia proposta hanno deter-
minato, che detto blocco deve formarsi a dovere. E per organizzare
nella miglior maniera l'affare nostro, ho proposto alla popolazione
che bisognerà d'eleggere un Capo di Battaglione per guardare li
soldati, ed un altro col titolo di Provveditore, che deve pensare per il
mantenimento, ed io restai direttore delli aiVari (i). Dopo questo ho
consideralo li punti, da dove potevamo essere attaccati, ed ho trovato
che dalla j)arte della terra potevamo essere attaccati da quattro parti,
che sono, da Coradino, dalla parte della Zilfà, e dalla parte della
Mina superiore, che conduce per la strada del Molino a vento di
(i) Dall'atto di Procura steso nei rogiti del Not. Gregorio Mifsud
a 3 Gennaio 1799 a favor di G, Montebello e Dr. V. Borg per acqui-
star frumento il Governo Provisorio del Zeitun apparisce cosi costi-
tuito : Giuseppe Abela Capo Battaglione, Michele Cachia Direttore,
Giovanni Azzopardi proveditore, Gaetano Bugeia Depositario — quello
di Casal Gudia da Filippo Castagna capo militare e proveditore,
Tomaso Zammit e Salv. Caruana proveditori — quel di Casal Axach
da Pietro Mallia Direttore, Michele Spagnol, Giuseppe Barbara pro-
veditori — quello del Zabbar da Agostino Said Direttore e prov.
Clemente Ellul capo di Battaglione. Altro contratto dei 7 Gennaio ci
indica il governo i>rov. di Casal Tarxen cioè. Bue. Ugolino Calleja,
Can. Serafino Schembri e Giuseppe Montebello capo di Battaglione :
avevano questi incaricato G. Grech dimorante in Palermo di acquistar
vettovaglie, ipotecando in forza della deliberazione presa a 24 Decem-
bre 1798 le sostanze loro e degli altri poss'denti del Casale. In detti
atti Gregorio Mifsud a 24 Novembre 1798 trovasi inserta una senten-
za di uno di questi Governi Provìsori che dimostra la loro autorità.
« A dì 20 Novembre 1798.
Il Governo provisionalc del Zeitun sentita la comparsa di Annun-
ziato Scicluna con Mro. Giuseppe Gatt ha ordinato che prestata da
— 262 —
Burghlem, e per la parte della Cottoiiera di Casal Zabbar ; e per la
parte del mare potevamo essere attaccati da quattro parti, che sono
della Scighaira, della parte di Zoncor, della parte di Dellimara e della
parte di Binghisa. E per fare noto la parte che eventualmente sareb-
be attaccata dal nemico portai Talbero delli segnali che vi era sopra
la Chiesa di Casal Hasciach, esistente insin dal tempo che governava
la «Religione», ed ho messo detto albero sopra il frontispizio della
Chiesa del Zeitun ed ho fatto quattro bandiere quadre, e quattro cor-
nette dalli Maltesi chiamati fiamme. Queste dovevano significare che
quando si inalberava una sola bandiera l'attacco > era dalla parte di
Coradino; quanto saranno alberate due bandiere significa che Tattacco
sarà della parte della Zilfà ; quando saranno tre bandiere dimostra
che sì progettava l'attacco della mina superiore, quando saranno le
quattro bandiere Tattacco sarà della parte di Casal Zabbar. Inquanto
alli segni indicati l'attacco per la parte del mare, una cornetta indica
l'attacco è nella parte della Scighaira, due cornette indicano l'attacco
dalla parte di Zoncor, tre cornette indicano l'attacco dalla parte di
Dellimara, e quattro cornette indicano l'attacco per la parte di
Binghisa.
Questi segnali erano la causa che li Francesi, non uscirono per
soggiogare la campagna nelli primi giorni come mi assicurò la fu
signora Contessa Paola De Freniaux, che la medesima senti il Generale
Francese ed alcuni Ufficiali discorrere, che dicevano questi segni, e
questi arrangiamenti non sono opera dei mammalucchi, ma hanno
delle persone straniere, che li aiutano, e dirigeno.
Frattanto abbiamo avuto tempo di fortificare la frontiera del
Zeitun, ed ancora li Zabbarini hanno fortificato la loro frontiera con
trasportar li cannoni e palle dalle fortificazioni antiche, che vi erano
nelle marine: nella frontiera del Zeitun feci una trincea detta della
CrocCt guarnita con stette canoni, si fece un'altra trincea detta di S.
ClemenlCy guarnita con quattro cannoni, si fece un'altra trincea detta
ta CatpiUy guarnita con due cannoni ; e si fece un'altra trincea chia-
mata ta FaSy guarnita con cinque cannoni ; tutte strade da dove si
può attaccarci il nemico le abbiamo empito con selci per guastare il
facile passaggio.
osso Scicluna una idonea pleggeria a favor di detto Gatt in caso
sarebbe pulsato da Caterina moglie di esso Annunciato, dovesse detto
Gatt pagargli li scudi venticinque dovuti per gabella della clausura ta
Zebbug in contrada tal Silcc maturata li ii del corrente e così.
Giovanni Caruana piegio,
Giovanni Azovxrdi prozediiore.*
— 253 —
Li 20 Settembre 1798, nella mattina a buon'ora usci la squadra
Francese con delle Lancie, e fecero un giro a torno la terra. Verso
mezzogiorno s'affacciò la Squadra Portoghese, e la Fregata Francese
fece prora verso detta squadra per conoscerla, dopo passata mezz'ora
circa, detta Fregata fece prora verso il Porto Grande, con gran sforzo
di vele, e la squadra Portoghese seguitò a cacciare detta fregata, ed
un legno di detta squadra detto Cutter, che camminava assai, seguitò
a cacciare detta Fregata, sino quasi arrivò il Forte RicasoH, e detta
Fregata, e Lancie entrarono nel Porto Grande ; allora la Squadra
Portoghese entrò nel Porto di Marsascirocco (i). Li 21 Settembre,
(i) Arrivo della Flotta Portoghese
Estratto di una lettera del Signor Alessio Xuereb al Dr, Paolo
Sciortino, Documento presso il Signor W, Gatt R.M.A.
«Ma sappia ella che nel giorno in cui comparve nelle alture di
Malta la flotta Portoghese spedita dal Vice Ammiraglio Lord Nelson,
egli (Vincenzo Borg) era venuto nella Città Notabile per concertare
col comandante il Sigr. E. Vitale su di alcune già insorte vertenze fra
il Campo San Giuseppe e quello del Harhar, epoca in cui il Caruana,
oggi Monsignore incominciò a spiegare non meno il dispotismo che
l'ambizione. Erano le ore sei del mattino al comparir di detta flotta,
ed avendo opinato dover esser quella amica stante la precipitosa fuga
della Fregata Francese che crociava l'Isola, il fu Sigr. Vitale, io ed il
Sigr. Borg immediatamente ci siamo portati a San Paolo a Mare, e
di la alla Torre Kaura donde siamo arrivati a riconoscere i legni
portandoci alla nave ammiraglia comandata da S. E. il Mse. di Nizza,
uomo non bello di persona che affabile ed onesto al tratto, che ci
accolse con benignità straordinaria promettendoci la indefessa . sua
assistenza di prefetto blocco, col dispiacere però di non trovarsi al
caso di provedere al totale bisogno di munizioni di guerra, ma ci ha
dati 100 fucili e polvere non mi ricordo quanti barili...
E pur da notarsi che sebbene io sia stato uno delli principali
attori nella rivolta contra !i Francesi avendo occupato tanto nell'eco-
nomico che nel militare il posto di primo aiutante del fu Generale
Vitale, non ho potuto esser presente a vedere il tutto ; si aggiunge
pure che l'eccesso di patimenti sofferti nella custodia di Corradino,
dove li soldati di Città Vecchia ricusarono portarsi qualora non vi.
fossi io per capo, essendosi attruppati e venuti notte tempo e mi
levarono viva forza e seco loro al posto condotto dove mi sono tro-
vato in due sortite delli Francesi per quelluogo, cosi che dico per
per l'eccesso di patimenti son caduto ammalato... a tutti pericoli di
vita e di sostanze l'unico premio avuto sono stati scudi 500 porzione
del dono fatto da S. M. B! alle truppe Maltesi...»
— 264 —
1798, abbiamo mandato due persone dì considerazione con un inter-
prete chiamato Lorenzo Farrugia, che sapeva bene la lingua Porto-
ghese per dare ragguaglio all'armiraglio, e nell'istesso tempo pregarlo
qualche soccorso delli armi, cioè degli fucili, di polvere, palle e pietre
focajie ; e detto signor Armiraglio ebbe la bontà, e ci ha dato sct-
tantacinque fucili, della polvere, palle, e pietre focajie, e di questo
ho dato notizia a tutti gli altri paisani. Frattanto io principiai fabri-
care la Trincea detta tal Borg, e l'Armeraglio Portoghese ebbe la
bontà e ci mandò il suo ingeniere don Antonio Pereira per fare le
sue osservazioni, ed io gli mostrai le trincee fatte nella parte nostra di
Levante e gli mostrai la Trincea tal Borg da me principiata, ed il
medesimo Tapprovò, e mi fece premura grande per fi»iire detta trin-
cea, ed armare con premura grande la medesima. Li 18 Ottobre
1798: arrivarono alami legni higlesi^ e ci aniio dato mille ottocento e
cinquanta fucili ci? cay e cxhdiXìno fornito con polvere, palle, pietre
focajie, e miccia. Dopo parecchi giorni, venne l'Armeraglio Inglese
Nelson. Allora la Squadra Portoghese partì, e ci lasciò per qualche
tempo con noi l'Ingegniere Pereira, ed un officiale d'artiglieria chia-
mato Don Matteo
Nel registro poi dei defunti di Casal Asciak il parroco « prò
temp. » lasciò scritto : (pag. 44) « Anno Domini 1798 Die vero 11
Seplembris.
Orta est magna rebellio Melitensium con tra Rempublicam Fran-
corum singulis oppidis reluctantibus illorum subire regi mini; qua de
re legati missi sunt ad utriusque Siciliae Regem, et Messanam appulsi
magna cum laetitia excepti sunt a Siculis, qui misere inde nuntios ad
Regem, isque incunctanter accessit ad ministrum Lusitan. scu Regni
Algarbiarum, illumque cum classe sua ad auxilium Melitensium
expedivit.
Die igitur 19 ejusdem mensis Septembris Lusitanorum lit^no-
rum no. sex, et navium onerariarum no. 8 nec non scaphum cum
tormento bellico, vulgo lance canoniere comparuit Melitam Insulam
obcingens et adversus Gallos una cum Melitensibus castra movit.
Die 5 Octobris die Veneris fausto marte cum Gallis militibus a classe
melitensium pugnatum est prope propugnaculum Cottonera, et magna
' caedes facta e Gallorum, nulla vero Melitensium. Die tandem 24
Octobris acics Anglorum pervenit, et una cuuì Algarbiis mansit
circuens lusuhim, et expugnato Gaulos — die 21 Novembris ex regione
Corradino iterum infausto marte ac magna cum coedc Gallorum
praeliatum fuit ; et ex inde amplius non exierunt Galli extra murob
praeliaturi. » •
— 256 —
la quanto all'armatura siamo stati arrangiati in qualche maniera:
ma circa le cose del vitto necessario per il mantenimento dei Batta-
glioni ed altro siamo rimasti fiacchi, e dubitavo che crescerà più det-
ta fìcchezza, e poi ho cercato di trovare qualche mezzo, e mi venne in
testa di formare un piano, di ricorrere a Sua Maestà Siciliana, per
darci del grano ed orzo a credenza sopra i beni di tutta l'Isola.
Dopo che io feci detto piano l'ho fatto mostrare al Provveditore,
al Capo di Battaglione ed a diversi altri. Li medesimi portavano
delle difficoltà, dicevano impossibile che averemo questa grazia, ed
il mio piano restò indietro. Frattanto il tempo passava ed il formento
sempre diminuiva. Allora volle la sorte che il signor assessore
Luigi Agius usci dalla Valletta, e venne ad abitire nella casa sua
situata nel Zeitun. Quando il medesimo ha girato, ed osservato,
venne da me, e mi disse : io osservai tutto, ma mi sembra, che di for-
mento siete scarsi. Risposi io al medesimo, molto siamo scarsi; replicò
il medesimo, e mi disse, siete in questo stato deplorabile, e non pen-
sate nulla ? Io riposi al medesimo, che serve il pensare, io già pensai,
ed ho fatto un piano, ma il proveditore, il Capo del Battaglione, ed
altri si scoraggirono, che non faremo niente: allora il medesimo Sig.
Agius mi disse, dove è il vostro piano ? Eccolo signore, e lo conse-
gnai, e detto Signore ha persuaso al Proveditore al Capo di Batta-
glione, ed altri. Come per fare questo bisognava avisare al publico,
allora il medesimo signor Agius ha preso l'incarico di scrivere detto
avviso, o sia Bando, ed io lo sottoscrissi, e l'ho fatto publicare nel
Zeitun, e' ho messo li afiissi nelle cantoniere. Quando passò il tempo
determinato, ossia fissato per i possibili contrari di comparire, allora
li Zeitunini, li Ghaschini, li Zabbarini, e li Gudiani abbiamo desti-
nato li Deputati afl^nchè partissero per supplicare a Sua Maestà delle
Due Sicilie ; e per grazia d'Iddio, siamo stati esauditi, ed abbiamo
ottenuto la grazia.
Allora quando cominciò venire in Malta il grano ed orzo li
altri Casali che non sono ingeriti nella deputazione pretendevano di
dover avere la loro quota, mentre che da noi associati si era fatta la
detta operazione ; perciò si fece il Congresso in giorno straordinario,
dove erano radunati i rappresentanti di tutti i Casali.
In detto Congresso, ogni rappresentante mostrò la necessità
precisa d'aver bisogno il grano ed orzo per il mantenimento della sua
popolazione e desiderava prendere ognuno la sua quota, ma io feci la
più forte resistenza perciò in detto giorno niente fu deciso.
L'indomani mi portai in Sant'Antonio per parlare al signor
Governatore Ball. Appena che mi vidde, mi disse siete venuto a
punto perchè già ho preparato per scrivervi di venire ; allora mi
disse, io so, che voi avete ragione di fare l'opposizione per non dare
— 266 —
il grano alli altri, ma voi non potete restare soli alla difesa, percic'i
bisognerà che siate uniti. Allor risposi io al signor Governatore per
questo son venuto qui oggi sapendo tutto questo che V. S. I. mi ha
detto, ma noi per averemo questo grano abbiamo jKJgnato i nostri
beni, mi pare che sia ragionevole prima di prendere (essi) il grano
facciano come abbiamo fatto noi, cioè impegnino i loro beni, come
abbiam impegniato noi.
Altra cosa pretendo, cioè che li associati del Zeitun, del Zabbar,
del Asciak e della Gudia avranno doppia j)orzione ; e l'istesso ave-
ranno doppia porzione quelli di Birchircara, perchè quelli sì associa-
rono con noi, ma la scrittura da loro fatta non fu presa dalli deputati
perchè poco fa furono partiti. Mi pare Signore che dette petizioni
da me fatte sono ragionate, perchè se si tratta quelli che pensarono
ed hanno fatto la loro diligenza, come si trattano quelli che non
hanno pensato a nulla, anzi perseguitarono detta deputazione, v
hanno fatto il loro i)ossihile per frastornarla, sarà allora un assur-
do (I).
Per quello succeduto dopo questo, cioè del Battaglione d'Arti-
glieria, delli cannoni, mortaje, palle, polvere e fucili, ed altra moni-
zione di guerra, mandataci da Sua Maestà delle due Sicilie, mi sem-
bra che non vi è bisogno di parlare, mentre sono cose note a tutti,
cosi ancora non vi è bisogno di parlare delle sortite dei Francesi,
ancora conosciute da tutti.
Nemmeno discorro delti tentativi, per dare li assalti.
(i) La conseguenza di questa rappresentanza si fu la publica-
zione dei vari distinti atti di ipoteca dei singoli Casali di Malta fatta
prima in ciascun parrocchia ed indi inserta per atti publici; — e quindi
negli atti del Notaro Alex. Patrizio Spiteri in seguito al congresso
del 27 Marzo si vedono date dal Governo Provisorio del Zeitun a
singoli Casali porzione delle 4200 salme di frumenti da loro portati.
Vedi contratti del 30, 31 Marzo, i, 25 Aprile contratti coi deputati
di C. Attard, Curmi, Crendi, Luca, Naxaro, Zurico. Zebbug, Musta,
Lia, Safi, Balzan. A sua volta i quattro deputati del Governo alla
Notabile, che avevan a 25 Novembre 1798 deputato il Marchesini)
Giuseppe De Piro ad acquistare le provigioni dalla Sicilia, e poi ai 22
Gennaio per i medesimi atti Spiteri avevan deputato e sostituito il
Barone C. Frangipane ed il figlio Marchese di Regalbono di Licata,
erano in grado a 18 Maggio 1799 di distribuire ai Governi proviso-
rii dei Casali porzione di 4000 salme frumento. Vedi contratti per
A. P. Spiteri a 18 Maggio concessione a C. Tarxìen, a 24 a C. Luca,
U 25 a C Bal2an eC. Zebbug, a 28 C. Curmi, i Giugno a C. Safi, gli
otto Giugno 1799 al governo provissorio di Birchircara,
— 267 —
Dico solamente che la prima sortita delli F*rancesi, per soccorso
alli soldati della Città Notabile fu li 3 Settembre, 1798. La seconda
sortita delli Francesi da Forte Manuel per attaccare li Carcaresi, che
campavano nel Harghar» fu nel giorno li 12 Settembre, 1798. La
sortita grande in generale contro tutti fu li 5 Ottobre, 1798. La quar-
ta sortita per attaccare Corradino e le sue parti era nel giorno del dì
21 Novembre, 1798 (i).
(i) Le seguenti sono alcune delle annotazioni registrate tra le
morti nelle parrochie di Malta: al Si^qeuì. 19 Sett. 1798 — Michele
F*arrugia di Gio. Maria d'anni 25 che fu mortalmente ferito nell'azione
contro i Francesi e portato all'Ospedale Saura morì, e fu sei)olto
a S. Paolo al Rabato ; 15 Decembre — Gio Maria Grech marito
di Maria, figlio di Rosario di anni 45 morto per ferita in guerra ;
II Gennaio 1799 Giuseppe V'assallo di Nicola marito di Maria d'anni
26 ucciso da canonata, e fu sepolto a Tarxien ; 12 Gennaio —
Antonio Zammit di Orazio di 56 morto di ferita nella battaglia —
Zebbitg. 2 Settembre 1798 Stanislao Lott d'anni 50 fu ucciso nella
commozione popolare ; 4 Ottobre. Salvatore Formosa ferito mortal-
mente nell'azione mori all'ospedale del Zebbug ; — 9 Ottobre Alberto
Velia di Salvatore di 21 anni ucciso «in Campo bellico» ; Lorenzo
Sciriha di Giovanni di Casal Zurrico d'anni 27 ferito in guerra mori
all'ospedale Zebbug ; Giuseppe Zammit di Antonio di Casal Gudia
di anni 20 «in Campo bellico, amputo pede» spirò ; 13 Novembre
Giovanni Magro di Salvatore di 20 anni «in acie bellica ta Saura fuit
occisus»; 12 Decembre. Enrico Sant di Giuseppe di anni 30 ivi ferito
morì all'ospedale del Zebbug; — t8 Decembre Michele Camilleri Fren-
do di Francesco di anni 40 ivi ferito morì; — 31 Decembre Sig. Fran-
cesco Azzopardi fu (ìaetano di anni 38 nel furor della pugna fu
ucciso — Gìidia. 5 Ottobre 1798. Antonio Ellul fu Giovanni di anni 40
mori in battaglia — Asciak, 21 Luglio 1800. Magri di Carmelo morì di
cannonata nella trincea tal Borg a Casal Tarxien — Birchircara, 5 Ott.
Antonio Wizzini di anni 60 morì nella mischia ; 6 Ottobre Vincenzo
Borg fu Salvatore anni 35 ed ai 7 Ottobre Giovanni Borg di Ignazio
di anni 19 ambo mortalmente feriti all'azione spirarono — Naxaro
22. Novembre. Pietro Ricupero fu Gius, di anni 18 morto di ferita.
Al Tarxien sono caduti in battaglia a 3 Ottobre Arcangelo Abdilla
di Alessandro del Zurrico : agli 8 Ottobre Domenico Consalvo
Drago Portoghese di anni 28 morto a Corradino ; 15 Ottobre
Antonio Musicau di Giuseppe ; 21 Novembre Simon Cuschieri di
Gioacchino del Zurrico, Paolo Cutajar di Giuseppe del Zurrico, Fran-
cesco Schembri di Francesco di Cospicua, Pietro Piscopolo di Giu-
seppe del Naxaro ; 23 Novembre Giovanni Bonici di Giuseppe del
33
— Ì58 —
IX.
Alcune note e fatti illustranti l'azione militare Haltese
Documento 38,
« Lavori straordinari fatti nel Campo del Harhar e sue frontiere,
che comprendeva la terza parte del Blocco di Valletta per terra, sotto
il comando di Vincenzo Borg, ed altri lavori fatti in ajuto delli altri
Campi, e frontiere somministrati dairistesso Borg come siegue :
a) Lavóro fatto per fabbricar cinque trincee colle loro batterie
come sotto si vede.
Una batteria chiamata ta litiiUa con cinque pezzi di cannone da
18 con un magazeno sotterraneo coperto con troglio a prova di
Zebbug a Corradino ; Decembre 3. Giuseppe Mannara di Lorenzo
del Zurrico, Pietro Pace di Cospicua ; 17 Decembre. Giovanni Cilia
di Giuseppe ed ai 12 Gen. 1799 Emmanuele Franciscus Portoghese di
anni 25 ; Al Zabbar 6 Ott. Paolo Scicluna di Gius. ; 8 Ott. Michele
Zammit di Ant. del Zeitun, 28 Nov. Lorenzo Cassar di Nunziato; 9
Dee. Pietro Ellul di Gius, spirato nella Villa del Vescovo Labini in ta
Sciolsia convertita in ospedale; 1 1 Gennaio 1779 Lorenzo Borg fu
Francesco del Zeitun di 40 anni, Pietro Psaila di Nicolò, Giacomo
Parnis di Giovanni del Zeitun di 24 anni ; Al Curmi 5 Gennaio 1799
Feliciano ossia Fedele Farrugia di Valletta di 32 anni morto di can-
nonata; ed a IO Febraio è registrata la tumulazione di un fucilato
nel piazzale detto la Torretta dietro sentenza del Consiglio di Guerra
maltese di sede a S. Giuseppe. Più tardi alla Micabiba, 12 Mag. e 2'^
Giù. 1800 registrarono P. Bianco di Pasquale, e Michele F'arrugia di
Giuseppe spirati nell'Ospedale « erecto provisionaliter ad commodum
adscriptis in Militia Brittanica ; Crendi, 3 Settembre 1798 Giuseppe
Borg di Orazio di 41 anni ucciso in « subjugatione civitatis Notabi-
lis », Vincenzo Barbara di Giuseppe ferito nella guerra coi Franchi
spirò aH'o'spedale Zebbug.
L'importanza e la riposta fiducia nel cronista Cachia, morto
dopo il 1835, ci sembra che meglio si desuma dalla seguente corri-
spondenza che or publichiamo e i di cui originali sono in Biblioteca :
St. Antonio ce i7me Jullet 1800.
Monsieur Michele,
Le General a ordonné quc vous trouviez une maison a Zeitun
pour un Hospital Regimental pour rArtillerie Angloìse qui sont a
present devcnu nombreuse. Monsieur le Chirugien General, vous
— 269 —
bomba, dell? capacità di cent'uoniini, ove fu inalberato lo Stendardo
Inglese per la prima volta nella Campagna di Malta.
Un'altra batteria chiamata ta Imrabat fabricata per quattro mor-
tari di bombe con magazeno sotterraneo a prova di bombe, che
poteva ricevere circa cent'uomini, ed un'altro magazeno sopra, pure a
prova di bomba, della capacità di ricevere circa vent'artiglieri.
La terza batteria chiamata ta Ghemmuna con nove ambresure
con altro magazeno grande.
Altre due piccole batterie chiamate, una ta Isciniy e l'altra
la Sc/iac Capparay fornite ciascuna con cannoni da i8.
Di più altro lavoro fatto nella fabricazione di due cento canne di
muro della larghezza di palmi quattro con banchina dietro per la
moschetteria nelle strade e posti avanzati all'inimico per impedire le
sortite contro la campagna, e venti cinque guardiole fabricate di
pietra per le sentinelle intorno al detto muro per il suddetto effetto.
fera voire quel maison conviendra le meìlleur pour cct effet et je vous
prie de faire sortir les habitans de la tout de suite : — A present que
nous avons tant de Troupes arrivez il ne faut plus etre delicate avec
ces gens (!!!) Il faut absolument qu'ils sortant sans delai — vous avez
deja Tordre de Monsicr le Gouverneur pour cet object.
Je suis Votre serviteur trés humble
J. VivioN, Assist. Quartier Maitre Geni.
A Monsr. Michele Cachia,
Raprest. de Casale Zeitun.
Da un attestato rilasciato, tra altri dal D. Emmanuele Ricaud
interprete di Sir A. J. Ball e compositore deiriscrizione sul Main
Guarda si rileva che il palazzo scelto per Ospedale della Guarnigione
Inglese sia stata la casa di villeggiatura dei Conti Agostino e Paola
Formosa de Fremeaux. Intanto questa lettera smaschera un pò troppo
la tattica di questo assistente del Ball.
St. Antonio ce 27me Fev. 1800
Monsieur Michele,
Je vous cnvoye l'ordre au Commissaire Generale a Casale Asciale
pour 40 planches pour les deux portes et les platformes pour les
niagazins à poudre à Zeitun : Je vous prie d'expedier cette petite
affaire sans delai. Je spere que par Samedi matin ce sera pret pour
recevoir la poudre. Je vous en prie aussi de ne pas oublier la place
pour la Forge auprés la petite Eglise des Charpentrerie, nomme
l'Arsenale. J e suis Votre Serviteur trés humble
J. VlVION.
A Monsr. Michele Cacalv, Raprest. de Zeitun.
— 260 —
b) Altro lavoro fatto per scavare tutti li canali di piombo allora
esistenti nel giardino di S. Antonio ed in altri luoghi e per squagliare
il piombo, e formare le palle, e li scartucci di fucile in numero di
trecentocinquantamila ; più lavoro fatto e consumo di tela per la
formazione di grandissimo numero di scartucci da cannone ; lavoro
de' maestri falegnami e ferrai, per formare un carro capace per tra-
sportare li cannoni che servì molto, non solo alla nostra frontiera,
ma pure alle altre e per formare una quantità di spuntoni invece di
fucili, poiché non vi era nelli primi mesi per armare tutti li uomini
abili a portar le armi. E lavoro fatto da due armieri, che erano
occupati tutto il tempo neiraccomodare le armi ; e lavoro fatto con
gran stento per trasportar cannoni dalla trincea di S. Paolo detta
la Mistra e da altri luoghi difficilissimi per armare le' mie batterie
nel campo del Ilarhardi fronte del Porte Manoel e Tigne ; per man-
tenimento di due giumente destinate per li corrieri per communicare
St. Antonio 7 Ottob. 1799.
Stimatissimo Signore, Si compiacerà far pablicare ed affiggere
al solito Taccluso bando. Di V. S. Stimat. affmo. Serv.
L'Ur. Felice Cutajar, Segr. di S. E.
P. S. E.ssendo vicine ad arrivare le Truppe Inglesi, e la Squadra
Moscovita, che vengono a soccorrerci desidera S. E. che ciascun
Rappresentante li dia presto nota distinta delle case tutte, che nel suo
casale si trovano vuote, e che con facilità possono vuotarsi per poter
essere abitate dalli Sigri. Ufficiali, che capiteranno.
Di più essendo quest'isola sotto la protezione di S. M. il Re
delle Due Sicilie ordina S. E. che in questa Campagna, sue trincere
e marine non debba inalberarsi altro stendardo, che quello di
Napoli, e che nessun Maltese portar possa altra coccarda, che la
Napoletana che è tutta rossa.
Lo stesso Cutajar.
Allo Stimat. Sig. Rapp. C. Zeitun
(Vedi Doc. 13 pCLg, 178. App. IV).
Si permette al Sig. Michele Cachia di poter pigliare dai Casini di
Casal Nuovo i travi necessari per il magazzeno, che si sta facendo
nella Batteria di S. Rocco.
St. Antonio 5 Decembre 1799.
Alex. J. Ball.
— 261 —
tutti lì avvisi necessari, e le spese che si fecero nella grande epidemia
cioè l'ajuto dato e somministrato alli ammalati, e le spese per tra-
sportare e seppellire li cadaveri che erano per piìi mesi, e per diverse
altre precauzioni prese, e per la spesa fatta per causa delli feriti nella
j^uerra, sebbene mai vi sono stati in gran numero.
e) Ajuti dati alle altre frontiere con sommo stento da Vincenzo
Borg.
Lavoro fatto per trasportare le due Colombrine di bronzo por-
tate dalla torre di Cornino in Birchircara, e da questa furono subito
spedite nel campo e frontiera della Samra rimpetto le Porte della
Valletta. Questo fu nelli primi giorni della guerra, perchè fino
allora non vi era alcun pezzo d'artiglieria in quell'importante luogo.
LavoFO fatto per mandare un cannone da i8, preso da S. Giuliano in
Corradi no, portato con gran stento, perchè non vi era il carro pronto
nelli primi giorni in quel luogo considerata allora mélio importante.
Stimatissimo Signore,
I! Signor Capitano Pereira mi dice scrivervi di trovarvi oggi
alle ore sette dopo pranzo nella trincea ta Samra. Datevi la pena di
far capitare Tacclusa al Sig. Cap. Akesti.
St. Antonio i6 Maggio 1799. Vostro Affmo. Serv.
Allo Slimo. Sig. e Pne Colmo
Il Sig. Michele Cachia — Zeitun.
Felice Cutajar.
A 22 Aprile 1799. Il Signor Michele Cachia ha consegnati
scudi trecento novantacinque diritti di passaporti portati dalla cassa
di Marsascirocco esatti in parte del fu Giovanni Azzopardi ed in parte
da Giovanni Bugeia.
Alex. J. Ball.
Illmi. Signori,
Desiderando domani trasportarmi nel Zeitun per far visita alle
Sigric. LL. e vedere i volontari d'onore, ho determinato di trovarmi
alle ore due, per mangiare soltanto una suppa al pasto del Col. Car-
dona, un bollito ed un pezzo d'arrosto nient*altro assolutamente.
Raffermandomi con ogni stima. Delle SS. LL. Devmo. ed Ob. Serv.
Alex. J. Ball.
Notabile 25 Marzo 1799
A SS. 111. Sr. Maestro Michele Cachia
Capo del Bne. del Zeitun e Suo Rapp. Zeitun.
— 262 —
Una gran quantità di scartucci da fucile dati al Comandante Vitale
per l'attacco della Cottonera, ed altrettanto dato al medesimo di
scartucci per l'assalto della Senglea. Due carighi di piombo ed un
carro dato alla frontiera di Casal Zabbar in fronte alla Cottonera, che
servì per le palle da fucile in quelle parti. Lavoro fatto da falegnami
e vetrari per la formazione di tre fanali grandi, che lurono collocati
uno nel Porto S. Paolo, l'altro nella parte di casal Zabbar, ed il terzo
in S. Giuliano, questi servivano di notte per avvertire alli bastimenti
di non entrare nel porto di Valletta per via del fanale di S. Elmo; e la
quantità grande di scartucci mandati nella Valletta per Tassalto di
questa meditato dalla parte di Marsamuscetto.
Vincenzo Borg. »
Dall' originale presso i discendenti del Borg che comincia :
« Un soldato in tempo del blocco di Valletta nel Campo del
Harhar costava pel Governo circa due tari e dieci grana al giorno. »
Monsr. Le Chev. Ball fait bien ses complemens a Messieurs les
Deputés de Malte — il sera chez lui demain a dix heures du matin et
il aura grande satisfaction a Leur rendre tous les services dans son
pouvoir. 17 Clifford Street 16 Feb. 1802.
A Monsr. le Marquis de Testaferrata et les Deputes de Malte.
« Noi Alessandro Gio. Ball Com. in Cap. l'Isola di Malta e Gozo.
Essendoci ben nota la vostra capacità ; ed onestà di Voi Michele
Cachia, e volendo ricompensare li vostri travagli, e fatiche sofferte
nel tempo della presente insurrezione, durante la quale vi siete di-
portato da fedele ed attivo patriotto, vi conferiamo l'impiego di Capo
Mastro dell'opera con tutte le prerogative ed emolumenti annessi a
tale impiego.
Dato nel Palazzo di S. Antonio nostra residenza li 31 Luglio 1799.
L. )J< S. Udr. FcE. Cutajar, Segretario.
Alex. J. Ball.»
Del Cachia possiamo aggiungere che ebbe a 9 Febraio 1801 la
medaglia d'oro. Ai 23 Ottobre riceveva il diploma del R. Comm.
Cameron che diceva « informati della servitù e fatiche prestati da Voi
Michele Cachia in favor della patria durante la scorsa insurrezione vi
creamo e nominiamo Capo Maestro per tutto quello occorrerà per li
beni rustici amministrati dalli amministratori de beni publici... » A i
Gennaio 1803 veniva scelto per uno degli amministratori dei Beni
Publici egli si dava l'amministrazion delle fontane al salario mensile
di scudi 41 e tari 8 come da lettera di Governo dei 21 Scttem-brc di
quell'anno.
— 263 —
Poteva ciò dirsi anche degli altri Campi, come si evince dal seguente
certificato :
« Antonio Madiona di Cario,
« Trovasi arrollato col Battaglione della prima frontiera del-
l'assalto delle Città di Malta col l'assegnamento di scudi sessanta
maltesi ogni anno vitalizi dopo rese le Città.
Dato dal Campo di S. Giuseppe, li 8 Febraro 1799.
Èmmanuele Vitale, Gen, Com,^
Doaimento jg.
Relazioiie fatta da Santo Formosa capo del Battaglione del Zur-
rico, e di Corradino di tutto quello fece in occorrenza della Rivolu-
zione contro dei Francesi accaduta nella Campagna dell'isola di
Malta li 2 Settembre 1798.
Sin dai primi momenti della rivoluzione è stato egli scelto 'per
capo del Battaglione di detto Casal Zurrico, il quale con no soldati
del medesimo Casale è stato il primo, che si portò all'assalto della
Città Vecchia di quest'Isola di Malta, ed allora gli si accordò per
ordine del commandante di detta Città il signor Èmmanuele Vitale
tre uomini per servirgli di guida, di cui uno di loro di nome Marozzo
cessò di vivere nell'assalto d'un colpo di scioppo nelle tempia, ed al
momento che arrivò sul luogo ad un'ora dopo mezzanotte fece po-
stare ed arrangiare i suoi soldati per l'assalto della parte del Nord,
ove c'erano l'alberi, e frattanto che stavano per avvicinarsi ai bastioni
arrivarono 65 soldati con lui sul far del giorno, e felicemente ad onta
del gran fuoco, che fecero sopra di lui e sopra i suoi soldati seguaci,
gli riusci di prendere questa città, e nell'ingresso fece passare a fìl di
spada tutti li uomini ritrovati da ogni lato, e di cui molti erano
nascosti allora egli colla sua propria sciabola ammazzò 24 inimici e
nell'ultimo la sua sciabola si ruppe dalla metà. Allora essendo fatta
questa vittoria il suddetto commandante Vitale gli fece offrire da tre
Baroni una ricompensa di mille e seicento scudi maltesi, dei quali non
ha ricevuto somma alcuna. Prima però d'andare all'assalto della Città
Vecchia procurò di dar commissione per mandare in Napoli una
barca speronara maltese per dar parte a quella Corte della Rivoluzio-
ne, e di notte tempo in quel giorno fu mandata una speronara padro-
neggiata da P. Giuseppe Cutajar con lettera per implorare l'opportuni
soccorsi (i). In seguito, nel medesimo giorno 3 Settembre dopo la
(i) Da un ricorso conservato tra gli ordini originali del 1800
nell'Ufficio del Recivitorc apprendiamo chi era uno degli ambascia-
tori : K Eccellenza, Clemente Mifsud Bonnici Servo Umo. di V. E.
si fa lecito rammentarl<i di esser stato lui quegli, che nel principio
— 264 —
Vittoria continuò egli il suo camino per l'assalto della Cottonera con
un altro capo Alessandro D'Amato suo compagno, e con un seguito
di trenta soldati che erano nell'assalto della Città Vecchia ; ma prima
di partire fece tagliare tutti gli alberi che servirono per scalare, e
fece murare una porta detta la mina per impedire ogni soccorso
dell'inimico e fece inalzare più alti li bastioni per esser più inespu-
gnabili. E ciò fatto seguitando detto suo camino per l'assalto della
Cottonera, in arrivarvi il Battaglione che g-i era vicino prese la rotta
sopra di lui, e non ha potuto allora continuare l'impresa per il gran
fuoco dei schioppi da sopra le nemiche fortificazioni, che fecero sopra
detto Battaglione. Indi s'impadronì del Posto di Corradìno, e che
l'ha difeso continuamente per tre mesi e mezzo, ove ebbe la disgra-
zia di trovarsi sotto una bomba, che trapassò tre piani e cref)ò nel
luogo dove egli era, da cui fu ferito nel piede sinistro e dalle rovine
dein tre piani caduti su di lui, da cui gli riusci di trarsi fuori. Fece
allora mettere in sicuro tutte le armi e polvere che si trovarono in
questo luogo, trasportandoli più lontanto in Casal Nuovo con la
Batteria di 4 pezzi di canone di 18 di calibro, e fece mettere in vece
loro in Corradino 4 pezzi di canone di 6 di calibro. Ma allor cadde
ammalato colla febbre terzana e colla sua ferita, si ritirò in casa sua per
curarsi e dopo 32 giorni guari perfettamente, ed indi continuò nel
medesimo posto col suo Battaglione. In tutte le sortite fatte dai
della passata rivoluzione si è portato in Napoli spedito dal Governo
Maggiore della Città Notabile a S. M. e.dalla munificenza della quale
ottenne l'esponente il tutto a favor della Nazione. L'esponente fu
anche nell'Ospedale del Zeitun nei principi della suddetta rivoluzione
col vanto di aver sparagnato a quell'Ospedale più di scudi 400, oltre
di aver guarito tutti gl'infermi che vi erano, e di aver scoverta la
cagione del pestifero male d'allora. Egli nei primieri tempi della
già rivoluzione fu arrolato nei Battaglioni Nazionali con essersi anche
portato varie volte fino sotto le mura inimiche tra le canonate e fuci-
late in tutti li fatti d'arme, attacchi ed assalti in qualità di capo della
sua gente, che lo seguiva senza aver costato nessun interesse ai rispet-
tivi governi come si comprova da 4 attestati che originalmente
saranno presentati a S. E. Regius Commissarius Insulas Melitae et
Gaudisii regens. Avuta in voce la relazione, ricorra il supplicante
occorrendo la vacanza di qualche impiego. Dato in Palazzo die 31
Julii 1801. S. Zammit, Auditore. Segue poi il rescritto'.
Accordiamo all'oratore l'impiego di che provvisoriamente sotto
l'ispezione del Capo Maestro Antonio Cachia col salario di scudi 15.
mensuali dalla nostra Segreteria. 7. Agosto 1801,
— 266 —
nemici in Ca^al Zabbar ed in Corradino sì trovò sempre presente e
procurò di fare una bellissima difesa, egli è riuscito di far retrocedere
e prendere la rotta all'inimico in ogni sortita con gran vantaggio, e
frattanto seguitò nel medesimo posto.
Inoltre esso Santo nello sbarco dell'armata francese in questa
Isola di Malta si trovò nel regimento della Milizia di detto Casal
Zurrico, il di cui colonello era il cavalier Jurdain, e suo fratello era il
maggiore, e vedendo egli che (luesto colonello faceva molti distacca-
menti dal medesimo regimento e parlare in secreto con un altro cava-
lier Francese chiamato Dupin che era capo della trincera detta Lehtri-
ce nell'ingresso del Porto di Benghisa, e come capisce egli un poco
di francese, ed avendo inteso dire parlando tra di loro questi officiali
— che noi fra di noi c'intendiamo — allora cominciò a sospettare di
qualche tradimento. La loro maniera di manovrare lo fece mettere più
in dubbio, e vedendosi scartato dal corpo di detto reggimento, e
spedito più lontanto con un distaccamento nella detta Trinciera, ed ivi
volendo ben difendersi e far tirare sull'inimico il detto capo di questa
Trinciera voleva che si abbandonasse il posto. Allora vedendo egli
un nero tradimento gli tirò un colpo di schioppo e cessò di vivere,
indi subito fece fare la difesa che ha potuto, e vedendo occuparsi
tutti li posti dai nemici senza potersi difendere ed il Reggimento di
detto casale messo in rotta, fu costretto di ritirarsi e si diede premura
di seguitare il detto colonello per vendicarsi di lui, ma prendendo la
rotta per la Città Valletta con suo fratello non gli riusci di raggiun-
gerlo e gli scappò.
Ecco tutto quello che Santo fece ed operò in occorrenza di
questa guerra in cui dimostrò il più fedel patriottismo coi suoi pati-
menti, ed i buoni vant^iggì che recò alla nazione.»
Si attesta da me infrascritto che veramente il detto Santo Formosa
è stato uno dei primi che si è cooperato in vantaggio della Patria con
essersi trovato dei primi nell'assalto della Città Notabile, ove si dipor-
tò con tutto valore e coraggio. Indi si portò in Corradino ove restò
fìsso come capo, e lo tenne in buona difesa ed in tutti li tentativi ed
assalti si portava sempre ma in compagnia dei suoi soldati, e restava
sempre sotto la mia subordinazione essendosi sempre diportato da
bravo valoroso. Questo è quanto del contenuto posso accertare.
E.MMANUELE ViTALE allora General Comandante.
Io infrascritto altre volte Rappresentante e capo di battaglione di
Casal Luca, ed Ispettore di Corradino fo fede come vSanto Formosa si
portò da famoso guerriero nell'uscita fatta da Francesi contro Corra-
dino, mentre il suddetto con poca gente sostenne Timpeto del nume-
roso numero dei suddetti francesi, e ciò a motivo, che in quella mat-
tina la soldatesca di Corradino si era portata nelle marine per traspor-
34
— 266 —
tare dei cannoni nella Trinciera tal Borg, e difatti |X)rtandomi io
subito con il mio Battaglione in Corradi no a dar soccorso trovai al
suddetto Santo che combatteva, da bravo soldato, ed incorag>(iva
alli suoi di rompere i detti Francesi come poi si ottenne la vittoria ;
ed attesto come il suddetto Santo nel assaJto di detta Città Vecchia si
era portata da bravo e coraggioso soldato.
In fede dico. Dalla Città Vittoriosa questo dì 20 Ottobre 1801.
Dr. Giuseppe Casha, Luogt. in detta Città Vittoriasa.
Io infrascritto Luogotenente di Casal Zabbar attesto di esser
vero il su narrato, 20 Ottobre 1801. Agostino Said.
In considerazione del su narrato si continui la paga di scudi
dieci mensili al suddetto Formosa da Maggio scorso. C. Cameruv.
Dal volume « Ordini e Decreti orip^inalii^ neir Ufficio del Ricevi-
tore Generale di Matta 1 800-1805.
Documento 40,
Note del G. F'abri più tardi Luogotenente del Borgo Vilhena.
« Il campo del Gharghar, composto del battaglione di Birchir-
cara e Musta, cominciava da S. Giuliano fino al di sopra della
Misida alia collina Ta Xòiex,
Campo del Hamrun era composto d'un battaglione di molti indi-
vidui della Valletta e delle tre città ; mentre il battaglione del Zeb-
bug e quello del Naxaro formavano la Trincea ta Sanira come posto
avanzato. Il campio ta Samra, composto dai battaglioni del Zebbug,
Siggeui e da diversi altri individui copriva la linea della strada di S.
Giuseppe fino alla Marsa e sotto Corradino.
Da Corradino intorno alla Cottoniera vi erano due campi com-
posti dal battaglione della Notabile Rabato e Casal Dingli, e del
quale era comandante generale il Signor Emmanuele Vitale.
Fungeva da ingeniere Vincenzo Chetcuti. Giovanni GaWies ed
un altro avevano l'incarico di tirare contro i vascelli nemici nel |X)rto
di Marsamuscetto con palle infocate.
Trincea tal Bor^, aveva 5 cannoni di ferro, fatti nella fabbrica
di S, Gervas e portati dalla Cottoniera. Maestro M. Cachia ingegnere,
Alosio Manuele e suo figlio Pietro Manuele (capi artiglieri).
Poi furono spediti dai Napoletani e sbarcati li 7 Deceinbre i79«^
2 mortari di bombe di 6 pollici, e 70 fucili. Insieme con questi arri-
varono pure il Signor Cardona, colonello dell'artiglieria, na}X>litano,
e il Signor Alberto Diodat ingegniere ed altri uiìficiali Napolitani.
Venuti i Porto^srhesi, furono sbarcati 500 fucili d'abbordo d«l
vascello del Marchese di Nizza con tutte le munizioni.
-- 207 —
Poi da una barca inglese furono portati 2 mortari di 9 poNici, e
indi un altro mortaro che si situò dentro il palazzo di Oorradino.
Si posero poi nella trincea Tal Borg 2 fusicri che sparano
colle granate, 5 cannoni di 1 8 calibro, 4 pezzi di 18 calibro, che
vennero posti sotto la batteria Tal Borg in un'altra batteria.
La gente dei battaglioni che guarnivano la trincea Tal Borg
erano obbligati di fare quattro ore di guardia per ogni battaglione.
La trincea di Corradino, detta della Campana, guardava la
strada che viene da dietro la Senglca, aveva due cannoni di 8 calibro
portati dalla vecchia trincea di Xiorb il Ghagin.
Dentro Corradino, v*era la trincea del palazzo che guardava la
Cottonera, era fornita di 2 pezzi di cannone di 8 calibro, e situati
alla porta del palazzo, che guarda Ghain Duieli. Più sopravento del
|)alazzo v'eran altri 2 pezzi che guardavano la Marsa e il molo della
Città.
Zeitiin. In questo casale v'era una batteria, detta della Croce e
situata dirimpetto alla Chiesa con 2 cannoni di 8 calibro. Due batte-
rie, dette tal Caspio, vicino la chiesa di S. Clemente, con 2 pezzi di
8 calibro, che dominava la strada della Cottoniera e del Zabbar.
Tre batterie, dette Tal Fax vicino la chiesa vecchia di S. Gre-
gorio, che davano per sopra la strada di Marsa Scala, con 2 pezzi
pure di 8 calibro.
Il primo cannone che si trasportò a Corradino fu quello della
piazza di Santa Maria del Zeitun, che al tempo deirOrdine serviva di
scuola e di esercizio.
Si calcola che i Francesi durante i due anni d'assedio abbiano
tirato 22300 fra bombe e granate, e 81000 palle.
Campo Generale formato in San Giuseppe,
I. Comandante Generale — Canonico Don Saverio Carnana.
Secondo in comando — Signor Salvatore Bonanno.
Assistenti — Signor Luigi Britìfa e Giuseppe Rogemund e altri.
Provveditori del campo — Luigi e Francesco Psaila.
Cancelliere — Giuseppe Brignone.
Ingegneri — Pietro e Saverio Xerri con diversi altri ufficiali
civili e militari.
Giudice — Dr. Stefano Assenza.
Fiscale Vescovile — Dr. Uber con altri componenti il tribunale
residente nel campo Generale di S. Giuseppe.
Campo avanzato della Samra,
a) Comandante — Angelo Cilia.
Com. in seconda — Isidoro Attard ed altri.
Chirurgo — Antonio Muscat.
Cap|:>ellano — Fra Antonio Baldacchino.
— 268 —
Questo campo era il più importante, essendo il più avanzato, in
fronte a Porta Bombe, trincerato ed attorniato da una forte batteria:
aveva circa 600 persone e sempre vegliato.
Parte di Levante intorno la Cottoniera,
ò) Comitato di Casal Zeitun. Persone componenti il governo:
Comandante le truppe — Negoziante Giuseppe Abela.
Provveditore — Negoziante Giovanni Azzoppardi.
Capo ingegnere e poi rappresentante — Signor Michele Cachia.
Consultori legali — Dr. Luigi Agius e Dr. Vincenzo Borg e
Dr. Salvatore Montebello.
Depositario — Negoziante Gaetano Bugeja.
Segretari del Comitato — Giuseppe Diacono, Pietro Pace e
Camilleri.
Capitano del Porto di Marsascirocco — Neg. Giuseppe Bugeja.
Magaziniere — Angelo Bugeja ed altri civili e militari.
Nella chiesa vecchia di S. Gregorio si formò un ospedale gene-
rale pei campi delle parti di levante. In Casal Zebbug si formò un
comitato di persone molto rispettabili e parte di queste assistevano
pure al campo di S. Giuseppe.
Capo del Battaglione — Angelo Cilia.
Provveditore Generale — Aromatario Gabriele Pullicino.
Deputati del Comitato — Barone Fournier, Dr. Luigi Caruana,
Dr. Carlo Caruana, Luigi Briffa, Notaro Pietro Butigieg
( poi rappresentante ) ed altri.
Qui si formarono due ospedali.
In Birchircara si costituì anche un comitato ed un campo che
superava sempre le 500 persone e sempre in attivo servizio.
Comandante il campo e poi rappresentante — Vincenzo Borg.
Capo del Battaglione — Pietruzzo Camenzuli.
Secondo — Giuseppe Scicluna.
Ajutante — Giuseppe Pace ed altri.
Le fortificazioni erano divise in due grandi linee : a diritta
la linea Musta, Birchircara, S. Giuliano e Misida col campo dì S.
Giuseppe, della .Samra, della Misida, di Corradino fino al fondo della
Marsa. A sinistra, le batterie ed i campi del Zeitun, Tarxien e gli
altri casali fino al Forte Ricasoli.
Oltre le trincee e batterie su nominate, al Zabbar vi furono
erette una trincea sotto la statua della Madonna con 2 pezzi di arti-
glieria; Due trincee nella piazza vicino la chiesa di San Rocco e nella
piazza che dà per la strada detta Ta Uied il Ghain\ Trinciera,
detta di San Rocco, dirimpetto al P'orte Ricasoli e sopra rimboc-
catura del Porto, con 2 cannoni di calibro 6,
— 269 —
Poi si fece la gran trincea detta di San Rocco con 5 pezzi di
calibro 12, e 2 di calibro 8.
Ospedali formati nel Radalo,
T. Il Convento di S. Domenico, grande Ospedale.
2. S. Spirito colla chiesa e Saura.
3. Chiesa di S. Sebastiano.
4. Altra chiesa.
5. Chiesa di Sta. Agata.
6. I* Collegio fu Ospedale e Ricovero della gente di città.
{DalV originale presso la famiglia del fu A, E, Caruana),
Documento 41,
Con quali mezzi sorgevano le fortificazioni ?
Salvatore Camilleri della Valletta orefice rappresentava al Regio
Commissario Cameron nel 1802 che nell'insurrezione gli furono de-
molite le mura di una sua clausura sul promotorio della Sliema deno-
minata ta Lemòi,^ che ivi fu eretta una trincera prevalendosi di tutta
la terra e dei muri di detta clausura cagionandogli il danno di scudi
2260. Erasi questo Camilleri arruolato nella milizia combattente ed
era il capo artigliere della batteria detta dei Gesuiti dal sito ove era
fabbricata alla Marsa. Il ricorso termina col provedimento dato dal
R. Commissario: < Si diano all'oratore scudi dieci al mese dalla Te-
soreria. 18 Maggio i8o2. Charles Cameron. » Exi il ricorso è munito
dei seguenti attestati :
« Io infrascritto fo piena ed indubitata fede a chi appartiene
vedere la presente, qualamente Salvatore Camilleri da quando fu
fabbricata la fortificazione dei Gesuiti era il primo capo d'artiglieria
senza aver preso mai alcuna pitanza dal Battaglione Curmi, come
avevano preso li altri simili. Oggi li 7 Febraro 1801.
Stanislao Gatt. >
€ Si fa fede a chiunque spetta vedere la presente che il signor
Salvatore Camilleri della Valletta ritrovandosi in campagna nel
passato blocco da se stesso si è esibito per adoperarsi in favor della
buona causa. Egli infatti fece il modello della Trincea della Marsa,
e di più fabbricò a sue spese ivi la casamatta, fece due modelli ele-
vati di cera delle città Valletta, Cospicua, Vittoriosa e Senglea con
tutte le loro fortificazioni per dare del lume ai signori Inglesi che ci
soccorrevano e diriggevano ancora. Egli ha fatto molti ordegni
riguardanti Tartiglieria, e sono stati di molto vantaggio in quelle
critiche circostanze. E questo tutto l'ha fatto senza verun interesse
— 270 —
del Campo, vivendo sempre a sue spese. E per essere ciò verissimo
mi sottoscrivo di proprio pugno. Oggi 23 Settembre 1801.
Can. Saverio Caruana.
{Dal Mss, Ordini e Dccteii 1801-1805 nell\Ufficio del Ricevitore
Generale),
Nessun vestigio più rimane di queste improvvisate fortificazioni
di cui alcune furono immediatamente fatte togliere. Delta demoli-
zione del Palazzo Corradino troviamo memoria in un ordine del 21
Gennaio 181 1 «Sua Eccellenza, il Regio Civile Commissario ha
ordinato che il vecchio e diruto Palazzo di Corradino sia demolito e
che tutte le pietre dello stesso, e tutto il materiale che si ricaverà
dalla sua demolizione siano impiegate alla nuova strada, che si deve
formare in mare, vicino il medesimo Corradino. »
Da una memoria della Contessa Bologna presso il Conte della
Catena Sir Gerald B. Bologna Strickland ricavasi il come gl'insorti si
provvedevano dell'occorrente per i bisogni militari. Presero la grande
casa primogeniale Bologna nella piazza della terra Siggeui per servizio
del Battaglione di detto Casale e per magazinaggio dei viveri tenendo-
la per tutto il tempo del blocco. «Dal giardino e terra tal Caruja sivc
tal Catina posti nei limiti della Gudia sono stati svelti tutti li alberi
per ordine della deputazione e rappresentanti di detto Casale Gudia e
distribuiti alli fornari per cuocere il pane per servizio del Battaglione...
(le si prese) il palazzo situato tra li limiti di Casal Attard, e quelli di
Casal Lia nelle vicinanze del giardino di Sant'Antonio per il corso di
mesi dieciotto. Il suddetto Palazzo è stato in tempo di detto Blocco,
prima preso per servizio militare e poi trattenuto dal Governo per il
corso di mesi dieciotto... si demolirono i muri di varie sue terre tra
cui quello della clausura ta Scibiesch poste sotto il tiro del cannone
per il passaggio dei soldati... »
Documento 42. Alcuni ordini.
a) Li 2 Novembre 1798 — Per ordine dell'armiraglio Inglese
confermato dai Capi Generali di questa Isola di Malta si da pieno
permesso al ferraro Garzia di prendere da Sant'Antonio, vetri piombo
corde e tutto ciò che abbisogna per farne due grandi fanali in custo-
dia delle nostre spiaggie marittime. — Vincenzo Borg.
^J A 17 Ottobre 1798— Si da a Giovanni Aquilina una quantità
di torzi ossiano fridur ed altre cose che il latore ci dice ad uso e
servizio dell'armiraglio Portoghese. — Giuseppe Azzopardi Capitano
di Porto S. Paolo.
— 2T1 -.
e) D'ordine del capo Generale di S. Giuseppe provedete al latore
della presente con erbaggi. — Salvatore Bonanno 14 Ottobre 1798.
d) 14 Novembre 1798.— Si permette a Carlo Said di portarsi
con somaro in Sant'Antonio, e portar la terra di carboni che vi è per
uso dei ferrari'di S. Giuseppe. — Dal Campo di S. Giuseppe. Brignone
per Caruana.
e) Giovanni Cauchi sia proveduto di legna da brugiare da S;
Antonio per liquefare il piombo pec uso del campo, purché non si
toccano legni di cosrtuzione. — Dato da S. Giuseppe li 5 Febraio 1799.
Brignone per Caruana.
/) 3 Gennaio 1799 — Sia proveduto il latore delle lastre di alcuni
vetri che servono per le truppe, e latta per fanali. — Caruana.
g) Il latore si proveduto di tavole da S. Antonio per uso del
campo. Dato da S. Antonio li 8 Feb. 1799. Brignone per Caruana.
k) Prenda dal Giardino di S. Antonio una porzione di legna da
brugiare per continuare a lavorare i^er servizio de' Campi, e prenda
dal palazzo tutta la stoppa che trova nelle sedie o altre. Primo del
1799. Can. Caruana.
i) l^ Ottobre 1798 — Il Giardinaro di S. Antonio somministrerà
un carrico per ogni Battaglione de* tre Casali circonvicini giornal-
mente. — Can. Caruana.
k) E' autorizzato Maestro Michele V'assallo a mandare dal Giar-
dino di S. Antonio fagioli per uso del Campo. 22 Novembre 1798.
Can. Caruana.
j) 7 Ottobre 1798 — Sarà lecito a Cloru di valersi della stoppa
dal palazzo di S. Antonio che trovasi in cuscini per farne le miccie. —
Can. Caruana.
i) Consegnerete al lator della presente un sacco di limoni, e una
quantità di peterave e, se vi sono erbe particolari, anche certa quan-
tità per presentarsi al Comandante dell'armata Portoghese. — Can.
Caruana.
mj ig Novembre 1798 — Al Maestro ferrajo Paolo Teuma.
Riceverà dal latore li ferri che vi mandiamo per farli in opera in
quello che si possono servire ; e se la grada che essa m*ha indicato
trovasi in qualche loco diruto, che poco potrà servire, ed a noi sia
necessaria, la potrà svellere. Fate di essa quello che abbiamo di biso-
gno ; e vi prego di farci una mannarctta che a noi sia necessaria. —
Can. Caruana.
OrigÌ7iali presso la famiglia del V, Borg, da vie copia tu
Volendo il Ball usare del Palazzo di S. Antonio per propria
residenza quando ebbe l'approvazione del Nelson e del Re di Sicilie
d'installarsi Capo dei Maltesi spediva il seguente ordine per rifornire
lo svaligiato palazzo.
— 272 —
Signori Capi delli Casali Attard, Lia, Balzati e Birchircara,
Si contentino dare tutti li ajuti necessari, e che saranno richiesti
dal Signor Conte Luigi Maria Gatto per poter ritirare da qualunque
luogo tutti li mobili et utensili, che esistevano nel Giardino di S.
Antonio spettanti al Gran Maescro dell'Ordine Gerosolimitano, e tutto
altro ajuto che richiederà per poter fare li necessari concini nel detto
Giardino. Dal palazzo di nostra abitazione nella Notabile li 27 Marzo
1799. Il Comandante in Capite dell'Isola di Malta e Gozo,
Alex. J. Ball.
Gli originali dei doc. dal h al ni sono presso il conlino Fed.
Caruana Gatto L.L.D. e gli altri presso il di lui padre conte di Beber-
rua presidente attuale dei nobili titolati Maltesi.
Sant'Antonio li 22 Luglio 1799-
Signor Capo della Samra,
Vi compiacerete per ordine di Sua Eccellenza il Signor Conile.
Ball mandare col Signor Giuseppe Fa bri, e sotto la sua direzione,
questa sera quaranta soldati per eseguir certa commissione.
J. VlVION.
A Sant'Antonio li 27 Agosto 1799-
Al Sig. Capo di Corradino, e del Borg,
Per ordine di Sua Eccellenza il Signor Comandante Ball, avrete
la bontà di fornire al latore della presente il Signor Giuseppe Fabri
le persone di cui sarà bisognievole per fare un falzo attacco intorno
la Cottoniera, in quell'ora, che il Signor Comandante ha ordinato.
J. VlVION.
Island of Malta ist June 1799.
The Bearer hereof has charge of Despatches of some conse-
quence for Admiral Lord Nelson, Sir William Hamilton and Captain
Ball of H. M. S. Alexander, The Undersigned therefore hopes, that
every protection and assistence will be afforded him by the Com-
manders of HisBritanic Majesty's Ships and Cruizers, as well as advice
how and where to proceed with the least probable loss of time.
J. VlVION.
Royal British Artillery.
The Commanders of His Britanick Majesty's Ships of war, Cruizers.
Dagli Originali presso la famiglia del fu A, E, Caruana,
Mon cher Monsr.,
J'ai recu la lettre interessante que vous m'aviez ecrit aujourdui,
qui demande bien de reflexion, et pour la quelle Je vous dois becau-
coup d'obligation. Je suis a l'ancre pres de St. Paul ou Je resterai
jusqu'a demain au .soir si vous pouvez venir sur mon bord deniain
matin, Je vous serai tres obligè. Un Vaisseau et une Fregate sont
arrivé ici pour me joindre avec de depeches de grand consequence
— 273 —
que Je suis obligé a repondre et il faut que je offre ce pour excuse de
cet lettre si courte. Adieu croyer moi toujours avec beaucoup de
stime. 4 Febr. 1799. Votre ami et serviteur, Alex. J. Ball.
(tergo) A Monsr. V. de Borg Chef de Gharghar.
Signor Vincenzo Borg — S. E loda il vostro zelo, approva il
vostro sentimento di murare le porte del nuovo mulino per impedire
qualunque inconveniente, anzi vi prega di prendere la cura di farle
murare. In quanto alle risse tra i vostri soldati, e quelli di Casal
Lia si darà provvedimento.
Per dimani non potn^ alcuno di questi signori ufficiali portarsi
per vedere la rassegna delli vostri soldati, onde fatela liberamente
senza aspettare alcuno. Offerendomi intanto a vostri comandi.
Di V. S. — St. Antonio, 5 Settembre 1799.
(Orij^. fam. Borg), Affmo. serv. vostro Cutajar, Segretario.
Quanto alla distribuzione del pane abbiamo i seguenti documenti:
Bando.
Alla prima distribuzione del pane da farsi in tutti i battaglioni si
deve osservare questa legge, che dal pane di quei che o i>er
malizia o per mancanza non portano fucili, si debba scemere un
quarto di pane giornale, e si deve aggiungere a quei che hanno il
fucile, badando sempre ad evitare le frodi che possono commettere i
bricconi e mangia pani. I canonieri e la gente delle guardie conti-
nueranno avere il solito pane.
Dal Campo Generale di S. Giuseppe li 24 Decembre 1798.
Quei che portano spuntone, spada, sciabola o pistola prenderanno
il solito pane (i).
Chi non fa la sua guardia, non la può supplire che per la gente
del Battaglione che sarà franca.
Can. Caruana.
(L'originale nel Museo di Valletta).
(i) Il registro della distribuzione giornaliera del pane dal i
Agosto 1791 al 13 Settembre 1800 ai soldati del battaglione della
Notabile ed altri si conserva tuttora nell'ufficio del Registro Publico
tra le carte dell'antica Università segnato oggi col numero 204 «Uni-
versità». Il Vitale sul pane prendeva a nome déiV Università della
Notabile la seguente disposizione per atti del Notaro Pietro Antonio
Bezzina. « A dì 4 Febraio 1799 — L'Illmo. Signor Commandante Ge-
nerale Emmanuele Vitale del Borgo della Citta Notabile da me notaro
conosciuto presente ne ha locato e loca a Maruzzo Galea figlio di
Michele ed a Pietro Galea del fu Paolo del Borgo della Città Notabile
da me anche conosciuto presente e dal medesimo Signor Vitale accet-
35
— S74 —
Per le compre di frumenio,
A fin di ottenere il grano e orzo insin dal Settembre 1798 si
fecero dagl'insorti noleggi di imbarcazioni per il trasporto di frumenti
coirassicurazione data di risarcire colle loro sostanze il proprietario
dei battelli di qualsiasi danno o confisca che fossero eventualmente
per patire da mano nemica. Negli atti del Notaro Gregorio Mifsud si
legge a 14 Decembre 1798 un'assicurazione per l'ammonto di scudi
tre mila a garanzia della ix)lacca detta la Beata Vergine delle Grazie
da Maltesi noleggiata da San Paolo a Marc a Siracusa sotto la pro-
tezione della Gran Brettagna ad oggetto di recare il grano ; agli 8
Decembre se ne vede altra a favor del Capitan Gaffiero per il dingo
S. Antonio ; a 18 Novembre 1798 si noleggia il brigantino S. Nicola
padronoggiato dal Nicola De Candia < sotto la protezione di S. M.
Britannica con bandiera e suo passaporto, come consta da una fede
autentica che tiene detto De Candia in suo potere, per |X)rtarsi da S.
Paolo a Pozzallo » in Sicilia per recar orzo, cereali e frumento. A iS
Aprile 1799 gli incaricati da quei del Zeitun ed Asciale noleggiano
la martingana nominata la Pietà che era nel porto di S. Paolo a Mare
sotto la protezione e colla bandiera inglese : a 22 dello stesso mese
si noleggia lo sciambecco dal nome Madonna Addolorata « al pre-
sente ancorata nel Porto di Marsascirocco sotto la protezione di S.
Maestà Britannica munita di suo passaporto e bandiera »: e cosi tanti
di questi noleggi che si leggono fatti per gli atti dei notari Alex. P.
Spiteri, G. M. Azzopardi, N. A. Bezzina e di altri. E di ritorno in
tati in locazione il gius del Bollo del pane di detta Città Notabile suo
Borgo e di Casal Dingli con tutti i suoi gius e pertinenze ed averi.
Per il tempo di mesi tre da cominciare li 5 suddetto perla
gabella di scudi ottanta di 1 2 tar. per scudo pagabili da quindici a
quindici giorni e dovendo fare il primo pagamento per li 19 suddetto
e cosi successivamente continuando senza contradizione alcuna.
Pacto, che per ogni volta si troverà pane mancante o di cattiva
qualità ed incapace, detti conduttori oltre il suddetto prezzo saranno
obligati contribuire per il Battaglione di detta città scudi cinque in
pena ex pacto.
Finalmente, che sarà lecito a detti conduttori di vendere loro la
metà di tutto il pane, da vendersi per il publico, e Taltra metà man
darla nelle botteghe per uso del publico con avere grani dieci per
ogni scudo dai fornari osian panettieri e non più, expacto.
Tutte le quali cose— E così hanno giurato. Onde. Fatto e stipo-
lato in Malta nel Borgo della Città Notabile in presenza di Gio. Batta
Micallef del fu Signor Notaro Gio. Benedetto e di Felice Agius di
Giacomo del Borgo di essa citta testimonio.
J
— 276 —
Malta i padroni delle imbarcazioni trasferivano per atti il loro carico ;
e perciò negli stessi atti Mifsucl a 1 2 Febraio 1799 si trova che il
Gap. Domenico Lagana vende a Giovanni Azzopardi proveditore
della terra Zeitun a nome proprio e degli altri proveditori di tutta la
campagna di Malta l'intero carico per il prezzo di scudi sedici tari sei,
di tari 12 per scudo, per ogni salma regolata secondo la misura
corrente di Malta. Altri noleggi si facevano con sola obligazione.
* ^^gR' ^* 30 Novembre 1798 — Io infrascritto ho noleggiato a
nome del Popolo di Malta la Barca Sarda oggi di Padrone Michele
Farrugia per Messina, e di li a Malta, con mandarla carica di filati di
cottone, e portarla con intiero carneo doglio per scudi 190 a condi-
zione però che per il tempo del carrico si assegnano sei giorni di
lavoro, e che le spese appartenenti alla mercanzia siano a conto mio :
promettendo al suddetto Padrone un regalo, arrivando, come spero, a
salvamento.
Can. Caruana.
Io Saverio Camilleri come commissionato del suddetto patron
Michele Farrugia accetto la sudetta commissione.
Uno degli incaricati ad acquistare grano pei battaglioni Maltesi
dalla Sicilia è stato il Conte Luigi M. Gatto. Di lui abbiamo veduti
tra altri i seguenti documenti : « Accordiamo congedo al signor
Conte Luigi M. Gatto per mesi sei per assentarsi dal servizio nel
corpo delli onorati volontari, del quale è capo per portarsi nella
Sicilia ad eseguire alcune commissioni da noi addossategli fi). Per-
mettendoli intanto di portar anche fuori di Malta l'uniforme di detto
suo corpo. Malta 6 Febrajo 1800. Alex. J. Ball.
L'Ud. Felice Cutaj'ar, Seg. di S. E.
(1) Da memoriale firmato e presentato dal Conte a 20 Agosto
1824 rilevasi che col pretesto e sotto l'apparente incarico di vettova-
gliare l'isola egli fu nel 1799 e 1800 incombensato con scerete e
confidenziali istruzioni presso la Corte Sicula di ottenere : i. che si
soprassedesse all'istituzione del Tribunale della Monarchia in questa
isola. 2. che si revocasse l'ordine alle truppe russe di sbar-
care IN Malta ; e 3. d'impedire « to prevent ali politicai measures
which might be taken, as tending to obstruct the full establishment
of the British Dominions over these Islands. » I documenti tuttora
conservati presso l'attuale Conte di Beberrua mostrano in quali rela-
zioni trovavasi questo personaggio col Ball. Oltre le lettere di racco-
mandazione del Ball ai 9 Giugno 1800 al Principe Luzzi ministro
— 276 —
* Parte da Malta il signor Giurato Conte Luigi M. Gatto incari-
cato deirapprovisionamento di grani ed orzo per quest'Isola ; Per-
tanto preghiamo tutti li signori Ministri ed Ufficiali di S. M. e tutti
altri signori Ufficiali delle Potenze alleate alla Gran Brettagna di non
dargli alcuna molestia ne frastornarlo nelli suoi viaggi ; Ma piutto-
sto agevolarlo e darli quelli aiuti e soccorsi dei quali forse avrà biso-
gno. Dato in Malta li 9 Giugno 1800.
Il capo dei Maltesi per S. M, S. Alex. J. Ball.
L'Uditore Cutajar, Segretario di S. E.
Il sigillo opposto in questo passaporto rappresenta lo stemma
del Ball colla scritta Alessandro Ball capo dei Maltesi mentre i
seguenti che mostrano la transizione del dominio, portano lo
stemma del Capitolo della Cattedrale di Malta cioè S. Paolo colla
vipera.
del Re di Sicilia, e del comandante napoletano G. B. Fardella dei. 6
Giugno 1880 al Marchese della Sambuca si vedono le lettere del
plenipotenziario Italinski di cui una del 21 Giugno t8oo accenna di
aver il Russo quel giorno istesso tra le 10 e le 11 col Paget veduto
il ministro e che perciò al Gatto era libero l'adito di recarsi dal
Ministro di Stato senza altre cerimonie. Che il Gatto era continua-
mente in moto tra Malta e Sicilia lo comprova anche altro passaporto
fattogli dal Ball a 9 Gennaio 1800 e le compre di frumento per
ordine del Ball dei 4 Marzo 1800 per scudi 40,000 ed il denaro man-
datogli in casse per l'ammontare di se. 60327 per il pagamento
(Vedi altra Lettera del Ball 6 Luglio 1800 riportata in app. XVI).
Che egli fosse grande favoreggiatore dell'Unione Anglo-Maltese lo
dimostra l'aver egli rifiutato l'offerta fattagli dal detto Italinsky della
Croce di Commendatore dell'Ordine di S. Giovanni e di Malta con
una commenda in Polonia «a fine di secondare le vedute che allora il
Governo Inglese aveva su queste Isole e l'aver per lo stesso motivo a
richiesta del Ball risegnato la commissione e posizione di Colonello
che il Re di Sicilia gli aveva dato in ricompensa dei suoi servigi. » H
Gatto dopo essere stato per 12 anni Maggiore di Cavalleria sotto l'Or.
Ger. e Seg. privato del Ball, che gli dette titolo di Giurato durante
l'insurrezione, fu a io Gennaio 1801 nominato col Bne. Pasquale Sce-
berras presidente degli Ospedali Civili, comandante la prima divisione
della Milizia, i Gennaio 1801, Tenente Colonello del Battaglione
Provinciale Maltese a i Sctt. 1803 e della Royal Malta Fencihle a
28 Febrajo 1815. Egli erasi pure recato a Genova presso il Segreta-
rio di Stato del Papa per ottenere la sistemazione di alcuni affari
ecclesiastici per incombenza del Ball.
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— 277 —
Patente di Guarda Costa,
Si concede permesso, e licenza a Felice Manaira Padrone della
Speronara nominata il SSmo. Crocifìsso e la Concezione della Bma.
Vergine di poter con detta barca guardare le coste di quest'Isola di
Malta insieme colli suoi marinai Giuseppe Cachia, Michele Ebejer,
Salvatore Calleja, Pietro Galea, M aruzzo Galea, Petruzzo Buhagiar,
Sebastiano di Giorgio, Michele Gauci, Gioacchino Grinia, Giuseppe
Grima, Giuseppe Vigeri, Giuseppe Sacco, Ignazio Giusto, Salvatore
Buttigicg, e Giovanni Cutajar, Alessando Hagus. Comandiamo ad
ogni suddito di questo dominio di non far loro verun inpedimento.
Dato dalla Città Notabile, ed Isola di Malta li 14 Novembre 1798.
Li Deputati al Popolo Maltese
L. ^ S. Marchese Vincenzo De Piro.
(Sigillo S. Paolo Conte Salvatore Manduca.
colla Vipera colla scritta Conte Fer. Teuma Castelletti.
Capitulum Melevitanum). Emm. Vitale altro, e Genie. Comte.
Sul titolo del Vitale si vede sovra posta la parola «Deputato».
« Noi Alessandro Giovanni Ball capitano delle squadre di S. M.
Brittanica comandante il Blocco di Malta e comandante in capite
delle Isole di Malta e Gozo per S. M. il Re delle Due Sicilie.
Concediamo permesso e licenza al signor Saverio Giappone capi-
tano del battaglione volontario delle nostre truppe Maltesi di poter
partire e portarsi in Siracusa, dovendosi restituire al servizio fin il
tempo di un mese. In fede
Dato nella Città Notabile capitale dell'Isola di Malta, ed appo-
stovi il sigillo patrio di quest'Isole. Li 23 Maggio 1799.
Il Generale delle Truppe Maltesi per S.E. il com mandante in capite
Emmanule Vitale.
N'ot. Paolo Ellul prò cancelliere.
Di carattere del Ball a tergo si legge « Lieutenant de M il ice »
Alex. J. Ball — e più sotto «pour etre capitaine> Alex. J. Ball —
Gli originali presso il Conte Dr. A, Caruana Gatt^ il Contiìio
Alfredo Caruana Gatto L.L.D, e l'ultimo presso il Noò, Emmanuele
Caruana Gatto,
Non sarà discaro ai lettori Maltesi conoscere i nomi deirufficia-
lità maltese nella resa della Piazza, come presentata dal Ball al Com-
mandante le truppe Pigot, e copiata dall'originale dal fu Col. F. Gatt
R.M.A. oggi presso il figlio tenente W. Gatt.
— 278 —
Numeri nei Battaglioni presenti li 4 Settembre 1800,
Asciale
Attard
Balzan
Birchircara
do. Artiglieri
Chircop
Crendi
Fornaro
do. Artiglieri
Gargur
Lia
Micabiba
Musta
Naxaro
Safi
Siggieui
Tarxen
Zabbar
do. Artiglieri
Zebbug
do. Artiglieri
Zeitun
do. Artiglieri
Zurrico
do. in Binghisa
do. in Coradino
Stato Maggiore
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53
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91
28
66
24
90
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122 142
72 80
75 [,26
40 i
20
2
211
2,507
I seguenti nomi sono tolti dalla lista consegnata da Sir Alex.
Ball a Pigot indicanti le persone in attività di servizio militare il 4
Settembre 1800.
— à79 —
Commandante in Capo — Alessandro Giovanni Ball.
Tenente Colonello — D. Teodoro Cardona.
Ajutanti di Campo — Cap. D. Pietro Paolo Ellul Cardona.
Cap. D. Pasquale Gauci (morto 26-3-53 vedi
Portafoglio Maltese).
Birchircara Off. Sub. — Giuseppe Camilleri, Aloisio Gatt. Michele
Grcch, Giuseppe Frigieri, Giuseppe Borg, Giovanni
Six)sito, Giuseppe Grcch, (jiovanni Callcja, Andrea
Calleja, Salvatore Borg, Nicola Brincat, Arcangelo
Mifsud, Francesco Grech, Giuseppe Mallia, Francesco
Calleja, Andrea Mifsud» Francesco Borg, Felice Debo-
no, Giovanni Gauci, Angelo Schembri, Francesco
Catania, Gio. Maria Borg, Luigi Wizzini, Gabriele
Micallef.
Medici,
Tarxen — Francesco Caruana.
Zabbar — Ludovico Balbi.
Zeitun — Nicola Bezziha.
Cappellano, Zebbug — Fra Antonio Baldacchino.
Premiati colla Medaglia,
Zurrico — Sergente Giuseppe Darmanin (ferito),
do. Soldato Stefano Spiteri do.
Artiglitfia,
Birchircara — Capo. Francesco Borg, Angelo Aquilina, Salvatore
Azzopardi, Silvestro Casba, Francesco Busietta,
Filippo Vassallo, Pietro Chiusi, Michele Mifsud,
Paolo Pullicino, Giorgio Borg, Giovanni Fenech.
Zabbar — Capo. Francesco Grima, Giuseppe Bonnici, Francesco
Pace, Pasquale Falzon, Giovanni Spiteri, Salvatore
Micallef, Paolo Scicluna, Michele Darmanin, Giu-
seppe Agius, Angelo Fava.
Zeitun — Capo. Baldassare Attard, Gio. Batta Marno, Giuseppe
Bonnici.
Nomi dei Capi dei Battaglioni 1800,
Asciak — Giuseppe Barbara, Pietro Dimicoli.
~ 280 —
Birchircara — Vincenzo Borg, Dr. Leopardo Bernard, Francesco
Pace, Giuseppe Scichina, Francesco Zamniit, Igna-
zio Cutajar, Francesco Borg.
Curmi — Salvatore Galdes, Pietro Caruana, Benedetto Scicluna.
Micabiba — Antonio Rizzo, Gaetano Ghio, Giuseppe Rafele.
Musta — Giuseppe Galia, Michele Bercis.
Naxaro — Grazio Camilleri.
Zabbar — Clemente Ellul.
Zeìtun — Giuseppe Abela.
Lista degli Ufficiali,
Chircop — Capo. Enrico Scerri.
Safi — Capo. Girolamo Velia.
Zurrico — Capo. Alessandro Damato, Angelo Bonnici in Benghisa,
Paolo Tonna in Corradino, 2do Capo. Pietro Damato.
Zabbar — 2do Capo. Giuseppe Cachia, 3Z0 Capo. Giuseppe Ellul.
Zeitun — Sottotenente Francesco Abela, Ajutante Michele Bajada.
Zebbug — Officiale Gio Andrea Trevisan, Antonio Attard, Anto-
nio Muscat, Andrea Pavia, Giuseppe Agius, Filippo
Attard, Aloisio Zarb.
Birchircara — Officiali Subalterni: Lorenzo Psaila, Andrea Borg,
Valentino Ciantar, Michele Fiteni, Giorgio Grech.
Copied by Colonel Fed. Gatt from a Book in the Receiver Gene-
rals' Office No. 2. «List of Maltese peasants».
Riconoscimento di ufficialità creata dal Governo Maltese,
Essendo oggi mai distrutta dai Francesi l'Università di Malta e
dovendo perciò erigersi un'altra per portare più facilmente e con mag-
gior vantaggio delle provvisioni necessarie, da amministrarsi in
quanto alla depositeria dairillmo. Sigr. Barone Gaetano Fournier, e
dal Sigr. Magnifico Giuseppe Brignone, e in quanto all'ani ministra-
zione nel Porto di San Paolo dai Sigri. Giuseppe Ganci e Luigi
Briffa e in quello di Marsascirocco e Marsascala dagli altri Signori
Luigi e Gio Batta Agius, Giovanni Azopardi, Gaetano Bugeia ed
Antonio Parnis ; Perchè le cose vadano bene e per le vie legittime si
domanda il consenso de' Sigri. Capi di tutti i Paesi di quest'Isola, i
quali atteso il zelo loro in più occasioni dimostrato per il ben pubblico
si spera, che avranno la compiacenza di prestarlo, sottoscrivendosi in
— 281 —
calce (\e\ presente folio. Spocjito dal Campo Generale di San Giuseppe
li 17 Novembre 1798.
( l'i • r spazio vuoto per k firme dei quattro deputati del
i^oventoj
Can. Caruana
Giuseppe Abdilla — Capo del Zeitun.
Michele Cachia
A^c^ostino Said — Capo del Zabbar.
Alessandro Formosa — Capo del Zurrico.
(Giuseppe Montebello — Capo del Tarxien.
(Giovanni Scicluna — Capo di Casal I lasciale.
Filippo Castnj^na — Capo Militare e Prov. della Gudia.
(iiovanni Cassar — Capo di Casal Cliircop.
(iirolanio Velia — Capo di Casal Safu
Simone Spiteri — Proveditorc del Crendi.
Dr. Giovanni Schembri — Proveditore della Micabiba.
Dr. Gius. Casba — Capo e Prov. di C. Luca e Suo Batt.
Dr. Giovanni Pulicino — Capo di Hattne. della Musta.
Io Stanislao (iatt — Capo del Ratt. di Casal Zabbar.
(jÌo. Hatta Speranza altro.
Documento 4.3. — Sulle Campane»
Revmi. Sigri. Arcipreti, Parochi, e Vicarj,
Atteso che nei giorni scorsi è accaduto un inconveniente cagio-
nato dal suono delle campane, motivo per cui tanto il Sigr. Cìenerale
delle Truppe, quanto S. E. il Sig. Governatore si sono levati alle 4
di mattino, e furono spediti diversi officiali credendosi d'esser occorso
qualche disordine, perciò prego le Signorie Loro di ordinar ai servienti,
che non possa suonarsi altra Campana, che la più piccola, e con pochi
tocchi, colla j)roibizione inoltre, che dalla j)rima Ave Maria sino
alle 6 di mattino non possa suonarsi campana veruna, e avviserete ai
suddetti servienti, che se trasgrediranno a tal ordine, s'intendono
subito rimossi dal loro ])Osto.
Stimo pure assai conveniente, attese le presente circostanze,
che nella prossima festività del Santo Natale, non se ne facciano di
36
— 28'i —
mexza notte le sacire funzioni, ma bensì alle sei di mattino: per sicuro
recapito sottoscriverete la presente. Io intanto sono con tutta stima.
Delle Signorie Loro. Notabile i8. Dee. 1799. Umo. Servitore,
C. Salv. Susano, P, Vicario Gen.
Io Tommaso Scicluna Parroco in C. Luca obbedisco all'or-
dine retroscritto.
Io Pietro Schembri Vìe. Curato nella Città Pinto obbedisco
airordinc retroscritto.
Io F. Francesco Onorato Cappellano V^ic. Parr. in C. Attard
obbedisco all'ordine retroscritto.
Io Francesco Decaro Parroco nel Balzan mi soscrivo obbe-
diente a tal ordine.
Fra Nicola Rencini (?) Vie. del Naxaro si dichiara obbdmo.
agli ordini espressi.
Io Bartolomeo Ellul Parroco in Casal (iargur ubbidisco
all'ordine retroscritto.
Io P. Paolo Prep. Micallef e Parr. in Hirchìrcara.
Io Antonio Cilia Parroco in Casal Lia.
(Dair Origli, vcl Archivio della Cattedrali),
Documento 44. — Mezzi di Coìmmicazionc del Vescovo col^re^ge.
Revmo. Sig. e Pne.,
Ho scritto già due lettere al mio assessore Can. Biagio, e gliele
ho mandate, Tuna col Sig. Uditore Bruno, e l'altra col Sig. Francesco
Emmanuele Ferroni ; ma finora non so se gli siano capitate, perchè
non ho avuto i segni indicativi di tale ricapito accennatigli da me in
ambedue le lettere, per esserne assicurato di averle il medesimo Sig.
Biagio ricevuto : pertanto prego V. S. Revma. d'impegnarsi per
fargli capitare l'acclusa che gl'indirizzo, e nello stesso tempo le mani-
festo il segno concordato nelle suddette lettere, affinchè non potendo
il suddetto Sig. Can. Biagio, per qualche legittimo motivo di lonta-
nanza od altro, si compiacerà V. S. Revma. di farmelo fare, per
assicurarmi del recapito di quelle. Avevo dunque scritto al suddetto
di ordinare all'abbate Tonna r//<r montasse per otto fiorili continui
sul campanile della Cattedrale in cornu Evan^elii, e sul terrazzino
del Carmine alternativamente, dal mezzodì fino ad un'ora^ e farsi
vedere su i detti luoghi, e gli avevo indicato il giorno in cui doveva
principiare, ma non è stato veduto mai fin'ora dalla persona destinata
a tale osservazione. Dunque V. S. Revma. ordini lo stesso al sud-
detto Abite Tonna, o non potendo questi, a qualunque altra persona
e che questo scj^^no principiar debba da J^unienica giorno 22 del
corrente, e per otto giorni continui principiando nell'alternativa dal
campanile, e nell'ora j»i;\ sopra indicata, perche con tale segno potrò
essere assicurato, che le mie commissioni (sono) giunto a loro notizia.
La prego similmente d*indicare sulla soprascritta della lettera del Sig.
Biagio, il luogo o Casale ove egli si trovi, e per tanto ne lascio il cam-
po in bianco, non sapendo io dove si sia stabilito. Sono intanto con
ogni ossequio. Di \'. S. Revma. Valletta li 13 Decembre 1799.
Devmo. Servo: K. V. Are. Wsc. di Malta.
Docuffunio 4.^. — // numero dei morti nella Campagna.
To Sir Alex. Ball Hart. Malta 25th January 1804.
No. 7. It appears on comparing it uith a numeration of the
inhabitans of the two Islands before the PVench took possession of
ihem in 1798 that there is a diminution of nearly 17000 in their
population since that ]X'riod.
The French carried nearly 8000 (?) of them to Egypt few of
whom e ver return ed.
From the want of provisions and an epidemical disorder aniong
the inhabitants the first year of the blockade some thousands of them
perished and many emigratcd vvith the French when they left the
Island. (Signed) Alex. Macauj.iìv.
(Dal I^ilcr Jìook No, i del Riceiver (ìencral di Malia copialo
dal Co Ione Ilo Federico Gali R,M,A.)
Documento 46,
Truppa Brittanica in Malta fino al Dee. 1799.
(Dal Rapporto del General Graham dei 28 Dee, lyc/t^ conser-
vato nel P, R. O. di Londra).
Marines on òViore.
20 Officers "^
17 Sergeants
7 Drummers
312 Rank ^ File,
Rovai Artillery,
2 Orticers.
26 Gunncrs.
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X.
Operasioni al Qozo.
Documento 48,
Al signor Comandante Dr. Francesco Pace ; Rabato.
Signor Comandante — Le partecipo che di qua a' mezz'ora darò
j)rincipio a battere il Castello, che è quanto, e sono di V. S.
Gozo, lì 6 Ottobre 1798, Affino. Vostro Servitore
Arciprete S. Cassar.
Al signor Dr. Francesco Pace, Degmo. Comandante del Rabato.
Perillustre Signor Comandante — Partecipo a V. S. Perillustre,
che in questa notte mancherà la guardia di dietro li bastioni, che
solevano fare li Zebbugini, poiché questi nella maggior parte sono in
questo monte per supplire i soliti luoghi delle guardie aivendo seco
preso il Signor Soprintendente buona porzione della sua gente nel
Migiarro, e la restante piccola porzione è stata trattenuta dal Coman-
dante per suo uso nel Casale. Quest'è quanto le devo per suo regola-
mento, e mi protesto di essere di V. S. Perillustre, 11 17 Ottobre 98.
Suo servitore Avvto. Spiteri per il Soprintendente.
P.S. — La gente di questo monte non lascierà per altro di essere
sempre pronta al menomo cenno d'ajuto, che si domanderà.
Signori Comandanti — Vi partecipo che quest'oggi di notte mi
fu spedito dalli due Generali Portughese, ed Inglese ordine di notifi-
care al Comandante Francese di evacuare dal Castello colla sua guar-
nigione prendendo seco nella Città Valletta le loro sostanze, eccet-
tuate le armi, e per fare il viaggio gli si davano le sole barche, che
saranno remigate da loro stessi ; altrimenti verranno li stessi Gene-
rali ad attaccarlo senza alcun perdono, quest'ordine già mi trovo
averlo eseguito mediante la lettera che ho formato, ed inviato al
Comandante Francese da cui attendo la risposta ; che e quanto ecc.
Li 17 Ottobre 1798. Affmo. Loro Servitore
Arciprete S. Cassar.
Al Signor Comandante
Liberato Grech, Caccia.
Signor Comandante Liberato Grech,
Vi raccomando di fare una raccolta di danaro dal potere delli
Ecclesiastici commodi per unirlo coll'altro danaro da porsi nella
cassa publica stabilita per la compra delle provisioni per il Popolo ;
facendoli intesi, che tale danaro gli sarà restituito dopo fatto la sistc-
— 2^tì —
ma del paese, e terminata la presente indigenza, che a quanto culi
calore vi raccomando, e mi atìermo
Oggi li 12 Settembre 1798. Il Sopraintendente Generale
Arciprete, S. Cassar.
Signor Comandante Liberato Grech,
Non ho potuto palle di fucili mandarle più di due cento prr
mancanza di materiali di piombo ; e mi dico
Li 15 Settembre 1798. Ali*. Suo Servitore
Arciprete, S. Cassar.
P.S. — Non si continuò l'idea della mina per essere disanimati
quelli che si offerirono di farla ; l'idea delle bombe mi piace, ma pri-
ma del ricapito dell'armata, che si aspetta non possiamo averle,
mentre né anche l'hanno in Malta, e sono più scarsi di noi.
Rispondo alla sua che mi giunge in questo momento, e le dico,
che il vostro operato relativamente al danaro mi piace, ed io lo con-
sidero come se fosse già nella cassa essendo applicati in beneficio
del publico ; in cjuanto all'armi furate, in questo momento diirò
rimedio.
Al Signor Comandante Dr. Francesco Pace, Rabato.
Perillustre Signor Comandante — Non mancherò d'invigilare per
la provvisione dei mischiati. 11 Signor Abbate Tabone venne nel
Rabato dal Signor Magazziniere. Al suo ritorno lo parlerò, e mi dico
al solito. Di V. S. Perillustre
Li 18 Ottobre 1798. Umo. Suo Servitore
F. Spiteri.
Al Comandante del Rabato,
Signor Comandante, (jucsta sera bisogna tenere la vostra gente
pronta, e ben armata, mentre abbiamo un bastimento nella parte di
Uied el Hagri, che ha dato motivi forti di sospetto, e pare, che abbia
(jualche corris|)ondenza colli Francesi, anzi ebbi il riporto di essere
veduto verso l'Ave Maria un soldato Francese nella spiaggia di Fied
il Hagri, che è slato rim petto a detto bastimento: La gente del Zebbuv^
andiede nella marina. Regolatevi e sono li 24 Ottobre 179S.
Affmo. Serv. Arcipte. S. Cassar.
— 287 —
Signor Capo Maestro,
Serrate nella Prigione della Vostra Torre i tre Canonici che il
Signor Arciprete vi manda catturati, e di (jucsti siete responsabile
innanzi il Popolo. Il Comandante del Rabato,
Francesco Pace.
Noi infrascritti ricercati per la verità, attestiamo con nostro giu-
ramento a chiiincjue spetta vedere la presente da valere ovunque,
qualmente nell'Insurrezione del popolo del (ìozo contro li Francesi,
il Signor Antonio Mallia gozitano, à stato prescelto da tutta quasi la
popuLizione di detta Isola pel Comando dei Battaglioni armati contro
le forze Francesi, ed effettivamente esso Signor Mallia con detti
Battaglioni fece evacuare la guarnigione Republicana da tutte quasi
le fortezze della predetta Isola, cioè dal Forte Schambrè, Garzes,
Imgiarscini, e non lasciò anche di dare più attacchi e di bloccare il
Gran Castello prima della Capitolazione fatta cogl'lnglesi. E per
tsstre questa la verità ci sottoscriviamo di proprio pugno. Oggi lì 23
del mese di Luglio iSor.
Arripte. Saverio Cassar conformo quanto sopra.
Dr. Saverio Fenech, Pmo. Oiurato confermo Vistesso.
I)r. Ciiusej)pe (ìrima, (ìiurato confermo il su marcato.
Dr. Massimiliano De Bono Giurato affermo il su nar-
rato esserti più che vero, e per essere il detto Sig,
Mallia l'unico che si è molto affatico.
Dr. (ìregorio Bajada confermo il su narrato.
Dr. M. Angelo Mizzi come sopra.
Aromatorio Orazio Aquilina come sopra.
Io Can. B. Antonio Teuma confermo il su narrato.
Io Dr. Can. D. Gio Antonio Velia confermo il suddto.
Io Dr. Paolo Buttìgieg confermo il su narrato.
Avv. Placido Mizzi confermo il su narrato.
Not. Francesco Cassar confermo il retroscritto allegato.
(Documento annesso al Processo No. 14. Deciso il 24 Febraio
1S25 nella Corte del Gozo).
— 288 —
XI.
Maltesi a Napoli.
Docìiììicnio 4g.
Reiasione dell'accaduto in Malia, alligata alla minuta di ima
lettera del dì ii Settembre i^gS, diretta dalla Segreteria degli Affari
Esteri a Mr. fìaptiste incaricato straordinario presso la Corte di
Vienna.
A Mr. Baptiste — ii Settembre 1798.
Dall'ingionta relazione rileverà lo stato d'insurrezione, e di rivol-
ta in cui sono gli abitanti di Malta contro i Francesi. Nel dar parie
al Re N. S. della forma risoluzione in cui sono di scacciarli intera-
mente da quell'Isola, hanno domandato quei Popoli soccorso e di
provvisioni e di munizioni. Per (guanto però possa essere grande il
desiderio di Sua Maestà di assistere quella gente, che riguarda come
suoi propri sudditi, e di rivendicare i diritti della sua Corona rimane
tuttavia perplesso ed indeciso per la mancanza in cui si trova dei
riscontri di codesta Corte relativamente alle operazioni da principiarsi
in Italia, no7i volendo compromettersi ad alcun passo seyiza esser
sicuro del concorso di S, AI, l'Imperatore, Le circostanze divengono
ogni dì più favorevoli all'impresa, ed il tempo che si perde giova al
Nemico per riunire le sue forze, ed occupare (iuelle posizioni che
troppo ci converrebbe di prevenire.
Con speronara partita da Malta nel dì 3 del corrente, e qui arri-
vata in quattro giorni con bandiera di Re N. .S. (i) è stato questo
Governo informato che nel dì 2, avendo voluto alcuni soldati Fran-
cesi condotti da qualche loro Ufficiale spogliare una Chiesa nella
Città Vecchia, e portarne via gli argenti, vi si opposero quegli abi-
tanti per impedirlo, ma che non avendo potuto ottenerlo colle buone,
corsero a prendere le armi, e gli riesci di respingere i Francesi colla
forza, dopo averne uccisi circa sessanta di essi. Accorse della truppa
al rumore per far fronte ai Paesani, ma unitasi a questi la gente di
campagna, gli riuscì di scacciare i Francesi dalla Città Vecchia, e gli
obbligarono a ritirarsi precipitosamente alla Valletta colla perdita di
(i) La cronaca da noi riportata nell'app. VI pag. 204, che sem-
bra scritta da uno degl'inviati, ci dice che la speronara non aveva
issato bandiera alcuna ; che anzi le bandiere napoletane a Maltesi
regalate furon consegnate coll'espressa ingiunzione di non servirsene
prima di riceverne apposito ordine.
— 289 —
6 a 700 uomini, che vi rimasero uccisi. Inalberarono i campa^nuoli
imìnedìatamente ia Bandiera Maltese sulla Città Vecchia, e messi cosi
in istato d'insurrezione e di rivolta, continuano a tenersi uniti ed
agire, risoluii di scacciarli totalmente da quell'Isola,
(Arch. di Stato di Napoli R, Segreteria e Ministero degli Affari
Esteri, Filza j2o, jza. Numerazione, Estratto dal fase, 43^^ di corri-
spondenza della Dire-ione dell' Arch. di Stato di Palermo, classe 2da,
1901).
Documento ^o.
Relazione del viaggio di Luigi fìriffa dal medesimo presentata
nella Banca Giuratale li 22 Settembre 1798,
« Essendomi trovato nella Banca Giuratale il secondo giorno
della rivoluzione della Campagna fui pregato da diversi Signori per
portarmi in Napoli con una lettera diretta a S. M. il Rè delle Due
Sicilie. Al momento io partii, e presi con me la lettera sottoscritta da
alcuni signori a nome di tutta la popolazione ; all'uscir dal Porto di
S. Paolo in arrivare alli scoglietti detti Selmonetto ravvisai una barca
speronara, che veniva da fuori per la Valletta ; la trattenni prima
con carezze, poi con mano forte, e trovai a bordo due passeggieri
Maltesi, che il loro nome non so. Tu no aveva il cognome Desalvo, e
l'altro non so, e tenevano dis])accio, uniforme, spallette, ed altre cose,
che non mi ricordo, dirette per il Generale Vaubois ; il tutto assieme
con li passeggieri l'ho inviati al Campo per essere processati secondo
la loro condotta. Sette giorni appresso arrivai a Napoli al far del
giorno, poco tempo appresso venne un Ufficiale di Sanità, e gli ho
detto il motivo del mio diporto per essere allora Malta in quarantena;
verso le otto poi venne un ufficiale, che suppongo fosse il Primo
Ufficiale di Sanità quale mi disse d'esser mandato dal suo Padrone,
che cosi lo chiamava, ed allora io ci raccontai lo stato di Malta, e ci
cons^fnai la lettera, e lo pregai a nome del popolo d'intercedere
presso il Suo Rè per soccorrerci in una circostanza così calamitosa,
giacché per mia disgrazia io non potevo calar in terra. Allora lui mi
assicurò di far le mie parti al Suo Rè, e che detto Rè farà senza
dubbio il suo possibile per soccorrerci, e parti da me con farmi mille
gentili esibizioni. Poco dopo vidi comparire il Console, o sia Amba-
sciatore di Francia e mi fece mille domande e fra le altre: quando io
partii da Malta, e se vi è qualche novità, ed il motivo della mia gita
in Napoli. Allora io risposi che faceva tre mesi che mancava da Malta
e che non so veruna novità, e che io non sono obligato di dire a
37
— 2Ód —
veruna persona gli affari miei, giacché venni per atìfari miei partico-
lari d'interesse, e ci voltai le spalle, ed andò per i fatti suoi.
Poche ore appresso ritornò con un'aria mollo superba a doman-
darmi il giorno della mia partenza, ed allora li risposi d*essermi fer-
mato tre mesi in Palermo, ed avendo voluto seguitare a farmi delle
interrogazioni ci voltai le spalle con dirgli, di non essere tenuto di
dar soddisfazione a venma persona se non che al Governo del luogo :
ed allora partì con rabbia, e si portò dal Rè a domandar soddisfa-
zione di me d'averlo trattato male. La sera poi venne un'altra volta
r Ufficiale, o sia Ministro, e trovai, che era inteso del fatto del Console
Francese, e perchè io ci avevo domandato delle Bandiere, mi conse-
gnò un sacco con otto Bandiere, e mi disse d'inalberare su la barca
una baìidiera per non aver più seccature dal detto Console; come
infatti feci, e quel giorno il detto ufficiale mi fece mille esibizioni a
nome del Suo Rè, ed io Tho ringraziato sempre senza essermi preval-
so di nulla. Il terzo giorno poi venne la terza volta, e mi disse a
nome del Rè, se io volessi qualche cosa, e che mi prepararsi al tardi
per la partenza. E perchè io l'ho ringraziato di non voler niente, che
la mia mira non era altra s^ non che d'uscire con onore, mi disse di
domandar almeno delle provisioni per il viaggio; gli ho risposto, che
per me non mi necessitava nulla. Con tutto questo vedendo di non
aver domandato niente per me, mi disse di dir allo meno alli marinai
se avessero bisogno di qualche cosa ; e ci mandò diversi cordami,
tende, remi, e tutt'altro che apparteneva alla barca, e diverse provi-
sioni da mangiare per tutto l'equipaggio, fino le galline, e presciutti,
ed io lasciai tutto a favor delli marinai.
Quella notte poi partì, e prima di partire mi incaricò il ministro
ossia l'ufficiale, che passando pei porti di Sicilia di avvertire alh
Governatori di tener guardie fisse per qualche armata amica, ed avvi-
sarla di venire subito in Malta (e quest'avviso circolare Thanno avuto
per lettera subito che arrivai in Napoli dal Rè ancora) ed incontran-
domi con ciualche armata m'incaricò di far l'istesso. Partendo da
Napoli l'indomani, mi colse una gran tempesta, e fui costretto di
ritirarmi per un giorno ed una notte in una calanca detta Rinfresci.
L'indomani poi partì, e passai da diversi porti a dar parte delle nostre
circostanze. Essendo in Siracusa il Governatore mi disse d'aver
avuto notizia d'esserci in quelle acque l'Armata Portughese; a tale
riflesso uscissimo assieme, lui sopra la sua scialuppa, ed io su la mia
speronara per cercare l'armata ; il Governatore per consegnarli le
lettere del Suo Rè, ed io per communicargli a voce ciò che dovevo
communicargli, ma avviandoci in un tal tragitto il mare sì rinforzò, ed
eravamo costretti prima il Governatore, poi io, di ritirarci in dietro
senza pigliar veruna novità della suddetta squadra.
— 291 —
Di notte poi parti da Siracusa, e l'indomani arrivai in Malta e
trovai l'Armata Portoghese, che im bloccava il Gran Porto, e sali a
bordo dell'Ara miraglio, e gli raccontai ciò, che mi era passato fin
allora, che senti con piacere grande, e promise a Noi Maltesi l'assi-
stenza.
Luigi Briffa.
{Dal Mss. 6i(^ nella R. Bib, di Malta).
XII.
La sortita francese del 5 Ottobre 1798.
Documento 5/.
{Dalla storia dell* Avvocato Bernard, Mss. 26^ della R. Biblioteca)
Il dì 5 Ottobre pertanto fecero sortire prima dell'aurora un
gran numero delle loro truppe divise in 4 colonne da' quattro lati
della loro fortezza. E le prime due che si avanzarono l'una dalla
j)arte di Ponente lungo le sj)iaggie del Porto di Marsamuscetto, e
l'altra per Libeccio nella frontiera della Valletta per assalire il campo
generale di S. Giuseppe, e quello del Gharghar, attaccarono immedia-
tamente il conflitto colle prime guardie, che ivi hanno incontrato. La
terza si diresse nello stesso tempo verso il Campo del Corradi no per
tenere divise le sue forze da quelle degli altri. La quarta però sortì
dalla Cottonera, che era la più numerosa, e destinata all'esecuzione
della principale impresa, si avanzò con maniera lenta per sorprendere
gli abitanti del Casal Zabbar e Zeitun, che si giudicavano divertiti, e
chiamati in soccorso dei posti attaccati dalle altre colonne, ed indi
proseguire il suo cammino verso le fortezze, che custodivano il Porto
di Marsascirocco, per impadronirsi delli medesimi. Ma troppo fu
diverso Tesito di queste fazioni, mentre essendo stati i Maltesi prove-
duti dal comandante della squadra Portoghese il marchese di Nizza
di armi, di polvere, e d'altre necessarie munizioni, fecero la più valida
e coraggiosa resistenza, in modo che, dopo il conflitto di quattro ore
in circa furono costrette a ritirarsi le prime tre colonne senza aver
potuto avanzare più oltre della portata dei cannoni delle loro fron-
tiere ; e la quarta trovò artificiosamente libero il passaggio sino alla
piazza del Casal Zabbar: giunta però in quel luogo, fu accolta colla
mitraglia di due cannoni coperti situati a canto alla Chiesa, e con
numero considerabile di fucilate, che cadeva addosso dai tetti e fine-
- 292 -
stre di quelle abitazioni nelle quali si era messo in aguato tutto il
campo di quelle contrade, senza dare ai Francesi neppure il tempo di
vedere le mani, che le tiravano.
Né in questa fazione rimasero oziosi i ragazzi e le femmine, im-
piegandosi gl'uni, e le altre negli stessi luoghi a tirare sassi, caricare
fucili, e porgerli ai loro mariti, figli e fratelli animandoli a combattere
con tutto calore per liberarsi da una schiavitù, di cui riputavano mi-
gliore la morte ; era mirabile in quella congiuntura il valore di una
donna, la quale avendo presentito di aver il di lei marito rotto il
grillo del suo fucile, gli procurò subito un'altro, ed uscendo da casa
sua tutta scarmigliata, senza perder tempo di coprirsi di un fazzo-
letto corse ad incontrarlo nel campo per consegnarglielo ; cosicché in
tale congiuntura si viddero rinovate he prodezze di valore e di corajf-
gio, che diedero le femmine ed i ragazzi Maltesi nel memorabile
assedio del 1565, encomiato da vari storici. Onde i Francesi con un
straordinario disordine hanno dovuto battere la ritirata, e pentirsi di
aver sacrificato molti officiali, e più centinaja dì soldati, in un con-
flitto ben singolare, in cui a fronte di una delle più formidabili mili-
zie dell'Europa combattevano femmine, ragazzi, ed una truppa di
villani affatto inesperta nelle armi miljtari senza soffrire altra perdita,
che di soli 7 rimasti estinti nelle dette quattro fazioni.
E' cosa malagevole e troppo incerta, il sapere il preciso numero
di soldati Francesi usciti in quella sortita. Si sa che dal forte Salva-
dore era uscita una truppa di 1200 soldati, e dairaltra parte qualche
cosa di meno. Alcuni vogliono, che il numero di tutte le colcmne a
quattro mila soldati ascendesse, ed altri giudicano essere di tremila
cinquecento, incerto anche il numero dei morti e feriti.
I Maltesi usciti dalla Valletta dopo il confitto ci assicurano di
aver perduto i Francesi settecento soldati, ed è stata universale que-
sta voce e ripetono questo numero dal pane, che poi si distribuì a
soldati in minor quantità del consueto; non mancarono altri d'asseri-
re, che il numero de' soldati morti esser stato novecento, ma è certo
che ebbero una perdita notabile di gente per la ragione che i Fran-
cesi erano esposti, ed i Maltesi dietro i muri e le case, cosicché pote-
vano offendere senza restare offesi ; difatti sbalorditi i Francesi dalle
fucilate, rientrati in Valletta, riferirono al Generale in Capite Vau-
bois d'aver dato una battaglia strana, e non mai veduta.
— 293 —
XIII.
Documento 5^.
Congresso. Ogg;i li 15 Luglio 1799.
Avendo il signor Arciprete del Gozo a nome di quella popola-
zione presentato a voce al Congresso la domanda che per regolare il
commercio e provedere quell'Isola dei necessarj viveri bisognerebbe
erigere nella medesima le due officine di Sanità e di Dogana dirette
ed amministrate da due coraissari mandati dall'Isola, di Malta» che
deve esser riconosciuta la madrepatria, ed essendosi considerato
dopo le più nature riflessioni, che ridonderebbe forse ciò in svantaggio
della sicurtà e salute publica, ed ali* interesse della Dogana, potendosi
facilmente commettere delle contravenzioni nelle spiaggie e seni del
Gozo, sbarcando nascostamente delle merci, si è risoluto, che queste
due ufficine di Sanità e Dogana debbano solamente risiedere in Malta
dove già si trovano erette, conforme si è sempre usato per Taddic-
tro, con questa differenza però, che non sarà mai lecito sotto qua-
lunque pretesto scaricare nel porto di S. Paolo verun legno o spero-
nara ventlta per conto dei mercanti del Gozo, nha approdati in quel
Porto si debba fare la dovuta visita, manifestare la qualità e quantità
delle merci, e pagati i dritti di Dogana, rimandarsi cosi carichi nel
Gozo muniti del opportuno certificato della pratica avuta, e respetti-
vaniente della Dogana. Così parimente verun legno o speronara potrà
far vela da quest'Isola senza portarsi prima o carica o vuota in detto
Porto di S. Paolo, per essergli fatta la visitai e avere l'opportuna
Patente. ^
(Dal A/ss, ^Blocco 17^8* neir Archivio delia Cattedrale),
Questo documento vuole che a pag. 52 linea 22 invece di € si
staccò » si legga « cercò staccarsi » e nella linea 24 invece di « in
seguito ad » si legga « come scorgesi dall' ».
XIV.
Documento SS*
Brano di lettera di O'Hara ministro rus$o accreditato presso
l'Ordine perosoliraitano, a 19 Luglio 1798 al Mayer, raccomandata a
Mr. Hezljn console genie, di S. M. il Re di Danimarca «Nous n'avons
ici aucunes nouvelles des escadrcs anglaises seiflement des rapports de
mer qui sont bii ne peut plus favorables... Dans ce cas je crais avec
quelque certitude que Malte pourrait etre facilment reprise. Les
horrcur que ces scélérats s'y sont permis sont au-dessus de l'imagi-
nation»
— 2d4 —
Si les anglais òloqueront Malte et pourront y débarquer 2 à 3 mille
bomme, pour couper la communìcation entre la ville e la campa-
gne i/y J^r<?«/ /Ww/i" ^ar /^ ^^//^/^, tout autant qu'ils arboreraient le
pavillon de St. Jean sur le leur (i). Iln'y a dans la ville et les forts que
4 mille brigante en garison, qui n*oseront poìnt faire aucune sortie
(i) Lo stesso 0*Hara aveva scritto da Napoli al Honipesch a
5 Luglio 1798.
...Je suis heurcusement arrivé ici le 26 Juin, et par une sui,tc de
mon attachement a votre Personne Eme., je m'empresse de vous
faire part, Monsegneur, et sous le plus grand secret, qu' ayant été
présente à S. Exce. Mr. le General d'Acton, j' ai observc que ce
Ministre ètait on ne peut plus mécontent de la capitulation et de la
lettre que V. Emce. lui a fait parvenir, ainsi que de la cession dn droit
de la Souvrainetè qui appartieni a ce Royaume.
Vivement affligé de cette idee....
L'escadre anglais de 75 vaisseaux est passe le 22 par Messine
pour détruire ces brigands ; une autre de ij vaisseaux etait sur le
Cap Bon pour les rencontrer d'un autre coté. Si la providence e la
justice des Souverains s'apaisentit sur cette nation perfide, Je ne doutc
point que le terme a leur brigandages n'arrive bientot, et que Ics
choses ne reviennent a leur premier etat, et d'avoir le bonheur de
voir V. Kmce, donner encore des loix au bon Peuple Maltais^ qui seni
méritait vraiment ces sentimens de bienfaisance qui forment le cara-
ctére de V. A. Eme. {Orig. Mss, 421 Bibl).
Ed il Nelson al medesimo Gran Maestro aveva scritto :
H. M. S. Vanguard. Messina 20 Giugno 1791.
lllmo. Signore,
Con particolar mia soddisfazione ho l'onore di far\'i conoscere
che sto facendo tutto il mio possibile per venire sollecitamente colla
squadra di S.M.B. verso Malta, con una ferma determinazione di
impedire che la vostra Isola cada nelle mani del comun nemico.
Perciò io confido, che vi compiacerete d'ordinare, che si uniscano
tutte le vostre Galere, Bombarde, Lancie armate ecc. e che formino
una pronta congiunzione colla mia squadra immediatamente ed ap-
pena sarò in vista dell'Isola (il che come spero sarà venerdì prossimo)
e ciò per rendere più sicuro il successo, siccome non 'si deve perder
tempo a distruggere la fiotta francese.
Io ho l'onore di essere col più gran riguardo e rispetto suo
fedelissimo servo Orazio Nb:lsox.
— 296 —
contre des retrenchemens et une force superieure. Une batterie de
mortiers du coté de St. Julien ou de St. Joseph» ou nieme sur le
Corradin dèciderait le peuple de la ville contre eux. Je ne d'tspère-
rdis pomi qiie dcms moins de j mais elle ne fui reprise par la fumine ^
et rhorreur qu*ils ont dèjà insptré à ceux méme qui ont vut rendu ou
force Tordre a capituler avec eux. Ju souhaiterais fort dans ce cas de
me trouver avec les Anglaìs...
Monsieur le Marèchal — Votre trèshumble
Le chever. 0*Hara.
{Mss, No, 421 della R, lìiòL)
XV.
Snlle Bombe
Documento 54.
Eccellenza,
Con nostra somma riconoscenza siamo in obbligo di presentare
all'Eccellenza Vostra i nostri ri ngrazi:) menti per il piano dei Batta-
glioni volontarj proposto da Sua PZccellenza il signor Generale
Graham, comunicatoci da V^ostra Eccellenza. Le espressioni obli-
ganti del suo Proclahi?, (i) ed i sentimenti generosi manifestati nel
medesimo a questa Nostra Nazione oltrepassano ogni mezzo per poter
significarle la nostra gratitudine. Tutta questa popolazione elevan-
dosi in massa sarà nel caso di dare delle prove del suo patriotismo,
e di meritare quanto s\ è degnato il signor Generale augurare in
suo favor.
Supplichiamo Vostra Eccellenza come Capo della Nazione Mal-
tese di essere appresso il signor Generale, l'interprete de' nostri senti-
menti, come pure dell'energica determinazione del Congresso, il
quale a niente altro aspira, che di vedere eseguite, e sostenute, le
leggi rigorose della guerra, per il che ne avanziamo di nuovo le sue
istanze.
(i) Qui si allude al noto Appello del Graham dei 19 Giugno
1800 che comincia «Bravi Maltesi» ed ai — Regolamenti per l'arrolla-
mento delli Maltesi in grado di volontari per accelerare la resa della
Valletta — il cui primo articolo dice : « I. In ciascun Casale saranno
nominati uno o più del comitato per arrollare li volontari, tra quali
non devono essere ammessi quei che sono in attuale servizio dei
rispettivi Battaglioni.» {Afss, Blocco in Cattedrale),
— 296 —
Osiamo pur nondimeno esporre a Sua Eccellenza il signor Ge-
nerale lo stato deplorabile de* cittadini nelle città bloccate, in favor
de' quali lo supplichiamo d'impedire, che si mandino delle bombe in
Valletta, e nelle altre Città, limitandole ai soli castelli. Essendo più
che certo, che subbissandosi le case dei Maltesi, verun malt^ si reca ai
nostri nemici, i quali ritirati nelle mine, casematte, ed altri luòghi a
prova di bomba, se ne ridono del male recato ai Maltesi. Vedendosi
inoltre i nostri concittadini impediti di sortire, e minacciati di perire
sotto le bombe, con vedersi rovinare le loro proprietà, senza recar
danno al comun nemico, si danno alla disperazione.
Preghiamo rEccellcnza vostra di prendere in considerazione
questa nostra rappresentanza, e come Padre della Nazione umiliarla a
Sua Eccellenza il signor Generale. E raffermandoci con ogni rispetto
ci diamo Tonore di protestarci. '
Dell'Ecc. V. — Dalla Sala del Congresso li 13 Giugno 1800.
Devmi. e Obblmi. Servidori
Sottoscritti I Rappresentanti.
(Mss, 4lBIocco% in Cattedra le p, 62 e riportata dal Zara p. 345}^
XVI.
Gontribazioni e spese dei H aitesi
Le spontanee contribuzioni degl'abbienti furono le prime risorse.
Fanno di ciò fede le rese di conti dei vari capi, tra cui negli atti del
Not. A. P. Spiteri sta quella del Vitale a ti/tto il 15 Decembre 1798,
che desta interesse perchè permette di rilevare o confermare vari
punti storici.
Documento SS-
4f. Adi 3 Marzo 1799, corrente la II in lizione. Personalmente
costituito in presenza di Noi Notaro, e testimoni infrascritti rillmo.
Signor Emmanuele Vitale, Comandante Generale delle Truppe Mal-
tesi da me Notaro conosciuto, ed espose avere il medesimo reso
conti della sua amministrazione, quale essendo visti, ed esaminati
dall' lUmi. SS. Deputati di questa C. Notabile, sono stati da questi
approvati, e muniti insieme di opportuna quittanza. Volendo esso
signor esponente ridurre in publico contratto detti conti con detta
quittanza fatta in piedi delli medesimi, quelli ha esibito, e presentato
a me Notaro infrascritto, facendomi istanza di dover quelle transunta-
re, e ridurre in publica forma, registrandoli nei registri degli atti
miei, e conservarli tra le minute di detti atti miei.
>c.
lOO
«
125
«
20
«
25
— 207 —
Quali conti e quittanza sono del tenor seg'uente, cioè :
Conto d'Introito, ed Esito fatto da me Emmanuele Vitale eletto
per capo Generale e Comandante, quale comprende rammiiìistra-
zione dalli 2 Settembre 1^98^ giorno in cui è stata assaltata la Città
Notabile sotto il mio comando, e mia cooperazione per sino // 75
Decembre di detto anno i^gS,
Dairillmo. Sig. Barone Damico Inguanez
Dall'I limo. Sig. Marchese Malli a Tabone
Dal Signor D. Francesco Camilleri
Da Maria vedova di Salvatore Muscat
Da Salvatore Muscat gabellotto «tal Cattara» a conto
della gabella di dette terre come per ricevuta « 100 o o
Dalla cassa de' Depositi del Tribunale di detta Città
Notabile come dalla nota originale segnata No i « 6317 5 3
Da Francesco Azzopardi gabellotto «Ta Gnien Fie-
res» per conto della gabella di dette terre per
ricevuta « 200 o o
Dal Revdo. Signor D. Michele Zahra Economo del
riUmo. e Revmo. Monsignore per ricevuta « 500 o o
Altro danaro consegnatomi dalli 28 Settembre 1798
in poi.
Da una persona che non ha voluto nominarsi quale
tiene in suo potere mia ricevuta « 300 o o
Dal predetto Illmo« signor Barone Damico Ingua-
nez, altri
DairiUma. signora Contessa Balbina Manduca
Da Paolo Micallef detto «Caccia)^
Da Mro. Felice Galea per ricevuta
Dal Revmo. signor Can. Penitenziere spettanti a
D. Domenico Scerri
Da Aloisjo Xuereb a conto del vino venduto
Dairillmo. signor Marchese Depiro
«
500
«
200
<k
50
<
160
«
1200
«
700
«
ICQ
Tutto r Introito ascende Se. 10,597 5 3
Esito per compre di Frumento.
Li II Settembre 1798 sborzati a Giuseppe Velia per
conto della compra dei frumenti per ricevuta Se. 750 o o
Li 28 Settembre 1798 sborzati al medesimo Velia
per detto effetto per ricevuta « 1000 o o
Li 18 Ottobre 1798 sborzati al medesimo per detto
effetto per ricevuta ^ jooo o p
38
— 298 —
Li 17 Novembre 1798. Pagati dalla ricevuta di
. Se. 2000 soli scudi quattro cento, poiché li
altri Se. 1600 sono stati sborzati dal signor
Depositario Mallia Se. 400 o
Più sborzati al signor magazziniere Giuseppe Abela
a conto della compra di 106 salme frumento
dei Greco portate dal Zeitun « 2000 o
Più sborzati al medesimo signor Magazziniere a
conto di detta compra piastre gorde No. 44,
che a Se. 2. 3. Tuna sono « 99 o
Pagati al signor Nicolò Decandia per prezzo di
salme 50 orzo comprate per ricevuta e ciò oltre
il nolo « 648 2
Pagati a Giuseppe Viscozo Padrone di Filuga per
prezzo di salme 25 orzo, e di salme 2 e ^ fru-
mento, ed altro comprato come per ricevuta
pei 21 Ottobre « 446 6
Pagati al Padrone, e marinari della Feluga venuta
con orzi li 15 Novembre, scudi cento trentacin-
que per saldo di Se. 1 70: poiché gli altri Se.
35, sono stati pagati dal Padrone Gius. Velia « 135 o
Pagati per prezzo di biscotto comprato in tutto Se,
395, come per ricevuta, dalli quali sì sono introi-
tati dalle vendite fatte Se. 149 4 o. onde restano
per conto del Battaglione, e per S. Paolo a
Mare « 245 8
Se. 6724 4
Esito Diverso,
Lì 2, 3, 4, 5, Settembre — Pagati alli Pomari, e Bot-
tegari per pane, fromento, farine, ed altro pelli
primi giorni, anche alli molenari per manteni-
mento di più persone tanto del Rabato, come
d'altri Casali Se. 195 60
A diverse persone per compra di polvere a minuto
da più persone del Rabato, e di Casal Dingli,
oltre quella comprata dalli Signori Manduca, e
Teuma « 115 o
Alle persone che lavorarono le palle, e scartucci nelli
primi giorni, e munizioni « 35 ^ ^
Se.
83
«
100
«
205
€
40
«
II
8
— 299 —
A Giovanni Camilleri, Laizar, ed altri per frutti»
cioè uva comprata nelli primi giorni, poiché
dopo giorni non si pagò nessuno
Per porzione del nolo della Speronara mandata dalli
Zurrechini, e Zeitunini in Sicilia con novità
Per nolo della Speronara seria mandata in Napoli
colli Signori Briffa e Mifsud Bonnici
Dati al Bonnici in contanti per spese del viaggio
Spesi in provisioni per detta Speronara
Più spesi nell'accomodamento delle Torri dì nostra
ispezione, e delle trincere, cioè Torre Rossa,
Salina, Selmun, Ghain Tofiìha, Kaura, ed altrove
per far guardie, poiché porte, e fenestre erano
rotte e le serrature < 48 o o
Alli soldati che fecero la guardia nella Torre ta
l'Ahrax per giorni 21 a t. 2 l'uno per persone
No. 26 ed altro « 94 6 o
Alli sei soldati, che fecero la guardia nel Nadur per
un mese, e giorni 13 parte a t. 2 e parte at. i« 32 80
21 Settembre — Pagati a Gio Maria Cuschieri per
prezzo di tre barili olio comprati per uso delle
Torri, Trincere e Bastioni « 60 o o
Per prezzo di tre barili aceto per la Città Notabile
ossa pelli cannoni « 1 1 4 o
A Maestro Felice Galea per diverse quartare olio,
carta bianca, ed altro secondo il suo conto « 27 9 o
A molte persone che hanno spianato le mura, ed
altro come per nota delli 7 Settembre « 36 8 o
Per altre spese li 13 Settembre « 1800
23 Settembre — Per olio e polvere < 318 o
14 Settembre — Per trasporto di mischiato dalla cam-
pagna « 35 IO o
Per accomodamenti di cannoni « 440
A Francesco Mangion per prezzo di orzo preso dal
Mulino « 53 4 IO
Li II Settembre — Per continuazione del lavoro nelli
bastioni, ed altrove come per nota « 21. 3 o
Li 15 Settembre — Per diverso lavoro fatto nel Pa-
lazzo come per nota « 630
Per trasporto di legna, mischiato ed altro come per
nota « 1 2 1 1 o
A diversi per lavoro fatto nelli bastioni come per
pota « 14 7 IO
I740
IO
'5
36
o
14
o
25
o
— 300 —
Per lavoro fatto nella Torre Selniun per nota Ss. 17 21
Li 21 Settembre — A Padron Gaetano Lampanisì per
diversi effetti da lui comprati secondo la nota « 437 3 2
Li 21 Settembre — Consegnati a Michele Velia e
Pietro Borg della Micabiba in mischiato « 1720
Li 21 Settembre — Pagati a Padron Giovanni Ve-
nolini Siciliano per compra di diversi effetti,
cioè, quintali N. 26-1 -J a Se. 60 il quintale <
Per due barili olio a Se. 1 8 4
Per sei barili allonga a Se. 35 «
Al signor Filippo Castagna prima di sua partenza <
Li 21 Settembre — Consumati per uso delli SS. Uffi-
ziali Portughesi in caffè, zucchero, cioccolata,
malattia, deserte, ed altre spese minute non
messe nei conti in tre mesi continui « 200 o
Li 21 Settembre — Pagati ad Antonio Caruana guar-
diano di S. Paolo per spesa' nel Porto di S.
Paolo per li soldati Inglesi e Portughesi « 37 6
Li 21 Settembre — Al signor Giovanni Azzopardi
altro guardiano per simili spese « 49 o
Li 21 Ottobre — Spesi per risarcire la strada di S.
Paolo a Mare < 39 9 5
Li 21 Ottobre — A Mro. Michele Cachia Capo del
Zeitun, e suo compagno per spese fatte in Cor- «
radino come per ricevuta 200 o
Li 21 Ottobre — Pagati per j)rezzo di formaggio di
Morea quintali 1 1 a Se. 24 « 264 o
Li 21 Ottobre — Pagati per prezzo di R. 70 carne
comprata da Paolo il macellaro per l'Inglesi per
poliza « 23 4
Li 21 Ottobre — Spesi in Barche, e Calessi per por-
tarmi dagl'Inglesi, Portughesi ed altrove « 100
Se. 4623 7 12
GENERALE EMMANUELE VITALE,
Da quadro presso la Sig''»- Ved, Gatt.
— 301 —
Bilancio
Deve^Dati per Introito come in questo al foL... Se. 10597 5 3
Avere — Dati per esito per compra come al fol.... scudi
Se. 6724 4 o
Più per [^ Se. 11347 li 2
Esito diverso
come al fol.... 4623 7 12
Bilanciando l'Esito coU'lntroito risulta creditore Se. 750 6 9
Emmanuele Vitale (i).
Avendo Noi Deputati del Governo della Città Notabile visto ed
esaminato li Conti sopra inserti col loro Bilancio, come sopra si vede,
e quelli calcolato ed incontrato le partite dell'Esito colle giustifica-
zioni esibiteci abbiamo quelli ritrovati giusti, fedeli, e legali. E per-
tanto quelli accettiamo in tutte le loro parti, e partite portati nell'In-
troito, ed Elsito facendogli quittanze finali, generali, e generalissime.
Dato nel Palazzo di Nostra Residenza.
Oggi li 6 Febraro 1799 L. >f| S.
Conte Manduca — Conte Ferdinando Theuma — Marchese V. Depiro.
(i) A 19 Maggio 1800 il congresso dietro relazione dei B. Ca-
raffa, M. Cachia, e S. Curso esaminati ulteriori conti del Vitale lo
accreditava, in Se. 2746; ed a 17 Ottobre 1801 gli si dava il bilancio
dovuto.
11 Vitale dal Cap. Ball in una lettera confidenziale dei 30 Nov.
1788 al Nelson è dipinto quale cattivissimo amministratore, di poca
salute, ambiziosissimo e turbolento. Ma dobbiamo dai susseguenti fatti
ritenere che una più vicina e lunga esperienza avuta del Vitale e del
paese, di quella {x>ssibil mente potuta formarsi da sulla sua nave
X Alexander j lo abbia fatto mutare dall'opinione instillatagli forse da
Ijersone gelose del comando, e di cui il Vitale non consentiva di
essere subalterno. 11 Ball infatti a 17 Gennaio 1799 scriveva al Vitale
4c Signore, l'unico motivo che io ho di differire l'attacco di Cotonerà
è la mancanza di energia mostrata dalle truppe maltesi. Vari dei capi
me lo hanno indicato. Desidererei che voi vi guidate dal vostro giu-
dizio. Voi avrete la mia approvazione. Voi conoscete meglio il carat-
tere dei vostri concittadini, e perciò dovreste conoscere quando
cogliere il momento buono per condurli alla vittoria. Appena il cap.
Vivion mi scriverà, io sbarcherò colla mia gente j)cr cooperare con
voi. Dio vi prosperi, mio caro generale.» E più tardi a 29 dello stesso
mese scrivendo al Nelson, quasi per iscusarsi che lo scacco ideato
— 3Ó2 —
Avendo pertanto io suddetto, ed infrascritto Notaro attentamente
esaminato li suddetti conti, e non ritrovandoli né abrasati» né laceri,
né viziati, né in parte alcuna sospetti, ho quelli transuntato, e regi-
strato nei miei atti senza aggiungere o diminuire cosa alcuna, ma in
tanto, e per tutto come sopra si contiene. E ciò ad effetto di poter
dalla copia del presente transunto tanto detto Signor Esponente, che
tutti quelli possano mai avere interesse, prevalersi in ogni futuro
tempo, e non altrimenti.
Onde a futura memoria, ed a petizione di detto Signor Espo-
nente ho fatto, e stipolato il presente transunto in Malta, ed in questa
Città Notabile presenti gl'infrascritti testimoni.
Emmanuele Vitale — Io Feliciano Fiott del fu Emmanuele della
Valletta testimonio — Io Pietro Camilleri del fu Paolo testimonio.
contro i Francesi di Valletta e da lui annunziatogli il 6, era andato
fallito, buttando la colpa nella mancanza di spirito d'intrapresa e
coraggio nei Maltesi, dice « Noi stiamo per fare un altro tentativo:
assalteremo la Cottonera appena il General Vitale avrà completato
la formazione dei corpi che io gli ho suggerito di levare > ; cose
che indicano che il Ball cominciava a riporre fiducia nel Vitale. Infatti
appena insediatosi in Valletta lo nominava luogotenente della Sen-
glea ; ed avuta la medaglia d*oro a 9 Febraio i8oi lo si vede nomi-
nato governatore (col salario di £ 200. Lctt. del 20 Ottobre 1801)
e soprintendente e capo di Sanità al Gozo.
Il Governatore delle Isole Malta e Gozo
Volendo rimunerare il zelo e sincero affetto verso la Patria col
quale voi Emmanuele Vitale vi adoperaste nel decorso dell'insurrezio-
ne fatta da fedeli Maltesi contro l'invasori ed oppressori nemici; E nel
tempo istesso dare al publico un segno di nostra gratitudine e ricono-
scenza al merito vi nominiamo e creamo nostro Luogotenente e Mini-
stro per eseguir gli nostri ordini ed in vigliare sulla condotta e buon
ordine degli abitanti della Città Senglea dandovi a tale effetto tutte le
facoltà necessarie ed opportune; con quelli emolumenti che da Noi in
appresso saranno stabiliti. Dato nella Valletta, e nel Palazzo di nostra
residenza li 12 Settembre 1800. Alex. J. Ball.
L'Udre. Cutajar Seg. di S. E.
(Gli origmali delle nomine del Viiale sono al Museo di Valleiia).
Sempre in riconoscimento al merito si passava a Candida sorella
del Vitale, alla di lui morte, una pensione di scudi io mensili (Lett.
del 30 Marzo 1803) poscia aumentati a 20 per ordine del 30 Gennaio
;8o4. {Ordini orig, 1802-07 nel Uff, Ricev, Generale),
— 803 —
Il Campo di S. Giuseppe sembra di esser stato costretto a ricor-
rere quasi da princif)io a prestiti come scorgesi tra altri dagli atti del
Not. Gregorio Mifsud che a 17 Settembre 1798 rogava per il Gene-
rale di S. Giuseppe il contratto per scudi 200, e giorni dopo questo
altro :
A dì 26 Settembre della Seconda Indizione 1798.
Il Rev. Sig. D. Salvatore EUul del fu Giovanni, il Sig. Perii. Dr.
Giuseppe Casba, il Sig. Ch. conjugato Grazio Ellul del fu Giuseppe e
maestro Andrea Borg del fu maestro Giuseppe di questo Casal Luca
da me Notaro infrascritto conosciuti presenti innanzi a noi inter-
vengono nel presente istru mento come speciali commissari deputati
ed eletti dal generale in capite del Campo San Giuseppe spontanea-
mente ed in solidum obbligandosi l'un per l'altro spontaneamente
dissero d*aver avuto e ricevuto dal Signor Cho. Luca Zammit del fu
Cho. Gregorio di Casal Haxack assente la somma di scudi cento.
Si dichiarano li medesimi debitori in solidum come sopra, con-
forme s'obbligano di dover detti 100 applicarli nell'attuali necessità ed
alimenti del Campo Patrio a tenor delle circostanze presenti riservan-
dosi le loro ragioni a suo tempo contro chi de jure apparterrà.»
Intanto al Caruana come Capo del Campo di S. Giuseppe si
dava dal Congresso a io Marzo 1800 la quittanza dei conti in seguito
alla relazione dei deputati la quale sebbene concisa non manca d'in-
dicarci alcuni cespiti e ammonti di spese.
Eccza. ed 111 mi. Signori,
Incaricati da V. E., e da questo Congresso d'esaminare li conti
che rende il Revmo. Sig. Canco. Caruana abbiamo l'onore di riferire,
come verificati li tre conti e giustificazioni esibitici abbiamo con
nostra somma soddisfazione rilevato, che tutte le partite di conside-
razione canto nell'introito come nell'esito dei suddetti tre conti restano
pienamente giustificati da ricevute, e documenti superiori ad ogni
eccezione ; perciò esaminato il primo conto consistente in denaro
avuto in deposito contante nella somma di Se. 43332.3.1 e di
40551. IO. 13 dal suddetto Signor Canonico restituiti a diversi pro-
prietari del medesimo denaro depositato, risulta per questo primo
conto debitore nella somma di scudi 2780.4.8 — Per il secondo conto
poi de' cotoni di Levante ricevuti da diversi particolari, e dal Signor
Canonico convertiti in denaro alla somma di scudi 11 773.6.3 rimase
creditore in denaro alla somma di scudi 2363.2.13. — finalmente per
il terzo conto delle diverse derrate introitate da diversi troviamo mon-
tare l'introito a Se. 24851.5.6 e le partite di esito a Se. 25899.4.14 ;
per il qual conto è creditore in scudi 1047. 1 1.8.
— 304 —
Ciò posto avendo noi calcolato il dare coli' avere troviamo che il
Signor Canonico spese più delle somme introitate scudi 630. 9. 13; la
qual somma dice provenire da alcuni piccoli guadagni avute sulle
monete forestiere. Onde siamo di sentimento che detti conti si deb-
bano accettare per buoni e validi e che gli sia data la quìttanza dei
medesimi conti per sua quiete. Questo è quanto ci diamo l'onore di
far presente all'È, V. ed a questo congresso in adempimento della
commissione addossataci, e con tutto l'ossequio ci diamo l'onore di
protestarci.
Malta, li 3 Marzo 1800. Umi. e Devmi. Servitori,
Par: Salv. Curso,
Emmanuele Vitale,
Dr. Enrico Xerri.
La Cattedrale soffrì la perdita delle rendite dei vari canonicati
vacanti^ figurò colle contribuzioni personali dei canonici ed oltre
altri doni fece le elargizioni accennate dai seguenti estratti. < Item
Dominica prima mensis Octobris ejusdem anni 1799 die vero sixta
praedicti mensis post completorium. Revmus. D. Cancus. D. Joseph
Farrugia Procurator dixit : — Revmi. Signori, La tenda della porta
maggiore di questa chiesa è resa inservibile, onde sono di senti-
mento, qualora piacerà alle SS. VV. Revme. di darla per uso alli
poveri infermi commoranti nel Convento di S. Domenico.
Inoltre avendo le SS. Vostre Revme. deliberato di darsi men-
sual mente scudi quindici a favor dello spedale dei poveri sono di
sentimento che si accresca la mensualità di altri scudi cinque, che
faranno scudi venti, e ciò per mesi sei.
Revmi. DD. Capres. audita dieta propositione decreverunt tradì
praedicto Hospitali scuta viginti quolibet mense et velamen supra-
dictum. Unde ecc.
Extractum ex suo originali.
Datum Melitae in Aula Capitulari hac die 9 Februarii 1879.
J. B. Archipres. De Lia Archiviarius
Sacerd. Joseph Maria Cachia dictaì
S. Ecclesiae, ejusque Revmi. Capii. Cancellarius.
Die 23 Martii an 1800.
Tandem insurrexit Revmo. D. Can. D. Xaverius Caruana uti
procurator hujus S. Cath. Ecclesiae et dixit :
Revmi. Signori,
Essendo state fatte varie spese dal Revmo. Signor Can. Peniten-
ziere Dimech di buona n^emoria a mio nome nell'accomocjatura della
— 305 —
Strada di Ghain Rihana col consenso dei Si«L»fnori Canonici ])restato,
come richiedevano le circostanze dei primi tem[)i della j>n^sent(.' rivo-
luzione in sacrestia di questa S. Chiesa, in roinmoHo del Popolo che
doveva tras}X)rtare dal Porto di S. Paolo i viveri necessari, e le muni-
zioni di guerra che ci favorirono le potenze alleate : domando ]>erciò
dalle SS. Loro Revme. la necessaria approvazione delle suddette
spese.
Et Revmi. DD. Capitulares audita praedicta propositione una-
nimi ter adprovaberunt expensas erogatas prò etfectu contento in dieta
propositione.
Conti del Capo del Battaglione di Birchircara.
OrRÌ li 7 Luglio 1800.
Radunati i Signori Rappresentanti in Congresso presiedendo Sua
Eccellenza il signor Governatore li signori tre commissari eletti gi.^
nominati per esaminatori dei conti deiraniministrazione fatta dal Sig.
Vincenzo Borg qua] Capo del Battaglione di Birchircara hanno pre-
sentato e letto la qui sottoscritta relazione.
Eccellenza, ed Illmi. Signori,
Incaricati dairE. V. e da questo Congresso di esaminare il conto
che rende il Signor Vincenzo Borg Rappresentante di Birchircara, e
Capo , del Campo del Gharghar (i) dalli 2 Settembre 1798, primo
giorno della Rivoluzione, fino li 31 Gennaio 1799; e dalli 25 Maggio
fino li 19 Agosto del medesimo anno, essendo stata interrotta la di
lui amministrazione dal primo Febbraio fino li 21 Maggio attesa la
(i) Nota delle persone che sono in servizio del Camjìo del Ghar-
ghar (e del) pane e suo costo, che si da giornalmente alle
persone.
Battaglione di Fucilieri No. 401 a tar. 2 io l'uno se. 83 6 10.
Ajutante del Campo No. i a tar. 5 se. 5.
Artiglieri per 6 pezzi di cannone No. 60 a tar. 3 io l'uno se. 176.
Gente alla riserva e guardia al Campo compresi 2 corridori l'uno per
il Campo, l'altro per la riserva, due armieri, un ferraro, il cap-
pellano del Campo: No. 26 a tar. 2 io l'uno se. 5 5.
Presi della gente dall'assalti e sortite dei nemici No. 30 a tar. 2 Tu no
scudi 5.
Per l'ammalati No. 27 a tar. i l'uno scudi 2 3.
Per le matrici dei figliuoli dell'Ospedale No. 28 a tar. i l'uno se. 2 4.
Per li figliuoli travagliati nella strada No. 8 a tar. i io l'uno se. i.
Totale Se. 117 5 io,
39
— 306 —
malattìa che sofferse, abbiamo l'onore di riferire, che verificato l'In-
troito fatto dal predetto Signor Borg si è trovato ascendere a scudi
29,230 IO 6: proveniente in quanto a scudi 30 dalla raccolta fatta
nel primo giorno in Casale : se. 8,674 2 11 da diverse somme con-
tribuite dagli abitanti di Birchircara per il Battaglione: se. 7,654 io i
dalla vendita fatta al pubblico di pane, e frumento: scudi 877 dal
costo del frumento somministrato da alcune persone: scudi 9,186 8
frumento comprato a credito: scudi 6,075 importare dell'orzo, pari-
mente comprato a credenza: scudi 3,596 3 6 dal conto del meschiato
fornito al Battaglione dai Gabellotti: scudi 36 2 orzo dai medesimi
contribuito: scudi 855 2 7 carrube prese da più contadini: scudi 444 6
da commestibili comprati a credito per la razione dei soldati: scudi
285 9 paglia, legna, e carbone: scudi 271 somma che dai periti è stato
stimato ascendere l'importo di 60 alberi di mandorla, ed infruttiferi
fatti svellare d'ordine del Signor Rappresentante da diversi terreni, e
giardini, in assoluta mancanza di legna d'abbruciare: se. 686 9 17
da differenti generi ricevuti, e finalmente scudi 677 io 19 da una
partita di cottone che trovavasi in potere di esso signor Borg prima
della Rivoluzione appartenente al signor Cherubino Grossi, che le
circostanze calamitose, nelle quali si trovava nei primi tempi il Batta-
glione lo costrinsero di convertire in denaro. Passati all' esame
dell'Esito, l'abbiamo trovato ascendere a scudi 63,240 619 composto
delle seguenti dettagliate partite cioè, scudi 29,912 frumento, ed orzo
comprato per il Battaglione, parte del quale è stato venduto al pub-
blico: scudi 3,353 9 somma pagata per nolo del frumento, ed orzo
comprato, spese di misuratori, e porzione di trasporti, avendo il Sig.
Borg la maggior parte dei trasporti suddetti pagati con pane: scudi
8,842 o 3 spese nelle compre dei commestibili per la razione giornale
de' suoi soldati: scudi 910 per carne: scudi 197 4 di muro fatto fabbri-
care della grossezza di 4 palmi, con una porzione di banchine; per la
Trincea ta Mrabat per mortari con due trogli a prova di bomba: due
altre Trincee una ta Scinini e l'altra ta Scale Cappara; la gran Trin-
cea del Gharghar, e quella ta Chemmuna ; un carro nuovo per uso
dei trasporti dei cannoni ; manifattura di 900 scartucce di cannone,
e per 350,000 di fucile; regalo alle persone, che raccolsero le palle
di Cannone tirateci dai nostri nemici e per gratificazione data al
Segretario, Notaro e Scrivano per i loro servigli prestali per tutte
queste operazioni fatte. Non sarebbe certamente stata sufficiente la
somma, che abbiamo indicata, se il signor Borg non avesse pagato la
più parte dei lavori con pane, e con scudi 20,214 7 4 importo del fru-
mento, orzo, meschiato ed altri generi, che ricevette senza sborso
alcuno di denaro; e son ivi comprese molte altre spese, ma come sene
dato Introito per maggior chiarezza del suo conto, così deve dar-
VINCENZO BORG, " BRARET ■'
dal busto in creta presso D. G. Sarti
J
— 307 —
sene Esito per la ragione, che tutto servì al consumo giornaliero del
Battaglione e fu parte venduto al Pubblico.
Verificato minutamente quanto fin ora abbiamo dettagliato colle
rispettive ricevute esibiteci, si è rilevato calcolato l'Introito coll'Esito
rimanere il signor Rappresentante Borg creditore di se. 24,009 813.
Sebbene l'Esito ascende a se. 63,240 619 non è però questa
somma il consumo fatto pel mantenimento del Battaglione. Per rileva-
re la spesa fatta per il medesimo si devono scemare dall'Esito la som-
ma di se. 7,564 IO I delle carrube distribuite ai poveri, esc. 910 spesi
nelle differenti fortificazioni fabbricate, ed altre spese in questo articolo
specificate, onde ne risulta la spesa del Battaglione ascendere a scudi
53,910 6 17. E se si avesse potuto calcolare il pane dato in compenso
o dei lavori fatti nelle trinciere, dei trasporti, e delle giornaliere
carità, si vedrebbe chiaramente, che il Battaglione consumò molto
meno della somma sopra descritta. Vi si osserva anche, che in dedu-
zione della spesa fatta si devono scemare scudi 1,212 6 importo di
salme 15 frumento e 50 d'orzo, che lasciò li 31 Gennaio in riserva
il s'gnor Borg agli altri amministratori.
Non tralasciamo di far presente l'osservazione, che il signor
Borg ci pose sotto gli occhi cioè che la spesa fissata al presente per il
Battaglione è di scudi 4290 al mese per soli 500 uomini, e che la
spesa da lui fatta per 1000 montava a scudi 6,738 circa per mese ;
dal che si ricava chiaramente la sua onestà ed economia.
Crediamo essere nel dovere di far partecipe all'È. V., ed a questo
congresso, che avendoci il signor Borg fatto leggere diversi attestati
sottoscritti da una quantità di persone, che sono stati testimoni della
sua condotta, abbiamo con nostro piacere rilevato lo zelo, ed attività
per il servizio ; la compassione avuta per i poveri, costando, che per
soccorrerli, fece un consumo non indifferente di pane, carrube, ed
altro ; avendo anche trattati ugualmente tutt'i ragazzi figli dei soldati
che si trovavano in bisogno. Inoltre ci esibì un'altro attestato, dal
(juale risulta che mai amministrò solo, ma che tutte le incombenze
deiramministrazione furono esercitate unitamente a quelle persone
scelte dal popolo per subalterni dell'impiego. Finalmente facciamo
presente, che il signor Borg dice d'essersi in diverse volte prestati
scudi 11,000 circa, che fanno parte del presente suo credito, per la
quale somma è tenuto di pagare scudi 6 p. o/o l'anno Ci).
(i) In tali conti e somme non si comprendeva quanto del suo
vistoso patrimonio il Vincenzo Borg del fu Aloisio spandeva a bene-
ficio del suo comando. In vero da lettera di Governo, 21 Maggio
1835, appare che il Borg a quella data reclamava se. 24,000 a titolo
di rimborso di somma equivalente, sborsata all'epoca della Campagna
— 308 —
In vista di tutto ciò siamo di sentimento, che il suo Conto sia
accettato dall' E. V. e da questo Congresso per buono e valido.
Quest'è quanto, in adempimento della commissione avuta, crediamo
dover relatare, mentre con tutto il rispetto ci protestiamo.
Di V. E. e delle S. S. loro Umi. e Devor. Servid.
Dr. Enrico Scerri, Notaro Francesco Siilv. Zarb, Michele Cachia.
In vista alla quale relazione tutto il Congresso ha stabilito, che
detti Conti, copia dei quali è stata a me segretario consegnata per
conservarla, debbano accettarsi per buoni, giusti e validi, quittando il
detto signor Borg della sua amministrazione nella maniera e forma da
essa relazione espresse. »
Inoltre dagli atti del Notaro Vincenzo Allegretto in data dei 5
Ottobre 1798 apj)ariscono vari possidenti quali garanti per date
somme del complessivo ammontare di scudi 1,600, che il suddetto
Borg aveva necessità di mutuarsi per il servizio del Battaglione di
Birchircara ed in conseguenza a 12 dello stesso mese il Barone
Gaetano P'ournier gliene prestava scudi 550 ; e non bastando essi, a
28 Novembre altre persone garantivano nuovo prestito per un ulte-
riore ammonto di scudi 900.
Maltese. Ci induce a dar credito a tali reclami un attestato giu-
ramentato di rispettabili persone ricevuto dal Notaro Vincenzo Alle-
gretto a 6 Ottobre 1800 che c'informano di aver avuto il Borg del
suo nella grande casa a Birchircara per 170 quintali di cotone in
lana e in cotone filato e che ne lo permutò con frumenti parte in Mal-
ta e parte in Sicilia e con orzo a mezzo del Barone Frangipane di
Licata per servizio del Battaglione. Si atferma anzi che più tardi il
Borg vendette il proprio bestiame e contrasse debiti personali per
sostenere il battaglione di cui era capo ìnsin dal 2 Settembre. Ebbe
pertanto egli la soddisfazione, insorti dei dissapori nel campo del
Ciharghar, di vedersi confermato dai comandanti e dal battaglione a
loro capo una seconda volta a 2 Gennaio 1799, come lo dimostra un
aj)posito transunto nei detti alti Allegretto a 3 Gennaio 1799, e a 13
dello stesso mese di vedersi unanimemente eletto a rappresentare il
Casal Birchircara al Congresso. (Vedi app. 24). Nato egli nel 1771
moriva di 68 anni a 18 Luglio 1837, ottenendo sepultura nel bel
mezzo della Collegiata del suo paese, da lui beneficata. Luogotenente
di Birchircara alla resa della Valletta per malintesi col Ball, non
amico dell'Eton, veniva sostituito per decreto degli 11 Gennaio 1804
da Gregorio Gatt dopo un accusatorio discorso di Sir A. Ball dinanzi
gli amministratori dei^ beni publici. Borg si difese presso il Seg. di
Stato. Riconoscevansi tuttavia i suoi meriti, prima colla decorazione
della medaglia d'oro prò patria consegnatagli a 9 Febraio j8oi e
— 309 —
Le spese incorse dal Battaglione dei. Zurrico quittate.
« Eccellenza ed Illustrissimi Signori,
Essendosi degnata V E. V. e questo Congresso d'incaricarci
[>er Tesarne del conto che rendono li signori Rappresentanti e Prov-
veditori del Battaglione di C. Zurrico dalli 25 Settembre 1798 a
tutto il 31 Maggio 1800 abbiamo l'onore di riferire come verificato
il detto conto colle giustificazioni esibiteci, si è rilevato che le partite
di considerazione sono corredate con ricevute, e documenti validi, per-
ciò passando allo introito Tabbiamo trovato ascendere a Scudi
91360. o. 8 provenienti in quanto a Scudi 10400. o. 5 dalle contri-
buzioni fatte (dai cittadini) ; Scudi 1627. 2 da altre simili contribu-
zioni ; Scudi 3346 gabelle riscosse appartenenti a persone di città ;
Scudi 15483 ricevuti dall' Plccclienza Vostra : Scudi 697. 8 io pari-
menti esatti dall' E. V. per la batteria di Bin Ghisa ; Scudi 772. 4
diritti avuti per la stampa del pane, altre sulle botteghe e per con-
danne e pene ; Scudi 3006. io per frumento venduto ai fornari per
fare il pane per il publico ; Scudi 28049. 3 per altro frumento ven-
duto ai fornari, che servivano col pane il Battaglione ; Scudi 1793. 4
altri diritti di stampa sul pane consegnato dai fornari per il Batta-
glione, e finalmente Scudi 26122. 4 per il frumento ed orzo venduto
al publico.
Indi venuti all'esame dell'Esito montante alla somma di Scudi
89479. 4. 6 abbiamo rilevato che proviene in quanto a Scudi
55031. I. 7 dalle spese fatte per il companatico, ed altro necessario
al mantenimento e sussistenza del Battaglione: Scudi 422. 11. io dal
poscia nel Febraio 1833 coll'ascriverlo cavaliere dei Santi Michele e
(iiorgio. Dai documenti che publichiamo sparsi nell'appendice egli
apparisce uno dei più grandi fautori e patrocinatori della dedizione di
Malta all'Inghilterra. Di lui l'Eton, scrivendo a Cooke sottosecretario
di Stato a 27 Giugno 1809, tesse l'elogio « when I left (Malta in
1803) he was the confidential counsellor of Sir A. Ball... Sir Alexan-
der's letters to him on bis arrivai at Malta, show that he considered
hini as the most importane person in the insurrection... he nou is a
man of the strictest honour and probity, of the most virtous life... He
is a steady friend to bis Majesty's government, at the same time he
is a zealons defender of the legai rights of the Maltese... » Afr. Eion's
vindication of his public conduci. Ijjndoìi 1801, H. Reynell Printet
No. 2/ Piccadilly p. j & 4. Esiste manoscritto del Borg con una
minuta relazione delle circostanze dell'epoca, e fu già in possesso
del Direttore del periodico maltese La Rivista nel 1846, e da me
veduto dieci anni addietro, ma oggi non mi è riuscito rintracciarlo.
— 310 —
denaro pagato ai fornai per la manifattura del pane dei primi tempi
della rivoluzione ; Scudi 33560. 7. 9 dal denaro dato ai fornari in
soddisfazione del pane somministrato al Battaglione ; Scudi 134. S
dalle somme contribuite per il mantenimento degli alunni, e Scudi
330 dalle spese straordinarie fatte. Dal che ne risulta calcolato l'in-
troito coll'esito rimanere l'amministrazione debitrice il io. Giugno
anno corrente di Scudi 1880. 8. 2. Pertanto siamo di sentimento
che detto conto debba essere accettato da V. E. e da questo con-
gresso per buono e valido ; non tralasciando di lodare lo zelo, atti-
vità e puntualità del signor Rappresentante, e suoi Provveditori che
in mezzo ai torbidi tempi hanno saputo ccmservare il buon ordine
nella loro amministrazione.
Questo è quanto abbiamo l'onore di riferire all'È. V^ ed a questo
congresso e con tutto l'ossequio ci diamo l'onore di protestarci.
Di V. K. e delle S. S. Loro
Li 2 Luglio 1800.
Umil. Dev. Servi veri
Sac. D. Piktro Mallia.
Dr. Gius. Cash a. »
Omettiamo di riportare i conti degli altri battaglioni e terminano
coi seguenti per mostrare che tutti agivano conformemente ai pre-
cedenti :
« Noi sottoscritti Deputati Proveditori del Battaglione Ci-
di a, (t), ed ali ri volontari sottoscritti tanto a nome proprio conio
(i) Dal seguente quadro rilevasi quanta spesa era necessaiia per
il mantenimento di tutta la milizia Maltese. « Ristretto delle spese
giornaliere per mantenimento dei Battaglioni di tutti li Casali giusta
la nota data dai rispettivi Capi d'ogni distretto come segue :
Città Notabile e C. Dingli : per soldati e per compa-
natico olio trasporti ammalati inclusa la spesa
per l'ospedale generale di S. Domenico per un
giorno Se. 153 7 9
Casal Zebbug : per pane olio companatico trasporti
ed ammalati per un giorno « 105 5 -
Terra Birchircara : per mantenimento di soldati
come sopra : e delle Trincee « 146 o o
Casal Luca : per mantenimento di soldati come
sopra ogni giorno « 32 S 12
Casal Sah : per mantenimento come sopra « 1845
Casal Tarscien : per mantenimento come sopra e
Trincee * 40 o
Casal Hasciak : per mantenimento come sopra < 43 2 r^
— 311 —
anche a nome di tutto il popolo possicltMite della Gudia secondo l'or-
dine del Cìenerale di tutti li Battaglioni prendiamo ad imprestito ed
inlatti riceviamo da padron Andrea Falzon del fu (iiuseppe Scudi
1300 consistenti in piastre di Spaj^na No. 320 valutandoli a tari 28
l'una, ed il resto moneta corrente all'etietto di provvedere il vitto
«
160
11
7
«
669
9
IO
«
18
6
«
II
4
«
48
6
^
6
II
<
53
6
«
IO
«
16
IO
IO
4C
156
II
«
61
I
3
«
32
8
«
18
12
15
Casal Crendi : per mantenimento come sopra Se. 74 5
Casal Zeitun : per mantenimento dei soldati e spese
del Porto di Marsascirocco e Trincierc
Casal Zurrico : per mantenimento come sopra
Casal Lia : per mantenimento come sopra
Casal Balzan : per mintcnimento come sopra
Casal Sigtjieui : per mantenimento come sopra
Casal Chircop : ptT mantenimento come sopra
Casal Musta : per mantenimento come sopra
Casal Gargur : per mantenim::^nto come sopra
Casal Micabiha : per mantenimento come sopra
Casal Zabbar : per mantenimento di soldati e Trìn-
ciere
Casal Curmi : per mantenimento come sopra
Casal Gudia : per mantenimento come sopra
Casal Attard : per mantenimento come sopra
Tutte le dette spese ascendono per un solo giorno Se. 1565 11 12
FVr ogni mese a « 4^>972 o o
Non incluse le spese della costruzione delle Trinciere ed altre
cose straordinarie ed eccezionali. » fJ/ss. lìfocco 7ieir Archivio della
Catledrale).
Che le cose non si facevano alla carlona lo dimostrano i ricevi
che si rilasciavano ]>er ogni operazione. Ad (^scmpio i seguenti :
Li 12 Luglio 1799 — Dichiaro io infrascritto d'avermi avuto e
ricevuto dal (joverno del Zeitun salme orzo centottanta uno, quali
sono per rata spettante alla Gudia, di quello portato da Sicilia a
credenza. Dico Se. iHi. Filippo Castagn.\. Prov.
A di 12 Luglio 1799 — Ricevo dal suddetto Governo per mano
del fu Gaetano Bugeja, scudi trentaquattro tari otto e grano dieci
quali sono in quanto a se. 25 altre volte sborsate per li depu-
tati di Palermo e li altri se. 19 8 io provenienti di quell'orzo trat-
tenuto per il nolo: in fede dico Se. 34 8 io. Castagna, Prov.
A dì 20 Gennaio 1799 — Aranci tagliati e presi per servizio del
Battaglione di Casal Fornaro dal Ciiardino della Illma. Contessa Bo-
logna — Dozzine cento e quaranta contati dal castaido di V. E. Illma.
lo D. Bknigno Gauci Prov. del sud. Battaglione.
— 312 —
ordinario e discreto del Battaglione finché dura la presente gìferra
difensiva rispondendo pertanto con lucri di 6 o/o l'anno per lucri
cessanti e danni emergenti pagabili dopo cessata tale guerra a sem-
plice sua richiesta. In fede del vero ci sottoscriviamo oggi li 2
Ottobre 1798 — Giovanni Caruana, Direttore — Giuseppe Velia, Pro-
Più li 21 Gennaio — numero di dozzine — cento e sei.
Più li 22 « « « cento,
l^iù li 23 « « « cento ed otto.
Più li 24 « « « cento e novanta sei.
Io D. Benigno Gauci Prov. del sud. Battaglione.
I ricevi rilasciati ai terrazzani della sola Contessa Bologna per
quel che somministrarono ai battaglioni non son pochi.
Li 21 Decembre 1798 e li 23 Aprile 1799 — Salvatore Zammit
come gabellotto della clausura tal Hacba, al Sr. Salvatore Gafà per
il Battaglione di Casal Lia. Se. 30.
Li 2 Giugno 1799 — Salvatore Asciale per clausura tal Hassis al
Sr. Dr. Giuseppe Casba per Battaglione di Casal Luca. Se. 27.
Li 15 Agosto 1799 — Francesco Spiteri per clausura di S. Giu-
liano tal Kirda Filfel e Landar al Casba pel Battaglione di Casal
Luca. Se. 58 II IO.
Merangoli dozzine no. 2450 prezzati tari 2 io la dozzina ad uso
del Battaglione del Siggieui. Se. 510 5.
Li 13 Febraio 1799 — Gli eredi del fu Antonio Muscat per clau-
sura Itorbiet ai Signori Gafà e Martino Zerafa per il Battaglione di
Casal Gargur. Se. 32.
Li 4 Settembre 1799 — Gregorio Velia come gabellotto della
Marricata al Signor Felice Calleja pel Batt. della Musta. Se. 70.
Li 23 Gennaio 1799 — Giovanni Cassar come gabellotto delle
terre tal Catina pagò al Battaglione di Casal Chircop. Se. 100.
Li 17 Febraio 1799 — Gio. B. Muscat a nome di suo padre come
gabellotto di Gnien Hira al Battaglione della Notabile. Se. 158 4.
E così via fino alla somma di scudi 2,000, nella qual somma
però appare incluso l'equivalente di due tabacchiere ossìa scatole
d'oro di figura ovale e rotonda l'altra che la detta contessa D. Maria
Antonia Bologna agli 1 1 Giugno 1799 per atti del Notaro A. P-
Spiteri ricuperò dai signori deputati della Città Notabile per il loro
valore di Se. 228 e tari 9.
Parimenti del Barone Paolo Seberras Bologna depositario del-
l'Università della Notabile si hanno le note delle quantità dei frumenti
ed orzi date dal Gen. 1800 agli incaricati dei Battaglioni.
{Doc, presso il Conte Sir G. StricÀ'land A'.CJf.G.J,
— 313 —
veditore— Sac. Giuseppe Boniri — Giuseppe Raffaele Camilleri — Sac.
Francesco Caruana. {Dai Lio. Ordini ne IT Uff. Rie, Gen, No. 2/0).
I Deputati e Proveditori del Battaglione del Curmi ( ossia città
Finto) per atti del Notaro Ant. Delicata a 18 Ottobre 1798 prendono
a prestito pel Battaglione Se. 3500; a io Novembre transuntano le
contribuzioni avute per Tamniontare di Scudi 1965, e contrattano la
compra di Se. 1800 grano da portarsi da Siracusa ; a 20 Nov. 1798
nolej^giano lo sciainbecco B. V. delia Margana con stendardo inglese
ancorato a S. Paolo a Mare e a 2 Decenibre 1798 contrattano per
compra di altri 2466 se. grano, ed ai 25 Novembre precedente
s'erano transuntati Scudi 600, di contribuzioni. Chi poi desiderasse
conoscere più partitamente i contribuenti Maltesi che si son presentati
nel 1805 per ricevere somme da loro elargite per uso dei Battaglioni
della Campagna non ha che consultare l'apposito Mss. No. 562
dell'Archivio AéiV Università conservato nell' Ufficio del Registro
Publico di Malta.
Documento ^6,
Sul fornimento del Battaglione del Gozo troviamo :
a) Francesco Galea del fu Giuàeppe, Gozitano per la verità
ricercato attesta con suo giuramento a chiunque sarà per vedere il
presente da valere si in giudizio che fuori, qualmente nell'insurrezione
popolare contro il governo francese, il fu Michele Pace del fu Batti-
stino somministrò al battaglione paesano allora formato in circa a
se. 800 in grano paesano, meschiato, pane, frutta, carbone ed altro in
servizio di detto battaglione. E ciò attesta per la gran conoscenza
che ha del su narrato, essendo egli stato in tal epoca quasi sempre in
casa, o nel giardino di esso fu Michele Pace* quale suo lavoratore ; e*
perchè egli non sa scrivere di sua commissione ho fatto il presente.
Oggi li 18 Agosto 1807.
Stipe. Isidoro Xuereb di Commne.
Euerenio Velia del fu Salvatore ì ,, ,
Michele Velia del fu Raffaele - ^"^^'""'^ ^"^"*° •«•"'•'^
1- \r 11 j 1 r /- • esser vero.
Francesco Velia del fu Gregorio )
b) Noi infrascritti per la verità ricercati attestiamo con nostro
giuramento a chiunque sarà per vedere il presente da valere in giudi-
zio e fuori, qualmente tutte le provisioni necessarie per il vitto che si
somministravano dai massari, e da altre persone al battaglione for-
mato in quest'isola del Gozo, in occasione della Rivoluzione Popolare
insorta contro il Governo Francese, residente allora nel monte t4
40
— ai4 —
Ghelmus, e quindi nel monte ta Har Elma di detta Isola, sotto il
comando del Revmo. fu Sig. Arciprete Cassar, si consegnavano per
lo più in mano del medesimo fu Sig. Arciprete Cassar, il quale poi
distribuiva a suo piacere le dette provisioni al detto suo battaglione,
ed anche ad altri battaglioni formati allora nei casali di dett' Isola (i).
E ciò attestiamo per la piena cognizione che abbiamo del su
narrato, in fede del vero di proprio pugno ci sottoscriviamo in questa
Isola del Gozo. Oggi li 24 Settembre 1807.
Io Francesco Cauchi confermo il su narrato.
Io Gaetano Calleja confermo.il su narrato.
Firma attestata dal Notaro Felice Calleja melvo. 22 Sett. 1807.
Felice Spiteri del fu Giuseppe! ambedue dalla regione ta Chcr-
^_ _ , , r ^ I iCem di questa Isola del Gozo
Vmcenzo Gatt del fu Carlo j ^ii,,^^,,^ aiiretfanio.
A mezzo di Stip. Isidoro Xuereb di Commissione oggi li 30 Set-
tembre 1807.
Non bastando il numerario ottenuto per provvedere i batta-
glioni e le Isole di viveri si ricorse alle ipoteche dei beni stabili che
abbiamo vedute accennate in nota a pag. 256. I cinque villaggi del
Zeitun, Zabbar, Asciale, Gudia e Siggieui, mediante tal metodo deli-
berato per loro comune consenso li 24 Dee. 1798, furono i primi a
procurarsi oltre 4000 salme frumento e 2000 di orzo dalla Sicilia:
ed il loro esempio ed un'apposita deliberazione del Congresso presa a
27 Marzo 1799 fini per muovere i più restii ad imitarli. Insin dal io
Gennaio 1799 il Governo ed i possidenti della Notabile avevan preso
analoga risoluzione come lo dimostrano i seguenti atti presso il Not.
•A. P. Spiteri.
Documento 57.
A di 20 Gennaio 1799. Corre, la II Indizione.
Sia umilmente invocato il SSmo. Nome di Gesù. Con questa
publica scrittura facciam noto, e manifesto, come personalmente costi-
tuito in presenza di noi Notaro, e Testimonj infrascritti mimi. Sigri.
Conte D. Salvatore Manduca, Conte D. P'erdinando Theuma Castel-
letti, Marchese di S. Vincenzo in Castiglia D. Vincenzo De Piro
(i) Ai Signori Avv. Carlo Emmanuele Palmier, Not. Francesco
Cassar e Giuseppe Bondi per ordine del Ball dei 21 Aprile 1803
furon dati scudi 150 a ciascuno in mercede e rimunerazione dell'esa-
me dei conti delKArcip. del Gozo Cassar in virtù di deputazione fatta
nel Maggio 1799. (Mss. èio J^ic, Gen),
— 3iè -
Gourgion, ed Emmanuelc Vitale, Coni mandante Generale, da me
Notare conosciuti, intervenendo come Deputati del Governo di questa
Città Notabile, ed Isola di Malta, ed espongono aver li medesimi a
nome suddetto sotto li io del corrente mese deliberato di far ipote-
care tutti li beni stabili esistenti nel distretto, e limiti di questa Città
Notabile, suo Rabato, e Casal Dingli per portar dalli carrìcatori, e
scali del Regno di Sicilia li frumenti, ed orzi, ed altre vettovaglie
espressi in detta deliberazione. Volendo li medesimi Signori Espo-
nenti rendere per atto pubblico tale deliberazione, essendo già quella
publicata a suon di tamburro nelle publiche piazze, e nelle rispettive
Chiese come si ricava dalle fedi de' SS. Farochi originalmente con-
servata tra queste minute, pertanto hanno esibito a me Notaro infra-
scritto la suddetta deliberazione originale, ordinandomi insiememente
di dover detta loro deliberazione transuntare, e ridurre in publica
forma registrandola nei registri degl'atti miei, e quella poi conser-
vare tra le minute di detti miei atti.
Qual deliberazione è del tenor seguente cioè : < Noi Deputati
del Governo della Città Notabile, ed Isola di Malta, considerando
esser de venuta ora mai scarsissima in questa Campagna di Malta la
moneta forastiera, né ritrovando prezzo conveniente dei nostri cottoni
filati nei carricalori, e scali della Sicilia, e mancandoci altri mezzi
propri per portare le necessarie provisioni per il mantenimento delle
nostre truppe, e popolazione, valendoci del dispaccio che adesiva-
mente alle nostre suppliche, ed adequatamente alle attuali crìtiche
circostanze si degnò Sua Maestà il Re di Napoli, spedire in data dei
IO Novembre scorso abbiamo deliberato, che da noi stessi e da tutti
li possidenti di questa Città Notabile, suo Rabato, e Casal Dingli
s'obbligassero tutti i beni stabili esistenti dentro il distretto, e limiti
della medesima Città Notabile, suo Rabato, e di Casal Dingli ad
effetto di portare da carrìcatori, e scali di Sicilia per mezzo di questa
ipoteca tre mila salme grano, e mille salme orzo, ed altre vettovaglie
per servizio di questa popolazione, e suo battaglione. Con questo, che
dal grano, orzo, ed altre vettovaglie che si porteranno si dovrà pren-
dere senza danaro quella quantità necessaria per mantenimento della
popolazione per mezzo delle personne che saranno da noi destinate,
quali dovranno fare l'obbligazione, che il ricavato di tale vendita si
dovrà convertire in moneta forestiera per spedirsi da noi colla possi-
bile sollecitudine a chi ci avrà mandato le provisioni a credenza, ed
in diminuzione del nostro debito, con promettere noi, e le altre per-
sone ricche a nome proprio, e di tutti gl'altri possidenti di pagare 51
saldo di tutte le proviste, che ci saranno spedite dalla Sicilia tra il
temjx) di mesi sei.
Bcn'inteso però che tale nostra obbligazione, ed ipoteca s'abbia,
— 316 —
e s'intenda fatta con animo espresso di dover indcnizzarci, e rifarci di
tutte le spese, ed effetti da noi sborsate, e che inseguito della premessa
obligazione saremo noi rimborsati dalli Beni Nazionali e dello Stato
ed altri beni publici, e dalli beni acquistati, e che si acquisteranno
dalla nostra nazione posti in quest'Isola di Malta : Quali beni tutti
s'abbiano, e s'intendano obligati ed ipotecati per la nostra rilevanza,
ed indenizzazione per le somme suddette e non altrimenti.
E per l'esecuzione di questa nostra deliberazione analoga alle
attuali nostre circostanze, e diretta unicamente alla comune salvezza,
ordiniamo che questa sia publicata nelle rispettive parrocchie e nella
publica piazza, ed afilìssa in luogo patente di questa Città, affinchè
quei che avranno che dire in contrario debbano fra il perentorio ter-
mine di quattro giorni comparire colle loro proteste nel Palazzo del
Governo di questa Città, ed innanzi di noi, e non comparendo, né
reclamando s'intenderanno aver approvata questa nostra delibera-
zione, e ratificata eziandio Tobligazione ed ipoteca dei loro beni, che
a nome di tutte le persone facoltose sarà da noi e da altri fatta.
Dato nel Palazzo del Governo di questa Città Notabile oggi 11
IO Gennaio 1799.
Conte Salvatore Manduca — Conte Ferdinando Theuma — Mar-
chese Vincenzo de Piro — Emmanuele Vitale altro, e Generale Coman-
dante.
Ai di IO Gennaio 1799 è stata formalmente publicata la pre-
messa deliberazione nelle piazze di questa Città Notabile, suo Rabato,.
e Casal Dingli per mezzo di Felice Micallef publico banditore preco-
nizzando, e leggendo il magnifico notaro Paolo ElluI attuario pre-
sente ed astante moltitudine di gente convocata, e congregata a suon
di tamburro, e la consimile è stata affissata in detti luoghi. A di 13
detto la premessa deliberazione è stata publicata nella S. Cattedrale
Arcivescovile Chiesa di questa Diocesi, e nella S. Chiesa di S. Paolo
fuori le mura della Città Notabile come ci costa dalla fede trasmes-
saci dal Rev. Sig. Arciprete di detta S. Chiesa Cattedrale, ed insieme
è stata publicata nella S. Chiesa Parrocchiale di Casal Dingli come
rilevasi dalla fede del Rev. Sig. Parroco della medesima rimessaci H
13 di detto mese. Onde. Ita est.
Not. Alexander Patritius Spiteri Not. Dep.
Avendo pertanto io suddetto, ed infrascritto Notaro attenta-
mente esaminato la suddetta deliberazione, e non trovandola né
aboliti, né lacera, nò viziata, nò in parte alcuna sospetta ho quella
transuntatu, e registrato nei registri di detti Atti miei, senz aggiun-
— 317 —
gere, o diminuire cosa alcuna, ma in tutto e per tutto come sopra si
contiene inserta, acciò della copia del presente transunto come sopra
trascritto li medesimi 111 mi, Signori Esponenti a nome premesso, e
tutti quelli possano mai avere interesse potranno in ogni futuro tempo
prevalersi, e non altrimenti.
Onde a futura memoria, ed a petizione, e richiesta delH preno-
minati Signori Esponenti sottoscritti in detta deliberazione ho fatto, e
stipulato il presente transunto da valere in ogni futuro tempo, e luogo
e non altrimenti.
Fatto, e stip. in Malta, ed in questa Città Notabile presenti gli
infrascritti testimonj — Sacerdote Fra Matteo Bres testimonio — Chie-
rico Antonio Cilia testimonio. »
L'ipoteca dei possidenti del distretto è debitamente transuntata
dal detto notaro nello slesso giorno 20 Gennaio 1799.
« Noi infrascritti in seguito della deliberazione delli Deputati
dell'attuale Governo della Città Notabile, ed Isola di Malta formal-
mente publicata sotto li io del corrente mese ; in virtù del presente
Alberano da valere come publico contratto giuramentato, munito con
tutte le clausule, e cautele, e col patto de non opponendo, e vogliamo
che il presente Alberano da valere come publico contratto debba
essere transuntato, e ridotto in publica forma per atti publici, e non
diversamente obblighiamo, ed ipotechiamo, e ciascun di Noi rispetti-
vamente obliga, ed ipoteca a nome proprio, e di tutti gli possidenti di
qutsta Città Notabile, suo Rabato, e Casal Dingli tutti li beni stabili
esìstenti dentro il distretto della medesima Città Notabile, suo Rabato
e Casal Dingli a favor di quei Signori Duchi, Marchesi, Baroni ed
altri Mercanti, Negozianti, e Proprietari, e di qualsisiano luoghi, o
siano Banchi publici del Regno di Sicilia, che ci provederanno delli
grani, orzi, ed altre derrate espressi in detta deliberazione per il .
mantenimento del Battaglione, e Popolazione di detta Città Notabile,
suo Rabato, e di Casal Dingli per l'entrante prezzo della quantità di
detto grano, orzo, ed altre derrate. Promettendo di sodisfarli di detto
prezzo in denaro effettivo, ed in moneta che ha spaccio in Sicilia fra
il termine di mesi sei. Ben'inteso che l'esportazione delle derrate, che
ci si daranno, sicconìe pure la trasmissione del danaro dovranno cor-
rere, e seguire a rischio, e pericolo nostro senz'alcuna eccezione.
Protestandoci essere devenuti alla permessa obligazione, ed ipo-
teca a causa delle urgente necessità in cui ci troviamo, e per le cause,
e motivi espressi in detta deliberazione, e con animo espresso di dover
indenizzarci, e rifarci di tutte le somme sborsate, e che in seguito
della premessa obligazione ci rimborseremo dalli beni Nazionali, beni
dello stato, ed altri beni publici, e dalli beni acquistati, e che si acqui-
— 81B —
steranno dalla nostra nazione poste in questa Isola di Malta. Quali
beni tutti si abbiano, e s'intendano obligati, ed ipotecati per la nastra
rilevanza, ed indenizzazione per le somme suddette. Con questo però,
che non ostante la premessa protesta rimaner debba sempre ferma la
suddetta nostra obligazione, ed ipoteca, e non diversamente.
In fede ci sottoscriviamo. Oggi li 12 Gennaio 1799.
Conte Salvatore Manduca — Conte Ferdinando Teuma — Mar-
chese Vincenzo Depiro — Emmanuele Vitale altro, e Generale Coman-
dante— r Antonio Manduca — Io Sacerdote Don Giovanni Scicluna per
rillmo. Signor Barone Alessando D'Amico Inguanez privo di vista,
e per Tlllma. Signora Baronessa Bonnici sua consorte Donna Maria
Damico — Barone Gregorio Bonnici Platamone — Angiola Bologna
Sciberras — Maria Antonia Bologna — Conte D. Serafino Ciantar —
Marchese Salvatore Angelo Mallia Tabone — Conte Martino Preziosi —
Io Ugolino Bonnici a nome proprio, e della Signora Eugenia Marno
mia moglie — Io Giuseppe Pajas affermo — Conte Romualdo Barbaro
a nome proprio, e della Signora — Giuseppe Alfard — Io D. Antonio
Borg — Io D. Saverio Velia — Dr. Giuseppe Bonnici a nome proprio, e
della Signora Maria Bonnici mia madre — Giuseppe Abela — Salvatore
Bernard Medico della Città Notabile — Dr. Giuseppe Muscat a nome
proprio, e della Signora Paola mia Consorte, come di Maria vedova
di Salvatore Muscat, in oggi moglie di Salvatore Darmanin mia
madre — Dr. D. Giuseppe Bernard a nome del Signor D. Giovanni
di Costanzo Duca di Paganica di cui sono procuratore ed a nome
proprio. )►
Al Governo della Notabile aveva tenuto dietro il Clero,
€ Noi infrascritti rappresentanti il corpo Ecclesiastico tanto seco-
• lare come regolare di questa città Notabile, suo Rabato e Casal
Dìngli, in vista della deliberazione del Governo di questo, rapporto
all'ipoteca di tutti li beni situati nel Distretto e limiti di detta Città
Notabile, suo Rabato e Casal Dingli per portare a credito dalli cari-
catori, e scali di Sicilia li frumenti ed orzi espressi in detta delibera-
zione già publicata nelle rispettive parrocchie, e nella publica piazza,
deliberazione analoga alle attuali critiche circostanze di questa Dio-
cesi, e necessaria alla comune salvezza, essendo la campagna di
Malta ormai totalmente sprovvista di grano, orzo ed altre derrate, né
avendo li mezzi necessari per provvedersi ; perciò in forza del pre-
sente alberano da valere come pubblico contratto giuramentato, mu-
nito con tutte le clausule, e cautele, e col patto « de non opponendo »,
— di comune consenso — sotto bensì la riserva di consenso, ed appro-
vazione delli nostri rispettivi superiori, e sotto la condizione infra, e
— 819 —
non diversamente aderiamo, e ciascuno di noi rispettivamente a nome
delli nostri rispettivi Capitoli, Communità, Confraternite, Chiese e
Corpi Ecclesiastici aderisce alla suddetta deliberazione. E vogliamo
che li beni delli rispettivi nostri Capitoli, Communità, Confraternite,
Chiese, e Corpi Ecclesiastici trovano compresi nella suddetta ipoteca
sotto quelli rilevanze e condizioni espresse in detta deliberazione. Sotto
parimenti Tinserta espressa condizione, che l'amministrazione delli
grani, orzi ed altre derrate, che saranno rimesse in seguito della sud-
detta ipoteca dovrà nominarsi non solo dall'Illmi. Signori Deputati
del Governo, ma pure da una persona, che sarà nominata dal Rev.
Signor Provicario col consenso delli Rev. Signori Canonici della S.
Chiesa Cattedrale di questa Diocesi, quale persona da nominarsi
dovrà intervenire, assistere ed aver parte in detta amministrazione
unitamente con detti Signori Deputati del Governo, cosicché nulla si
p>otrà amministrare, e deliberare senza la suddetta persona da nomi-
narsi, e non diversamente etc.
K per l'osservanza di tutto ciò ci sottoscriviamo. »
Revmi. DD. Capres. prò effectu de quo in eodem Chirografo
unaniniiter elegerunt et nominaverunt Dom. Commrem. Martinum
Comitem Preziosi de Suburbio hujus Civ. Notabilis cum omnibus et
singulis facultatibus prò contentis in eodem chirographo necessarijs et
opportunis. linde. 21 Marzo 1799. >
Dei casali tutti di Malta possonsi vedere transuntate le ipoteche
fatte sia dei beni nazionali esistenti nel distretto di ciascuna terra che
dei principali possidenti degli stessi nei rogiti dei differenti notari.
Negli atti di A. P. Spiteri sul modulo di quelli riportati del distretto
della Notabile a 28 Gennaio 1799 il Net. F. S. Zarb ed altri presen-
tano quella di Casal Attard, a 22 Marzo il fami. Stanislao Gatt del
fu Carlo con altri danno l'ipoteca di Casal Curmi, a 30 Marzo 1799
si legge l'ipoteca del Zebbug ; a 3 Aprile il Parroco Felice Calleja
transunta Tatto d'ipoteca fatto a 30 Maggio nella terra Musta, e,
servendosi dello stesso contratto, G. Frendo transunta quello di C.
Balzan, e G. Abdilla quello di C. Safì.
A 15 Aprile si leggono quelle del Governo Provisorio ed abi-
tanti di Gargur e Chircop, mentre quelle del Tarxien, Zeitun vedon-
sì transuntate per gli atti del Notaro Gregorio Mifsud. Una seconda
ipoteca fatta da quei di Birchircara leggesi negli atti del Not. Vincenzo
Allegretto a 6 Luglio 1799, mentre la prima era redatta per gli atti
Falzon. Quei del Gozo poi rappresentati dall'Arciprete S. Cassar, dal
medico S. Fenech dall' Avv. G. Griraa e dal Sig. Martino Asciale per
atti del Not. Giov. Cassar a 25 Dee. 1798 deputavano, prima ancora
dei Maltesi, il comandante l'avv. Francesco Pace a recarsi in Sicilia
— à20 —
con facoltà di ipotecare i beni di quell'Università, pur di ottenere le
vettovaglie per quelli popolazioni. Il Pace con due contratti stipulati il
9 Gennaio e 4 Febraio 1799 acquistava viveri del valore di scudi
36,062 ed e^li rimaneva pleggio ed ostaggio del pagamento. Egli
otteneva il seguente dispaccio, che vedesi inserto nel contratto dei
19 Gennaio 1799 negli atti presso il Protonotario della Regia Curia
di Palermo di proprietà dei Notari Salvatore Giusi no e Romeo Mse.
Maquis!.
Documento 5<?.
«Essendosi da Don Francesco Pace Comandante dell'Isola del
Gozo e Procuratore dei Rappresentanti il Governo di tutti quegli Iso-
lani domandato da S. M. la quantità di salme duemila orzo per uso
e sovvenzione di quegli Isolani, ed attesa l'impossibilità di poter sod-
disfarne il prezzo di contante a riguardo delle angustie di quella
popolazione e della deficienza del denaro, chiesto ancora la grazia di
avere la sudetta rata in credito, compassionando la M. S. il di loro
misero stato, si è compiaciuta per effetto di sua Regal Clemenza
secondare tale chiesta, e quindi deviene a somministrare alli riferiti
Isolani salme due mila orzo di quella quantità, che si trova acquistata
di suo Real Conto sotto il nome di Don Gaetano Balestrinis al prezzo
medesimo^ che vien a lui costato; da somministrarglisi salme mille
cento tredici da Girgenti, ed il resto da Licata in uno o più caricati e
sopra barche, che saranno veleggiate dal riferito comandante Pace o
suo commissionato con accordare la M. S. la franchigia del diritto
della Tratta di Estra Regno, pagando solamente quella di Infra
Regno, come si prattica per le Università del Regno. Che il prezzo
di suddette salme due mila orzi sia obligato il sudetlo di Pace tanto
7iomine proprio, quanto come procu7'atore sudetto pagarlo fra un anno
da decorrere dal giorno che seguirà il primo caricato, e per la cautela
dovrà il riferito di Pace, al nome suddetto ipotecare i beni e quanto
possiedono quegli Isolani ed inoltre tanta quantità di cottone filato
che dal Regio Segreto di Licata sarà riconosciuta bastevole e suffi-
ciente a cautelare il prezzo dei suddetti orzi : quale cotone dovrà
consegnarsi al riferito Regio Segreto di Licata in ogni mese alla ra-
gione di quintali trenta il mese, da cominciare dall'entrante mese di
Febbraio in poi, e ciò a proprie spese ed al di loro rischio e pericolo;
e suddetta quantità di cottone dovrà il riferito Segreto ponerio per
cautela della R. C. loco pignoris : e quando i sudetti Isolani volessero
vendere sudetto cottone per loro particolare negozio, e la vendita si
farà in Sicilia a danaro contante, non possa il Segreto consegnare
sudetta quantità di cottone venduto se non fosse prima pagato alla
— 321 —
R. C. il prezzo d'orzi . Seppero la vendizione si farà altrove, oppure
in Sicilia con dilazione, allora il riferito Segreto non potrà farne la
consegna se non precedente sufficiente cautela e plegj[>'eria e colla
sua responsabilità, onde nel termino prescritto d'un anno v'<*^iisse la
R. C. intieramente pagata dal sudetto prezzo : Hcn vero, che fatta la
consegna degli orzi, come sopra tutto il pericolo e rìschio successivo^
correr debba a carico delli sudetti Isolani. Tuttociò partecipo d'or-
dine di S. M. a V. S. perche ilisj)onga il conveniente per la pronta e
sollecita esecuzione di quanto la M. S. trovasi d'aver risoluto in sollie-
vo di quegli Isolani, giacché con altro biglietto di oggi ho incaricato a
Don Gaetano Ballestrini perchè facesse le corrispondenti gire di sud-
detta quantità d'orzi da luoghi rispettivi a nome e conto del riferito
Don Francesco Pace Commandante e Proc. dell'Isola del Gozo. »
Palazzo 17 del 1799. Al tribunale del Real Patrimonio.
Il Principe di Luzi.
Pressato sempre dal bisogno di provvedere alla vita della milizia
e della popolazione il congresso maltese a 4 Marzo 1799 autorizzava i
capi dei battaglieli a prestarsi denaro al 5 o/o coli 'ipoteca dei beni
caduti sotto la confìsca nazionale; a 15 Luglio inculcava a capi di
prendere il superfluo della raccolta dei grani dai coloni di queste
isole; a 26 Agosto s'appropriava le rendite delle chiese della Valletta
per uso dei battaglioni; a 30 Settembre e 7 Ottobre regolava una tassa
pagabile dai bottegai a vantaggio dei battaglioni ; e a 23 Decembre
autorizzava nuovi prestiti sui beni deir Università della Notabile.
Ogni sorta di mobili, beni e rendite della comunità maltese furono
messi a profitto, non ultimo gli argenti ovunque erano reperibili, e
perfino il vassellame d'argento dell'Ospedale S. Spirito fu ridotto e
coniato in moneta in sostegno della causa che si combatteva.
Il fruttato deirassisa, ossia tassa di trasferimento dei beni stabili
degli Isolani fu il principale (i) cespite donde si rifecero più tardi
(i) Gl'impieghi e le pensioni date da sulla cassa di Malta dopo
la resa della Valletta su ricompensa e pagamento dei lavori fatti e dei
danni patiti furono all'ordine del giorno come appare dai documenti
sparsi in queste appendici. Eccone altri : « Si diano ad Ignazio Cuta-
jar scudi sei al mese in contrasegno di gratitudine per li servizi da
lui resi nel Battaglione di Birchircara sinché sarà provveduto d'un
impiego in ricompensa. Da Palazzo li io Gennaio 180T.
Alex. J. Ball.
A Macaulay Esqr. Treasury.
Signor Tesoriere Publico del Governo di queste Isole. Pagherà
V. S. al Signor Cav. Alessandro Giovanni Ball scudi dieci mila valuta
41
— 32^ —
quei che reclamarono il rimborso di contribu^^ioni forzate e di danni
sofferti in base alle varie prescrizioni del congresso. Il provvedimento
reso necessario fu causato ancora dall'aver il Regio Commissario a
14 Settembre 1801 impedito sospeso ed annullato con apposito
bando le procedure legali che i creditori avevano istituiti contro i
capi battaglioni.
Avviso
S////\-lssisa dei beni stadi/ i.
Non volendo Sua Eccellenza il signor Commissionario Regio
veder differita più oltre la reintegrazione di coloro che o han fatto
di mille lire sterline parte dell'indennizazione dovutagli per le perdite
dallo stesso sofferta durante il Blocco di questa Piizza, essendo allora
lui capo dei Maltesi. E ciò a tenor di lettera del Ministro di S. M.
Brittannica j)resentatami dal detto Signor Cav. Ball.
Palazzo 21 Ottobre 1801. Il Commissario Civile di S. M. B. per
risole di Malta e Gozo. Charles Camerox.
In un ordine del Governo al Gr. Elemosinario Era Antonio
Biagio del Luglio 1804 a calce di una lista di pensionati e benemeriti
si legge « Le suddette pensioni sono state assegnate da S. E. il Sig.
Cav. Ball Comm. di S. M. nel suo ingresso in questa città Valletta
per i servizi parte prestati da essi e parte da loro mariti e parenti per
la causa publica, e quantunque il loro assegname^ito sia delle suddette
rispettive somme ogni Sabato V. S. se più le conviene, potrà fare il
loro pagamento in quelle date che le vengono più regolari riducendo
a proporzione le rispettive somme. Alessandro Mac aula v.
Evvi nota di alcune altre pensioni registrate negli Ordini e
Decr, 180 1-2 nelV Ufficio Ricevitore Gerì era le,
« Nota delle Pensioni Secret e.
Scudi 30 Al Dr. Borg Olivier.
* 30 Al Comm. Wathour.
< 30 Alla famiglia Triganza.
« 30 All'Abbate Savoje.
« 20 Al Cav. Ginestons.
« 50 Air Ex Cons. Assenza.
« 30 All'Abbate Era Emmanuele Ricaud.
« 20 Al Mag. Emmanuele Gelell.
« 30 All'Abb. Vinc. Schembri (per mia madre Teresa).
< 30 Al bali Desbares.
« 12 Al Parroco della Musta Felice Calleja.
« 6 A Giuseppe Abdilla.
4c IO Al Sacerdote Pietro Mallia.
— 'à'IA —
delle contribuzioni, o soggiaciuto hanno a dei danni durante il bloc-
co, ha preso U determinazione di destinare a tale oggetto il dritto da
antico tempo stabilito della cosi detta Assisa de' beni stabili, che si
alienano. Ha quindi ordinato al signor Dottor Salvatore Zammit,
che ha tutta la pratica in tale affare, di attendere all'esazione del sud-
detto dritto per le alienazioni al medesimo dritto soggette che si
faranno da oggi in appresso.
Il danaro a proporzione dell'esazione si dovrà versare nel Banco
deir Università di (lueste (juattro Città col fissato lucro, acciocché
Scudi IO Al Notaro Salvatore Zarb.
« 20 Al Parroco Caraffa.
« 20 All'Abbate Bellet.
« 20 Al Cav. Luzy.
« 20 A Michele Cachia.
« 15 Ad Angelo Cilia.
« 30 Al Decano Corogna.
Dr. Giuseppe Schembri estensore.
N. B. Queste pensioni sono state continuate e passate nei libri
delia Tesoreria non più come secrete. »
Altra maniera di compensi indica la seguente :
« Al Can. Galea della Notabile,
Rev. Signore, avendo il Generale Inglese Graham per suo
maggior diletto e per dar un segno di sua gratitudine al Signor Mar-
chese Muscati Cassia incorporato al palazzo di detto signor Muscati,
ove al presente abita esso signor Generale, un piccolo terreno, col
quale ha reso più commodo e più magnifico detto Palazzo, e quel ter-
reno è di prebenda canonicale di V^ S. Revma. Mi fo lecito pregarla
dare il suo consenso anzi cooperarsi perchè si facesse a favor di detto
signor Muscati una permuta di detto piccolo terreno con altro equi-
valente ed anche di maggior valore : sotto la riserva già dell'aposto-
lico beneplacito. La gentilezza di V. S. Revma. mi fa essere certo di
ottenere senza alcuna difficoltà ciò che le domando in grazia : onde
anticipandole i dovuti ringraziamenti ed offerendomi prontissimo in
qualunque occasione ai suoi comandi mi protesto per sempre.
Di W S. Revma. — St. Antonio li 2 Aprile 1800.
Vostro affmo. amico Alessandro G. Ball.
Questo metodo di retribuzione ci richiama gli assegnamenti
fatti dai Francesi ai benemeriti o traditori al loro impossessarsi di
questa isola da sui beni nazionali, quali quelli di scudi 3000 al princi-
pe Camillo Rohan, 3000 al Console Caruson, 6000 a Regnaud de St.
Jean d'Angely, 3139 al Console Fremeaux.
(Mss, ó^jo Ardi, Otd, nel Registro Publice).
— 324 —
quando il risultato del capitale, e suoi frutti formerà una competente
somma sia quella divisa a soldo per lira trale persone danneggiate, e
cosi si vada facendo di mano in mano sino alla totale indennizzazione
di ognuno, ciocché forma una delle principali premure di Sua Ec-
cellenza.
Dalla Segreteria del Governo li 7 Giugno 1804.
Alessandro Macaulay, Segretario Pubblico del
Commissionario Regio — G. N. Zammit, Prosegretario.
{Dalla Collezione ufficiale dei Bandi, pag, 91.)
In forza di tal disposizione furono immediatamente fatti vari
pagamenti e si continuò a farne durante il corso di lunghi anni. Tro-
viamo infatti ordine del Generale H. Oakes in data 2 Gennajo
18 12 ai giurati della Valletta di consegnare se. 68175 e più tardi
altro per se. 12,604 4 raccolti dalla Scisa dei beni stabili per di-
stribuirli a tenore del riportato avviso. A 26 Giugno 1826 con altra
somma di se. 56,357 si stava ancora reintegrando alcuni richiedenti.
Chief Secretary's Ofilicc, Valletta, 26th June 1829.
Sir, — I bave the honour to acquaint you that a number of
outstanding clainis for contributions made and damages sustained by
Individuals for the Public Service, during the Siege of Valletta
against the French to be satistìed out of the funds arisi ng from the
duly levied on Ihe transfer of landed property^ in terms of the Govern-
ment Proclamation of tlie 7th June 1804, were, on the 28th March
i<922, referred to Sir Vincent Casolani and Mr. Thornton to be
enquired into and reported on by theni, previoulsy to their final
settlement.
These gentlemen bave now completed the investigation of 460
of these claims, the result of which is, that they consider as fairly
due to the claimants a sum of fortysix thousand, ihree hundred ami
fifty seven scudi, six tari, and thirteen grains, besides an indetinilt*
sum in claim No. 273 which being by them submitted for the more
particular consideration of Government has been settled at 15,000
scudi making the total aniount of the claims reported on forty seven
thousand, eight hundred and tifty seven scudi, six tari and thirteen
grains.
I transmit you copies of their report and the list which acconi-
panied it — And I bave to communicate to you the pleasure of H. E.
the Governor that the amount of the claims therin enumerated may
be paid to the res|)ective claimants by the Cashier of the Treasury
out of the Funds advanced to bini for that purpose, so far as those
funds will go — and that you will a])ply for special warrant to draw
from the general revcnue of the Island, such balance as may ba
— 326 —
required for their entire liquidation, the Transfer duty having been
incorporated with the general revenue in pursuance of the Govern-
ment Proclamation of the 6th July 1816.
In payìng off these claims the cashier will endeavour to ascer-
tain, by reference to the several departments, if the parties be indebt-
ed to Government, and in such case he wiJl require of them to make
good the amount of their debt or to relinquish their claim in part
payment thereof, as the case niay be. And if the parties refuse so to
do he will consider himself aiithorized to pay part or the whole of
the claim to the department to which the parties are indebted, taking
the receipt of the head of such department in acquittance.
The Cashier will of course require the most satisfactory proof as
to the identìty of the parties, particulary of those claiming by inheri-
tance — but His Excellency, taking into consideration the Expense
which must in many instances, attend the production of the justifica-
tory documents — has been pleased to grant him a discretionary
power in respect to the proofs to be required from parties whose
respective claims do not exceed in amount, the sum of one hundred
scudi. I have etc. (sd.) Fred. Hankey,
Chief Secretary to Government,
Robert William St. John Esq. Treasurer to Government,
XVII.
Pratiche dei vari Partiti
Documento 59.
Fra M. A. Attard al Comm. Mayer Bne. di Knonau.
(Dal Mss, 421 della R, Bibl, di Malta)
Eccellenza, — La Nazione Maltese, avendomi spedito nello scorso
Aprile, per umiliare i suoi voti e desiderii a piedi del Trono del suo
legittimo Principe, ed a questi ratificare, e rinnovare la sua ubbi-
dienza, e fedeltà ; questa opportunità mi die Talto onore di presen-
tarmi spesso, e di aver frequenti colloquii con S. A. Ema., dal quale
ho saputo, e conosciuto, non solo il suo merito, ed attacco verso la
detta A. Ema. e Suo Sacro Ordine, ma pure quanto deve la Nazione
Maltese alla sua instancabile, ed indefessa vigilanza a prò del suo
Principe ; invero la detta Nazione conserverà una perpetua, e viva
memoria, e riconoscenza, ad un si degno Benefattore, e Protettore,
— 326 —
mentre confida solo in lei, i suoi desiderii, ed i suoi voti ; pertanto
oltre che mi credo neli*obligo ringraziarlo, con i più vivi sentimenti,
non solo a nome mio, come Religioso, ed incaricato dal Governo
Provvisorio di Malta, ma pure a nome di tutta la Nazione. Perciò
la supplico gradire un atto si doveroso, e nel tempo istesso degnarsi
gradire le notizie che qui le umilio.
La Nazione Maltese memore dei Benefici ricevuti dal S. Ordine,
e del giusto, e clemente governo dal suo amorevole Principe, nello
scorso Settembre si sollevò per scacciare li Usurpatori Francesi dal
Dominio strappato, per via di tradimenti, da mano del S. Ordine, e
del suo legittimo sovrano Fra Ferdinando Hompesch, riconosciuto e
amato come Padre della Nazione Maltese....
Considerò pure il Popolo Maltese la sua situazione, e lo stato
deplorabile, nel quale trovasi ridotto, dovendo vivere lontano dal suo
benigno Padre, deliberò nello scorso Dccembre inviare me, e Giusep-
pe Dalmas (i) con Dispaccio a S. M. Siciliana supplicandolo commi-
serarlo, e sollevarlo con rimettere l'Emo. Signor Gran Maestro e suo
S. Ordine nel loro pristino Governo, e Sede ; incaricandoci pure con
Dispacci per S. A. Ema. offerendole i loro voti, e pregandola ritor-
nella Sua Sede, protestandosi voler soltanto vivere sotto le sue Reli-
giose Leggi.
Ma un tal Emmanuele Vitale commandante della Città Notabile,
ed Antonio Parnis, uniti con pochi altri inimici, non già dell'Ordine
ma di alcuni individui di detto, questi c'arrestarono, intercettandoci i
dispacci, dopo averci assassinato ci condussero nelle carceri ; doman-
dando noi conto di tal arresto, ed assassinio, risposero esser questi gli
ordini di S. E. il commandante Alessandro Giovanni Ball, e delli
Capi di Battaglione del Zeitun. Questi fautori trovandosi Capi dì
Battaglioni, e per ragione del loro impiego sono amministratori delle
vettovaglie di detti, da quali traggono un considerabile, illecito gua-
dagno, questi dico subornarono il detto Ball, e in suo nome procu-
rarono formare un partito contro il S. Ordine, incaricando un tal Gio.
(i) Del Dalmas il documento da Pietroburgo riportato all'app.
XXII c'informa che nel mese di Luglio 1798 fu spedito a Napoli dal
ministro russo residente a Malta per suscitare ivi una rivoluzione e vi
riuscì. E' difficile coi pochi documenti in nostro possesso essere in
chiaro se il Dalmas fosse piuttosto istru mento degli interessi della
Russia che dell'Ordine rappresentato dal Hompesch anche durante la
insurrezione maltese. Il battello che lo dovea condurre coll'Attard
era a carico del ministro russo O'Hara. (Vedi lettera del Caruana
Dingli in un Doc. appresso.)
— 327 —
Batta, detto la Buona A forfè per far sottoscrivere un alberano in
favore di detto Ball (i). Non riuscendoli questo, formarono una irre-
golare deputazione, acciò si portasse in Palermo per supplicare S. M.
Siciliana provvedere l'Isola di viveri, e provvisioni, o permettergli
levare lo Stendardo già eretto nella Città Notabile, ed invece inalzare
io Stendardo Inglese^ e cedere il domiftio dell'^Isoia a queiia Nazioìie,
mettendo per capo, ossia reggente l'anzidetto Ball ; rimase però bea
delusa la deputazione, avendo S. M. Siciliana concessoli alcune prov-
visioni di grano, franchigia d'estrazione, una somma di oncie compo-
nenti scudi 50,000 Maltesi (questi si dice essere provenienti dalla
ricetta deirOrdine), e l'estrazione dei grani a credenza con l'ipoteca
del loro beni, protestandosi S. M. Siciliana non voler cedere né l'alto,
né l'utile (dominio) né la permanenza dello Stendardo ; delegando il
Comandante Ball per Comandante in Capo dell* Isola di Malta e Gozo
per Sua Maestà Siciliana ; e come tale presiede in tutti i Congressi,
e si sottoscrive in tutti li o-dini e deliberazioni. Non per questo però
cessò il fermento di ben })ochi fanatici, i quali proseguirono a sedurre
e violentare per la sottoscrizione di tal alberano, mettendo avanti
semi)re il nome ed il genio del detto Ball (quale forse inscio) contro
la volontà, ed il genio non solo di S. M. via pure contro i voleri di S,
M. Britannica (!!)
La Divina Provvidenza che mai abbandona gl'innocenti, anzi
favorisce e protegge le operazioni fatte col retto fine, permise dopo
tre mesi la nostra libertà e facoltà di poter partire.
Li Signori Conti Salvatore ed Antonio Manduca, Conte Ferdi-
nando Theuma, rappresentanti il Governo Provisorio della Campagna
di Malta, ed altri non pochi individui di diversi ceti e gradi preva-
lendosi di si favorevole occasione, a loro spese c'inviarono nuova-
(i) Questo è un indizio del plebiscito degli insorti Maltesi fatto
tra il Decembre 1798 ed il seguente Gennaio a favor della Gran
Brettagna. Lo scrittore cerca menomarne l'importanza per essere
esso un atto contrario alle proprie vedute, ma i fatti seguiti nel Feb-
braio, la deputazione a Palermo e l'innalzamento dello Stendardo
Inglese, sono prova dell'estensione della seguita acclamazione della
sovranità Britannica, spesso in seguito accennata nei memoriali mal-
tesi. Peccato che copia delle schede colle eventuali condizioni di tal
plebiscito non sono alla nostra portata. Copia di una protesta con-
servata nel Mss. 420 Bibl. e fatta a 12 Ottobre 1800 da Giuseppe
Prendo rappresentante di C. Balzan ed altri che essi nelle sottoscri-
zioni fatte in tempo della guerra contro i Francesi non intesero
menomare i diritti del Ordine Gerosolimitano ci pare sia altro indizio
dell'avvenuta sottoscrizione.
— 828 —
mente in Trieste a piedi del trono del Emo. Signor Gran Maestro,
incaricandoci offrire i loro voti, e quelli di quasi tutta la Nazione,
come pure d'umiliare alla dev. A. S. Ema. alcuni Documenti Auten-
tici (quali li acchiudo, acciò V. E, ne faccia quell'uso che crede a
proposito) quali schiariscono la sua condotta e quella del suo sacro
Ordine, come pure, supplicandola trovar de* mezzi per ritornar nella
sua Sede, e consolare cosi un popolo molto afflitto.
Il detto Governo voleva incaricarci con dispacci e credenziali,
conforme fece nella prima nostra missione ; ma siccome il Parnis si
trova deputato del Porto di S. Paolo, e questo è quell'istesso che nello
scorso Decembre arrestocci, come pure è quell'istesso, che procura
formare un partito in favore del Comandante Inglese Ball (forse
senza sua intesa) deliberarono per non arrischiare le nostre persone
e la nostra seconda Missione di non incaricarci di ver un Dispaccio,
contentandoci soltano incaricarci di detti Documenti Autentici, ed
adempire il nostro incarico a viva voce, acciò non restassero deluse
* le loro brame e per maggior nostra, e loro sicurezza.
Li 12 dello scorso Aprile partimmo dal Porto di S. Paolo, e li
19 Maggio giungemmo in Trieste; quale fu la consolazione che
provò TEmo. Signor Gran Maestro nel punto che adempimmo il
nostro incarico, umiliandoli i voti e desiderj della Nazione, è al certo
inesplicabile, ed in attestato della sua paterna riconoscenza, spedi un
carico di grano, ed altri generi in soccorso e sollievo del suo
Popolo.
Chi più veridico testimonio, se non quello che soffri, e
soffre tuttavia il peso dei tradimenti che per mezzo di questi è ridotto
alla desolazione ? e questi che è altro se non il Popolo Maltese ? Or
se questi richiama il suo Principe, se si computa come un Popolo
derelitto, ed abbandonato, se mai dovesse vivere lontano dal suo
legittimo Sovrano ; se si considera come un gregge smarrito dal
suo vero Pastore, se si annovera fra gli orfani, se la Divina Provvi-
denza non gli rimetta il suo Padre, è ben certo ed incontrastabile,
che quest'istesso Popolo che oggi lo richiama, e si protesta voler
vivere soltanto sotto il suo Governo e leggi abbia conosciuto la sua
innocenza.
Io a nome del Popolo Maltese sono a supplicarla, non solo far
constare questa istessa innocenza riconosciuta, e scrutinata dalla Na-
zione, ma pure rimettendola nelle mani di V. E. acciò la faccia valere
presso chi stimerà poter influire a prò dell'Emo. Principe, a prò del
suo S. Ordine, ed a prò della Nazione assicurandola della viva memo-
ria che conserverà per lei e per i di lei maggiori progressi, e mentre
^W dedico la mia servitù La prego compatirmi con un benigno compa-
— 329 —
timento esibendomi prontissimo a di lei pregiatissimi comandi, e sono
costantemente
Di Vostra Eccellenza — Trieste, li Giuj^no 1799.
Umilmo. DevmQ. ed ()l)l)mo. Servitore,
Como. kr. MiniKi.AxcjKLo Attard (t)
Dello stesso Aitard nel Mss. 468 v. 2 della R. Bibl. vedesi altra
lettera datata da Trieste al signor Becker a Vienna in data 3 (liugno
ove ripete a un dipresso le stesse idee della precedente lettera. Nel
Mss. 420 poi vi è altra lettera del 28 Giugno 1799 del medesimo
Attard al suddetto Becker in cui fa nomi di Cavalieri traditori ; e da
cui apparisce Io scopo di queste lettere cioè, la ditVsa di Ilompesrh ed
il ritorno dell'Ordine a Malta.
Epilogo della Metnoria, e Documenti Autentici, esibita in questa
nostra Cancelleria dal Commendatore Fr, Michelangelo Attard e Giu-
seppe Dalmas li 21 Maggio 1799.
Nel di 17 Marzo 1799 il Cpmd. Attard, e Giuseppe Dalmas
sono stati precettati dal Comte. Inglese Alessandro Gio. Ball, per
bocca del Comte. Emmanuele Vitale, di formare un ricorso, (Cap. I)
ed una memoria, narrando tutta la serie dei fatti accaduti, come pure
una distinta nota di quelli cbe desideravano il ritorno della S, /Reli-
gione in Malta ; ubbidirono il Comd. Attard, ed il Dalmas, e forma-
rono la presente Memoria.
Nel dì 12 Giugno 1798, giunsero i francesi in Malta, e per via
di tradimenti orditi da parecchi individui dell'Ordine, e non pochi
Maltesi, i detti Francesi s'impossessarono dellTsola, sacrificando così
tutto l'Ordine, la Nazione e l*Emo. suo Principe, il quale molto
operò, e fece per impedire sì gran male ; ma essendo i traditori, e
fautori impiegati per loro preminenza nelli Forti, e Posti più d'impor-
tanza riuscirono vani, i giusti, ed opportuni ordini, che si davano
dall' A. S. Ema. (Cap. 2 e 3).
Fu per opera del Comm. Attard suscitata una controrivoluzione
rtelFIsola di Malta, (2) e per sua opera pure furono trafugate molte
(i) Era nato l'Attafd alla Cospicua a 28 Novembre 1750 da
Antonio e Anna Maria Darmanin, ed aveva principiata la sua cariera
nell'Ordine da chierico conventuale nella Lingua d'Italia a 12 Giu-
gno 1763. (Vedi proc. prove No. 4903 Arch. Geros. neirUfficìo del
Registro Publico di Malta).
(2) A queste mene probabilmente alludeva il Gen. V'aubois nel
suo bilingue appello al popolo a 2 Luglio 1798. «.... Popolo Maltese
solennizziamo insieme TAnniversario della Republica... Guardatevi
42
— 330 —
armi, e Jiiunizioni dall'artiglieria, e somministrate alla Campagna.
Con tutto ciò, non supponendo il Commre. che potessero i suoi soli
mezzi essere sufficienti per la intrapresa, risolse, unitamente con un
tale Antonio Deiucca, partire per rintracciare la squadra Inglese, e
ricevere qualche soccorso. (Cap. 5).
In questo stato di cose, li 2 Settembre inaspettatamente scoppiò
la contro-rivoluzione della Campagna. Questo avvenimento sconcertò
dalle perfide suggestioni di un piccolo branco di uomini, che soliti ad
umiliarsi rispettano i loro antichi Padroni ; già questi, medesimi
uomini invece di una festa augusta e fraterna, vi annunziano dei
disordini, e vi fanno temere funesti avvenimenti ; rispondete però
colla più costante fiducia unendovi a Francesi... » Egli è certo che
l'idea di ribellarsi esisteva già prima del 2 Settembre. In uno degli
allegati presentati al Congresso e su cui a 9 Settembre 1799 si deli-
berò pel rimpatrio del Barone Paolo Sceberras Bologna, già coman-
dante della guardia civica, fuggito dalla Valletta e relegato al Gozo
quale misura di precauzione politica si legge. « Io Vincenzo Borg
Rappresentante di Birchircara confesso che giorni prima della rivolu-
zione di questa Campagna ci siamo incontrati molte volte in diversi
luoghi et abbiam parlato sulla presente rivoluzione; l'ultima volta poi.
ci siamo incontrati dinanzi'al Monte di Pietà, e sempre mostrò {il
Barone) che tiene sentimenti contrari alli Francesi, et abbiam detto
che meglio ribellarsi o restiamo schiavi sotto il loro governo perfido.»
Il Sceberras dopo il licenziamento della truppa civica aveva sofferto
cinque mesi di carcere interpolati in caste! S. Elmo e nel Forte
Manuel per sospetto di intelligenza cogl'insorti, e non era stato
esente dalla tassata contribuzione francese come apparisce dai transunti
in atti del Notaro Carlo Sammut 19 Febraio 1835. Meno fortunato
di lui fu suo zio li Barone Gio. Feo. Dorell, che uscito dalla Valletta a
18 Gennaio 1800, rimase carcerato per 40 giorni nel castello al Gozo.
e non ottenne il rimpatrio che terminata la campagna. Avevan ragio-
ne di non fidarsi del Dorel gl'insorti? «Nell'albergo di Francia, scrive
egli al Marchese Muscat, il Generale Bertier mi dichiarò Presidente
della Commissione del Governo, come maggiore in età degli altri
otto. Dopo tre giorni rinunziai.... > « Su l'affare della Guarnigione
della Valletta, scrive al Sciberras 2 Marzo 1800, il Generale Bona-
parte mi communicò il suo pensiero di lasciare 6000 persone. Paren-
domi eccessiva la spesa per un Isola piccola e povera, mi maneggiai
con il cittadino Soucy ordinatore dell'armata alloggiato in mia casa,
ed ottenni la modera di 4000 in vece di 6000. Mi riuscì pure avere
per l'Ospedale Civico 40 mila scudi ogni anno, e altre 40 mila scudi
per una sol volta per il casermamento d^i 4000 soldati suddetti.... *
— àal —
non poco Tanimo del Comd. non solo perchè non poteva più sonl-
niinistrare armi alla Campagna, ma pure perchè non poteva commu-
nicare le sue premure in vantaggio del S. Ordine, desiderato e volu-
to dalla maggior parte delli cittadini. Fece perciò tutto il possibile
per sortire da Valletta, dove si ritrovava, e con grandi difficoltà gli
riuscì avere un passaporto dal Gen. Vaubois sotto il pretesto di por-
tarsi in Sicilia (Doc. 7). La notte delli 18 Ottobre approdò nel porto
dì S. Giorgio, dove fu condotto al Quartiere Generale di S. Giuseppe,
esaminato dal Gen. Canonico Don Saverio Caruana, e indi licenziato,
ma siccome erano noti i suoi doverosi sentimenti in favore del suo
Ordine ad alcuni Capi del Battaglione di S. Giuseppe, ed in partico-
lare ad un tal Giuseppe Rosman, acerrimo inimico dell'Ordine, gli fu
dal giudice intimato l'arresto, e fu condotto nella Notabile. Dopo
varie inutili istanze, finalmente il Governo, vista la sua innocenza,
ordinò la sua liberazione, non curandosi delle opposizioni del Giudice
e del Rosman (Rogemund).
Ottenuta la libertà il Commendatore si diede tuttala premura per
mettere in esecuzione i suoi desideri.
Con poca pena trovò un partito formidabile in favore dell'Emo.
Principe, e del suo Ordine, e gli fiì facil cosa persuadere, con valide
ragioni, quei pochi animi inaspriti per la condotta di alcuni individui
dell'Ordine (Cap. 6 fino al Cap. io).
Fu al colmo la sua contentezza allorquando fu certificato, che
tutti i ceti erano di buon desiderio per il ritorno del loro Emo. Prin-
cipe, che tanto amano e del S. Ordine (Cap. 1 1).
I rappresentanti del Governo li Signori Salvatore ed Antonio
Manduca, Conte Theuma, e Marchese Depiro (Cap. 13) incaricarono
il Comm. Attard di fare un piano, con alcune nuove riforme, tendenti
alla maggior unione degli animi e degli interessi del Principe, dell'Or-
dine, e della Nazione, che è veramente ansiosa di rivedere il suo
amatissimo Principe non potendo sussistere senza di lui, e rammen-
tandosi con rammarico chi le piazze di rimunerazione, chi l'ospitalità
chi le elemosine, chi la perdita dei loro impieghi, etc. (Cap. 16).
II Comm. dunque formò due piani, uno ci si diede ad intendere
che si trovava in mano del Comte. Ball, l'altro concernente la con-
dotta che doveano tenere i Delegati del Popolo presso S. M. Siciliana,
e presso S. A. Elma, al Cap. 17 della qui annessa ; ma questo non
incontrò Tapprovazione dei Signori Deputati de} Popolo per le ragio-
ni esposte al Cap. 20, dove ancora si vede essere stato incaricato 11
Comm. solo, di portarsi in Napoli* a piedi del Sovrano per avere il
suo consenso, indi a Trieste presso il Signor Gran Maestro (Doc. 9).
Al Cap. 23 fino al Cap. 30 si trova la narrazione del viaggio da
Napoli a Malta di Giuseppe Dalnias, uomo integerrinlo, e attaccatis
— 3JÌ2 —
Simo al suo Sovrano, col quale si uni il Commendatore per coronare
l'opera intrapresa.
11 Commre. oltre il primo incarico di Ambasciatore, è stato unito
nelle incombenze del Dalmas, ed oltre questo è stato pure incaricato
di molte lettere particolari per il Signor Gran Maestro, non solo dalli
Signori del Governo, ma pure da diversi del Clero, del rango dei
Nobili, e del ceto civile, come pure di un testimonio di quasi tutto il
popolo, approvato con la loro firma, e sottoscrizione. (Doc. 9).
Munito dunque di tutto, il Commre. ed il Dalmas partirono per
Napoli il dì I Gennaio 1799; ma siccome il vento, ed i tempi erano
contrari, fecero la loro dimora nel Porto di Marsascirocco, sino li 4
del detto Gennaio. Li 5 fecero vela, ma il padrone ed i marinari
della speronara guadagnati dal comte. Emmanuele Vitale, ed Anto-
nio Parnis del partito contrario al S. Ordine, con pretesto di vento
contrario, approdarono nel Porto di S. Paolo, dove appena giunti,
furono dal detto Antonio Parnis maggiore del Zeitun arrestati, spo-
gliati di tutto, ed indi trasportati nelle carceri della Città, e ciò, diceva
il Parnis, essere ordine del Comte. Ball e di quelli del Governo del
Zeitun. I pessimi trattamenti ricevuti nella carcere sono descritti al
Cap. 33 fino al Cap. 38.
E' da notarsi in tale occassione l'attaccamento alla buona causa
che dimostrarono particolarmente li Signori Conti Salvatore ed
Antonio Manduca, il Ven: Bali des Barres, il Conte Theuma, ed
altri moltissimi individui : come si legge alli Cap. 41, e 42.
Nelli primi di Febraio alcuni Maltesi, ed altri pochi individui del
Zeitun, sedotti dal Coman. Vitale, e da Antonio Parnis, servendosi di
un tal Gio. Batta detto la Buona Morte per formare un partito in
favore del Comte. Ball e inalzare lo Standardo Inglese, invece di
quello di S. M. Siciliana, inviarono l'Abbate Savqje, il Barone Four-
nier, e Gio. Batta (Dr, Luigi) Agìus, (i) come deputati del Popolo,
dove la maggior parte era contraria per essere parziali per il Sacro
Ordine, in Palermo presso la detta Maestà pregandola di soccorso
per sostenere la guerra contro i Francesi, ed in caso contrario, pcr-
(i)Sir W. Hamilton a 6 Marzo 1799 informava il Ministro Lord
Grenville che « Tre delegati, i Signori Rettore Ludovico Savoje, Bue.
Fournier e Luigi Agius, sono venuti presso la Corte a Palermo per
parte degli Insorti Maltési per ottenere vettovaglie e munizioni ; ed
avendo manifestato il desiderio dei Maltesi di combattere sotto la
protezione inglese cjuanto sotto quella del Re di Napoli si è combinato
che per l'avvenire lo stendardo inglese s'innalzi in una con quello
Siciliano in tutti i posti ricuperati dal j>otere dei Francesi. »
— 333 —
mettergli d'inalzare lo Stendardo Inglese, ma non riuscirono neli^in-
tento, come si vede al Cap. 43.
Ricorse più volte il detto Commendatore, e prima al Congresso,
senza esser inteso, e poi al Comte. Ball, ma siccome il detto Ball non
era inteso della realtà del fatto, ne avea avuto i Dispacci in mano (?!!)
intercettati dal Parnis, puniva i supposti rei, senza conoscere il loro
delitto, nò il corpo della loro reità, ma solo per essere sedotto dal
Vitale, e dal Parnis, riuscivano vani i ricorsi del Commre. (Cap. 39).
Il Commre. per mezzo di danaro, somministratoli dagli anzidetti
Signori Conti Manduca, (i) giunse alla fine ad ottenere la sua libera-
zione e quella del Dalmas, come si vede al Doc. i Cap. 45.
Ottenuta la loro scarcerazione, si portarono subito in casa dalli
Signori Conti Manduca, ove trovarono il Conte Theuma, il Bali des
Barres, ed altri amici interessati per la persona del loro Principe, e
quindi concertarono la loro partenza per Trieste, e che arrivati a
piedi di S. A. Ema. la pregassero ricorrere a S. M. l'Imperatore delle
Russie (credendolo Protettore dell' En>o. Hom[)csch, e del S. Ordine,
essendo tali le notizie che correvano in Malta) per inviare, colla
maggior sollecitudine, almeno 4 Navi da Guerra, per imbarcarsi
sopra queste l'Emo. Principe Fra Ferdinando Ilompesch, e il suo S.
Ordine, in soccorso, e sollievo della Nazione Maltese, che con tanta
ansietà lo desidera, e non vede il momento di poterli dare i più certi
contrasegni del suo attaccamento e della sua fedeltà. (Cap. 49).
Ottennero il Commre. ed il Dalmas, dal giudice il passaparto per
portarsi nel Porto di S. Paolo, ed ivi procurarsi l'imbarco per Sicilia.
Partirono dalla Notabile, e verso la metà del loro cammino, ebbero
l'incontro di Antonio Parnis (Cap. 49 e 50). Seguirono il loro cam-
mino, e dopo un breve intervallo, due soldati l'arrestarono, e con
gran premura gli dissero di portarsi nella Notabile dal Giudice per
ricevere i suoi ordini. Il Giudice, con suo gran dispiacere, gl'intimo
l'arresto per ordine del Comte. Ball. (Cap. 50).
(i) In una minuta in francese della cancelleria di Hompesch 29
^^3ggio i799(Mss. 420) sull'arrivo della deputazione a Trieste si legge
« Alla loro partenza il capo del Governo Conte Manduca, Barone
Maltese, ha aperto un tiratore pieno di oro dicendogli (all' Aitar d)
più volte che tutto il suo contenuto era destinato pel Gran Maestro....
La deputazione pretende che i Cavalieri partiti saranno ben accolti
in Malta e che distruggeranno il piccolo partito esistente a favor degli
Inglesi. Io spero che essi si affrettino per prevenire i Russi che
sembrano avere degli ordini per andare a fare uno sbarco. »
— 334 —
Di concerto col Giudice il Commendatore ricorse solo, per otte-
nere la sua liberazione, per le ragioni esposte al Cap. 51, e Doc. 6.
Ma ritrovato il Dalmas innocente, ottenne egli pure la grazia di
partire.
P^urono grandi le premure dei signori Deputati del Governo per
la loro sollecita partenza, trattandosi di liberarli dalle vessazioni di
alcuni fautori sedotti dal Parnis, i quali per maneggio d'alcuni preva-
lendosi del nome del Comte. Ball, si mostravano partitanti Inglesi,
come si descrive al Cap. 53.
I signori Conti Manduca, e loro amici voleano incaricarli con
dispacci, ma temendo la vigilanza del Parnis, si contentarono, che
adempissero la loro missione a viva voce, incaricandoli con li presenti
documenti autentici Cap. 55.
E' degno di riflessione il colloquio avuto col Comte. Ball, avanti
la loro partenza, assicurandoli, non aver questi, né letti, né visti,
come né tampoco erano in suo potere, i dispacci incaricati dal Go-
verno Provvisorio della Campagna al Comre. per umiliarli ai piedi di
S. M. Siciliana, e dello Emo. Signor Gran Maestro (i) Persuaderli
bensì abbandonare l'impresa in favor dello Ordine, perchè ciò poteva
dispiacere a Sua Maestà Siciliana, ciò diceva per le persuasioni del
Vitale, Savoje (2) e Parnis, i quali nel tempo istesso, che inducevano
il Ball a persuadere il Comre. ed il Dalmas ad alienarsi dall'Ordine
procuravano di sedurre, e violentare il Popolo per la sottoscrizione
(i) Ball nella lettera al Nelson dei 3 Marzo 1799 afferma:
«.... Ho ora intercettato lettere da Trieste che provano chiaro che il
Gran Maestro e l'Imperatore stanno intrigando con alcuni maltesi per
impossessarsi dell'Isola, nella qual cosa sono sicuro che non riusciran-
no se il mio piano sarà messo immediatamente in esecuzione e sia data
a me autorità di formare regimenti maltesi al soldo inglese.» Vedi pur
nota (i) alla lettera del Caruana Dingli, e poi giudichisi la diplomazia
del Ball.
(2) Ascritto all'ordine Gerosolimitano insin dal 1767 in qualità
di Capp. d'Obb. Magie, l'abbate Ludovico Savoje passava a 6 Mag-
gio 1787 al grado di Capp. Conv. in corpore religionis, sebbene già
sacerdote e maggiore, ed alla promozione di Antonio Corogna alla
Cattedrale veniva a 4 Novembre 1793 nominato Rettore del Collegio
della Grotta al Rabato, nella qual posizione rimase anche dopo avuto
il possesso canonicale a 14 Agosto 1809 nella Cattedrale, previe
bolle apostoliche dei 31 Gennaio di quell'anno. Moriva a 23 Febraio
1831 all'età di 71 anno mesi 11 giorni 28, avendo in vita arricchito
di non pochi Mss. l'Archivio della Cattedrale.
— 335 —
dell'Alberano su citato incaricato a Gio. Batta, detto la Buona Morie
(Cap. 56).
Avendoli muniti il suddetto Comte. Ball col seguente salvacon-
dotto, ossia certificato della loro condotta, se ne partirono.
Documento annesso.
« Noi Alessandro Gio. Ball Capitano delle Squadre di S. Mi
Britannica, Comandante il Blocco di Malta, e Comandante in capite
dell'Isole di Malta e Gozo per S. M. il Re delle Due Sicilie &cc. Cer-
tifichiamo che mimo. Signor Commendatore ¥r, Michelangelo Attard,
suddito di S. M. Cattolica il Re delle Due Sicilie, ed il signor Giu-
seppe Dalmas, Maltesi, tutti e due abitanti nella Città Notabile, sono
stati sempre fedeli Maltesi e compatrìotti, e ben 'affetti alla Nazione
sin dal primo giorno della sollevazione fatta contro li Francesi nostri
nemici rinchiusi dentro le quattro Città. In fede di ciò.
Dato nella Città Notabile, Capitale della Isola di Malta, ed appo-
stovi il Sigillo Patrio di quest'Isole. Lì 31 Marzo 1799.
Il Commandante della Città Notabile per S. E. il signor Comte.
in Capite. Generale Emmanuei.k Vitale.
Conforme alli originali depositati nella Cancelleria di questo
Sacro Ordine dal Sacerdote Comm. fra Michel Angelo Attard e dal
donato Giuseppe Dalmas lì 21 Maggio 1799.
L. jjl S. Il Comm. P'ra Giuseppe Streicher,
Segretario Susto, della Cancelleria.
(Nel A/ss. 421 vi sono ire copie auieniicaie di questo Epilogo).
Doctimento 60.
Il vero persecutore del r Attard.
Malta li 6 Luglio 1800.
Stimatissimo signor Conte,
Credo avrete già finito d'eseguire le nostre commissioni ; onde
avendo necessità d'impiegarvi qui più utilmente, procurate di rimpa-
triarvi presto per ritornare poi a ripartire dopo qualche tempo. Non
vi dispiacerà, credo, sapere alcune notizie della patria \ onde ve ne
mando alcune. L'altro ieri quattro del corrente è capitato in questo
porto di S. Paolo il Maggior Generale Pigot conducendo seco 1550
soldati Inglesi, e s'aspettano altri cinquecento dello stesso corpo,
— 336 —
oltre più migliaia che devono ancor presto capitare (i). Spessissimo
ci vengono di disertori dalla Valletta, da' quali tutti si conferma la
grande diminuzione de' viveri nella piazza. Due giorni sono è capi-
tato in Malta da Sicilia il Fra Capp. Conv. Michelangelo Attard
altrevolte in compagnia di Giuseppe Dalmas mandati fuori dell'Isola
come intriganti e dichiarati emissari per far partito a favor del Bne.
Hompesch, al quale si sono trovate, e da me trattenute varie scrit-
ture confermanti la suddetta commissione, e suo esercizio. Dalle
medesime si ricava spacciarsi lui per Segretario di Stato della Reli-
gione Gerosolimitana ed Uditore del G. M. Hompesch. Conferir lui
mediante il pagamento di denaro li abiti di Fra cappellano d'ubbi-
dienza ed assorbirsi francamente, nelle direzioni di lettere che a lui si
fanno, TEccellenza Revma. In oltre nei suoi baulli si è trovato un
cappello guarnito di cordone e fiocchi di seta rossa ed oro ed un
abito di drappo oscuro quasi nero foderato in seta cremesi con la
piccola croce di tela nel petto ; ed in fine una tabacchiera con una
ampia miniatura rappresentante il suddetto commendatore Attard
con giustacore oscurissimo foderato di rosso, sottoveste nera, su la
quale la gran croce di tela ed una croce di oro di competente gran-
dezza pendente agli occhielli dell'abito. Esso signor Commendatore
vien rimandato da me in Sicilia, e tra breve saranno mandate le copie
di dette scritture.
Questa mattina mi sono state presentate scritture contenenti la
collazione fatta da Monsignor Hiroldi a favor del giovine Salvatore
Pace parente dell'Arciprete del Gozo, e l'esecuzione delle quali non
posso impedire essendovi il regio cxequatur d'un cannonicato.
Di tutfallro parleremo al vostro ritorno in quest'Isola, il quale
(i) Da lettera d'un Salvatore Velia da C. Balzan 22 Agosto 1799
al Bne. P. Paolo Sceberras, che trovavasi al Gozo, causa la legge del
congresso che i fuor usciti Vallettani doveano internarsi in quelPisola,
abbiamo la data precisa degli antecendenti primi sbarchi di soldati per
i rinforzi ai Maltesi. «... Il lunedì mattino fecero sbarcare da su le
navi Inglesi da cento e quaranta soldati, quali hanno diviso nelle
guardie avanzate in compagnia dei campagnoli, lo stesso giorno
hanno mandato due officiali Inglesi come Parlamentari dalla parte
della marina, quali furono trattenuti nella Dogana facendo sentire
alli Francesi le novità venute e se intendevano ceder la piazza : la
risposta si dice é stata, che non è tempo ancora...» Il Ball al Nelson a
31 Marzo 1799 scriveva : tutti gli ufficiali Portoghesi e Napoletani
sono ammalati. Degli undici artiglieri inglesi a terra, due son morti e
ire gravemente ammalati. Fin allora gl'inglesi sbarcati eran ben pochi.
— 337 —
mi do a credere che sarà prossimo ed in aspetUzione del quale vi
assicuro di essere
Afìfezionatissimo amico
Ai.Kx. J. Ball.
Signor Conte Luigi Maria Gatt — Palermo,
iOr/g. presso il Conte Dr. A. Caruana (iaiio.)
Documento 6i,
Una conferma de IT esposto deif Attctrd.
Ristretto di una lettera scritta a S. A, E, dal Giuseppe Camana
Dingli (i) in data Città Ferdinando^ o sia Casal Siggieni, li 5 Feb-
raio 1^99.
Alcuni giorni dopo la partenza S. A. E. capitò al detto Giusep-
pe Caruana Dingli una lettera con un altra inclusa a S. A. E. scritta
in inglese, in un angolo della soprascritta vi era il nome — Nelson —
rimase nascosta in Città dallo stesso Caruana.
(i) Era costui doganiere ai tempi del Hompesch. Carcerati il Dal-
mas ed Attard, fu esso, quale direttore locale del partito dell'Ordine
Gerosolimitano, trattenuto segregato sulla nave V Alexander per 13
giorni e poscia confinato a Comino, donde gli riuscì di portarsi al
Gozo e di la in Sicilia. Vedi Dac, seguente No. 62, Non potendolo
raggiungere in Sicilia gli si concedeva per benignità ! di non allonta-
narsi da quell'Isola, ove più tardi, ancora in eriilio, moriva a Messina
lontano dalla famiglia.
« Sua Eccellenza il Signor Comm. Ball proroga al Signor Giu-
seppe Caruana Dingli il termine di ritornare in Malta per altri qua-
ranta giorni ; ma li si proibisce assolutamente di uscire dalla Sicilia.
St. Antonio lì 27 Agosto 1799.
(Fto.) Ude. Felice Cutajar, Seg. di S.; E.»
Il Caruana Dingli soffrì anche la perdita dei suoi crediti di
Se. 42875 contro Hompesch come appare da sentenza del Sup. Cons.
di Giustizia di Malta in conferma di altra decisione dei 25 Febrajo
1830, nonostante che quale creditore di Hompesch avesse esibito il
seguente documento storico.
Au Quartier General de Malte, le 30 Prairial
An. 6. de la Republique Francaise
Bonaparte, member de l'Istitut National, General en Chef
à la commission des Domaines.
43
— 338 —
La campagna di Malta si mostrò disposta a favor dei Moscoviti
ed Inglesi quando si sparse la notizia, che le Squadre di queste due
potenze comparivano nel Mediterraneo, perchè il popolo di campagna
era ancora nella supposizionp di essere stato tradito dal Gran Maestro
e dall'Ordine. Nacquero poi varj partiti, chi voleva i Moscoviti, chi
li Inglesi, e chi un Governo Republicano, ma il più numeroso senza
paragone fu tuttavia quello a favor del Gran Maestro e dell'Ordine,
talmente che i deputati del popolo Conte Manduca, Tcuma, e Mar-
chese Depiro, spedirono un dispaccio serio a S. A. E. per invitarlo di
venire colla Religione per domandare la creazione di una lin-
gua Maltese, affinchè questa avesse parte al Governo come li ball,
e cavalieri. Unitamente al anzidetto dispaccio, fu scritta una lettera
all'Imperatore di Moscovia ove si implorava la sua protezione, par-
ticolarmente PER la formazione DELL'ACCENNATA LINGUA. Altra
lettera al Cav. 0*Hara perchè appoggiasse la domanda presso il suo
Sovrano. Li citati dispacci erano già consegnati a Giuseppe Dalmas
ed al Conventuale Attard, i quali in procinto di partire furono arre-
stati; e consegnati li detti dispacci al Comandante Inglese Ball, li
mantevati due inviati sono tutt'ora arrestati. Li Generali Maltesi fe-
cero delle proposizioni al Comandante Inglese Ball, esponendogli la
loro critica situazione per riguardo ai frumenti di cui era tale la scar-
sezza che molti erano morti per la fame.
Abbiamo domandato a S. M Siciliana, che ci provedesse del
grano a credito, e questi non aderì secondo la nostra domanda. Ci ha
concesso di prendere dai Siciliani tutto quello che abbiamo bisogno
ed ha ordinato ai Siciliani di darci dei viveri tanto quanto ne vo-
Par la convention que nous avons faite avec le Grand Maitre,
nous somme tenus de lui donner 600,000 francs comptant et une
pensìon de 300,000 francs pour an. Il a recu en partant 300,000
francs, et les 300,000 francs restant seront affecté au payment de ses
dettes,
Vous voudrez bien en consequence prendre sur les maisons ou
magasins appartenant à la Repubiique qui sont en ville, pour la
valeur de la dite somme, et affecter aux creancieres du Gran Maitre.
Le Commissairedu Government fera un reglement pour les
formalites à suivre pour l'evaluation des dites biens.
L'acte de cession sera fait pour vous et approvò par le Commis-
saire du Gouvernment et le General Commandant dans Tlsle, toutes
ces formalites sont necessaires pour que les dittes actes aient une
valeur.
Signé BONAPARTE.
— B3é —
oliamo. 1 Siciliani però, non diedero fin'adesso quanto una «alma à
credito, ina voj^liono prima il denaro, e questo denaro, noi l'ab-
biamo già consumato — rispose t Inglese subito, e disse — Sentite :
Io l'ordine che ho è di bloccare il porto, non ho altri assunti, volete
cedermi la città /, ed io prenderò l'assunto di provvedervi dei grani e
tilt f altri generi che vi abbisognaìio^ ed io infonderò nell' isola un mi-
lione all'anno; rimetterò l'Università colli suoi Capitali, iiidennit^zerò
tutti i Maltesi dei danni ed interessi sofferti. Li Generali Maltesi li
risposero che voluntieri li accordano questa domanda con sommo pia-
cere. L'istesso Comandante Inglese si trasportò nel Gozo e fatta
proposta all'Archiprete di là, che stava governando il Gozo, ottenne
dal medesimo la sua domanda in tal modo, che X Arciprete voleva
cambiar subito il paviglione, e farlo Inglese invece del Napoiilano che
già batte; allora il Comandante Inglese gli disse di non far niente per
adesso, perche voleva partecipare all'ani miraglio Nelson. E li gene-
rali Maltesi chiesero nuovamente al Re di Napoli di provvederci del
grano a credito, ed iti maìicansa di tal provediviento si concluderebbe
subito il ìiostro concordato^ e di questo già si spedirono li rispettivi
dispacci ; oltre la suddetta offerta l'Inglese ci promise di dover dare
tutti gli impieghi in mano degli Maltesi, il solo govertiatore ed arti-
gliere saranno Inglesi,
Sul principio di Febraro fu prò vista la Campagna dalli Inglesi
di 1400 salme di grano, che bastano tutt'al più per io giorni : capitò
peraltro l'avviso dell' Amirai Nelson del prossimo arrivo di 4 ghirlin-
ghicci carichi di frumento, ma alla partenza della lettera, cioè sulli
ultimi di Febraro, ancora non erano comparsi.
La Campagna desidera caldamente Tarmata Moscovita. L'ex ,
Consigliere Bonanno si distingue nel servire contro quelli che non
sono affezzionati al partito francese.
Doublet governa la Città, Vaubois essendo ammalato ; li primi
traditori sono quelli che avevano li migliori impieghi della Religione.
Si domanda da S. A. E. provisione di viveri e di medicanti sup-
ponendosi le ricette dell'Ordine fornite di contanti, ed a disposizione
dell'Ordine.
Progetto di una deputazione al Rè di Napoli perchè provveda
l'Isola, mentre in caso contrario si darà a chi la provveda. Avuta la
risposta si spediranno due deputati in Londra per la conclusione.
Si insinua una spedizione di grano e la missione dèi Ball Neveu,
sempre adorato dal popolo Maltese, o in sua vece di qualche altro
Tedesco o Bavarese.
~ 340 —
Copia di lettera consegnata da Giuseppe Caruana Diugli alti
due deputati Maltesi Giuseppe Dalmas e Convle, Attard iniercciiaia,
che si trova in poter del Comandante Inglese.
Il latore della presente Giuseppe Dalmas viene da S. A. E. in
compagnia del Convle. Attard come incaricati dai deputati di questo
popolò Conte Manduca, Conte Teuma, e Marchese Depiro, per in-
vitare a S. A. E. con tutta la sua Sagra Religione di venire in questa
(Isola) del più presto possibile per coabitare nel suo palazzo della
Città Notabile fin a tanto che sarà intieramente distrutto il nemico
per farla entrare trionfante dalla Campagna per la Città Valletta. Io
sono stato pur'anche nominato dai suddetti 3 deputati per avere
l'onore di venire a presentare l'invito di questo popolo Maltese. Ma
come vedo per l'interesse dì S. A. E. e della Sua Sagra Religione
esser necessario ch'io mi trattenga qui fin il suo bramato arrivo, per-
ciò si portano costi li soli suddetti Maltesi e mi lusingo che il porta-
tore della medesima effettuerà con zelo la sua commissione, perchè
in questa circostanza, ha dimostrato somma attenzione e fedeltà per
1 vantaggi di S. A. E. e della sua Sagra Religione. Per non interes-
sare a detti Deputati del popolo, ho procurato io la barca da pngarsi
così il nolo da codesto Cav. O'Hara ministro di Sua Maestà l'impe-
rator di tutte le Russie a tenor del suo piacere.
{A tergo) Depeche des Maltais du 5 Fevrier 1799 au Gran
Maitre — arrivée le 26 Avril 1799.
( Mss, 421 R. Bibl. infine,)
Documento 62.
Maìiduca e Teuma a Hompesch,
Serenissimo Signore — La Nazione Maltese memore de' benefici
ricevuti dal Sacro Ordine del quale conosce l'esser suo, e la sua
esistenza, come anche del giusto, e clemente Governo di ^^ A. S.
non sapendo, ne volendo viver lontana da si benefica Madre, ed
amorevole Padre, scosse il giogo che l'opprimeva, si unì per discac-
ciare i barbari, e sacrileghi Francesi dal Dominio ingiustamente truf-
fato al Sacro Ordine, ed a V. A. S. La Nazione, che era testimonio
di tutto quello che l'A. V. operò, e soffrì in quella luttuosa epoca
servendo di vittima a quella perversa Nazione, ed ai suoi fautcri. i
quali altra mira non avevano, se non quella di tradire, ed mgannare
l'A. V. con grave, e considerabile danno del Sacro Ordine, e della
Nazione; conoscendo pure, che i mezzi operati da V. A. riuscirono
vani per impedire si gran male, avendo i fautori, e traditori prese le
— 341 —
loro misure, mettendosi attorno l'A. V. per impedire l'esecuzione
dei suoi ordini, i quali erano opposti alle loro malvagità, e tradi-
rne n ti, ed invero l'Altezza Vostra fu costretta d'incontrare quel-
l'istessa sorte, che incontrarono altri Sovrani d'Europa, e la Nazione
restare priva e lontana dal suo Principe, e Padre.
Nel colmo dell'afflizione, e confusione della Nazione la Divina
Previdenza volle farci capitare in questo Giuseppe Dalmas con di-
spacci di Sua Maestà Siciliana indirizzati a noi come Deputati del
Popolo, ed altri per il Vice Ammiraglio Nelson, e Vice Ammiraglio
Pinio Guedes di Nizza Reale ; questo accopiatosi col suo Doganiere
Giuseppe Caruana Dingli molto operò apprò del Sacro Ordine e
apprò di V. A. Conoscendo noi l'indole, ed attaccamento di questi
due personaggi per L'A. V., e per il Sacro Ordine, al Dalmas deli-
herr.ssimo nello scorso Decembre inviarlo con Dispaccio per S. M.
Siciliana pregandola di rimandare L'A. V. ed il Sacro Ordine nel
pristino Vostro Governo ; come pure l'incaricammo con altro dispac-
cio per V. A. S. supplicandola di accettare le nostre umiliazioni. Ed
al suo Doganiere deliberammo che rimanghi in questa per continuare
a cooperarsi apprò del Sacro Ordine, e apprò di V. A. essendo per-
suasi tanto della sua fedeltà, come del suo buon operato.
La mala sorte volle che nel punto della partenza del suddetto
Giuseppe Dalmas, Antonio Parnis del Zeitun unito con altri fanatici
inimici del Sacro Ordine l'arrestò, intercettandogli i Dispacci, e dopo
averlo assassinato lo fece condurre nelle carceri ove restò per tre
mesi. Ed il suo Doganiere preso in arresto sulla nave Inglese del
comandante Ball, sotto le più severe minaccie fattegli dal medesimo,
ove durò tredici giorni, finché il mare lo ridusse all'estremità, e di
poi fu mandato per castigo nel Comino a soffrire le stesse pene dei
condannati, e rimase colà finche gli sopragiunse una fiera malattia
d'avergli tolto i sentimenti, per il che fu indi trasportato in Chiesa
nel Gozo in qualità di morto, ed atteso il copioso soccorso de bravi
Gozitani ritornò in vita. Subito che noi ebbimo la maniera di scar-
cerare, ed ottenere la libertà al Dalmas di potere partire, ci siamo
pre valuti di tal favorevole occasione, di bel nuovo l'incaricammo por-
tarsi in Trieste a piedi di V. A. S. offerendole i nostri voti e desideri
con quelli di quasi tutta la Nazione, e per non arrischiare la sua mis-
sione non l'abbiamo incaricato cogli opportuni dispacci. Oggi però
umiliamo la presente a' piedi di V. A. S. supplicandola accettare i
nostri voti, e quelli della Nazione, e questi farli vplere presso chi
stimerà necessario, protestandoci voler vivere sotto le ali della Sua
protezione, e sotto il suo giusto, e clemente Governo. E mentre la
supplichiamo di non permettere, che questa Nazione resti orfana, ed
abbandonata ci protestiamo di voler essere per sempre.
^m —
In testimonianza dei nostri voti, e desideri ci sottoscriviamo di
proprio pugno. Di Vostra Altezza Serenissima.
Malta nella Città Notabile lì io Maggio i799-
Umi. Divmi. ed Oblimi. Servitori e Vassalli,
Conte Salvatore Manduca affermo col mio Sigillo.
Lo ^ co Sigilli.
Conte Ferd. Teuma Castelletti affermo col proprio Sigillo mio.
Lo ^ co Sigilli.
(A/ss. 420 R. BibL)
Documento 6j,
Altri tentativi a favor dell' Ordine.
Lettera al Ven. Bali Baron de Neveu.
Eccellenza,
Essendo io in Malta, mio Signore, non vorrei mancare di dar\'ì
un mio ragguaglio : dunque per grazia di Dio, et del mio Sovrano,
sono giunto in Malta il di 7* Agosto, appena sono arrivato, tutto il
popolo mi domandava di V. Eccza. e mi domandavano del mio Prin-
cipe, e della Sagra Religione, in prima mi domandavano del mio
principe come si ritrova, ed in qual Stato ; poi mi domandavano for-
temente per la Religione, se torna in Malta se si, o no ; poi mi do-
mandano di V. Eccza. dove si trova la vostra amata persona ; questo
me lo domandavano perchè li Maltesi sapevano che io era al servizio
della Sagra Religione, e quasi nel intorno a me a domandare s*io già
sapevo le circostanze dei tempi che sono molto, moltissimo critiche—
ho negato, che era al servizio della Religione.
Dunque ora io vi vengo a spiegare la maniera, e il difX)rtamento
mio della mia vera fedeltà verso il mio Sovrano. Per Vostra Eccel-
lenza d'oggi in avanti potete venire liberamente senza nessuna paura,
e senza nessun timore, perchè avete a favor vostro più che tredici
mila Maltesi : — queste tredici mila persone parlano liberamente a
favor di Vostra Eccellenza e con tutto il loro cuore, vogliono assolu-
tamente la Religione, e il Principe ; poi in generale tutta la Nazione
Maltese vuol la Religione : e di questo che io vi dico, ve le giuro )^
N. Be. \^ Jurement à la Maltaisey e si mai Vostra Eccellenza volete
venire, mandate qualche vostro riscontro, e venite da parte di Marsa-
scirocco, e resterete attento con chi manderete, ed affiderete le lettere
del mio Principe, perchè uno di questi giorni è arrivato Ìl pacchetto di
lettere del mio Principe, dove il Conte Manduca si trovò dispiaciuto,
perchè il piego dì lettere lo mandarono con un figliuolo di propriu
— 843 —
Casale donde potevano scuoprire tutto l'arcano del nostro Principe e
ancora passavano delli guai le persone le quali hanno avuto le lettere;
onde restate attenti con chi mandate le lettere per amor di Dio, che
non succederà qualche pericolo ? Ve lo dico di nuovo, senza timore
se volete venire, mandate qualche vostro riscontro prima, acciocché
sapremo l'intenzione, ed il destinato giorno nel quale volete venire.
Io ora vengo a darvi norma dei miei passi ch'io feci a favore della
Religione : io sono stato in Città Vecchia, ed ho preso con me il
Signor Vincenzo della Carcara, il gradenziere del mio Principe, dove
lui mi condusse a Città Vecchia dal Conte Manduca dal Conte Teu-
ma, dal un Mercante, ed dal Bali Debar, e da varie altre persone
Signori, dove volevano sapere, ed assicurarsi delle vere relazioni del
Princip)e, della Sagra Religione. Io non mi voleva spiegare, acciocché
non mi tradiscono, perchè chi sa il buono, ed il cattivo : dunque ho
visto veramente, che sono attaccati con grand'amore questi Signori
alla Sagra Religione. Li diedi tutte le relazioni, e le norme, li quali
sono a favore del Principe. Quando io ho confidato tutte le vere
relazioni, hanno preso molto piacere, e restai quasi tutta la mezza
giornata a parlare de le cose della Religione. Li ho raccontato anche
laflare del Cavaliere, ed qual tradimento che fu fatto, al nostro Prin-
cipe, tradimento che non lo sapevano : poi mi hanno invitato dal
Signor Agostino Ciappi per il pranzo, e ho pranzato con il Signor
Ciappi dove era il Bali Debar e abbiamo bevuto molte volte alla
salute del Principe, e della Religione — e delle notizie, ch'io li ho
riferiti, principiò il Bali Debar a piangere. Dopo pranzo poi si sono
rincontrati il Bali Debas, il Conte Teuma, il Signor Ciappi dal Signor
Conte Manduca, dove hanno fatto un parlamento fra di loro, ed io li
risposi cosi : Se voi altri Signori veramente siete attaccati alla vera
fedeltà, ed al vero ristabilimento tanto del Prìncipe, quanto della S.
Religione ; veramente per far vedere Tattaccamento alla Religione, e
al Principe Nostio, dovete dichiararvi con un piano, con il quale
mostrate la vostra fedeltà, e stendere un vero piano senza pregiudizio
di niente, ed in questo piano, che voi altri fate, vi sottoscrivete
quattro di voi altri — come quattro Nobili Maltesi, e come quattro
Comissarii, ed uno di voi altri Baroni deve far l'imbasciador, e rap-
presentar il piano con il quale mostrate la vostra fedeltà : perchè
quando si presenta un Nobile Maltese avanti il Nostro Principe,
un'altra figura, e rappresentazione si mostrano gli afìari ; — questo io
ho parlato alli Signori Baroni : — il mio parlare li piaque molto, e
veramente hanno preso molto piacere con il sentimento che io li diedi.
Ora speriamo che le cose come possano andar meglio, e se è una
cosa conveniente, spero che questa riesce. E se questo riesce
sarò a spalla del detti;) Barone ad accompagnarlo, acciocché saremo
— 344 —
pronti a baciar la cara mano del Nostro amato Principe, e questo
spero che sarà grato tanto al Principe, quanto a la Sagra Religione—
e spero che questo riesce.
Sottoscritto l'originale: Sigismondo Dimech Portiere della Sagra
Religione Gerosolimitana, fidel Maltese.
(Mss. 420 R, BibL)
Nel medesimo volume manoscritto No. 420 si leggono vari atte-
stati di ossequiosa sommissione verso il passato Gran Maestro ed
espressioni di desiderio che egli torni a governarli. Fra ciuesti uno,
in data del 10 Maggio 1799 per atti del Not. Giuliano Chiappe mal-
tese conta tra i segnatari i conti S. Manduca, F. Teuma, Martino
Preziosi, il Mse. S. Alessi, il Dott. Gio Nicola Zammit (più tardi udi-
tore ed intimo consigliere del Ball), il Can. Cap. Aless. Thej, tutti i
superiori degli ordini religiosi ed il Vicario Curato di S. Paolo Giu-
seppe Ma. Vassallo. Dei 6 Agosto 1800 si legge altro folio a favor
del Hompesch e suo ritorno firmato dal Manduca, Teuma e vari par-
roci e rappresentanti colla ricognizione del Notaro M. A. Portelli,
ma questa volta i firmatari apposero alla loro sottoscrizione la riserva
4c rimettendosi a tutto quello che stabiliranno i sovrani e alla loro
savia deliberazione. »
Documento 64 — Al Gozo,
Fatto che noi qui sottoscritti certifichiamo, ed assicuriamo con
ogni più solenne giuramento per la certa scienza del fatto mediante
il quale oggi è publico, e notorio. Perciò diciamo che il signor
Facondo Asciak nativo di quest'Isola del Gozo, nello scorso mese di
Ottobre 1799, è stato per mezzo di un alberano, incaricato con potere
ed autorità le più estese dalla maggior parte di questo Popolo Gozi-
tano per portarsi dove risiede l'Ordine Gerosolimitano, ed il di luì
Gran Maestro signor Fr. Ferdinando de Hompesch per fargli sapere
la inclinazione, il piacere ed il sommo desiderio che detto Popolo
nutre di vedere rientrato il detto Sacro, ed inclito Ordine nelle
passate prerogative, e Sovrano Comando sopra le due Isole di Malta
e Gozo, ambedue voler vivere sotto quel Religioso Governo già stato
a noi per due secoli e più di sollievo, quiete, ed universale sostegno,
non solo per aver garantito le nostre proprietà, fornendoci dei mezzi
al loro ingrandimento, ma perchè ancora tanto avvantaggiava il Sacro
Rito Cristiano, aumentandone sempre più i dritti ed il culto della S.
Chiesa in grembo alla quale rendendo grazie al Supremo Ente siamo
nati, e ci protestiamo voler morire.
Quale commissione veniva munita non solo del potere suddetto,
ma pure di presentarsi ai rispettivi ambasciatori, e ministri de' loro
— 845 —
Sovrani per interessarli nella volontà di detto Popolo, ed ottenere la
loro protezione, e mediazione, ed indi prestare in mano di Sua Altezza
Eminentissima e del di lui Sacro Ordine il giuramento di fedeltà,
vassallaggio, ed ubbidienza la più sacrosanta. Essendo sul punto
di perfezzionarsi l'accennata commissione trovandosi già sottoscritta
come sopra si è detto dalli individui, come da più parrochi a nome
del proprio popolo, venne in cognizione de' malevoli e malcontenti
del detto Sacro Ordine, i quali interpretandola a loro capriccio, e
dandole altro aspetto, presentarono al Governo odierno di Malta, che
tramavasi un partito di sollevazione, a sogno che il giusto Governo
prendendo quelle misure necessarie per la publica ])ace, e tranquillità,
spedi in quest'Isola due officiali di Sua Maestà Siciliana ( che Iddio
feliciti ) con un distaccamento di soldati per assicurarsi della persona
di detto signor Facondo, e di qualche altro in giro incaricato per la
consegnazione di detti atti ; il che succede con gli arresti formali, e
con la sorpresa di tutte le sopra accennate scritture, e cosi fu con-
dotto esso signor F'acondo nella Città Notabile in un oscuro e
miserabile criminale ad uso trattansi i malfattori, fin quando che
vennero esaminate e lette le dette scritture, le quali trovate non ledere
né ai dritti di nessun Sovrano, né perturbare la publica tranquillità ;
né tendere mai al minimo disturbo del Governo, fu ])oscia lasciato in
piena libertà, con proibizione però di non proseguire la detta com-
missione attese le circostanze presenti. Intanto esso signor Asciale
dovè per il di lui zelo ed attaccamento all'Ordine Gerosolmitano
soffrire dispiaceri non indifferenti, ed interesse non piccolo col distur-
bo dei di lui piani, coi quali era già pronto per mettersi in viaggio ed
adempire quanto sopra è espresso, il tutto a proprie spese. Questa è
quella verità incontrastabile alla quale noi qui sottoscritti siamo sem-
pre pronti ratificare con nostro giuramento. Fatto in quest'Isola del
Gozo, oggi li 14 Marzo 1800. — Il Marchese Cav. Mesgrigny — Il Cav.
Conir. de Fricon — Io F. Reginaldo Speranza Minor Conventuale con-
fermo il su narrato — Io Giuseppe Speranza parroco nel Casale Zeb-
bug del Gozo — Io Vincenzo de Piro — Io Calcedonio Speranza Primo
Chirurgo dello Spedale del Gozo confermo come sopra, e ciò l'attesto
per essermi stato uno di quelli che furono sottoscritti nel su nominato
alberano. {Dal Mss. 420 della R, BibL)
La Russia che da principio agognava il possesso di Malta, come
ce lo dice il Ball de la Tour du Pin in una sua lettera da Pisa al
Hompesch 20 Settembre 1798, conservata nel Mss. 418 Bibl. (i)
(i) Propone al Gran Maestro un piano per la ripresa di Malta,
cioè che Hompesch abbia dall' Impera tor delle Russie, desideroso che
si rìpenda Malta, « una squadra con sette ad otto mila uomini da
44
— 846 —
non perdeva occasione di complimentare riconoscere e cercar di
guadagnarsi i capi Maltesi in sin dall'esordio della insurrezione malte-
se a mezzo del suo console generale Mag. Federico d'Otée residente
a Catania.
Documento Ò5.
La Russia ad uno dei dice generali Maltesi.
Monsieur — Il vous est sans doute connn, combien S. M. l'Em-
pereur mon tres gracieus Maitre s'est declaré avec energie en faveur
de la bonne cause et combien il prend d'interet au sort de Tlsle de
Malte, dont vous commandez si glorieusement les braves liberateurs;
comme ancien Militaire, je Vous admire, je respecte votre Etat,
comme bon Catolique, que le Gel que Vous invoqués a l'autel, en
extermi nant ses cnnemis de l'autre part, Vous exance a remplir la
tache que Vous etes impose, au milieu des difììcultés presque insur-
montables, et qui rendront votre Noni imortel dans les fastes de
l'histoire de la fin du i8me. Siede.
Depuis Votre Generalat, mon tres Reverend, j'ambitionnai
l'honneur de Vous etre utile et de Vous offrir mes services, j*eu ai
heureusement trouvé l'occasion par Tincluse imprimée, que je vien de
recevoir de la Legation Imperiale Russe, avec l'avis de le repandre
comme de la part de Notre nouvel Alié, Selim.
Je me donne l'honneur de vous tribuer le pr. exemplaire.
J*ai fais de mon mieu pour assister Vos braves Maltais dans le
lieu de ma residence actuelle. Malgrés quelques difficultés j'ai contri-
bue a leur faire passer des vivres, comme vous le temoigneront
Giuseppe Dalmas et Alexandre Tonna heureusement que ces diflìculté
sont levés, vous pouvez, pour etre assistè, a Catane, m*adresser tous
vos compatriotes, je les servirai comme les miens.
Dans peu de jour, je peu vous prevenir, Monseigneur, et meme
comme offìciellement que S. M. Sicilienne va declarer la guerre à la
France pour garantir ses Etats des projets ìniques qu'elle meditali
contre la ditte Majesté, et qui s'appretoient a etre mis en execution.
Deja les Lettres de Constantinople du 25 ybr. m'annon^ent qu
une Seconde Escadre Russe a passe les Dardanelles, elle sera inces-
samment sùivié de notre flotille legere de la Mer Noire qui porte 30
mille hommes.
sbarco. A questi i 3000 pirati {sic) non potranno resistere come non
lo potè l'Ordine alla lor venuta: si rinchiuderanno nella piazza fortiti-
cata e saranno costretti ad arrendersi per la mancanza delle provig-
gioni. »
— 34*? —
Depuis le 29 l'Escadre Portugaise etoit de retour a Naples. Je
desire au premier jour la Redition de Votre Capitale, mais, Monsei-
g^neur, ne me refusez pas'la grace de m'en faire part, afin d'en man-
der immediatement Theureuse nouvelle a ma Cour Imperiale avec la
quelle je correspond directement. V^os ordres peuvent m'etre adressé
sous couvert de Mr. le Chevalier Xavier Landolina a Syracuse en
Tavisant de me les faire parvenir par exprés. Daignez me donner
l'avantage de Vous etre utile en quelque chose, mon zele Vous sera
le garant de ma bonne volente. Je me glorifie d'etre un de Vos
admirateur, et d'etre tres respecteusement. Catane le 12 Nov. 1798.
Monsieur, Votre tres humble et tres obeissant serviteur
le Major Frederic d'Otee,
Consul general de l'Impereur de toutes les Russies en Sicile.
A Mr. le Tres Revercnd Chanoinc Xavier Caruana, (i)
General de l'Armce Maltaise, a Son Camp devant la Valette.
(Originale presso il Nob. Emmanuele Caruana Gatto LL,D.)
(i) Un ritratto del Caruana in seta, tessuto possibilmente dalla
sua scuola di Saura, che lo raffigura in divisa militare alla foggia dei
comandanti dell'epoca con pantaloni corti giacca e panciotto di color
bianco foderati di rosso con spalline sciabola e capello bicorno gal-
lonato, da credito a quanto di lui scrisse il Naudi nel suo Ricordo pub-
licato nel 1848 che cioè egli avesse nel 1798 sull'abito clericale indos-
sato la militare tracolla. I documenti dimostrano che egli memore
della sua missione ecclesiastica si attreggiò più che a combattente a
consultore, intermediario e guida nella guerra difensiva dei Maltesi,
pur essendo riconosciuto capo del Campo di S. Giuseppe ; e ciò
stante la sua superiorità amministrativa e la qualifica ecclesistica e di
membro e procuratore della Cattedrale ed un tempo Vicario Capito-
lare: a causa della quale qualilìca lo vediamo spesso a capolista delle
sottoscrizioni nei documenti dell'epoca. Epperò non aveva torto il
Ball a scrivere di lui al Nelson a 30 Nov. 1798. «Il Generale Caruana
possiede qualità molto maggiori e lo si ritiene di grande integrità. Egli
ha l'appoggio del popolo ; lo s'incolpa di assumere troppi poteri ed
a tutta apparenza è egli che maneggia le cose delle Isole, ma ha
mancato di prudenza pel non mettersi in comunicazione coi Deputati. >
Gli elogi del Naudi, del Callus nella sua Storia del Zebbug e di altri,
fatti dopo' l'esaltazione sua alla direzione dell'Università ed al Vesco-
vato peccano a nostro parere di studiata esagerazione nell'attribuirgli
azioni dei suoi compatriotti nel campo guerresco, nel quale non con-
sta di aver egli prestato più che il nome. Può, tra altro, conveniente-
mente ritenersi di esser stato egli il preside del Consiglio di Guerra.
— 348 —
Documento 66.
Tradiva risorsa del Hompesch,
Dopo che il potere politico degl'Isolani era completamente
passato nel loro Congresso presici uto dal Ball, il quale con tale rior-
dinamento aveva intenzionalmente distrutto l'ascendente del governo
già residente alla Notabile, che era per tre quarti favorevole al ritorno
deirOrdine Gerosolimitano, si volle dal Hompesch guadagnare con
postume carezze i supposti membri diriggenti, e spediva le seguenti
quando da questo decidcvansi le fucilazioni e le operazioni di ostilità
non confacienti colla sua alta posizione ecclesiastica da cui merita-
mente non prescindeva ? I fatti dimostrarono in lui destrezza politica
e preveggenza specialmente nella parte presa per Tinnalzamento del
paviglione Napoletano nel Decembre 1798 e più ancora nelle mosse
che determinarono la scelta della Sovranità su queste isole. L'anta-
gonismo tra lui e Vitale come la mancanza di maggior armonia col
Susano col Borg e cogli altri capi impedirono una più pronta e mi-
gliore sistemazione delle sorti maltesi. Un generale ecclesiastico dove-
va necessariamente avere troppi intoppi nella sua azione generalesca
derivanti dal suo stato. La qualifica da lor data di j^uerra difensiva
alla Campagna maltese lo insinua, ed i richiami di Mag. Labini colle
sue lettere e circolari dovevan produrre questo effetto in un timorato
sacerdote. Due giorni prima che l'assemblea Maltese deliberasse e
mandasse la nota deputazione a Palermo, il Caruana indirizzava al
Nelson la seguente lettera da noi ricostruita in italiano dall'inglese
publicato nel Daily Malta Chronicle del 22 Aprile U. S. avendoci lo
scrittore celato il luogo di sua conservazione.
Campo di S. Giuseppe — 5 PY'brajo 1799.
Eccellenza,
Il lungo inutile tempo trascorso dalla nostra preghiera a S. M. il
Re di Napoli perchè ci soccorresse con vettovaglie, ci ha fatto [)er-
dere ogni speranza di essere esauditi. Siam ridotti nelle più grandi
strettezze: ricchi non esistono più, i poveri muoiono di fame; Ovunque
malattie e morte per mancanza dei viveri. Il denaro estero non si trova
e quello locale è scarso. Qualunque sorta di commercio è intralciato,
e i nostri prodotti non si esportan più; siamo perciò privi di quegli
aiuti che potrebbero fino ad un certo punto sostenerci. Tuttora a
letto con attacco di febbre {al Campo o a casa propria nel Zeòòugfj
l'ansietà della situazione accresce la mia malattia che potrebbe cau-
sarmi la morte.
Nell'Eccellenza Vostra abbiamo ognor risposta la speranza di
nostra salvezza conoscendo l'assicurazione dataci del suo attacca-
mento per questa infelice popolazione.
— B49 —
lettere che produciamo da copia autentica rilasciata a 5 Novembre
1807 da A. Velia allora Cancelliere deirOrdine a Catania.
Magister Hospitalis Hierusalem Sancti Sepulcri et S. Antonii
Viennensis Mag. Fideles nobis dilecti salutem.
Dal nostro donato Giuseppe Dalmas vi sarà rimesso questo
nostro foglio col quale accompagniamo qualche carico di Provisioniy
che a noi ed alla nostra Sagra Religione nelle nostre ristrettissime
L'È. V. può star certo che giusta le apparenze noi sarem costret-
ti tra pochi giorni di deporre le armi ed abbandonare la nostra posi-
zione. Oh ! che sfortuna. Che disgrazia, se dopo tutto ciò che
abbiamo fatto e si lungamente sofferto dovessimo divenire preda del
nostro nemico per mancanza di viveri. Nelle presenti afflizioni è solo
nell'Eccellenza Vostra che si può conHdare, e se almeno poteste
darci un'assicurazione essa ci sosterebbe nelle molte nostre pruove.
Sperare nella Sicilia sembra essere inutile. Tanto desumo dai lamenti
dei vari Maltesi angariati per le difficoltà trovate nel prendere il loro
carico a causa della quarantena e dei cattivi trattamenti.
Voglia TE. V. avere compassione di noi nella nostra deplorabile
sfortuna e rivolgere su di noi il benigno sguardo di una generosa
anima inglese. Ella può esser sicuro che le mie opinioni sono condi-
vise da tutti. Tutti domandano ajuto. Tutti fermamente credono che
V. E. sarà per essere il loro Liberatore e comune Padre. Prego TE. V.
di scusarmi ; ma gli oblighi verso il mio [)aese mi costringono di re-
carle questo disturbo, e nel presentare i mici più sinceri sensi di gra-
titudiqe e di piena e sincera stima, ho Tonore di raffermarmi col
profondo rispetto. Ubb. Oblig. Servo,
Can. Caruana.
Era questa lettera in relazione ed era intesa ad appianare la via
all'adozione del concertato piano della scelta sovranità Inglese ? Non
più tardi del 9 Febraio il Ball indirizzavasi al Nelson « Gli abitanti
hanno deputato tre distinti signori per presentare un memoriale a S.
M. S. ed a V. S. chiedendo di esser posti sotto la protezione della
Gran Brettagna durante la guerra, ed a meno che ciò si effettui ho
ogni ragion di asseverare che essa cadrà nelle mani di altra nazione.»
ed a 31 Marzo seguente gli ripeteva <(.... Signore la mia esperienza
davvero mi rafferma nell'opinione e nel sentimento espressi nelle pre-
cedenti mie lettere della convenienza, cioè, che quest'Isola venga
CEDUTA alla Gran Brettagna... Il Congresso ha scritto sul proposito
una lettera a S. M. S. ed altra a V. Signoria. (Vedi nota importante
alt appendice XXIV.), I Maltesi sono predisposti in favor degl'In-
glesi, non consentiranno d'esser ceduti ad altra nazione. Sono total-
mente opposti alla Russia.... »
- àòò-
circostanze è stato possibile di poter fare in sollievo di codesta brava
e fedele popolazione. In forza delle carte che vi saranno rimesse
ricupererete dunque il detto carico, e a quel modo che meglio giudi-
carete lo distribuirete alla Popolazione stessa in suo sollievo e sosten-
tamento. Felici noi se fossimo in circostanze di mandarvi dei soc-
corsi più proporzionati al nostro vivo desiderio, al nostro attcucanienio
a tutta codesta Nazione, alla Nostra Paterna tenerezza per codesti
tutti nostri sudditi e vassalli. Mediante però l'amor vostro, e la vostra
inviolabile fedeltà, mediante la bontà e protezione, ed appoggio delle
diverse Corti nostre Protettrici ed Amiche, ma più fidando nella mise-
ricordia e clemenza Divina speriamo ancora di essere un giorno in
grado di occuparci nuovameate siccome del buon essere e gloria di
noi e dello Ordine nostro, così della gloria e della felicità della Na-
zione Maltese, la quale ha sempre occupata tanta parte de' nostri più
cordiali affetti. Voi altri intanto col vostro zelo pel pubblico bene
procurate di diriggere ogni cosa al fine cui noi tendiamo con tutto lo
studio, attività, ed insistenza, certi che un giorno abbia a risultarne,
il più gran vantaggio comune, ed una reciproca e compita sodisfa-
zione, nonché assicurando voi tutti insieme ed ogni uno in particolare
come pure ogni altro che si adopri per il nostro vantaggio e decoro
del nostro più sincero ed indelebile gradimento. Preghiamo il Signor
che vi conservi.
Trieste 2 Giugno 1799. Subscrit\ Hompesch. Al Conte Salva-
tore Manduca — Conte Teuma — March. Depiro — Can. D. Save-
rio Caruana Generale di S. Giuseppe — Emmanuele Vitale Com-
mandante della Notabile, Signori del Governo Provisoiuo di
Malta.
Magister Hospitalis Hierusalem Sancti Sepulcri Domini, et S.
Antonii Viennensis. Mag. Fidelis nobis dilecte Salutem.
Dalli Maltesi Sacerdt. Cappno. Convte. Commend. fr. Michel-
angelo Attard, e Giuseppe Dalmas, qui giunti ultimamente. Deputati
verso di Noi da codesto Provisorio Governo, e dal voto quasi gene-
rale della Nazione, abbiamo rilevato e pienamente conosciuto il vivo
desiderio che tra voi altri tutti bravi e fedeli maltesi generalmente
arde e predomina, perchè Noi colla nostra Sagra Religione Geroso-
limitana del più presto ci portassimo costà a reggervi con giustizia
equità amore e vero interessamento per la vostra Nazione non che a
formare insieme alla nostra la vostra maggiore felicita e gloria.
Abbiamo parimenti saputo, che voi avete non solo in parole ponun-
ciate in ogni tempo e luogo, dimostrato a noi, ed all'Ordine nostro il
vostro attaccamento, sempre in voi e nella vostra famiglia osservato
non che ne' vostri maggiori ma di più dimostratolo con molti fatti
positivi e con gravi dispendj. Per quanto ci studieremo, noi non
— 861 —
sapremo esprimervi mai con adeguata e bastante verità ed energia
tutta la gratitudine nostra verso la vostra persona, e verso d'ogni
altro di codesto provisorio governo, a tutti i quali bramiamo che voi
in nostro nome significate i sensi più schietti ed estesi del cordial
nostro godimento e gradimento e dell'ardente brama che abbiamo di
darne a tutti un giorno le prove più giuste e convincenti. Non igno-
riamo che molti altri ragguardevoli soggetti vi sono, tra cui princi-
palmente il vostro Generale e Canonico D. Saverio Caruana che tanto
onore si fa col comando suo ed il vostro Commandante Emmanuele
V'itale li quali molti attestati hanno dato e vanno dando di continuo di
lealtà, fedeltà, e sincera affezione a noi ed all'Ordine ai quali ci sarà
pure assai grato che diate la più positiva certezza dell'animo nostro
al maggior segno riconoscente ; lo stesso piacciavi pratticare ancora
verso tanti altri ben degni soggetti, e persone d'ogni condizione che
pure sappiamo esservene moltissimi con li medesimi meriti e senti-
menti verso di noi. Il Signore Iddio esaudirà certamente il più caldo
dei voti che sia mai stato emesso da cuore umano, se ordinerà per
modo le cose che ancora possiamo con tutti li sforzi del nostro inge-
gno, e dello spirito nostro, con tutto il zelo pel pubblico bene, e con
tutta la tenerezza paterna che abbiamo sempre per voi tutti sincera-
mente nutrita nell'animo, occuparci nuovamente del vostro ben essere
della vostra contentezza, della vostra tranquillità e della felicità vostra
più compita. Fortunati noi se giungerà quest'istante da noi tanto
bramato e più fortunati quanto più presto piacerà al Cielo di condur-
celo con quegl'avvenimenti felici che solo sono nella Sua provida
onnipotente mano !
Con che aggiungendovi, che molto piacevolmente e favorevol-
mente abbiamo ricevuto ed accolto i deputati del vostro Governo, e
della Nazione quasi tutta, al secondo dei quali cioè al Dalmas, abbia-
mo fino da questo momento accordato qualche segno del nostro gra-
dimento con concedergli la nostra mezza croce ed il grado di tenente
nel Battaglione dei nostri Cacciatori ; frattanto che migliore occasione
aspettando per ricompensare ancora proporziona mente il Commed.
Attard, preghiamo il Signore che vi Conservi.
Trieste 25 Maggio 1799. Suòcrip, Hompesch.
A tergo Magnifico Fideli Nobis dilecte Gomiti
Salvatore Manduca.
Malta.
— 362 —
XVIII.
Oringlesi e l'Ordine Oerosolimitano
Documento Ó7.
{Traduzione) St. Antonio 8 Luglio 1799.
Caro Signore,
Dal 25 Giugno, data della mia ultima lettera a Nelson e a voi è
occorso un sol particolare di una certa importanza, meritevole di esse-
re riferito :
In seguito all'accaduto che vi ho comunicato nella menzionata
lettera gli animi dei nativi eran scossi talmente da far preve-
dere qualche cosa di spiacevole, (i) e vi circolavano voci sulla pro-
(i) Allude, crediamo, airinsubordinazione dei contadini. Vedi
nota seconda della seguente lettera. Non si mancava per cautela di
ricorrere a misure eccezzionali quali p. e. « Illmo. Signor Capno. di
Verga — Si compiaccia spedire al Gozo per ivi restare smo a nuovo
ordine sotto pene ben viste al Governo in caso ritorneranno senza
il dovuto permesso : il Conte Federico Ubaldini — Emmanuele Re-
gnaud — Salvatore Piot — f. Giovanni Zammit e Felice detto // Console.
Pieno intanto di stima mi protesto di V. S. Ili ma.
St. Antonio nostra residenza li 25 Giugno 1799.
Umilissimo e Affez. Servo.
(fto.) J. VlVION.
Il Sargente Vestro Xiberras con la sua compagnia è comandato a
portare dal Crendi nel Campo di S. Giuseppe a Paolo Zammit il qle.
mesi sono era mandato in Comino, mentre che abitava nella Micabiba
dove sta notte si è trovato nel Crendi in casa di sua moglie. Onde io
ho eseguilo Tordi ne del presente Governo. Signor Capo ricevete a
detto Paolo e date parte. Li 16 Luglio 1799. Di V. Obb. Servo,
Gregorio Mifsud, Rappte.
Al Sig. Capo di S. Giuseppe Gaetano Balzan.
Illmo Sig. Udre. Dmo. Giudice Cap.
Si rimette a questa Curia Paolo Zammit, ritornato senza per-
messo in quest'Isola, a fine che si faccia in pubblico battere con nervo,
e poi si mandi in Comino col precetto penale, che se mai ritorna sarà
appiccato per la gola.
Ciò eseguito si mandi copia dell'ordine ed esecuzione al Capo
di suo Casale perchè lo faccia sapere a tutto il casale. Tali sono gli
ordini da S. E. il Sig. Comte. Ball datimi per comunicarsi a V. S.
Illma. della quale mi professo. Di V. S. Illma. Da St. Antonio 17
Luglio 1799. Umo. Dmo. Serv. Uditore F. Cutajar, Seg. di S. E.
— 863 —
babilità di una pronta controrivoluzione da aver Inogfo per il 29 Giu-
gno quando i capi si sarebbero trovati ad assistere alla funzione reli-
giosa dei SS. Pietro e Paolo alla Notabile. La sera del 28 il capitan
del porto S. Paolo venne ad informarmi dell* arrivo di una speronara
con tre cav. di Malta, due dei quali gran croci. Venivano da Trieste
toccata Messina. Egli permise loro lo sbarco ma immediatamente li
rinserrò nella Torre di S. Paolo in attesa di miei ordini. Uno di essi (il
ball Neveu) era quasi l'unico cavaliere che aveva goduto popolarità tra
Maltesi: egli era stato il comandante del Regimento dei Cacciatori, la
maggior parte del quale sono oggi nostri soldati. Date le circostanze
attuali e conoscendo che T ultimo Gran Maestro aveva nellTsola un
forte partito pronto ad agire in qualsiasi modo pur di rimettere in
piedi l'antico governo, sicuro di incontrare le vostre vedute ho
rimandato subito Tufficiale a S. Paolo con ordine d'impossessarsi delle
loro carte e di scortarli con un speronara armata alcune leghe fuor
dell'isola. Nel breve giro di poche ore mi accorsi che l'arrivo di
questi signori aveva cagionato un movimento generale e confusione
nell'Isola. Il Capitano del Porto la seguente mattina rapportò che nei
pochi momenti impiegati dalla barca alla torre avevano distribuiti più
di 50 corone alla folla assembrata, lor ripetendo di aver seco recato
molta moneta, e che sarebbero seguiti entro pochi giorni dei battelli
pieni di grano per sollevare le loro sofferenze. Nel loro bagaglio si
rinvennero da cinque a sei mila scudi Maltesi che non toccammo. Tra
le carte eravi la Storia della Rivoluzione di Malta, 1798, in Francese
stampata a Trieste. Mi son trovato in una curiosa posizione di dover
agire in cosi decisiva maniera, ma non dubito punto che tal mia
azione ha risparmiato all'Isola dì divenire scena di maggior confu-
sione di quella che già vi regna e forse di spargimento di molto
sangue. Tale l'accaduto che considero mio dovere di far conoscere
senza perdita -di tempo. Sono con tutta stima. Caro Signore,
Vostro Sincero Servitore J. Vivion.
Ad Alex. J. Ball Comandante la squadra B. d'avanti Malta.
{Dal Pettigrew Life of Nelson voi, I, p, 314).
Dall' «Alexander» nelle acque di Malta 17 Luglio 1799.
Signore,
Ho l'onore d'informare V. S. di essere agli otto del corrente arri-
vato qui colle navi al mio comando. Malin, Capitano della «La Bonne
Citoyenne » m'informa che dall'ultima sua a lei nessuna cosa straordi-
naria è Accaduta. Acchiudo una lettera del tenente Vivion, la cui con-
dotta durante la mia assenza merita i più caldi elogi. Il passato Gran
46
— 364 —
Maestro ha qui un forte partito in contraposizione alle vedute deH'Im-
peratore della Russia ; egli è protetto dall' Imperator di Germania
estremamente geloso di Paolo che si elesse Gran Maestro. Io
non dubito punto che egli abbia qui mandato i tre Cavalieri menzio-
nati dal Vivion per effettuare una contro rivoluzione a fin di accele-
rare il suo piano di impossessarsi del dominio di Malta, (i) Io inter-
cettai nello scorso Marzo lettere del passato Gran Maestro eccitanti i
suoi agenti qui a consolidare il suo partito con tutti i mezzi possibili,
assicurandoli di avere la protezione dell'Imperatore d'Austria. Imme-
diatamente io arrestai Vagente principale e lo relegai 7teir Isola di
Cornino, dof)o aver estorto un elenco delle persone implicate, alcune
delle quali appartengono alle migliori famiglie dell'Isola, i quali sanno
che io conosco il loro attaccamento all'Ordine e che invigilo da vicino
sulla loro condotta; essi perciò stanno molto quieti, e credo che molti
sono ora partitari degl'Inglesi.
I Maltesi sono al presente molto ubbidienti alle leggi. Durante
la mia assenza una moltitudine si assembrò in modo riottoso ed insi-
stette per l'abrogazione di una legge passata dal Congresso. Essa si
presentò in tale forza che il Vivion credette prudente di cedere. Dopo
il mio arrivo i capi ribelli sono stati arrestati e mandati in Barbe-
ria (2) col contento dei pacifici abitanti; e confido che tale misura
impedirà ulteriori opposizioni alle leggi dell'Isola.
(i) Il ball di Montauraux a 13 Giugno 1799 progettava in tre-
dici capi un piano il cui cardine era che il Gran Maestro si portasse
senza indugio a Malta facendosi precedere da tre cavalieri di fiducia,
e si stabilisse a St. Antonio assediando Valletta. Per tal fine e per
disporre gli animi la deputazione maltese di ritorno nell'Isola sparger
doveva come fu ben accolta a Trieste etc. Nel Mss. 420 della Bibl.già
proprietà del Barone Mayer Knonau, ove trovasi tale documento, leg-
gesi ancora la formola di fedeltà che si intendeva far sottoscrivere ai
militari e capi della campagna a favor dell'Ordine.
(2) Si trattò di questo incidente in una seduta del Congresso:
^Og^\\\22 Luglio 1799 — Radunato il Congresso della maggior
parte dei Rappresentanti in presenza di S. E. il Signor Governatore
si è preso in considerazione l'attentato dei contadini i quali movendo
colle loro persuasioni un gran numero di altri contadini sì presenta-
rono nello scorso mese al signor luogotenente di S. E. per ottenere
la sospensione del corso della giustizia riguardo li debiti per gabelle e
canoni, e tremandosi li medesimi per ordine di S. E. al presente arre-
stati ed imbarcati loco custodiae sul vascello comandante il blocco
nominato l'Alessandro si è parlato della pena che li medesimi come
rivoluzionari e complottari meritano e tutti i Signori Rappresentanti,
— 366 —
I Francesi hanno degli amici in Campagna, che eccitano il po-
polo alla insurrezione, ma sono convinto che non vi riusciranno qua-
lora continueremo a pagare gli armati contadini Maltesi.
II presidio francese prolunga la sua resistenza nella speranza di
un soccorso, ma quando sentirà che S. M. Siciliana è ritornato nei
suoi dominii e la loro flotta bloccata, sono d'opinione che i soldati
francesi costringeranno il generale Vaubois a capitolare. S[)edisco
questa col « Benjamin », perchè le sue provisioni stanno per finire.
Mi dico con tutto rispetto, Signore. Vostro Ubb. Ob. Servo,
Alex. J. Ball.
S. S. Onor. Orazio Nelson, K.B.
Ammiraglio della Flotta Rossa.
{Peitigrew^ loco citato p, Jf^).
XIX.
Dalmas e Hompesch
( Tradmione) Doctimenio 68,
I. — Altezza Eminentissima,
Privato degli Ordini di V. E. dopo le mie rispettosissime inviate
f)er via di mare, ne sono addoloratissimo. Spedisco perciò la presente a
mezzo del corriere all'indirizzo d'un amico perchè la rimetta nelle
mani di V. A. E. riepilogando le precedenti ed aggiungendo che
il Signor Caruana vostro Doganiere è qui arrivato qual messo dei
creditori con una dilazione di un mese e la garanzia di tornare entro
questo termine per accomodarsi coi suoi creditori dopo il ritorno a
Malta, (i) Egli ci ha confermato il ricevimento fatto al Bali Neveu
eccettuati gli Ecclesiastici, erano di sentimento di doverli punire con
la pena di morte inflitta dalle leggi a simili persone, ma non volendo
il Congresso usar con loro tutto il rigore delle leggi si è pregata TE.
S. di mandarli in esilio perpetuo nella terra di Barberia, ingiungendo
loro la pena di morte nel caso che ardissero tornare in quest'Isola. »
(Mss, <s.fìloccoi^ della Cattedrale),
(i) Nella lettera del Neveu, Schanenbourg e Prepaud a Hom-
pesch del 3 Agosto da Messina (Mss. Bibl. 418 p. 273) si legge « Il
Doganiere Giuseppe trovasi qui da otto giorni, ha ottenuto un per-
messo di venire ma hanno esatto una cauzione pel ritorno sulla sua
vita. E' inaudito ciò che questo povero sventurato ha dovuto soffrire
ma l'ha sostenuto con coraggio. Egli ha approvato la nostra decisione
sul bastimento e sul grano, perchè ci ha assicurato che se noi l'invias-
simo cadrebbero l'uno e l'altro preda dei nostri nemici... »
— 356 —
dal popolo della Campagna, il quale unito a quei del Gozo
andavan gridando : « Viva il nostro Gran Maestro Honipesch viva il
Nostro Bali Neveu. Oggi veramente stiam per riottenere Tantico
nostro governo. » Vedendo partire i messi si rivoltarono contro Ant.
Parnis e BrifTa, entrambi comandanti del Porto San Paolo, traspor-
tandosi al punto di volerli massacrare ; ma costoro seppero insinuarsi
e muoverli a compassione facendo lor intendere e persuaderli che il
Neveu aveva seco dei Francesi e che la sua destinazione non era
Malta.
Dal Padron della speronara che portò il Doganiere ricevei noti-
zie dei Conti Manduca, Teuma e del Marchese Barbaro ben trattati
dal Comandante Ball che lor fece intendere di voler dare un pranzo
a tutti i capi del governo dell'Isola e far loro sottoscrivere un atto col
quale dopo la resa della piazza riconoscerebbero lui per loro Gover-
natore pel corso di due anni fino alla decisione della sorte deirisola
quando tutto sarà rientrato nella propria sfera. Ma né i Deputati nò
il popolo sottoscriverebbero tal progetto, e di ciò io son sicuro
perchè tutti si mostrano fedeli a V. A. E. ed all'Ordine.
I generali Francesi Vaubois e Gauné ed altri danno per turno
pranzi invitando gli altri. Un giorno fu invitato il Ransijat già Secre-
tano del Tesoro. Dopo varie conversazioni cadde il soggetto sulla
necessità di una vicina resa. Ransijat ripiglia che è meglio morir
sotto le mura che rendere la piazza. I Generali dopo d'averlo ben
intervistato gli replicano che dopo di aver egli tradito l'Ordine e il
Gran Maestro, sarebbe stato capace di tradire pure la Nazione. TA
risposta sebbene data cosi a giuoco è giusta ed atta al carattere dello
infame Ransijat.
Mi scrivono da Catania che il Comte. Ball va recrutando soldati
nella Campagna pagando l'ingaggio e promettendo pezzi di terreno
della capacità di 292 p. q. Suo progetto è di dare presto l'assalto. Si
vocifera che a Malta non sì parla più dei Russi più che della loro
flotta.... Jer l'altro su di un brick portoghese sono arrivati tre dele-
gati maltesi : il Can. Caraffa un avvocato, il Signor Teodoro Cardona
Colonello al servizio del re di Napoli ed il Ricaud ed han la missione
di domandare al Re di Napoli soccorsi a nome della nazione Maltese.
Il Cardona appena giunto venne a cercarmi. Attesta il malumore con-
tro il Parnis e Briffa non solo per quel che hanno fatto a me, ma
ancor più per il loro operato contro il Bali Neveu. Fosse costui rima-
sto un momento ancora essi sarebbero stati massacrati perchè Maltesi
e Gozitani s'assembrarono per andare alla spiaggia di Porto S, Paolo
ad abbracciar e ritrovare il Neveu. Li calmarono dicendo loro che
tornerebbe presto. Cardona pretende che questo fatto è propizio
perchè ora la Nazione ha veduto ed è convinta dei sentimenti di V. A.
-- 3S7 -
E. e del Neveu. Oggi il popolo desidera più che mai l'Ordine e V. A.
La partenza del Neveu è stata fortunata perchè già non s'ubbidiva più
ad altri ordini che a suoi. Il popolo ci è già spiegato 'e cominciò a
dir ad alta voce : oggi è venuto colui che sa comandarci e sarà
lui che ci farà prendere la piazza. E' questo che fece ombra all'uffi-
ciale inglese arrivato da poco in Malta quale inviato del re di Napoli
per Governatore (!!) ; Ma costui non ha saputo guadagnarsi il pop>o]o
che si è dichiarato contro di lui. Questi dettagli mi furono dati dal
Signor Cardona, dicendo d'esser seccato della cattiva organizzazione
del Governo Maltese, che non sa quel che si fa...
Messina 26 Luglio 1799. G. Dalmas, Donato dell'Ordine.
(A/ss. 418 ^. Bió/. p. 2(57).
n. — Altezza Eminentissima,
Quest'oggi vengo a dire che il doganiere G. Caruana ha avan-
zato al Comte. Ball una domanda per ottenere il permesso di venire
a piedi di V. E. (i) Compiego copie di lettere da me ricevute perchè
V. E. sia al corrente delle novità a favore suo e dell'Ordine, ed una
del Conte Manduca. L'abbate Bisìgnani arrivato da Palermo il 30
assicura della protezione della Regina di Napoli accordata a V. A. ed
all'Ordine, come del risentimento della Corte per l'alTronto fatto al
bali de Neveu e si vorrebbe sapere l'autore della sua scacciata. V. A.
potrà considerare le carte del Bisignani che munito di tre lettere di
raccomandazioni della regina va a reclamare la sua commenda a
Modena. Credo che Neveu, Schevanbourg e Prepaud partiran con lui
per Trieste. E' giunto da Palermo altro passeggiere che si dice Mal-
tese e pretende d'avere lettera del Re di Napoli da consegnarsi al
Generale francese Vaubois per venire ad un accomodamento. Si
vanta d'avere un grado superiore al Ball, ma per me è un fanfarrone
né credo poter egli riuscirvi, i nostri vantaggi essendo superiori; Ho
{lercio scritto ai Manduca Teuma e Barbaro perchè usino diligenza
nell'esame delle qualità di questo individuo e m'informino |>er subito
inlormare V. A... Il trenta u. s. è arrivata una speronara proveniente
dal Porto di S. Paolo che racconta di essersi fatta a 29 una gran
festa di due giorni e due notti, che si credette che fosse a causa
dell'assalto, ma che invece si fu per solennizzare la conquista di
Napoli.
Mio cognato, Saverio Mifsud mi scrive che il partito di V. E.
va crescendo tutti i giorni, e che vi sono più di 80 speronare pronte
(i) Vedi neir esito alla nota a pag. 337 e nota App. XLIL
— 35è —
a mettere la vela appena si arrenderà la piazza per venire a gettarsi a
piedi di V. A. e chiedere i suoi ordini. Non mi rimane che a presen-
tare i miei ossèqui. Messina 3 Agosto 1799. Dalmas.
(Mss, 41S R. Bibl. 263.)
XX.
Le Informazioni date dal Hompesch a Uayer
{Traduzioni) Documento 6g,
Signor Cavaliere,
Dopo un silenzio di tre mesi ho ricevuto consecutivamente le tre
vostre del 13 e 26 Gennaio e 2 Febraio. Ognuna di esse aumenta il
grado di probabilità di un vicino cambiamento delle cose con cui i
miei affari hanno un rapporto immediato ed intimo.
Mi manifestate il desiderio di conoscere la relazione del Pre-
paud. Il suo saggiorno a Malta è stato si corto che è presto detto; ma
ciò che è seguito, è così interessante a sapersi, che sto per darvi qual-
che dettaglio.
I tre delegati nel portarsi a Malta mi scrissero da Messina li 8
Luglio di essere partiti di là per Malta ai 26 Giugno, ove arrivarono
ai 28 a quattro ore di sera. Furono interrogati dal Capitano di Porto
Signor Antonio Parnis, il quale dopo intervistato il padrone della
Speronara permise loro lo sbarco con divieto di allontanarsi dalla
spiaggia prima che egli avesse dato avviso al Governo Inglese del
loro arrivo. Discendono dunque a terra, ove sono ricevuti nel miglior
modo possibile dalla gente della Campagna che ivi si trovava, spe-
cialmente il Ball di Neveu che riguardavano come il loro angelo tute-
lare e protettore. Questi delegati mi scrivono che se fossi stato pre-
sente le lacrime mi sarebbero scorse, ma questo ricevimento fu la
causa della loro espulsione. Quella gente attorno al Ball Neveu
domandava perchè avesse tanto tardato a venire, che naturalmente
sarebbe ora rimasto con loro, che li comanderebbe e tante di quelle
espressioni che in siffatte circostanze soglionsi dire da chi desidera
liberarsi dai mali che soffre. Ma questo loro gaudio fu corto, perchè
dopo due ore da che eran a terra a ricevere questi complimenti del
popolo, Sor Parnis chiama a parte il Neveu per comunicargli l'ordi-
ne: « Mi rincresce, signori, di dovervi notificare l'ordine ricevuto di
rinchiudervi nella torre di S. Paolo (notate che in questa stessa torre
— 359 —
vi erano nove condannati a morte). Mi prendo intanto la libertà di
cedervi la mia camera dove dormirete questa notte e domattina andrò
io stesso dal Comandante, spiegherò il motivo del vostro viaggio di
accudire ai vostri affari privati, come mi dite, e stando cosi le cose
spero che potrete andar dove vi piace. » Essi rimasero in questa
camera con due sentinelle alla porta con proibizione ai proprii dome-
stici ed al padron della speronara di poter parlar a loro. Un secondo
ordine arriva di partire all'istante da Malta. Il padrone della spero-
nara si protesta a causa del cattivo tempo, ma ciò non ostante si
fanno rimbarcare e per tutta la notte ebbero una barca di guardia
alla loro poppa, ed alle cinque di mattino, con un mare tempestoso
ed un vento grosso, ricevono l'ordine di non approdare in alcuna
parte dell'Isola sotto pena di morte.
Giunti a Messina si fermano ad attendere il ritorno di una per-
sona di fiducia mandata a Malta per indagare l'impressione lasciata
per questi fatti. Nell'intervallo prendon lingua da altre speronare e
vengono a sapere che il popolo fu dispiaci utissimo della loro par-
tenza, ne domandò la causa e gli furono date dalle ragioni frivole.
Tanto dalla lettera dei tre Relegati in data dell'S Luglio.
Ho in seguito ricevuto da Messina lettera del Dal mas datata 26
Luglio da cui stralcio : « E' giunto a Messina il Doganiere Caruana
testimonio del movimentc» nella Campagna di Malta e Gozo per
l'arrivo del Ball Neveu. Da pertutto si è gridato- Vi va il Gran Maestro
Hompesch, viva il Bali Neveu, noi stiamo per ricevere il nostro antico
governo — accorrono a San Paolo in frotte da ogni parte, e dal
Gozo ancora ; e quando s'accertarono che Sor Parnis aveva fatto
ripartire il Neveu e compagni si sono rivoltati contro di lui e contro
un tal Briffa che col Parnis comanda il Porto di S. Paolo, e stavan per
essere massacrati. Per calmare i Maltesi e Gozitani dissero loro che
il Neveu aveva seco dei Francesi e non era destinato per Malta.»
« Il 24 dello stesso mese (continua il Dalmas) sono arrivati su di
un Brick inglese un curato, un avvocato ed un prete Maltese per
ottener soccorsi e viveri. Erano accompagnati dal Signor Cardona,
Colonello al Servizio del Re di Napoli nei regimenti albanesi, il
quale all'arrivo a Messina cercato dello scrittore (Dalmas) gli dice
che è dispiaciuto di tutto ciò che accadde al Neveu e che se questo
Bali fosse rimasto altro tempo Parnis e Briffa sarebbero stati massa-
crati dalla gente della Campagna e del Gozo corsa in folla per vederlo
e che il popolo fu calmato col dirgli che il Bali aveva con se dei
Francesi e non era venuto a Malta per rimanervi, ma che ritornerebbe,
e che sebbene questo fatto sia stato doloroso pure è servito per mo-
strare il voto generale della nazione e per il Gran Maestro e per
l'Ordine. »
— 860 —
Il niedesitno Dalmas mi scrisse ancora il 3 ed il 7 Aj^osto,
Quella del tre mi dice d'aver ricevuto letture da Malta che gli annun-
ziano d'essere il mio partito in aumento per modo che più di venti
speronare s'offrono di partire insieme per Trieste da Malta dopo la
presa della piazza per ricevere i miei ordini.
Nell'altra del 17 si legge « Siccome da una collina ove si segnala
l'avvicinarsi dei battelli alla costa fu veduta il 3 1 Luglio la flotta
Danese, la cui bandiera di poco differisce da quella dell'Ordine, il
popolo corse a S. Paolo al grido di Viva S. Giovanni e dicendo di non
voler essere per la seconda volta ingannato, come il fu all'arrivo del
Neveu. Si diede quasi quasi alla disperazione quando si avvide dei-
Terrore, cioè che lo standardo era il Danese. » Questi estratti rice-
vono la loro conferma da un messaggio del 24 Agosto firmato da
distinte persone, i cui ultimi versi suonano : « appare da lettera dei
17 Luglio del Cav. de Dieme da Messina che tutto il popolo procla-
ma l'Ordine e Hompesch, e che perciò hanno essi formato una depu-
tazione di quattro titolati maltesi delle primarie famiglie a fin di por-
tarsi da V. E. per rinnovare il giuramento di fedeltà e • ricondurre
l'Ordine a Malta ».
Mi si scrive da Catania in data dei 22 Agosto che da due giorni
è arrivato in 27 ore un Maltese, stato già inviato al Gozo in occa-
sione della festa dell'Assunzione dal Ball de Barres dimorante a Civita
Vecchia a fin d'esplorare la volontà di quegli abitanti, e li trovò ben
disposti per l'Ordine e Hompesch. Un buon numero porta la fascia
del costume nazionale dai colori dell'insegna dell'Ordine per poter
servirsene di bandiera al momento opportuno, ed i malintenzionati in
esiguo numero sono capitanati dai Fratelli Baroni Fournier — i quali
in seguito sono morti, ed il di cui padre era stato uno dei Capi della
rivolta contro l'Ordine a Malta nel 1775. Il Bali de Bar inviò lo stesso
Maltese a darmene informazione siccome non possonsi conveniente-
mente far sortire lettere da Malta, (i) Nel frattempo quasi tutti i
Maltesi che erano a Trieste presso di me sono partiti immediata-
mente per Messina, dove arrivati alla fin di Luglio, proseguirono per
Malta. Non vi esprimo che sensazione m'ha prodotto quello che
questi Maltesi m'hanno detto, ma vi do un riassunto di altra lettera
del Dalmas del 7 Decembre u. s. La morte del Ball Neveu, dice
(i) Tale informazione gli vien data da Emmanaele Nani, (Mss.
418. Bibl. p. 239) Catania 22 Agosto : « Mio cognato Paolo Trapani
fabricante di ciccolatc a V. E. è arrivato ier l'altro da Malta in 27
ore » e ripete quanto qui riporta il Hompesch,
~ B61 —
questa lettera, è stata di grande dolore a tutta la Campagna di Malta,
la quale attesta la sua afTezione per l'Ordine e per me ed è tutta col-
lera contro il menzionato Parnis, che essa considera come la causa di
questa morte nel non averlo accolto e neiraverlo inyece scacciato.
NeirOttobre parti da Messina j>er Malta un Maltese il quale in com-
pagnia di un'altro aveva ottenuto la firme di tutti i parroci del Gozo,
delle persone rispettabili e di 4000 Gozitani ; mentre nella campagna
di Malta hanno ugualmente firmato tutti i deputati del Governo prov-
visorio, tutti i canonici della Cattedrale e più di 5000 persone tra cui
alcuno che ci era per Taddietro contrario : e ciò come un espressione
dei voli della nazione di rivedermi. Prima però d'essere queste sotto-
scrizioni inviate a me, delle spie le hanno sorprese in mano d'un
prete, che messo in prigione, fu esiliato da Malta ; ma il pc^olo gli
fece coraggio ed apertamente si manifestò desideroso di riavere l'Or-
dine ed il suo legittimo principe Ferdinando Hompesch. Il tutto
vien confermato da persone degne di fede...
Non mi resta che p>arlarvi della lettera del ball de Barres dei 13
Decembre 1799 da Malta. Questo buon ball, le cui infermità gli
impedirono di partire da Malta, mi scrive che si trovò nella campagna
al momento dell'insurrezione popolare con minaccia d'essere fucilato
dai giacobini maltesi ; e le persecuzioni fattegli procurarongli una
malattia colla perdita d'un occhio. Egli si protesta d'aver molte cose
a raccontare sull'infedeltà di Maltesi di cappello perchè quei che por-
tano solo la berretta non desiderano che l'Ordine ed il suo capo...
Ecco, Signor Cavaliere, ciò che può aver rapporto colla missione di
quei tre signori.
Quello che mi dite di S. E. il Barone di Thugut è un altra
prova dei sentimenti a mio riguardo e dell'amicizia di questo ministro
di Stato, di cui ho ragione a non dubitare come non cesso di ripe-
tervi. Voi non ignorate ancora. Signor Cavaliere, la mia devozione
di vecchia data verso l'Augusta Casa d'Austria ed a tutto ciò che
riguarda il servizio di S. M. l'Imperatore e Re, e d'aver io riposto la
mia intera fiducia nella sua magnanimità e sua alta protezione.
La conoscenza dei vostri sentimenti, caro Cavaliere, la vostra
moderazione e discrezione mi hanno fatto scendere a questi dettagli,
e mi prolungherei in essi se non fosse già troppo per una lettera ;
solo terminerò significandovi in poche ma veraci parole la mia situa-
zione : Da qui a pochi giorni io non avrò più con che vivere.
Nel rinnovarvi i miei sentimenti e la mia riconoscenza sono, Sig.
Cavaliere. Gortschach li 11 Febraio 1800. Vostro Obbmo. e Affmo.
Hompesch.
(Mss. 418 pag,J72 e coniinuaz. Mss, 419 pag, 24 R. Bibl),
46
— 3($2 —
XXI.
Documento jo,
I.— S. R. M.
Con Regal Disj)accio de' i6 del corrente Aprile ci prescrisse V.
M. di anticipare dal fondo de' sequestri al Cav. d'Italinski Ministro
Plenipotenziario di S. M. l'Imperatore di tutte le Russie ottomila
onze per la rata corrente del terzo delle spese, che debbonsi erogare
\\v\ mantenimento degli abitanti dell'Isola di Malta. Indi con altro
Regal Dispaccio d(*' 23 dello stesso mese ci manifestò che il suddetto
Cav. d'Italinsky le aveva fatto sentire d'essere espediente, che le indi-
cate ottomila once si consegnassero a Lord Nelson ad effetto di
rimetterle al Comandante Ball in Malta per l'oggetto accennato, e ci
comandò di far subito sbancare la detta somma dal deposito rego-
lare de' sequestri, e di farla sollecitamente consegnare al riferito Lord
Nelson.
Pronti esecutori de* cenni di V. M. noi curammo nello stesso
giorno di far eseguire il disbanco, e il pagamento ordinato e le dette
otto mila once estratte dal deposito regolare de' sequestri furono con-
segnate dal nostro Razionale I). (Giuseppe Merlo, e spedite a Lord
Nelson dal quale sotto lo stesso giorno ne fu fatta apoca publica.
Rassegniamo oggi tutto ciò alla M. V. per la dovuta Sovrana intel-
ligenza.
Iddio conservi la M. V., e tutta la Regal Famiglia a lunghissimi
e felicissimi anni. Di V. R. M. Palermo il di 24 Aprile 1800.
Umilissimi e Fedelissimi Vassalli
I Ministri Delegati all'Ammne. de' beni sequestrati.
Tommaso Natale.
Donato Tammaso.
{Arch, di Staio di Palermo, R. Segr, Filza 1233).
II. — Eccellenza,
Feci presente al mio Sovrano per mezzo deirillre. Maestro Por-
tulano del Regno mio immediato superiore le querele di quei Maltesi
estrattori di poca quantità di frumenti, che andavano soggetti a paga-
re gl'istessi diritti che si pagano nelle estrazioni di salme mille e più.
Di risposta mi viene ordinato di sospendere da una mano l'esazione
da tutti li estratori Maltesi garantiti dalla Bandiera Inglese della
tratta nominata il due per cento, cioè a dire il diritto di salme due
frumento ogni salme cento che si estraggono ; e dall'altra mano
restituire queste esatte da Pne. Agostino Bellia dell'Isola di Malta per
— 363 —
la- fatta estrazione di salme cinquanta frumenti, da Pne. Giovanni
Camilleri di Malta nella fatta estrazione di salme 12 frumento, e da
Pne. Giuseppe Merdeca pella fatta estrazione di salme 20: frumento;
dritto che appartiene alla Regia Corte, e che il Sovrano rilascia alli
estrattori Maltesi. Riconoscendo io TE. V. per Superiore dell'Isolani
Maltesi mi credo nel dovere parteciparglielo, all'oggetto di benignarsi
far sapere questa sovrana risoluzione alli suddetti tre esattori per
ritirare il dritto sudetto di tratta esatto, o venendo essi medesimi, o
commissionando persone con di loro autentico atto di procura ad
esìgere. Che è quanto mi conviene in adempimento del mio dovere.
Mentre con ogni rispetto assequiandola divotamente nei raffermo.
Di V. S. Noto 21 Marzo 1799. Devmo. Obbmo. Servitore.
CoRRADiNo PiRAjxo Vice portulano.
S. E. Sig. D. Alks. Bali-.
Comtc. della Scjuadra Inglese in Malta
Porto di S. l»aolo. (Dal Voi, Blocco in Caiilc)
XXII.
L'opposizione alla Lingua Maltese dell'Ordine
suscitata dai Cavalieri dopo i Preliminari d'Amiens
(Traduzione dalV inglese trasmesso dal ambasciatore di S, M.
Br itati, presso la Corte Russa. A/ss, J^J ^- Biól. di A/alta).
Documento 7/.
Riflessioni su quanto riguarda l'Ordine di Malta nel Trattato
d'Amiens.
Se gli articoli del Trattato d'Aiiiieiis relativi a Malta non soffro-
no alterazione : se i Maltesi stanno |)er avere una lingua ed essere
riconosciuti cavalieri senza le prove di nobiltà, l'Ordine ha da essere
considerato per abolito od almeno democratizzato. Al certo nessun
cavaliere di altra lingua, che non abbia adottato i principi d*ugua-
lianza vorrà resiedere a Malta per vedersi uguale ed anche inferiore
ad un Maltese che forse prima gli era stato valletto. Questa
misura favorirebbe la politica del Governo Francese, il quale verrebbe
con ciò a godere una maggior influenza delle altre lingue riunite. La
sola lingua Maltese sorretta da un 5000 persone, che in tempo di
elezioni magistrali si riversassero in Valletta, e diretta dall'influ-
— 364 —
ehza francese, che non si lascierà mai mancare nell'isola, farebbe
preponderare a favor del candidato Francese l'elezione del Gran
Maestro già propugnata dalle tre voci delle lingue francesi; mentre poi
nelle altre cose di rilievo e d'interesse le altre lingue non avrebbero
alcun valore se non quando ed in quanto sarebbero all'unisono colla
lingua di Malta.
Con un tratto di penna nell'articolo X del paragrafo III vicn
tolta Tunica risorsa finanziaria rimasta al Gran Maestro per sostenere
miserabilmente la dignità magistrale e la sua casa. Lo si priva dei
cespiti derivanti dalla proprietà immobiliare e dalle entrate doganali,
ma allora che cosa gli rimane per mantenere il prestigio della posizio-
ne ? Nulla in verità. Chi accetterebbe in tali condizioni il Magistero ?
Nessuno fuorché un Maltese. Questo articolo darebbe così a Maltesi
in una cogli altri privilegi e le dignità deirOrdine, il controllo supre-
mo della giudicatura, dell'amministrazione civile e giuridica dell'Isola.
Cosa rimarrebbe ai Cavalieri delle altre lingue che realmente formano
la sovranità dell'Ordine ? Nulla. Questo solo articolo priva i veri
cavalieri della loro dovuta influenza e preponderanza — di cui non
possono abusare a causa dei particolari interessi delle differenti
nazionalità costituenti la Sovranità — rende la corporazione demo-
cratica del tutto dandola ai soli Maltesi. Qual sarà la conseguenza ?
Il passato e ciò a cui quotidianamente assistiamo insegni. Cosichè il
concedere a Maltesi un Priorato e permettere loro di divenir membri
della sovranità mentre sembra di essere un atto di giustizia a lor
riguardo esso apporterebbe uno schisma per la sua influenza, e perciò
ivi è abbozzata una concessione rivoluzionaria che creandola la
distrugge. Mosse dalle più pressanti ragioni onde evitar pericoli e
disturbi al Governo dell'Ordine hanno gli statuti (riconosciuti da
legislatori di essere perfetti) provveduto che nessun Maltese, ricevuto
generalmente nella classe dei cappellani conventuali abbia voto
nell'elezione del Gran Maestro.
Un conventuale estero nato a Malta era privo del voto. L'Ordine
dei Cavalieri a tenor degli Statuti mai ammetteva per suo membro
un individuo di qualsiasi nazione (per quanto forsero buone le sue
prove di nobiltà) se questi fosse casualmente nato a Malta. Tale
misura era tanto sapiente quanto ispirata al sistema politico del go-
verno dell'Ordine, e al carattere degli abitanti, alle circostanze
locali e sopratutto alla passata esperienza (?!!) Se noi non possiamo
ricusare di ammettere questo priorato, che sarebbe sempre di pericolo
al Governo dell'Ordine non potrebbe eludersi coll'incorporarlo alla
Lingua d'Italia, soggetto alle stesse leggi, e richiedere precipuamente
che abbiano le rendite in terre e capitali fuori dell'Isole costituenti lo
stesso, e che come altri Priorati abbiano commende pei loro cavalieri
— 306 —
senza toccare in alcun modo le rendite territorali di proprietà
dell'Ordine per sostenere la dignità magistrale. I Maltesi esenti da
ogni tassa sono stati arricchiti dalle grandi spese dell'Ordine fatte per
la fabbrica e pel mantenimento delle opere di difesa dell'isola, per
cui i Maltesi hanno mai nulla contribuito (i).
II commercio francese di Levante avvantaggierebbe gli abitanti.
Ne seguirebbe che questo Priorato Maltese darebbe inevitabilmente
un Gran Maestro, quello cioè che il Presidente della Republica vor-
rebbe e se vuoi anche imporrebbe col suo partito. L'invasione Fran-
cese di Malta sarebbe allora un fatto.
E' da ricordarsi che quei deputati, i quali come si è insinuato,
vanno a Londra (2) per ottenere la formazione di una Lingua
Maltese sono quei medesimi arcitraditori e gente ricchissima in Malta.
Costoro desiderosi d'introdurre l'uguaglianza si s(mio messi d'accordo
con alcuni cavalieri lor amici per dar l'Ordine a giacobini. E' ugual-
mente noto che l'armata Francese era venuta nell'isola colla loro
assistenza ed essa attesta i loro tradimenti.... Se il popolo insorse;
se i Maltesi hanno fatto grandi sforzi per cacciare gli usur-
patori ; se in tal circostanza si son mostrati di una fedeltà e bravura
degne dì encomio, è nell'interesse del Governo di stabilirla. Ma pos-
slam concludere che sempre sarà cosi ? O che divenuti membri della
Sovranità dell'Ordine non si troverà il mezzo di farli deviare ? Chi
può sostenere il contrario quando tal lingua ò connessa talmente ad
una Republica che si elevò col sangue ed a mezzi di devastazioni,
sconvolgendo il buon ordine e le leggi di proprietà ? In queste circo-
stanze potremo ricusare al Popolo quei riguardi e i premi che tanto
meritano !
(i) E' troppo interessata questa assersione contradetta dalla Sto-
ria. Vedansi le tasse per le fortificazioni, le nonfische di beni, i feudi
dei Maltesi appropriatisi per questo scopo, l'opera gratuita e talora
forzata dei nativi per fabbricarle etc.
(2) Poveri deputati, bersagliati dai membri russofili dell'Ordine e
dallo stesso Hompesch. « 1 Maltesi che si sono portati a Londra non
sono quello che si qualificano. Essi sono sei : il Marchese Testafer-
rata, un certo Castagna mercante di cotone, un tal Cachia del
Zcitun Perito Agr., un tal Mallia del Gozo oberato di debiti,
e due preti, l'uno Mallia, maestro di scuola d'a. b. e, e l'altro ex
capuccino di nome Ricaud. Il loro viaggio a Londra è l'effetto di un
intrigo. » Lettera di Hompesch da Porto di Fermo 6 ap. 1802 al
Barone Cav. Mayer. {Mss, 419. R, Dibl.) II Hompesch era patrocinato
presso i plenipotenziari ad Amiens dal proprio nipote tenente generale
Barone Carlo di Hompesch.
— 866 —
La Condotta dei loro capi, i Conte Teuma, Marchese De Pire,
Conte Manduca, Comm. Attard e particolarmente Dalmas che nel
Luglio 1799 fu mandato a Napoli dal Ministro Russo a Malta per
sollevarvi un'insurrezione, come fece, non sono ugualmente meri-
tevoli di lodi e di premi ? Non potremmo ottenere dalle corti inte-
ressate nel ristabilimento dell'Ordine un compenso di un idenità per
le perdite sofferte da questo popolo ; e procurare dal Gran Maestro
grandi croci d'onore, pensioni sulle commende ed i primi posti di fidu-
cia nell'Isola a loro che si sono così bene difesi colla loro energia e coi
loro principi ! ! Ma se vogliamo salvare la Sovranità e l'indipendenza
dell'Ordine nulla dovrebbe immutarsi dello stabilito negli Statuti (r).
L'unico modo d'evitare i pericoli minacciati nel Governo si è di
lasciare i nativi nei lucrosi uffici che finora hanno goduto dei Tribu-
nali dell'Ordine e della Milizia ma sotto la sorveglianza e la direzione
dei Cavalieri, cercando per quanto e possibile il ritorno dell'Ordine al
pristino suo stato.
Piano (di Hompesch f) sottomesso per via di Pietroburgo.
(Traduzione dal Francese) — A ^n di terminare a soddisfazione di
tutte le potenze l'affare di Malta fa d'uopo ridurre a tre punti le spie-
gazioni dai darsi — I. Elezione del Gran Maestro, 2. La lingua Maltese,
3. La conservazione dei 4 priorati di Spagna.
Quanto alla prima si stimi valida quella da proclamarsi dal Papa.
Riassumiamo la seconda— L'intenzione delle potenze stipulanti ad
Amiens fu di procurare agli abitanti di Malta dei vantaggi ragione-
voli che non presentino inconvenienti sia alla sicurezza dell'Isola
sia al mantenimento dell'Ordine. Non fa bisogno di dimostrare
quanto il Governo dei Gran Maestri fosse sempre benevole e paterno.
Basterà ricordare che non esistette a Malta mai alcuna imposizione
(i) Si propugnano questi principi da coloro che sollecitarono,
riconobbero e proclamarono reiezione di un Gran Maestro eterodosso,
e ciò in vivenza del Hompesch che non aveva puranco abdicato. Ma
Paolo I li ripagò innalzando alla dignità di commendatore dell'Ordi-
ne il Ball, che non era affatto nobile di nascita, mentre fu uno dei
principali promotori e causa non ultima dell' impedito ritorno
dell'Ordine in queste Isole. « C'est avcc plaisir que j'accorde a votre
démand la Croix de Commandeur au Capitaine Ball. » Paolo I a
Nelson 21 Dccembre 1799. Come avevan fatto già i Francesi appena
presa l'Isola, il Ball più tardi esigeva perfino dal Mattei, Vescovo di
Malta la promessa di non indossare alcun insegna o la croce dell'Or-
dine di Malta.
— 867 —
tfìssa sotto qualunque dominazione essa fosse. L'animo del publico è a
tavor dell'Ordine di S. Giovanni ; la maggior e sana parte degrabi-
tanti chiama i cavalieri, e le doglianze provengono da un piccolo nu-
mero di spiriti inquieti, animati e fomentati dai preti specialmente dal
Vescovo di Malta Vincenzo Labini il quale in tutte le circostanze si è
mostrato nemico dell'Ordine e della concordia. La doglianza princi-
pale dei Maltesi è causata dalla legge che li esclude dal seno del-
l'Ordine, e dopoché le potenze contrattanti ad Amiens se ne sono
interessate è giusto di soddisfarli su questo punto, ma con una saggia
riserva per non compromettere la sovranità e l'indipendenza. Non vi
sono in Malta gli elementi necessari per formare una lingua, non vi
ò alcun modo di rechitarla t* di sostenerla. Si potrebbe dunque nel-
Tammettere i Maltesi nell'Ordine dar loro non una Lingua^ ma un
Priorato da essere annesso alla lingua d'Italia e che partecipi alle
dignitcì di questa. Questa misura sarebbe conforme al trattato di
Amiens. Ma per non snaturare l'Ordine, per mantenere lo spirito di
sua istituzione è necessario stabilire che le famiglie nobili di Malta
siano le sole da ammettersi nella classe dei cavalieri, e gli altri nativi
nella classe dei cappellani conventuali e fra serventi colle commende
ed impieghi riservati ai medesimi. K' da notarsi che i frati conven-
tuali sono in possesso delle posizioni di Vescovo di Malta e di Prior
della chiesa di S. Giovanni, prelature che li rendono gran croci nati
e lor danno posto nel Sovrano consiglio.
Peraltro i Maltesi occuperanno non solamente per metà tutte le
situazioni municipali e della magistratura, ma avranno diritto di for-
mare Finterò corpo dei tribunali del sovrano dominio. L'unico privi-
legio da riservarsi all'Ordine è di dare a tali tribunali un cavaliere
])er presidente a scelta e nomina del Gran Maestro. Come vedesi que-
sto è accordare ai Maltesi dei grandi vantaggi, di cui dovrebbero
esser contenti.
Non fa mestieri assicurare che la creazione di una lingua senza
prove di nobiltà è impossibile e sovversiva in un*associazione com-
posta dalla nobiltà degli stati cattolici. I Sovrani d'Europa che hanno
nei loro stati l'Ordine non permetterebbero questa pericolosa amal-
gamazione, e i loro nobili sudditi non vi si sottometterebbero. Già
s'assicura che nessun dignitario vorrà arrischiarsi agli insulti ai quali
sarebbe esposto per parte dei nuovi cavalieri Maltesi presi ad azzardo
come i marinai — e che nessuno vorrà o potrà accettare il Magistero
ad un tal prezzo.
Una interpretazione chiara e precisa quale quella che viene qui
indicata contenterà gl'interessi delle Potenze e dei Maltesi, e faciliterà
infinitamente l'accordo generale sulle disposizioni necessarie al ritorno
— 868 —
dell'Ordine a Malta, che sembra indispensabile per assicurare la
quiete generale.
Il terzo articolo sulla conservazione dei priorati spagnuoli non
presenta difficoltà.... {Mss. 6i6 BibL p, /p).
Sir A, J, Ball (i) vuole la creazione della Lingua Maltese,
(Traduzione) A Lord Horbart — 7 Febraio 1803.
My Lord,
Sir J. Warren l'ambasciatore presso la Corte di Pietroburgo mi
ha comunicato un progetto relativo a quest'Isola suggerito dal Gabi-
netto Russo. Se come conoscitore dei sentimenti dei Maltesi mi è
permesso di esprimere la mia opinione, non esito ad affermare che
l'adorazione di un tal piano distruggerebbe effettivamente l'indipen-
denza di Malta. Perchè V. S. possa formarsi un giudizio mi permetto
di dare un'idea della condizione politica dell'Isola. I Maltesi possonsi
ora classificare in due partiti. Il primo molto numeroso consiste di
(i) Del Ball la biografìa nel « Dìctionary of National Biogra-
phy » edita da L. Stephen, Londra 1885 e compilata dalle carte uffi-
ciali dell'Archivio di Stato inglese ci informa « His affectionate care
of the Maltese was considered by many of the Engllsh settlcrs and
place seekers impolitic and unjust, but he maiìitained ihroughout
that we had won the island largely by the aid of the Maltese^ and
that we held it by their free-willy as felloiv-subjects and fello7vcitizens.*
E' un fatto che .se egli ebbe dei «torti non può negarsi che avesse dei
grandi pregi. Se parlò quando credette veder mancanza di coraggio
nei Maltesi, non si ristette a 23 Febraio 1799 di scrivere al Nelson
« Sono contentissimo di osservare che i Maltesi si sono riavuti dal
lor panico, ed ora evincono grande intrepidezza e fortezza >; E poco
prima a 14 Febraio in una nota ufficiale al Governo della madre
patria confessava. « I Maltesi non cesserebbero di usare tutti gli
sforzi di cui un bravo popolo è capace per ricuperare la loro Isola.
Eglino si posero da se stessi sotto la protezione di S. M, Britannica. >
Pel conseguimento di uno scopo politico egli ha saputo destra-
mente adattare le misure alle circostanze : affettando premura a
garantire gli interessi privati dei cittadini soppiantava i publici diritti
ed occupava destramente gl'animi con misure il cui vantaggio era
transitorio e puramente individuale. Egli sapeva che il diritto princi-
pale degli abitanti si è di partecipare al proprio governo e che l'acqui-
stata libertà ed indipendenza intitolavano i Maltesi per diritto delle
genti al benefico di una costituzione, e questo egli riconosceva nella
Assemblea e Congresso che governava il paese nei difficili giorni del
pericolo. Epperò l'inglese antiveggenza, dopo servitasi della forza
— 809 -
quelli che sono favorevoli al Governo Britannico stante la convin-
zione che sotto di esso possono sperare la pace e la prosperità della
Isola. Il secondo può chiamarsi partito Francese. In questo vanno
compresi la maggioranza degli amici dell'Ordine perchè disperano
ornai del suo ritorno o perchè s'accorgono che dallo stato di suo
sfacelo poco possono sperare ; a questo possonsi aggiungere tutti
di questo corpo rappresentativo, tracciava da quel momento il piano
d'una futura amministrazione fra noi, e colui che la rappresentava
era costretto dividersi tra il sistema che gli commetteva una funzione
e gl'interessi dei governati compatibili coi principi di tale sistema. Si
sapeva allora che Timpugnabilità vera e reale di Malta dovevasi alla
benevolenza ed all'attaccamento degli abitanti e perciò nulla si
ometteva, compatibile collo scopo finale del jKìssesso dell'Isola per
accattivarsi le masse. Appena perciò insediatesi in Valletta le truppe
Britanniche, il Generale Pigot emana tra gli stampati Ordini Perma-
?ienii f Standi?tg /^u/es) per la, Gusirnìgìone di Valletta al «No. 20
Ali Guards are to turn out, and pay the honours due to their rank to
General Officers as often as they pass them. No. 2 1 J-/is Eminence,
the Bisìiop of Malia y is to receive front ali guards ^ the honours due to
a Brigadier General, No. 22 To Captain Ball, Head of the Maltese,
ali guards are to turn outswith shouldered arms once a-day. No. 34
AU Religious ceremonies are to be treated with due respect, ali
guards are to turn out to the Host as often as il fiasses with should-
ered arms, non-commissioned officers .and soldiers off duty passing
by are to stand fast and put their hands to their hats.... John Dal-
r>'mple A. A. G. » In altri simili ordini dei 14 Giugno 1803 si legge
« S I^ sortiranno tutte le guardie per il Vescovo di Malta e gli
faranno gli onori di un Brigadiere generale. § X... I rilievi non
avranno riguardo di alcun ufficiale : ma in Paesi Cattolici Romani
devono far alto e portar le armi quando passa la Sagra Ostia. I capo-
rali andando coi Rilievi devono avere la bajonetta in canna. Per ordine
del Tenente Generale Villettes » (Dalla traduzione ufficiale publicata
nel 1806). Né poteva seguirsi altra politica quando il comandante in
capo delle truppe del Mediterraneo Sir R. Abercromhy proclamava a
9 Decembre 1800, indirizzandosi al Segretario di Stato Dundas: « An
invading enemy can only approach the island on two points — in the
Bay of St. Paul's and its neighbourhood and in the Bay of Marsa
Scirocco. Whilst the existing batteries are kept in repair it will be
next to impossible for any ship to come to an anchor in cither of
ihese Bays, but the great strength of the Island must be
CONSIDERED TO CONSIST IN THE ATTACHMENT OF THE INHABITANTS
and the difficulty of the country — every field of two or thrce acres
47
— 870 —
fr]ì inetti e scontenti della popolazione, che hanno nulla da perdere e
tutto da guadag^nare da un cambiamento di governo. Lo spirito di
partito, come è naturale a supporsi, è molto forte. I sentimenti di
ognuno sono noti ed i partiggiani degli Inglesi, incoraggiti dai passi
presi di recente nella speranza della nostra ritenzione dell* Isola hanno
publicamente esultato. Perciò neirevento del nostro abbandono dell' I-
being enclosed with high stone walls. The inhabitans are a brave,
ACTIVE RACE and if they can once be firmily attached to the Govern-
ment under which they He it will be extremely difficult to wrest Malta
from its possession... » fOn'j^ùia/e tra i documenti nel Public Record
Office di Ij)ndra — Colonial Office Correspondence, Malta), Muore il
Ball a Malta a 20 Ottobre 1809. Si additi la sua tomba, riproduzione
del monumento a Teseo in Atene, per quella di un uomo perspicace
ed attivo che seppe valersi delle maniere semplici e della buona fede
di Caruana, Vitale e consorti, studiandosi di terminare a precipuo
profitto e gloria della Gran Brettagna un'impresa che i Maltesi atten-
tarono senza pure curare se fosse plausibile la riuscita. Fino al 1789
l'Inghilterra non aveva neppure un console residente in Malta ; il suo
agente dipendeva dal Console Generale della Sicilia. Fu il G. Maestro
Rohan che domandava al Duca di Lecds ministro degli Affari Esteri
inglese per lettere dei 20 Maggio 1798 perchè a cautela degl'inte-
ressi della sua nazione nominasse in quest'Isola un console indipen-
dente dalla Sicilia, e vi raccomandava il Signor Guglielmo Englaiui
allora allogiato nel Palazzo Magistrale. Leggasi la risposta in data
dei 16 Ottobre 1789 — « Monseigneur — Je n'ai pas manquii de
mcttre sous les yeux du Roi la lettre que Votre Eminence m'a fait
l'honneur de m'ecrire au sujet de la Nomination d'un Consul pfltan*
nique, qui devoit rèsider à Malte, dans la quelle Elle a bien youlu
s'interesser en faveur de Monsieur England, a fin que ce Monsieur
fCit nommé à cet Emploì. J'al la satisfaction d'informer Votre Emi-
nence que sa Majesté a bien voulu agréer la nomination de Mqnsieur
England, en conséquence de la part que Votre Eminence a daigné
prendre en sa faveur, et que sa nomination lui est deja expedjéc. J'ai
l'honneur d'ètre avec le plus grand respect &c. (Sd.) Leeds. »
L* England fu quegli che procurò l'ingaggio di 482 marinai in
servizio dell'Ammiraglio Lord Hood per l'assedio di Tolone — e pel
qual fatto all'entrata dei Francesi in Malta egli fu carcerato per 12
giorni e poi esiliato in Sicilia, la sua famiglia fu ritenuta in ostaggio :
La sua casa fu saccheggiata e distrutta. A 17 Decembre 1800 Ball
lo nomina doganiere in una col Signor L. Briffa. (Dal memoriale
presentato al Governo 20 Gennaio 1825 ; o^i^i presso il Ma^qisirato
Parnis),
— 371 —
sola sotto altre condizioni da quelle firmate nel Trattato — le uniche
conciliabili colla partenza nostra — costoro si troverebbero nella brutta
alternativa di vedersi abbandonati da coloro a cui ricorsero per prote-
zione e nella disperazione dovranno implorare la misericordia della
parte opposta, dal cui rancore hanno tutto da temere; oppure dovran-
no spargere il sangue in una inutile opposizione. Dico inutile perchè
sono convinto che non solo il principe di Pantelleria ma la maggio-
ranza degli ufficiali Napoletani sono troppo ben disposti a favorire gli
interessi della Francia per non prestare il loro aiuto. L'attaccamento
del Vescovo |jei Francesi favorirebbe parimente i loro interessi, per-
chè sebbene egli sia ora impopolare tra Maltesi per la sua opposi-
zione a questo Governo, è certo che nel caso dell'evacuazione inglese
egli riotterrà la sua grande influenza.
Mi prendo ora la libertà colla massima deferenza di sottomettere
a V. S. poche riflessioni sull'importanza politica che ha quest'Isola
per la Gran Brettagna.
L'ansietà estrema mostrata dai Francesi e di cui quotidiana-
mente sono testimonio, di torre agl'Inglesi questa posizione non
lascia a me dubbio che il loro scopo sia ben differente che non il puro
adempimento del Trattato Definitivo. Da una nazione che occupi o
controlli tutti i porti nel Mediterraneo Malta è ambita, perchè toglie
da queste parti Tunica potenza che può ostacolare i suoi piani sull'E-
gitto ed il Levante. Finché gl'Inglesi rimangono qui gli Stati di
Barberia e specialmente Tunisi e Tripoli osserveranno la neutralità e
fin a tanto che rimarranno sicuri del nostro appoggio saranno disposti
a cooperare con noi nel frustrare le vedute di ingrandimento della
Francia stante la lor naturale gelosia ed odio per essa. In un'altra
guerra il possedere Malta deve essere d'importanza grande per l'In-
ghilterra perchè per essa potremo accelerare le nostre operazioni ed
avere influenza in ({uesta parte del mondo. Nelle precedenti guerre la
nostra influenza continentale assicurò la neutralità degli Stati Italiani,
ai cui porti le nostre flotte poterono ricorrere per le provvigioni ed i
ripari ; da quelli ora saremo esclusi. Il sito scoperto al nord della
Sardegna oflre buon ancoraggio e riparo per una flotta, e per una
squadra d'osservazione quella stazione sarebbe particolarmente eligi-
bile ; ma siccome le navi non vi si possono avvicinare senza passare
nel perimetro del canone della punta di Sardegna, i Francesi o se la
prenderebbero o la renderebbero non approdatile a noi a mezzo della
loro influenza col Viceré. Non annoierò V. S. con dettagli dei van-
taggi commerciali da derivarsi col possesso di quest'isola. Basta dire
che permetterebbe alla Gran Brettagna non solo di estendere il suo
traffico nel Levante, ma restringerebbe quello della P^rancia già dive-
nuto considerevole...
— 372 —
XXIII.
L'innalzamento dello Stendardo Napoletano.
Documento 72.
Copia della lettera scritta al Governo di Città Vecchia li 8
Settembre 1798.
« Illmi. Signori — Essendo stato o<ygi da S. E. il Comte. Ball
per parlargli dell'inalboramcnto dello Stendardo Napolitano, mi inca-
ricò di dirvi a suo nome, che gli mandaste domani una lettera del
tenore della qui acchiusa equivalente sottoscritta da voi altrf e da me
per mandarla al Re di Napoli. Questo Stendardo già come si inal-
bora provvisoriamente per questo riflesso solamente, non può pregiu-
dicarci in nessuna maniera come egli m'assicura. E perciò inalbe-
randosi non si deve sparare, né fare nessun segno. La lettera per
soddisfarlo la farete fare in PVancese. Io già ho spedito avviso cir-
colare per i Capi di Battaglioni per non restar sorpresi della novità.
Provvedete intanto i due Posti di tali stendardi avvisandoli di non
sparare nell'atto delFinalboramento di tale stendardo e sorto sempre,
Vostro affmo. servo
Canco. Caruana (i).
(i) Nella nostra ignoranza del luogo di conservazione del verbale
delle sedute ^^\ assemblea riportiamo quel che scrive il Vassallo
Storia di Malta ed. 1890 p. 646 « il Can. Caruana fece osservare nella
assemblea che l'antico stendardo di Malta non era in allora più d'un
emblema che ricordava una dominazione cessata da secoli, non era
che una reminiscenza storica, mentre lo stato delle cose richiedeva
l'aiuto e gli auspici di una potenza in vigore : che per ragioni di alto
dominio e per ottenere presto munizioni si da guerra che da bocca
era nella convenienza, nell'interesse anzi de* Maltesi di mettersi sotto
la protezione del sovrano della Sicilia, proclamare per loro signore
Ferdinando IV di Napoli, in istretta alleanza con tutte le potenze
nemiche della Francia.... La proposta fu lodata. » Non si meravigli
il lettore di trovar qualche variante in questi ed altri documenti, con
cui ebbe attinenza il Caruana, da quelli riprodotti in questi giorni da
una monografia sul medesimo, perchè in quella lo scrittore non ha
fatto che prender di peso tali produzioni da altra recente pubi icazione
senza prendersi la pena del confronto alle fonti od almeno accennare
la vera sorgente donde sono stati tolti.
— 37B —
Eccellenza — Temendo che qui venga qualche squadra di Potenza
che potrà forse desiderare il godimento di quest'Isola di Malta e non
trovandole inalborato lo stendardo di S. M. il Re di Napoli, potreb-
bero forse farne qualche tentativo, del quale pericolerebbe e la libertà
e la remissione di S. M. neiralto Dominio, per le quali due cose espo-
niamo noi la nostra vita medesima — abbiamo pensato d'inalborarc lo
stendardo Napoletano, e così garantire ogni cosa.
Ci assicuriamo che così facendo operiamo a genio di V. E. di
cui ci diamo l'onore di soscriverci con tutto l'ossequio.
Malta dalla Notabile lì 8 Settembre 1798.
Unii, e Devmi. Servi
A terg^o Lettera del Governo a S. E. Ball su lo stendardo da
inalborarsi Dicembre 1798.
Illmo. Signor Collega — Ci siamo portati jeri sera io e miei com-
pagni a S. Paolo, e sul mare per portarci a bordo, ma non riuscì
l'impresa, perchè non raggiunsimo la nave. Gli altri restarono in S.
Paolo, ed io ritornai, e tra momenti dovrò ricalare. Intanto nella
notte mi giunse la qui annessa lettera, ed un altra dalli Zeitunini per
mandare le bandiere. Io ho stimato di mandare li due del Zeìtun
prendere una per S. Paolo, ed inalberare questa mane un altro pavi-
glione nella nostra Torre in questa Città Notabile tutte le volte che
sia di suo piacere con ordinare tale fatto, e riverendola caramente
mi dico
Domenica 4 di mattina.
Di V. S. Illma. vostro obb. servo
E. Vitale.
A tergo. Lettera al G. di Città Vecchia su lo stendardo.
(Dalle minute nel Afss. 4i Blocco» neir Archivio della Cattedrale),
XXIV.
Ball autorizzato a presiedere al CongreBso.
La dichiarata protezione Inglese
Documento yj.
Al Capitan Ball — Palermo, 28th February, 1799.
Whereas, the Deputies from the Maltese People have represent-
ed to his Excellency Sir William Hamilton, K.B. and myself, that the
distracted state of dìeir Councils, frequently render it necessary to
have some person of respectability, to preside at their meetingSy and
that you had by your address, frequently united the jarring interests-
— 374 —
of diflerent Chiefs, and it being also their wish that you should preside
at their meetings, and knoìving your conciliatory manners judgment,
activity and zeal, which renders you a fìt person to assist and preside
at their Councils, and it being also the desire of His Sicilian
MaJGstyy you are^ therefore hereby penniiiedy whenever it niay be
necessary for you to be on shore, to preside at the Maltese CouncUs,
to leave your ship in charge of the First Lieutenant, directing him
how to proceed, and you are at full liberty to be on shore, with the
Maltese army, or on board your Ship, whenever you may think it
necessary : — and His Sicilian Majestys having desired that the British
Flag should be hoisted on ali par ts of the Island of Malta ^ as well as
the Sicilian Flag, you are therefore, whenever a Flag-staff is erected
to hoist the Sicilian Colours, to erect another near it, and hoist the
English Colours thereon, in otder to viark that the Island is under
the special prò tection of His Britayinic Majesty; (i) but whenever the
(i) Ecco alcuni estratti verbali della seduta del Congresso sul
proposito: « Oggi li i6 Marzo 1799. Radunato il Congresso da
molti capi rapp. de Casali in presenza di S. £. il Comand. Ball si sono
presentati li signori Rett. Ludovico Savoye, Bne. Gaetano Four-
nier, e l'assessore Luigi Agius Deputati del Clero e Popolo Maltese
recentemente ritornati dalla Città di Palermo ad hanno dato minuto
ragguaglio di quanto hanno operato preso la Corte di S.M. il Re delle
due Sicilie... e si sono letti ad alta ed intelligibile voce li memoriali
da loro fatti e li dispacci regi spediti in seguito con i quali sono
accordate al Popolo Maltese le grazie domandate, cioè a dire il per-
messo di poter implorare la speciale pfotezione di S. M. Britannica, la
cui squadra trovasi attualmente al Blocco della Città Valletta con
inalberare nelle torri e batterie lo stendardo Inglese sin alla fine della
guerra... > « Onde ricorrono, ripete il memoriale al Sovrano, alla
paterna sollecitudine di V. Maestà perchè... voglia permettere al
Popolo Maltese di ricorrere ad una Potenza alleata alla M. V. qual è
S. M. Britannica la cui squadra tiene tuttavia bloccati li Francesi ad
effetto d^ ottenere dalla medesima la sua speciale protezione e valida
cooperazione in un affare di tanta importanza. E perchè S. M, Britt.
potesse maggiormente interessarsi, permettere a questo popolo di
poter inalborare sulle piazze e fortificazioni dell'Isola lo stendardo
Inglese in sin al fine della guerra, quanto volte ciò sarà di suo piaci*
mento... » Al che il Regio dispaccio di risposta in data dei 19 Feb.
porta «... permette ben volentieri il Re che i popoli Malte.si uniscano
i lor voti ed istanze a quelli di S. M. B. per mezzo del suo bravo
ammiraglio in questi mari... ben anche che rammiraglio Lord Nelson
giudicasse d'assumere in nome di S. M. B. per caratterizzare mag-
— 876 —
English Colours are holsted, the Sicilian Colours must also be hoisted
as the saicl Island is to be considered only as under the protection of
His Britannic Majesty, during the war. From the situition you are
now placed in, you will naturally ìncur an additional expence, but it
is not in our power to annex any salary to it but His Majesty*s Minis-
ter bere, the Right Honorable Sir Wiiiam Hamilton, K.B., as well as
myself will represent the sanie to His Majesty's Ministers in England:
you will therefore keep an account of your expences, that they may
be allowed to you. Nelson.
{Nicolas, Nelson s leiiers v. j. />, 272)
giormente la protezione che concede a quest'Isola... > Dopo questo
permesso si rivolgono al Cav. Hamilton — « Adempiti sono i voti del
p>opolo Maltese, S. M. il nostro Sovrano si è degnata gradire il ricorso
dei Rapp. del Clero e Popolo Maltese da Noi qual Deputati nel Con-
gresso dei 7 del corrente Febraio umiliato alla M. S., e condiscendere
altresi alle domande di quel popolo, come per dispaccio ministeriale
di S. E. il Signor Cav. Acton dei 19 del corrente. Quindi in disim-
pegno del nostro incarico ci facciamo un dovere di ricorrere a V. E.
come ministro Plenipotenziario di S. M. B. e supplicarla proteggere
efficacemente quell'Isola ed operare per la sua difesa ogni maggiore
e più esteso mezzo sotto l'ottima direzione di S. E. Mylord Nelson
ammiraglio delle squadre di S. M. B. quale ha colmato quell'Isola sin
adesso di tanti favori. E per caratterizzare maggiormente tale sua
protezione volesse fin alla fine della guerra unire allo stendardo di S.
M. il Re delle due Sicilie già inalberato su le fortificazioni e trincera-
menti del Popolo Maltese, anche lo stendardo di S. M. B. fido alleato
della M. S. Siciliana. Tanto ci diamo l'onore di umiliare all'È. V.
supplicandola di gradire il profondo rispetto col quale ci rassegnamo.
Di V. E. — Palermo 23 Febraio 1799. — Dev. Oblig. ed Os. Serv.
li Deputnti di Malta. — Rettore Ludovico Savoye — Barone Fournier —
Ass. Luigi Agius. — Nella nota a pag. 332 si ha il risultato di questa
domanda. Analogo ricorso di ugual data veniva pure presentata al
Nelson. (Mss, 4lBIocco> Calile, pp, 10-15 e Azzopardi^ Presa ecc. p, 129),
Rammentisi qui Tatto di ratifica dell' operato dei delegati ripor-
tato a p. 243 e l'elezione dei rappresentanti al Congresso fatta dopo
data dai capi ai deputati questa missione, l'innalzamento della bandie-
ra inglese insin dal 9 Febraio, e la scelta del presidente e direttore del
Congresso e sene misuri la portata. Che anzi invertite quasi le parti,
da ausiliare a protettore del Monarca Siculo, a 30 Maggio 1800 da
S. Antonio il Com mandante Inglese per solennizzare la festività di S.
Ferdinando, nome di S.M.S., avvertiva « di non trascurare l'inalbera-
— 376 —
Coì7te si fecero le elezioni in conferma dell'operaio del 7 Feb.ijgg,
A dì 13 del mese Febraro 2da, Indizione 1799.
Personalmente costituito in presenza di Noi Notaro e testimoni
infrascritti il signor Vincenzo Borg del fu Aloisio di Birchircara ha
esibito e presentato a me Notaro infrascritto un alberano facendomi
istanza di registrarlo e transuntarlo e ridurlo in forma publica per
atti miei, il tenor del quale è il seguente : —
« A di 13 Febraio 1799 convocato l'universo popolo a suon di
tamburro duplicatamente tanto in questo Campo tal Harhar che nel
Casale ed avisato che elegersì dovea una persona per intervenire nelli
Congressi che si terranno tra i Deputati di tutti i Casali, qnale perso-
mento dello Stendardo Napoletano sulle mura della Notabile secondo
il solito. » La Brittannica esplicita regia solenne dichiarazione ed
approvazione della chiesta protezione si può considerare publicata
pel proclama del Pigot in Febraio 1801, il quale come rappresentante
di S. M. Britannica era autorizzato di assicurare ai Maltesi : « che il
Re prendeva la nazione Maltese sotto la sua protezione etc.» Il Hard-
man nelle sue pubblicazioni dell'Aprile scorso ci presenta altri due
documenti, che voglionsi emanati e deliberati in una seduta del Con-
gresso dei Rappresentanti tenuta alla Notabile a 21 Marzo 1799,
cioè dopo risaputosi a Malta l'accordo delle tre potenze sul fatto
dell'isola a favor dei Russi e dopo che si era chiesto dai Maltesi alle
medesime di lasciare Ball a comandante unico per tutti in questo
paese. Sono due memoriali o lettere, in uno stile più inglese che ita-
liano^ con cui si fa avanzare a Maltesi di un ulteriore passo : Chie-
dono essi al Re di Sicilia perchè conceda il ttasferimento della sovra-
nità di giuste due Isole a S, Maestà Britannica ^ adducendo che senza
di ciò l'isola non può ritenersi. Nella stessa data scrivono al Nelson,
annettendo copia della predetta domanda, e dicono: Mentre soffriamo
le pene che l'estreme presenti necessità c'impongono, ci consoliamo
al riflesso che esse saranno eventualmente l'occasione di ottenere,
speriamo, S. Maestà Britannica per nostro Sovrano. (Non armonizza-
ciò troppo col progettato accordo Bali menzionato dal Cartiana Dinglif)
Preghiamo dunque V. E. qualora S. M. Siciliana acceda alla nostra
domanda che voglia colla più grande speditezza far giungere l'acclu-
sa a S. E. Lord Cren ville, informando e scongiurando S. M. B. a
volersi degnare di accettare la Sovranità di queste isole e considerarle
qual parte del Regno della Gran Brettagna. — Di tali documenti e di
tal cardinale passo non ci è riuscito trovare cenno alcuno nelle copie
dei verbali delle sedute del Congresso esaminati o negli storici e cro-
, nache del tempo, e perciò ci siamo astenuti d*usarne pel nostro argo-
— 877 —
na rappresenterà in detti Congressi il popolo intero e il detto Casale,
allora il detto Popolo cosi convocato d'unanime consenso e per accla-
mazione publica ad alta voce ha nominato e nomina per suo depu-
tato popolare al signor Vincenzo Borg figlio di Aloisio capo di detta
terra Birchircara e del campo tal Gharfrhar^ già dai capi di detto
campo eletto e confermato e dandoli tutte quelle facoltà necessarie e
popolari F)er poter venire nei Congressi suddetti, ed a futura memo-
ria il suddetto popolo ad alta voce ha ordinato a me predetto ed in-
frascritto Notaro che si faccia la presente dichiarazione e sottoscritta
da me predetto ed infrascritto Notaro, affinchè abbia forza e vigore
di publica scrittura. Onde. Ita est. — Not. Vincentius Allegretto
Meliternus. ,
Onde a futura memoria alle istanze d(4 prodetto Vincenzo Rorg
e di tutti quelli che hanno interesse è stato fatto da me suddetto
ed infrascritto Notaro il presente publico instrumento di transunto da
valere in ogni loco e tempo in Malta ed in Birchircara in presenza
delli infrascritti testimoni — Ignazio Cutajar testimonio — Giulio Debo-
no altro — Negli atti di Vincenzo Allegretto.
Il segtienie documento, pieno di notizie storiche d' interesse ^ ci
indica che la conferma del fìorg ad essere capo del Gharp^har, già
fatta il 2 Gennaio precedente, aveva pure un altro motivo. Esso è ad-
ditato dalla autobiografia di Luigi Sellati.
mento in attesa della produzione degli originali per meglio esaminar-
ne quandochesia la portata.
Questi atti dei Maltesi verso il Sovrano di Sicilia non equival-
gono, nelle circostanze loro, ad una partecipazione più o meno diplo-
matica di un fatto compiuto, cioè, della fatta spontanea volontaria
dedizione della loro terra alla Gran Brettagna, il cui vessillo già
avevano tempo prima inalberato e la cui direzione politica avevan
prescelto ed unicamente ubbidivano ? Non il suono delle parole o le
espressioni di sommissione e di desiderio da Maltesi in questo rispet-
toso documento usate; ma i fatti precursori e susseguenti in una colle •
ragioni della delicatezza verso S. M. Siciliana prescritta e suggerita
dal loro consigliere Ball che ci indicano la condizione ed animo dei
Maltesi, e permettono che si vagli il loro operato. Eppure nell'elenco
ufficiale delle Colonie Britanniche pubblicato e presentato al Par-
lamento a 2 Maggio 1905 la data ed il modo d'incorporazione
di Malta all'Impero Britannico è indicato « Conquest 1800. Ceded to
Great Britain by Treaty of Paris, 18 14 ».
4d
— 378 —
« Ero ufficiale in San Giuseppe sotto gli ordini del Caruana. Ero
visitatore per quelli che uscivano dalla Città — e sopra tutte le guardie
avanzate di giorno e di notte. Io stabili il Battaglione di Birchircara
nel Gharghar come capo dello stesso battaglione nello stesso giorno
della rivoluzione essendo venuti a prendermi da casa. Stava in Bir-
chircara colla famiglia.
Come dissi io era in Birchircara, ma veniva ogni giorno in Città
per i miei affari perchè io era assicuratore e negoziava per Spagna.
Nella mia casa in Bormola avevo lasciato tutti i miei capitali, avendo
lasciato in casa un ragazzo per guardiano. Quando furono chiuse le
porte i Francesi mi presero tutto, perchè fece la spia il ragazzo, cioè
Scudi 60000 contanti, 'Se. 15000 ori argenti.
PiCi d\nì anno prima che fossero venuti i Francesi l'Ordine di
S. G. aveva istituito una guardia cìvica. Io era uno di essi, ed era
capitano quando vennero i Francesi — ero comandante nel Ricasoli.
Da quel forte ho voluto fare fuoco sopra una fregata Francese che
era venuta sotto il tiro di cannone, ma con mia sorpresa la palla non
faceva il suo corso. Allora esaminai la polverista. e trovai che gli
scartucci o erano scarsi di polvere, o pieni di polvere di carbone. Mi
portai con due scartucci dal Gran Maestro che li esaminò innanzi al
suo Consiglio. Gli ho detto che non avevo neppure buccolica per le
mie truppe (erano 900 uomini ; cioè 300 ingenieri, e 600 civici, e
gringenieri erano comandanti da Mro. Ceilu sotto i miei ordini) allora
mi ha dato un'ordine per le officine da dove aveva bisogno di muni-
zioni, e mi providi così deiroccorrente buccolica, polvere etc. Ogni
mattina (giorni cinque) avevo a dare al Gran Maestro il rapporto.
Dopo cinque giorni ho arrestato la speronara che andava a bordo da
Bonaparte, perchè io aveva Tordine di non lasciare uscire a nessuno
dal Porto. Sulla speronara c'erano Tuditor Muscat, Bonanno, Possiel-
gue ed altri, che mi fecero vedere che avevano Tordine del Gran
Maestro e del Consiglio. Ma io dissi che senza un contrordine non
permetterei che uscissero. Intanto andai in palazzo, trovai il Gran
Maestro che piangeva, e mi è stato dato il contr'ordine dal Gran
Maestro e Consiglio per lasciar uscire la speronara e sospendere il
fuoco.
Entrati i Francesi ho dato a loro le chiavi del forte. Ma prima
i miei soldati (maltesi tutti) non vollero senz'altro cedere, vollero resi-
stere, e per finire di essi li ho lasciato far consegna sulle provviste
che avevo ; ognuno allora incominciò quello stesso giorno a pren-
dere tutto quello che poteva, m'approfittai di tale circostanza, chia-
mai 30 barche, ed a mano a mano li mandai via e così finì di essi.
Venne quindi a far ciò noto al Gran Maestro e Consiglio, e mi man-
— 3'?9 —
darono da Gravagna ch*cra Cancelliere della ferreria per farmi pagai'e
della spesa che aveva fatto per le barche, il quale mi disse che aveva
finito il denaro. Lo riferii al Gran Maestro che mi mandò dal guarda-
mancia che neppure mi pagò.
Per non avere la soggezione d'ufficiali Francesi in casa, mi
ritirai in Birchircara e quando scoppiò la rivoluzione ctc come sopra. —
In Ottobre sì fece una sortita da Forte Manuel contro Gharghar. In
quella battaglia comandava io.
Due mesi circa dopo stabilito il battaglione in Gharghar, fìraret
(Vincenzo Borg) ha dato due tari l'uno ai soldati per dire che voglio-
no a lui. I soldati fecero una specie di ammutinamento, la metà restò
per me, e la metà voleva a BrareL Ma io temendo di non essere
sicuro più, fìnsi di andare a vedere la famiglia in Birchircara, ma
passai in San Giusepp>e. Colà Caruana mi tenne al servizio, come
dissi di sopra. Vi restai 13 mesi, ma poi ammalatosi mio padre, non
andai più al Campo. » (^fss, 620 R» BibL)
XXV,
Conferimento delle medaglie dopo la guerra
Documento 7^.
F^urono conferite medaglie d'oro colla scritta Patria Liberata a
lutti i rappresentanti dei Casali in vita nel Fcbraio 1801. II modulo
dell'attestato di accompagno pare sia stato identico per tutti ed a
tutti dato lo stesso giorno. Quello del Vitale trovasi esposto al Museo
della Valletta, quel del Cachia nella Biblioteca. Abbiam vedute le
medaglie del G. Frendo di Casal Balzan, quella del Pietro Buttigieg
di Casal Zcbbug, quella del Caruana ed i ritratti del Vitale, del F.
Castagna, e del Borg colle dette medaglie appese al petto. Sappiamo
che il Prof. Pisani ne possiede due, e la fu Sigra. L. Strickland un
altra. I seguenti due attestati ne indicano altri due ix)ssessori.
Noi Alessandro Giovanni Ball Governatore dell'Isola di Malta e
Gozo — Atteso il merito di voi Saverio Zarb e zelo dimostrato nella
difesa della Patria lì 2 Settembre 1798 contro i Francesi, ed atteso il
vostro coraggio nell'esservi offerto per Rappresentante degli abitanti
di Casal Attard per formarne un Congresso ne* tempi più pericolosi
della Rivoluzione.
— 'òm —
Pertanto vi accordiamo il presente, insieme con una medaglia
d'oro, affinchè serva a voi unitamente con la vostra famiglia di una
eterna memoria, e onorevole considerazione. Dalla Segreteria di Sua
Eccellenza lì 9 Febraio 1801.
L. ^ S. Alex. J. Ball.
(Mss, 570 R, DibL p, 22)
Noi Alessandro Giovanni Ball Governatore della Isola di Malta
e Gozo.
Atteso il merito di voi Stanislao Gatt, (i) e zelo dimostrato
nella difesa della Patria li 2 Settembre del 1798 contro i Francesi ed
(i) Il seguente documento ci da del Gatt alcune notizie.
Noi infrascritti componenti il Comitato della Città Finto della
Isola di Malta, ed altri infrascritti cittadini della medesima attestiamo
con nostro giuramento qualmente il perillustre signor Stanislao Gatt
rappresentante il popolo della Città Finto, e capo del Battaglione
nell'invasione dei Francesi ha sofferto il saccheggio della sua casa,
colla perdita ed arrubamento di tutti gii ori, argenti, gioje, danaro,
robbe, biancherie, e provìsioni, che in essa aveva, e colla rovina e
distruzione dei mobili che non si potevano trasportare ; essendo
stato costretto d'abbandonarla insieme colla sua famiglia al momento
in cui ebbe notizia dello sbarco della detta armata, che era quasi già
arrivata in detto Casale. Fu obligato a ritirarsi nella Città Valletta,
per mettere in salvo la persona sua, e dei suoi, a motivo che in qua-
lità allora di Sindaco della medesima Città avea impiegato la sua
. opera con tutto l'impegno a sistemare il Battaglione della medesima,
distribuire le armi, e le provisioni ad effetto d'impedire lo sbarco :
onde aveva giusto timore di essere strapazzato dalle truppe Francesi
se l'avessero sorpreso nella di lui casa ove allora v'erano molte armi.
Il valore poi di tutto ciò che gli fu trafugato ascende certamente a
molte migjiaja, essendo egli, e la sua famiglia delle più ricche della
detta Città ed aveva la sua casa fornita di molti argenti, e la di lui
moglie e figlia fornite di gioje, e di ori di molto valore. Erano pure
abbondantissimi la biancheria le robbe e li utensili al pari delle case
principali d'ogni Città ; cosicché rimasero ammirati li stessi Francesi
di tutto ciò che hanno trovato.
Attcstiamo inoltre che in occasione della rivoluzione della cam-
l^agna contro i Francesi il detto Stanislao è stato acclamato dal
popolo per capo e costretto ad accettare l'impiego. Nel quale dal prin-
cipio sin al presente, per il corso cioè di quasi due annij si è diportato
— 381 —
atteso il vostro coraggio nello esservi offerto per Rappresentante
degli abitanti di Casal Fornaro per formare un congresso nei tempi
più ]:>erìcoIosi della Rivoluzione ; Pertanto vi accordiamo il presente
insieme con una medaglia d*oro, affinchè serva a voi unitamente con
tutta la vostra famiglia di una eterna memoria, e di onorevole consi-
derazione. Dalla Segreteria di Sua Eccellenza 9 Febraio 1801.
L. >Jj S. Alex. J. Ball.
con tutt'esittezza disinteresse ed impegno sacrificando non solamente
sua quiete, e la sua salute con assidua assistenza di giorno e di notte
nelle trìncere, nel campo, ed in tutti i posti li più pericolosi, ma pure
il suo interesse con abbandonare la casa ed i suoi beni, e con sommi-
nistrare del proprio effetti y e danaro per sostentamento del Battaglio-
ne ; cosicché è incalcolabile la perdita di danaro che egli soffri per la
causa — con i|K>tecare i proprj beni in somma considerabile in atti
public! per sostentamento del suo Battaglione, persuadendo anche
le altre persone facoltose della detta città a fare il simile. E ciò Tatte-
stianK) per esser pienamente informati di tutto ciò di scienza essendo
compatriotti del medesimo, e testimoni oculari dell! fatti su esposti,
e delle sue operazioni. In fede di che ci sottoscrìviamo di proprio
puf^no. In Malta e nella Città Finto, oggi li 9 Ottobre 1800 — Io Sac.
Benigno Gauci Provveditore del Battaglione Fornaro attesto il su
narrato sia più che vero — Io P. Emmanuele Micallef Deputato — Io
Salvatore Sciberras Deputato — Io Sac. Giuseppe Psaila attesto essere
il su narrato verissimo — Io Sac. Mario Sammut attesto che il su
narrato, è verissimo — Io Sac. Salvatore Casba attesto che il su narrato
è più che vero — Io Sac. Filippo Borg attesto il su narrato — Io Sac.
Giovanni Micallef attesto il su narrato — Gio Batta Lasperanza attesto
come sopra — Giovanni Casba attesto come sopra — Ignazio Farrugia
attesto più che vero il su narrato — Can. Gio. Casba attesto il su nar-
rato è verissimo. Extrahatur copia ed parti restituatur — S. Scifo So.
Die 16 Septembris 1809 per D. Stanislaum Gatt presentata fuit
et est presens scriptura et recepta, fuìtque ex ea extracta integra copia
eidem D. Gatt restituta juxta decretum Periti. D. ludis. per in ea.
Unde. Ita est Not. Antonius Psaila MeL Nat,
Addi II Decembre 1836.
— 882 —
XXVI.
Tentato Plebiscito a favor della Francia
Liberté
Documento y^,
Republique
Francai se
Commìssion de Government,
Egalité
Sessione de' 25. Messidoro di mattino anno 6 della Repubblica
Francese. Malta 13 Luglio 1798 — (antico stile).
La Commissione del Governo, vista la petizione della Municipa-
lità dell'occidente, e sapendo che molti cittadini hanno individual-
mente manifestato il desiderio di vedere le Isole di Malta e Gozo
riunite alla Francia, per formare un dipartimento.
Considerando che per riuscire d'una maniera analoga ai loro
desiderj, conviene che vi sia un registro aperto in ciascheduna Muni-
cipalità, nel quale potranno inscriversi li Cittadini, che desiderano
questa riunione.
Dopo aver sentito il Commissionario del Governo Francese.
Stabilisce :
Ogni Cittadino Maltese è in libertà di manifestare il suo desi-
derio di vedere il suo paese riunito alla Repubblica Francese.
Ogni Municipalità aprirà a quest'effetto un registro, nel quale li
Maltesi, che desidereranno (|uesta felice riunione potranno farsi
inscrivere.
Il Presidente della Commissione, Bosredon Ransijat.
Per il Presidente : Il Segretario Generale, Doublet.
Per Copia conforme il Presidente della Municipalità, Liureri.
11 Segretario, Amabile Vella.
Fcco il risultato di questo tentato plebiscito.
« Il Commissario suddetto che da ogni novità incontrava oppo-
sizioni fondate su li [)atti della recente capitolazione, ha creduto
di chiedere e troncare alli Maltesi ogni giusto motivo di doglianza
per tali innovazioni, con proporre al pubblico il progetto di riunire
queste due Isole alla Repubblica Francese, esagerando i vantaggi che
alla nazione risultavano da tale incorporazione, e fece aprire una
sottoscrizione nelle municipalità delle quattro Città affinchè si ricevei-
— 388 —
sero i voti delli nazionali colle loro sottoscrizioni. Accorse nna molti-
tudine mal accorta, che si sottoscrisse senza accorgersi che il progetto
ancor non era messo in iscritto nel libro destinato per queste sotto-
scrizioni, ma si era lasciato in bianco il foglio, che dovea contenerlo,
onde dopo ottenute le sottoscrizioni poteva essere riempito in un
senso forse opposto alla volontà dei sottoscriventi ; per il che sopra-
giunti alcuni, ben avveduti soggetti, ed accorgendosi di tale irrego-
larità, si sono protestati, che non dovevano attendersi simili sotto-
scrizioni prima, che fosse messa in iscritto la proposizione, e che non
si sarebbe accettata, se non sotto la condizione di dover rimanere nel
loro vigore i patti convenuti nella capitulazione ; anzi fu immediata-
mente dalli medesimi riempito il vuoto lasciato nel primo foglio in
ta^e forma da non potersi più dubitare, che si dovevano c»sservare le
convenute condizioni in favore dei Maltesi, della loro Religione, e
della loro proprietà. — Ciò fu sufficiente perchè più non si parlasse di
tal progetto, vedendo deluso l'artiticio usato per tirare nell'inganno la
nazione. » Dagli scritti inediti del (ìiudico I)r. Vincenzo Bonavita,
testimonio oculare.
XXVII.
Somma del breve di Gregorio XIII— Beni ecclesiastici (1)
Documento yó.
< Diletto figlio salute ed apostolica benedizione. Avete edificata
dalle fondanienta la Chiesa di San Giovanni in Valletta e vi avete
già destinato dei Sacerdoti per ufficiarla, ora ci dite che vi mancano i
(i) Il Marchese Alfredo Mattei LL.D., nella sua stampata espo-
sitiva 4c Claims of H. G. The Archbishop of Malta on behalf of the
Pious Trusts of the Church of Malta — .Malta 1895 » enumera alcuni
dei beni dell'Ordine colla loro approssimativa valutazione. Agl'uffi-
ciali governativi incaricati dell'amministrazione di questi beni venne
lo scrupolo insin dai primi giorni dell'occupazione Britannica, ed ai
25 Settembre 1800 movevano tra altri i seguenti due quesiti risoluti
dal Comando a 25 Decembre seguente « 3. Se detti amministratori
debbano più ingerirsi nelli beni altre volte appartenenti alla Revda.
Fabbrica e del Sto. Officio, e quale deve essere la lor sorte per l'avve-
nire : Risoluzione — Li beni della Fabbrica e Sant'Officio devono
-. 384 —
mezzi per dotare quest'arra della vostra pietà e questo esempio ai
futuri vostri confratelli, e ciò a causa delle gravi spese incorse nella
sua costruzione e nella difesa dell'Isola. Chiedete perciò di poter
applicare in dote di detta chiesa e per mantenimento dei suoi uificianti
tutti i beni di qualsiasi natura che sono pervenuti o perverranno alla
Camera Magistrale per contìsca dei dichiarati eretici. Desiderosi noi
di vedere completata questa insigne opera vi accordiamo, vita vostra
perdurante, tutti e singoli i beni coi loro frutti rendite e proventi di
qualsisieno persone cadute nell'eresia, i cui beni per sentenza dell'in-
quistore di Malta fossero state o saranno per essere confiscate e devo-
lute alla Camera Magistrale, e ciò fjerchè s'incorporino e rimangano
annessi a detta Chiesa e ne formino perpetuamente la sua dote ed il
sostentamento dei detti ufHcìanti.
Sarà pertanto lecito ai predetti sacerdoti d'appropriarsi dei frutti,
rendite, proventi, diritti, emolumenti provenienti da detti beni in qual-
siasi futuro tempo senza bisogno della licenza dell'Ordinario locale o
di altra Apostolica Autorità dopo che voi od i vostri successori avrete
fatto tale applicazione, annessione e trasferimento
Roma, dalla Basilica di S. Pietro 11 12 Luglio 1577. *
Avuta quest'autorizzazione pontificia fra Fed. Les Vesque de la
Cassiere pei rogiti di Matteo Brifia a 28 Novembre dello stesso anno
ed ai 15 Decembre 1580 applica i beni cosi pervenutigli, tra cui quei
del Matteo Falzon, Antonio Manduca in una con quei dello spoglio
del Decano della Cattedrale Luca Xara e di altri.
Lo stesso fondatore sui beni dotati impone celebrazione di messe
quotidiane, di anniversari, accensione di lampade etc. Seguendo il suo
esempio altre non poche fondazioni, oberate di pesi, vedonsi aggiunte
da frati d'ogni nazionalità e Maltesi, tra cui quella del Lomellini per
l'Oratorio per atti Pietro Fiore 1689, Luigi Bisaura a 5 Decembre
1663, C. Pasqualino per atti G. Simon io Settembre 1698, G. Pereira
4 Novembre 17 io, C. Bellot 2 Marzo 161 1, Marradas nel 1637 per il
consumo delle candele, C. Passalaqua, O. Solaro, G. Verdelin, F.
Abela, Prospero Lo Preste, B. Cabrerà, D. Gloria, Perdicomati e
essere amministrati dai pubblici amministratori e le rendite da loro
esatte : restando in cura di Sua Eccellenza d'intendersela colla Santa
Sede. 5. Per il buon ordine e regolamento dell'amministrazione si
domanda la norma riguardo le case, botteghe e mezzanini spettanti al
Tesoro e Fondazioni in oggi occupate dalli signori officiali e truppe
Inglesi.... Risoluzione — Si faccia da periti la liquidazione degli affitti
che meritano li fondi nel quesito contenuti, e si consegni a Sua
Eccellenza, »
— 885 —
é
V
Giansolè (due antenati deirattuale conte della catena) etc. Tra i pesi
fì^urano suffragi per i Gran Maestri La Valletta, per cui si pagavano
scudi 54 insin dal 15H4 dal protìtto delle rendili' del Boschetto, Penl-
/oò\ Caraffa^ Afanov/, per Mattia Preti — il jnttore della chiesa — Puget.
Caterina Vitale, che lasciò i beni del Monte di Piet;\ e Redenzione, etc.
L'amministrazione di (jueste fondazioni pie a tempi dei cavalieri dopo
il decreto de! i2Gennajó 1660 rimase divisa in due procure chiamate
Anziana e Fiernalda. L'annua rendita degli stabili in possesso del Go-
verno civile locale nel 1893 e destinati per TuDìciatura adempimen-
to dei pesi e mantenimento della chiesa di S. Giovanni ascendeva,
stando alle note ufficiali dal Governo consegnate alKallora rappresen-
tante del clero in Consiglio di Malta, ad oltre £' 2173 19. io; e quella
destinata per il mantenimento della chiesa della Grotta al Rabato,
dipendente dal prelato delKOrdine, a £ 458 a causa delle forti dimi-
nuzioni subite per le alienazioni e permute operate da che tale asse
fu dal R. Commissario Inglese a 2 Ottobre 1807 incamerato. Napo-
leone nei pochi giorni che si trattenne in Malta, spogliata delle gem-
me e degli ori la chiesa di S. Giovanni trovò tempo di pensare a dare
la seguente disposizione.
Liberto f République ) Egalité
I Franca ise /
Au Quartier General de Malte le 21 prairial an 6 de la Répu-
blique une, et indivisible Bonaparte. membre de l'Istitut National:
General en chef.
Ordonne que TEglise de St. Jean soit mise à la disposition de
l'Evòque de Malthe fwur servir de Concathódrale.
Bona PARTE.
Ai 27 dello stesso prairial V'aubois scriveva a Monsieur l'Evè-
que de citò Valette. « En conséqiience des ordres du General en
Chef Bonaparte, je vous prie. Monsieur, de vouloir bien faire ouvrir
une |X>rte de L'eglise de St. Jean, aussitòt que les personnes qui doì-
vent prendre note de tout ce qui existe dans cette église auront fini.
Termine leur mission il auront soin de refermer L'église et vous re-
mettront les clefs. » Salut et fraternità
Vaubois.
Il Vescovo col Capitolo a 24 Giugno vi funzionava pontificalmente
per la prima volta e perciò negli atti della Cattedrale si legge alla
seduta tenuta a 28 di quel mese che al procuratore Can. F. Sav. Ca-
ruana si bonificavano le spese fatte nella maggior chiesa di S, Gio-
vanni eretta in Concatiedrale ; e nella stessa seduta il Canonico
49
— 386 —
Susano. « Essendo elevata la majyg^ior chiesa di S. Giovanni Battista
in Concattedrale per jiromuovere in essa il divin culto proponeva la
formazione di un piano per Tufficiatura della medesima ( aiti capri.
V. ij paor, 2oy). Da Roma come si è detto in nota a pag:. i6i, si
concedeva questo titolo di Concattedrale a 30 Agosto 1798 col nome
dei Santi Giovanni e Paolo. Il Labini nella sua relazione pastorale
alla S. Congregazione nel 1 800 metteva dopd il già riportato in nota
a pag. 231 4c Fraedictus supremus Dux (Buonaparte) voluit jussitcjue
nomen et dignitatem ecclesiae Cathedralis tribui in posterum praedic-
tae S. Joannis Ecclesiae, et vix meis precibus obtinere, potui ut prisca
Cathedralis et diceretur et esset Concathedralis. Addixit etiam ma-
jorem canonkorum numerum huic novae Cathedralis paucis veteri
relictis...» Infine gli stessi conventuali registrando le morti per tale la
qualificavano: Die io. Octobris 1799. Nobilis commendator Fr.
Franciscus Daurel V. Linguae Provinciae Miles anno aetatis suae
septuagesimo obiit... cujus cadaver die sequenti delatum fuit ad Ma-
jorem Ecclesiam S. Joannis hujus civitatis yitmc dictam Concaihedra-
lem, ibique sepulturae mandatum. > Mss. 1949 nel Registro Publico
Liber in quo describuntur nomina religiosoriim Ordinis S. Joannis
HierosoL prò iemp. defunct, lygo-i^oS, — Fino allora in S. Giovanni
non si sepellivano che i membri dell'Ordine Gerosolimitano, ma
scacciati i Francesi non si ebbero più gl'antichi riguardi per questa
chiesa ed a 31 Decembre 1808 si vede l'ordine del Ball per la fab-
brica di quattro botteghe nel cimitero della detta chiesa dalla parte di
Strada S. Lucia, e si ammisero lapidi eterogenee tra cui quella del
Dr. G. N. Zammit, Segretario del Ball, di una donna, che sembra sia
stata più tardi altrove trasportata, e del Conte Beaujolais, (r) Il New-
man, in seguito Cardinale, trovatosi a Malta col Fraude nel 1833.
quando egli non apparteneva ancora al nostro credo in una lettera
del 26 Gennaio 1833 dice « Ever>'thing in St. John's Church is admi-
rable » ed ai 6 Febraio seguente « St. John's Church properly be-
longed to the Government, and might bave been made the Protestaiit
Church, as it was buìlt by the Knights, and not part of the islands
(i) Il Conte Beaujolais col fratello Duca d'Orleans era giunto a
Malta sulla nave di S. M. «Volontaire» a t6 Maggio 1808 e morì di
consumazione a 30 dello stesso mese nella casa Miari in .Strada Mez-
zodì, oggi residenza dell'ammiraglio. 11 Duca ritornò colle sorelle a 2
Gennaio 1809 e vi rimasero a spese del (ìoverno locale, come appa-
risce dai vari mandati del Reg. Com. al Tesoriere. Divenuto il Duca
re di Francia col nome di Luigi Filippo Ìe.c.^ erigere nel 1843 il mo-
numento che si vede nella cappella di Francia in S. Giovanni in
memoria del menzionato Conte suo fratello.
— 387 —
Church property (!!) ; but perhaps it was impossible for us to do
otherwise. » Ncivman's Letters by Mozly 1898. v. i. p. 295-300.
Questa idea della successione nella proprietà dei membri dell'Ordine
fu portata tant'oltre che perfino la proprietà privata dei singoli indi-
vidui fu reclamata e presa dal Governo del Commissario Ball alla lor
morte quale diritto di spoglio, quasi fosse esso la comunità religiosa
in e verso cui, come a madre, il professo cavaliere gerosolimitano
aveva emesso il voto di povertà a tenor delle leggi sanzionate dalla
Chiesa Cattolica per gli Ordini religiosi.
XXVIII.
Documento 77.
Signor ministro Plenipotenziario,
Il vostro Segretario Sigr. Macaulay à significato per ordine
vostro al Cav. Abela attualmente ritenuto nel caste! Sant'Elmo, di
prepararsi a partire da quest'Isola ; ho l'onore di far osservare a
V. E. che non ha alcun dritto di esiliare un Cavre. di Malta da questa
Isola dove la sovranità appartiene all'Ordine di San Giovanni di
Gerusalemme ; e che solamente ne tiene attualmente in deposito il
Governo Inglese. E se per una violazione manifesta del trattato di
Amiens, questa Isola non è ancora restituita al suo legittimo So-
vrano, non è una ragione per l'autorità provisoria e qui stabilita a
nome di S. M. Brittanica di permettere di usare atti arbitrari.
Io convengo che il fallo commesso dal Cav. Abela sia grave per
aver maltrattato un guardiano dell'Orto Bottanico e merita esser
punito. Ma Sigre, questa punizione deve essere legale ; Un Cav. di
Malta non riconosce altro giudice in quest'Isola che il Gran Maestro
dell'Ordine, o il suo luogotenente, o il Vescovo. Se V. E. avesse
avuta la bontà d'inviarmi quest'accusa, son persuaso che sarebbe
stato sodisfatto ed anche il Pubblico del rigore con cui avrei trattato
il colpevole.
Dopo che V. E. ha sostituito il potere arbitrario alla form^
legale della giustizia, e che non è conosciuto il diritto della giurisdi-
zione, che resta unicamente nell'Ordine di Malta su i propri individua
devo protestare contro l'usurpazione di questo diritto. Prego V. E«
di esaminare bene quest'atto, e consideri il biasimo che deve risultare
Le riflessioni istesse di V. E. lo persuaderanno sicuramente, che il
dovere e l'onore medesimo del suo Governo l'obbligheranno a revo-
care quest'ordine, e rimandare il Cav. Abela avanti il suo Giudice
naturale.
— 388 —
Fo la domanda formalo a Vostra Eccellenza.
Questo disprezzo affettato per l'autorità provisoria, contro il
Sovrano legittimo di quest'Isola ardiscono ogni giorno i semplici
particolari fargli degl'insulti. Non parlo a V. E. dei discorsi seiliziosi
che si tengono pubblicamente contro il Gran Maestro, né delle satire
scandalose che si fanno girare di mano in mano, e aflfigere nelle can-
tonate contro questo Principe. Queste ingiurie sono troppo vili per
fissare la mia attenzione. Ma un oltraggio più grave vien fatto all'Or-
dine di Malta; hanno avuto l'insolenza ed ardire rivestire con altri
magistrati una statua chiamata il Gigante, e che orna una fontana
pubblica. Si aggiunge a quest'abito degli attrezzi ingiuriosi formando
un indecente caricatura. E tutto questo Sigre. passa sotto gli vostri
occhi senza che vi degnate fin ad ora farne attenzione, e ancor di
più senza usare della vostra autorità per impedire quest'oltraggio a
punirli. Mi premetta di fare osservare che il vostro governo si regola
diversamente, mentre dovete sapere che ha messo avanti il tribunale
di Giustizia criminale un infame libellista si per iscrizioni come |x;r
figure che aveva insultato il Primo Console della Repubblica PVan-
ccse. Mi pare che le Nazioni civili e i loro governi devono in tutti i
regni riguardarsi egualmente.
Se questo principio pare vero a V. E. la prego a nome dell'Or-
dine di Malta e del (jran Maestro di far punire severamente gli autori
dell'oltraggio che vi accuso.
Prego V. E. rispondermi alli due oggetti contenuti nel presente
foglio, mentre con la più perfetta stima sono. Malta i Maggio 1803.
Il Luogotenente e Ambasciatore Plenipotenziario di S. A. E.
11 Gran Maestro dell'Ordine Gemo.
Balì Bi'zi.
A S. E. il Sigr. Ministro Plenipotenziario
di S. M. Britannica presso l'Ordine
e risola di Malta. (.ì/ss. 613 No, 8 BibL)
XXIX.
Documento y8,
lUmo. e Revmo. Monsignore,
V. S. Illma e Revma. mi ha honorato colla scritta di ieri. K* esat-
tissima la relazione che quella da di quanto è passato nell'affare del-
l'amministrazione dei beni detti àftW Assemblea.
Sua Eccellenza il Regio Commissario, avendo preso la risolu-
zione di far amministrare quelli beni per gli amministratori dei beni
pubblici e come anche ha fatto con quelli del Segreto^ per avere un
- S8d —
sol dipartimento, diede in quel tempo gli ordini necessari, ma sulla
rappresentanza di V. S. Illnia. e Revma. ne sospese l'esecuzione, e
tanto più, che t intenzione di S, E, era di mandarmi in Roma per
trattare ai piedi di S. Santità gli affari ecclesiastici di questa isola.
Ma nel momento quasi, che io fui per imbarcarmi, venne la novità
della signatura degli articoli preliminari di pace fra il mio ed il Go-
verno francese. Il mio viaggio fu sospeso, e nessuna risposta venendo
da Roma, alla fine del mese spirato, S. E. ordinò di mettere in esecu-
zione l'unione di tutti i beni.
L'intenzione del Governo è, che quando l'introito di questi
beni sorpasserà le pensioni, d'impiegare quella somma in opere pie,
e dì sollecitare V approvazione di Sna Santità.
Certo è che non solamente non avrebbe l'È. S. ordinato l'esecu-
zione in questo momento ma nemmeno prima l'avrebbe progettato
se avesse potuto avere il minimo dubbio, che in quella faccienda vi
fosse qualsiasi circostanza che potesse dispiacere a S. Santità.
V. S. Illnia. e Revma. puoi dare testimonianza quanto in ogni
occasione è stato il zelo di questo Governo per sostenere l'autorità
della S. Sede, di dare al Vescovo di Malta quella maggior dignità che
a])partiene ad una chiesa sotto la protezione immediata del Re, e di
mantenere in generale le cose ecclesiastiche in quello stato che più
s'accorda colla disciplina salutare della Chiesa, e più la persevera da
ogni nociva innovazione, avendo di mira di fare dei Maltesi buoni
Cattolici per aver fedeli sudditi. Implorando la sua benedizione ho
l'onore di dirmi col più profondo rispetto, Illmo. e Revmo. Monsre.
Di V. S. Illma. Revma.
Il più devoto ed ossequioso servo
Guglielmo Eton.
V'alletta, 3 Dccembre, 1801.
XXX.
Documento 79.
Casal Lia i Settembre 1800
Signore,
Mi avete onorato di una vostra lettera con cui reclamate qual
capo di quest'Isola il diritto di aver parte nella preparazione delle
condizioni da sottoporsi al nemico quando fosse costretto ad arren-
dersi e d'intervenire quindi alla segnatura della capitolazione.
A me non è noto alcun precedente all'infuori di quello da voi
citato in cui comandanti di truppe di nazioni differenti insieme ope-
— 3Ò0 —
ranti abbiamo firmato capitolazioni, e se vi presero parte, voi troverete
che essi larari stati comandanti di truppe regolari e vi avevano a ciò
ricevuto regolare mandato : cosa che a voi sembra mancare. Sebbene
i Maltesi abbiano fatti grandi sforzi e moltissimo merito a loro è
dovuto per la loro bravura e preseveranza, pure con tutti i loro sforzi
essi non avrebbero potuto costringere i Francesi ad arrendersi senza
l'assistenza della flotta e dell'esercito Britannico.
E' impossibbile a me di esprimere anche per metà quale stima e
qual valore io ponga al vostro operato in quest'Isola; la vostra perse-
verante attenzione vi fa il più grande onore e merita di essere ricon-
pensata. Ma al tempo istesso non posso tacervi di avere io sempre
considerato il vostro ufficio qual uno più civile che militare e come
tale, indipendentemente da altre considerazioni in voi non so scorgere
alcun diritto di sottoscrivere la capitolazione.
L'aver voi ricevuto ordine dal Nelson di issare la bandiera del-
l'Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme nell'eventuale resa della
Piazza, costringemi a significarvi che non ho mai udito di alcun caso
dove paviglioni di differenti nazioni abbiamo sventolato nel tempo
istesso su della medesima città fortificata. Eppure nello spiegare nella
Valletta, alla resa della Piazza), la sola bandiera Britannica non s'in-
tende recar oftesa alle Corti di Russia e Napoli ed ai Maltesi.
(FtO.) PlGOT.
( Traduzione degli estratti pubblicati nel Prot, Marriage Case
appendix: tolti dal P, Record Office,)
Tale è il riscontro dato al Ball, che indirizzavasi ufficialmente
al Pigot dopo una conferenza in cui il Pigot gli aveva significato di
non ammetter a norma delle istruzioni ricevute la sua ingerenza nella
stipulazione della eventuale capitolazione. Insistette il Ball sul diritto
d'essere sentito e rifece, ma inutilmente, la storia delle vicende oc-
corse adducendo tra altro « Io considero i Maltesi quale un corpo
militare distinto, che hanno assediato la Valletta per 1 2 mesi con una
bravura e perseveranza senza esempio e senza assistenza di truppe
straniere : al presente essi hanno 3000 soldati che occupano i posti
avanzati e 3000 uomini di milizia pronti all'azione. Spesati di recente
dalle corti Inglese, Russa e Napoletana, l'esclusione del loro capo
apporterà offesa alle due Corti quanto ai Maltesi che stimano di esser-
ne intitolati sia dal punto di vista militare quanto dal civile. »
11 Ball invero come abbiamo veduto aveva realmente ricevuto le
istruzioni del Nelson, ma a quelle si era soprasseduto per le mutate
circostanze. Del Nelson abbiamo perfino che a 12 Agosto 1799 gH
aveva intimato i termini della capitolazione : « Non vi permetto di
— 391 —
domandare formalmente a Vaubois di capitolare ; ma potete mandar
un ufficiale ad intervistarlo. La guarnigione non sarà fatta prigioniera
ma mandata in Francia colle loro armi e con hitte le insegne della
piazza e dei reggimenti. Ma ciò devesi concedere unicamente se con
ciò si potrà affrettare di 15 giorni, la resa siccome la guarnigione non
potrà esser mai soccorsa » (Nelson *s letter hook in Pettigrew p. 321).
E quanto agl'interessi Russi era chiara la lettera dell'Imperatore ai
21 Decembre 1799 in riscontro a quella del Nelson dei 21 Ottobre
precedente «e Monsieur TAmiral Due d'Abronté, Lord Nelson. J*ai
recu votre Lettre du 31 Octobre. Je désire beaucoup que l'Expédi-
tion que vous aller entreprendre contra Malthe réuscisse. Dans ce cas
Le General Major Prince de Wolconsky avec les trois Battalions de
Grenadiers sous ses ordres y resterà en garnisson en qualité de
Commandant de Malthe que sera gardi jusqu' au l'arrangement dèh*
nitif, par les troupes Russes, Anglaises, et Napolitaines. »
Ecco quali erano allora le disposizioni Britanniche :
Lord Gren ville ai Lordi dell'Ammiragliato.
« My Lords, Downing Street, Qth July, 1799.
4c In consequence of a communication which his Majesty has
receìved from Malta, and of others which bave been transmitted to
me by your Lordships, I have received the King's commands to
apprize you, that if the Island of Malta shall surrender to any Naval
force employed by his Majesty, and acting either separately or in
conjunction with those of the Emperor of Russia and the King of
Naples» it is the intention of his Masjest>' and his Allies, that the
island should be restored io the knights of the Order of St, John of
Jertisalem, 7vho acknottdedge the Emperor of Russia as Grand Master;
and that the Government of the said Order shall also be restored,
subject only to such regulations respecting its Government and costi-
tution as may be established therein, in consequence of any concert
between his Majesty and the Emperor of Russia and of the King of
Naples. It is therefore his Majesty's pleasure that you should give
instructions conformably to this intention, to such of his Majesty's
Ofiicers as may be employed in that quarter, and that you should
direct them to regniate their language and conduct accordingly. »
I am etc. Grenville.
{Pettigrew v, /. fip. 316-J28.)
— 392 —
Piano russo per assicurarsi di Malia.
Il Gen. Graham all'Onor. IL Dundas.
Gudia Malta 6 Gennaio iSoo
Caro Signore,
Non avendo avuto opportunità di spedire la lettera già da
giorni preparata mi avvalgo per aggiungervi poche righe su di un
soggetto che a me ed al Gap. Ball sembra importante che sia piena-
mente conosciuto dai ministri di S. M. e siccome non iscrivo ufficial-
mente son sicuro che questa mia non sarà presa per indebita inge-
renza in affari politici.
Il Cav. Italinski da Palermo di recente qui arrivato, mostrò
Taltro dì le carte e le sue istruzioni a riguardo della disposizione delle
guarnigioni degli alleati. Ai Russi si assegna la Valletta Floriana e S.
Elmo, a Napoletani la Cotonerà ed alle truppe Britanniche Ricasoli,
Tigne e Manuel. Chiesto dal Ball, ha detto che sarebbe stato meglio
se si fosse pensato al modo di impossessarci della piazza di quello che
metter avanti piani inonorevoli a S. M. ed i quali nessun ufficiale ese-
guirebbe senza previ ordini positivi o che vi fosse costretto per causa
di forze superiori.
Il Ball è dello stesso mio avviso e si era espresso in termini forti
mostrando l'assurdità ed ingiustizia della disposizione che col pre-
testo di apparente equità dava a Russi tutti i posti di resistenza, con-
seguenza e conforto, separava i Napoletani dagl'Inglesi condannan-
doli a passar il lor tempo in casamate, isolati in fortezze insignificanti.
L'Italinski non ebbe che ridire tranne che avrebbe rapportati a Pie-
troburgo l'improprietà del piano approvato dalle due Corti. Alla
domanda del Ball se tal sua comunicazione dovevasi ritenere ufficiale,
quegli rispose negativamente sebbene è chiaro che lo fosse. Né è da
trasandarsi un espressione di sorpresa sfuggitagli in conversazione
all'udire che era intenzione del governo inglese di tenervi qui un
presidio. Ora se è intenzione di aiutare a dare a Russi Malta nella
sua totalità, (ciò che sembra essere lo scopo della Corte Russa cheche
il Whitworth dica in contrario) sta tutto bene ; ma se s'intende di
ripartire equamente l'is